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Autore: _M4h_    02/01/2019    3 recensioni
Questa è una storia che parla di amore, di speranza e del tempo che passa inesorabile a volte troppo lentamente ed altre davvero troppo in fretta.
Non é stata pensata come seguito della ff “Per Sempre” ma potrebbe benissimo esserlo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hello !! chi non muore si rivede giusto? mi spiace non riuscire a rispettare i tempi di pubblicazione che mi ero prefissata all'inizio ma sono stata piuttosto ottimista e ingenua. vi prometto che faccio del mio meglio per far uscire i capitoli il più velocemente possibile e vi giuro che questa storia avrà un finale e non la lasciero' incompleta. detto questo volevo ringraziare Edhie per i suoi messaggi ed incoraggiamenti ! GRAZIE !
ed ora .. Enjoy :


La mattina dopo si ritrovarono tutti per fare un picnic.
Rin non si ricordava bene chi avesse proposto l’idea, c’è da dire che erano tutti piuttosto brilli.
Optarono per il Motosuko Lake.
Gli altri avevano proposto di dormire tutti insieme a casa di Inuyasha e Sesshomaru e di recarsi insieme, in macchina, il giorno dopo.
Ma Kohaku aveva inspiegabilmente rifiutato la loro gentile proposta, cosí lui e Rin si erano dovuti svegliare all’alba. Avevano dormito si e no due ore, e si erano sorbiti tre ore di pullman. Non che a Rin dispiacesse, aveva sempre considerato i lunghi viaggi rilassanti, ed inoltre ne avevano approffittato per farsi un sonnellino.
Si erano dati appuntamento presto, per le nove, ma ovviamente in pieno periodo della Golden Week avevano avuto tutti la loro stessa idea.
Magnifico! Non avrebbero mai e poi mai trovato posto.
“ehi! Rin Kohaku, per di qua” i due sentendosi chiamare si girarono e videro i loro cinque amici che li aspettavano. Si erano installati praticamente di fronte al lago ed avevaono la vista più bella che si potesse avere del Monte Fuji. Senza contare il fatto che avevano previsto talmente tante coperte da poter ricoprire facilmente un mini appartamento di venti metri quadri. Come se non bastasse ad attenderli c’era un pranzetto che avrebbe fatto salivare chiunque.
“perfetto Kohaku siamo di nuovo gli ultimi..” sussurrò Rin
“non guardare me mia cara. Non sono stato io ad addormentarmi nella doccia” rispose il ragazzo con un ghigno.
“ancora? Ti ho già detto che non mi sono addormentata..”
“ti ho distintamente sentito russare” ritorcò Kohaku
“eh? ma che dici, io non russo” sibilò Rin.
Il ragazzo non le rispose e si limitò a sorriderle con aria saccente.
“scusateci ancora per il ritardo” dissero in coro i due ai loro amici “tra l’altro non abbiamo portato nulla da mangiare perché il nostro frigo era più vuoto del nulla” si scusò Rin
“però abbiamo portato il vino” disse entusiasta Kohaku
“oh no io non posso davvero bere nulla dopo la serata di ieri.. uh avete preso del Saint Joseph ? ok, bho un goccio lo assaggio comunque, non mi può mica fare male” disse Kagome cercando conferma da Inuyasha
“no tesoro, se ti limiti ad un goccio nessun vino ti fa male” rispose pratico il mezzodemone, facendo ridere tutti i loro amici e scatenando un leggero ghigno del fratellastro.
“ehm posso chiedervi come avete fatto per trovare un posto cosí magnifico? Voglio dire a che ora siete arrivati? E soprattutto dove avete trovato tutto sto bendidìo?” chiese Rin indicando il “pranzetto”
“ah! bhe Sesshomaru e Inuyasha hanno dei contatti” dissero tutti in coro, compreso Kohaku
“ok ma abbiamo deciso tutto ieri sera, non é materialmente possibile organizzare tutto ciò in qualche ora” insistette Rin
“contatti” ripeterono gli altri
“Rin prendi un onigiri.. tu li adori e questi sembrano davvero buoni.. mmh deliziosi. Mangiane uno, tieni” disse Kohaku visibilmente in difficoltà
“ehm si ok grazie” rispose la ragazza lasciando perdere il discorso

