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Autore: _kookieo    26/12/2018    1 recensioni
Jimin ha rispettato la promessa fatta a quel ragazzo misterioso incontrato alla stazione. Gli ha rivolto poche parole, ma sufficienti a cambiargli la vita e per questo Jimin vorrebbe incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Non sa però nulla su di lui, tranne che si chiama Yoongi. Ormai sono passati quasi due anni, quanto ancora dovrà aspettare?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IL CONTEST

 

Uno, due, tre. Ad ogni gradino le mani di Yoongi si facevano un po’ più sudate e la sua bocca più asciutta. Quattro, cinque, sei. La porta d’ingresso. Massiccia, a vetri e metallica, esattamente come la ricordava. Hoseok fu il primo a varcarla, dirigendosi sicuro verso lo spazio ampio dell’androne. Si guardò intorno come se cercasse qualcuno e infine indicò un punto:

“Qui c’è un cartello che ci indica dove andare” disse rivolto ai due ragazzi che si trovavano ancora fuori. Jimin si accorse dell’esitazione di Yoongi e senza pensarci troppo lo prese delicatamente per mano. A quel contatto Yoongi sobbalzò leggermente, ma Jimin non lo lasciò andare e lo strinse invece un po’ più forte.

“Andiamo?”

Yoongi prese un respiro profondo:

“Andiamo”.

La stanza dove si sarebbe tenuto il contest si trovava al secondo piano dell’edificio e una volta dentro il palazzo era possibile salire con le scale o prendere l’ascensore. I tre scelsero la prima opzione: Yoongi disse che guadagnare un pochino più di tempo – per quanto minimo – lo avrebbe aiutato a calmarsi. Nemmeno durante il percorso su per le quattro rampe Jimin smise di tenerlo per mano e non gli sfuggì come il ragazzo nel frattempo tenesse l’altra mano aggrappata alla ringhiera così forte da avere le nocche bianche.

“Come mai non ci sono persone? Non dovremmo incontrare anche qualche altro concorrente?” chiese Hoseok da dietro di loro.

“Nessuno viene mai a quest’ora, così in ritardo. Io stesso due anni fa arrivai con quasi tre quarti d’ora di anticipo”

“Ci sarà molta gente?” chiese Jimin iniziando a sentirsi agitato anche lui.

Yoongi annuì:

“Abbastanza, di solito riescono a farne un centinaio a giornata. Ognuno di noi ha un massimo di cinque minuti, si gioca tutto lì” si fermò. Erano arrivati. Una larga porta di legno chiaro chiusa li accoglieva insieme a un cartello appeso col nastro adesivo:

 

SECONDO PIANO

SALA PROVINI: CORRIDOIO A SINISTRA

 

Jimin strizzò un’altra volta la mano di Yoongi. Il gran momento si avvicinava e se lui stava provando questa agitazione poteva solo lontanamente immaginare cosa dovesse sentire il più grande. Hoseok toccò delicatamente la spalla del ragazzo:

“Yoongi-ah, noi siamo con te”.

Aprì la porta e il brusio che da fuori era impercettibile si fece adesso più definito. Alla loro destra furono accolti da una guardia seduta dietro a una scrivania che chiese chi di loro fosse il partecipante e che dopo averne preso nome e cognome si fece consegnare la traccia per l’esibizione.

“Siete appena in tempo, fra cinque minuti chiuderemo le porte. Questo è il suo numero di gara, potete andare verso il corridoio a sinistra, in fondo troverete un open space dove potrete sedervi insieme agli altri partecipanti e i loro accompagnatori. Il mio collega si occuperà di chiamarla quando sarà il suo turno di andare nella stanza dei giudici”.

Yoongi fece cenno di aver capito e Jimin pensò che di sicuro doveva già sapere perfettamente come funzionava il tutto, ma aveva ascoltato le istruzioni per educazione. Diverse teste si girarono quando i ragazzi fecero il loro ingresso, ma un attimo dopo ognuno tornò ad occuparsi dei propri affari. La prima cosa di cui Jimin si accorse fu la differenza tra l’atmosfera ovattata della parte di edificio che avevano percorso poco prima e quella febbricitante di questa dove si trovavano ora. Non c’era però propriamente disordine o eccessivo rumore, cosa che lo sorprese, visto che al momento dovevano esserci circa un paio di centinaia di persone – concorrenti con familiari e amici al seguito – nel largo open space di cui aveva parlato la guardia. Era uno spazio molto luminoso, incorniciato da ogni lato da grandi finestre che prendevano le pareti quasi per intero e in cui erano posizionate diverse file di sedie e poltroncine dove potersi sedere durante l’attesa. I tre ne trovarono solo un paio vicine che fossero ancora libere, un po’ isolate rispetto alle altre, e Hoseok le lasciò ai due più piccoli.

