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Autore: Neko    03/12/2018    2 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34

 

Sorprendendo tutti, Emma lasciò la dimora reale di corsa.

Inutili furono i tentativi di Killian e dei suoi genitori di chiamarla e inseguirla, perché Regina, usando la magia, li fermò.

“Perché l’hai fatto?” chiese Killian arrabbiato.

“Perché è sopraffatta da quello che ha passato e non ha bisogno di avere al suo fianco la persona che le crea il disagio che l’ha fatta andare via!” disse Regina con tono serio.

Killian la guardò  confuso “Sarei io a crearle disagio?”

“Non l’hai visto il suo atteggiamento nell’ultima ora?!” chiese Regina, sorprendendosi di come a volte gli uomini potessero essere ciechi.

“Si, ma…non lo capisco non…insomma, illuminami!” disse Killian frustrato, non potendo essere là fuori a consolare sua moglie, quando aveva solo voglia di stringerla tra le braccia.

Regina sospirò “Emma è stata torturata con delle scosse ogni volta che si usava la magia o quando veniva toccata da te. È un gesto inconscio, il suo cervello collega le due cose a un senso di dolore, che ovviamente lei non vuole provare. Non è un rifiuto verso di te, ma verso il dolore fisico provato. Questo la spinge a essere tesa ogni volta che si ripresenta la situazione che fino a poco tempo fa, la portava ad avvertire quell’agonia. Il tuo tocco  e la magia sono al momento due cose che non riesce a sopportare. Non mi sorprende se non è riuscita  a creare la scintilla della terra di Oz!”

“E come possiamo aiutarla in questo?” chiese David preoccupato per la figlia.

“In genere ci vuole tempo, cosa che noi non abbiamo!” disse Snow tristemente.

“Al diavolo!” disse Killian seguendo Emma, nonostante l’avvertimento di Regina e i richiami degli altri.

Killian guardò nella piazza dove vi erano gli abitanti che, ancora confusi, parlavano tra di loro per capire cosa fosse successo. Non vide Emma da nessuna parte, ma non si arrese e domandò a qualche abitante se per caso l’avesse vista e qualcuno di loro ebbe la cortesia di aiutarlo.

“Io ho visto una donna bionda vestita in modo strano. Correva da quella parte verso il fiume!” disse una donna, che gli indicò la via.

Killian si mise a correre e dopo poco trovò Emma proprio dove gli era stato indicato.

La donna era seduta su un grosso masso e dava le spalle a Killian. L’uomo fu sicuro che non si fosse accorto del suo arrivo, anche perché il rumore delle acque nascondeva qualsiasi rumore di passi.

“Emma!” la chiamò con cautela, cosa che però fece lo stesso alzare di scatto la donna, tanto da farla quasi cadere nel fiume.

“Attenta!” disse Killian cercando di resistere nell’andare ad afferrarla.

Killian per favore, va via. Ho bisogno di…non posso parlare con te ora. Non dopo…” cominciò Emma, ma l’uomo la interruppe “Lo so cosa stai passando Swan. So che hai paura del mio tocco e di usare la magia, per colpa di quello che ti ha fatto quel bastardo e…rispetto il tuo bisogno di mantenere le distanze!”

“No, non è vero. Lo vedo nel tuo sguardo che ogni volta che ti allontano per te è come ricevere un pugnale nel cuore e…mi fa  male pensare di infliggerti quel dolore, ma…mi dispiace Killian, non ci riesco. Vorrei abbracciarti, vorrei sentire di nuovo le tue braccia intorno a me che mi danno forza, ma ho paura. E la magia…serve la magia per andare avanti in questa missione e io non riesco nemmeno a pensare di far apparire un misero fiore, figuriamoci a creare una scintilla. Come possiamo proseguire? Sono stata inutile in questa missione e voi siete stati presi di mira per colpa mia. Le bambine…oh le bambine hanno vissuto cose che non dovrebbero nemmeno pensare alla loro età e io…mi sento così…mi sento uno schifo. Non avrei dovuto permettere di portarle con noi, ne voi dovevate venire con me!” disse Emma cercando di trattenere le lacrime.

“Love, ti prego non ricominciare. Sai perché non sei venuta da sola e sai che da sola non avresti potuto fare molto perché, se stando con voi ho imparato qualcosa, è che l’unione fa la forza. La bambine…si forse è stata una pazzia portarle con noi, ma…tieni conto che sono state proprio loro a tirarci fuori dai guai, sia a Neverland, sia qui. Forse proprio perché così piccole nessuno le teme e immagina la loro potenza e intelligenza. E per tutto il resto, sono sicuro che tutto si risolverà. Non potrai fare a meno della tua magia a lungo, è parte di te e…non credo che resisterai molto tempo senza le mie attenzioni, soprattutto se vogliamo mettere prima o poi in cantiere un altro figlio!” disse Killian facendole l’occhiolino, cosa che le strappò un sorriso. “Vogliamo ritornare dagli altri love? Sono tutti preoccupati!” disse nuovamente il pirata allungandole la mano. Emma guardò prima la mano e poi i suoi occhi azzurri.

