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Autore: Red Saintia    06/02/2019    10 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nell’ultimo periodo non aveva avuto molto tempo da dedicare a se stesso ne alle persone a lui care. Sotto suggerimento di Sage teneva il cielo in costante osservazione come se di lì a breve qualcosa sarebbe dovuto accadere.
Dal canto suo Degel non faceva troppe domande, non era sua abitudine, anche se non era difficile percepire l’ansia che affliggeva il Gran Sacerdote. Nonostante tutto la missione che gli era stata affidata in quei giorni l’accettò di buon grado perché significava rivedere persone alle quali era legato da un sincero affetto e al contempo avrebbe rinsaldato i rapporti di alleanza con la gente del nord.

“Mi farebbe piacere se tu mi accompagnassi Kardia, il viaggio sarà meno tedioso in tua compagnia e poi potrei tenerti d’occhio.” gli disse provocando di sicuro una sua reazione stizzita che di fatti non tardò ad arrivare.

“Scherzi? Non ho nessuno intenzione di prendermi un accidenti in quelle lande desolate. E poi la tua più che una missione è una visita di cortesia perciò non fa per me. A limite potrei intervenire solo se ti dovessi togliere dagli impicci.” gli rispose addentato una mela con fare scocciato.

“Quando mai hai dovuto togliermi dagli impicci Kardia? Non ricordo davvero.”

“Non ricordi perché ti ostini a riempirti la testa con quelle cose da intellettualoide che leggi. Almeno stavolta la tua vista sarà allietata da qualcosa di meglio dei libri, qualcosa di concreto e tangibile.”

Degel stava ultimando le cose da portare con sé nel suo bagaglio e gli rivolse un occhiata interrogativa.
“Sii chiaro a cosa ti riferisci?”

“Non fare il finto tonto, so bene che a Blugrado c’è una certa Seraphina con la quale hai un legame speciale.”

Il cavaliere sistemò le ultime cose riponendo anche la propria armatura. Era incredibile come, seppur non esternando mai apertamente i propri sentimenti, Kardia riuscisse sempre a cogliere anche le più piccole sfumature del suo cuore. Usandole ovviamente per metterlo in palese imbarazzo, cosa che accadeva molto di rado.
“Il rapporto che c’è tra me e Madamigella Seraphina non è affar tuo. Tornando a noi, sei ancora dell’idea di non voler venire?”

“Si… si cambia pure discorso come tuo solito. Comunque resto al Santuario, magari porto in giro Sasha a bighellonare un po’ per le taverne di Rodorio.”

Degel sospirò al solo sentire quelle assurde affermazioni.
“Ricordati che stai parlando della divina Athena, portale rispetto. E ti prego… escludi le taverne dal tuo giro turistico.” disse dirigendosi verso l’uscita dell’undicesimo tempio.

“Si come no…” rispose lo Scorpione con voce sommessa per non farsi udire.

“Stammi bene Kardia, cerca di non combinare disastri e sappi che la prossima volta ti ci porterò di peso con me a Blugrado vedrai.”

“Io non ne sarei così sicuro.” gli urlò da lontano.

“Vedrai… è una città incantevole.” lo salutò con la mano mentre anche Kardia prendeva la sua direzione verso la tredicesima casa lasciandosi scivolare addosso un invito che, per il momento, non stuzzicava minimante il suo interesse.


 
Bella lo era davvero. Blugrado e quel suo cielo perennemente grigio e azzurro al tempo stesso. Un clima rigido e ostile come pochi, eppure era una città che emanava un fascino tutto suo. Fiera ed indipendente teneva buoni rapporti con tutte le terre confinanti grazie al suo governatore Garcia suo figlio Unity e la dolce Seraphina che da sempre era ambasciatrice di pace per il suo paese.
Degel si era addestrato in quei luoghi, aveva temprato il suo carattere e ampliato le sue conoscenze, il legame con quella città era fatto di anni di sacrificio, di promesse scambiate sotto le stelle con il suo amico Unity e di un ricordo che custodiva gelosamente nel cuore. Gli occhi di Seraphina, due splendide gemme chiare come l’acqua di un lago e limpide come le sorgenti nelle quali si può riflettere la propria anima.

