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Autore: PrincessintheNorth    11/01/2019    1 recensioni
Nuova edizione della mia precedente fanfic "Family", migliorata ed ampliata!
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"- Cosa c’è?
Deglutì nervosamente. – Ho … ho bisogno di un favore. Cioè, in realtà non proprio, ma …
-O sai cosa dire o me ne vado.
- Devi tornare a Ilirea."
Se vi ho incuriositi passate a leggere!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
 
Oh, cucciola …
Belle iniziò a piangere praticamente non appena uscii dalla sala da pranzo, quel genere di pianto disperato che mi faceva venir voglia di entrare, riprendermela e coccolarla. Era straziante sentirla urlare così, ma ero sicuro che Katie sarebbe riuscita a calmarla.
Già, Katie. Da qualche giorno era diventata quasi ossessiva verso la piccola, che aveva già due settimane (e che comunque voleva spesso stare solo con lei), sicuramente a causa della stanchezza: lo vedevo, a momenti non si reggeva in piedi. Però sembrava terrorizzata all’idea che qualcun altro, persino io, la tenesse in braccio, e nonostante sapessi che era stanca morta questo era irritante. Insomma, era anche la mia, di figlia, e avevo gli stessi suoi diritti di coccolarla e tenerla in braccio.
Ma non era solo questo: ogni volta che la toccavo, anche per sbaglio, o la abbracciavo, si allontanava sempre, e sembrava che avesse mille pensieri per la testa, quando in realtà aveva ben pochi motivi per esser preoccupata: era in maternità, quindi non aveva Northern Harbor, l’Ovest e la Marina da gestire, avevamo tutti fatto sì che la sua unica preoccupazione potesse essere la piccola, così da godersela.
Eppure non sembrava così: praticamente in ogni momento della giornata sembrava stare per scoppiare a piangere, era irritata, nervosissima.
Il risultato? Spesso mi dava addosso anche per le cose più insignificanti, e sebbene avessi cercato io di restare lucido, perché lei non lo era, evidentemente, del tutto, a volte mi capitava di comportarmi da stronzo.
Devo far sì che dica quello che sta succedendo …
Non sarebbe stato facile, ma quando mai le cose erano facili?
Nel frattempo, ero arrivato in camera, così aprii la porta e trovai lo specchio, opportunamente modificato con incantesimi per la divinazione, sul letto.
- Cosa c’è?
Deglutì nervosamente. – Ho … ho bisogno di un favore. Cioè, in realtà non proprio, ma …
Odiavo quando faceva così, quando non sapeva andare al punto: per tutti gli dei, Katie era nella situazione in cui era e Belle piangeva, non è che non avessi niente da fare!
- O sai cosa dire o me ne vado.
- Sì, sì. Devi tornare a Ilirea. – disse.
Attesi qualche secondo, per vedere se scherzasse, ma non lo stava facendo.
- È escluso. – dissi a quel punto, facendo per andarmene.
- Murtagh!
- Non ti sembra che abbia abbastanza da fare qui?!
- Lo so, ma c’è un problema. – spiegò. – Un problema che senza di te non si può risolvere.
- Ne dubito fortemente.
- È così. Sei l’unico che può sistemare le cose!
- Forse non ti è chiaro il concetto: ho da fare, ho una bambina di due settimane che non può andare a dorso di un drago, ergo non posso venire a Ilirea. – ripetei irritato.
- Ci sono delle vite in pericolo! – sbottò. – Nasuada non mi ha detto molto, ma credo siano tuoi sudditi di Lionsgate accusati di un crimine non commesso.
- Pensaci tu, sei mio fratello, per gli dei!
- Non posso, lo sai che non siamo fratelli per davvero! Lionsgate è tua, non mia!
- Katherine ha bisogno di me qui. Non credo che morirò se due ladruncoli …
- Murtagh, se preferisci che faccia mandare un ordine di comparizione davanti alla regina lo faccio. Senti, qua c’è bisogno di te. Devi venire, nel modo più assoluto. Devo andare, adesso …
- Ciao. – sbuffai.
Annuì in fretta, e scomparve.
- Murtagh?
In quel momento entrò Katie, stranamente senza la piccoletta in braccio.
- Dov’è Belle?
Un piccolo sorriso le incurvò le labbra. – A fare amicizia con Susie. Che succede? – mormorò sedendosi accanto a me.
- Niente, una stupidaggine. – sbuffai.
- Non sembra.
- Lo è, perché tanto non ci andrò.
- Non andrai dove?
- A Ilirea. Eragon dice che c’è un problema che senza di me non può essere risolto, sembra che siano dei ladri di Lionsgate che Nasuada vuole mettere a morte, e in teoria dovrei andare lì per evitare che ciò accada. Probabilmente erano tra i ranghi dei ribelli, quindi … me ne starò qui. Pensa che ha cercato anche di minacciarmi con un’ordinanza di comparizione davanti a lei …
La vidi deglutire.
Non era mai un buon segno, infatti la sua espressione si fece preoccupata.
- Non vorrei dirlo, ma non è il caso di ricevere una simile ordinanza.
- E perché?
- Perché per la legge dell’Impero, se la persona chiamata non si presenta entro certi limiti di tempo, la Regina ha diritto a rilevare i possedimenti di quest’ultimo. È la vecchia legislazione di Galbatorix, probabilmente non l’ha ancora cambiata, ma …
