Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Azaliv87    29/12/2018    4 recensioni
E se Jon avesse la possibilità di riportare in vita una persona importante? E scoprisse di non essere ciò che era? E se anche Dany avesse questa possibilità? Questa è la domanda che mi sono posta, e da quest'idea mi è venuta in mente la storia che vi narrerò. Parto a raccontare le vicende dalla fine della sesta serie televisiva, grosso modo, quindi (avviso chi non ha visto questa stagione) potete trovare degli spoiler. Per il resto è tutta una mia invenzione. Dopo essermi immersa nel mondo di Martin ed essermi affezionata ai suoi personaggi con Tales of Wolf and Dragon, ho deciso di cimentarmi in questo What if e vedere fino a che punto può spingersi la mia fantasia.
Per chi avesse già letto l'altra mia ff, ritroverà conseguenze, personaggi e riferimenti alla prima storia.
Buona lettura e non vi preoccupate se ogni tanto rallento la pubblicazione, non sono mai bloccata, ma ho periodi in cui devo riordinare le idee e correggere ciò che ho già scritto prima di aggiornare!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La città era esattamente come la ricordava. Le alte e maestose case dei lord in duro marmo color panna coi tetti dai coppi rossi, che riparavano dai raggi fastidiosamente afosi del sole della capitale, poco più avanti si scorgevano le abitazioni dei mercanti in muratura a secco coi tetti in legno e ancora più in fondo le baracche delle vie più povere, dove qualche mendicante riprendeva possesso della sua postazione. La tiepida brezza che arrivava dal mare, smuoveva le sue vesti occidentali e gli scompigliava i capelli chiarissimi, mentre osservava coi suoi occhi eterocromatici quel panorama con aria riflessiva.
Tyrion Lannister stava mirando il risveglio di quella stessa città che un tempo lo aveva visto come primo cavaliere del re: un re bambino, viziato e megalomane. Suo nipote Joeffry non era mai stato un ragazzo facile, per cui era chiaro che sarebbe diventato un re pessimo, se non avesse avuto qualcuno fermo di polso che lo tenesse a freno. E se avesse regnato più a lungo, magari avrebbe potuto eguagliare anche il Re Folle. Fortuna ha voluto che il suo regno sia finito presto. Tyrion non andava fiero di quel pensiero, ma almeno il popolo non aveva subito danni irreparabili per la sua incompetenza. La sua morte improvvisa e astutamente calcolata, però aveva anche significato la disfatta della sua carica e della sua libertà. Era stato costretto alla fuga… e alla fine era tornato di nuovo al punto di partenza.
Il destino lo aveva voluto far giungere al cospetto della sua attuale regina: Daenerys Targaryen. In lei non sembrava esserci minimamente i segni di pazzia di suo padre. E di nuovo lui era divenuto primo cavaliere… della regina questa volta. Lei lo aveva investito di quel titolo a Meeren, ancora prima di salpare per il continente occidentale. Lei aveva posto la fiducia in lui, ma ora sembrava che quella fiducia fosse venuta meno, non che avesse il sospetto che Daenerys non considerasse più la sua parola, solo che ascoltava prima i consigli di qualcun altro… sembrava quasi pendere dalle sue labbra.
La madre dei draghi aveva avuto l’opportunità di riportare in vita con la magia del fuoco un qualunque valoroso comandante di eserciti, per conquistare Approdo del Re e diventare così Regina dei Sette Regni… Indubbiamente non aveva perso occasione, e aveva accettato questo inaspettato aiuto. “E’ un segno. Il mio regno mi vuole, mi aspetta, e questo ne è la prova” gli aveva detto la mattina stessa in cui aveva convocato il suo primo concilio sul suolo dorniano.
Aveva chiesto a tutti i presenti di proporle un nome: l’impavido uomo che l’avrebbe appoggiata nella sua conquista… un guerriero carismatico e leale alla sua causa… ma di nominativi ce n'erano stati davvero pochi. Varys era scettico riguardo la magia di quella strega; Ellaria e la principessa Arianne si erano scambiate sguardi sospetti, ma non ebbero alcun nome da proporre, nemmeno sembrò balenare nella loro testa, l’idea di riavere indietro Quentyn Martell, il principe dorniano bruciato vivo da Viserion.
-Mia regina, potrei proporti Maekar I Targaryen. – Tyrion provò a elencare le peculiarità del suo suggerimento – Era conosciuto per il grande valore che dimostrò nelle Ribellioni Blackfire. Viene inoltre ricordato per essere un guerriero forte e inflessibile come la roccia… – ma gli occhi di Daenerys non si erano illuminati affatto. Sembrava non sentir necessità alcuna nel far tornare in vita un uomo che avesse già portato la corona. E chi poteva darle torto? Una volta divenuti re e regine difficilmente si restava coi piedi per terra, ma Tyrion cominciava anche a dubitare della strana forma di nociva possessione che Daenerys aveva verso quel pesante fardello e sembrava non avere alcuna intenzione di accettare tregue neanche momentanee. Il Folletto aveva già appurato quanto poteva essere corrosivo e distruttivo quel potere: prima Aerys II Targaryen, poi Robert Baratheon, suo nipote Joeffry, il dolce Tommen ed infine sua sorella Cersei. Tutti loro avevano regnato, con tempi sempre più ravvicinati tra loro, ma erano anche morti in modo atroce e veloce, e dimenticati altrettanto facilmente.
Perciò quando la strega rossa tornò pochi giorni dopo, Tyrion si era sorpreso nel vedere Daenerys così sicura di sé. La regina aveva preso la sua decisione, era chiaro a tutti. Tyrion lo aveva inteso perché aveva intravisto nel suo sguardo la stessa determinazione che le vedeva quando cavalcava Drogon. Il suo drago… uno dei tre…
 
Il Primo Cavaliere era rimasto molto affascinato da quelle splendide creature fin dal primo momento in cui le aveva viste; erano magnifiche in ogni loro maestosa forma. Si era trovato senza parole, quando, nella sua bassa statura, era stato di fronte alla loro imponente presenza, eppure, nonostante ci fossero stati rari momenti nella sua esistenza in cui si era ritrovato senza parole, ricordava perfettamente la strana sensazione allo stomaco che aveva provato quando, qualche giorno dopo l’ultima visita delle Strega Rossa, era entrato nella sala ricevimenti di Water Gardens, il principe Viserys Targaryen; il secondogenito di Aerys II, nonché fratello maggiore della regina dei draghi, con il quale aveva condiviso la prima parte del suo esilio. Quello era l’uomo che Daenerys aveva deciso di far tornare in vita… Da quel momento in avanti, avrebbe presenziato con lei in ogni momento della giornata.
