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Autore: PrimbloodyBlack    06/12/2018    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Skye faceva parte di una della famiglie più importanti del regno. Suo padre, braccio destro del re, l'aveva educata ad una vita di sfarzo e lusso. Tutto ciò che voleva era suo, le bastava solo chiedere. Ma l'unica cosa che lei voleva era l'unica che non gli era concessa. Essere libera.
Dopo la morte della madre Margaret, il padre sprofondato nella depressione, aveva riposto tutto il suo amore morboso verso la figlia. La teneva chiusa nell' enorme dimora impedendole di uscire e quindi di cercare marito. Aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed ogni donna della sua società aspirava ad uno sfarzoso matrimonio. Ma a lei fu negato anche di amare. Tentò più volte di fuggire ma sempre in vano.
Solo una volta si era avvicinata alla libertà ma un incontro alquanto magico aveva cambiato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Give these ghosts a new home
And let's bury our past 
And our fears 
And all these bones
And let's go

EDEN (Circles)

"Thalia ce l'ho fatta, sono riuscita a prenderla" disse con il fiatone. 
"C'era tua madre. Lei è il Gran Maestro stavano discutendo. Ha detto all'Alpha che è riuscita a rintracciare Skye e a capire dove abita. Ha anche detto che faranno una festa per festeggiare il suo ritorno nel palazzo reale."

"Quando ci sarà la festa?"

"Domani sera. Tutti i nobili sono invitati."

"Grazie Iris. Mi dispiace averti messa in mezzo a questa faccenda"

"Thalia. Siamo amiche e ti voglio bene, sono felice che tu ti fidi me." la guardò dritta negli occhi, con decisione e fermezza.

"Quindi puoi anche chiedermi di andare al cospetto della regina e ruttargli in faccia ed io sarai pronta a farlo" disse ridendo e Thalia le diede un pugno sulla spalla.

"Attenta che poi te lo chiedo davvero!"

Poi il suo sguardo divenne cupo e con voce spezza disse, "Iris che cosa dovrei fare? Una volta che sarò in grado in raggiungerla cosa faremo? Non possiamo tornare qui! Darebbero la caccia a lei perché pericolosa e a me in quanto ho oltrepassato il confine. Non possiamo restare nel suo mondo perché anche lì ci darebbero la caccia. Dovremmo andare in un altro regno, il tempo di farlo e già ci hanno catturate. "

Gli occhi erano lucidi e trattenne a stento le lacrime.

"Thalia, una volta insieme saprete cosa fare. Non bisogna mai scrivere il finale senza sapere cosa può accadere durante il percorso. Thalia può accadere qualsiasi cosa, cose che nemmeno potresti immaginare. Ma sono sicura che voi due, insieme, riuscirete a superare tutto"

Le accarezzò premurosamente il viso poi si alzò dalla sedia e andò verso la porta, "È tardi, devi riposare. Ti vengo a trovare domani insieme a Basil e Ciril. Buona notte."

"A domani. Buonanotte Iris"

____________la notte del ballo__________

"Thalia c'è una cosa che devi sapere, quando il tuo spirito si separa dal corpo, questo attira Sýllipsi Psychís."

"I che cosa?" la interruppe lei.

"Dammi tempo! Allora... Questi Sýllipsi Psychís sono facilmente riconoscibili in quanto sono dei piccoli uccelli con il pelo blu. Non appena si avvicinano devi immediatamente tornare nel tuo corpo o ti prenderanno e porteranno nell'oltre tomba. Tutto chiaro?"

"Si sei stata, limpida... Chiarissima. Cavolo non pensavo che esistessero degli esseri del genere. "

"Questo perché non sei mai stata attenta alle lezioni di Mol Flower!"

"Chiedo scusa se ero impegnata ad allenarmi."

La ragazza sospirò e poi le sorrise. 
"Ti auguro buona fortuna." 
L'abbracciò forte e poi le diede la posizione. "Un'ultima cosa, quando ti teletrasporterai non avrai vestiti addosso. Ma tranquilla ti basterà usare l'immaginazione e compariranno da soli. Ma stai attenta ogni cosa che crei, una volta che si è separata fisicamente da te svanisce."

"Quindi se faccio comparire tipo un pugnale e lo lascio cadere a terra svanisce?"

"Esatto."

"Bene..." Disse riluttante. "È tempo che le danze inizino."

Non appena il liquido le toccò le labbra corrugò la fronte per la grande asprezza.

