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Autore: torigingerfox    20/12/2018    3 recensioni
La vita di Draco Malfoy si è drasticamente complicata. Suo padre è ad Azkaban, sua madre è praticamente ostaggio del Signore Oscuro, e lui non ha idea di come sopravvivere al Sesto Anno, e alla guerra. Vorrebbe solo essere un sedicenne qualunque, che gioca a Quidditch e frequenta le lezioni. Un giorno durante Storia della Magia trova un bigliettino anonimo, una studentessa in cerca di un amico di penna. Spinto dalla curiosità, e dalla voglia di normalità...decide di rispondere. Ma chi sarà mai questa misteriosa sconosciuta?
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
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«Seriamente, Ron...tentare di mangiare con la bocca chiusa non ha mai ucciso nessuno!», esclamò Hermione alzando le mani al cielo.

 

Come unica risposta Ron emise un grugnito. Un suono gutturale che avrebbe potuto significare sia “fatti gli affari tuoi” che “sono le otto di mattina, non sono pronto per una discussione”. Harry, dal canto suo, stava sorseggiando il suo tè mattutino mentre leggeva la Gazzetta del Profeta. «Che enorme marea di stronzate!», sbottò chiudendo il giornale e lanciandolo due posti più in là.

 

«Harry!»

 

«Cosa? È vero! Voldemort è tornato, siamo sull’orlo del baratro...e nessuno dice niente! Si stanno comportando come una marea di struzzi. Come se infilare la testa sotto la sabbia servisse a qualcosa!»

 

Hermione non poteva dar torto al suo migliore amico. Il Ministero stava gestendo il ritorno di Tu-Sai-Chi in maniera del tutto insoddisfacente. La strega cercava di darsi rassicurazioni, ripetendosi che sicuramente il nuovo Ministro aveva un piano, ma condivideva la frustrazione di Harry al riguardo, e temeva che nessuno sapesse in realtà cosa fare.

 

Nel frattempo, Ron aveva deciso che otto pancakes, due porzioni di uova strapazzate e pancetta, e qualcosa come tre litri di succo di zucca erano sufficienti per poter affrontare la mattinata senza svenire dalla fame, e si allungò per recuperare il giornale che Harry aveva lanciato poco prima.

 

«Guardate il vecchio Lucius, la divisa da carcerato gli dona particolarmente!» , disse sorridendo. «Malfoy non è più così tronfio, ora che paparino è finito ad Azkaban, eh?»

 

Istintivamente, Hermione si girò verso il tavolo di Serpeverde. Draco Malfoy non stava tenendo banco, come al suo solito. Era invece chino su una pergamena e scriveva furiosamente. Hermione trovò la cosa piuttosto strana. Solitamente il biondo Serpeverde era uno studente modello. Non quanto lei, ma pur sempre tra i primi della classe. Non era da lui ridursi all’ultimo momento per consegnare un compito, per quel poco che Hermione ne sapesse di Malfoy a livello accademico.

Per la prima volta, guardandolo si rese conto di quanto fosse dimagrito. Sicuramente l’assenza del padre, e il circo mediatico a cui erano stati sottoposti i Malfoy, aveva contribuito in qualche modo a fargli perdere quell’aria da principe dei ricchi che l’aveva caratterizzato per i primi cinque anni di scuola. Per quanto Hermione non sopportasse il compagno, una parte di lei provava pena per lui e la madre.

 

«Ben gli sta», rispose Harry.  «Scommetto che ora sta gestendo gli affari di famiglia al posto di Lucius.»

 

Ron, fortunatamente non alimentò le teorie di Harry. «Nah, Malfoy ha solo sedici anni. Che se ne farebbe Tu-Sai-Chi di un Furetto-Mangiamorte che non ha ancora finito Hogwarts?»

 

Hermione non poté che stupirsi della risposta dell’amico. Solitamente Ron partiva in quarta, ed era Harry a riportarlo con i piedi per terra, non il contrario.

 

«Ti dico che ha preso il posto del padre! Vi ho detto cosa ho sentito sul treno, no?!»

 

Hermione appoggiò la mano sopra quella di Harry. «Hai sentito un ragazzino con il padre ad Azkaban, che si faceva grosso con gli amici pur di non perdere il suo status. Non abbiamo prove certe del fatto che sia un Mangiamorte, e francamente sono d’accordo con Ron: cosa se ne farebbe Voi-Sapete-Chi di Draco Malfoy?»