Tyrion era riuscito a stento a trovarla sola e poterle parlare privatamente, quasi come se ora fossero diventati un unico essere vivente. Dove andava l’uno, l’altro lo seguiva. Se Daenerys diceva di essere stanca e si ritirava nelle proprie stanze, chiamava il ritrovato fratello a farle compagnia, e questo non usciva di lì, se non la mattina seguente.
Tyrion fin da subito aveva trovato strana l’assonanza a valido spadaccino, perché da ciò che gli era sempre giunto alle orecchie Viserys Targaryen non pareva mai essere stato un guerriero formidabile, né aveva mai comandato un esercito e neppure si era distinto in epiche battaglie. Dalle notizie che arrivavano da Essos, sembrava essere uno sbarbato spavaldo, addirittura ribattezzato col nome di principe mendicante; era deriso e umiliato da tutti i loro ospiti, da quello che sarebbe dvuto essere il suo esercito per riconquistare il Continente Occidentale. A detta di Jorah Mormont, non aveva forse neanche mai impugnato una vera spada contro qualcuno, se non per minacciare invano un’orda di dothaki nel loro luogo più sacro, arrivando così a mettere a rischio solamente la sua vita e salutando per sempre il regno dei vivi, con una finta corona d’oro che gli aveva sciolto il cranio. Inoltre da quello che diceva il vecchio orso, non c’era così buon sangue tra i due fratelli, dal primo giorno in cui li aveva conosciuti, all’ultimo in cui Viserys era passato a miglior vita con la sua avvolgente corona dorata sulla testa, Viserys non aveva fatto altro che avvilire, intimorire e contravvenire alle parole della sorella minore. Ricordava anche come i termini usati da Illyrio Mopatis sul principe Targaryen, non fossero propriamente incoraggianti a pensare a lui come ad un amorevole fratello o un uomo d’onore, dato che il magistro di Pentos era stato costretto a chiuderlo a chiave la sera prima del matrimonio di sua sorella col Khal, per evitare che la privasse della sua virtù, innescando così l’ira di tutta l’orda.
Per cui la domanda sul perché la regina avesse pensato di rivolerlo al suo fianco, era quanto mai lecita.
Tyrion aveva inoltre finto di credere alle voci, che le sue ancelle avevano diligentemente diffuso, riguardo alla fantomatica relazione incestuosa tra i due fratelli. Di nuovo un incesto? Era stato il suo primo pensiero, rammentando bene ciò che aveva unito Cersei e Jaime per tutti quegli anni. Mia regina, questa volta potevi anche trovare uno scandalo più originale! Il popolo si stanca facilmente delle ridette tiritere… Alla fine però aveva avuto validi motivi a suo sostegno, per trarre la conclusione che quelle notizie non fossero per nulla veritiere, anche se doveva ammetterlo, il legame tra Viserys e Daenerys poteva, agli occhi di molti, risultare equivocabile. Lei indubbiamente sentiva la mancanza di un uomo nel proprio letto, non era difficile da immaginarselo. Aveva sofferto a lasciare Meeren, quella che era divenuta la sua casa, ma non l’aveva mai sentita tale. I liberti la amavano, ma i padroni la odiavano. Eppure lei aveva lasciato una parte del suo cuore lì. L’abbandonare Daario Naharis, il suo amante, l’aveva inavvertitamente resa insicura, come Tyrion non era certo di averla vista mai prima d’ora. Tuttavia, come lei, sapeva che Daario non era l’uomo adatto per stare al fianco di una regina, e se lei era riuscita a prendere quella decisione e a far sopravvivere la sua anima, significava che non fosse stato amore vero. Ma l’idea che Viserys, potesse in qualche modo pareggiare con il mercenario era paradossale, se non inattendibile.
Però c’era anche da sottolineare che l’uomo che indossava quella maschera era caratterialmente differente dai resoconti sul Viserys Targaryen conosciuto. Era troppo taciturno, eccessivamente riflessivo e alquanto cauto per il ragazzino viziato che era stato al tempo e di cui Barristan rammentava ancora qualcosa, ma non era neppure lontanamente vicino al nervoso, arrogante, iracondo e irritabile uomo che, a detta di Jorah, era diventato durante l’esilio.
Effettivamente la morte aveva potuto adempiere su di lui un drastico cambiamento sulla sua indole, ma qualcosa gli aveva fatto avere dei dubbi molto più marcati, fin dal primo istante in cui lo aveva visto. E anche ora che lo osservava, appoggiato alla balaustra della terrazza del solarium che dava sui giardini reali, poteva solo constatare che i suoi timori fossero fondati. Era raro vederlo uscire dalle sue stanze private, se non in compagnia di Daenerys, e ultimamente pure di Aegon, il giovane di cui Varys si era servito per ingannare tutti loro… Fatto quanto mai curioso che prima il principe ne avesse svelato l’inganno, togliendogli quindi ogni possibilità di ottenere la corona, per poi prenderlo sotto la sua ala, obbligando tutti a chiamarlo ancora allo stesso modo, e dandogli gli stessi agi che avrebbe avuto un principe… Aveva però deciso di accantonare per qualche tempo quei ragionamenti sul giovane Griff, promettendosi di riprenderli non appena avrebbe ottenuto una risposta alla domanda che insistentemente gli martellava nella mente.
Dove ero rimasto? Ah sì, Viserys che non lascia mai le sue stanze… Restava rintanato lì come se qualcosa al di fuori potesse danneggiarlo. Aveva avuto la stessa sensazione quando erano entrati nella Sala del Trono per far scendere dallo scranno sua sorella, la Leonessa di Casterly Rock… eppure c’era in lui un vago sentore di nostalgico e dannatamente tragico che non riusciva a comprendere.
Viserys Targaryen indossava una casacca di lino nera, sormontata da un farsetto granata in seta senza maniche, con dei draghi decorati con fili dorati che risalivano dal bordo inferiore e vorticavano in spirali  fino a fermare la loro danza appoggiandosi sulle spalle dell’uomo; il terzo invece gli girava attorno al collo finendo quasi per appisolare la sua testa sul petto dell’uomo. I lunghi capelli argentei si muovevano leggeri nell’aria. Erano legati al centro della loro lunghezza con un semplice fermaglio d’osso di drago lavorato. Se non fosse stata per quella particolare maschera in cuoio che gli ricopriva la parte alta del volto, avrebbe quasi pensato che i Targaryen avessero nel sangue qualcosa di magico che li rendeva perfetti e immortali, come alcune creature che trovava spesso nei libri sulle leggende.