Era da tempo che non si rivedevano, lui aveva assunto a pieno titolo il suo ruolo di cavaliere d’oro e lei era rimasta nella sua città come futura erede di quelle terre. Tutto ciò che lei poté donargli, prima della sua partenza, fu un bacio. Un candido bacio che Degel aveva accolto come la più dolce e sincera dimostrazione del profondo legame che li univa. Con l’animo scaldato da quell’immagine che spesso aveva calmato la sua profonda solitudine, il cavaliere si apprestava ad entrare nella sala principale del palazzo dove il governatore lo attendeva.

L’incedere fiero ed elegante di Degel fece voltare tutti i presenti che lo guardarono come ipnotizzati da quella presenza che, pur senza la sua scintillante armatura dorata, avanzava nell’immensa sala spedito e sicuro.
“Ben arrivato cavaliere di Athena e amico sincero di queste terre. La città di Blugrado ti accoglie tra le sue braccia e ti porge il più caloroso dei bentornato.”

Degel si prodigò in un breve inchino omaggiando soprattutto Seraphina che aveva notato alla destra di suo padre.
“Vi ringrazio governatore, è per me un vero piacere rivedervi tutti e fungere ancora una volta da messaggero tra Atene e le città del nord.”

“Dimmi Degel quali notizie e ci porti dalla calda ed assolata terra di Grecia.” chiese Garcia.

“Tutto ciò che vi necessita sapere il sommo Sage lo ha riportato in questa missiva che mi ha affidato e che ora vi consegno.”
Il cavaliere estrasse il plico dalla tasca interna del soprabito e lo consegnò al governatore. Solo in quel momento, quando i convenevoli di rito furono terminati, Degel ebbe modo di guardare la giovane fanciulla con maggiore attenzione.

Uno strano brivido lo percosse lungo tutto il corpo quasi come un presagio oscuro e nefasto, sperava con tutto il cuore che la sua fosse solo una preoccupazione priva di fondamento. Una cosa era evidente però, e lui con estremo dolore non poté negarla. Seraphina era cambiata…
I suoi occhi da sempre pieni di vita e brillanti di luce ed energia si erano velati, come se un ombra fosse calata d’improvviso su quel volto che da solo era pura luce per tutta la città di Blugrado.

Unity, che conosceva bene il suo amico, si accorse subito del cambiamento nel suo sguardo. Lo aveva percepito. Degel aveva capito che in sua sorella qualcosa era mutato e quello fu la dimostrazione di come, nonostante la distanza, il loro legame fosse rimasto ben saldo.
Non voleva e non poteva pensarci, non in quel momento. Le sue priorità in veste di rappresentante del Santuario di Grecia erano altre, e nonostante la preoccupazione avesse ormai preso possesso del suo cuore si trattenne a lungo a colloquio con il governatore Garcia.

L’uomo considerava Degel quasi come un figlio, essendo cresciuto con Unity nutriva per lui un affetto speciale. Dopo aver consumato un lauto pasto preparato apposta per il loro gradito ospite finalmente l’erede di Blugrado ebbe modo di parlare con il suo amico d’infanzia in maniera più confidenziale.
“Allora Degel ti fermerai qui stanotte voglio sperare?”

“Se la mia presenza non vi crea troppo disturbo mi piacerebbe molto.”

“Tu non disturbi mai, e poi da quando sei qui finalmente gli occhi di mia sorella hanno ripreso vita.”
Quelle poche e semplici parole diedero al cavaliere la conferma ai suoi sospetti, la fanciulla che ricordava portava addosso un grave fardello. Adesso il suo cuore aveva necessità di andare in fondo a quella storia.

“Spiegati Unity, cosa affligge Madamigella Seraphina dimmelo ti prego?” non nascose più la sua ansia, d’altronde a cosa sarebbe servito.

