Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Eevaa    03/01/2019    8 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 62 - UN RITORNO INASPETTATO





Scosse, lampi di luce in contrapposizione all'oscurità del cielo. Movimenti sismici vennero avvertiti in tutto il pianeta, forti, intensi, in grado di distruggere le abitazioni più antiche e aprire il terreno in grosse spaccature.
Gotenks, bloccando con il palmo della mano destra un pugno di Loraymo, alzò lo sguardo verso il cielo, aggrottando poi le arcate sopraccigliari glabre senza comprendere la dinamica di ciò che stesse accadendo. Perché altri combattenti stavano migrando nel portale oscuro creatosi nel cielo? E perché, al posto loro, altri combattenti dall'aura inferiore stavano approdando sulla Terra? Non ne avevano avuto abbastanza? Possibile che ci fosse dell'altro? Possibile che quella guerra fosse in realtà ancora così lontana dalla conclusione?
I combattenti della squadra Z non ne potevano più e, nonostante fossero in netta superiorità di forza rispetto a quella nuova marmaglia di guerrieri che avevano appena scavalcato le porte del loro pianeta, l'insoddisfazione di fondo non permetteva più loro di ragionare lucidamente. Troppe ore sotto pressione, troppa rabbia per veder cadere i nemici come foglie ma poi rialzarsi come se nulla fosse accaduto. Sangue, tanto sangue versato, troppo freddo patito, troppa paura. Perché i “buoni” di possibilità ne avevano una sola, nessuno li avrebbe riportati in vita. Neppure coloro che erano stati nella Dimora dei Draghi ma erano poi passati dalla fazione opposta – aiutando così la squadra Z e i namecciani – non avevano più la possibilità di risorgere, una volta caduti.
Juno, il fortissimo namecciano Snar, Dogota, Ukim e tutti gli amici di Goku che si erano risvegliati dall'incantesimo e avevano iniziato a difendere i terrestri, si sentivano le prime prede di tutta quella caccia. Avevano tradito i Draghi, non gli sarebbe stato perdonato quell'affronto e, oramai, per loro erano solo dei nemici, altre persone da eliminare per sempre. Lo stress di stare sul chi va là stava oramai prendendo il sopravvento sulle loro straordinarie capacità combattive, rendendo i loro duelli ancor più faticosi.
E mentre Gotenks, Mirai Trunks, Gohan, Eva e Bra si stavano dando un gran da fare per tenere occupato Loraymo dal compiere una strage, gli altri guerrieri Z avevano continuato a lottare per la sopravvivenza. C17 e C18, bellissimi e leggiadri nonostante i vestiti strappati e la pelle sporca di neve, fango e palta, mietevano vittime a ripetizione senza nemmeno battere ciglio.
Junior aveva percepito la pressione delle sue origini sulle proprie spalle e così, con orgoglio e fierezza, si era messo a capitaneggiare uno squadrone di namecciani verso la rivolta. Non avrebbe più permesso di veder morire altri membri della propria specie e, piuttosto, quei farabutti sarebbero dovuti passare sul suo cadavere. Poco importava se, in quanto già defunto, sarebbe potuto scomparire definitivamente in quello e nell'altro mondo.
Majin Bu aveva persino raggiunto un limite nel mangiare soldati trasformati in dolciumi e, preso dal mal di stomaco, aveva dovuto battere in ritirata per schiacciare un pisolino. Ub, arrabbiato più che mai, aveva dovuto difendere il suo amico dagli attacchi esterni, facendo il doppio del lavoro e della fatica. Così facendo, però, aveva dovuto lasciare sola la povera Videl la quale, con il solo uso delle proprie forze, non avrebbe retto a lungo. Ella, infreddolita e frastornata, stava passando più tempo a scappare e difendersi dagli attacchi improvvisi piuttosto che contribuire realmente alla lotta.
