Capitolo 35
Emma non si unì alla cena con gli altri.
Preferì starsene in disparte rannicchiata nel letto dei suoi genitori, in
quanto non avrebbe dormito con Killian, nel buio più totale.
Sentiva le urla felici delle bambine e il
chiacchiericcio degli altri, durante la cena, ma lei non provava questo
desiderio di unirsi a loro. Si vergognava di questa sua debolezza, che a causa
di questa sua nuova paura, non potevano continuare il loro viaggio per il
salvataggio del mondo.
Odiava quando si trovava in queste situazioni
di stallo e odiava ancora di più quando coinvolte c’erano altre persone.
Strinse i pugni più che poteva e prese una
decisione. Si mise a sedere sul letto a gambe incrociate e poggiando le mani
sulle gambe prese dei respiri profondi e si concentrò aprendo e chiudendo i
palmi delle mani ripetutamente.
Cercò la magia dentro di sé e appena ne sentì
un pizzico, si bloccò e le sue mani presero a tremare.
Ci provò e riprovò, ma il risultato fu pressochè lo stesso, solo che ora il tremore era più forte
e un attacco di panico la colse. Aveva preso infatti a iperventilare
e la testa cominciava ad annebbiarsi. Riuscì a riprendere un po’ padronanza di
sé stessa, quando si sentì scuotere per le spalle e cercò di concentrarsi per
capire chi fosse.
“Mam-ma!” disse
leggermente.
“Va tutto bene Emma, sono qui. Rilassati e
respira per me ok?” disse Snow, afferrandole la mano,
che la salvatrice strinse forte come per avere un appiglio alla realtà, mentre
cercava di respirare normalmente e cacciare via quel senso di stordimento che
respirare con velocità, le aveva portato.
“Cosa succede?” chiese David, raggiungendo le
due donne nella stanza, quando aveva sentito Snow
urlare il nome di Emma.
Non era stato piacevole per la donna, trovare
sua figlia in quello stato di agitazione.
“Ha avuto un attacco di panico, non so quale
sia stata la causa!” disse Snow, mentre accarezzava i
capelli della figlia.
“Ho…ho provato a… usare…la magia!” disse Emma
tra un respiro e l’altro.
Regina e Killian si
guardarono preoccupati, poi il secondo se ne andò.
“Killian!” sussurrò
Emma, quando lo vide andare via, poi le lacrime cominciarono a scendere copiose
e Snow non potè più
resistere nell’abbracciare sua figlia. Fece uscire tutti dalla stanza e si
concentrò su di lei.
“Calmati Emma, Sssssh,
va tutto bene!” disse Snow, accarezzando la schiena
della figlia.
“Killian deve
odiarmi!” disse Emma fra i singhiozzi.
“Non devi pensare a una cosa del genere. Killian ti adora e tu lo sai!” disse la donna con
convinzione.
“Come può amarmi se non faccio altro che
allontanarlo. Non riesco a stare vicino a lui senza sentirmi male. Se è vero
che l’amore è più forte di tutto, perché allora il nostro amore non mi consente
di superare questo problema. Cosa c’è di sbagliato in me?” disse Emma,
guardando la madre con gli occhi rossi.
“Non c’è niente di sbagliato in te Emma, anzi
sei una persona normalissima, che è rimasta traumatizzata da una brutta
esperienza. Avresti qualcosa che non va se non venissi scalfita da niente. Non
saresti umana e tu sei la persona più perfetta che mai potrebbe esistere al
mondo!” disse Snow, afferrandole il viso con
dolcezza.
“Lo dici solo perché sei mia madre. Io penso la
stessa cosa di Henry e Alice!” disse Emma accennando un sorriso.
“Solo perché ogni madre vede il proprio bambino
perfetto, non significa che non dico la verità. Stai solo attraversando un
momento difficile, ma sono sicura che lo passerai. Hai solo bisogno di tempo e
di riposo adesso!” disse Snow, facendola sdraiare e
coprendola poi con la coperta. Le diede un bacio sulla fronte e le augurò la
buona notte.
Killian sentiva la necessità di bere qualcosa, ma era
tardi per le bambine ed era ora di metterle a letto. Regina si era proposto di
farlo lei, ma il pirata non voleva rischiare di perdere contatti pure con la
figlia, sebbene fosse stato solo per quella
sera.
