In salute e malattia
E sul letto d’ospedale,
sognò certamente di scappare
per spiagge sterrate,
in preda alla gioventù ancora
da scontare.
La tenerezza di una coperta
rimboccata
da piccole dita d’amore:
ah che grande virtù
il puro sentimento di gioventù!
Di sicuro, sulla barella
sgangherata, poco importó
dell’ossigeno e dell’acqua:
l’unica che cercasse era nel porto,
assieme al suo piccolo amore,
lì, su un lettino, ma in riva al mare.
Sopracciglia intenerite dalla fragilità
svuotano il corridoio color menta,
e con pietà e felicità
riaccese la lucciola, spenta
dei teneri denti non già di uomo,
ancora di bambino.
Per un momento l’oceano
gli sembrò tanto meno lontano,
così addomesticato ormai,
da tenerlo in un barattolo,
sul modesto comodino,
in un angolo
dimenticato.
Era un bicchier d’acqua:
ci si perse come zucchero
sparso sul bordo della medicina
dalle dolci labbra bambine
di lei.
Le bastò un bacio grande
come un granello di polvere
per passar da menta a verde
speranza,
nel trambusto di barelle della stanza
d’ospedale:
bastó così poco
per veder ancora
il mare.