Capitolo 36
David fu il primo a svegliarsi quella mattina e
fu sorpreso di non trovare Killian nel letto. Sapeva
che voleva navigare ancora un po’prima di riposarsi e si preoccupò sul fatto
che l’uomo, alla fine, avesse semplicemente continuato nel suo piano iniziale,
trascurando il sonno.
David non l’avrebbe mai ammesso, ma si
preoccupava della salute dell’uomo e non solo perché era il marito di sua
figlia, ma anche perché ormai, quel pirata di cui non si fidava minimamente,
era diventato il suo più grande amico.
Andò nella cucina delle nave e con un
fornellino da campeggio e una piccola caffettiera, preparò un caffè per lui e
per il pirata.
Si recò su ponte, ma rimase sorpreso di non
trovarlo al timone e ancora di più quando vide che l’ancora era stata gettata.
Guardò di
nuovo dove c’era il timone, essendo su un piano rialzato, e gli sembrò
di scorgere qualcosa muoversi.
Pensò che l’uomo si fosse addormentato sul
legno duro e scomodo della nave.
Si sorprese a quanto vide.
Killian e sua figlia, dormivano pacificamente l’uno abbracciato all’altro.
David si domandò come ci fossero finiti a
dormire in quel modo, ma fu contenta di vedere che sua figlia aveva superato la
sua paura di essere anche solo sfiorata dal l’uomo che amava.
Era indeciso se svegliarli o lasciarli così
ancora un po’. Decise per la seconda e quel caffè destinato a Killian, andò a sua moglie.
Snow
si stiracchiò nel letto quando sentì la porta aprirsi. Pensò che si trattasse di Emma, ma sorrise
quando vide il suo maritino, con una tazza di caffè e una brioche in mano.
“Colazione a letto? Se ci fosse stata Emma
sarebbe stato un po’ strano, non credi?” chiese la donna.
“Se ci fosse stata Emma, non te l’avrei
portata!” rispose lui.
“A proposito, dove è finita? Ieri sera era
molto agitata e…” disse Snow sedendosi di scatto,
ricordandosi le condizioni di sua figlia.
“Non ti preoccupare. Emma sta bene. Dorme!”
Snow
guardò David stranita e quest’ultimo sorrise.
“L’ho trovata addormentata abbracciata a Killian sul ponte!”
Snow
saltò dal letto, tanto che fece versare il caffè sulla maglietta di David dalla
felicità.
“Dici davvero? È fantastico!” disse Snow, abbracciando il marito e dirigendosi sul ponte per
controllare che fosse tutto reale, lasciando David da solo a guardare la
maglietta. Scosse la testa e divertito disse “Sembra proprio che questo caffè
non fosse destinato a essere bevuto da nessuno.
Snow
quasi travolse Regina che stava uscendo dalla sua cabina e il sindaco,
vedendola correre, la seguì pensando ad un’emergenza, dato che non aveva visto
lo sguardo felice della figliastra.
Snow
si fermò e sentì Regina alle spalle chiederle “Che sta succedendo?”
“Guarda tu stessa!” disse Snow,
indicando sua figlia e genero.
Regina sorrise “A quanto pare il pirata aveva
ragione. Bastava solcare i mari a caso per far risolvere la situazione. Però
ora è meglio andarcene, se si svegliano e ci vedono fissarli, potrebbero essere
imbarazzati!”
“è un po’ tardi Regina, non credi? È un po’ difficile non sentire i vostri
passi su una nave vecchia che ha praticamente un’asse che scricchiola e l’altra
pure!” disse Killia sollevandosi un po’, senza
svegliare Emma.
“Come è successo?” chiese Snow.
“Cosa importa, è successo. È questo quello che
conta!” disse Regina.
“è tutto merito di Emma!” disse Killian, prima di sentire sua moglie muoversi per cercare
il suo calore. “Forse è meglio portarla a dormire in un letto un po’ più
comodo!”
