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Autore: Cloe87    06/02/2019    1 recensioni
«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Wyvern Rhadamanthys
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dove non si crede, l’acqua rompe:

e sono cazzi amari!

(seconda parte)

 

Il suono sordo e metallico della spada di Chrys, che intercettava al pelo la punta della lancia di Ares, rimbombò nell’aria. Il suo occhio destro era salvo, ma lo spostamento d’aria era comunque riuscito a procuragli un taglio sul viso. Nulla di grave. Un paio di giorni e non ci sarebbe rimasta nemmeno la cicatrice, ma il fatto che il dio della Guerra fosse riuscito a penetrare le sue difese, fece capire a Chrysanthe che stava iniziando ad accusare la stanchezza dello scontro. D’altronde la sua resistenza fisica era minore di quella del suo avversario e ne era pienamente consapevole.

«Che c’è Chrys? Stai iniziando a perdere colpi? Eppure gli occhi ereditati da tua madre sono belli! Sarebbe quindi un peccato se riuscissi a cavarteli» la canzonò Ares, ma la risposta della Regina degli Inferi non si fece attendere e ben presto anche al signore della Guerra toccò esibirsi in una parata di fortuna, mentre sulla sua coscia, non protetta adeguatamente dall’armatura, si apriva un taglio.

«Più che dei miei occhi dovresti preoccuparti di equipaggiare meglio la tua Kamui o qualcuno potrebbe farti male!» lo rimbeccò quindi Chrys, per poi decidere di dare fondo anche al suo Cosmo oltre che alla sua arma, andando così a materializzare i suoi Death Needles.

«Se credi di fregarmi di nuovo con quegli affari sei un’illusa Chrysanthe!» ribatté quindi Ares alla vista dei sottili aghi di Cosmo materializzati dalla dea della Morte.

«Chissà se è davvero così?» rispose però la Regina degli Inferi, per poi scagliare la sua tecnica.

Fu così che Ares fu costretto ad evocare una barriera protettiva, dato che era ben conscio che, se anche solo uno dei Death Needles fosse andato a segno, sarebbe stato un bel problema, perdendo però così di vista l’avversaria che, sfruttando la sua capacità di entrare ed uscire dal Mondo dei Morti a suo piacimento, ricomparve alle spalle di Ares, cogliendolo di sorpresa. Ares riuscì quindi per un soffio ad evitare di finire decapitato, non riuscendo però ad evitare completamente il fendente obliquo che li procurò un taglio tra la spalla e la clavicola.

«Che tu sia maledetta Chrysanthe» ringhiò quindi il dio della Guerra, portandosi una mano sulla parte ferita, dalla quale aveva iniziato a sgorgare sangue.

«Ares, ritirati, te lo dico per il tuo bene» gli rispose quindi Chrys, assumendo una posa d’attacco.

«Scordatelo. Non sarò soddisfatto fin quando non avrò la tua testa come trofeo» fu però la reazione di Ares, per poi richiamare il suo Cosmo e scagliare così il suo katastrofí tou polémou *.

Una sfera fiammeggiante di energia si concentrò nella mano del Signore della Guerra, per poi essere lanciata con violenza in direzione di Chrys che, nonostante fosse riuscita a schivarla, venne comunque coinvolta nella deflagrazione del colpo contro il suolo, che fu squarciato da una profonda voragine, mentre Chrysanthe finiva scaraventava a terra, battendo in malo modo la schiena.

«Merda» fu la conseguente esclamazione di Chrys, mentre cercava di rialzarsi, ritrovandosi con la faccia a pochi centimetri dalla punta della lancia del Signore della Guerra.

«Game Over, Chrys!» fu la conseguente esclamazione trionfante di Ares, mentre prendeva la mira per infilzare la dea, che però riuscì a rotolare via di lato, rimediando un brutto taglio al braccio destro.

«Dannazione! E io che speravo di riuscire ad inchiodarti al terreno! Ma a quanto pare mi toccherà giocare ancora un po’ con te! Però ora sono proprio curioso di vedere come te la caverai senza poter più usare il buaccio destro» sogghignò Ares, pregustando una strada, da ora in poi, tutta in discesa.

«Ares…. ti svelo un segreto…. sono ambidestra!» fu però la risposta di Chrys che, dopo aver passato la sua spada nella mano sinistra passò nuovamente alla carica, sotto lo sguardo sorpreso di Ares, che vedeva così sfumare le sue congetture.

