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Autore: _kookieo    08/02/2019    1 recensioni
Jimin ha rispettato la promessa fatta a quel ragazzo misterioso incontrato alla stazione. Gli ha rivolto poche parole, ma sufficienti a cambiargli la vita e per questo Jimin vorrebbe incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Non sa però nulla su di lui, tranne che si chiama Yoongi. Ormai sono passati quasi due anni, quanto ancora dovrà aspettare?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BUON COMPLEANNO HOSEOK

 

Due palloncini rossi appesi per un filo vicino alla cassa, una cesta piena di caramelle sul bancone e un cappellino verde in testa ad Hoseok. Yoongi avrebbe voluto esserne sorpreso, ma nonostante lo conoscesse poco aveva ormai capito che dal più grande c’era da aspettarsi di tutto. Anche che addobbasse il luogo in cui lavorava con decorazioni a tema perché era il giorno del suo compleanno.

“Ma si può fare?” chiese perplesso a Jimin quando lo venne ad accogliere vicino all’ingresso del negozio.

“A quanto pare si, lo fa da quando io e Tae siamo qui” guardò Hoseok e sorrise nel vederlo prendere una manciata di caramelle gommose dalla cesta e offrirle a una bambina di cinque anni venuta insieme alla sua mamma “lui e il padrone si conoscono da anni, credo sia per questo motivo che ormai può prendersi certe libertà. Appende festoni o palloncini e porta qualcosa da mangiare da offrire alla clientela annunciando a tutti che è il suo compleanno. Ci sono alcuni dei clienti più abituali e affezionati che gli portano addirittura dei regali”.

“Ah allora forse è per questo che lo fa” disse ridacchiando Yoongi.

Jimin sorrise e gli fece l’occhiolino.

“Yoongi-aaah!” la voce acuta di Hoseok trillò da dietro di loro “che fai lì sulla porta? Ci sono dei dolcetti anche per te!”

“No, sono apposto” rispose Yoongi avviandosi verso di lui, Jimin al suo fianco “grazie mille lo stesso. In realtà ero passato di qua per farti gli auguri e accettare il tuo invito di persona”

“Verrai alla festa?!” esclamò Jimin gioioso.

“Ma si, perché no? Mi farà bene qualcosa del genere dopo la tensione di questo periodo”.

Hoseok si slanciò al di là del bancone e acciuffò Yoongi per il collo. Nel vedere la reazione spaesata e abbastanza terrorizzata di Yoongi Jimin scoppiò a ridere così forte che non riuscì a trovare il fiato per avvisare Hoseok che non tutti erano abituati al suo modo di manifestare affetto con gesti fisici.

“Ma certo che devi un po’ rilassarti! Che bello che vieni anche tu a festeggiare il mio compleanno, Yoongi-ah!”

“M-mi stai soffocando, sono contento anche io ma-” dimenandosi un po’, Yoongi riuscì a staccarsi con malagrazia dall’altro senza però che ciò avesse alcun tipo di conseguenza sulla sua euforia. Al contrario, vide Hoseok continuare a saltellare e battere le mani e non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.

“Abbi pazienza con Hoseok-hyung” gli disse Jimin “dopo un po’ ci si abitua”.

“Perdonami” disse Hoseok sistemandosi un po’ il cappellino conico di carta che aveva in testa e riposizionandosi dietro la cassa “è che sono felice di avere qualcuno di nuovo sotto il mio tetto. E dimmi” si appoggiò con i gomiti al banco e poggiò la testa sui palmi delle mani “Seokjin-ssi? Viene? L’invito è valido anche per lui ovviamente!”.

Prima che Yoongi potesse rispondere una voce irritata raggiunse i tre ragazzi. Le loro teste si mossero sincronizzate e si puntarono su Taehyung, che si avvicinava visibilmente innervosito.

“Jimin!” disse piano cercando di essere il più incisivo possibile, ma allo stesso tempo non attirarsi l’attenzione dei clienti “Hai lasciato mezza libreria scoperta, ti semb- ah, ciao Yoongi, scusa, non sapevo fossi qui”.

