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Autore: la luna nera    29/01/2019    9 recensioni
Firenze, si sa, è una delle capitali mondiali dell'arte e della cultura. Non è quindi raro che ospiti mostre ed eventi nei suoi innumerevoli edifici storici. A Palazzo Pitti ha da poco preso il via un'esposizione dedicata a Van Gogh che sembra indirizzata verso un grande successo di pubblico e critica. Ma qualcosa non va. Una misteriosa aggressione durante la notte ai danni di una guardia giurata rischia di mandare tutto all'aria e Laura non permetterà tanto facilmente al commissario Fiorini di bloccare l'omaggio al suo grande idolo Vincent Van Gogh.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La professoressa Gherardini era tornata nel suo piccolo ufficio di Palazzo Pitti a due giorni dagli incresciosi fatti di cronaca accaduti a seguito dei quali l’esposizione su Van Gogh era stata momentaneamente sospesa. Stava cercando di limitare i danni, posticipando al meglio tutte le visite prenotate nella settimana di chiusura, mentre nell’area ospitante la mostra andavano avanti i sopralluoghi della Polizia per raccogliere quante più informazioni possibili e far luce sulla misteriosa aggressione a Perrone.
Proprio mentre era intenta a controllare gli elenchi dei visitatori prenotati, Laura bussò alla porta dell’ufficio.
“Permesso?”
“Oh, vieni, entra pure.” Si tolse gli occhiali. “Sono felice che tu sia venuta subito.”
“C’è qualche problema?”
“Beh, a dire il vero, sì. Ho cercato di accontentare tutte le richieste dei visitatori, purtroppo alcuni gruppi facevano parte di tour organizzati e si sarebbero trovati qui per un’escursione durante una crociera. L’unica soluzione consiste nel proporre loro una visita a Palazzo Pitti e al Giardino di Boboli con un biglietto cumulativo al prezzo pattuito in precedenza. Se non accettano, saremo costrette a rimborsare l’intero importo già versato e non si tratta di qualche Euro.”
“L’offerta mi sembra buona e poi questa sospensione dell’evento è per causa di forza maggiore.”
“Hai ragione, ma quando si tratta di business c’è chi non guarda in faccia nessuno, neanche una persona in fin di vita.”
C’era del vero nelle parole della Gherardini. “Ha avuto notizie del vigilantes ferito?”
“E’ sempre in coma, lo hanno sottoposto ad un delicato intervento neurochirurgico che fortunatamente è andato bene, ma ancora non hanno sciolto la prognosi.” Fece una breve pausa durante la quale il suo pensiero volò dritto all’ospedale di Careggi. “Coraggio, andiamo a dare un’occhiata alla mostra.”
 