Il giovane si voltò di spalle nascondendo deliberatamente l’espressione triste dei suoi occhi.
“Mia sorella è malata Degel. Ormai è da tempo che lotta contro una malattia che la sta spegnendo lentamente. La sua terra, la sua amata Blugrado sono state la sua condanna, il clima troppo rigido e instabile hanno minato il suo corpo delicato. E noi siamo impotenti, la vediamo solo deperire giorno dopo  giorno senza poter far nulla.”

Degel non riuscì a dire una parola, il suo volto da sempre imperturbabile non esprimeva alcuna emozione. Se solo Unity avesse potuto ascoltare il suo cuore invece, si sarebbe accorto di quanto esso tradisse la glacialità della sua espressione.
“Vuoi forse dire che è condannata?” quanto gli costarono quelle parole, le aveva pronunciate con una fatica immane.

Unity si voltò guardando finalmente negli occhi il suo amico. “Preferirei non pensarci, ringraziamo piuttosto di ogni giorno in più trascorso con lei considerandolo un dono degli dei.”

Parole amare e troppo dolorose da mandare giù. In cosa si era trasformato quel viaggio? Di certo non in un incontro allegro e felice, ma nella scoperta di qualcosa di infausto e inevitabile. Un silenzio pesante era calato tra i due amici nessuno osava proferire parola, solo il vento con il suo incessante sibilo faceva udire la sua voce.
Dei passi leggeri e cadenzati attirarono l’attenzione dei due ragazzi verso un punto preciso dell’ampio balcone. Unity la riconobbe subito, e da amorevole fratello qual’era si tolse il mantello che indossava poggiandolo delicatamente sulle sue spalle.

“Sorella non dovresti uscire all’aperto senza essere adeguatamente coperta.”

“Sei sempre troppo premuroso Unity, ti ringrazio comunque. Anche se coprirmi ormai servirebbe a ben poco.” il ragazzo abbassò lo sguardo abbozzando un leggero sorriso per quelle parole che suonavano come un inevitabile sentenza.

“Degel…è un immenso piacere per me rivederti, ormai è dal ricevimento di Madame Garner che non ci vedevamo, suppongo tu sia stato impegnato?” il cavaliere la raggiunse con la sua consueta eleganza nei movimenti prendendole la mano tra le sue e salutandola con un casto baciamano.

“Troppo tempo è passato da quando i miei occhi hanno ammirato qualcosa di così bello. Felice di rivedervi Madamigella Seraphina.” lei sorrise incapace di staccargli gli occhi di dosso.

“Durante l’addestramento avrebbero dovuto insegnarvi a mentire meglio cavaliere. Sicuramente quella non è una delle tue capacità.” rispose la fanciulla considerando quelle parole solo come una mera cortesia.

“Faresti meglio a rientrare sorella, quest’oggi la temperatura è davvero troppo rigida.”

“Ti prego di non trattarmi come se fossi di vetro fratello. Sono malata è vero, ma ho tutta l’intenzione di proseguire la mia vita fino a quando gli dei lo vorranno. Non lascerò di certo che la mia malattia pregiudichi i miei doveri. Dico bene Degel?”

Un animo nobile e combattivo degno della splendida fanciulla che ricordava e che aveva rapito il suo cuore.
“Parole più che giuste Madamigella.” rispose.

Unity si arrese a quell’alleanza di intenti e capì dai loro sguardi che avrebbero desiderato un momento solo per loro, così il ragazzo decise di congedarsi discretamente lasciando sua sorella alle cure del cavaliere.
“Seraphina io raggiungo nostro padre per vedere se necessita del mio aiuto, mi raccomando solo di non attardarti troppo.”

“Non lo farò te lo prometto.” disse la giovane

“Bene. Degel l’affido a te.” il cavaliere annuì e mentre Unity rientrava all’interno del palazzo la fanciulla si strinse al braccio del giovane passeggiando al suo fianco.

