< E’ una vera sciagura per quelle povere ragazze, non credi anche tu mio prediletto? >
Con ghigno malefico, il corvo girò sopra la testa della sua padrona come segno di approvazione.
< Sapevo che eri del mio stesso parere… Quelle sciocche ragazzine di Arendelle credevano di riuscire a scappare dalla mia magia oscura… Ma quando Elsa compirà diciotto anni, i suoi poteri diverranno incontrollabili e sarà isolata per sempre. Ormai è solo questione di tempo… Mio prediletto, potresti rimanergli accanto negli anni che mancheranno a questo traguardo… Che cosa ne dici? >
Acconsentendo alla richiesta della sua padrona, il corvo nero fu trasformato in un essere umano in carne ed ossa.
< Adesso vai. E conquista l’amore della principessa. >
Dopo alcuni giorni dalla notizia della morte dei sovrani, Elsa non ne volle sapere di uscire dalla sua stanza, evitando di presentarsi anche ai funerali dei suoi genitori e scatenando la rabbia di sua sorella.
< Elsa, quando ti deciderai ad uscire da là dentro? Non puoi rimanere rinchiusa a vita! >
< Anna, purtroppo non sto molto bene… >
< Questo non è vero! Mi stai mentendo! >
Spazientita dalle parole di sua sorella, Anna sfondò la porta della sua camera lasciando posto al suo stupore.
< Anna, che cos’hai fatto? >
Vedendo che la stanza di sua sorella era completamente ricoperta di ghiaccio, Anna si spaventò molto.
< Ti avevo ordinato di non entrare qua dentro ma tu non mi hai dato retta! Vattene subito da qui! >
Inorridita da come sua sorella aveva scoperto i suoi poteri oscuri, Elsa glieli scagliò contro, ferendola lievemente.
< Elsa, come hai potuto? >
< Anna, io… >
Mentre la ragazza bionda cercò di aiutarla, Anna si ritirò indietro.
< Lasciami andare. Non mi toccare. >
< Anna, io non volevo… >
< Volevi uccidermi congelandomi all’istante… Di la verità! >
< Mi dispiace… non riesco a controllare i miei poteri… >
< No, tu volevi uccidermi di tua spontanea volontà. Non mentirmi! >
< Come puoi credere che io ti ucciderei senza pietà?! >
< Perché da molto tempo a questa parte non riesco a riconoscerti più! >
< Anna, esci immediatamente da qui. È il mio ultimo avvertimento. >
< Sì, me ne vado… E non saprai di me mai più. >
Correndo lontano da sua sorella con le lacrime agli occhi, la giovane Anna corse fuori dal castello con il timore di poterci rientrare.
< Anna, che cosa succede? > domandò Kristoff che era impegnato a vendere il ghiaccio.
< Mia sorella… ha tentato di uccidermi > rispose la ragazza singhiozzando.
< Che cosa?! >
< Malefica l’ha trasformata per sempre in un mostro assetato di sangue. Ti avrei voluto far vedere come mi guardava… E’ stato davvero terribile. >
Cercando di calmarla come poteva, Kristoff la prese con sé per trasportarla nella sua umile casa, facendogli spiegare tutto quello che aveva visto.
< Adesso però cerca di calmarti… Piangere non farà altro che farti stare male. >
< Ma non ci riesco! È più forte di me. >
< Sono convinto che tua sorella non ti voleva fare del male. >
< Invece ti sbagli… E come se non bastasse, non è nemmeno venuta al funerale dei nostri genitori. E per cosa? per nascondere il suo maleficio. >
< Anna, tu non riesci a capirla… >
< Sono io che non vengo capita! Sono passate settimane dalla morte dei nostri genitori ma per lei è come se non fosse successo niente! Tutto questo mi fa imbestialire. >
< Nel cuore di Elsa scorre la tua stessa disperazione… Solo che lei non lo da a vedere… >
< Ne sei davvero convinto? >
< Certo… Parla al più presto con tua sorella. Vedrà che saprà risponderti e vi perdonerete a vicenda. >
< Non lo so… Non me la sento di tornare al castello. Ho paura di lei. >
< Sono convinto che non ti farà del male… Vuoi forse che ti accompagni? >
< Mi farebbe molto piacere > rispose Anna ritrovando il sorriso.
< Allora andiamo. Non c’è tempo da perdere. >
Mentre Elsa era impegnata a rimediare alla distruzione di una parte del castello, un uomo completamente vestito di nero si avvicinò a lei spaventandola.
< Scusatemi, principessa. Non volevo spaventarvi. >
< Chi siete voi? >
< Il mio nome Hans e sono qui per aiutarvi. >
< Andatevene, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno. Riesco a ricostruire la mia stanza con le sole mie forze. >
Ma l’uomo non ne voleva sapere, aiutando lo stesso la ragazza.
< Vi ho detto di fermarvi! >
< Sapete? Non sono uno che ascolta gli ordini. Preferisco agire e basta. >
< LO sa come la chiamo io? Insolenza. >
< Magari sarà pure come dite voi, ma nei vostri occhi vedo quella solitudine che sta corrodendo il vostro cuore. >
Sentendo quelle parole, Elsa si bloccò di colpo.
< La mia vita è rovinata per sempre… E tutto per colpa di una strega che ha distrutto la mia infanzia. >
< Mi dispiace tantissimo, ma non potete avvelenarvi il sangue in questo modo… Avete bisogno d’aiuto. E io sono l’unico che può darvelo. >
< Ah sì? E come? >
< Inizialmente aiutandovi a ricostruire la vostra stanza… Poi si vedrà. >
< Voi non mollate mai, vero? >
< Chiamatemi Hans. >
< Hans, il mio nome è Elsa. >
< Già… i miei genitori… >
< Scusate. Non volevo farvici ripensare. >
< Invece avete fatto bene. Non sono neanche andata al loro funerale… Mi sento davvero uno schifo. >
< Adesso non ci pensate. Il funerale è un giorno molto triste… Vedrete che con il tempo passerà tutto. >
< Vi conosco da poco e siete troppo ottimista per i miei gusti. >
< Io sono fatto così, Elsa… Ritornando alla vostra stanza, direi che ci vorrà molto tempo per risistemarla e ormai è quasi buio. >
< Sapete che vi dico? Che ne dite di rimanere a cena questa sera nel mio castello? Mi farebbe molto piacere la vostra compagnia. >
< Accetto volentieri! E poi sto cominciando ad avere un certo languorino. >
< Allora andiamo in cucina. Li potete scegliere tutto quello che volete. >
< Perché non lo decidiamo insieme? > domandò il giovane uomo toccando la mano della ragazza senza venire congelato.
< Ed io che credevo… è incredibile… Non vi siete congelato. >
< Sì, è molto strano… Forse perché su di voi faccio uno strano effetto… >
< Che intendete dire? >
< Niente in particolare… Andiamo? >
< Sì > disse infine Elsa ripensando alle parole di Hans.