Ops, scusa, l’abitudine. Prima le signore!” disse Killian spostandosi, per far passare la sua amata.

Quando i due giunsero in piazza, non fecero in tempo ad arrivare alla dimora reale, in quanto tutti erano lì ad aspettarli.

Appena vide sua madre, Alice le si fiondò addosso e la salvatrice la prese in braccio, nonostante ormai cominciasse a farsi pesante e se la spupazzò un po’.

Snow e David la raggiunsero con uno sguardo preoccupato e le domandarono se stesse bene.

Emma diede loro un lieve sorriso e disse sinceramente “Non proprio!”

I charmings sospirarono, ma furono felici di vedere che per una volta , la figlia non fingesse per non farli preoccupare.

Fu poi il turno di Regina di avvicinarla e le disse “Emma, non sei costretta a creare la scintilla ora se non te la senti. Possiamo portare con noi gli elementi e quando ti sentirai pronta potrai provvedere. Nessuno ti fa pressioni!”

Emma le sorrise riconoscente, ma poi si fece nuovamente seria e dopo aver fatto scendere la sua bambina rispose “Grazie Regina, ma posso anche rimandare la creazione della scintilla, ma se ci mettiamo in marcia, come posso aprire il portale per la prossima terra?” chiese Emma.

Questo era un problema a cui tutti gli altri avevano già pensato, ma non riuscirono a trovare una soluzione a questo dilemma, in quanto su Oz non vi era qualcosa pari ai fagioli magici.

“Se usassimo le scarpette di Dorothy? Anche con quelle si dovrebbe essere in grado di viaggiare attraverso i portali no?” chiese Alice, ma venne subito smentita da Regina.

“Non piccola, non si può. Cioè la tua soluzione sarebbe esatta se fosse un altro reame, ma il paese delle meraviglie ha leggi tutte sue e si può raggiungere solo attraverso un portale molto potente o attraverso uno specchio.

“Quindi nemmeno io vi posso tornare utile!” disse Zelena, che aveva aperto diversi portali in passato “Nonostante sia riuscita a creare un portale per viaggiare nel tempo, non posso essere in grado di raggiungere quella terra?”

“No, sempre per lo stesso motivo. Quel regno ha regole tutte sue!” rispose nuovamente Regina.

“Io avrei una proposta. Di metterci a navigare, anche se ci prendessimo un paio di giorni di tranquillità, il mondo non finirà subito. Abbiamo così il tempo per rilassarci tutti quanti e chissà il mare aiuta a schiarirsi le idee e potremo trovare una soluzione!” disse Killian, facendo uscire tutto il suo spirito piratesco.

“Stare fermi qua sarebbe inutile, io ci sto!” disse David, sapendo anche quanto Emma amasse navigare sulla Jolly Roger, sperava che un viaggetto rilassante potesse aiutarla a riprendersi.

Quindi fu deciso. Zelena e Robin rimasero nella loro terra, così come Dorothy e Ruby, ma si promisero di rivedersi, quando il pericolo della fine del mondo sarebbe stato scongiurato per festeggiare.

La Jolly Roger era proprio dove l’avevano lasciata, ma era immersa in acque azzurre e limpide, segno che era il momento adatto per salpare.

Grazie alla regina di Oz, ebbero in dono provviste a sufficienza per un mese, per un numero sproporzionato di persone, era il suo ringraziamento per averli salvati.

Il tempo non poteva essere dei migliori e il vento forte abbastanza da spingerli lontani dalla terra di Oz in poco tempo.

Le bambine si rincorrevano sul ponte, mentre gli adulti, chi più chi meno, si dava da fare per preparare la cena. Solo Killian era esente da quel compito, in quanto doveva pilotare la nave.

Mentre preparavano la tavola Snow chiese ad Emma “Per questa notte hai già pensato cosa fare?”

“Cosa?” chiese Emma  non capendo la risposta.

“Il tuo problema è che non riesci a stare vicino a Killian e voi condividete il letto!”

Emma abbassò lo sguardo, ma non rispose.

“Se vuoi posso chiedere a tuo padre di andare a dormire con Killian.

Emma guardò la madre stranita e aggiunse “Sono io che ho problemi con Killian e non è giusto che qualcuno paghi per le mie paue, avete già pagato abbastanza  mi sembra.