"Cavolo, peggio degli intrugli e facevamo da picc..." Non fece in tempo a finire la frase che il suo corpo ricadde sul letto e una figura pian piano iniziava a materializzarsi accanto ad esso.

"... Piccole. Oh cavolo che figata!" 
Era ancora ancora leggermente invisibile ma con velocità quella strana figura cominciò ad assumere un forma.

"Bene sta funzionando ah-" 
La bionda si girò di spalle completamente imbarazzata. Ormai la lupa aveva assunto la normale forma di ogni persona, anzi sembrava un vero e proprio clone. Iniziò a guardarsi il corpo, con le mani si tastò braccia e gambe che avevano effettivamente massa muscolare.

"Posso girarmi?"

"No!" Si affrettò a dire. "Dammi un secondo devo concentrarmi."

Chiuse gli occhi e iniziò con tutte le forze di ricreare nella sua mente un abito adatto ad una festa sfarzosa piena di nobili. Inizialmente pensò ad un vestito, ma lo ritenne banale. Non volevo ammetterlo a se stessa ma l'unica cosa a cui stava pensando in quel momento è come avrebbe reagito Skye nel vederla lì. Cercò, quindi, di ricreare un abito un po' fuori dal comune, non proprio adatto ai costumi di quell'epoca. Ma lei non interessava, in realtà voleva semplicemente apparire bella difronte alla persona a lei più cara. 
Alla fine quando aprì gli occhi il suo abito venne a crearsi da solo sul suo corpo. Era un completo elegante prettamente maschile, che però non le faceva perdere la sua femminilità.

"Puoi girarti."

"Cavolo, hai davvero buon gusto amica mia! E ti sei anche sistemata i capelli!" Disse avvicinandosi velocemente e togliendo il cappello per tastare lo chignon.

"In realtà ho aperto gli occhi e c'è lo avevo addosso, senza pensarci. Stessa cosa per i capelli."

Si avvicinò allo specchio che si trovava sulla sua sinistra, vicino al l'armadio di legno pregiato.

"Wow" Disse guardandosi attentamente.

"È stato il tuo subconscio. Probabilmente se ti dovessi trovare in una situazione di pericolo non devi neanche pensare a quale arma far apparire che ti comparirebbe automaticamente tra le mani."

"A quanto pare il mio subconscio ha stile!" Disse continuando a fissarsi.

"Adesso vai o farai tardi" 
Le diede un pugno amichevole sulla spalla e l'altra la ringraziò profondamente.

"Da oggi in poi potrai chiedermi qualsiasi favore tu voglia!"

"Buono a sapersi, ho già in mente qualche scherzetto da fare." Disse con una finta risata malefica.

"Bene." Disse tornando seria. "È ora che vada."

Con immensa concentrazione cercò di ricreare nella sua mente il bosco e la casa di Skye. Quando aprì gli occhi si ritrovò davanti al cancello della casa della ragazza.

Non c'è alcuna carrozza, devono essere già partiti.

Poi realizzò che non sapeva dove si trovava il palazzo reale e neanche aveva un mezzo in trasporto. 
Poi si ricordò che Skye era venuta con un cavallo e che probabilmente suo padre possedeva una stalla. 
Nel mentre stava lì a pensare su come risolvere la situazione uno dei servi la notò. Aveva delle grandi forbici, il viso e le mani sporche di terra, e qualche fogliolina sui capelli grigi. Si stava recando sul retro quando la vide.

"Buona sera, i padroni di casa non sono presenti al momento."

Thalia colta alla sprovvista si schiarì la gola e si avvicinò di più al cancello per parlare meglio all'uomo.

"Buona sera. Ero venuta qui per salutare la signorina. Ho saputo che era fuggita ma adesso è ritornata. Volevo porgere i miei omaggi."

"È la prima volta che la vedo, non deve vivere qui vicino."

"Si ho fatto un lungo viaggio, volevo partecipare alla feste in onore del ritorno della signorina Skye ma durante il tragitto sono stata attaccata da dei briganti che mi hanno rubata il mio prezioso cavallo."

"Mi disp-"

"Curtis! Perché non hai fatto entrare la signora?!" Urlò una donna con voce stridula.

Thalia si girò improvvisamente. Sul ciglio del portone c'era una donna di mezza età, con capelli castani e ricci che le arrivavano sulle spalle. Aveva un fisico robusto e un espressione fulminante. 

