12 – Take care of me
C’erano tanti modi per ritrovarsi e il modo migliore era quello di amarsi e prendersi tutto, come se un domani non dovesse mai arrivare.
Nel e Nnoitra erano tornati a casa fradici di pioggia ma bollenti di eccitazione e passione. Non riuscirono neanche ad arrivare ad un giaciglio più comodo come il letto, perché Nnoitra la imprigionò tra le sue braccia e famelico cercò le sue labbra, baciandola con un ardore tale da lasciarla senza fiato.
Avevano bisogno solo di ciò. Di aversi in tutti i modi possibili. Nel aveva ancora le lacrime secche sulle guance, eppure le veniva naturale sorridere. Sembrava passata una vita dall’ultima volta che erano stati così, intimi e vicini.
«Nel, sei fradicia”», ansimò Nnoitra. «Così ti prenderai un’influenza.»
E un altro sorriso nacque sulle labbra di lei, mentre prendeva le mani del suo compagno, portandole sul proprio corpo.
“Allora prenditi tu cura di me”.
Nnoitra si sentì divampare. Non se lo sarebbe fatto ripetere. L’avrebbe tenuta stretta a sé fin quando ce ne sarebbe stato bisogno, anche tutta la vita se necessario. Accarezzò il suo corpo ancora intrappolato tra quei vestiti bagnati che si premurò subito di togliere e gettare via. Era una frenesia incontenibile, erano i brividi ogni volta che si toccavano.
Alle volte Nnoitra dimenticava di quanto fortunato fosse. Ma gli bastava davvero poco per ricordarsene. Gli bastava abbracciarla, sentire il suo calore e il suo profumo.
Ad un tratto era scomparso tutto, era rimasta la pioggia ed erano rimasti loro, ora privi di ogni barriera, che a tentoni cercavano di raggiungere il materasso.
Fu Neliel a cadere per prima e fu Nnoitra a sovrastarla, a baciare la sua pelle in ogni dove.
«Perdonami, Nel. Sono un idiota totale, io…»
«Sssh», dolcemente lei gli strinse le spalle. «Dimmi solo che mi ami.»
Lo sapeva, Nnoitra non tendeva spesso a ripeterglielo, se non in quei momenti in cui diventavano un tutt’uno.
«Ti amo, Nel. Molto più di quanto sono in grado di dimostrare.»
Lei sorrise intenerita e con le guance arrossate, spingendolo su di sé, facendogli intuire il suo bisogno di sentirlo.
Le bocche si cercarono e si trovarono, rimanendo unite in un bacio lungo e infuocato, mentre Nnoitra entrava in lei, con impazienza e dolcezza.
Dalle labbra della ragazza sfuggì un ansimo che ben presto diede inizio ad un susseguirsi di gemiti e parole sconnesse.
Pioveva ancora. Il rumore della pioggia scandiva il silenzio.
«Nnoitra», lei chiamò il suo nome, guardandolo. «Ti amo anche io, tanto.»
Non che avesse mai avuto dubbi. Forse alle volte discutere, allontanarsi e scappare era necessario, perché quello che arrivava dopo essersi ritrovati era senza dubbio inestimabile.
Nota dell'autrice
E pace fu fatta <3 Mica potevo tenerli separati per sempre, anzi, Nnoitra e Nel hanno fatto pace nel migliore dei modi. E io mi sciolgo tantissimo a scrivere di queste cose, perché mi immedesimo e mi commuovo. Spero vi abbia emozionato **