Yoongi si strinse nelle spalle:

“Sono arrivato ora. Jiminah è venuto qui per colpa mia”.

“Hai saputo qualcosa?” chiese Taehyung spalancando gli occhioni e dimenticandosi della lavata di capo che avrebbe voluto fare a Jimin “ti hanno detto nulla?!”

Contento di cambiare argomento anche Jimin intervenne:

“È vero Yoongi, novità dal contest?”

Jimin adesso sapeva come funzionavano le tempistiche ed erano ormai un paio di giorni che si sentiva fremere anche lui. Quando la domenica Yoongi aveva comunicato di aver passato la selezione, aveva poi anche spiegato meglio a Jimin e Hoseok la procedura precisa. Ottenere il consenso dei giudici non assicurava accesso al premio finale – l’opportunità di incidere un disco o avviare una collaborazione con i produttori migliori del settore – ma rappresentava solo un secondo step. La registrazione del provino di tutti coloro che avevano ottenuto una risposta positiva sarebbe infatti stato analizzata di nuovo, così che poi da questo gruppo più piccolo i giudici potessero scegliere quelli che sarebbero stati i vincitori finali. Di solito questo processo di revisione e scelta durava qualche giorno e Yoongi era dunque ora in attesa di sapere cosa ne sarebbe stato di lui.

“Sono venuto qui anche per dirvi questo” rispose “mi hanno comunicato oggi che fra massimo tre giorni dovrebbero terminare la selezione finale, quindi mi aspetto una risposta entro venerdì. Come puoi ben vedere Hoseok-ah” disse poi rivolgendo lo sguardo al più grande “credo che venire alla tua festa stasera e distrarmi un po’ possa solo farmi bene”.

“Ma certo!” esclamò Hoseok battendo le mani “farà bene a tutti quanti. Sentitevi pure liberi di arrivare quando preferite, tu e Seokjin. Mi stavi dicendo che verrà anche lui, vero?”

“Jin-hyung? Si, si, viene anche lui, pare si sia subito adattato alle stampelle” disse Yoongi tranquillo. Jimin si chiese per un attimo se Yoongi si rendesse conto delle intenzioni di Hoseok, ma si convinse poi subito che il suo volto raggiante a quella risposta e il perfetto devo dirlo a Joonie!dovevano essere stati più che sufficienti a toglierli ogni dubbio.