Tyrion lo aveva raggiunto con passo lento e incerto. Non si era ancora ripreso pienamente dalla ferita riportata durante la riconquista dei draghi. In silenzio aveva preso posto non lontano da lui. Lì in quel punto la balaustra era molto alta, ma poteva vedere ugualmente la città dalle feritoie romboidali della ringhiera finemente decorata.
Quello un tempo erano stato il solarium di sua sorella. In quegli ambienti Cersei si era scopata suo fratello Jaime, e tanti altri dopo di lui. Ma diverso tempo prima erano anche appartenute alla regina Rhaella, la madre di Daenerys e di... Viserys.
-Una città quanto mai incantevole, non trovare, mio principe? – la voce morbida e altisonante. Tyrion cominciò quel discorso senza sapere bene come continuare. Aveva solo un pensiero in testa e voleva vedere se i suoi dubbi partivano da solide basi o erano solo sprazzi di cielo limpido tra le nuvole – E’ sempre stato il sogno di ogni ragazzo proveniente da ogni angolo dei Sette Regni, raggiungere la capitale. Io sognavo di vederla per poter entrare nella magnifica biblioteca reale, ed immergere il mio naso nei tomi che ancora non conoscevo… ahimè, ora il naso nemmeno ce l’ho più. – osservò l’alto uomo accanto a lui, sorridendo sarcastico a quella pessima battuta. Viserys non mosse nemmeno un muscolo, così continuò.
-Oppure per conoscere le leggendarie Guardie Reali dal candido onore e dal singolare valore. Indossare l’armatura bianca era un privilegio riservato a pochi, devo ritenermi fortunato ad avere in famiglia un fratello che ha rivestito tale carica. Si diceva che i migliori uomini fossero esistiti durante il regno di vostro padre… - lasciò aperto il discorso per vedere se avrebbe illustrato un suo pensiero, ma ancora nulla.
-E non posso mentire a me stesso, si decanta in tutto il regno pure dei generosi e vari bordelli... Diciamo che in questo ambito volevo averne conferma. – questa volta non si aspettava una sua reazione, per cui riprese a parlare senza attendere oltre – Ciò che ho trovato invece sono stati solo consiglieri corrotti e dalle lingue biforcute; un re troppo grasso da non riuscire nemmeno a trovarsi l'uccello per pisciare... non mi sorprende che mia sorella preferisse altre bionde compagnie... – rise tra sé e sé, ammiccando nuovamente nella sua direzione. Se i suoi sospetti erano fondati avrebbe colto nel segno anche quella piccola allusione. Invece non fu così.
-Delle guardie reali forse il devoto Barristan era quello che si salvava, ma degli altri non so... Incluso perfino mio fratello; tanto forte all’epoca, ma ora non è nemmeno l’ombra del leone che era un tempo. Una grossa delusione… non posso dire altrettanto delle puttane però. Erano davvero soddisfacenti, quando non ti pugnalavano alle spalle, tradendoti pure col tuo stesso padre. – rise ancora, ma questa volta amaramente, la visione di Shae sul letto di Tywin Lannister con addosso la collana del Primo Cavaliere, lo perseguitava ancora. Dove vanno le puttane?
Viserys era rimasto in silenzio per tutto il tempo, continuando a fissare la città sotto al suo sguardo, fu solo quando raggiunse quel discorso che volse la sua attenzione verso di lui, come se si fosse accorto solo in quel frangente che lui fosse lì.
-Non saprei, mio lord. Ero solo un bambino, quando vivevo qui. I miei interessi non erano ancora cosi maturi. – lo aveva sorpreso. Proprio quando pensava che fosse persa ogni speranza, lui aveva deciso di conversare.
-Oh, avete ragione, chiedo la vostra clemenza, principe Viserys. Devo aver sbadatamente confuso un po’ le date... Tendo sempre a ricondurre la vostra regale figura a quella del vostro defunto fratello… Quando invece io e voi, ci passiamo pochi anni di differenza, se i miei calcoli non sono errati. –
-No, vi do conferma di questo. Voi siete nato l’anno prima del torneo indetto da vostro padre  per festeggiare la… mia nascita. – confermò il principe sovrappensiero. Era scaltro, non sarebbe stato facile da cogliere un suo cedimento.
-Già... Com'è cambiata da allora questa città. E' variata pure in quest’ultimo anno che sono stato esiliato... Eppure puzza nella stessa nauseante maniera. – rise guardandolo in tralice.
-Onestamente è una cosa a cui ho sempre pensato pure io. – non sorrise e Tyrion non comprese se quella fosse una battuta o meno. Visto il suo rinnovato interesse per i dialoghi, decise che era il momento opportuno per affondare la lama.
-Dite che è per questo che Rhaegar scelse l’assolata Dorne per la sua algida lady? – il principe sembrò rabbuiarsi e si richiuse a riccio – Oppure pensate che vi sia un motivo più recondito dietro? –
Viserys voltò lo sguardo nuovamente su di lui, bloccandolo con quell’espressione imperscrutabile.
-Non ho idea di ciò che passasse per la testa di mio fratello maggiore… non ci parlavamo poi molto. – affermò più abbattuto che adirato. E la cosa gli sembrò alquanto strana.
-Ammiravo i vessilli del drago, sventolare sulle mura della città… dominando di nuovo… esattamente come fu all’epoca di vostro padre… al che mi interrogavo sul vostro antico sangue… e al significato di quello stemma. –
-Rappresentano metaforicamente i tre draghi che fondarono tutto questo: Aegon, Visenya e Rhaenys; i primi re Targaryen della storia dei Sette Regni. – Viserys sembrava essere molto informato sull’argomento e Tyrion si finse invece volutamente più umile.
-Le Tre Teste del Drago, come ho fatto a non pensarci… ho letto qualcosa al riguardo. –
-Già, così vengono chiamate. – sembrò essere tornato ombroso e ancora Tyrion si scervellò per dargli un impulso e arrivare alla meta prefissata.
-Deduco quindi che voi e vostra sorella rappresentiate i loro adeguati discendenti… ma ne mancherebbe ancora una… - un'altra volta guardò verso l’alto per incrociare il suo volto, che però il principe volse oltre il parapetto.
-Per quanto riguarda Dany, vi posso dare pienamente ragione. Lei è certamente una delle Tre Teste del Drago. Ha risvegliato le uova ridotte ormai a semplici pietre, ha attraversato le lande conosciute per tornare a riprendersi le terre appartenute per secoli alla nostra famiglia. Si dice sia immune al fuoco e cavalca Drogon… Ed è riuscita a sopravvivere indenne fino ad ora. – fece una pausa calcolata – Per quanto riguarda me… beh, con ogni probabilità era già segnata la mia disfatta, prima ancora che si posizionassero le pedine sulla scacchiera. – emise un sospiro dal naso.
