Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: lmpaoli94    11/12/2018    1 recensioni
Elsa e Anna erano due bambine che vivevano nel Regno di Arendelle.
Essendo figlie di due sovrani molto importanti, le due avevano molte restrizioni.
Infatti non potevano uscire dal castello senza che uno dei servitori fosse presente.
Una notte, mentre stava nevicando, Anna trascinò sua sorella verso il lago dinanzi al castello per fare un pupazzo di neve.
Ma da lì a poco non si sarebbero mai immaginate che la loro vita sarebbe cambiata per sempre.
Una strega oscura era piombata nelle loro vite trasformando la povera Elsa in una maga che avrebbe distrutto il suo stesso Regno.
Chi avrebbe potuta aiutarla?
Sarebbe riuscita Anna, insieme a tutti gli abitanti del suo Regno, a scongiurare una catastrofe ormai segnata?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sulla catena montuosa posta all’estremo nord di Arendelle, Malefica e il suo corvo se ne stavano rinchiusi nel loro castello senza mai perdere ogni attimo delle due figlie rimaste orfane.
< E’ una vera sciagura per quelle povere ragazze, non credi anche tu mio prediletto? >
Con ghigno malefico, il corvo girò sopra la testa della sua padrona come segno di approvazione.
< Sapevo che eri del mio stesso parere… Quelle sciocche ragazzine di Arendelle credevano di riuscire a scappare dalla mia magia oscura… Ma quando Elsa compirà diciotto anni, i suoi poteri diverranno incontrollabili e sarà isolata per sempre. Ormai è solo questione di tempo… Mio prediletto, potresti rimanergli accanto negli anni che mancheranno a questo traguardo… Che cosa ne dici? >
Acconsentendo alla richiesta della sua padrona, il corvo nero fu trasformato in un essere umano in carne ed ossa.
< Adesso vai. E conquista l’amore della principessa. >
 
 
Dopo alcuni giorni dalla notizia della morte dei sovrani, Elsa non ne volle sapere di uscire dalla sua stanza, evitando di presentarsi anche ai funerali dei suoi genitori e scatenando la rabbia di sua sorella.
< Elsa, quando ti deciderai ad uscire da là dentro? Non puoi rimanere rinchiusa a vita! >
< Anna, purtroppo non sto molto bene… >
< Questo non è vero! Mi stai mentendo! >
Spazientita dalle parole di sua sorella, Anna sfondò la porta della sua camera lasciando posto al suo stupore.
< Anna, che cos’hai fatto? >
Vedendo che la stanza di sua sorella era completamente ricoperta di ghiaccio, Anna si spaventò molto.
< Ti avevo ordinato di non entrare qua dentro ma tu non mi hai dato retta! Vattene subito da qui! >
Inorridita da come sua sorella aveva scoperto i suoi poteri oscuri, Elsa glieli scagliò contro, ferendola lievemente.
< Elsa, come hai potuto? >
< Anna, io… >
Mentre la ragazza bionda cercò di aiutarla, Anna si ritirò indietro.
< Lasciami andare. Non mi toccare. >
< Anna, io non volevo… >
< Volevi uccidermi congelandomi all’istante… Di la verità! >
< Mi dispiace… non riesco a controllare i miei poteri… >
< No, tu volevi uccidermi di tua spontanea volontà. Non mentirmi! >
< Come puoi credere che io ti ucciderei senza pietà?! >
< Perché da molto tempo a questa parte non riesco a riconoscerti più! >
< Anna, esci immediatamente da qui. È il mio ultimo avvertimento. >
< Sì, me ne vado… E non saprai di me mai più. >
Correndo lontano da sua sorella con le lacrime agli occhi, la giovane Anna corse fuori dal castello con il timore di poterci rientrare.
< Anna, che cosa succede? > domandò Kristoff che era impegnato a vendere il ghiaccio.
< Mia sorella… ha tentato di uccidermi > rispose la ragazza singhiozzando.
< Che cosa?! >
< Malefica l’ha trasformata per sempre in un mostro assetato di sangue. Ti avrei voluto far vedere come mi guardava… E’ stato davvero terribile. >
Cercando di calmarla come poteva, Kristoff la prese con sé per trasportarla nella sua umile casa, facendogli spiegare tutto quello che aveva visto.
< Adesso però cerca di calmarti… Piangere non farà altro che farti stare male. >
< Ma non ci riesco! È più forte di me. >
< Sono convinto che tua sorella non ti voleva fare del male. >
< Invece ti sbagli… E come se non bastasse, non è nemmeno venuta al funerale dei nostri genitori. E per cosa? per nascondere il suo maleficio. >
< Anna, tu non riesci a capirla… >
< Sono io che non vengo capita! Sono passate settimane dalla morte dei nostri genitori ma per lei è come se non fosse successo niente! Tutto questo mi fa imbestialire. >
< Nel cuore di Elsa scorre la tua stessa disperazione… Solo che lei non lo da a vedere… >
< Ne sei davvero convinto? >
< Certo… Parla al più presto con tua sorella. Vedrà che saprà risponderti e vi perdonerete a vicenda. >
< Non lo so… Non me la sento di tornare al castello. Ho paura di lei. >
< Sono convinto che non ti farà del male… Vuoi forse che ti accompagni? >
< Mi farebbe molto piacere > rispose Anna ritrovando il sorriso.
< Allora andiamo. Non c’è tempo da perdere. >
 
