Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra
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Autore: lmpaoli94    15/01/2019    0 recensioni
Il corpo di Nadia giaceva dormiente nel cuore della foresta africana.
Dopo essere stata divisa da Jean, la guerriera era stata ibernata per più di dieci anni.
Ma cosa sarebbe successo se fosse stata risvegliata?
Come avrebbe reagito?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Luc Lartigue, Nadia Ra Arwol, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Vedendo Nadia felice per aver ritrovato King, Davide ed Erika si sentirono molto a disagio a rimanere in mezzo a quella branca di leoni.
«Pensavo di non rivederti mai più» fece il leone «Sono stati quei due avventurieri a risvegliarti?»
«Sì... Anche se inizialmente non volevo esserlo, alla fine è stato meglio così. Sono molto contenta di averti ritrovato.»
Improvvisamente lo sguardo del leone si rabbuiò.
«King, che cosa ti prende?»
«Nadia, io non posso abbandonare il mio branco per venire con te. Loro hanno bisogno di me.»
«Ho bisogno del tuo aiuto per ritrovare Jean.»
«Sono sicuro che ce la farai anche da sola.»
«E Argo? e Neo? cosa farò quando mi imbatterò in loro?»
«Ce la farai a fronteggiarli. Grazie all'aiuto della tua pietra azzurra.»
«Non voglio usare quell'oggetto... È troppo forte e maledetto per me... Ricordi che cos'è successo quando Jean mi ha ibernata?»
«È stato tanto tempo fa e tu eri troppo inesperta per praticare un simile potere.»
«E adesso che cosa vuoi che sia cambiato?! Sono sempre la solita ragazzina ingenua di un tempo.»
«No, questo non è vero! Nei tuoi occhi intravedo quella forza che non ti avevo mai visto... Fidati Nadia. Puoi combattere i tuoi nemici anche da sola.»
«E per quanto riguarda quei due avventurieri?»
«Falli allontanare il più presto possibile da questa foresta se non vogliono lasciarci le penne.»
«Non ho tempo per aiutarti. Devo trovare i miei nemici prima che loro possano trovare me.»
«Stai molto attenta alla tua collera, Nadia. Potrebbe essere la tua autodistruzione.»
«So che cosa sto facendo. Non preoccuparti.»
«In tal caso, sarò sempre pronto a proteggerti.»
«Ti ringrazio, King» replicò l'animale cercando un'ultima carezza prima di congedarsi da Nadia e intravedere tutta la tristezza che albergava in lei.
 
 
Una volta allontanatasi dalla Fossa dei Leoni, Nadia rimase in silenzio e ripensare a come fronteggiare i suoi nemici.
«Nadia, perchè il tuo animale King non è venuto con noi?»
«Lui non è il mio animale... Ormai è cresciuto e fa parte di un branco molto importante.»
«E tutto questo ti dispiace, non è vero?»
«La vita va avanti, Davide... Lui per la sua strada ed io per la mia.»
«Nadia, non possiamo aiutarti per nessuna maniera?»
«Adesso riposiamoci, va bene? È stata una giornata molto lunga.»
«Riposarci qui all'aria aperta? Non potremmo andare verso una grotta che si trova nelle vicinanze?»
«Qui non c'è nessuna grotta. Rimaniamo qui» replicò Nadia montando su di un albero per rimanere definitivamente sola.
«Non riesco a capire l'ostilità di quella ragazza» fece Erika «Non gli abbiamo fatto niente.»
«È troppo arrabbiata con il mondo. È per questo che si comporta così-»
«Davide, ti rendi conto che dovremo uscire da questa foresta con le sole nostre forze?»
«Domani ci incammineremo per uscire da questo labirinto. Te o prometto.»
«Spero solo che riusciremo nel nostro intento. Questo posto mi fa sempre più paura ogni minuto che ci sono dentro.»
«Non ti devi preoccupare. Ci sono io a proteggerti» rispose Davide dandogli una carezza.
«Mi devo sentire al sicuro?»
«Che cosa c'è? Sfotti?»
«Ahahah stavo solo sdrammatizzando... Comunque sono contenta che tu mi stia vicino» replicò Erika accoccolandosi tra le braccia di Davide prima di cadere in un sonno profondo.
 
 
Appena sorsero le prime luci dell'alba, Nadia si svegliò di soprassalto prima di gettarsi in fondo all'albero.
Senza attendere che si svegliassero i due avventurieri, Nadia s’incamminò verso il nord della giungla alla ricerca di Jean.
“Spero solo di aver scelto la decisione giusta.”
Da quando si era risvegliata dal suo lungo sonno, era diventata scortese ed egoista, senza pensare ai rischi di chi gli stava intorno.
“Ce la faranno anche senza di me” si continuava a dire.
Arrivata all’estremo nord della foresta, la giovane donna fu colpita da un forte vento proveniente dalle montagne circostanti.
“Devo ripararmi alla svelta.”
Ma nel mentre stava cercando rifugio, fu colpita da dietro le spalle.
Cadendo a terra addormentata, fu trascinata verso la cima delle montagne.
Chi poteva averla colpita alle spalle a tradimento?
Chi poteva avercela con lei?
 