 

«Non lo so», rispose Harry bofonchiando, «ma intendo scoprirlo.»

 

Hermione alzò gli occhi al cielo, e si chinò per prendere la tracolla. «Su, andiamo. Mancano dieci minuti all’inizio delle lezioni.»

 

«Che abbiamo stamattina?», chiese Ron alzandosi.

 

«Ron, la scuola è iniziata da un mese e mezzo. Come fai a non aver ancora imparato l’orario?», rispose la strega.

 

«Perchè dovrei, quando ci sei tu che lo fai al posto mio, e così bene...oserei aggiungere? No, Harry?»

 

I due maghi si scambiarono un cenno di intesa. «Già Hermione, tu sei meglio di un’agenda. Come faremmo senza di te?»

 

«Su, sputate il rospo. Che compito dovete copiare?»

 

Ron si battè sul petto e iniziò a proclamare le sue buone intenzioni a gran voce, suscitando l’interesse e le risate dei Tassorosso seduti li vicino. «Tu mi offendi, strega! I miei complimenti sono sinc―»

 

«Ron…», interruppe lei a metà tra il divertito e l’imbarazzato.

 

«Trasfigurazione! Ti prego facci copiare Trasfigurazione, o la McGranitt ci fa secchi!», implorò lui a quel punto.

 

«Solo per questa volta», ammonì lei frugando nella tracolla, e consegnando la pergamena a Harry e Ron. «Potete copiarlo durante Storia della Magia, ma vedete di cambiare le parole, la McGranitt non è nata ieri!»

 

Ron la rassicurò e si affrettò a far sparire la pergamena dentro la sua borsa, quasi avesse paura che Hermione potesse avere dei ripensamenti.

 

Una volta in classe, i due maghi si fiondarono in ultima fila, mentre Hermione prese il suo solito posto in prima fila, contro il muro. Storia della Magia era l’unica materia per cui l’entusiasmo e la sete di conoscenza erano andati affievolendosi negli anni. Ovviamente, Hermione leggeva tutti i libri indicati nel curriculum, ma anche lei faceva fatica a mantenere l’attenzione fissa sul professore per due ore di fila.

 

Quando il Professor Rüf fluttuò al suo posto in cattedra, la classe si zittì. Molti studenti approfittavano delle due ore di lezione per dormire sonoramente o, come nel caso di Harry e Ron, per mettersi in pari con i compiti da consegnare le ore successive.

 

Hermione prendeva gli appunti strettamente necessari, ma si trovava spesso a fantasticare guardando fuori dalla finestra. Quel giorno, prima di prendere appunti, aveva deciso di controllare se qualcuno avesse trovato il suo bigliettino sotto la sedia

 

Un mese prima aveva lasciato una pergamena anonima, in un momento in cui si sentiva particolarmente avventurosa, sapendo perfettamente che le possibilità che qualcuno la trovasse erano infinitesimamente basse. Ogni settimana aveva controllato che ci fosse ancora, e l’aveva aperta per vedere se qualcuno avesse risposto. Col passare delle lezioni, si sentiva sempre più sciocca a sperare di trovare una risposta, ma non era ancora riuscita ad abbandonare la speranza.

 

Tastando sotto la sedia, sentì che il pezzo di pergamena ripiegato era ancora al suo posto, ma decise comunque di controllare.

 

Ciao Sconosciuta,

 

Hermione strabuzzò gli occhi, qualcuno aveva risposto! Si guardò intorno, ma nessuno le stava prestando la minima attenzione, quindi appiattì il foglio sul banco e iniziò a leggere.

 

Mi sembra folle rispondere a un bigliettino lasciato chissà quando, ma eccomi.

Hai indovinato, sono colpevole! Neanche io sopporto le Rivolte dei Goblin.

In realtà nemmeno i Goblin mi stanno particolarmente simpatici. Ogni volta che mi capita di andare alla Gringott li vedo guardarmi torvi e imbronciati e non posso fare a meno di chiedermi se sia uno sguardo riservato a me, o se odino tutti a prescindere.