“Tanto io devo prima andare un attimo a cercare un bagno e poi pensavo di uscire per fare una chiamata a Taehyungie, che dici Minnie?”

“Si certo! Digli che siamo arrivati qui in tempo e che non si preoccupasse. E riferiscigli di Namjoon-hyung e Seokjin-ssi ovviamente”

“Tranquillo Jiminie, Tae è in buone mani, tu pensa ad occuparti del nostro Yoongi-ah adesso” disse prima di andarsene e lasciare i due ragazzi soli. Jimin si guardò un attimo meglio attorno e capì il perché dell’assenza del caos che si era aspettato. C’era qualche persona che parlottava, con i propri accompagnatori o anche con un altro concorrente, però la gran parte degli altri ragazzi era concentrata e probabilmente proprio come Yoongi troppo in ansia per stare a far chiasso. Qualcuno stava rileggendo i propri testi, altri avevano appoggiato la schiena al muro e chiuso gli occhi – furono i primi ad essere chiamati quindi Jimin capì dopo che doveva essere per questo motivo che sembravano essere i più agitati – altri ancora avevano delle cuffiette alle orecchie, mentre molti bisbigliavano sotto voce delle parole, esercitandosi fino all’ultimo nella performance che avevano preparato. Si girò verso Yoongi e lo vide pallido, troppo. La tensione nella stanza era palpabile e questo sicuramente stava avendo un effetto su di lui. Per un po’, Jimin rimase incerto su cosa fare o dire: non si era mai trovato in un contesto del genere e non sapeva se fosse meglio non disturbare il ragazzo o cercare di distrarlo in qualche modo. Gli tornarono però in mente le parole di Jin e sentì che prima di saltare a conclusioni e farsi già da parte, avrebbe quanto meno dovuto accertarsi dello stato di Yoongi e parlarci per capire davvero di cosa avesse bisogno.

“Riconosci qualcuna di queste persone?” chiese a bassa voce al più grande.

“No, non c’è nessuno qui che abbia già visto. Ma il contest dura due-tre giorni, nulla toglie che nei prossimi giorni possa essere presente qualcuno che fu scartato…” deglutì “insieme a me”.

“Yoongi-ah, andrà tutto bene questa volta”.

“Non lo so Jiminah. Non lo so”.

Il tono brusco ma al tempo stesso quasi implorante di Yoongi aiutò Jimin a prendere la sua decisione: il ragazzo aveva bisogno di essere incoraggiato e no, non era questo il momento per essere discreti e costringersi al silenzio.

“Lo so io per te” gli disse sereno portandogli una mano al ginocchio. Yoongi lo guardò in modo particolare, con uno sguardo che esprimeva al tempo stesso dubbio, ma anche il desiderio di voler credere alle parole dell’altro “e lo sa anche Jin-hyung. Non posso chiederti di fidarti di me, non penso di conoscerti abbastanza per meritare la tua fiducia, ma di lui ti fidi, no? Mi hai detto tu stesso che è una persona decisa e poco influenzabile, credi davvero che avrebbe, tra le centinaia di persone che ha visto in quei giorni, scelto proprio te se tu non gli avessi davvero trasmesso qualcosa? Yoongi, io penso-” si fermò un attimo, perché ciò che stava per dire avrebbe potuto portarlo su un sentiero che non era questo il momento di intraprendere. Decise comunque di continuare “io penso davvero che tu sia in grado di dare molto più di quanto tu stesso creda. Sei convinto di camminare in questo mondo inosservato e che ogni tuo gesto si perda in mezzo alle altre migliaia di miliardi di gesti che vengono compiuti ogni attimo, ma non è così. Soche non è così. Non ho mai ascoltato nulla creato da te, ma qualcosa mi dice che le tue parole sono speciali, che possono lasciare un segno. Come quello che hanno lasciato a Jin-hyung. Come quello che hanno lasciato-” a mestava per dire. Si fermò e gli sorrise dolcemente prima di riprendere in tono fermo “La tua energia, Yoongi, al di là delle tue paure, al di là dei tuoi fantasmi, al di là di tutto quello che tu credi ti imprigioni, è presente, visibile in ogni tuo gesto, anche nei momenti più bui. Ci credo a quello che mi hai detto prima, che non ti sei mai arreso. Ci credo perché ho potuto vederlo con i miei occhi. Anche quando eri lì in lacrime davanti a noi, anche mentre ci raccontavi in macchina quello che hai passato e la voce ti tremava, nessuno ti avrebbe mai potuto prendere per un perdente. Per una persona mediocre che si è fatta sconfiggere. La tua energia è quella dei combattenti, quelli veri. E’ fiera, indipendente e io lo so che può marchiare come il fuoco. Quindi adesso tu, quando entrerai in quella sala, ti lascerai alle spalle ogni timore, e ti concentrerai su un unico obiettivo: fare quello che ami di più. Lo farai e basta, e quei giudici idioti li incenerirai tutti”.