Emma fece una smorfia “Con tutte ste
chiacchiere è impossibile dormire!” disse la donna, per poi aprire gli occhi e
mettersi seduta.
“Buongiorno love!” disse Killian,
abbracciando la moglie da dietro.
“Giorno!” rispose Emma, baciandolo.
Snow
li guardava felice, mentre Regina si voltò dall’altra parte e quando sentì dal
rumore che il bacio era diventato più passionale, disse “La vostra camera è libera
se avete piani di proseguire!”
Emma e Killian risero
e si misero in piedi.
“No, al momento ho fame, ma di cibo!” disse
Emma, prima di recarsi al piano di sotto, non lasciando mai andare la mano di Killian che la seguì con felicità.
Fecero colazione e prepararono anche quella per
le bambine, poi dirigendosi nella loro camerette, le svegliarono dolcemente.
Emma diede un bacio sulla fronte di Alice e Killian
accarezzò i capelli di Chloe.
“Buongiorno signorine, sarebbe ora di alzarsi!
C’è una nuova avventura che ci aspetta!” disse Killian.
Chloe
si alzò senza fatica, diversamente da Alice, che volle salire sulle gambe della
madre e poggiando la testa sul suo petto, chiuse di nuovo gli occhi, mentre
Emma la coccolava un po’.
Emma la portò in cucina in quel modo, mentre Killian, dato che Chloe non aveva
avuto problemi ad alzarsi, svegliò anche Roni, cosa
che cercò in lui, le stesse coccole che voleva Alice.
Regina sorrise quando entrando nella stanza,
con l’intento di svegliare Roni, la trovò in braccio
a Killian.
“Credo che gli manchi Robin!” disse Killian sorridendo.
“Si, credo anche io. Grazie Killian
per darle il conforto che cerca!” disse Regina sorridendo grata all’uomo, per
poi accarezzare la testa alla figlia.
“Figurati, l’ho vista crescere è una sorta di
figlia pure lei!” disse poi mettendola a sedere, facendo attenzione che fosse
ben conscia di dove si trovasse, per evitare che cadesse dalla sedia.
Mentre le piccole mangiavano, gli adulti si
recarono nuovamente sul ponte, dove David diede una mano a Killian
a sollevare l’ancora.
Regina intanto si rivolse ad Emma “Hai superato
le tue paura anche con la magia?”, ma non aspettò che ella rispondesse, lo vide
dal suo cambio di espressione, che doveva ancora affrontare quel lato della sua
paura.
“Credo che non sia un problema, so come
arrivare nel paese delle meraviglie!” disse Killian,
sorprendendo tutti.
“Come?” chiese Snow.
“Dal mare si possono raggiungere vari reami e
perché il paese delle meraviglia dovrebbe essere diverso, se abbiamo i mezzi
giusti?” chiese Killian.
“E quali sarebbero questi mezzi giusti?” chiese
Regina.
Killian sorrise “La protagonista della storia!”
“Alice?” chiese Emma confusa, poi comprese “Tu
parli della nostra Alice?”
Killian alzò le spalle.
“Anche tua madre si chiamava Alice, ti risulta
che sia mai andare in quel regno?” chiese Emma.
“Non che io sappia e di certo non tutte le donne che portano questo nome ci finiscono, ma
Alice è nostra figlia. Ognuno di noi è veramente un personaggio delle fiabe,
uno dei più conosciuti intendo, perché non dovrebbe esserlo anche nostra
figlia?”
“Henry non è un personaggio delle fiabe!” gli
ricordò Emma.
“Lui è addirittura l’autore, direi che ha un
ruolo importate, oltre al fatto di aver riunito la salvatrice con i suoi
genitori!”
“Allora cosa mi dici di Roni?”
chiese Regina.
“è una salvatrice. Non sarà conosciuta nel
mondo reale come te, me e i Charmings, ma cavolo i
salvatori hanno un ruolo molto importante nel nostro mondo. Quindi mi risulta
difficile pensare che Alice sia solo una
bambina anonima con grandi poteri. Anche lei avrà un suo ruolo fondamentale nel
nostro pazzo mondo!”
