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Autore: The_Storyteller    22/01/2019    0 recensioni
Una raccolta di storie sulla vita della mia Inquisitrice, Saoirse Trevelyan, prima dei fatti di Dragon Age Inquisition.
Partendo dall'infanzia, la nostra maga diventa testimone indiretta del Flagello e della rivolta di Kirkwall, senza sapere cosa l'attende al Conclave presso il Tempio delle Sacre Ceneri.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inquisitore, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quattro tumultuosi anni erano trascorsi dalla ribellione di Kirkwall, e molte cose erano accadute, come la sanguinosa guerra civile che imperversava nell’Orlais e che vedeva contrapposti l’imperatrice Celene e suo cugino Gaspard de Chalons.
Per quanto riguardava i maghi, la situazione era diventata ancora più grave: numerosi circoli si erano ribellati, e sebbene la maggior parte fosse stata pacificata, alcuni avevano conosciuto una soluzione violenta, dalla Cuspide bianca al Circolo di Dairsmuid. In più, il Collegio degli Incantatori aveva deciso di separarsi dalla Chiesa.
A Ostwick la situazione era sotto controllo, ma non per questo meno tesa: molti maghi erano scappati, e alcuni templari avevano deciso di staccarsi dal potere della Chiesa, seguendo l’esempio dei Cercatori della Verità dopo la revoca dell’Accordo nevarriano da parte del Primo Cercatore Lambert.
 
Un giovane mago si diresse verso la sala degli incantesimi, dove gli apprendisti si esercitavano con le magie elementali.
- Incantatrice Trevelyan?- chiamò a gran voce.
Saoirse dissolse la piccola nube elettrica che teneva tra le mani, mentre mostrava a tre piccoli maghi come lanciare un fulmine.
- Sì, che cosa succede?- chiese la giovane, voltando la testa verso il ragazzo.
- La Prima Incantatrice Diantha desidera incontrarvi urgentemente- rispose lui.
La maga affidò i suoi alunni a un altro incantatore, poi seguì il ragazzo verso lo studio della Prima Incantatrice. Entrò nella stanza ampia e luminosa, e rimase sorpresa nel trovare anche l’Alto Comandante Helmud.
- Prego Saoirse, accomodati- la invitò Diantha. Saoirse poteva sentire una leggera tensione nella voce della maga, nonostante la sua apparente calma. Qualcosa sembrava turbarla, e anche Helmud aveva un’espressione preoccupata.
- Come ben sai, la guerra tra maghi e templari sta insanguinando tutto il Thedas- esordì la donna. - Ogni tentativo di pacificazione è stato inutile, ma forse stiamo per arrivare a una soluzione.-
La ragazza ascoltava con pazienza, in attesa di sapere il motivo della sua presenza.
Il comandante si alzò dalla sedia e continuò il discorso: - Dopo anni di apatia, finalmente la Chiesa ha deciso di agire. La Santissima in persona, Justinia V, ha organizzato un Conclave al Tempio delle Sacre Ceneri. Ci saranno i rappresentanti di maghi e di templari da tutto il Thedas, nella speranza di finire questa maledetta guerra- disse l’uomo.
Entrambi rimasero in silenzio, finché Saoirse non chiese il perché l’avessero chiamata.
- Tra una settimana partirà la delegazione del Circolo di Ostwick. E tu sei stata scelta per farne parte- spiegò la donna.
Saoirse rimase sorpresa: - Io?! Perché? Perché non uno degli incantatori più anziani?- chiese.
- Sei una delle maghe migliori che questo Circolo abbia mai conosciuto. La tua saggezza e la tua capacità di mediazione sono riconosciute da tutti, e contiamo che saprai utilizzarle per spiegare le nostre ragioni al Conclave- rispose Diantha, dandole uno sguardo materno.
- In più sei una Trevelyan. Anche se il tuo titolo nobiliare non è più valido, sei pur sempre un membro di una delle famiglie più importanti dei Liberi Confini. Avere dalla nostra parte dei rappresentanti della nobiltà è un vantaggio di non poco conto- aggiunse Helmud.
Saoirse ascoltò in silenzio, titubante. - Capisco- replicò solamente.
Diantha si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla per confortarla: - È una grande responsabilità, lo comprendo. Ma ho fiducia in te, tutto il Circolo si fida di te; e non sarai da sola, con te ci saremo io e Helmud. Questo Conclave rappresenta l’ultima possibilità di porre fine a questo massacro, e sono certa che la Divina troverà un accordo che soddisferà tutti quanti- le disse dolcemente.
Saoirse le sorrise, e accettò di partecipare all’incontro. Salutò la maga e il templare, poi si diresse verso i dormitori per preparare i bagagli e, soprattutto, per informare Elinor.
 
