Voglio che tu venga a vivere con me,
e a morire con me, e tutto con me.
(Vladimir Nabokov - Lolita)
~ Irraggiungibile ~
“Possiamo vivere notti illuminate,
eterne promesse in fondo a piste sterrate.
Possiamo fare mezze maratone
per raggiungere il tuo cuore irraggiungibile …”
eterne promesse in fondo a piste sterrate.
Possiamo fare mezze maratone
per raggiungere il tuo cuore irraggiungibile …”
La linea virile del suo profilo si staglia nitida contro il velluto scuro della poltrona.
Albus siede tranquillo, avvolto dall'atmosfera soffusa e quieta della stanza; la sua chioma fulgida riflette i baluginii vermigli del focolare, e splende nella penombra simile a una fiamma vivida e guizzante. Lo osservo allungare le gambe davanti a sé, fino a sfiorare con le punte degli stivali la grata spessa e rovente del camino; assorto, quasi distaccato, si versa dell’idromele e lo assapora con calma, a piccoli sorsi, le spalle dritte e le dita affusolate chiuse attorno al sottile stelo del calice. Il suo sguardo è fisso nel braciere, e delle braci rispecchia il medesimo fascino, magnetico, ardente, inebriante; un sorriso appena accennato ne increspa le labbra finemente cesellate, e dona al suo volto fiero e traboccante di vita una forte aura di sicurezza, di piena consapevolezza di sé.
Sebbene il mancato contatto con quei suoi splendidi occhi provochi in me un dolore acuto, insopportabile, divorante, non voglio – non posso – smettere di contemplarlo: ha la grazia altera e l’eleganza innata di un re, e la bellezza immota e misteriosa di una rosa scolpita nell’alabastro.
«A che pensi?» chiedo, d’un tratto, incapace di resistere oltre.
Si volta piano verso di me, un lampo divertito nelle iridi color tempesta.
«E da quando Gellert Grindelwald ha bisogno di chiedere per scoprirlo?»
Da quando sento che sei lontano, e mi sfuggi, come un grumo di neve fresca che si scioglie tra le dita.
«A volte mi sembri così… irraggiungibile» rispondo, portandomi un poco più vicino a lui. Ed è in questi momenti che ti desidero, immensamente, e voglio tenerti prigioniero nella stretta delle mie braccia, per farti respirare in me, e vivere in me, e morire in me.
È confuso, adesso. Ferito, forse.
«Irraggiungibile, per te? Mai.»
Tende le mani e, guidato da un istinto sicuro, le posa, palmo contro palmo, sulle mie.
Il suo tocco è una scossa elettrica, delicata ma inconfondibile. Avverto le pulsazioni d’energia divampare in noi, come folgori vive, e percepisco il potere che serpeggia in entrambi, da me a lui, in tutto il corpo – sulla fronte, alla base della gola, sotto la pelle, nel profondo del cuore.
Lentamente, i miei pensieri cominciano a fondersi con i suoi, limpidi, uniti, quasi fossimo una sola mente, un solo essere, immersi in un calore infinito, dolce e travolgente ad un tempo, legati da una comprensione totale, una vicinanza perfetta, intima, indicibile[1].
Hai almeno una vaga idea di quanto ti amo?
Non può essere più di quanto ti amo io.
Albus siede tranquillo, avvolto dall'atmosfera soffusa e quieta della stanza; la sua chioma fulgida riflette i baluginii vermigli del focolare, e splende nella penombra simile a una fiamma vivida e guizzante. Lo osservo allungare le gambe davanti a sé, fino a sfiorare con le punte degli stivali la grata spessa e rovente del camino; assorto, quasi distaccato, si versa dell’idromele e lo assapora con calma, a piccoli sorsi, le spalle dritte e le dita affusolate chiuse attorno al sottile stelo del calice. Il suo sguardo è fisso nel braciere, e delle braci rispecchia il medesimo fascino, magnetico, ardente, inebriante; un sorriso appena accennato ne increspa le labbra finemente cesellate, e dona al suo volto fiero e traboccante di vita una forte aura di sicurezza, di piena consapevolezza di sé.
