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Autore: Elgul1    11/01/2019    21 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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L uomo camminava tranquillo sui suoi passi lungo il sentiero del bosco.
Con calma si godeva il paesaggio che, di fronte a lui, cambiava mostrando alberi rigogliosi e poi piccoli punti di ristoro per i viaggiatori erranti come lui. Con noia si sistemò i lunghi capelli rossi che, con quella brezza leggera, non facevano che muoversi andando a finirgli sul viso sul cui lato destro, svettava una grande cicatrice a forma di X.


 
 - Non dovrebbe mancare molto alla prossima città.- Riflettè lui speranzoso di potersi riposare finalmente in un luogo al caldo anzichè all'adiaccio come negli ultimi tre giorni di cammino. Ormai l'inverno si stava avvicinando sempre di più e non poteva continuare in quel modo. Mentre si agganciava ancora più stretto il kimono attorno alla vita sentì un rumore di passi pesanti provenire dal boschetto sulla sua destra.

" Fa che sia un orso o qualsiasi animale ma non loro..." Mormorò pregando Buddha o qualsiasi altra divinità. A un certo punto, il rumore di passi si intensifico e, il ragazzo, arrivò a contare un minimo di cinque persone le cose stavano prendendo una piega che non gli piaceva. 

 
" Ehi, guardate cosa abbiamo trovato qua." Disse sghignazzando un uomo alto e dalla folta barba scura. 
" Stavamo per tornare a casa senza aver raccolto nulla ed ecco la nostra gallina dalle uova d'oro." Borbottò quello sulla destra più tarchiato dell altro e che sputò a terra dei grumi di saliva.
 " Non sono in cerca di guai..." Disse lui serio fissando i cinque uomini che, ormai, lo avevano completamente circondato su ogni lato. 
" Se non sei in cerca di guai allora dacci i tuoi soldi e c'e ne andiamo subito senza farti male microbo." Disse ancora quello con la barba mostrando la spada che teneva sulla sua sinistra. 
" Non ho soldi con me, mi spiace..." Ammise lui notando come, a quelle parole, i tizi si erano fatti più vicini e avevano estratto dei coltellacci dalle proprie tasche. 
" Se non hai soldi almeno dammi quella spada..." Mormorò indicando il fodero sulla destra. " Qualcosa varrà immagino." Concluse mentre pregustava del denaro facile. Il rosso strinse con forza la spada. 
" No, mi spiace, non posso farlo..." Rispose freddamente con uno strano cipiglio negli occhi scuri. 
" Se non vuoi darci niente con le buone..." Fece un passo avanti seguito dagli altri che strinsero il cerchio attorno alla figura minuta.
Il rosso digrigno i denti preso dallo sconforto. Ancora una volta avrebbe dovuto usare la violenza? Perché non lo lasciavano in pace perché non poteva vivere sereno e in tranquillita? Stava per estrarre la spada ma un rumore di passi lungo il sentiero di fronte a lui lo bloccò.

 
 " Ohi ohi, che sta succedendo? Una festa e non mi invitate?" Chiese la voce di un uomo alto dai capelli arruffati bianchi che uscivano da sotto un cappello di paglia che ne nascondeva il viso.
 " Smamma cretino qua stiamo facendo cose importanti." Sbottò quello più vicino a quella figura con un tono seccato.
 Lui sospirò. " Se cose importanti sono derubare un povero viandante per il sentiero che porta alla capitale della regione bhe complimenti non sapete proprio che cazzo fare delle vostre misere vite." Disse a voce alta e senza peli sulla lingua.
 Il rosso lo guardò allibito con che coraggio diceva simili cose in una situazione simile? Noto che, lo sguardo degli aggressori, era cambiato. Adesso fissavano tutti quanti il nuovo venuto con uno strano sguardo colmo di rabbia. 
" Cosa cazzo hai appena detto?" Domandò il barbuto mentre gli altri si voltavano verso il bianco.
 " Ohi rosso..." Disse il bianco mentre gettò a terra il mantello che teneva addosso rivelando una specie di armatura leggera che ne avvolgeva il corpo allenato. " Stai attento a eventuali schizzi di sangue, non vorrei che ti macchiassi troppo." Lo avvisò mentre, con fare lento, si levò il cappello mostrando un volto spigliato e due occhi colmi di decisione. I cinque, alla vista della corazza e del viso, impallidirono.
 
 " Capo ma lui è..." Mormorò balbettando uno sulla destra come preso dal panico.
 " No! Non è di sicuro lui andategli addosso forza!" Ruggì cercando di superare lo shock iniziale e scagliandosi su di lui insieme agli altri quattro. Il primo tentò un affondo che fu schivato e, il bianco, mentre estraeva la spada, tranciò di netto la mano destra su cui si trovava la lama. Il secondo e il terzo attaccarono in contemporanea lui, con un balzo, scarto entrambi gli attacchi per poi colpire in pieno il ventre con una stoccata diagonale il petto del quarto aprendo uno squarcio da cui iniziò a fuoriuscire sangue. Il capo dei banditi attaccò con foga e rabbia ma, la sua spada, non riusciva nemmeno a sfiorare quella del suo avversario che sembrava volteggiare mentre, gli attacchi dei tre rimasti si facevano sempre più insistenti e feroci. Il rosso guardava stupito quella scena. Chi diavolo era quel tipo? 
 
A un certo punto, il bianco, si distanzio dal trio ansimante e mormorò:" Vi devo ringraziare a mensa oggi c'era fin troppo cibo e mi sentivo pesante. Con questa passeggiata mi sento molto meglio..." Si battè la mano sinistra sullo stomaco. " Come sono leggero ora!" Gridò ridendo.
 Il barbuto ringhiò e, seguito dagli altri due, si buttò a capofitto verso di lui. Il bianco sorrise e, come una scheggia, sfrecciò in mezzo a loro colpendoli in rapida successione. Mentre riponeva la spada, i corpi del trio, caddero al suolo, ormai privi di vita. 
" Chi sei tu?" Domandò il rosso allibito da tutta quella violenza e forza.
 Lui, girandosi e riponendo la lama, mormorò:" Il mio nome è Gintoki Sakata e il tuo?"
 " Kenshin..." Rispose lui serio.
 " Bhe, mi spiace per lo sgradevole benvenuto che hai ricevuto..." Borbottò Gintoki indicando il quintetto riverso a terra. " Se vuoi seguirmi, cercherò di farti avere un'accoglienza più giusta." Disse ancora con un sorriso sincero.
 " Perché mai dovresti fare questo per una persona che nemmeno conosci?" Domandò lui guardingo per tutta quella strana gentilezza. Gintoki sorrise e disse: " Non mi dai l'idea di un malintenziato..." Indicò la spada che teneva al fianco. " Se fossi stato un malvivente avresti di sicuro estratto la lama e li avresti tranciati a fette. Riconosco un tipo forte quando lo vedo." Spiegò mentre si rimetteva il mantello e il cappello. " Perciò seguimi sono curioso di sentire la tua storia Kenshin." Concluse facendogli cenno. Il samurai lo guardò ancora confuso.- Di sicuro non sarà peggio di quei tizi.- Pensò fra sè e sè decidendo di seguire quello strano tizio.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL AUTORE: Lo so ho tre storie in corso ma, purtroppo, dovevo fare anche questa mi sono venute così tante idee in questo periodo che dovevo crearlo :) spero che, questa storia, sia di vostro gradimento.
A presto.
   
 
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