Mancavano tre giorni alla partenza. Una brezza proveniente dal Mare del Risveglio rendeva l’atmosfera febbrile per alcuni, tesa per altri.
James si trovava all’ingresso del Circolo, rispettando il suo turno di guardia. Tutto a un tratto apparve un piccolo gruppo di guardie presso il cancello, mentre un paggio portava le insegne dei Trevelyan. Il templare raddrizzò la schiena e si preparò ad accogliere suo padre, ma con sua grande sorpresa vide suo fratello Marcus.
- Buongiorno James- lo salutò sorridendo. L’uomo rimase immobile, ancora confuso dalla presenza del fratello.
- Che cosa ci fai qui? Dov’è nostro pa... cioè, il Bann?- gli chiese bruscamente.
Marcus scese da cavallo e lo raggiunse: - Papà è andato a Porto Brullo insieme ad altri nobili di Ostwick. Io lo sostituisco temporaneamente- rispose.
James trattenne un ringhio di disapprovazione, poi aprì il portone del Circolo e accompagnò Marcus all’interno.
- Quindi tu dovrai presenziare all’incontro della delegazione del Conclave, giusto?- gli chiese ancora.
Marcus annuì: - Papà dice che devo iniziare a fare queste robe ufficiali così, quando verrà il giorno, sarò pronto. Sai com’è, qualcuno ha rinunciato e io ho dovuto prenderne il posto...- replicò punzecchiandolo, ma James lo ignorò.
I due uomini percorsero un lungo corridoio, poi si fermarono in un’ampia sala e aspettarono che arrivassero gli altri partecipanti. Un silenzio tombale calò nella stanza, e nessuno dei due fratelli sembrava aver voglia di chiacchierare con l’altro, quando James riprese il discorso di prima: - Porto Brullo? Si tratta del principe Vael?-
Marcus annuì nuovamente: - Già. Papà e gli altri nobili di Ostwick vogliono impedirgli di scatenare una guerra contro Kirkwall, in modo da metterla sotto il suo controllo...-
- Ha tutte le ragioni per farlo, dopo quello che è successo- lo interruppe James.
Marcus si girò a guardarlo con uno sguardo corrucciato, e James continuò: - La città è nel caos da quando quel maledetto eretico ha ucciso la Somma Sacerdotessa. Il principe deve fare giustizia, visto che il Campione si è assurdamente rifiutato di farlo!-
Marcus cominciò a camminare nella stanza, cercando di placare il suo nervosismo: - Certo, vendichiamo l’assassinio di centinaia di persone marciando con un esercito e massacrando migliaia di innocenti! Davvero una bella pensata fratellone, per caso hai incontrato quella Meredith prima che impazzisse e diventasse una statua?- commentò sarcasticamente.
- Non dirmi che approvi le azioni di quell’abominio! Elthina non ha fatto nulla!- lo rimproverò il templare.
Marcus rimase in silenzio, dando le spalle al fratello: - No, ciò che ha fatto è riprovevole. Ma per quanto riguarda la Somma Sacerdotessa, hai ragione- disse.
Si voltò verso James con uno sguardo serio: - Elthina non ha fatto nulla. Assolutamente niente di niente. Ed è questo il punto; sperava forse che Meredith e Orsino facessero come i bambini, stringendosi i mignoli e dicendo “Non lo faccio più”? Andiamo James, cosa sperava di ottenere con il suo neutralismo?- replicò l’uomo.
Di nuovo il silenzio si impadronì dei due uomini, troppo arrabbiati l’uno verso l’altro per le rispettive opinioni, ma abbastanza saggi da decidere di non tornare più sull’argomento.
I minuti passavano lentamente, e Marcus continuava a camminare avanti e indietro per tenersi occupato.
- Sappi che incontrerai soltanto l’Alto Comandante e la Prima Incantatrice. Nessun altro- disse all’improvviso James.
Marcus si bloccò bruscamente e guardò sconcertato il fratello: - Cosa?! Non posso vedere nemmeno i maghi e i templari che andranno con loro?- ribatté.
- Soprattutto i maghi...- aggiunse il templare, lasciandosi sfuggire un ghigno.
Il nobile scosse la testa, confuso e arrabbiato: - Ti prego James, non puoi impedirmi di vedere Saoirse! Sono troppi anni che non la vedo, o che non leggo sue notizie “grazie” a nostra madre. Come puoi essere così duro con lei?- domandò rabbioso.
James rimase imperturbabile, dritto e fiero nella sua armatura: - I miei doveri di templare mi impongono obbedienza alle regole. I maghi non possono vedere i loro parenti. Nessuno escluso- gli rispose lanciandogli uno sguardo tagliente.
Marcus allora gli si avvicinò infuriato: - I tuoi doveri di templare non ti impongono di essere un pezzo di...!-
Si bloccò prima di terminare la frase, respirando profondamente nel tentativo di ritrovare la calma.
- Ascolta James, non voglio litigare con te- riprese con un tono più conciliante.
- Non so se sono stati gli insegnamenti di nostra madre quando eri un bambino, o se ciò sia dovuto all’essere templare... ma lei è nostra sorella. Forse per te è poco più di una parente, ma per me significa molto. Ogni giorno le bambine mi fanno domande sulla loro “zia magica” e io non so cosa dire loro...-
Scrollò di nuovo la testa e fece un lungo e triste sospiro: - Mi manca, mi manca tantissimo. Davvero non provi neanche un minimo di affetto per lei?- gli chiese, quasi sperando che una piccola scintilla risvegliasse il legame di sangue fra loro tre.
 