- Ma stanno cercando di prendersi le mie terre e l’eredità di Belle. – ringhiai a quel punto. – Quindi andrò e quei due stronzi li ammazzerò io stesso. Parto … domattina.
Non avevo ancora finito di parlare, che lei aveva, stranamente, aperto il cassetto dei vestiti di Belle.
- Che ha fatto, si è sporcata?
- Cosa? – fece stranita.
- Belle. Stai prendendo i suoi vestiti …
- Certo, per metterli in valigia.
- No, ehi …. Non esiste che voi veniate.
Quando i suoi occhi si strinsero, capii che forse avrei dovuto essere più delicato.
- Ti darò la possibilità di correggerti. 
- A parte che mettervi a viaggiare non è il massimo della vita, tu sei reduce dal parto e lei è troppo piccola, ma … la capitale è troppo pericolosa. Non esiste, Katherine
.Fece un sorrisetto divertito e mi abbracciò.
- Ma abbiamo il papà che ci protegge. – obiettò.
La strinsi, godendo finalmente di poterlo fare, e le lasciai un bacio sui capelli.
- Ho detto di no.
- Non è il caso di separarsi adesso. – mormorò. – Belle ha bisogno di te.
Ecco.
Era riuscita ad aprirsi un varco, giocando la carta della paternità.
- Katie …
- Presto qui arriverà l’inverno. Potrebbe farle bene stare in un clima più temperato, è ancora piccola … una volta risolte le cose potremmo stare un po’ da Orrin, così che Belle non passi il suo primo inverno al gelo, col rischio di ammalarsi.
Era passata alla tattica della salute.
Maledetta.
- Fammici pensare. – le dissi allora, perché non è che sprizzassi di gioia all’idea di separarmi da loro, ma nemmeno anelavo a che venissero prese di mira, o peggio, a Ilirea.
Annuì lentamente, lasciandomi un bacio sulla guancia, per poi buttarsi sul letto.
- Non voglio che tu vada … - si lamentò.
- E tu credi che io voglia? – commentai andandole accanto. – Guarda, quasi quasi adesso inizio subito a fare le valigie, tanto ho voglia di mollare moglie e bimba …
Era palese che scherzassi, eppure per lei non fu così.
Non ci furono scoppi eclatanti di pianti o urla, non era da lei … solo, vidi che il sorriso che aveva si smorzò un po’. Beh, in realtà del tutto.
- Katie … lo sai che scherzo, vero?
- Mmh … - mormorò, ma non sembrava poi così convinta o rassicurata.
- Non è che riesci a fare un finto me da mandare a Ilirea?
Riuscii a strapparle mezzo sorriso. Bene.
- Sei tu l’esperto in quelle cose …
- È vero. Intanto, dato che la nanetta è di là …
- Sai che il sesso ci è precluso, vero? Ti ricordi cos’ha detto Sienna.
Eccome, se me lo ricordavo.
Per almeno un mese, Katie sarebbe stata intoccabile.
- Lo so. Grazie di avermi ricordato il mio perenne destino di tristezza e delusione sessuale.
Stavolta rise, e colsi l’occasione per introdurre l’argomento di cui volevo parlarle.
- Quindi, dato che non possiamo fare sesso, magari Vostra Altezza potrebbe spiegarmi cos’ha che non va.
La sua espressione non cambiò, ma vidi in fondo ai suoi occhi che la mia domanda le aveva messo paura, e subito eresse un muro.
- Niente … perché dovrebbe esserci qualcosa?
- Perché sei terrorizzata all’idea che qualcun altro tenga Belle, non vuoi che ti tocchi, hai deciso di giocare alla reclusa, per non parlare del fatto che sei sempre sull’orlo delle lacrime …
- Non è vero. – sibilò.
Bravissimo Murtagh, sei riuscito perfettamente nel tuo intento. Adesso ti dirà tutto ciò che vuoi.
- Katie, senti …
- Io non ho assolutamente niente. Però evidentemente, se mi preoccupo per mia figlia, vengo ritenuta una complessata, quindi grazie tante! – urlò, ma a farmi capire che le cose stavano molto peggio di quanto credessi fu il bagliore blu scuro che assunse la sua mano, a tratti più intenso e a tratti calante. Era talmente arrabbiata, in quel momento, da avere una perdita di magia, e da quanto potevo vedere era una perdita seria.
Come una furia, uscì dalla porta sbattendosela alle spalle, tanto forte che il rumore rimbombò per tutto il castello.
Feci per inseguirla, ma mi notò.
- DEVI STARMI LONTANO, STRONZO! – urlò con tutto il fiato che aveva, per poi mettersi a correre.
Ma che diavolo avevo fatto?!
La seguii ancora, ma stavolta mi fermò Derek, suo padre.
- Lasciala stare. – disse preoccupato.
- Ma almeno hai visto in che condizioni è?
- Ho visto benissimo. Ci penso io.
- Che diavolo ha?
Un angolo della bocca gli si incurvò verso il basso. – Non lo so ancora di preciso, ma ciò che credo non mi piace per niente. Cosa voleva Eragon?
- Sembra che ci sia un problema con dei miei sudditi e che io debba andare ad Ilirea.
- Mmmh … - annuì lentamente. – Ne parliamo dopo.
Se c’era una cosa che odiavo, era quando sia lui, che sua figlia, erano così criptici.
- Parliamo di cosa? – ringhiai.
- Te lo dico dopo, ho detto. Adesso penso ci sia una bimba che ha bisogno del papà.
Belle.
Annuii in fretta, e mi avviai verso le stanze di Alec: magari lei non mi avrebbe urlato addosso.
 
 

 
   
 
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