[...] Si svegliò all'improvviso nel bel mezzo della notte con ancora nelle mucose l'odore di sostanze chimiche che non riusciva a ricondurre a nulla che conoscesse. Il respiro corto, sebbene non dipendesse dall'incubo appena avuto, ma dalla terrificante creatura accovacciata sul proprio torace. Dodici occhi rossi su un cranio allungato lo fissavano, la bocca senza labbra ospitava una fila di denti sottili e affilati pronti a strappargli la carne dalle ossa; il corpo massiccio stava ricurvo in una posizione che ricordava un po' quella dei primati, la pelle cinerea aperta in vari punti mostrava i muscoli rossi sotto di essa. [...]
Scritta in collaborazione con il mio compagno Yahn: l'unico abbastanza pazzo da amarmi.