A
dead world
A
dark path
Not
even crossroads to choose
from
All
the bloodred
Carpets
before me
Behold this fair creation of
God!
- Planet
Hell,
Nightwish -
Spalanco
la bocca, artigliando l’erba fresca e umida sotto il mio
corpo. Ogni fibra del
mio essere si tende con uno spasimo e arrivo quasi a urlare di dolore.
Annaspo e
ingoio aria con avidità, la sento bruciarmi la gola e
trafiggermi i polmoni.
«Anf... anf...
anf...»
I
miei ansiti riempiono il silenzio sordo di questa fredda e mesta notte,
di
questo bosco desolato e immoto.
Il
cuore sembra volermi frantumare le costole e sfondare il petto, per
quanto
violenti sono i suoi palpiti frenetici. Mi sento come se fossi sul
punto di
morire, mentre una lacrima si stacca dalle ciglia.
Con
un singulto inarco la schiena, rivolgendo gli occhi appannati e stanchi
al
cielo che mi sovrasta.
Il
Lost Canvas è ancora
lì e pare
accrescersi ogni istante che passa, inesorabile e inarrestabile. Solo
ora mi
rendo conto di quanto questo spettacolo sia angosciante e tremendo...
come si
può pensare che sia questa la vera salvezza?
Non
ci sono stelle a coronare la notte, lo sfondo del dipinto è
nero come la pece.
Adesso
ci sei anche tu
fra quegli angeli, Rhadamanthys?
Mi
accascio di nuovo sul manto erboso, con le membra che pesano, stanche e
dolenti.
Sento i sensi affievolirsi, la mente perdersi in un ricordo che prende
pian
piano le fattezze di un incubo.
Le
ferite del corpo non
possono reggere il confronto con quelle dell’anima,
mi dico e una smorfia mi tende le labbra. Il sapore del sangue
m’invade la
bocca.
L’odio
e il dolore che finora mi hanno dominata, si sono dissolti come bruma
al
sorgere del sole. Aron, Athena, Partita, l’esercito
infernale... non hanno più
alcun senso, per me. Forse, non l’hanno mai avuto.
E
finalmente lancio quel grido che per troppo tempo ho trattenuto e lo
indirizzo
proprio contro il miserabile dipinto che riveste il cielo vuoto.
Gridare,
strepitare, urlare ancora, sempre più forte, fino a sentir
male alla gola!
Vano,
però, è il tentativo di vomitare i sentimenti che
mi sconquassano il petto, mi
dilaniano l’anima. È troppo tardi per pentirmi
delle mie azioni e, soprattutto,
è impossibile tornare indietro per cercare di mutare
ciò che è già stato.
Che
senso ha avuto questa
Guerra Sacra? Quale
dannato senso ha avuto la mia vita?
Adesso
le sento, le lacrime. Bruciano come fuoco sulla mia pelle fredda. Sono
amare e
salate, più disgustose del sangue ferrigno che
m’impiastriccia le fauci.
«Queste
lacrime sono versate solo per te, Rhadamanthys...» sussurro,
illudendomi che in
qualche modo possano rendere giustizia al tuo sacrificio.
La
gola è in fiamme e la mia voce suona estranea alle mie
stesse orecchie. Chi sta
parlando, ora: la donna o il Comandante dell’Armata Infernale?
Cosa
penseresti, se vedessi “sua eccellenza Pandora” in
queste pietose condizioni, Rhadamanthys?
Mi
tenderesti la mano
come hai sempre fatto, rispondo a me
stessa.
Il
fruscio dell’erba accompagna i miei pigri movimenti. Sento la
testa pulsare e
sono costretta a puntellarmi sul gomito per non ricadere indietro.
Un
rinnovato dolore mi scuote il corpo, mentre le immagini del tuo
martirio
balenano sinistramente nella mia mente.
«Voi...
dovete restare in vita!1»
Le
tue parole, le tue ultime parole,
riecheggiano forte come se tu le stessi ancora pronunciando.