 
< Davide, svegliati! > gridò la ragazza scuotendolo violentemente.
Con sguardo assonnato, Davide cercò di capire cosa stava succedendo.
< Riguarda Nadia. È sparita. >
< Come sarebbe a dire è sparita? >
< Che è scomparsa nel nulla, sciocco che non sei altro. >
Sbadigliando vistosamente, per Davide non sembrava un fatto grave sapere dove si trovava Nadia.
< Siamo perduti. Moriremo in questa foresta. >
< Noi non moriremo affatto! Vedrai che usciremo da qui sani e salvi. >
< E’ inutile che tu mi rassicuri. Dobbiamo dare atto che senza Nadia non riusciremo mai a trovare una via d’uscita. >
< Ancora non capisco perché non ti fidi di me > replicò adirato l’avventuriero.
< Perché non ci riesco. È più forte di me. >
< Ascoltami bene: o rimaniamo qui senza fare nulla, o ci avventuriamo nella foresta verso la nostra libertà. >
< Oppure verso la nostra morte… >
< Sei libera di non seguirmi… Ma ti assicuro che se rimani qua, non ne uscirai viva. >
< Perché? Questo punto della foresta mi sembra sicuro… >
< D’accordo. Io vado per la mia strada… >
Ma alla fine Erika si convinse, raggiungendo a corsa il suo compagno.
< Odio rimanere da sola. >
< Solo questo? Oppure sai che avevo ragione? >
< La ragione si da solo alle donne. >
< E questo chi l’ha detto? >
< Naturalmente io. >
< Ancora non capisco come faccio a sopportarti… >
< Tu guidami verso l’uscita. Voglio provare a fidarmi di te. >
 
 
Mentre stavano camminando da più di due ore, Erika notò che stavano girando intorno.
< Quel sentiero… c’eravamo passati prima, ricordi? >
< Ma cosa stai dicendo? Non è possibile. >
< Invece ti dico che è così. Stiamo camminando da più di due ore e non faccio altro che vedere alberi e alberi. Questa foresta è infinita! >
Guardando più attentamente, Davide si accorse che Erika stava dicendo la verità.
< Vedi di trovare una soluzione al più presto, altrimenti rimarremo qui fino alla fine dei nostri giorni. >
A quel punto, Davide non sapeva cosa fare-
Pensare che non aveva un piano efficace per uscire da quella foresta, lo rendeva nervoso.
< Dobbiamo seguire il sole. Forse ci potrà aiutare. >
< Forse?! Davide, ti rendi conto di come parli? Non hai la minima intuizione di uscire da qui. Ed io dovrei fidarmi di te? >
< Erika, cerca di mantenere la calma… >
< Calma un corno! Moriremo. È questa la nostra fine. >
< Non mi sei di nessun aiuto! >
Litigando furiosamente in mezzo alla foresta, i due avventurieri non poterono che attirare l’attenzione di molti animali che stavano circolando in zona.
< Silenzio. Sento dei rumori qui vicino… >
< E’ la tua testa che non funziona più, Davide. Ed io stupida ad essere venuta fin qua in quest’avventura suicida. >
Appena il ragazzo girò lo sguardo, un branco di pantere erano pronti per attaccarli.
Scioccata per quello che stava vedendo, Erika sbiancò dalla paura.
< Davide… ormai è finita… >
I due avventurieri erano in trappola.
Sembrava che non ci fosse nessuna via d’uscita.
Ma invece…
Sentendo un poderoso grido proveniente dal cielo, i due ragazzi chiusero gli occhi per non assistere allo spettacolo della loro bipartita.
Continuavano ad udire i versi delle pantere che si volevano contendere il pasto.
Ma quando ebbero il coraggio di riaprire gli occhi, non riuscirono a credere che molte pantere erano state uccise.
< Siamo salvi > fece Erika tirando un sospiro di sollievo.
< E’ incredibile. >
< Ma chi può essere stato? >
Alzando gli occhi al cielo, i due avventurieri videro un aitante uomo della giungla rivestito solo di pelli.
< Grazie per averci salvato, buon uomo > fece Davide avvicinandosi all’uomo con la paura che continuava ad albergargli nella mente.
Girando lo sguardo, il selvaggio squadrò malamente i due avventurieri.
< Chi siete voi? >
< Io sono Davide, mentre lei è Erika. >
< Con chi abbiamo il piacere di parlare? >
Prima di rispondere, l’uomo misterioso fece un profondo respiro senza distogliere gli occhi da loro due.
< Il mio nome è Jean, l’uomo della giungla. >
 
 
Appena Nadia riaprì gli occhi, cercò in tutti i modi di capire dove si trovava.
< Finalmente ti sei svegliata > fece una voce dietro di lei.
Sentendo quella voce conosciuta, la giovane donna rabbrividì.
< Sei tu… Argo… >
< Allora mi riconosci dopo tutti questi anni… >
< Una voce come la tua si riconoscerebbe tra mille… Che cosa vuoi da me? >
< Ma come? Non riesci a immaginarlo? Voglio la pietra azzurra. >
< Allora dovrai passare sul mio corpo per averla. >
< Con molto piacere > disse infine l’individuo misterioso prima di usare le maniere forti sul suo ostaggio.
   
 
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