-Quindi pensate di non essere uno degli eletti? – Tyrion rimase attonito da quella sua visione pessimista di se stesso. Appariva sotto ogni aspetto insicuro e inadatto; cosa che fino a quel momento non era mai trasparito dalla sua figura.
-Potrei affermarlo con esattezza. Sono morto e solo la benevolenza di mia sorella mi ha ridato la vita. Non posso credere di avere anche un ruolo oltre a quello che già lei mi ha affidato. I discendenti delle Tre Teste del Drago devono essere altri. – appoggiò entrambe le braccia sulla balaustra e giunse le mani tra loro.
-Poniamo di escludere voi dall’eredità… chi sono allora le altre due? – quel discorso aveva involontariamente preso una strana piega, ma ciò lo intrigava in maggior misura. Viserys non rispose e si fece ombroso, perciò Tyrion riprese la parola.
-Se permettete, vorrei esporvi una teoria, magari sciocca, lo ammetto, ma è da un po’ che mi gira per la testa… – quelle parole attirarono la sua attenzione, tanto che gli fece un cenno con le mani perché la presentasse.
-Sappiamo che dopo pochi anni dalla tragedia di Sala dell’Estate, rimasero solo tre Targaryen in vita. Aerys, vostro padre, meglio conosciuto come il Re Folle; Rhaella, la sua delicata e bellissima moglie e… Rhaegar, vostro fratello maggiore. Potremmo dire che le tre teste del drago da quel momento in avanti fossero loro. – Viserys si umettò le labbra come contrariato da qualcosa, ma continuò ad ascoltarlo concentrato, Tyrion prese coraggio e si cimentò nel mostrare al sua idea – Dunque, il mio pensiero è questo: sappiamo che Aerys e Rhaella ebbero solo tre figli che sopravvissero fino alla maggiore età, escludendo i ripetuti aborti della regina, vostra madre, o le morti in culla dei vostri fratelli. Per cui torniamo al numero tre. Avremmo avuto Rhaegar, voi e per terza vostra sorella Daenerys; da qui sembra logico pensare che foste destinati ad essere voi i tre discendenti. Ma la notevole differenza d’età, e, ahimè, la prematura morte di vostro fratello durante la battaglia sul Tridente, cambiò forse le carte in gioco. Eppure in quel momento Rhaegar aveva generato già due eredi, per cui avrebbero potuto essere vagliati anche loro nell’ipotetica lista… Ripescando come papabili attendenti, solo gli ultimi nati torniamo al numero tre; dove una nuova dinastia vedeva in voi e nei figli di Rhaegar il riflesso degli antichi avi, che guarda caso avevano gli stessi nomi. Probabilmente uno scherzo degli dei, volle che voi nasceste maschio invece che femmina, e quindi questo poteva anche portare a pensare che i più adatti fossero coloro che erano in pratica coetanei tra loro; pertanto i giovani Rhaenys, Aegon e Daenerys sembravano essere esattamente le tre presumibili nuove teste del drago. – gli fece un’espressione eloquente – Solo in questo caso vi avrei escluso, dato che avevate già un’età superiore rispetto a loro e a quanto pare avevo ragione a non prendervi in considerazione dato che avete raggiunto i vostri avi durante l’esilio. –
-Come già vi dicevo precedentemente. – annuì col capo – Ma sono costretto ad esporvi che già in partenza la vostra ipotesi ha una falla: dopo la Tragedia di Sala dell’Estate non restarono solo tre Targaryen in vita. – gli rivelò.
-Maestro Aemon, certo… alla Barriera. – convenne prontamente Tyrion – Ma, mi risulta, avesse già rinunciato al suo retaggio il giorno in cui gli venne proposto di tornare per indossare la corona del padre; corona che poi andò al fratello minore Aegon, conosciuto come il Quinto del suo nome. –
-E sostanzialmente troppo anziano. – Viserys aggiunse – Tuttavia la sua saggezza era di grande valore sia tra i Guardiani della Notte, sia anche… nelle lettere che spediva alla capitale sotto forma di consigli… Come fate a sapere di lui? – Viserys sembrò cambiare all’ultimo il finale della frase, Tyrion non se lo lasciò sfuggire.
-Ho avuto modo di conoscerlo quando andai alla Barriera per diletto. – specificò – Era molto avanti con l’età. Pieno di rughe, coi capelli bianchi, cieco e curvo, ma la sua mente era ancora forte e salda. Mi spiace sia morto di recente. I Guardiani della Notte hanno perso un grande pilastro… come anche i Sette Regni, quando persero il loro principe. Rhaegar era beneamato dal popolo. –
-Lo sarebbero stati anche i suoi figli, ma non venne dato loro alcuna possibilità di salvezza, seppur fossero solo dei bambini innocenti. – si rabbuiò caparbio, le dita serrarono la balaustra come artigli di una belva – Seguirono invece il destino dei loro genitori. – affermò quelle parole con difficoltà, la voce gli divenne roca e adirata, come se in lui si fosse svegliato un antico dolore represso. Tyrion ebbe quasi conferma dei suoi sospetti e inumidendosi le labbra, continuò l’esposizione dei suoi pensieri.
-Nulla a levare alla sua nobiltà d’animo, al suo onore e al suo valore. Vostro fratello era un uomo che aveva la fedeltà ed il rispetto di molti a corte, compreso quello di mio fratello Jaime. L’ho sempre sentito nominare il precedente Principe Drago con velata angoscia e placido riserbo. Aveva grande considerazione per lui, me lo disse sempre… eppure la mia teoria purtroppo avrebbe una seconda falla, se lo calcolassi pure io un uomo perfetto come tutti sembrano raffigurarlo. –
-A cosa alludete? – Viserys sembrò sospettoso e quanto mai interessato, voltò interamente il capo per guardarlo dalla sua tremenda altezza.
-Dico solo che… non è forse possibile che vostro fratello avesse generato un terzo figlio… un bastardo magari? – notò che si era immobilizzato e capì che forse aveva colto nel segno – Se le mie supposizioni fossero esatte, allora anche vostro fratello generò tre eredi… Rhaenys, Aegon e questo presumibile bastardo. – si costrinse a nascondere un ghigno appena lo vide riportare lo sguardo oltre la ringhiera.