 

Nel mentre Deimos se la stava spassando un mondo a farsi beffe di un indifeso Radamante, il cui sangue ormai stava imbrattando le sue vestigia tingendole di rosso scuro.

«Lasciatelo dire… come Gigante Infernale fai pena!» lo sfotté il figlio di Ares colpendolo violentemente con un calcio, che fece finire carponi la Viverna, che strinse i denti.

Il dolore era infatti insopportabile, ma per nulla al mondo Radamente avrebbe dato la soddisfazione a Deimos di vederlo gridare dal male. In più c’era una cosa sulla quale il figlio di Ares si sbagliava, ovvero che l’ombra del fallimento che lo perseguitava da un’eternità, gli avrebbe impedito di svolgere il suo ruolo di Spettro. Perché se era vero che l’eventualità di fallire era una delle cose che lo angosciavano di più, era anche certo che, se si lasciava trasportare dal senso di inquietudine che la morte di Ade gli aveva lasciato dentro, il fallimento era assicurato. E Radamante non voleva assolutamente che questo accadesse. Soprattutto se era in ballo l’incolumità di Lady Chrysanthe. Si era infatti impegnato a fondo nei duri allenamenti impartiti dalla dea, proprio per poter dimostrare di poter ancora ricoprire a testa alta la sua carica di Gigante Infernale, e a tale scopo aveva fatto un giuramento a sé stesso; ovvero che avrebbe protetto la sua nuova Regina a qualunque costo. Anche perché, nonostante la diffidenza iniziale, mista al rancore per aver riportato in vita i Saint; giorno dopo giorno, stando a stretto contatto con Chrys, i suoi sentimenti avevano iniziato a cambiare, trasformandosi pian piano in profonda stima e sincero attaccamento nei suoi confronti. Molte cose lo lasciavano ancora interdetto, come il suo spiazzante modo di fare troppo umano e la sua avventatezza, ma, tolto questo, aveva comunque iniziato ad apprezzare la sua intraprendenza e la sua risolutezza nel prendersi a cuore il Regno degli Inferi nonostante questo l’avesse privata dei suoi sogni.

Era dunque suo dovere di Spettro ricambiare tale impegno proteggendola anche a costo della sua stessa vita.  In più anche solo il fatto che qualcuno potesse mancarle di rispetto gli faceva ribollire il sangue nelle vene, provocandogli una rabbia mai sperimentata prima; quindi figuriamoci se le mettevano le mani addosso! Ares e figli quindi dovevano assolutamente essere puniti!

«Beh; che dire… mi sono divertito abbastanza, ma è giunta l’ora di chiudere i giochi. Adrestia infatti ha bisogno di me ed io, da bravo fratello, devo intervenire. Quindi addio Viverna!»

Deimos fece quindi per dare il colpo di grazia a Radamante, decapitandolo con il taglio della mano, che venne però bloccata dal Gigante Infernale.

«Allora sappi che io invece, da bravo Specter, ti devo eliminare! Perché anche se la paura della sconfitta è un fantasma che mi perseguita, è anche vero che è proprio tale terrore che mi sprona a perseguire a tutti i costi la vittoria» rispose però la Viverna, bloccando quindi il polso di un sorpreso Deimos in una morsa d’acciaio, per poi concentrare tutto il suo Cosmo nella mano libera, per poi scagliare il Greatest Caution, che però si dissolse a pochi centimetri dall’addome del dio.

Deimos quindi, dapprima preoccupato, scoppiò in una fragorosa risata:

«Ma che belle parole! Peccato che sei messo talmente male da non riuscire più nemmeno a gestire il tuo stesso Cosmo! Certo che voi Spettri siete proprio uno spasso! Ma ormai è tutto inutile!»

Peccato che ben presto l’ilarità del figlio di Ares si tramutò in un tremendo dolore all’addome, che si espanse nelle sue viscere, facendolo finire in ginocchio a vomitare sangue.

«Tu maledetto bastardo! Che mi hai fatto!» inveì quindi Deimos, che aveva perso ogni voglia di ridere, tra un conato e l’altro.

«Ho aspettato il momento propizio e ti ho colpito direttamente agli organi interni dell’addome concentrando il mio Greatest Caution nel tuo Chakra del Plesso Solare; ovvero il nodo energetico vitale corrispondente all’apparato digerente. Essere in possesso di una Kamui con un tale attacco è totalmente irrilevante» gli rispose glaciale la Viverna, i cui occhi, taglienti come lame, si posarono su quelli decisamente preoccupati di Deimos, che capì che purtroppo per lui i giochi si erano invertiti. Era infatti arrivato il turno di Radamante di incarnare la paura; questa volta della morte, di cui lui era uno dei tre Giudici.