I suoi amici, coloro che le avevano dato man forte e l'avevano aiutata a rendersi utile, erano morti. Il Genio, Riff, Tensing, l'avevano lasciata sola e, per quanto la donna avesse coraggio da vendere e una gran voglia di difendere il proprio pianeta, il suo Ki differiva troppo da quello degli avversari.
Proprio nel momento in cui stava per farsi prendere dal panico, il panico in persona atterrò di fronte a sé sotto forma di un grande, gigantesco energumeno calvo dagli occhi completamente gialli. La prese di mira, la inseguì in lungo e in largo e, quando proprio ella pensava di averlo seminato, il nemico la prese per un piede facendola ribaltare faccia a terra nella neve.
«Lasciami stare!» gridò lei lanciandogli una sfera di energia in pieno volto, non scalfendolo nemmeno.
«Non credo proprio, bellezza» grugnì il gigante alzando un braccio per poterla colpire ma, proprio in quell'attimo, il braccio si staccò dalla spalla tagliato a metà da un raggio dello stesso colore della luna.
Gohan. Il suo Gohan era giunto per salvarla sbucando come un supereroe dalla tormenta. Le sorrise complice tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Videl l'afferrò, trovandosi faccia a faccia con quell'uomo che, anni e anni prima, aveva preso per marito. Finalmente lo riconobbe: i suoi occhi erano tornati quelli di un tempo, coraggiosi, buoni e leali; il suo viso era affaticato ma sereno, la sua aura era pulita. Si era finalmente svegliato da quella sorta di incantesimo che l'aveva stregato dalla morte di Pan, era tornato in sé. Non vi era più rabbia nei suoi occhi ma solo voglia di vivere, voglia di sopravvivere e di rendere onore alla loro bambina. Non era riuscito a vendicarla e uccidere il suo aguzzino, ma stava finalmente prendendo parte attiva a quella guerra per la salvezza di tutti, era riuscito a perdonare suo padre e, soprattutto, aveva appena salvato la vita alla donna che aveva sempre amato. Si era reso finalmente conto di avere ancora più di un buon motivo per lottare, per difendere la sua amata Terra.
Videl sorrise, sentendo i propri occhi inumidirsi e velarsi di lacrime di commozione. Lo sguardo di suo marito era lo stesso di vent'anni prima, quando insieme difendevano la loro città dai malvagi. Quando, con la sua astuzia, aveva scoperto la vera identità di Great Saiyaman e quando, con insistenza, era riuscita a farsi allenare da lui. Aveva imparato a volare grazie a lui, aveva imparato a sfruttare la propria aura, ed era stato proprio lui a insegnarle a combattere per davvero. Piccole cose che avevano però reso Gohan un fiero maestro, un buon fidanzato e poi marito esemplare, un padre affettuoso e successivamente un nonno amorevole. Perché Gohan era e sarebbe per sempre rimasto una persona meravigliosa, anche se diversa dal ragazzino che con rabbia e una forza fuori dal comune era riuscito a sconfiggere Cell.
«Aiutami a combattere» gli chiese Videl. Strinse forte i pugni e aumentò il proprio Ki, assumendo la stessa espressione della ragazzina del passato, quella con i capelli legati in due codini. «ammi da maestro, ancora»
Gohan la guardò sorpreso incrementando anch'egli la propria aura prendendola per mano, avviandosi poi insieme verso una nuova sfida. «Con piacere, mia signora!»