“Lo sapevo che non dovevo chiamarla Alice!”
disse Emma portandosi una mano sulla fronte “E come pensi che possa aiutarci a
giungere a destinazione?”
“Semplice, ho fatto scegliere a lei la rotta e
se guardi con attenzione love, potrai scorgere una terra in lontananza, tra
quella nebbia mattutina!” disse il pirata.
“E tu credi davvero che una bambina abbia
potuto trovare la strada per il reame, indicando una indicazione a caso?”
chiese Regina.
“Stiamo parlando di mia figlia, ha la navigazione nel sangue. Scherzi a
parte, perché non provare. Magari il mio intuito è giusto!” disse Killian alzando le spalle.
“Io sono d’accordo. Proviamoci, male che vada
ci facciamo un pic-nin sulla spiaggia!” disse David
appoggiando Killian.
Verso l’ora di pranzo la Jolly roger, venne ormeggiata vicino alla costa e Killian fece calare una scialuppa, per portare tutti loro a
terra.
Le bambine, appena messo piede a terra,
cominciarono a correre felici, perché quell’isola era bellissima.
Aveva spiagge fatte con sabbia rosata e finito
il litorale, dell’erba fitta e morbida si estendeva fino a dove i loro occhi
potevano giungere e molti fiori e piante, andavano a completare il tutto. Non
c’era molto altro, solo una piccola boscaglia, ma a prima vista il gruppo
poteva affermare che l’isola fosse grande solo pochi chilometri.
“è troppo piccola perché possa essere il paese
delle meraviglie!” Disse Regina “L’ho detto che per giungere in quella terra
serve un portale creato da Emma o uno
specchio magico. E non abbiamo nessuno dei due al momento!”
Emma guardò a terra, poi sollevò le mano per
guardarsele, prima di stringere i pugni saldamenti.
“Killian ha voluto
provare e in assenza di altre idee, perché non avremmo dovuto tentare? Ma dato
che siamo qui, facciamo questo pic nic. Permetterà alle bambine di svagarsi un po’ e anche
noi!” disse Snow, prendendo dalla scialuppa un cestino
con un sacco di manicaretti al suo interno.
Venne stesa una coperta a terra e il pranzo
ebbe inizio. Quando tutti ebbero finito di mangiare, I due uomini si misero a
sonnecchiare sotto qualche palma, mentre le tre donne, chiacchieravano tra di
loro e tenevano d’occhio le bambine.
Bastò però un attimo di distrazione, che tutte
e tre le piccole, scomparvero dalla loro visuale.
Emma si alzò in piedi immediatamente “Dove sono
le bambine?”
“Erano qui fino a un momento fa!” disse Regina
guardandosi intorno “Roni, dove sei?” urlò la donna,
richiamando l’attenzione di David e Killian che le raggiunsero.
“Cosa succede?” chiese il secondo.
“Le bambine, sono sparite!” disse Emma, prima
di cominciare a correre, mentre Regina provava con un incantesimo di locazione,
che però non funzionò.
“Perché non funziona Regina?” chiese Snow spaventata.
“Non lo so, ci deve essere qualcosa che
interferisce con la mia magia!”
“Vorrà dire che le cercheremo nella vecchia
maniera!” disse Killian, prima di correre e
raggiungere la moglie, che stava guardando nella boscaglia.
“Questo posto non è tanto grande, dove possono
essere finite?” chiese Emma “Deve esserci qualcosa su questa isola, qualcosa
che…” disse la donna, prima che Killian l’afferrasse per le spalle “Swan,
le troveremo!”
“Mamma!” urlò Roni in
lontananza.
“Visto?” disse Killian,
sorridendo alla moglie per poi avvicinarsi a Roni e
guardandosi intorno alla ricerca di sua figlia e di Chloe.