Solo una volta concluso il suo discorso Jimin si accorse del calore che gli si stava propagando sulle guance e del proprio respiro lievemente affannato, così come solo in quel momento si accorse che gli occhi di Yoongi erano diventati lucidi. Prima ancora che potesse iniziare a preoccuparsi di aver detto qualche parola di troppo il più grande gli afferrò entrambe le mani e le strinse fortissimo, serrando gli occhi per cercare di reprimere le lacrime. Aprì la bocca più volte, come se stesse cercando di capire cosa dire, finché a un certo punto sospirò. Sollevò poi lo sguardo su Jimin, immobilizzato e incerto su come comportarsi, e gli rivolse un sorriso pieno di gratitudine:

“Tutto quello che hai mi hai detto oggi, io non lo dimenticherò mai”.

Il cuore di Jimin ebbe un sussulto e fu come se il suo spirito si smuovesse. Fu sopraffatto da una sensazione strana, come se le stelle si fossero repentinamente allineate rendendo tutto finalmente perfetto. Si sentì leggero, così come non gli accadeva da anni, forse proprio da quando aveva incontrato Yoongi la prima volta, e per quanto non ci fosse nulla di razionale in ciò un istinto gli disse che questa leggerezza veniva dalla convinzione improvvisa che invase ogni fibra del suo essere: ogni avvenimento accaduto fino a quel momento era stato pianificato, l’intero universo si era smosso per loro e senza che nulla, nessun gesto, nessuna decisione intrapresa durante i loro cammini separati di vita, andasse perduto, li aveva finalmente condotti qui, per donarsi forza a vicenda e portare felicità l’uno nella vita dell’altro. Perché Jimin si sentì davvero felice. Quale sarebbe potuta essere per lui una fonte di gioia maggiore che sentire quelle parole? Yoongi lo aveva ascoltato, gli era grato e si era inciso le sue parole nel cuore, facendogli – inconsapevolmente – capire che il suo debito era estinto. E adesso nient’altro contava, la cosa più importante era avvenuta. Yoongi avrebbe superato quel contest, Jimin ne era sicuro, e sarebbe stato felice. Anche se poi avesse vissuto il resto della sua felicità lontano da lui, andava bene, perché il suo più grande desiderio si era avverato, contribuire alla felicità di Yoongi e lasciare un segno sulla vita. Ora dunque che si erano resi felici a vicenda, aiutandosi, senza nemmeno saperlo, a far veri i propri sogni come poteva qualcos’altro essere importante? La gioia di Yoongi avrebbe cambiato il mondo di Jimin per sempre, anche qualora non fosse rimasto al suo fianco.

“Grazie” sentì la voce roca di Yoongi e si scosse. Rimase un attimo incerto sulla risposta da dare, ma l’altro continuò subito, la voce concitata, sorriso beffardo in volto e una nuova fiamma negli occhi “La mia traccia spacca, quest’anno l’unico nome che sarà sulla bocca di tutti sarà quello di Min Yoongi”.

Jimin rise, una risata che fece girare parecchie teste, forse perché un po’ fuori luogo in quel contesto, ma né lui né l’altro se ne curarono e continuarono a ridere insieme, espellendo così parte di quella tensione che avevano accumulato fino a quel momento.

“E io che credevo di trovarvi in stato di preoccupazione estrema. È successo qualcosa di divertente?”

Completamente persi nel loro mondo, i due ragazzi non si erano accorti che Hoseok si era di nuovo avvicinato a loro e dunque non appena lo videro sobbalzarono spaventati. “Su ragazzi, non sono l’orco cattivo, vengo in pace! Ho preso qualcosa da mangiare al distributore qui fuori. Ho pensato che un po’ di cioccolata potesse dare energia”.