 

«Ci servirà un radar cerca-sfere» fece notare Goku dopo qualche secondo di silenzio. Re Kaioh dell'Ovest non aveva portato certo loro una buona notizia nel rivelargli che, sul pianeta sul quale avrebbero dovuto recarsi per la prossima missione, le Sfere del Drago risultavano non essere ancora radunate. Perché, ovviamente, era impossibile che qualcosa procedesse liscio e per il meglio per una buona volta.
«Quelli di Bulma sono progettati per la Terra e per Namek, dubito che funzionino sul pianeta Namiub o come diavolo si chiama. Dobbiamo trovare il modo di modificare il software» ipotizzò Vegeta, andando avanti e indietro sul piazzale del tempio di Re Yammer, osservato con espressioni confuse da tutti i presenti.
«Il che?» domandò Goku e, con una mano dietro la nuca, iniziò a grattarsi il collo.
«Lascia perdere, per carità» commentò il principe dei saiyan, con gli occhi al cielo. D'altra parte il suo rivale non era così ferrato in tecnologia, scienza, informatica e matematica. Non aveva mai ricevuto nemmeno una degna istruzione nelle materie principali, figurarsi sulle specificità.
«E tu hai idea di come fare per modificare questo fostwer, cervellone?» lo incalzò Goku, esibendosi poi in una smorfia bambinesca. Se solo ci fosse stata la situazione adatta Vegeta non avrebbe atteso per tappargli la bocca con un pugno sui denti.
«Software, ignorante patentato. E comunque no, o meglio non sarei così veloce nel farlo» puntualizzò il principe, con una soluzione ben precisa in mente. «Ma c'è una persona che risolverebbe questo impiccio in pochi minuti. Ci serve Bra».
Entrambi i figli del principe avevano ereditato la genialità della famiglia Brief ma, se proprio avesse dovuto scegliere chi tra i due avrebbe potuto fare il lavoro più pulito, il principe si sarebbe sempre affidato a Bra. Veloce, ordinata, organizzata. Senza contare poi il fatto che in quel momento il primogenito era impegnato nella lotta e aveva mischiato il suo geniale corredo genetico con quell'idiota di Goten.
«Ok! Andiamo a recuperarla» asserì Goku. Poggiò una mano sulla spalla dell'alleato e si rivolse alle divinità le quali, con gli occhi ancora spalancati, stavano osservando i due saiyan con l'espressione di chi non si sarebbe mai aspettato cotanta cooperazione e organizzazione. «Torneremo il prima possibile, poi andremo su Namiub pronti e preparati a ogni evenienza».
Kibithoshin li guardò sparire nel vento senza dire una parola, sorpreso più che mai. Ci pensò il Sommo a dar voce a quelli che erano stati i suoi pensieri nell'assistere a quella scena.
«E pensare che una volta erano gli esseri umani più disorganizzati e impulsivi che avessi mai visto...»



Non si sarebbero certo aspettati di essere accolti con indifferenza, ma Goku e Vegeta non riuscirono proprio a comprendere come - prima la secondogenita del principe e poi i presenti rifugiati alla Capsule Corporation - potessero essere saltati tutti in aria dallo spavento con urla concitate nel vederli spuntare dal nulla. Bra infatti, intenta a combattere, non si era nemmeno resa conto di essere stata afferrata per un braccio da suo padre per essere teletrasportata in casa sua e, terrorizzata, aveva persino cercato di attaccarlo credendo fosse un nemico.
«MA SEI IMPAZZITO?!» urlò Bra con un sospiro, poi lasciò disperdere il proprio Ki per tornare allo stadio naturale.