Alice in genere obbiettava quando bisognava
andare a dormire, dicendo che non era stanca o che ormai fosse grande, ma
quella sera non lo fece. Quando suo padre la chiamò, insieme a Chloe risposero alla
sua chiamata. Alice gli prese la mano e andarono nella loro cameretta, dove era
stato aggiunto un altro lettino per la nuova arrivata. Killian
rimboccò le coperte a tutte e due, ma quando si alzò per andarsene, Alice lo
trattenne “La mamma starà bene vero? E anche tu? Sei tanto triste papà!”
Killian accennò un piccolo sorriso e le diede un bacio
sulla testa “Hai ragione piccola, sono triste perché il papà non sa come
aiutare la mamma!”
“Mi avete sempre detto che il bacio del vero amore,
può risolvere qualsiasi cosa. Non puoi baciarla?” chiese la piccola.
“No, piccolo Swan,
non è così semplice questa volta. Il re cattivo ha fatto qualcosa alla mamma
che non mi permette di starle vicino!” cercò di spiegare il pirata.
“Io sono sicura che si risolverà tutto e anche
questa brutta avventura, diventerà un giorno qualcosa su cui riderci sopra!”
intervenne Chloe.
Killian alzò le sopracciglia, poi sorrise “Hai ragione
Chloe. Non dobbiamo perdere la speranza, tutto si
sistemerà. A suo tempo, ma tutto andrà bene!”
“Io sono convinta che accadrà anche presto!
Emma non è il tipo che si arrende e nemmeno tu!” disse nuovamente la bambina.
“Chloe ha ragione!”
disse questa volta Alice.
“E poi Emma non deve essere triste, altrimenti
anche la sorellina di Alice lo sarà!” disse Chloe
sorprendendo Killian.
“Non dirmi che anche tu pensi che Emma sia
incinta?” chiese il pirata.
“Me la detto lei! Io non ho ragione per mettere
in dubbio la cosa!” disse Chloe alzando le spalle.
“Se fosse di due, tre mesi, ti darei ragione,
ma tecnicamente dall’ultima volta che…bhe da quando
la sorellina hs cominciato ad abitare nella pancia
della mamma, qualcosa si dovrebbe già vedere…se non molto. Sono passati diversi
mesi da quando è spuntata questa ipotetica sorellina Chloe!”
disse, per poi rivolgersi ad Alice “Quando aspettava te piccolo Swan, la mamma aveva un bel pancione su cui io potevo
appoggiarmi e parlarti, quindi no, Emma ed io non aspettiamo un altro bambino!”
disse Killian alle bambine.
Alice mise il broncio e incrociò le braccia.
“Non fare così, non è ancora il momento, ma un
giorno potresti davvero avere una sorellina o fratellino e se non biologico,
anche adottato. Perché no?”
Alice si mise a sedere sul letto e domandò
“Adottiamo Chloe?”
Killian sorrise “Io e la mamma non ne abbiamo ancora
parlato, ma ammetto che mi è sfiorata l’idea!”
Alice e Chloe si
guardarono, poi tappandosi la bocca con la mano, cercarono di trattenere le
risate.
Killian si stupì “Lo trovate divertente?”
Alice scosse la testa e sia lei che Chloe uscirono dai loro letti per abbracciarlo.
“Ora basta con le smancerie e a nanna su!”
disse il pirata, rimboccando nuovamente le
bambine e sorridendo a Regina che stava mettendo a dormire Roni, prima di uscire.
Si recò verso la cucina dove David lo aspettava seduto al tavolo, con
un bicchierino di rum appena versato.
Killian si sedette, ma non afferrò la sua bevanda
preferita.
David ne bevve un sorso e si sorprese quando Killian non seguì il suo esempio.
“Pensavo avessi bisogno di bere un po’!” disse il principe.
“Credimi amico, dopo aver visto Emma in quelle
condizioni, era proprio quello di cui avevo bisogno!” rispose Killian.
“Ma?” domandò David curioso.