“Per me non è un problema. Sarò ben felice di separare mia figlia dalle mani di quel pirata!” disse David, sentendo la conversazione.

“Abbiamo una figlia papà!” disse Emma alzando gli occhi.

“Un attimo di distrazione, ma starò più attento d’ora in poi!” disse David.

“Parla quello che non vede l’ora di essere nonno di nuovo!” disse Snow, non accorgendosi che andare a toccare quel tasto, fece nuovamente intristire sua figlia.

“Oh Emma scusami, io…io sono una vera idiota. Non volevo…”

“Va tutto bene mamma!” disse la donna, per poggiare l’ultima stoviglia sul tavolo e recarsi sul ponte.

Il sole ormai toccava il mare, colorando tutto di rosso. Era un bellissimo spettacolo, cosa che rese Emma ancora più triste. Quei tramonti li guardava sempre tra le braccia di Killian, che ora era lì così vicino, ma lontano, che la guardava. Era sicura che la stesse osservando anche se era bravo a distogliere lo sguardo ancora prima che lei riuscisse a catturarlo.

Sentì dei passi dietro di lei e vide Alice, Chloe e Roni che correvano verso di lei, seguite da Regina.

Alice aveva le mani giunte e disse alla madre appena le fu vicina “Mamma, guarda! Guarda cosa mi ha insegnato Regina!”

Alice aprì leggermente le mani e il sindaco potè benissimo vedere Emma diventare tesa, per poi rilassarsi, quando vide che la bambina voleva fargli vedere un origami a forma di cigno e non fare una magia.

“è bellissima tesoro!” disse Emma, abbassandosi all’altezza della piccola.
“L’ho fatta per te. Il tuo cognome vuol dire cigno e quindi ho pensato che era adatto come animale da fare!” disse Alice felice.

“Grazie amore, la terrò con cura!” disse Emma, prendendola tra le mani.

“Io invece ho fatto un coniglio!” disse Chloe facendoglielo “Un coniglio bianco!”.

“per forza, c’erano solo fogli bianchi!” disse Roni.

“Non è vero, volevo farlo bianco a priori, perché stiamo andando nel paese delle meraviglie e ci si arriva seguendo il coniglio bianco!” disse Chloe.

Emma sorrise e poi chiese a Roni “tu invece cosa hai fatto?”

“Io ho fatto una ranocchia! Salta se premi sul sederino! Tieni, ho fatto la ranocchia, perché devi ritrovare il tuo principe e potrai farlo solo baciandolo!” disse Roni felice,  quando Emma prese il suo regalo.

Le bambine soddisfatte corsero nuovamente via, sotto coperta, lasciando Emma e Regina sul ponte.

La prima ancora inginocchiata a terra per stare all’altezza delle bimbe, si lasciò cadere e si appoggiò al parapetto della nave, tirando un sospiro.

“Anche solo l’idea che qualcuno usi la magia ti fa irrigidire, vedo! La situazione è peggio di quello che credevo!” disse Regina preoccupata.

Emma sbuffò.

“Eppure ora non ti sei irrigidita!” disse il sindaco.

“Cosa?” chiese Emma guardando dal basso verso l’alto l’amica.

bhe, ho appena fatto una magia e non hai sentito niente!” disse Regina, per poi far comparire la mano che aveva dietro la schiena, sulla quale fluttuava una palla di fuoco.

Emma quando la vide si alzò di scatto e cominciò ad ansimare, quasi come se un attacco di panico fosse pronto a manifestarsi.

Regina spense subito la palla di fuoco e tocco la spalla ad Emma.

“Tranquilla lo spenta. Cerca di calmarti e respira!” le disse Regina, la quale quando la vide calmarsi, disse “Mi dispiace, pensavo che mostrandoti che quando qualcuno usava la magia non sentissi nessuna scossa avrebbe potuto aiutarti!” disse la donna.

Bhe come vedi non è così!” disse Emma seccata, per poi andarsene anche lei sotto coperta.

Regina sospirò e sussultò quando Killian le comparve alle spalle.

“Te l’avevo detto che non avrebbe funzionato. Quando si sentirà pronta, affronterà questa paura!” disse Killian.

“Sperando che non riprenda la sua abitudine a scappare quando qualcosa la spaventa!” disse Regina.

“Non è più quella persona ormai. Ci vuole solo un po’ di tempo. Lo so!” disse Killian fiducioso.

“Spero solo che questo tempo non sia troppo lungo o per noi è finita!” disse infine Regina, andandosene pure lei e lasciando Killian da solo a guardare l’ultimo pezzettino di sole, sparire nelle acque scure del mare.

 

  
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