«Non c'è tempo per spiegare! Bra, devi trovare il modo di modificare il radar cerca-sfere. Abbiamo bisogno di cercare le Sfere del Drago del pianeta Namiub, nella Galassia dell'Ovest» le ordinò tutto d'un fiato il principe senza nemmeno far caso alle occhiate indiscrete di tutti i presenti. «Pensi di poterlo fare?»
Bra si ammutolì per qualche secondo, vagando con la mente nell'iperspazio cercando una soluzione veloce ed efficace al problema presentato dal padre. E, inutile dirlo, sua madre le aveva donato sì un quoziente intellettivo fuori dalla norma, ma anche una capacità di problem-solving nettamente superiore a qualsiasi altro membro della famiglia attualmente in vita. Certo, quando era semplicemente un'adolescente ribelle non se ne era accorto nessuno ma, una volta cresciuta ed aver maturato in sé la consapevolezza di voler anche studiare, erano rimasti tutti assai stupiti dalle sue competenze.
«Potrebbe essere più semplice del previsto: potrei cercare nel database delle mappe interstellari e installare la mappa di Namiub in un vecchio radar. Il cerca-sfere ha la capacità di rilevare la presenza delle stesse automaticamente all'interno di una mappa, data la loro carica magica... sì, potrebbe funzionare» ipotizzò lei facendosi largo tra la folla, indirizzandosi verso un'ala ben precisa del laboratorio sotterraneo dove si erano nascosti i civili.
Goku, esattamente come i suoi amici, rimase più che esterrefatto dalla semplicità con la quale la figlia del principe si fosse messa al lavoro e, senza proferire parola, si misero tutti in cerchio intorno alla grossa scrivania in attesa di comprendere il suo operato.
«Quanto tempo ti serve?» domandò Vegeta, preso dall'agitazione.
«Dieci minuti, secondo i miei calcoli. Goku, apri il primo cassetto e prendi uno dei radar, per favore» ordinò lei, martellando insistentemente sulla tastiera del computer con tutte le dita senza staccare i grandi occhi celesti dallo schermo, sul quale apparvero dati e numeri pressoché indecifrabili. 
Ma Goku non riuscì a portare a compimento il suo scopo.
«Non ci sono!» constatò, dopo aver aperto compulsivamente tutti i cassetti per frugarci dentro.
«Ma come non ci sono? Guarda meglio!»
«Ehm... i radar ce li hanno i bambini e Dende. Li hanno utilizzati per recuperare le nostre sfere» intervenne Marron, rimasta nell'ombra e nell'imbarazzo di trovarsi vicinissima sia al principe dei saiyan che a Bra. Da quando ella aveva tradito la sua fiducia non si erano mai più rivolte la parola.
«Beh, che aspettavate a dircelo?! Goku Jr, dammi il tuo radar» disse il principe, imperativo, non ricevendo però risposta alcuna.
Si guardò intorno, ricercando tra quella piccola folla radunata alla Capsule Corporation la figura del suo nipotino del quale, però, non vi era neanche l'ombra. E nemmeno di Dende e Martha. Egli spalancò gli occhi, terrorizzato. Era arrivato in quel luogo con così tanta fretta che non si era nemmeno accorto della mancanza di una delle persone più importanti della sua vita.
«Dov'è?» domandò piatto Vegeta, trafitto poi dallo sguardo grave del padre della piccola Martha. «Dove sono i bambini?»
«...stanno facendo quello che gli hai chiesto» confessò Alphonse, con visibile ansia e preoccupazione. «Ci stanno proteggendo. Stanno difendendo Dende».
«DANNAZIONE!»