“Credo che il nostro Yoongi-ah oggi di energia ne abbia da vendere, ma direi che un po’ di più non può far male” disse Jimin scambiandosi poi uno sguardo di intesa con Yoongi. Hoseok ebbe la netta sensazione che qualcosa tra i due dovesse essere successo nel mentre che lui era via, e pensò che di qualunque cosa si trattasse aveva fatto bene ad entrambi. Sembravano più rilassati, più a loro agio, più complici. Le cose andranno bene, ne sono convinto, pensò mentre andava a sedersi su una poltroncina un po’ distante da loro, ma da cui comunque poteva tenerli d’occhio.

Di lì a poco un uomo uscì fuori da una porticina blu, e Hoseok immaginò dovesse trattarsi del collega della guardia che li aveva accolti dall’altro lato. Fece un veloce appello e dopodiché disse i nomi delle prime cinque persone che sarebbero dovute entrare. Da quel momento, l’intera sala perse quell’eccitazione febbrile che la invadeva e cadde in un vero e proprio silenzio concentrato, interrotto solo di rado. Hoseok notò che anche Yoongi e Jimin avevano smesso di parlare: ogni tanto si scambiavano cenni del capo come a dire “va tutto bene”, la gran parte del tempo però Jimin era lì a dare supporto solo con la sua presenza ad uno Yoongi che ogni tanto prendeva a ripassare sottovoce il testo della sua traccia, altre volte si alzava in piedi per fare due passi o ancora si allungava sullo schienale della sedia e prendeva a tamburellare per terra con i piedi fissando un punto fuori dalla finestra. Però era tutto nella norma. Hoseok non vide niente in lui che non fosse solo una normale e giustificata tensione rispetto alla prova che stava per sostenere. Fu anche certo che la presenza di Jimin dovesse starlo aiutando molto in questo, poiché nessuna traccia dell’ansia malsana e destabilizzante che gli aveva visto addosso prima era ora rimasta nei sui occhi.

Quando l’orologio batté le quattordici meno dieci, l’uomo uscì dalla porticina blu per l’ennesima volta e annunciò solenne:

“Fra dieci minuti si preparino: Kim Junyong-ssi, Choi Minso-ssi, Min Yoongi-ssi, Kim Soyon-ssi e Sin Hajoon-ssi. Vi esibirete in quest’ordine. Ripeto, Kim Junyong-sii, Choi…”

Hoseok smise di ascoltare e scattò su in piedi, affrettandosi verso Jimin e Yoongi. Anche loro si erano entrambi alzati, così come tutti gli altri che erano stati chiamati insieme ai loro cari.

“Yoongi-ah, noi crediamo in te. Non sei solo” gli disse facendogli l’occhiolino. Yoongi si portò giù, piegandosi a novanta gradi, sorprendendo entrambi i ragazzi.

“Grazie, Hoseokah-ssi. Grazie mille di tutto, ti sono debitore”

“Ahh ma ancora con questa storia?! Tirati su, e non inchinarti davanti a nessuno. Vai li a testa alta, ok?”

Si udì di nuovo la voce dell’omone:

“I candidati entrino in sala”.

Mentre un paio dei ragazzi entrati prima uscivano e i nuovi candidati prendevano ad avviarsi verso la porta, Jimin sentì il respiro mozzarglisi. Ci siamo, il momento è arrivato, ora devo lasciarlo andare. Nello stesso momento in cui però pensava questo, una forza lo spinse ad afferrare la mano di Yoongi proprio quando il ragazzo stava per andare insieme agli altri e trattenerlo. Aggrappandoglisi al braccio con tutte le sue forze si avvicinò al suo viso e dopo avergli mormorato “buona fortuna, Yoongiah” gli lasciò un bacio sulla guancia. Fu tutto molto veloce, e ripensandoci in seguito si convinse che nessuno dei tre ragazzi presenti, lui stesso compreso, realizzò bene subito cosa fosse successo. Yoongi sembrò preso in contropiede, ma appena il più piccolo mollò la presa si avviò anche lui come gli altri verso la porta blu. Così Jimin e Hoseok rimasero fermi ad aspettare che Yoongi fosse inghiottito al di là di quella soglia e fu solo quando la porta fu chiusa alle sue spalle che Jimin spalancò gli occhi avvampando completamente e Hoseok scoppiò a ridere.