Arranco
sull’erba, sbucciandomi le ginocchia e i palmi delle mani.
Con un grande sforzo
riesco a sollevarmi e ad abbandonarmi contro il tronco di un albero.
Puzzo
di morte, emano un vero e proprio fetore.
Abbasso
lo sguardo sul mio corpo e le viscere mi si stringono. Sono ricoperta
del tuo
sangue, dell’unica parte di te che ancora resta in questo
mondo.
È
ancora così caldo... penso,
sfiorandomi i palmi vischiosi.
Mi
hai detto di continuare a vivere, Rhadamanthys, ma come posso farlo se
tu non
sei più con me?
Mi
sei sempre stato accanto, a differenza di tutti gli altri, e io mi ero
stupidamente convinta che lo facessi solo perché ero il
Comandante dell’esercito
di Hades, senza comprendere quale sentimento si nascondesse dietro a
ogni tuo
gesto di devozione.
«Ho
convinto me stessa che tu fossi solo un cane che ubbidiva ciecamente al
suo
padrone, invece la verità è sempre stata
un’altra», sussurro, come se ti avessi
davanti e potessi specchiarmi ancora nei tuoi occhi d’ambra.
Ti
amo? Non lo so. E, credimi, è la risposta più
sincera che posso darti.
Cos’è
l’amore? Non sono mai riuscita a capirlo. Non so dare una
risposta adeguata
nemmeno adesso, che ho perduto ciò a cui più
tenevo.
Amare,
forse, vuol dire desiderare di restare per
sempre accanto a una persona?
Mi concedo un’amara risata. Gli uomini sono creature periture
e il “per sempre”
non potrà mai esistere per noi.
No.
Io non posso provare un sentimento del genere, non sono in grado di
concepire
pensieri simili. Non è per questo che sono nata.
Io
sono Pandora, il Comandante dell’esercito infernale.
Io
sono la sorella di Ade, il Signore degli Inferi.
Io
sono un’assassina senza cuore né pietà
alcuna.
Io
sono un’orgogliosa figlia della Morte.
Io...
«Invece,
io sono solo uno stupido essere umano...»
Ci
rivedremo, Rhadamanthys, lo so. È il nostro Destino, la
nostra eterna condanna.
Sarò
di nuovo al comando dell’Armata e tu sarai ancora una volta
accanto a me,
fedele. È l’unica certezza che mi... ci
resta.
Rammenteremo
questa Guerra, queste sofferenze, questi sentimenti? Io non voglio
dimenticare
nulla.
«Non
voglio dimenticare che, per un istante, sono riuscita a scorgere il
baluginio
di un colore fra la desolazione di questa mia grigia
esistenza», sussurro e mi
abbraccio busto, sentendo sotto le mani la stoffa logora
dell’abito.
Continuerò
a vivere e lo
farò solo per te, Rhadamanthys... finché non ti
avrò nuovamente al mio fianco.
1
frase tratta dal numero 46 del manga Lost Canvas.
Angolino
dell’autrice:
Ciao
a tutti!
Avevo
già pubblicato (e poi cancellato) questa breve OS su Pandora
intorno al 2015 e...
beh, mi è ricapitata sotto al naso e mi sono detta:
“Perché non revisionarla e
ripubblicarla?”
Dunque,
eccola qui, nonostante la narrazione in prima persona non sia il mio
punto
forte.
Dopo
essere stata salvata da Rhadamanthys, Pandora si risveglia fuori dalla
Tela
Perduta, in un bosco. Come saprete il manga ci mostra i suoi pensieri,
ma io ho
voluto dare una mia personalissima versione.
In
Lost Canvas ho apprezzato molto i personaggi di Pandora e Rhadamanthys
e mi
piacerebbe riuscire ad approfondirli un po’ di
più, con il tempo... per ora mi
accontento di questo risultato che spero possa essere apprezzato anche
da voi
lettori. I consigli sono sempre ben accetti.
Senza
pretese,
Elly