-Non lo credo ad ogni modo… possibile. – la sua voce era affilata, quasi stesse facendo menzione di un abominio – Le fondamenta su cui basate questa ipostesi sono quanto mai deboli. –
-Deboli? – domandò sbigottito allargando i suoi braccetti – E’ stato più di un anno alla Torre della Gioia con la bella Lyanna Stark per farci cosa, secondo voi? Intonare melodiose composizioni con la sua arpa e parlare della fugacità della vita di fronte ad un caminetto acceso? – fece una pausa calcolata – Non siate così moralista, ampliate di più la vostra mente e capirete che non sto dicendo fesserie. – portò in alto un indice e se lo prese con le due dita dell’altra mano – Umilia pubblicamente la propria moglie ad un torneo. – alzò ora anche il dito medio e prese anche questo alla stessa maniera – Attende quasi un anno per tornare a cercare la sua giovane fiamma, la rapisce e… dove porta la sua amante? Nel regno dove esercita il potere la famiglia di sua moglie… Per favore, non sono un pivello, né un credulone. Possono anche darla a bere ai fessi della corte di Robert, ma non certo a me. – rise sarcastico – E sempre che lui non fosse uno scellerato, come lo era di certo vostro padre, dubito che abbia agito senza pensare, né che sia stato graziato dalla sfacciata fortuna degli dei! Tra le guardie al suo servizio aveva il principe Lewyn Martell, nonché zio di sua moglie, che non mosse un muscolo quando seppe delle sue azioni, e dubito fortemente che non sapeva dove fosse diretto… chi credete gli abbia offerto un lasciapassare per Dorne? Per non parlare di Arthur Dayne. Pure lui sembra non avesse avuto alcuna reazione ai comportamenti improvvisamente imprevedibili e azzardati del principe drago, e, seppur fosse dorniano, anche la Spada dell’Alba non sembrò avere alcun riserbo per il comportamento che ebbe al torneo il suo signore. Per quanto avessero giurato fedeltà al re e dovessero a lui tutta la loro lealtà, temo che avrebbero quanto meno provato a minacciare il principe ereditario, o comunque provato a difendere in qualche modo la loro principessa. – fece una seconda pausa ad effetto – Ho avuto il piacere di conoscere il principe Oberyn Martell. Credeteci, se vi dico che serbava ancora forte rancore per la morte di Elia e dei suoi nipoti. Dubito quindi che Lewyn Martell potesse lasciar correre la cosa e dubito ancor di più che seguì vostro fratello Rhaegar in battaglia morendo al suo fianco, se pensava che avesse fatto un danno così grave a sua nipote. –
-Le spade bianche da sempre non hanno alcuna facoltà di giudicare le azioni dei membri della famiglia reale. Se anche avessero avuto da obbiettare relativamente al loro operato, dovevano mordersi la lingua e rispettare le volontà del re. – sostenne le sue parole muovendosi dalla balaustra e camminando verso il centro del solarium. Si voltò improvvisamente e lo fissò in volto – Mi sembrava stessimo parlando delle tre teste del drago, non della lealtà delle guardie reali! – Viserys digrignò i denti e Tyrion preferì tornare sul precedente argomento. Aveva già capito che non era mai bene far innescare la miccia di un drago.
-A dire il vero, stavo riflettendo sul presunto rapimento che Rhaegar attuò ai danni della giovane Stark. Se l’avessi rapita io, per portata nelle terre più remote del continente, torturarla e stuprarla, non avrei certo rinominato quel luogo in un modo tanto grazioso e raffinato, non pensate? – Viserys rimase sbigottito dal suo acume, ma volle comunque far cadere il castello di sabbia.
-Magari era folle proprio come sua maestà. – azzardò, ma quando affermò l’epiteto riferito al proprio padre, qualcosa in Tyrion gli fece fare una strana associazione con l’astio che pure lui aveva sempre provato per l’uomo che lo aveva generato.
-Tuttavia non state ipotizzando che sia un’idea del tutto folle, ma intelligentemente cominciate a supportare il pensiero che vostro fratello potesse aver generato un bastardo. – schioccò la lingua compiaciuto del risultato – Dopotutto non sembrava avere difficoltà a procreare eredi; nel giro di due anni la gracile principessa Elia, gli aveva sfornato già due figli; e se le voci sono corrette, e pare proprio che lo siano, rimase diverso tempo con la lupa del nord. Uno stupro, se davvero di questo si trattava, porta nella maggior parte dei casi al concepimento di un figlio, e dimostrazione vuole che i lupi non abbiamo mai avuto problemi a figliare. Guardate Ned Stark, ha avuto cinque figli da lady Catelyn Tully, e prima di lui Rickard Stark ne ebbe quattro legittimi. –
-Potrei anche concordare con voi, non ho certezze del contrario; ma dalle parole di Ser Barristan, mio fratello non sembrava un uomo di simile fattura. Se esistesse un suo erede illegittimo, potrebbe aver avuto la stessa sorte dei figli che al contrario portavano il suo nome. –
-I due figli avuti dalla principessa Elia Martell morirono, questo è un dato di fatto… il dubbio che almeno uno dei due fosse scampato a quell’orribile sorte è giunto anche a me, quando venni mandato nell’imbarcazione del giovane Griff, che puntigliosamente voi avete salvato e ora pretendete che tutti lo chiamino Aegon… fatto quanto mai strano dato che non viene però anteposto alla legittimazione rispetto a vostra sorella. Inoltre Dorne ci ha voluto far credere che fosse davvero il figlio di Elia… mi domando che interesse poteva mai avere Doran Martell nel far diventare re un impostore? – andò al tavolino e si versò del vino – Mi è stato detto che è merito vostro se è stata sventrata questa minaccia interna, eppure nessuno ancora mi ha rivelato come abbiate fatto a smascherarlo… - quello era ancora un dubbio a cui non aveva avuto risposta; quello e gli interessi dei Martell su quel giovane.
-Chiedete alla regina. Lei ha dato ordine che non trapelasse alcuna parola delle vicende. – rispose brusco il principe – Per quanto indagherete, non avrete altra delucidazione, né da parte mia, né da tutti gli altri testimoni. E non pensate di poter corrompere un dorniano. Ellaria Sand vi tiene d’occhio. – Tyrion rimase ad osservarlo dubbioso per un lungo istante.
-Quella mi vuole morto, in quanto Oberyn è stato ammazzato per difendere la mia causa, e ha trovato lui stesso la morte. Potete star tranquillo che non mi aizzerò contro una vipera del deserto. – non dovette nemmeno fingere che il suo interesse per quella questione era sedato dentro un’oscura caverna che non aveva alcun attrattiva ad aprire. Ma era certo che prima o poi, avrebbe trovato qualcuno che gli avesse parlato di quell’evento, e della verità che si celava dietro. Con un bel gruzzolo di denaro in mano tutti svuotano il sacco! – Ma torniamo a noi. Parlavamo del bastardo di vostro fratello… -
-Ipotetico, opinabile e irreversibilmente morto. – lo corresse lui nervoso.