"Lo scusi, la faccio entrare immediatamente." La donna corse dentro la casa per poi uscire con delle chiavi in mano. Aprì velocemente il cancello per non far aspettare Thalia che con risolutezza la ringraziò.

"Io sono Brenda la nuova governate."

"È un piacere Brenda. Io sono Thalia... Watson."

"Venga pure dentro, devo scusarmi ma il signor Carter non è in casa."

La portò nel grande salotto e la fece accomodare sul morbido divano di pelle.

"In realtà ero venuta per salutare la signorina Skye e attendere insieme a lei alla festa. Ma sono arrivata in ritardo."

"Mi dispiace signora Watson..."

"Velevo chiederle un favore Brenda." Disse prendendole la mano. La signora lusingata fece un sorriso imbarazzato, "Dica pure."

"Ha per caso una carrozza o un cavallo con cui posso andare alla festa?"

"Si che sbadata, dovevo proporlo subito. Ci sono due stallieri, possono accompagnala loro. Fortunatamente abbiamo un'altra carrozza degna di portare una donna rispettabile come lei."

"Oh così mi imbarazza. La ringrazio molto per la vostra disponibilità."

"Vado a chiamarli subito, aspetti qui."

La donna uscì dalla sala quasi correndo e fece scappare una risata alla lupa che da tempo si stava trattenendo.

Credo che da oggi mi dedicherò al teatro.

Si guardò attorno, notò che la sala era piena di quadri raffiguranti Skye e il padre. Una persona qualunque penserebbe che fosse una cosa normale, ma Thalia sapeva che non c'era nulla di normale in tutto quello che vedeva. C'era specialmente un quadro, posto sopra il camino, che li raffigura quasi come marito e moglie. La lupa fece una smorfia, e nonostante tutto quello che era successo era felice che Skye era scappata da quel posto. Poco dopo la governate tornò con i due stallieri, due gemelli. Erano vestiti in modo pressoché elegante ma nulla comparava con il vestito della ragazza.

"Signora Watson. Questi sono Omar e Colin, saranno loro ad accompagnarla."

Sembrerò anche più grande vestita così ma essere chiamata "signora" proprio non mi va giù.

"Benissimo, grazie mille per la sua generosità, non verrà tralasciato quando starsera parlerò con il signor Carter."

La donna di risposta le sorrise e l'accompagnò alla porta seguita dai due ragazzi.

"È stato un piacere, torni a trovarci più spesso."

"Lo farò sicuramente."

La donna rimase sulla porta finché la figura di Thalia non sparì sul retro della casa. I due fratelli andarono verso la stalla e presero due cavalli. Con velocità li legarono alla carrozza e invitarono Thalia a salire.

"Le serve una mano?"

"No grazie." Disse decisa.

Apprezzo la premura ma essere donna non significa essere un incapace. Cavolo questo mondo quanto è fatto male!

Intanto era calata la notte e non appena entrò in città la trovò illuminata di lanterne. Con tristezza guardò il degrado della parte bassa della città. Uomini e bambini in strada in cerca di cibo, donne disperate che chiedevano soldi per vendere il proprio corpo.

Questo mondo è davvero sbagliato.

Poco dopo la città sembrò cambiare drasticamente. Sontuose case sostituirono quei borghi malfamati. Uomini e donne con abiti eleganti si aggiravano per le strade e nobili carrozze dominavano la strada.

"Ci scusi se siamo passati nella parte più povera della città, ma era la via più veloce per arrivare."

"Si certo non importa."

"Siamo quasi arrivati."

L'ansia iniziò a prevalere su di lei. Era felice di poter rincontrare Skye ma adesso provava solo una profonda agitazione.

Stai tranquilla andrà tutto bene. Disse tra sé.

"Eccoci arrivati."

Distratta dai propri pensieri non aveva notato che si trovava nella grande piazza centrale su cui si affacciava il palazzo reale.

"La dobbiamo aspettare qui o..."

"Non ce n'è bisogno, tornerò con il signor Carter." Disse mentendo.

"Arrivederci signorina, si godi la serata."

"Grazie mille."

Scese della carrozza con grande grazia. Le dame e signori si girarono a guardarla. Era estremamente insolito che una donna indossasse abiti del genere per questo destò l'attenzione anche per chi era lì solo per noia.

"Bene... Adesso andiamo a cercare la festeggiata!"

Scusate il ritardo ma la scuola mi ha davvero tenuta occupata.

 
   
 
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