***

Era Taehyung che aveva proposto ad Hoseok questa festa. Sapeva che il ragazzo più grande da anni celebrava a modo suo il proprio compleanno all’interno del negozio, ma l’idea di organizzare qualcosa di più elaborato in casa gli era sembrata carina e dopo averci riflettuto un po’ aveva pensato che non c’era nulla di male nel condividerla: c’erano in ogni caso nuovi incontri e nuove amicizie da celebrare, perché non cogliere l’occasione e riunirsi tutti insieme in quello che era solo giusto fosse un giorno di festa? Mentre si insaponava i capelli sotto la doccia Taehyung si ritrovò a ripensare alla reazione positiva di Hoseok e si convinse ancora di più di aver fatto bene a suggerire la serata. Era sicuro ce ne fosse bisogno e non solo per il motivo che aveva riportato all’altro. C’era infatti un’altra motivazione che lo aveva spinto ad insistere sulla sua idea, ma poiché si basava solo su vaghe impressioni e ipotesi probabilmente sbagliate il ragazzo aveva deciso di tenerla per sé. Tutto era cominciato la settimana prima, quando Hoseok gli aveva raccontato quanto successo con il suo primo ragazzo durante San Valentino. Lì per lì non aveva collegato nulla, ma alcuni dubbi avevano iniziato a roderlo il giorno dopo, quando per un’associazione di idee si era ricordato degli album fotografici di Hoseok. Durante una delle prime sere a casa del più grande, quando ancora erano un po’ agli inizi della loro amicizia, a un certo punto Namjoon aveva accennato ad alcuni album fotografici che il suo coinquilino custodiva gelosamente nella propria camera e che solo in rarissime occasioni gli aveva permesso di sfogliare. Stranamente però quella sera Hoseok non fece molte storie e decise di mostrarli subito ai più piccoli, forse perché intenerito dalla loro curiosità, forse per metterli in qualche modo ancora più a loro agio o forse perché quel bicchierino di troppo aveva avuto il suo effetto. In ogni caso, era corso nella propria camera ed era tornato nella cucina dove i quattro stavano cenando con tre grossi album, pieni di scatti incollati a volte alla rinfusa, altre disposti in modo ordinato sulla pagina con dei pezzettini invisibili di nastro adesivo, altre ancora lasciati liberi tra le pagine, in cerca da anni di una posizione. Taehyung ricordava come lui e Jimin li avessero sfogliati con gratitudine e attenzione e come avessero poi reputato quello come il primo vero momento di legame con Hoseok e probabilmente il punto d’inizio dell’amicizia che li univa adesso. Il ricordo di quelle foto era dunque vivido in Taehyung, anche perché poi nel corso dei mesi ogni tanto aveva avuto modo di riguardarle. Fin da quando era piccolo, Hoseok aveva l’abitudine di dare feste di compleanno e la prova di ciò era lì, in quegli album, immortalata per sempre nelle sue ombre e le sue luci, e dunque Taehyung si muoveva nel campo delle certezze. Ma perché – e fu questo il particolare a cui non aveva mai fatto molto caso e che invece adesso gli era tornato in mente e lo aveva allarmato – a un certo punto allora queste fotografie scattate durante il compleanno del ragazzo smettevano? Taehyung sapeva di passare adesso ad un campo più incerto e che per la stessa domanda potevano esistere diverse risposte possibili. Il fatto che non ci fossero foto presenti a testimonianza che Hoseok avesse festeggiato il suo compleanno negli ultimi anni non voleva infatti necessariamente dire che non avesse fatto nulla per l’occasione. Magari semplicemente non aveva fatto delle foto. Taehyung voleva concedersi però la piccola presunzione di conoscere Hoseok sufficientemente bene per ritenere inverosimile un’ipotesi del genere. Il ragazzo amava scattare foto ovunque e per qualsiasi occasione, perché smettere di punto in bianco di farne addirittura durante il proprio compleanno? Qui Taehyung sapeva di entrare nel campo della speculazione, ma, dopo aver ascoltato quel racconto, non riusciva a togliersi dalla testa la convinzione che dovesse esserci un nesso tra l’assenza di foto improvvisa, l’episodio di San Valentino, e quella strana abitudine di festeggiare il compleanno esclusivamente in libreria. Ripose vicino al lavandino l’asciugamano appena usato per sfregarsi i capelli e sospirò: voleva sapere la verità, ma erano considerazioni incredibilmente azzardate e non poteva dire tutto questo ad Hoseok. Non poteva dirgli niente, niente di niente. Né avrebbe potuto per chissà ancora quanto tempo. Fissò la propria immagine riflessa nello specchio e sentì una gran voglia di romperlo, voglia che siccome dovette reprimere si trasformò un attimo dopo in desiderio di piangere: il suo viso era bello, ma i lineamenti troppo morbidi, gli angoli ancora troppo dolci, le fattezze troppo giovani. Per questo non poteva ancora dire nulla ad Hoseok. Un giorno sì. Ma mancava del tempo e Taehyung era terrorizzato all’idea di alzarsi una mattina e scoprire che era troppo tardi, che qualcuno era arrivato prima di lui e che tutte le parole che aveva dentro erano destinate a rimanervi sigillate per sempre.

Jimin bussò e lo fece tornare alla realtà:

“Taeyungie? Ci sei? Siamo un po’ ritardo e anche io devo farmi la doccia”.

Rispose all’amico uscendo direttamente dal bagno e lasciandogli la stanza libera, tanto lui lì aveva finito. Andò in camera sua a vestirsi e si sentì di nuovo completamente immerso nel tempo presente: doveva prepararsi per la festa e fare del suo meglio affinché Hoseok si divertisse e stesse bene e, chissà, magari decidesse anche di scattare qualche foto.

 

***

“Che bella idea che ha avuto il nostro Taehyungie!” esclamò Namjoon allegro mentre aiutava Hoseok a mettere una tovaglia colorata sul tavolo della loro cucina “tutto un po’ improvviso, ma sento che ci divertiremo molto!”