-E se invece il suo terzo erede fosse vivo e vegeto, nascosto in qualche parte del continente occidentale? – Viserys lo scrutò in silenzio versandosi da bere e assaporando il vino speziato. Volteggiò il calice, creando un turbine di liquido rosso e rimase ad osservarlo ruotare impensierito per lungo tempo, tanto che Tyrion considerò che non avrebbe più parlato.
-Se anche fosse come dite… sarebbe come cercare un ago in un pagliaio. – sembrava calcolare bene le parole come valutando che la sua ipotesi potesse anche avere un minimo di credito. Alla fine però abbassò il capo e lo scosse in segno di rassegnazione.
-Ne siete davvero convinto? –
-Il seme Targaryen è recessivo. – rispose il principe riflessivo. Tyrion non si lasciò demordere.
-Ragioniamo un attimo sulla genetica della vostra famiglia. Pare che solo se vi unite tra consanguinei i tratti dell’antica Valyria rimangano intatti, lo stesso avviene se unite la vostra stirpe con i Velaryon, i Dayne, o qualche altra famiglia il cui sangue valyriano scorre ancore forte. Tuttavia se vi accoppiate ad altre casate dei Sette Regni, pare chiaro che il vostro seme desista. Anche se questa legge non sembrerebbe essere supportata dalla nascita di Aegon, a detta degli annali aveva stranamente i tratti dell’antica Valyria… – Tyrion ghignò maligno; avrebbe voluto porre una seconda domanda, forse più piccante di quella che davvero stava per fare, ma non voleva ampliare ulteriormente quel discorso – Poniamo dunque che quello sia stato un caso isolato e non tergiversiamo oltre; il bastardo in questione però dovrebbe avere i tratti della madre. Degli Stark quindi. – attese paziente un suo responso che non tardò ad arrivare.
-Come voi dite. Per cui sarà quasi impossibile da trovare, dato che il suo aspetto differenzia dal classico aspetto di un discendente di Valyria e potrebbe essere un anonimo ragazzo, sperduto dovunque nei Sette Regni. – dalla sua voce si denotava un certo fastidio per quell’argomento.
-Potrebbe… oppure no. – attirò nuovamente la sua attenzione, pendeva dalle sue labbra, sorrise sornione – Non vi sembra strano che a Winterfell esista proprio un bastardo che guarda caso è nato esattamente nello stesso anno in cui morì Lyanna Stark? E destino vuole che terminata la guerra, sia stato portato a nord da Ned Stark con una donna delle terre di Dorne… – Viserys sembrò riflettere su quell’argomento per qualche istante – Da dove veniva quel bambino? Possibile che Ned lo avesse concepito in una tenda con una puttana tra una battaglia e l’altra? I più direbbero che è così… Ma se davvero così fosse stato, sarebbe accaduto a inizio guerra, e lui si trovava alle terre dei fiumi, non tanto distante da dove aveva lasciato la sua sposa che in grembo portava il suo erede legittimo… Perché quindi portarsi dietro quella puttana fino a Dorne, dove pare avesse usato solo un manipolo di uomini per liberare sua sorella? Altri dicono che è da Dorne che torna col cadavere della sorella e con un bimbo in fasce… se è così, quando mai ci è stato lui a sud se non nelle ultime settimane e a guerra finita? – notò che Viserys si era portato l’indice a coprire la bocca di traverso, e giocava col pollice passandoselo sotto al mento. Stava riflettendo sulle varie ipotesi.
-Pensate quindi che il Lupo Bianco possa essere il figlio di mio fratello…? – Tyrion si strinse nelle spalle e sorrise con aria compiaciuta.
-Ho conosciuto Ned Stark e non mi sembrava proprio uno che andasse a puttane… né che avesse il fegato di tradire la moglie e mettere al mondo dei bastardi. Eppure ho avuto modo di parlare col giovane Snow, gli assomiglia molto fisicamente, ma il temperamento che ha, non sembra lo abbia ereditato da lui. All’epoca non mi feci domande, ma ora… direi che anche un piccolo ed inutile dettaglio come quello, sembra carico di significato. – fece dietro front e prese congedo da lui, sapendo di aver innescato il tarlo del dubbio nel principe drago. Quello vero però.
 
 
 
 
 
Il dubbio era fatalmente nato, e accostato alla mistica frase di Lady Melisandre, poteva anche rivelarsi realtà effettiva. Rhaegar strinse i pugni sulla balaustra di marmo del terrazzo esterno, i suoi occhi puntarono a Nord, come se nel suo campo visivo oltre i tetti e le mura di Approdo del Re, potessero mostrarsi le bianche distese e le vette delle torri di Winterfell, come spesso la sua lady gli raccontava prima di addormentarsi tra le sue braccia. Lyanna…
-Ancora a pensare alla vostra milady dolce? –
Milady dolce…” era il vezzeggiativo che Aegon usava per riferirsi a Lyanna al fine di non svelare la vera identità del principe… Da quando aveva scoperto che la sua amata lo aveva tenuto in braccio e cullato quando era ancora in fasce, amava chiamarla con quel termine quasi la considerasse una sua seconda mamma.
La voce del ragazzo lo risvegliò da quei pensieri. Rhaegar sentì quella tipica puntura sul petto, dove Robert aveva colpito con forza. Quando si voltò vide quegli occhi viola intenso brillare alla luce del sole. Vestiva una camicia bianca ed un paio di brache rosso mattone; sembrava un angelo sceso in terra. I capelli della frangia sorretti da una fascia sulla fronte, sulla pelle chiara era abbozzata una lieve tintarella, ma l’olio ai lamponi, che vi aveva spalmato sopra, evitava qualunque scottatura. Quasi certamente aveva chiesto l’intervento di una serpe delle sabbie; non doveva nemmeno domandarsi quale… In mano aveva due spade da allenamento
-Dany mi ha detto che ti avrei trovato qui… - gliene lanciò una e Viserys la prese al volo. Aegon lo guardò circospetto e valutò ogni alternativa – Ho incrociato il nano Lannister che usciva… -
-Chiamalo col suo nome, Aegon. – lo ammonì, ma non con voce grave. Non riusciva ad essere duro con lui, nemmeno quando osava troppo. Si tolse il soprabito e volteggiò l’arma per constatarne l’equilibrio.