Intanto lo scontro tra Bennu e la dea della Vendetta era in stallo. Adrestia infatti, non essendo scema, aveva deciso di attuare una tattica prevalentemente difensiva in modo da evitare di entrare in contatto con il rovente Cosmo di Ursula, la quale, a sua volta, aveva compreso che la figlia di Ares non era un avversario che avrebbe potuto battere prendendola di petto. Era infatti molto veloce… troppo veloce! Quindi i suoi Corona Blast erano stati evitati senza troppi problemi.

L’unico modo per batterla quindi sarebbe stato quello di riuscire a bloccarla con il Crucify Ankh, ma per poterlo fare la dea della Vendetta avrebbe dovuto abbassare la guardia, cosa che però non era minimamente nelle intenzioni di Adrestia.

«Sorella lascia che ti aiuti» intervenne quindi Christine vedendo Ursula indecisa sul da farsi, ma Cetus venne nuovamente bloccata da Bennu, per nulla intenzionata a farsi aiutare dalla sorella che riteneva più un fastidio che un aiuto.

«Ti ho già detto di starne fuori!» ringhiò infatti Ursula, lanciando uno sguardo di fuoco al preoccupato spettro di Cetus, che stava assistendo allo scontro con una certa apprensione.

«Certo che voi due proprio non andate d’accordo!» considerò la dea della Vendetta fiutando l’occasione favorevole, dato che era piuttosto evidente che lo Spettro di Bennu mal sopportava quello di Cetus.

«Non sono affari tuoi» rispose quindi Ursula, mentre Adrestia sfoderava un sorriso sornione.

«Vero, ma si dà il caso che i conflitti irrisolti siano la mia specialità, così come la vendetta. Quindi non posso fare a meno di percepire un certo risentimento nei confronti di tua sorella, per tutte le angherie che hai dovuto subire a causa sua, mentre vivevi da pezzente tra i mortali, nonostante fossi una Walden, dato che a ereditare tutto è sempre stata lei. Così come non posso fare a meno di sentire una certa sensazione di colpa provenire da Christine. Quindi perché non mi fate vedere come si risolvono i problemi famigliari tra gli Spettri?» s’intromise la figlia di Ares per poi gonfiare il suo Cosmo e lanciare il suo Pyrkagiá ekdíkisis** che colpì in pieno Ursula.

Lo Spettro di Bennu si ritrovò quindi a ripiombare nel marasma di sensazioni negative in cui versava prima d’incontrare Chrys. Le umiliazioni e le frustrazioni subite, a causa delle preferenze esternate dalla sua famiglia nei confronti di Christine, la investirono come una vampata di aria rovente, mentre la voglia di sangue e vendetta iniziava nuovamente a ribollirle nelle vene.

Cetus si ritrovò così di fronte agli occhi vitrei della sorella, ormai in preda del furore vendicativo innescato dal cosmo di Adrestia.

«Ursula, ti prego reagisci! Non lasciarti trasportare dalla volontà di questa dea malvagia!»

Ma purtroppo le parole di Christine non ebbero nessun effetto sulla sorella, che le si scagliò contro, ormai completamente in balia del suo rancore, ingigantito dal potere di Adrestia, che scoppiò in una sonora risata.

«Ma che spettacolo che siete! Due sorelle che si prendono per i capelli è sempre una cosa divertente da vedere. Soprattutto se una stronzetta come te, Cetus, finirà arrosto! D'altronde cancellare la memoria di tua sorella con l’acqua del fiume Lete***, in modo che non potesse più ridestarsi come Spettro, è stata decisamente una mossa sleale» intervenne Adrestia divertita.

«Ma di cosa stai parlando?» ribatté quindi Christine, intenta ad evitare gli attacchi di Ursula, che stava cercando d’ingaggiare un corpo a corpo con lei.