Saoirse aspettava nervosamente fuori dalla stanza, chiedendosi cos’altro doveva succedere. La Prima Incantatrice e l’Alto Comandante si stavano trattenendo ormai da ore, cos’altro potevano volere da lei? Perché tenerla lì per tutto quel tempo?
All’improvviso la porta si aprì e la maga e il templare uscirono uno dietro l’altra.
- C’è una persona che desidera vederti, cara- le sussurrò all’orecchio Diantha. La giovane rimase sorpresa: chi mai poteva essere? Ancora titubante, entrò nella stanza e accostò la porta dietro di lei. Un uomo sui trent’anni stava in piedi al centro della stanza e la guardava dolcemente. - Ciao sorellina...- disse commosso.
Saoirse sentì un peso al petto che man mano si sciolse dalla gioia: suo fratello, il suo amato fratello, era lì davanti a lei. Lentamente, un passo per volta, si avvicinò all’uomo, quasi temendo che potesse sparire da un momento all’altro.
I due fratelli si abbracciarono teneramente: Saoirse si accoccolò al suo petto, mentre Marcus le passava una mano tra i capelli, poi interruppe l’abbraccio per osservare sua sorella.
- Sei diventata grande... Guardati, sei una splendida donna- le disse dolcemente.
I due parlarono a lungo, ricordando i tempi passati e aggiornandosi sul presente, e la giovane scoprì con gioia di essere diventata zia di tre bambini. Inevitabilmente, tuttavia, il discorso ritornò sull’imminente partenza per il Conclave.
- Sai che percorso faremo?- chiese la maga.
Marcus si diresse verso un tavolo dove si trovava una mappa del Thedas meridionale, e con un dito tracciò il viaggio che avrebbe fatto la delegazione: - Partirete per il Ferelden, arrivando qui ad Altura Perenne, poi seguirete la Gran Via imperiale fino al lago Calenhad. Quindi, seguendo il lago verso ovest, risalirete un fiume e raggiungerete Haven. Se tutto va bene ci metterete meno di due settimane- concluse l’uomo.
- Che cosa ne pensi? Del Conclave, dico- gli domandò Saoirse.
Marcus rimase in silenzio per qualche istante, a rimuginare sulla situazione: - Qualcosa succederà, su questo non ci piove. Se in bene o in male, questo lo sa solo il Creatore. Ma ad ogni modo- e si girò verso di lei - io credo in te e nella pace tra maghi e templari. So che tu e gli altri potete cambiare tutto.-
Verso sera Marcus dovette lasciare il Circolo, salutando un’ultima volta la sorella. Ancora emozionata per quell’incontro inatteso, Saoirse si diresse verso i dormitori in cerca di Elinor. La trovò nel suo letto, intenta a leggere. - Elinor, devo chiederti un favore- le disse. La fereldiana chiuse il libro e la guardò incuriosita, poi i suoi occhi notarono un paio di forbici nella mano sinistra della sua amica.
- Davvero vuoi tagliare la tua bella chioma?- domandò, osservando la treccia bionda che ricadeva sulla spalla della ragazza. Saoirse fece un lieve sospiro, poi si sedette vicino a Elinor: - Sarà più comodo durante il viaggio. E tanto ricresceranno.- rispose sorridendo. La maga diede le spalle all’amica, che con un taglio netto recise la lunga treccia dorata.
Saoirse la prese e legò l’altro capo con un nastro, poi la porse alla ragazza: - Tienila per il mio ritorno. Quando sarò di nuovo qui, la bruceremo in onore di un nuovo inizio- aggiunse. Elinor la guardò un po’ confusa, poi le sorrise e l’abbracciò: - Al nuovo ordine nel Thedas, e alla migliore amica che possa desiderare!-
 
