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Autore: Ms Mary Santiago    04/12/2018    5 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – Conclusa]
Vagare per Notturn Alley al crepuscolo non è affatto una buona idea, e questo Ellie lo sa bene, ma in occasione del compleanno della sua migliore amica il programma della serata prevede un gioco di gruppo e spetta a lei organizzarlo. Perciò pur di non farsi trovare impreparata è pronta a tutto.
Ma quello che non sa è che non tutti i giochi sono uguali e che questo gioco in particolare è la scelta peggiore che potesse fare.
A questo gioco o si vince o si muore.
*
Regola n°1 – Scrivi il tuo nome su un foglio di pergamena e bagnalo con una goccia del tuo sangue;
Regola n°2 – Spegni tutte le luci;
Regola n°3 – preparati ad affrontare le tue peggiori paure.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 14

 

 

 

 

 

- Credo che ormai tocchi a me –, constatò Samael, - perciò lascio che siate voi a occuparvi delle altre due. –

Kali annuì mentre puntava lo sguardo sulla sagoma sottile della ragazza. Chiuse gli occhi, concentrandosi perché il suo corpo si adattasse al cambiamento che aveva intenzione di mettere in atto.

Quando li riaprì era consapevole di come apparisse, totalmente identica a quella ragazza, la secchiona del gruppo … quella che con la sua fredda lucidità sarebbe probabilmente stata la più ardua da far vacillare.

- Sam … -

Il ragazzo si voltò verso l’amico, annuendo davanti al suo sguardo serio.

- Lo so, devo solo spingerla da te, non le torceremo un capello. Vero, bello? –

Grattò dietro le orecchie di Ghost che per tutta risposta uggiolò contento.

- Bene. Non credo che ci vorrà molto per mettere fuori gioco l’altra, perciò ci vediamo tra … una decina di minuti più o meno? –

Samael annuì prima di cominciare a trasfigurarsi a sua volta.

Quando ebbe finito Kali trattenne una risata a fatica.

- Gwyn non sarebbe contento se ti vedesse conciato così. –

- Gwyn ha il suo gioco a cui pensare, figurati se ha tempo da perdere con me – la rimbeccò.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Scarlett socchiuse gli occhi cercando di mettere a fuoco qualcosa in mezzo a quell’oscurità. Da quando era comparsa quella ragazza dai capelli rossi, una degli altri giocatori rimasti intrappolati a quanto aveva capito, si erano ritrovati tutti separati e arrancare nel buio da sola le stava mettendo addosso una certa ansia. Avanzò ancora, tenendo le mani ben dritte davanti a sé finchè non sentì i palmi scontrarsi con qualcosa di rigido e impenetrabile. Fece per tornare indietro, ma anche alle sue spalle si era improvvisamente materializzato qualcosa che l’ostacolava. Allora tentò sia alla sua destra che alla sua sinistra, nuovamente inutilmente. Prese un respiro profondo, cercando di trovare una soluzione. Dentro di sé tuttavia cresceva la consapevolezza di essere in trappola.

Fu allora che lo sentì.

Una voce in lontananza, un uomo che mormorava una specie di litania.

- Diamo l’estremo saluto alla nostra amata figlia, Scarlett Poison, strappataci alla vita in modo brusco nel fiore della giovinezza. Calate la bara. –

No, non potevano davvero seppellirla viva.

Lei non era morta.

Aprì la bocca per urlare, ma dalle sue labbra non uscì nulla nemmeno il più flebile dei sibili. Provò allora a battere contro le pareti, ma anche allora il rumore non si propagò. Era come se tutto fosse improvvisamente privo di sonoro. Tentò di urlare nuovamente, ma questa volta alla mancanza di voce si associò un nuovo rumore.

Vicino a lei, come se le fosse accanto, risuonò la voce dell’Uomo Ombra.

- Inutile provare ad urlare, i cadaveri non parlano. –

Avrebbe voluto ribattere che lei non era morta, era viva e vegeta, che era tutta colpa sua e di quello stupido gioco ma quando apriva la bocca l’aria sembrava ridursi sempre di più.

Doveva uscire di lì prima che fosse troppo tardi, doveva trovare un modo.

 

 

 

 

 

Lainey retrocesse davanti allo specchio che le rimandava il suo riflesso. All’apparenza non c’era nulla di strano, ma la scintilla che illuminava lo sguardo della ragazza nello specchio era maligna e non aveva assolutamente nulla a che fare con la sua solita espressione. Quella non era lei … era Tamora.

Sua sorella gemella aveva scelto il lato oscuro, era stato evidente fin da quando aveva cominciato a frequentare quel Serpeverde così dedito alle Arti Oscure e con la fissazione per Voldemort e tutto quello che era avvenuto anni prima, e lei era stata troppo ingenua per capire subito a cosa sarebbe andata incontro. Eppure se Tamora era diventata così cosa poteva impedirle di seguire la medesima sorte? Dopotutto loro erano gemelle, avevano un legame indissolubile, non potevano certo essere ai poli opposti.