«Andiamo, non fare la finta tonta! Anche se privata della Surplice, una Stella Malefica rimane pur sempre una Stella Malefica, senza contare che voi due non siete normali Spettri, ma ex Demoni della vecchia guardia. Quindi è decisamente sospetto che Ursula abbia faticato così tanto per risvegliarsi, non trovi?» le fece però notare Adrestia, e Cetus non poté fare a meno di constatare che nelle parole della dea della Vendetta ci fosse un fondo di verità. Sia lei che la sorella infatti erano legate al Regno dei Morti ancor prima dello stesso Ade. Quindi l’opera di un impostore non avrebbe sicuramente potuto destabilizzare a tal punto Ursula; tanto da farle desiderare una carica non sua. Al massimo l’avrebbe potuta solo far infuriare come una iena, cosa che avrebbe sicuramente fatto emergere allo scoperto l’imbroglio. Ma tolto questo lei non ne sapeva proprio nulla. Il suo senso di colpa era infatti dovuto al fatto che non era mai riuscita ad istaurare un rapporto sereno con Ursula, alla quale, nonostante tutto, era legata da sincero affetto, ma per via della testardaggine di quest’ultima, che piuttosto di accettare il suo aiuto preferiva vivere di espedienti, non era mai riuscita ad aiutarla.

«Adrestia io non ho mai usato l’acqua del Lete su mia sorella! E anche nel caso avessi voluto, a che pro farlo? Non credi che se lei si fosse concentrata a recuperare la sua armatura, invece che desiderare la mia, non mi sarebbe stato più congeniale?» ribatté infatti Cetus distraendosi, venendo così colpita da Ursula, che le mollò un gancio che la fece finire al suolo.

«Invece che blaterare combatti, mocciosa!» inveì quindi Ursula, il cui Cosmo, arso dal potere di Aderstia, traboccava di astio nei confronti di Cetus, ritenuta da sempre la privilegiata.

«Non voglio combattere contro di te Ursula!» la implorò quindi Christhine, cosa che fece ulteriormente infuriare Bennu, che espanse al massimo il suo Cosmo.

«Allora muori: Crucify Ankh

Christine si ritrovò quindi forzatamente costretta a gonfiare il suo Cosmo pronta a richiamare a sé le Acque Infernali per parare il colpo, ma per sua sorpresa non fu necessario. Ursula all’ultimo aveva infatti cambiato bersaglio, cogliendo così totalmente impreparata Adrestia, che si ritrovò crocifissa ad una croce ansata formata dalle fiamme nere di Bennu.

«Tu dannata… come hai potuto ribellarti al mio Cosmo, nonostante il tuo desiderio di rivalsa nei confronti di Cetus!» ringhiò la dea, ormai in trappola, mentre le nere Fiamme Infernali le strapparono un gemito di dolore.

«Semplice, perché anche se è vero che non sopporto quella dannata piagnona di Cetus, che grazie al suo faccino d’angelo non fa altro che ingannare tutti, ottenendo sempre ciò che vuole, in questo momento, l’unica su cui voglio veramente vendicarmi sei tu, per come mi hai ridotto. Quindi ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di esaudire il mio desiderio facendoti incastrare come una sciocca dalla mia recita, abbassando la guardia» disse Bennu sul cui volto comparve un sorriso sadico da far invidia a Minosse del Grifone: «Vorrei infatti ricordarti, mia cara Adrestia, che prima di indossare le Vestigia di Bennu, ricoprivo l’incarico di Demone dell’Ira. Quindi ci vuole ben altro per potermi controllare che un banale attacco per ingigantire il mio desiderio di vendetta!»

E detto questo Ursula espanse il suo Cosmo richiamando il Rising Darkness. Un sole oscuro apparve nel cielo mentre attorno alla dea della Vendetta si alzavano le Fiamme Infernali:

«Desolata, ma come ti ho già accennato all’inizio dello scontro, è tradizione che uno Spettro porti un sacrificio al suo signore al proprio risveglio, e tu sarai il mio agnello sacrificale in onore di Lady Chrysanthe e arderai fino alle ossa tra atroci sofferenze!» sentenziò quindi Bennu palesemente compiaciuta, tra le urla di dolore della dea della Vendetta, mentre Christine spostava lo sguardo in direzione di Earhart e Leybold che invece non se la stavano cavando altrettanto bene.