“Le bambine!” Killian
sorrise “Le bambine sono fantastiche, hanno una capacità di dimostrare una
totale fiducia in noi che per loro è inimmaginabile che qualcosa possa andare
storto. Per loro le cose si risolveranno anche questa volta e voglio seguire il loro esempio e…e avere
fiducia!”
“Mi piace questo tuo modo di parlare, Killian. Un brindisi?” chiese David alzando il suo
bicchiere e Killian, alzando il suo, rispose “Certo
amico!”
La sera calò e tutti andarono a riposare, tutti
tranne Killian, che prima di gettare l’ancora per
fermare la nave, in modo da non perdere la rotta, decise di proseguire ancora
per un po’.
Dopo circa un’oretta, sentì uno strano rumore. Cercò
di capire da dove provenisse e si allontanò dal timone. Ad un tratto però si
fermò quando senti una voce chiamarlo.
“Killian!”
Non fece in tempo a girarsi che ebbe l’ordine
di non farlo.
“Non girarti per favore!”
“D’accordo love. Come mai non dormi? È tardi e dovresti
riposare!” disse Killian, rispettando il desiderio di
Emma a non girarsi. Si domandò perché, poi sentì la donna che amava,
catapultarsi contro di lui e abbracciarlo da dietro. Quel gesto lo sorprese, ma
sentì subito la lotta di Emma nel cercare di non lasciarlo.
Le sue mani erano giunte sul suo petto e si
stringevano saldamente come per impedirsi di scappare e sentì chiaramente il
suo corpo tremare.
Il pirata stette fermo, non sapendo esattamente
cosa, se girarsi e abbracciarla lui stesso o aspettare che fosse Emma a dirgli
di farlo.
Il tremore
era ancora forte e lui decise almeno di afferrarle le mani. La sentì
irrigidirsi nuovamente, ma lui non la lasciò andare. Non questa volta e disse
“Puoi farcela love. Lo so. Io credo in te. Le bambine credono in te, i tuoi
genitori, Regina…dovresti crederci anche tu!”
Emma continuava a tremare, ma continuava a non
lasciarlo andare. Cercava in tutti i modi di vincere questo suo meccanismo di
difesa che il suo cervello aveva creato, ma
nessuno dei due avrebbe mai pensato che potesse essere così difficile.
Passarono i minuti e lentamente il corpo di
Emma si fece più stabile, fino a fermarsi completamente. Non lasciò però andare
Killian, troppa paura che i suoi muscoli avessero
smesso di tremare, perché troppo tempo in quella posizione, si fossero
atrofizzati.
Ma Killian non
sentendola più tremare, si girò e l’abbracciò, baciandole più volte la testa,
mentre la donna posò il capo sul suo petto.
“Non sai quanto mi è mancato stringerti Swan!” disse Killian, sentendo il
suo cuore scoppiare di gioia.
“Mi dispiace!” disse la donna, stringendolo di
più.
“Vacci piano o soffocherai il tuo bel maritino!” disse l’uomo, per poi
alzarle il viso e baciarla sul naso “Non dispiacerti di nulla. Non è colpa tua
e la cosa più importante è che sia tutto finito!”
Emma scosse la testa “No, non è finita. Devo
ancora riuscire ad affrontare questa paura. Non riesco ad usare la magia!”
“Ci riuscirai, una cosa per volta!” disse Killian incoraggiandola, per poi sorridere quando la vide
sbadigliare. “Forse è ora di andare a dormire, love!”
“Si, però non possiamo stare insieme!” disse
Emma, staccandosi dal suo pirata.
Killian rimase a bocca aperta, confuso. Emma sorrise
“Mio padre sta dormendo nel nostro letto ricordi?”
“Io non ho problemi a buttarlo giù dal letto e
cacciarlo via!” disse Killian scherzando.
“Io invece non voglio svegliarlo dopo avermi
ceduto il suo posto accanto a mia madre!”
disse Emma.
“Io ho un’idea. Dormiamo sul ponte e guardiamo
poi il sorgere del sole insieme. Non sarebbe la prima volta!” disse Killian.
Emma sorrise e si allontanò dall’uomo per
recarsi sotto coperta “Prendo le coperte, tu aspettami qui!”
E come facevano spesso prima della nascita di
Alice, i due si addormentarono sotto un cielo di stelle che vegliava sul loro
sonno.