Ti dirò, ho trovato il tuo biglietto per puro caso, un posto particolare per lasciare una missiva sperando di trovare un amico di penna, non trovi?

È giusto che tu sappia che ho passato gli ultimi giorni a guardarmi intorno, chiedendomi chi sia la misteriosa autrice della lettera che mi porto dietro. Diciamo che non c’è rischio che tu venga scoperta, siete troppe per tirare a indovinare! Magari un indizio…? Non dirmi la tua Casa se non te la senti, ma mi piacerebbe sapere che anno frequenti. Anche io sono uno studente tra il quinto e il settimo anno, e per dimostrarti la mia buona fede, ti lascio un indizio: non sono un Grifondoro.

Il che ci porta al punto successivo; per rispondere onestamente alla tua domanda no, non sono assolutamente una persona avventurosa. Penso di essere una delle persone meno avventurose della scuola, a dire il vero. Mi piace calcolare rischi e benefici prima di espormi, e se non consideriamo il Quidditch, non mi sento di aver mai fatto follie nella mia vita.

Credo sia la prima volta in cui ammetto liberamente di essere più coniglio che leone, Sconosciuta.

Hai ragione, l’anonimato è liberatorio.

Per quanto riguarda la guerra...tutto è già cambiato, e solo i ciechi o le persone con secondi fini non lo ammetterebbero.

Fa paura, tutta questa incertezza...ci costringe a diventare grandi prima del tempo.

A volte, guardando i miei compagni di Casa, mi sembra di essere uno dei pochi a domandarsi cosa ci riserva il futuro, e il pensiero mi fa diventare matto!

Intorno a me vedo tante persone che preferiscono negare l’evidenza piuttosto che affrontare la realtà. Sarà paura? O semplicemente, gli va bene che le cose siano così? Io, più che altro, ho paura. Non potrei mai ammetterlo, ma è la verità. L’istinto mi dice di nascondermi in qualche villaggio sperduto, sperando che tutto passi in fretta, ma la mia famiglia non lo permetterebbe mai.

Quindi, sempre per risponderti, mi preoccupo eccome, ma mio malgrado mi trovo a dover far finta che vada tutto bene.

Forse sarà proprio questo a uccidermi, forse no. Non so nulla, e quest’anno per ora è stato un assoluto disastro. Non tanto per la scuola, anche se ho un miliardo di pensieri per la testa riesco a star dietro allo studio...per ora. Più che altro, ho una situazione familiare piuttosto delicata. Presente quei padri che non riconoscono mai i meriti dei figli e si ostinano solo a vederne i fallimenti? Ecco, il mio è peggio.

Scusami, Sconosciuta...ti ho vomitato addosso i miei problemi senza preoccuparmi del fatto che forse non avessi voglia di sentirli.

Ciononostante, spero di trovare una tua risposta ad allietare la mia prossima lezione di Storia della Magia. Dimmi qualcosa di te, sono curioso.

 

A presto, spero.

Non Un Grifondoro

 

Hermione era al settimo cielo. Non avrebbe potuto chiedere di meglio! Il suo interlocutore sembrava un ragazzo piuttosto intelligente, con cui instaurare un bel rapporto epistolare.

Forse un Corvonero? Diceva di amare lo studio...

La curiosità la stava quasi mangiando viva, ma non avrebbe ceduto alla tentazione, perdendo la libertà garantita dall’anonimato.

Aveva apprezzato la buona fede e l’indizio, l’aveva aiutata ad escludere di trovarsi inconsapevolmente a parlare con qualcuno come...Cormac McLaggen. Piuttosto mille rivolte dei Goblin!

La strega sapeva già perfettamente che il misterioso interlocutore non poteva essere un Grifondoro del sesto anno, visto che nessuno si sedeva mai al suo posto durante la lezione e non avrebbe potuto trovare la pergamena. Poter escludere che si trattasse di un suo compagno di Casa del quinto o settimo anno però, inspiegabilmente la faceva sentire meglio.

 

Mancava quasi un’ora alla fine della lezione, giusto il tempo per scrivere una risposta.

 

Ciao Sconosciuto-Non-Grifondoro...

 

Nota: Ed eccoci alla fine del secondo capitolo! Up next...un altro po’ di Draco! :) se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate fino a qui!

 
   
 
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