Finito il picnic lasciarono tutto sul posto, all’occhiatta sospettosa e a disagio di Rin, Sesshomaru le disse “non preoccuparti, qualcuno s’occupera di tutto e ci terrà il posto per stasera”
“stasera?” chiese Rin curiosa
“si, per i fuochi d’artificio” rispose pacato Sesshomaru
“ah! Non sapevo che avrebbero fatto i fuochi. Che bello io adoro gli Hanabi!!” disse la ragazza euforica
“lo so” rispose enigmatico il demone

Si diressero nel luogo in cui si svolgeva il Shibazakura festival, era uno spettacolo magnifico. Rin ne aveva sentito parlare fin da quando era piccola ed aveva supplicato i suoi genitori di portala da quando aveva memoria. Ma per diverse ragioni non c’era mai riuscita ed ora grazie a quegli amici quasi sconosciuti era riuscita ad andarci, ed ecola lí tra le azalee e le wisteria in fiore.
Rin amava i fiori, sentiva una connessione con quegli esseri viventi cosí belli, profumati e fragili. Effimeri. Ecco cosa le veniva in mente quando pensava ai fiori, essi erano effimeri poiché vivevano tranquilli e spensierati fino al momento in cui una mano qualsiasi si abbatteva su di loro, senza preavviso, e li strappava dalla terra uccidendoli. Esattamente come accadeva agli uomini. Come era accaduto alla sua famiglia qualche anno prima. No! Non era il momento di pensare a tutto ciò, erano li per divertirsi si disse Rin. Ed una mano artigliata uscita dal nulla strinse la sua. Ed in quella stretta sentí un incredibile senso di protezione, come se quella mano potesse proteggerla da tutto il dolore del mondo. Rin si riscosse sentendo la voce di Inuyasha che gridava “dove sono le bancarelle con il cibo? Qui ci sono solo souvenirs e giochi. Ti avverto Kagome, non ce ne adiamo via di qui finché non ho assaggiato tutte le specialità di questo posto” concluse Inuyasha
“Inuyasha ti rendi conto che abbiamo appena finito di mangiare?” chiese disperata Kagome
“mangiare? Quello per me era un aperitivo” disse stizzito il mezzodemone
“io ci rinuncio” sospirò disperata la ragazza seguendo il suo mezzodemone

La giornata passò piacevolmente, tra le bancarelle, il cibo, gli odori, la musica, le risate e il rumore dei poderosi schiaffi di Sango tirati contro il povero ma non innocente Miroku. Rin si sorprese di quanto stare li con loro e passare del tempo insieme le pareva naturale e familiare fino all’inverosimile. In effetti più che di familiarità si poteva benissimo parlare di déjà-vu, ne aveva sempre di più ogni giorno che passava. Ed incominciava anche a vedere delle immagini, immagini di un passato che non le appartenevano. Non riusciva a vedere bene queste immagini perché erano semplicemente degli echi lontani e sfocati, i quali apparivano qualche secondo per poi scomparire subito dopo. Ma la cosa davvero strana é che la situazione non la preoccupava più di tanto, in cuor suo sapeva che non stava impazzendo, sapeva che doveva esserci una ragione a tutto ciò, doveva solo capire quale.

Rin era rimasta leggermente indietro rispetto agli altri, si era attardata ad una bancarella che vendeva dei bellissimi quanto delicati gioielli in resina con fiori veri e/o seta di kimono al loro interno. Erano magnifici ma anche cari, troppo per le sue tasche quindi si limitò a fissarli con desiderio.
Lesse un insegna che informava i clienti che se volevano potevano anche fare i gioielli a partire da kimono di proprietà dei clienti per un regalo più personale. Rin sorrise, lei non aveva nulla di cosí pregiato da dover essere conservato sotto resina.