Hoseok sorrise e basta: voleva evitare di rovinare tutto con qualche parola di troppo, ma era più che convinto che l’entusiasmo di Namjoon avesse a che fare meno con il suo compleanno e molto più con la presenza di Jin confermatagli quel pomeriggio. Anche lui era contento: sapeva già quale sarebbe stato il finale della storia e gli faceva estremamente piacere sapere di esserne in qualche modo stato lui l’artefice con quel suo strambo desiderio buttato lì per caso. “Uuuh, ce ne andiamo a spasso tra i milionari! Dai Joonie, magari ti capita l’occasione della tua vita. Questa gente piena di soldi è di solito fissata con l’aspetto fisico, potresti incrociare qualcuno mentre fa jogging e chissà, potrebbe essere amore a prima vista”. Gli aveva detto proprio così e così era accaduto.Sentimenti di onnipotenza invadevano Hoseok ogni volta che pensava ai due ormai. Sistemò un angolino della tovaglia e si chiese perché però quello spillo continuasse a rimanere lì, ben puntato ed affondato nel suo cuore. Non sarebbe dovuto essere così. Come aveva detto Taehyung? C’erano tante cose nuove da festeggiare, e aveva ragione. Oggi doveva essere un giorno di serenità e allegria.

“Certo che ci divertiremo, Joonie” disse portando poi le mani sui fianchi e guardandosi intorno “Beh, direi che qui tutto è pronto, rimane solo da mettere piatti, posate e bicchieri sulla tavola, puoi farlo tu per favore? Io adesso mi vado a vestire, poi così puoi andare tu in bagno. Ti ci vorrà un bel po’, ma sono sicuro che alla fine riuscirai anche tu ad essere splendido” gli mandò un bacino con la mano facendogli tanto di occhiolino e si allontanò soddisfatto al suono delle lamentele dell’altro.

“Che cosa vuol dire che mi ci vorrà un bel po’??”

Hoseok ridacchiò senza nemmeno rispondere e sparì in camera sua. Si mise a rovistare nell’armadio alla ricerca di qualcosa da indossare e all’improvviso sentì un enorme groppo in gola. Represse il magone e cercò di concentrarsi sulla scelta di un outfit, ma a un certo punto non ce la fece più. Lasciò stare tutto e si sedette sul letto, portandosi le mani agli occhi, per evitare che le lacrime prendessero a scorrere libere.

Quanti anni erano che non festeggiava più il suo compleanno in questo modo? Il fatto che Taehyung avesse proposto la festa che si sarebbe tenuta di lì a poche ore significava per Hoseok molto più di quanto il più piccolo si sarebbe mai immaginato. Ripensava al momento in cui gli aveva accennato quell’idea e sorrise, sentendo una serenità calda propagarglisi dentro. Taehyung aveva avuto davvero un pensiero carino, come poteva Hosek non volergli bene? Perché gliene voleva, di bene, e anche tanto. Forse troppo, più di quanto avrebbe potuto concedersi. Se avesse potuto, se lo sarebbe tenuto accanto per sempre. Ma ciò non era ovviamente possibile e questo pensiero riportò la tristezza nel suo cuore, facendogli ricordare il motivo per cui stasera si sentiva così malinconico. Non era facile per Hoseok riprendere una tradizione che aveva interrotto deliberatamente. Sarebbe stato così conveniente trovare un colpevole e scaricare tutte le colpe addosso a Ji-Hun, quel cretino del suo primo ragazzo che gli aveva spezzato il cuore. Ma Hoseok non era così sciocco da mentire a sé stesso. Ormai non gliene importava più niente di quella persona e il pensiero della delusione d’amore vissuta tanti anni prima era diventato non solo sopportabile, ma addirittura quasi dolce, romanzato, come capita spesso quando la patina del tempo si posa sui nostri ricordi. No, la colpa di ciò che Hoseok sentiva oggi non era davvero di Ji-Hun.