Scesero una scala laterale che dal balcone conduceva direttamente ad un giardino privato del palazzo. A causa del clima rigido erano poche le piante e i fiori che vi crescevano, ma tutto era tenuto con la massima cura ed attenzione.
Finalmente entrambi poterono parlarsi liberamente.
“Vedi questi fiori Degel, sembrano così fragili così delicati che anche un semplice soffio di vento potrebbe spazzarli via. Invece sono qua, ancorati alla terra a questi luoghi e fioriscono ogni anno nonostante le temperature proibitive.”

Il cavaliere si chinò accanto alla ragazza sfiorando con la propria mano sia quella di lei che la camelia accarezzata da Seraphina.
“Tu sei come loro, appartieni a queste terre e combatterai affinché non ti portino via.”

“Non posso sopportarlo, ho cercato di farmene una ragione, ma più ci penso e più non riesco a non pensarci.”

“Non ti lascerò affrontare tutto questo da sola, sarò al tuo fianco finché me lo concederanno.” lei gli accarezzò il volto e il gelo, che per ragioni diverse, apparteneva ad entrambi sembrò quasi riscaldare i loro cuori.

“Non è la mia malattia che mi spaventa cavaliere. Quella l’ho accettata e ci convivo di buon grado. Ciò che non sopporto è che questa potrebbe essere l’ultima volta che ti vedo…” non riuscì a trattenersi, aggrappandosi con tutte le sue forze a lui.
Lo strinse sperando in quell’abbraccio di dissipare tutte le sue paure e i suoi timori. Degel che non era abituato a simili esternazioni d’affetto si sentì improvvisamente pervaso da un calore avvolgente. Solo lei era capace di toccare così profondamente il suo animo, la sua sola presenza da ragazzo lo ripagava di tutti i sacrifici dell’addestramento. Cosa avrebbe fatto quando non avrebbe più potuto rivedere quel volto angelico.

“Non piangere ti supplico, noi ci rivedremo ancora. E quand’anche il destino volesse separarci io troverò il modo di tornare da te. Non mi perderai mai te lo prometto, non potrei vivere in un mondo dove tu non ci sei più.” le asciugò il viso con il dorso della mano, e in un attimo le lacrime della fanciulla divennero dei cristalli di ghiaccio.

Il viso di lei arrossì leggermente cullandosi nel dolce suono della voce di lui. Poi d’improvviso l’amara realtà fece repentinamente irruzione in quel mondo ovattato nel quale si erano rifugiati. Uno spasmo improvviso la fece tossire violentemente costringendola a piegarsi in due dal dolore. Degel la sorresse aiutandola a riprendere pian piano il controllo del proprio corpo respirando lentamente.

Furono degli attimi concitati nei quali Seraphina stava quasi per perdere conoscenza.
“Sta calma, forza respira lentamente… così piano, piccoli respiri.” la fanciulla strinse forte le mani del cavaliere.

“Tranquillo Degel adesso passa…” gli disse cercando di rimettersi in piedi “purtroppo mi capita spesso ormai ci sono abituata.”

“Unity ha ragione non dovresti stare fuori con questo freddo.”

“Credimi, adoro mio fratello e il fatto che si preoccupi per me. Ma se dipendesse da lui dovrei starmene perennemente a letto e non sarebbe proprio da me.”

“E cos’è che vuole allora l’ambasciatrice di Blugrado?” Seraphina lo guardò come poche volte si era concessa di fare, e solo quando erano da soli.

“Molto poco a dire il vero, ma quel poco me lo farò bastare per tutti i giorni in cui dovrò restarne senza. Voglio che mi stringi tra le tue braccia e che mi prometti che non mi dimenticherai mai.”

Perché quelle parole, perché ancora una volta sembrava che quello tra loro dovesse essere un addio? Non voleva ammetterlo né con lei né con se stesso, ma le sue braccia si mossero incontrollate esaudendo quel bisogno impellente di Seraphina e ammettendo per la prima volta da quando era lì che forse il loro era davvero un addio.