Quando raggiunse infine gli altri si fermò ad osservare la scena che le si presentava davanti agli occhi.
I suoi amici erano già tutti in posizione per vedere i fuochi, davanti al lago.
E vide Kagome ridere spensierata tra le braccia di Inuyasha, il quale la fissava come se fosse la donna più bella del mondo intero o meglio come se fosse l’unica donna sulla terra, come fosse la luce dei suoi occhi. No, la guardava come se fosse il miracolo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita. 

Al loro fianco c’era Kohaku, anche lui in compagnia di una ragazza biondina davvero molto carina che aveva incontrato qualche ora prima e si era unita a loro, ed era per giunta simpatica. Bravo Kohaku, ottima scelta. Il ragazzo, forse sentendosi osservato si girò verso di lei e le sorrise, allora Rin gli sorrise di rimando lasciando tornare il ragazzo alla sua conquista.

Poco lontano c’erano Sango e Miroku i quali stavano avendo uno dei loro soliti battibecchi, ma Rin, avendo avuto tempo di studiarli per tutto il giorno, aveva capito che era quello il loro modo tutto particolare di amarsi.
A Miroku piaceva fare il farfallone in giro semplicemente per poter giubilare della reazione della sua ragazza, ma se una donna cedeva alle sua avances lui scappava via correndo troppo innamorato della sua Sanguccia per poter anche solo pensare di tradirla.
E Sango amava il fatto che Miroku fosse l’unico uomo a farle provare dei sentimenti cosí forti e profondi da farle perdere il suo autocontrollo, in più lui era uno dei pochi uomini a saperle tenere testa senza sminuirla. Miroku non aveva mai provato a cambiarla, non si era mai sentito intimorito dal suo carattere combattivo. Lui l’amava semplicemente per quello che era.

E Sesshomaru? Dov’era? Eccolo, era poco distante da Kagome e Inuyasha, lui era l’unico girato verso di lei e con un sorriso accennato sulle labbra la stava guardando, o meglio aveva tutta l’aria di essere in attesa. Alla fine Rin capí che lui stava aspettando LEI. Non solo era stato l’unico a rendersi conto che era rimasta indietro ma in più le aveva anche tenuto il posto vicino a lui. Rin corse da lui con il sorriso sulle labbra.
I fuochi erano bellissimi ma la cosa più bella era che li stava guardando tra le braccia di Sesshomaru.
Non appena si era avvicinata lui l’aveva stretta a lui dicendole, con sguardo accusatore “sei congelata, non vorrai mica ammalarti. Vi ammalate con troppo facilità voi esseri umani.”
Non sapeva bene cosa fosse successo nella testa del bel demone. Era passato dal provarci con lei apertamente al rendersi indisponibile ed ora era di nuovo premuroso nei suoi confronti. Magari i demoni erano per natura volubili o forse era semplicemente lui ad esserlo. Anche se ad essere sinceri Sesshomaru non dava l’impressione di avere neanche lontanamente una natura incostante. Rin si ripromise di parlarne con Kagome. Ma non ora, per ora decise di bearsi di tutte quelle attenzioni finché possibile.