Regina raggiunse Roni
e la rimproverò per essersi allontanata, ma non ci mise molto a notare
l’assenza delle altre due bambine.
“Roni, dove sono Chloe e Alice?” chiese Regina, mentre venne raggiunta da Charming e da Emma.
“Stavamo rincorrendo un coniglietto bianco,
quando si è infilato in una tana. Alice ha voluto prenderlo a tutti i costi
e…una buca si è aperta sotto di lei, inghiottendola!” disse spaventata la
bambina.
“Coniglio bianco? Buca?” disse Regina, per
essere sicura di aver sentito bene, poi rivolgendosi agli altri disse “Vi
ricorda qualcosa? Credo che il nostro caro pirata avesse ragione!”
“Non mi importa se ho ragione ho meno.
Ritroviamo mia figlia!” disse Killian per poi
chiedere a Roni di condure tutti loro sul posto dove
avevano trovato la buca.
Chloe
corse incontro loro, quando li vide.
La buca era grande tanto da permettere a una
persona adulta di entrarci, ma era ben chiaro che il fondo non fosse visibile.
“è caduta lì dentro? Una bambina non può
essere…” cominciò David interrotto subito dalla figlia. “No, non pensare
nemmeno quello che stai per dire!” disse Emma. Si tratta della storia di Alice
no? Quindi mia figlia sta bene e ho intenzione di raggiungerla immediatamente!”
disse, per poi buttarsi dentro la buca senza indugio e senza aspettare nemmeno
che Killian dicesse qualcosa.
“Accidenti Swan,
sempre avventata!” disse l’uomo ad altra voce, per poi seguirla immediatamente.
“Ma nessuno pensa che sia meglio ideare un
piano prima di buttarsi dentro a un buco tanto profondo da non vedere il
fondo?” chiese Regina.
“Dove è il tuo spirito di avventura Regina?”
chiese Snow, per poi seguire la figlia e il genero.
David alzò le spalle e si buttò dentro anche
lui.
“Tu che fai? Non vieni?” chiese Chloe sorridendo alla donna, prima di saltare.
“Andiamo mamma?” chiese Roni,
afferrandole la mano.
Regina annuì poco convinta, ma doveva
raggiungere gli altri e si lanciò con la figlia, sperando di non trovare
l’atterraggio morbido a causa dei corpi dei suoi amici.
Regina strinse a sé Roni,
sentendo lo stomaco risalire in superficie attraverso le vie respiratorie.
Voleva usare la magia per rallentare la salita,
ma come poco prima, questi non ebbero alcun affetto. Strinse maggiormente Roni e chiuse gli occhi, sperando in Emma o qualcosa che
fermasse la loro corsa verso una pessima fine. Ad un tratto si accorse di non
sentire più il vento sul viso e fu in quel momento che capì di essersi fermata.
Aprì gli occhi e si guardò intorno. Erano tutti
presenti ed Emma stringeva la piccola Alice, che conoscendo la storia, non
aveva sentito la necessità di mangiare e bere niente di quello che c’era sul
famoso tavolino presente in quella piccola stanzetta dove si trovavano tutti e soprattutto non sentì l’esigenza di
attraversare la porta che li avrebbe condotti finalmente nel regno del paese
delle meraviglie.
Regina si alzò in piedi e disse “Sono contenta
di vedere che qualcosa è veramente come ne parlano i libri. Visto che le nostre
storie sono alquanto diverse rispetto alle originali, non sapevo cosa
aspettarmi!” disse la donna.
“Che facciamo allora? Tornare su è
impossibile!” disse Snow.
“Che senso avrebbe tornare su, se dobbiamo
andare in questo regno. Mi sembra ovvio cosa faremo. Passeremo attraverso
quella porta!” disse killian, afferrando la
bottiglietta con sopra scritto “Drink me”. Ne bevve un sorso, prima di passarlo
agli altri e in men che non si dica, tutti si rimpicciolirono e varcarono la
soglia del paese delle meraviglie.