****

Durante quella mattinata d’attesa, fino a che Yoongi non era stato chiamato dentro, Jimin aveva avuto modo di osservare molte persone ed era rimasto meravigliato dalla varietà delle reazioni umane di fronte ad essenzialmente le stesse emozioni. In questo caso specifico, quelle possibili erano due: la gioia o la tristezza. Il verdetto era chiaro fin da subito per quasi tutti quando essi uscivano da quella stanza, eppure ognuno aveva il proprio modo di dimostrarlo. Alcuni piangevano se non erano stati presi, altri invece lo facevano per il motivo opposto. C’erano quelli che spuntavano da dietro la porta raggianti, così come quelli che apparivano rassegnati, ma comunque sereni. Qualcuno era arrabbiato e imprecava. Jimin aveva anche visto un ragazzo uscire in silenzio, con sguardo vitreo e che sembrava in tutto e per tutto essere stato rifiutato. Quando però poi si era piazzato di fronte ai suoi genitori, aveva iniziato a saltare urlando che ce l’aveva fatta. Qualcuno più arrogante se ne veniva fuori baldanzoso dicendo agli amici che lo aspettavano fuori che erano degli sciocchi ad essersi agitati poiché era scontato che sarebbe passato. In quei casi Jimin sapeva che erano proprio queste le persone che più di tutti se l’erano fatta sotto all’idea di non riuscire. Non poteva dunque fare a meno ora di chiedersi quale sarebbe stata la reazione di Yoongi e se sarebbe stato capace di cogliere fin da subito nel viso del ragazzo l’esito del suo provino. L’agitazione lo stava consumando e nemmeno le continue rassicurazioni di Hoseok, che aveva preso il posto a sedere di fianco a lui, stavano avendo molto effetto. Jimin sapeva che Yoongi ce l’avrebbe fatta, però rimaneva il fatto che non era nemmeno un veggente e dunque non poteva ovviamente averne la certezza completa. Aveva quindi paura, paura di essere inadeguato nel caso ci fosse stato bisogno di consolarlo, paura che Yoongi potesse di nuovo infrangersi davanti ai suoi occhi senza essere capace di fermarlo. I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di una porta che si apriva. La scena gli scorse davanti agli occhi a rallentatore: due ragazze che uscivano, una piangente, l’altra dall’espressione insondabile. A seguire un ragazzo dietro di loro e poi una figura minuta, avvolta da una felpa nera, che avrebbe riconosciuto fra mille. I passi di Yoongi che si avvicinavano a lui e Hoseok, i capelli scuri leggermente mossi che gli cadevano in ciocchette sulla fronte. Il tempo riprese a scorrere quando il ragazzo, arrivatogli davanti, allungò il braccio facendo segno di vittoria con il pollice in su e Jimin gli corse incontro buttandogli le braccia al collo.

 

 

 

Note dell’autrice:Ragaaaaa ho scritto questo capitolo un sacco di getto, ma era importantissimo per la storia e quindi indovinate? Non sono sicura sia uscito decentemente ahah 

Non so da dove iniziare, né se ci sia bisogno di dire molto in realtà perché è un capitolo fondamentale ma direi che si spiega un po’ da solo… Il contest è giunto! Jimin salda il suo debito! Credo sia stato chiaro, durante il momento di “estasi mistica” (ahah) del nostro bimbino ho inserito alcune citazioni da Serendipity. Ho voluto farlo perché credo sia la canzone che meglio possa rappresentare questa fanfiction ed aveva quindi senso metterla qui, in quello che è uno dei capitoli più chiave della storia. Ho amato scriverlo, a dir la verità, quindi spero davvero che vi sia piaciuto. Credo sia la prima volta in forse tutta la fic (o la seconda? Non di più comunque ahah) che un capitolo termina in modo felice, senza angst o tensioni, e per questo credo sia appropriato a chiudere questa prima parte della storia. Dico chiudere perché al momento mi trovo in revisione della parte finale, che per il momento comprende altri due/tre capitoli più un paio di capitoli bonus (sempre che non mi venga voglia di cambiare qualcosa nel mentre, il che è molto possibile) quindi non sono sicurissima di riuscire a postare la prossima settimana, probabilmente (99,9%) no. Comunque farò del mio meglio per terminare e postare il tutto tra gennaio e febbraio (per monitorare l’uscita dei capitoli comunque potete seguirmi su twitter, user @_kookieo). È un annuncio che volevo fare e spero che per il momento la positività di questo capitolo mi faccia perdonare. Ci sono però ancora diverse situazioni non risolte per cui per favore non abbandonatemi, torno presto ♥

Nel frattempo grazie mille per aver letto fino a qui, lasciate pure un commento se avete tempo ♥ approfitto anche per augurarvi un buonissimo anno nuovo, ci vediamo nel 2019! ♥♥

Baci, Elle ♥

   
 
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