-E va bene, per lui posso fare un’eccezione visto che mi ha sempre trattato bene. Scusami. – l’espressione mortificata sul suo volto durò tre secondi esatti, prima di mutare in un sorriso smagliante che deformò ineluttabilmente la sua guancia. Nello stesso istante si spogliò della camicia, restando con addosso solo i pantaloni di pelle rossa scura; tipico comportamento sfacciato e superbo che aveva visto fare anche agli uomini dorniani. Rhaegar fu costretto a distogliere lo sguardo per non soffrire troppo – Non dirmi che ti stia intrattenendo con lui ora, per compensare alla solitudine… ti manca forse il denaro per andare in un bordello? – il tono malizioso del giovane lasciava trasparire benissimo l’allusione reale che stava balenando nella sua mente. Rhaegar scosse il capo e abbassò gli occhi. I muscoli del suo petto erano ben definiti, come anche quelli delle spalle e delle braccia. Per l’altezza che aveva, sembrava non aver ancora completato la sua crescita.
-Se osi ancora insinuare una simile inesattezza, da domani ti chiuderò nelle tue stanze sotto serrata sorveglianza e non ti permetterò più di accedere a quelle di mia sorella. – lo ammonì con un sorriso dolce – Né a quelle delle serpi. – lo vide spalancare gli occhi, incredulo.
-Te lo ha detto Dany…? – si preoccupò il giovane, ogni baldanza era fatalmente sparita.
-No, Daenerys per fortuna non sa nulla e mi premunirei per la tua incolumità che non lo venga mai a scoprire. – gli suggerì – E’ fortemente possessiva e non credo ami condividere le sue cose, nemmeno con quelle che ora si fingono essere semplicemente delle sue damigelle. –
-Beh, sono brave a fingere… e poi la bionda dagli occhi azzurri ha un insano uso di veleni che potrebbero sempre tornare utili… - stava per argomentare, ma bloccò sul nascere ogni sua idea.
-Aegon. – questa volta usò un tono più intimidatorio e si trattenne a stento dall’alzare gli occhi al cielo – Spero tu non stia programmando una vendetta personale… te lo proibisco categoricamente! – ingrandì gli occhi per imporre la sua parola – Né mi auguro che tu voglia narcotizzare mia sorella al fine di permetterti momenti con la tua serpe prediletta. –
-Possibile che a te non sfugga mai nulla? – Aegon esasperato, aveva portato una mano dietro il capo e si era ravvivato i capelli, impensierito dal suo acume.
-Non sei il primo con l’ardore nel sangue che devo ammansire. – gli sorrise. Decisamente non riusciva a tenere il broncio con lui – L’altra notte sei stato nelle stanze di mia sorella. – Aegon aprì la bocca per dire qualcosa, ma lui lo anticipò – Non riuscivo a dormire e sapevo che ti avrei trovato da qualche parte per i corridoi del castello. Data l’ora, pensavo fossi di ritorno, così ti sono venuto incontro. Ero dietro una colonna, quando ti ho visto uscire dagli alloggi di Daenerys, con lei… di solito torni nelle tue stanze prima che il sole sorga, ma questa volta non l’hai fatto. –
-Impressionate… - lo guardò ammirato portandosi le braccia conserte al petto – Ma come fai? –
-Ero nel luogo sbagliato, al momento sbagliato. Ma era da giorni che avevo intuito qualcosa… per tua sfortuna sono fin troppo empatico. – sorrise appena e si sedette sul gradino della fontana, facendogli cenno di fare altrettanto. Lui ubbidì come un cucciolo mansueto – Vuoi parlarne? –
-Cosa dovrei raccontarti? – si adombrò – Sono discorsi che si dovrebbero fare tra padre e figlio, ma… -
-Ma Jon non era un padre capace di tali efficienze, immagino. – il ragazzo alzò le spalle per annuire – Posso provare ad essere quel padre che ti è mancato… anche se attualmente, per l’età che ci differenzia, ti posso apparire unicamente come un fratello maggiore. – fu la sua risposta e a quanto pare fece breccia nel suo intimo.
-Ora sono adulto, dovrei sapere quello che faccio… ma non è così.  – scrollò le spalle abbattuto.
-Sei cresciuto esteriormente e intellettualmente, ma la vera crescita spirituale di un uomo è anche in ambito sessuale; e a quanto pare hai trovato la tua strada. – Rhaegar in molti versi rivedeva se stesso in lui; Jon aveva fatto tanto per quel ragazzo, per farlo assomigliare al ricordo del principe d’argento che aveva; come esattamente lui era un tempo. Ma aveva commesso lo stesso errore che le persone dell’epoca avevano fatto con lui; l’aveva tenuto preservato per un lungo periodo di anni, e invece di recargli un bene, ne aveva fatto un danno al quale Rhaegar ora voleva rimediare.
-Sì, sono un uomo a cui piacciono le donne… - farfugliò il ragazzo prendendo coscienza di sé – E ho alcune necessità… che lei soddisfa appieno. – ammise infine.
-Non è solo quello, Aegon. Per quel genere di esigenze ci sono i bordelli. – gli mise una mano sulla sua per incoraggiarlo a far uscire i suoi sentimenti – Hai atteso appositamente l’alba per averla accanto al tuo cuore… - gli passò un braccio attorno alle spalle, ed il giovane appoggiò allora la testa sulla sua spalla.
-Hanno fatto venire lei nelle mie stanze a Dorne, per accertarsi chi fossi realmente: me lo ha svelato ieri sera. Lei sapeva… tutti sapevano, l’unico all’oscuro ero io. – la voce tremante.
-Ma lei da quel momento ha portato il sole ed ha illuminato la tua vita… non è forse così? – vide i suoi occhi illuminarsi. Sentì nel cuore un lieve tepore a quella tenera visione – Ama, Aegon. Fallo intensamente, con ogni fibra del tuo essere. Dille ciò che provi e rendila tua. Hai tutti i diritti per poterlo fare. – gli consigliò.
-A lei non importa diventare principessa… lo è già in parte… e lo è ai miei occhi. – la sua voce era un’ammissione di dolore.
-E allora falla diventare tua regina. – furono parole che gli uscirono senza quasi nemmeno pensarci. Aegon si scostò da lui, strabuzzò lo sguardo studiando la sua maschera e manifestando sconcerto nella sua espressione.