– Hai visto cosa sei diventata? Sei come me, sorellina, lo sei sempre stata. –

- No, non sono come te, sono diversa. –

Un sorriso maligno le increspò le labbra.

- Gli specchi non mentono. –

Ricordava che Tamora era solita dirlo spesso, quando affermava che loro erano l’una lo specchio dell’altra, ma sua nonna la smentiva repentinamente.

“Gli specchi sono infidi, ci mostrano le cose al contrario di come realmente appaiono. Se alzi la mano destra il tuo riflesso lo farà con la sinistra, se ti sposti in una direzione lo specchio ti farà credere di essere andata in quella opposta. Non fidarti mai di ciò che ti mostra uno specchio, Lainey.”

Si scagliò contro lo specchio, mandandolo in frantumi.

- Io non sono te, Tamora! –

 

 

 

 

 

Ellie calpestava le foglie umide del bosco con vigore mentre correva più velocemente che poteva. Sentiva i polpacci in fiamme, la milza le doleva e il respiro le si mozzava nei polmoni, i rami degli alberi più bassi le ferivano le braccia mentre s’inoltrava nel fitto della vegetazione. Il latrato del lupo alle sue spalle la raggiunse facendola sussultare. Più correva e più sembrava che il Cacciatore le si avvicinasse. Spinse ancora di più l’andatura, ignorando il dolore e la stanchezza. Fin da piccola le storie che le venivano raccontate avevano una morale e quella che più di ogni altra l’aveva turbata era stata quella della Caccia Selvaggia.

 “Le bugie non si dicono, Ellie. Mentire non sta bene e una volta che si promette qualcosa si deve fare tutto quello che è in proprio potere per non rompere il giuramento. La Caccia Selvaggia insegue i bugiardi e gli spergiuri, Ellie, e tu non vuoi essere una delle loro prossime prede vero?”

No, non voleva.

Sarebbe stata una brava bambina, una onesta, una persona su cui si potesse fare affidamento sempre e comunque.

Lei non mentiva, non ne era capace … ma in quell’universo tutti mentivano. Quella considerazione la raggiunse pungente, spingendola ad arrestarsi.

Era tutta una bugia, nulla di quello che vedevano era reale, come aveva fatto a dimenticarlo?

- Tu non esisti, non sei il Signore della Caccia Selvaggia. –

Un rumore di applausi, secco e ritmico, risuonò prima che l’illusione svanisse.

 

 

- Ben fatto, mia cara, veramente molto brava. Sam, puoi lasciarci, di qui in avanti me ne occupo io. –

Il misterioso Cacciatore ruppe l’incanto, assumendo le sembianze di un ragazzo dai serici capelli scuri che accarezzava distrattamente il lupo dal pelo candido accanto a lui.

- È stato divertente -, replicò con un sorriso, - piacere di aver giocato con te, Ellie. –

 Lo osservò con gli occhi sgranati.

Divertente?

Lui trovava davvero che tutto quell’incubo fosse un gioco?

Fece per ribattere, ma Samael scomparve insieme al lupo e a lei non rimase che fronteggiare Asher.

Il ragazzo indossava degli abiti diversi da quelli che aveva in precedenza, constatò indugiando sulla semplice t shirt blu e sui jeans.

- Ti sei cambiato. –

- Già, gli altri vestiti erano coperti di terra … seccante a dire il vero, ma non ho scelto certo io la paura della tua amica Scarlett. –

- Lei dov’è? –

Asher osservò il terreno sotto di loro con fare pensieroso prima di ribattere: - Tre o forse quattro metri sotto di noi, non ricordo con precisione, ma direi che le rimane un’altra mezz’ora di ossigeno prima di lasciarci. –

Si scagliò contro di lui, decisa a colpirlo, ma si ritrovò a colpire il vuoto.

Il tono di disapprovazione del ragazzo la raggiunse alle spalle.

- Suvvia, credi davvero che sia così semplice battermi? Nulla qui si basa sul mero corpo a corpo, credevo l’avessi capito ormai. –

Certo, era tutto un gioco mentale, un modo macabro e malato di metterli alla prova.

- I miei amici sono vivi? –

- Per il momento sì, ma come ti ho già detto dipende tutto da te. Pensi di riuscire a battermi, Ellie? –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Mi spiace lasciarvi in sospeso così, ma nel prossimo capitolo (che sarà anche l’ultimo) conoscerete la sorte dei nostri ragazzi. Ellie riuscirà a battere Asher e, se sì, in che modo? Non vi resta che attendere il prossimo aggiornamento e nel frattempo vi lascio il link di una mia nuova storia; mi farebbe piacere se voleste andare a dare un’occhiata anche lì: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3808170&i=1

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

   
 
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