Se così doveva essere avrebbe reso quell’incontro speciale per entrambi, non gli sarebbe bastato stringerla a sé, non più. Le sollevò delicatamente il viso sfiorandole le labbra con le dita, a quel semplice tocco lei tremò leggermente. Poi fu come respirare ossigeno puro quando le labbra di Degel si poggiarono sulle sue, fu come sentirsi libera, appagata e viva.
Il cuore le batteva così forte che temeva anche lui lo avrebbe sentito, si perse tra le sue labbra conservando per sempre in esse tutta la dolcezza di quel momento.
Degel l’avvolse tra le sue possenti braccia e la condusse nelle proprie stanze prima che l’arrivo del tramonto peggiorasse le condizioni atmosferiche. Il cavaliere non aveva scordato la sua missione diplomatica, ma fu felice di aver avuto modo di poter restare con lei anche se per breve tempo. Non si aspettava di ricevere una notizia così devastante, ma il suo ruolo gli imponeva di tenere da parte i propri sentimenti e lui di certo non era tipo da contravvenire agli ordini ricevuti.
 
Ebbe occasione di rivedere Seraphina prima della sua partenza l’indomani mattina, ma l’intimità del giorno precedente aveva ceduto il posto a rigidi protocolli di palazzo che in breve avevano messo una certa distanza tra loro.

“Degel rassicura pure il Sommo Sage, ciò che custodisce e protegge Blugrado non cadrà in mano al nemico, qualsiasi esso sia. Questo è il nostro compito e lo porteremo avanti fino in fondo.”

“Ve ne siamo grati governatore, il Gran Sacerdote sarà felice di saperlo.”

Il cavaliere si rivolse a Unity e vedendo la tristezza del suo amico anche il suo animo si incupì.
“La promessa che ci scambiammo è sempre valida amico mio. Proteggi la gente di Blugrado e veglia su Seraphina.”

“Lo farò Degel non dubitare.”

La giovane intanto si teneva leggermente in disparte coperta dal suo mantello. Il cavaliere le si avvicinò.
“Sarai sempre nei miei pensieri, promettimi che ti prenderai cura di te stessa.”

Mai come quella volta il semplice salutarsi sembrava per entrambi un addio definitivo.
“Te lo prometto, se anche tu farai lo stesso cavaliere.”
Un leggero ed accennato sorriso furono la risposta che Seraphina dovette farsi bastare. Degel raccolse le sue cose e si incamminò verso la nave che lo avrebbe ricondotto in Grecia.

Li osservò prima di congedarsi da loro; il governatore Garcia, Unity e la dolce Seraphina. Diede loro le spalle e non si voltò più indietro, quella era l’immagine che voleva serbare nei suoi ricordi, tutto ciò che ne sarebbe conseguito non avrebbe intaccato in alcun modo quel momento.
In quel attimo stranamente pensò a Kardia, a quanto la sua irriverenza e il suo sarcasmo gli sarebbero stati di sollievo in quel frangente.

“Testardo di uno Scorpione, la prossima volta ti ci porterò di peso con me.”

Il vento soffiava agitando le vesti di Seraphina e gonfiando le vele della nave, sarebbe stato un viaggio di ritorno breve, pensò.
L’avrebbe rivista un giorno… in un modo o nell’altro sarebbero stati di nuovo l’uno tra le braccia dell’altro, e forse sarebbe stato per sempre. Quella mattina l’irruento vento di Blugrado portò via con sé anche le uniche lacrime che il cavaliere del Acquario si concesse di versare nel corso della sua vita.



Salve a tutti. Allora...per chi non lo sapesse Degel è il cvaliere d'oro dell'Acquario di Lost Canvas, la ragazza protagonista insieme a lui della storia appare sia nel manga classico che nel volume extra dedicato a Degel. Mi piaceva ed icuriosiva ampliare un po' questo rapporto che io trovo fatto di molti silenzi e parole appena accennate, c'è un legame tra di loro, ma purtroppo l'approssimarsi della guerra farà precipitare le cose. Non scrivo spesso dei personaggi di Lost Canvas quindi spero di averli resi al meglio, grazie di cuore a chiunque leggerà. A presto

 
   
 
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