Due settimane erano passate da quando la delegazione per il Conclave era partita, ed Elinor passeggiava su una delle terrazze del Circolo. Si appoggiò a una balaustra e guardò verso sud, dove poteva vedere in lontananza le grigie acque del Mare del Risveglio. A volte si domandava come se la passava il Ferelden, dopo tutti quegli anni, e come stavano i suoi vecchi compagni del Circolo del lago Calenhad. Osservò ancora in lontananza e stava per tornare all’interno dell’edificio, quando notò qualcosa di strano nel cielo: in direzione sud ovest c’era uno strano assembramento di nubi, e dal suo interno sembravano provenire strani lampi verdastri. Quello strano fenomeno la rese inquieta, ma non ci pensò troppo e prese la via per la sala comune.
Un’altra settimana trascorse serena, ma quelle strane nubi persistevano. Elinor stava tentando di studiare un vecchio tomo, quando alcune grida la fecero sobbalzare. “Che cosa succede?” si chiese, seguendo gli altri maghi che si accalcavano nel salone principale.
- Ci sono demoni ovunque, è la fine di tutto!- sentì dire. La confusione regnava sovrana, e presto la curiosità venne sostituita dallo sconforto e dal terrore.
- Che cosa succede?- chiese ad alta voce Elinor. Lusian la scorse in mezzo alla folla e si avvicinò a lei: - Il Conclave...il Tempio delle Sacre Ceneri è esploso! Dal cielo piovono demoni orribili e...non ci sono superstiti- concluse sconvolto.
Elinor rimase immobile, scuotendo la testa dall’incredulità. - Sono tutti...morti? Diantha, Helmud...Saoirse?- disse con la voce tremante. Lusian abbassò lo sguardo, prendendole le mani: - Non torneranno mai più...non posso crederci...-
La giovane si sentì un peso al cuore, mentre le lacrime le scorrevano sulle guance: - No, non può essere... Non Saoirse, NON LEI!- esclamò sconvolta. Lusian la scortò verso i dormitori e la consolò abbracciandola. Elinor prese la treccia bionda della sua amica, stringendosela al petto: - Non lei, non la mia Saoirse... Povera, dolce Saoirse...-
 
Buio, strane presenze, poi una misteriosa luce... Saoirse si risvegliò in una stanza oscura e umida. Ai polsi aveva delle pesanti manette di ferro, ed era circondata da alcuni soldati con le spade sguainate. Ad un certo punto avvertì uno strano formicolio alla mano sinistra: voltò il polso e un improvviso lampo verde la fece sobbalzare dalla sorpresa.
D’un tratto la porta di fronte a lei si spalancò e intravvide due figure in controluce avanzare nella stanza. Si trattava di due donne: la prima sembrava sui quarant’anni e indossava una corazza leggera, portava i capelli corvini corti e due cicatrici le solcavano il volto; l’altra pareva poco più giovane e portava un cappuccio che le dava un’aria quasi minacciosa. Quest’ultima si pose di fronte a lei, guardandola severamente, mentre l’altra cominciò a gironzolarle intorno.
- Dimmi perché non dovremmo ucciderti subito- disse ad un tratto.
“In che razza di guaio mi sono cacciata?” pensò terrorizzata Saoirse.

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Finalmente pubblico l'ultimo capitolo dedicato al passato di Saoirse. È stato parecchio impegnativo e l'ispirazione a volte mancava, ma sono soddisfatta di essere riuscita a concludere questa storia. Spero vi piaccia e spero di scrivere altre storie dedicate alla mia Saoirse =) !
 
   
 
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