Era piacevole e allo stesso tempo deprimente percorrere i corridoi che mostravano opere d’arte di altissimo livello. Ma le mostravano a chi? A nessuno, poiché la mostra restava ancora interdetta al pubblico. Poco più in là gli agenti della scientifica stavano perlustrando ogni millimetro dell’area in cui Perrone era stato trovato a terra, lavoravano senza sosta sotto lo sguardo vigile del commissario Fiorini e dell’ispettore Esposito.
“A che punto sono con i rilievi?” Laura sperava di poter riaprire presto l’esposizione.
“Credo siano a buon punto.” Rispose la Gherardini, muovendo alcuni passi verso i due uomini. “Buongiorno commissario, ispettore.”
“Oh, buongiorno a voi, signore.” Esposito ricambiò il saluto in modo cordiale. “Tutto bene?”
“Sì, grazie. Mi porta novità?”
“I nostri uomini lavorano giorno e notte per fare tutto quello che c’è da fare nel pochissimo tempo a disposizione.” Fiorini si intromise nella conversazione.
“Confido in lei, commissario, so che ha tutte le carte in regola per arrivare in alto.” La professoressa non lo vedeva di buon occhio, in quanto per lei era troppo pieno di sé, arrogante e presuntuoso, per cui non mancava di ribattere in maniera decisa. “Laura, mi sono dimenticata di una telefonata urgente con il professor Nenci su quell’evento per la fine dell’anno, ricordi?” Fece capire alla ragazza di assecondarla. “Resti tu con il commissario, per favore?”
“Certo….” Non era troppo entusiasta, ma accettò.
“Mi raccomando, aggiornatemi se ci sono novità.” Salutò e se ne andò.
“La professoressa è una tipa tosta.” Anche Fiorini non nutriva troppa simpatia.
“Si è fatta da sola, con le sue sole forze.” Aggiunse Laura. “Può sembrare fredda e scontrosa, ma ha un animo nobile.”
“Scommetto che è zitella.” Ridacchiò lui.
“Sbagliato, è felicemente sposata da quasi quarant’anni. Scommetto piuttosto che lo scapolo è lei.” Ribatté lei prontamente. “Ha un modo di relazionarsi con gli altri piuttosto freddo.”
“E’ il mio lavoro.” Sibilò visibilmente scocciato. “Io devo essere diretto nei confronti delle persone, anche se si tratta di dare brutte notizie.”
“Scusate, commissa’.” L’intromissione di Esposito fu provvidenziale. “Ci sta nu problema laggiù, appresso ‘o quadro llà. Venite, ja’!”
“La Notte stellata?!” Laura corse precipitosamente verso l’opera forse più nota del maestro olandese. “Che succede?”
C’erano due agenti la cui faccia era bianca. Avevano lasciato tutti i loro strumenti a terra e si erano allontanati dalla parete su cui era appeso il quadro. “Che sta succedendo?” Tuonò Fiorini.
“L-lì…..” Uno degli agenti indicò tremando il campanile della chiesetta presente sul dipinto. “Quelle due finestre…. Quelle nere… Si… Si sono accese delle luci!”
“Cosa? Ma per cortesia! Sia serio, Marchetti!”
“Commissario….” Biascicò l’altro. “L’ho visto anche io.”
Fiorini sospirò, scuotendo la testa.
“Commissa’, io ve lo dicevo che certe cose ci stanno veramente. ‘O pittore Van Gogh era bravo assai, ma poveretto è pure morto giovane. Zia Maria mi diceva sempre che…
“Ispettore Esposito, non mi interessa un accidente di zia Maria! Quante volte devo dirle le stesse cose?! Noi ci occupiamo di reati commessi dai vivi, non dai morti! Le ripeto per l’ennesima volta che i defunti non fanno più niente tranne che starsene buoni nelle loro tombe a riposare per l’eternità! Oh!” Sbottò furioso. Si avvicinò alla finestra accendendo una sigaretta e circondandosi di fumo, tentando di calmarsi almeno un po’.
Laura aveva assistito in silenzio. Pensava a quanto accaduto, a quanto era stato duro con il povero ispettore, a quanto quell’uomo poteva essere dotato di uno strano fascino e farsi detestare appena un attimo dopo. Esposito sembrava essere abituato a queste cose, se n’era rimasto in silenzio, in disparte, aspettando con pazienza che il suo capo si calmasse. “Bah, ‘o commissario può dire quello che vuole, ma ‘sti guaglioni se so’ spaventati assai. Qualche cosa di strano ci sta, nun tengo dubbi.” Si era avvicinato alla ragazza. “Fiorini è fatto così, è un ottimo commissario, ma è pure una capa tosta, non accetta troppi consigli dai suoi collaboratori.”
“A me ha detto che non tollera cose strane, tipo manifestazione paranormali e cose simili.”
“Già, lui non ci crede affatto ed è libero di pensarla come meglio crede, però il rispetto per i morti lo deve portare, questo diceva sempre zia Maria. Vincenzo Van ‘e Gogh è morto e merita rispetto. Tutto qua.”
Laura si lasciò sfuggire un sorriso per il modo in cui aveva chiamato l’artista. “Certo, ha perfettamente ragione. Per questo spero di poter riaprire presto l’esposizione e rendergli il tributo che merita. E poi….” La ragazza smise improvvisamente di parlare poiché la sua attenzione cadde casualmente su “Notte Stellata” e notò che le due finestrelle poste sotto il campanile della chiesa erano gialle, quando nel dipinto erano sempre state nere, esattamente come avevano riferito i due agenti impegnati nei rilievi. “Non è possibile….” Stava iniziando a tremare. “Lì! Guardi! Guardi, ispettore!”
“Per favore, signorina Torricelli! Non inizi anche lei a sparare stupidaggini!” Il commissario li aveva raggiunti.
Lei lo guardò con fulmini e saette che le uscivano dagli occhi. “Io conosco bene quell’opera e so con certezza che le due finestrelle sono di colore nero. Poco fa erano gialle, come se si fosse accesa una luce! Io le ho viste!”
“E allora? Potrebbe essersi sbagliata.”
“Lei non ha mai studiato arte, vero commissario?”
“Per il mio lavoro non servono tempere e pennelli.”
“Ecco, quindi non contraddica chi dell’arte ne ha fatto il pane quotidiano per anni. Conosco Van Gogh e le sue opere alla perfezione e se le dico che quelle finestre sono sempre state nere, deve credermi!”
“Va bene!” Sbottò lui. “Ammettiamo che sia così. Mi spieghi ora perché sono gialle!”
“Arancio, commissa’, mo’ sono arancio!” Esposito aveva notato un improvviso cambiamento di colore.
“Non è che per caso le hanno rifilato un falso, signorina?”
Era pressoché impossibile. “Notte Stellata” era arrivata direttamente dal Museum of Modern Art di New York, era l’originale dipinto del maestro nel 1889. “No.” Rispose lei con un groppo in gola. Non poteva e non voleva crederci.
“Torniamo in commissariato. Venga anche lei, ho bisogno di alcune informazioni.”
Seguirono Fiorini in silenzio, mentre le due finestrelle del dipinto tornarono nuovamente nere.  
 
 
 
 
Buongiorno a tutti.
Chiedo umilmente scusa per il ritardo con cui aggiorno. Purtroppo a volte capita che la vita reale non contempli quella parte di noi dedita alla lettura e alla scrittura. Approfitto anche per scusarmi con gli autori di cui seguo le storie per il mio silenzio.
 
Qua i battibecchi sembrano all’ordine del giorno, gli unici a non discutere, per ora, sono Laura ed il buon ispettore Esposito. Però qualcosa di strano accade sul serio, Fiorini non ne vuole sapere, ma purtroppo per lui, siamo solo all’inizio. Non vi dico altro, se non GRAZIE per il vostro supporto. A presto!
 
Un abbraccio
 
La Luna Nera
  
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