 

Difficoltà, estrema difficoltà. Quando avevano deciso di combattere, di affrontare la prima vera battaglia della propria vita non avevano messo in conto che potesse essere così complesso. Non vi erano pause, non vi era nessuno pronto a farsi colpire appositamente, dall'altra parte non vi era alcuna pietà. E il fatto di essere in due contro uno aiutava solo in parte a mantenere il controllo.
Combatterono con coraggio e determinazione, ma la verità era che non erano affatto pronti ad affrontare un pericolo così grande e, anzi, avevano resistito anche fin troppo. Forse neppure un guerriero dal calibro di Ub avrebbe potuto sconfiggere un nemico tanto temibile. Dende era più atterrito e preoccupato che mai, non sapeva cosa fare, anche il suo livello combattivo non era alto.
«LACIALA! LACIALA IMMEDIATAMENTE!» urlò il piccolo Goku Jr nel vedere che il guerriero dalla pelle giallo ocra stava stritolando il corpicino della sua amica Martha con tutte le sue forze, ridendo e sghignazzando giulivamente. Il bimbo si aggrappò alla sua schiena, graffiandolo e colpendolo con furore, ma ogni tentativo fu inutile. Ancora pochi secondi e la figlia di Eva sarebbe stata ridotta a brandelli, e Goku provò così tanta rabbia e frustrazione da non riuscire più nemmeno ad urlare.
«N... no! N-o!» grugnì il piccolo, digrignando i denti, percependo ogni cellula del suo corpo andare in ebollizione.
«MARTHAAAAA!» urlò Dende con le lacrime agli occhi, gettandosi anch'egli in direzione del nemico e dei due bambini ma, proprio in quell'istante, una figura conosciuta apparve di spalle di fronte a lui, statuario e minaccioso come di consueto. Grazie al cielo, pensò il Supremo. Grazie al cielo qualcuno era giunto a salvarli, e quel qualcuno non poteva essere altri che il principe dei saiyan.
Ma Vegeta non attaccò, non immediatamente almeno. Si prese qualche istante, qualche secondo di tempo per comprendere cosa in realtà stesse succedendo. E il suo cuore esplose in mille coriandoli perché, in quel momento, lampi di luce abbaglianti e dorati si stavano facendo varco attorno al corpo del suo nipotino e, per qualche istante, il principe giurò di aver visto i suoi capelli corvini tingersi dello stesso colore del miele. Solo per un attimo, solo per un secondo prima che, arrabbiato più che mai, Vegeta si gettò addosso al nemico aggrappandosi al suo cranio con entrambe le mani e, con una capovolta, tirò più forte che poté strappandogli via la testa dal collo taurino per scagliarla lontano.
Ci volle qualche secondo, qualche istante perché entrambi i bambini riprendessero coscienza dall'immagine brutale alla quale avevano appena assistito ma, rendendosi conto del pericolo appena scampato, si gettarono entrambi alle gambe del principe stringendole con vigore.
«NONNO!»
«VEGETA!»
Egli divenne scarlatto in volto, poi allontano delicatamente i mocciosi dal suo corpo, chinando il capo per guardarli negli occhi con sguardo truce.
«Nonno, non sei allabbiato con noi, veo?» domandò il piccino, nascondendo i propri occhi sotto il ciuffo di capelli corvini.
Il principe si morse un labbro. No, non avrebbe potuto sgridarli: in fondo era vero, gliel'aveva chiesto lui di difendere i loro amici. Ma non avrebbe potuto nemmeno far correre loro un pericolo del genere, non di nuovo. E come poteva essere arrabbiato con loro, del resto? Avevano dimostrato tutto il loro orgoglio e il loro genoma di saiyan.
«Siete stati coraggiosi, ragazzi. Ma io non posso continuare a combattere bene se sono in pensiero per voi» ammise Vegeta, ancor di più rosso sulle gote. «Non è per sfiducia, avete dimostrato di essere dei veri guerrieri e avete fatto un ottimo lavoro. Ma adesso vi devo portare in un posto più sicuro, lontano dalla Terra. Capite?»
Entrambi si guardarono, forse un po' atterriti e sconfitti, ma ben consci del fatto che se il principe gli stava chiedendo una cosa del genere avrebbero dovuto obbedirgli. Annuirono insieme e, posizionandosi con i corpicini ben aderenti alla tuta nera del saiyan, vennero trasportati insieme a Dende alla Capsule Corporation. Li avrebbe portati poi nell'Aldilà insieme ai namecciani, tutti quanti, alla faccia di Re Yammer. Poco importava se quel posto avrebbe dovuto rimanere inaccessibile ai vivi, quella era una situazione di vera emergenza.
Vennero accolti e acclamati da tutti a gran voce, una volta giunti nel laboratorio sotterraneo. E, inaspettatamente, alle urla di gioia dei loro amici 
si era aggiunta al coro anche una fievole ma conosciuta voce metallica.
«Ghiro-ghirò!»
«Oh, per l'amor del cielo! Ancora lui?» commentò il principe con una smorfia, osservando il piccolo robottino rotondo balzare qua e là intorno a lui.
«Non ho voluto perdere tempo e al posto di usare i normali radar ho riattivato quello presente in Gil! Ho pensato che nel suo database fosse già presente la mappa di Namiub, in quanto lo avevate utilizzato per ritrovare le sfere di Red Shenron in giro per tutto l'universo. Mi è bastato solo aggiornare il software ed ecco qui!» esclamò Bra. Prese con entrambe le mani il robottino e lo voltò in direzione del principe e di Goku per mostrargli sette punti luccicanti sulla mappa del pianeta sul quale erano diretti. «Ha già localizzato le sfere!»
«Gil è offeso!»
«Eh dai, Gil! Ti abbiamo già chiesto scusa per averti tenuto spento quindici anni» tentò di convincerlo Goku, facendogli una carezza sui circuiti superiori.
«Gil vi aiuta solo se promettete di non spegnerlo più» protestò il robottino, incrociando le lunghe braccia metalliche.
«Che gli Dei mi fulminino...» borbottò il principe, con gli occhi rivolti al cielo.
«Promesso, promesso! Ma ora abbiamo una certa fretta, possiamo andare?» farneticò Goku. Sfoderò uno dei suoi sorrisi più larghi e intimò a tutti di radunarsi intorno a lui e al principe dei saiyan il quale, con sguardo orgoglioso e fiero, si rivolse a Bra per salutarla e, a suo modo, ringraziarla per l'ottimo lavoro svolto. Non era esattamente contento di avere di nuovo Gil tra i piedi, ma senza dubbio era stato un colpo di genio.
«Bene... ehm... grazie Bra. Stai attenta, mi raccomando» soffiò Vegeta con vistoso imbarazzo, guardando poi la figlia correre fuori a gran velocità, pronta a ritornare in battaglia.