Sebbene il mancato contatto con quei suoi splendidi occhi provochi in me un dolore acuto, insopportabile, divorante, non voglio – non posso – smettere di contemplarlo: ha la grazia altera e l’eleganza innata di un re, e la bellezza immota e misteriosa di una rosa scolpita nell’alabastro.
«A che pensi?» chiedo, d’un tratto, incapace di resistere oltre.
Si volta piano verso di me, un lampo divertito nelle iridi color tempesta.
«E da quando Gellert Grindelwald ha bisogno di chiedere per scoprirlo?»
Da quando sento che sei lontano, e mi sfuggi, come un grumo di neve fresca che si scioglie tra le dita.
«A volte mi sembri così… irraggiungibile» rispondo, portandomi un poco più vicino a lui. Ed è in questi momenti che ti desidero, immensamente, e voglio tenerti prigioniero nella stretta delle mie braccia, per farti respirare in me, e vivere in me, e morire in me.
È confuso, adesso. Ferito, forse.
«Irraggiungibile, per te? Mai.»
Tende le mani e, guidato da un istinto sicuro, le posa, palmo contro palmo, sulle mie.
Il suo tocco è una scossa elettrica, delicata ma inconfondibile. Avverto le pulsazioni d’energia divampare in noi, come folgori vive, e percepisco il potere che serpeggia in entrambi, da me a lui, in tutto il corpo – sulla fronte, alla base della gola, sotto la pelle, nel profondo del cuore.
Lentamente, i miei pensieri cominciano a fondersi con i suoi, limpidi, uniti, quasi fossimo una sola mente, un solo essere, immersi in un calore infinito, dolce e travolgente ad un tempo, legati da una comprensione totale, una vicinanza perfetta, intima, indicibile[1].
Hai almeno una vaga idea di quanto ti amo?
Non può essere più di quanto ti amo io.
“… poi continuare a vivere
e non avere niente da perdere.”
e non avere niente da perdere.”
{Words Count: 423}
[1] citando M.Z.Bradley, che di queste cose se ne intendeva parecchio.
Ormai per me il force-bond (o contatto mentale\telepatia che dir si voglia – d’altra parte, legilimanzia e occlumanzia si fondano sui medesimi principi) fra questi due è canon. Naturalmente, io lo intendo alla maniera darkovana (appunto), un’unione completa, totalizzante, più profonda ed incisiva di qualsiasi altra, anche di quella sessuale. Mi sembra una condizione adatta al tipo di rapporto che ho in mente per Albus e Gellert.
Ormai per me il force-bond (o contatto mentale\telepatia che dir si voglia – d’altra parte, legilimanzia e occlumanzia si fondano sui medesimi principi) fra questi due è canon. Naturalmente, io lo intendo alla maniera darkovana (appunto), un’unione completa, totalizzante, più profonda ed incisiva di qualsiasi altra, anche di quella sessuale. Mi sembra una condizione adatta al tipo di rapporto che ho in mente per Albus e Gellert.
Nota:
Non ho molto da dire a parte… buon 2019 a tutt*!
Speriamo che il prossimo sia un anno pieno di storie e di grandi emozioni <3
Grazie a chi mi scriverà cosa pensa di questo terzo, breve, capitolo, a chi ha aggiunto\aggiungerà la raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP, e a chi rimane e rimarrà in silenzio anche stavolta.
Soundtrack: A forma di fulmine, Le luci della centrale elettrica (che potrebbe tranquillamente essere considerato l'inno di questo fandom: ascoltatela per scoprire a cosa si riferisce quel "a forma di fulmine").
Vi aspetto su Lost Fantasy, se ne avete la voglia ;)
A presto :*
padme
Speriamo che il prossimo sia un anno pieno di storie e di grandi emozioni <3
Grazie a chi mi scriverà cosa pensa di questo terzo, breve, capitolo, a chi ha aggiunto\aggiungerà la raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP, e a chi rimane e rimarrà in silenzio anche stavolta.
Soundtrack: A forma di fulmine, Le luci della centrale elettrica (che potrebbe tranquillamente essere considerato l'inno di questo fandom: ascoltatela per scoprire a cosa si riferisce quel "a forma di fulmine").
Vi aspetto su Lost Fantasy, se ne avete la voglia ;)
A presto :*
padme