 
Mentre Elsa era impegnata a rimediare alla distruzione di una parte del castello, un uomo completamente vestito di nero si avvicinò a lei spaventandola.
< Scusatemi, principessa. Non volevo spaventarvi. >
< Chi siete voi? >
< Il mio nome Hans e sono qui per aiutarvi. >
< Andatevene, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno. Riesco a ricostruire la mia stanza con le sole mie forze. >
Ma l’uomo non ne voleva sapere, aiutando lo stesso la ragazza.
< Vi ho detto di fermarvi! >
< Sapete? Non sono uno che ascolta gli ordini. Preferisco agire e basta. >
< LO sa come la chiamo io? Insolenza. >
< Magari sarà pure come dite voi, ma nei vostri occhi vedo quella solitudine che sta corrodendo il vostro cuore. >
Sentendo quelle parole, Elsa si bloccò di colpo.
< La mia vita è rovinata per sempre… E tutto per colpa di una strega che ha distrutto la mia infanzia. >
< Mi dispiace tantissimo, ma non potete avvelenarvi il sangue in questo modo… Avete bisogno d’aiuto. E io sono l’unico che può darvelo. >
< Ah sì? E come? >
< Inizialmente aiutandovi a ricostruire la vostra stanza… Poi si vedrà. >
< Voi non mollate mai, vero? >
< Chiamatemi Hans. >
< Hans, il mio nome è Elsa. >

< Già… i miei genitori… >
< Scusate. Non volevo farvici ripensare. >
< Invece avete fatto bene. Non sono neanche andata al loro funerale… Mi sento davvero uno schifo. >
< Adesso non ci pensate. Il funerale è un giorno molto triste… Vedrete che con il tempo passerà tutto. >
< Vi conosco da poco e siete troppo ottimista per i miei gusti. >
< Io sono fatto così, Elsa… Ritornando alla vostra stanza, direi che ci vorrà molto tempo per risistemarla e ormai è quasi buio. >
< Sapete che vi dico? Che ne dite di rimanere a cena questa sera nel mio castello? Mi farebbe molto piacere la vostra compagnia. >
< Accetto volentieri! E poi sto cominciando ad avere un certo languorino. >
< Allora andiamo in cucina. Li potete scegliere tutto quello che volete. >
< Perché non lo decidiamo insieme? > domandò il giovane uomo toccando la mano della ragazza senza venire congelato.
< Ed io che credevo… è incredibile… Non vi siete congelato. >
< Sì, è molto strano… Forse perché su di voi faccio uno strano effetto… >
< Che intendete dire? >
< Niente in particolare… Andiamo? >
< Sì > disse infine Elsa ripensando alle parole di Hans.
   
 
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