I fuochi terminarono con giochi di luci, colori e suoni che innescarono in Rin la pelle d’oca, non per il freddo ma per l’emozione.
I nostri protagonisti decisero di soffermarsi ancora un pò attendendo con calma che la maggior parte della folla si disperdesse.
Ed ad un certo punto, anche se contro voglia, Rin si staccò dalle braccia del demone. La cosa indispettí non poco Sesshomaru ma non disse nulla.
Rin leggendo la sua delusione nei suoi occhi gli disse “purtroppo dobbiamo andare, tra l’altro Kohaku siamo in super ritardo muoviti o perdiamo l’ultimo pullman” disse Rin ad alta voce in direzione dell’amico
“Rin, secondo te potrei mai lasciarti tornare a casa tua a quest’ora in pullman ?” le disse Sesshomaru ironico
“ma..” provò a ribattere la ragazza
“ti riaccompagno io in macchina” disse Sesshomaru con un tono che non ammetteva replica
“non vorrei disturbarti, e poi Kohaku” disse Rin
“non dire sciocchezze. Sono sicuro che troverà un passaggio, alla peggio tornerà in macchina con sua sorella” la rassicurò il demone. Vedendo che la ragazza sembrava restia al lasciare il suo amico ad un futuro incerto Sesshomaru disse ad alta voce in direzione dell’ex-sterminatore “ehi, torni con la bionda o con tua sorella?”
“ehm?” chiese confuso Kohaku non aspettandosi una domanda dal demone “ah bhe dipende, tu cosa ne pensi Keiko?” chiese alla ragazza bionda che lo gratificò con un sorriso e le sussurrò qualcosa all’orecchio.
Per Rin era sufficente “ok torniamo insieme” disse con un enorme sorriso

La strada fu pittosto lunga ma Rin non se ne accorse nemmeno impegnata come era a parlare. Ad un certo punto smise di parlare di colpo, si guardò in torno sbalordita e disse “mah, perché non mi hai detto che eravamo arrivati? Io continuavo a parlare senza sosta, puoi dirmelo se parlo troppo o ti do fastidio. É che non me ne rendo conto. Mi spiace, hai guidato tutto il tempo devi essere anche stanco ed io ti tengo qui a parlare per delle ore..” disse dispiaciuta
“non mi stancherò mai di ascoltarti parlare Rin” disse lui
Rin voleva ribattere dicendo che non poteva dire una cosa del genere visto che non la conosceva ancora bene e con il tempo si sarebbe stancato anche lui come tutti gli altri ma qualcosa negli occhi del demone la fece ricredere quindi non disse nulla.
“grazie per avermi riaccompagnato Sesshomaru e grazie per la magnifica giornata é stata stupenda” disse Rin prima di aprire la portiera ed uscire dalla macchina.
“Rin” la chiamò il demone, la ragazza si girò “questo é per te” disse lui consegnandole un piccolo pacchetto incartato con immensa cura e minuzia
“posso aprirlo adesso?” chiese la ragazza raggiante
“fai come desideri” disse lui non curante.
Rin aprí il pacchetto e trovò al suo interno un bellissimo braccialetto in resina e stoffa, ma non una stoffa qualunque, bensì un nastro di seta utilizzato tradizionalmente per produrre i Kimono “Quando? Come potevi sapere che lo volevo? Ero dietro di voi, tu hai visto la bancarella molto prima i me.. non capisco” chiese smarrita la ragazza
“non é importante. L’importante é che ti piaccia” disse lui
“si tantissimo” confermò la ragazza e in uno slancio di follia si avvicinò e baciò il demone sulla guancia e corse via subito dopo, per la vergogna.
Arrivò in casa e si chiuse in camera sua, Kohaku non era ancora tornato, meglio cosí. Rin si guardò nello specchio e si diede della stupida. Perché quando era con Sesshomaru si ritrovava sempre ad agire come una bambinetta?
Oddio Rin riprenditi. Ok é un figo da paura ma calma i bollenti spiriti altrimenti finisce male. Chissà se vorrà mai rivederla? Lei non troppo, dopo la figura da decerebrata che aveva appena fatto. Passi il bacetto stile elementari, voleva baciarlo in bocca ma quando si era avvicinata il coraggio le era venuto meno, ma  la fuga? Perché era scappata? Qual’era il suo problema!
Ok basta doveva pensare ad altro, esaminò il bracciale, era bellissimo e quella stoffa stupenda, poi si soffermò sulla stoffa, sembrava molto vecchia ma in buono stato, magari era appartenuta a qualcuno in passato. Era decorata con dei quadratoni gialli e arancioni, l’aveva già vista era familiare eppure lei non aveva mai avuto un kimono ne uno yukata con quelle decorazioni. Eppure... Ecco il suo cervello le giocava brutti scherzi di nuovo, un’altro déjà-vu.

... Continua

   
 
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