-Ma erano queste cazzate che dicevi a milady dolce? –
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Sto quasi pensando che qualcuno mi stia facendo il malocchio, tante sono le cose che mi sono capitate in quest’ultimo periodo e che mi hanno quindi rallentata nella pubblicazione di questo capitolo. Prima la sinusite che mai ho avuto in tutta la mia vita e che mi ha bloccata in pratica mezzo volto dandomi poi anche un mal di testa atroce che mi pareva essere Oberyn Martell tra le mani della Montagna, tanta era la pressione che avevo attorno agli occhi e che quindi non mi permetteva di stare al pc per troppo tempo. Poi mi è arrivata una tendinite alle prime due dita della mano destra, che uso per tutto, perciò sono stata costretta a riposo con una benda (come vi ho mostrato in foto alla Torre) che oltretutto mi faceva più male che bene perché sì ok mi teneva ferme le due dita dolenti, ma mi stringeva anche le altre e alla fine mi svegliavo la notte per le fitte che sentivo un po’ dovunque. Seppur non sia ancora passata e periodicamente torna più acuta al risveglio del periodo freddo, mi sono pure subita una perdita della voce a causa di una laringite… e diciamo meno male a sto giro era la gola ed ero quindi libera di scrivere più tranquillamente, peccato che per scrivere (o correggere in questo caso) mi devo isolare mettendomi gli auricolari… il problema è che senza voce stavo proprio isolata completamente e con una famiglia e una casa da mandare avanti dovevo puntualmente alzarmi per andare a sistemare qualcosa, o semplicemente farmi capire a chi di dovere con i gesti, quasi fossi un mimo (anche se a volte mi figuravo in testa più l’idea di essere un ninja!).
 
Ma torniamo a noi e parliamo di questo capitolo. Innanzitutto sono molto contenta di questo episodio, rispetto al precedente mostra un momento del passato dei Targaryen anche se Daenerys non appare per niente, quindi dovremmo dire solo di Rhaegar. Ma a presentarcelo è Tyrion che fino ad ora non mi ero mai sentita di usare perché seppur io lo ami molto come personaggio non ero certa di saperlo rendere, per cui la prima cosa che vi chiedo è: sono riuscita appieno? Ho reso la sua persona?
Dato che per far emergere Rhaeagr dal finto Viserys si deve parlare di profezie o di sentimenti, Tyrion approfitta della prima argomentazione per innescare la seconda al fine di interagire con lui. Ah, come avete letto il folletto non conosce la vera identità del principe perché quando questo si era svelato nella sala del trono, lui era assente per le ferite riportate durante il combattimento con Jaime e Cersei. E come ha espresso anche in questo capitolo non è riuscito a trovare, né pagare, nessuno per farsi passare informazioni. Non saprei darvi una ragione valida di questa scelta, ho fatto così, punto e basta, e oramai era impossibile tornare indietro, quindi ho dovuto solo che adeguarmi, ma ovviamente come avevamo già visto in Dance of Dragon, se è riuscito a scoprire la (presunta) vera identità di Young Griff, non poteva farsi scappare anche la vera identità dell’uomo che si finge Viserys, solo che da bravo stratega il nano non svela tutte le sue carte e gioca d’astuzia, ponendo prima dei quesiti e facendo ragionare il principe su concetti filosofici e profetici, ricordando un po’ lo stesso modo in cui ha dato dei consigli a fAegon per conquistare il cuore di Daenerys offrendole su un piatto d’argento già molte terre annesse, piuttosto che presentarsi da lei a mani vuote.
 
Ovviamente il discorso non può non cadere anche su un ipotetico terzo figlio e vi dirò in realtà questa ipotesi è stata la prima che mi era sorta quando Robert affermava che Lyanna era stata stuprata chissà quante volte da Rhaegar Targaryen… insomma in automatico ti sei dato del ramoso! Ed è quindi logico pensare che se sta poveretta (si poveretta proprio! :-P ) è stata per tutto questo tempo in simili circostanze con un uomo… e poi Ned sale a nord con un pargolo… possibile che nessuno mai abbia presunto chi fosse realmente Jon? Ora io non mi reputo certo Sherlock Holmes ma diciamo che è stata la prima cosa che ho ipotizzato sulla morte di sta donna e caso strano a Jon mancava la madre… sapete: 1+1=2 … R+L=J.
Quindi ora capite che Rhaegar già era titubante a schierare un esercito ai confini del regno del Nord per non volersi inimicare gli Stark attuali, ora ha pure il sospetto che il Re del Nord possa essere quindi suo figlio. Ma ovviamente non ha alcuna certezza, e questa certezza l’avrà in uno dei primi capitoli che avete già letto (sempre di Cronache) in cui parlava con Lyanna a Harrenhal (che in quel periodo ancora si fingeva Arya Stark) e le chiede di parlargli di Jon Snow. Insomma ora si capisce perché in quel momento era così interessato a sapere dell’altro monarca.
 
Ma arriviamo anche all’ultimo pezzo, forse quello che mi ha maggiormente intenerita e divertita di più. Ero partita con l’idea di inserire un'altra scenetta con Daenerys che da brava sorella andava a coccolarsi il fratellone, ma presa dal momento le dita sono andate per i fatti loro e hanno invece inserito Aegon. Che notiamo ha una certa baldanza e sicurezza di sé, maggiore di quella che avevate visto in precedenza o che avete potuto leggere dai libri (dove però Jon Conninton faceva notare il caratterino del ragazzo). E’ certo che ora lui sappia qualcosa in più sul suo passato, questo probabilmente appare ovvio, ma ancora non è stato svelato cosa. Ha instaurato un rapporto molto profondo con Rhaegar quasi da considerarlo lui stesso un fratello maggiore o forse qualcosa di più. Mi piacciono loro due assieme perché in qualche modo rivedo forse quel rapporto che poteva anche esserci tra Jon Connington e il principe ereditario, un qualcosa nato tra le mura di quel castello che celava atrocità e malefatte, ma che ora invece i draghi superstiti stanno cercando di evitare in tutti i modi. E Aegon sente quasi che in quelle stesse mura, dove sua madre morì, lui riesca a vederci dell luce positiva e possa arrivare a considerarle casa sua, ma non tanto per l’edificio che rappresentano (perché ricordiamoci se Elia è sua madre, lì ci è morta, stuprata e violentata e poi uccisa, come ben ci fa ricordare Oberyn! Quindi per lui quel luogo non è il massimo della gioia) però sono le persone che ci vivono a renderlo un luogo accogliente e ospitale. Come abbiamo già visto ha con Dany un bel rapporto, con Rhaegar lo vediamo spontaneo e pure spiritoso… ma proprio dal loro discorso traspare dell’interesse verso una giovane dama… Chissà di chi stanno parlando? E se ve lo dicessi ora sarebbe troppo semplice!
 
Quindi appuntamento alla prossima puntata, che se funziona come Benjen in Tales che è rimasto appeso a quel balcone per 5 capitoli possiamo stare anche belli freschi visto le rigide temperature di sto periodo!
 
Grazie a tutti per esserci ancora, grazie per avermi aspettata e a chi mia ha messo tra i preferiti e mi recensisce! Grazie alle belle parole che mi rivolgete alla Torre! E grazie soprattutto per l’affetto che continuate a darmi!
   
 
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