I due Spettri minori infatti erano ormai a corto di energie e, nonostante l’attacco congiunto contro Phobos, stavano iniziando ad accusare la fatica dello scontro perdendo di lucidità, finendo quindi per effettuare attacchi facilmente prevedibili da un guerriero esperto come il dio della Paura. Christine quindi decise d’intervenire in favore dei due Spettri. D'altronde in questo modo si sarebbero potuti sbarazzare anche dell’ultimo ostacolo e quindi fare mucchio contro Ares, garantendo quindi la vittoria alla loro Regina che, nonostante avesse riportato delle ferite, stava tenendo ampiamente testa al Signore della Guerra, dando prova di essere una dea con gli attributi. In compenso Vampir e Upyr non avrebbero retto ancora per molto, nonostante i lodevoli sforzi compiuti.

Cetus quindi richiamò a sé il suo Cosmo per poi evocare le acque del Fiume Lete, concentrandole in una sfera d’acqua al di sopra della sua testa.

«Vampir, Upyr, allontanatevi immediatamente da Phobos!» la voce ferma e tassativa di Christhine, unita al potente cosmo emanato dalla ragazza fecero mettere sull’attenti i due Spettri, che non si fecero ripetere l’ordine due volte, mentre il “Lete’s Oblivion” centrava in pieno Phobos, che s’infuriò come una bestia.

«Tu puttana degli Inferi, come hai osato infradiciarmi!» urlò il figlio di Ares, per poi però assumere un’espressione disorientata.

«Dove mi trovo? E chi siete?» fu infatti la domanda spaesata del figlio di Ares che non riusciva più a raccapezzarsi. Era come se tutto intorno a lui avesse assunto dei contorni sfumati, così come la sua mente non riusciva più a focalizzare il motivo per cui si trovava lì di fronte a tre Spettri, due dei quali coperti di sangue, ma le sue domande furono falciate da un intenso dolore al petto. Una stalagmite acuminata di ghiaccio del Cocito era infatti stata materializzata dal terreno trapassandolo da parte a parte.

«Ma che…» riuscì quindi solo a proferire Phobos, prima d’incrociare gli occhi assenti dello Spettro di Cetus.

«Spiacente, ma non ho potuto fare a meno di sporcarmi ancora le mani. Lady Chrisanthe ha promesso di despettrizzarmi e voi eravate d’intralcio» spiegò quindi Cetus con tono dispiaciuto per poi sferrare un manrovescio che fece definitivamente perdere i sensi a Phobos.

Cetus spostò quindi lo sguardo su Deimos e Adrestia, ormai anch’essi privi di sensi per mano dello Spettro della Viverna e di quello di Bennu, per poi rivolgersi a Vampir e Leybol, ormai sfiniti.

«Avete fatto un ottimo lavoro. Ora lasciate il resto a noi» e detto questo Christine si diresse da Radamante e da Ursula.

«Dobbiamo intervenire in aiuto di Chrysanthe. Siete ancora in grado di reggere uno scontro?» chiese Cetus e Radamante diede segno di assenso. Per Lady Chrysanthe avrebbe sopportato qualsiasi dolore e poi quel figlio di puttana di Ares aveva osato ferirla, quindi avrebbe pagato ogni singola goccia di sangue versata dalla sua dea.

«Quel bastardo dovrà versarne di Ichor per lavare l’onta di aver sfiorato la Regina degli Inferi» ringhiò infatti il Gigante Infernale.

«E di loro che ne facciamo?» domandò Ursula, buttando l’occhio ad Adrestia ormai svenuta in preda alle fiamme.

«Purtroppo il nostro potere è insufficiente sia per eliminarli definitivamente che per sigillarli. È infatti necessario il Cosmo di Lady Chrisnthe per fare una cosa simile. Ma Daimos ha gli organi interni devastati dal Greatest Caution, Adrestia è in preda alle Fiamme degli Inferi e Phobos ci metterà un bel po’ prima di ricordarsi anche solo il suo nome. Quindi non ci resta altro da fare che supportare Ledy Chrysanthe contro Ares» e detto questo, dopo un segno di assenso degli altri due suoi parigrado, si lanciarono a dare man forte a Chrys per mettere la parola fine alla presunzione di Ares.

 

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NOTE

*Da google translate: Devastazione della guerra.

**Da google translate: Fuoco della vendetta.

***Fiume dell’Ade nel quale i defunti si devono immergere per perdere coscienza di sé e cancellare i ricordi della vita terrena. Chrys le usa per stordire il nemico. Gli attacchi di Cetus sono di mia invenzione in qunto nel volume speciale di Lost Canvas dedicato ad Aspros, non vengono menzionati attacchi specifici, anche se viene mostrato che è in grado di manipolare l'acqua. Mi sono quindi concessa qualche licenza narrativa. 

  
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