 

Goku, Vegeta e tutti gli altri atterrarono tutti insieme nell'Aldilà - con non poche proteste da parte di Re Yammer. Proteste che però, come pronosticato, vennero prontamente ignorate sia dal principe che da tutti i presenti. Non c'era affatto tempo per le questioni burocratiche.
Il pianeta Namiub li stava attendendo e, quando finalmente Kibithoshin fu pronto a teletrasportarli in quel posto, lo scenario che gli si presentò davanti agli occhi fu davvero sconcertante.
Si ritrovarono in una landa desolata lontana da qualsiasi forma di vita, ma di forme di vita quel pianeta era pieno fino all'orlo. Le aure dei nemici erano tante, troppe, tutte differenti. Sarebbe stato difficile farla franca e agire indisturbati: in ogni angolo del pianeta emergevano Ki spaventosi. Avrebbero dovuto giocare a nascondino, oppure la questione sarebbe stata ben più complicata. Fortunatamente il gran potere di Kibithoshin di teletrasportarsi ovunque anche senza seguire le auree gli sarebbe stato ben utile.
«Azzeriamo subito le nostre auree» suggerì il principe di soppiatto, guardandosi intorno per essere certo che nessuno li stesse osservando. Il pianeta Namiub era molto differente dal pianeta Namek, almeno in quella zona. Poche piante, una prateria sconfinata color orzo e rame, nessuna traccia di acqua. Strano, per una specie umanoide che si nutriva prettamente di essa.
«Gil, dove si trova la sfera più vicina?» domandò Goku a bassa voce e, immediatamente, il robottino si mise in funzione per cercare la sfera più vicina.
«La sfera dalle sei stelle si trova a centosettantasette chilometri a sud di qui, a un'altitudine di quarantaquattro metri sul livello del mare, all'interno di una grotta con l'ottantatré per cento di umidità e una temperatura di-»
«E chissenefrega, dannazione! Kibithoshin, portaci subito lì!» intervenne il principe facendo sussultare il robot per la brusca interruzione. Interruzione che, purtroppo, non aveva permesso a Gil di rivelare loro informazioni preziosissime.
Kibithoshin annuì seriamente e si concentrò a fondo per poter trasportare i combattenti nel posto indicato dal radar. Un soffio di vento, polvere lasciata alle spalle, poi una grotta oscura.
I due saiyan inspirarono a fatica quell'aria pesante, ricca di umidità. Rocce color antracite, forte rumore delle goccioline cadute nelle pozzanghere e un paio di occhi nerissimi pronti ad accogliere gli intrusi.
Goku serrò la mandibola e tremò impercettibilmente. L'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere era lì, dritto di fronte a lui con la sfere dalle sei stelle stretta vittoriosamente tra le dita.
«Ciao, fratellino».


 
Continua...
 
ANGOLO AUTRICE:

Boomshackalacka! HE'S BACK! He is fucking back! Avete capito tutti di chi stiamo parlando, vero? VEROOO?
Sono emozionata come una bambina. Spero che questo ritorno improvviso vi garbi, ho in mente cose che voi umani non potete nemmeno immaginare.
Ma passiamo a riassumere cos'è successo: finalmente un po' di spazio al povero Gohan. L'abbiamo criticato tutti in Super e in Gt. Secondo me dobbiamo imparare ad apprezzarlo per quel che è diventato, non nel rimpianto di ciò che era da ragazzino. Spero siate d'accordo con questa mia scelta stilistica di non ricreare una versione adulta del Gohan in Cell Game. Non sarebbe credibile.
Goku e Vegeta si stanno dando da fare per trovare il modo di ricercare le sfere del drago su un pianeta sconosciuto. Qualche citazione a Gt, come ad esempio il ritorno di Gil (che odio, peraltro). Bra si è dimostrata la degna erede di tua madre, mentre il piccolo Goku Jr e Martha degni eredi delle loro origini saiyan. Il piccino si stava pure per trasformare *-*
Dopo averli portati tutti in salvo nell'aldilà (Re Yammer cu*o) i nostri eroi sono partiti alla volta di Namiub. E sappiamo ben tutti cos'è appena successo! WHUHAAAAAAAA non vedo l'ora di pubblicare il seguito!
Ragazzi e ragazze... oggi After All compie un anno dalla sua pubblicazione! Auguri a me xD
Non dimenticatevi di mettere like alla pagina Instagram di Giosuè Graci (@giosu.g) https://www.instagram.com/giosu.g/?hl=it ! che ha realizzato per me le fanart!
A domenica miei cari e mie care,
Eevaa
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Eevaa