Il febbraio di quell’anno lontano fu per Hoseok incredibilmente spiacevole. Non soltanto il suo ragazzo lo aveva dimenticato il giorno di San Valentino, ma – dopo averlo scaricato senza troppi giri di parole – non aveva nemmeno fatto lo sforzo di dirgli qualcosa in occasione del suo compleanno. Se questo Hoseok un po’ se lo aspettava, d’altro canto non aveva messo in conto che ci sarebbe stata una sorta di oblio collettivo. Era un periodo di esami, quello, e le persone intorno a lui, tutti studenti, erano prese dallo studio e dalle loro ansie quotidiane a tal punto che nessuno, assolutamente nessuno, si ricordò di fargli gli auguri. Persino i suoi genitori furono molto frettolosi a riguardo, un veloce “buon compleanno” detto la mattina e nulla più. La questione festa era stata discussa il giorno prima: Hoseok aveva comunicato che quest’anno non avrebbe festeggiato per via, appunto, della mole di studio, e ai genitori la cosa era andata bene così. Erano persone semplici, con una situazione economica poco agiata e dedite al duro lavoro. Probabilmente accolsero la notizia come una maniera per risparmiare qualche won in più. Quella notte Hoseok andò a letto e si chiese perché. Perché nessuno se ne fosse accorto che non aveva neppure festeggiato. Aveva sempre dato feste a cui invitava diverse persone e anche quell’anno, prima che Ji-Hun lo lasciasse, ogni tanto nelle settimane precedenti aveva accennato alla festa che si sarebbe tenuta a casa sua. Ma poi era successo quello che era successo e Hoseok aveva deciso di non fare più nulla. Il fatto che però questa decisione dell’ultimo minuto fosse passata inosservata gli aveva fatto male e aveva accentuato in lui un sentimento che già lo aveva afferrato due giorni prima, mentre con sguardo vacuo chiudeva il telefono dopo aver parlato con Ji-Hun davanti all’ingresso del LunaPark. La solitudine. Hoseok si era sentito solo come non mai e era stato proprio per esorcizzare la sua paura di essere dimenticato di nuovo che, una volta iniziato a lavorare nella libreria a Seul l’anno dopo, aveva deciso di auto organizzarsi quei piccoli festeggiamenti all’interno del negozio e mettere al corrente la clientela che in quella data lui, Jung Hoseok, festeggiava gli anni e nessuno doveva avere l’occasione di dimenticarsene. Feste private però non vi erano più state, Hoseok ne aveva perso il gusto. Organizzarne una avrebbe significato ricordarsi di quelle passate, rivedere nella memoria il volto di persone che gli sorridevano, ma a cui non importava poi molto di lui, come avevano dimostrato in seguito. Avrebbe significato riportare alla mente quel diciotto febbraio di tanti anni prima e Hoseok non poteva permetterselo. Non poteva permetterselo perché mentre la delusione datagli da Ji-Heun era un segno ormai cicatrizzato e quasi scomparsa, la solitudine che aveva provato allora era ancora una ferita aperta e sanguinante. Era un sentimento che si portava dietro da tutta la vita, ad ogni momento, e non aveva bisogno che gli venisse rafforzato ancora di più con memorie spiacevoli. Il fatto che Taehyung avesse comunque avuto questo pensiero e si fosse dato il disturbo di aiutarlo con l’organizzazione significava però moltissimo: che proprio lui fosse stata la prima persona ad essersi interessata alla cosa e ad aver avuto questo pensiero per lui procurava al più grande un piacere enorme e una sensazione di sollievo strana, come se si sentisse rincuorato. Lo faceva sperare che ciò potesse avere un suo senso, un suo perché. Allo stesso tempo però – e gli si strinse il cuore all’idea – non poteva fare a meno di provare magone. Pensava agli amici che sarebbero presto arrivati e a tutti i modi in cui le loro vite erano unite dal filo rosso del destino. Tutti condividevano un legame speciale con qualcuno e Hoseok questo lo invidiava. Invidiava il rapporto che legava Jimin a Taehyung – non solo migliori amici, ma praticamente come fratelli da tutta una vita – così come il legame che aveva visto esistere tra Yoongi e Jin, solido, disinteressato, puro. Come lasciar poi fuori quei sentimenti chiaramente romantici che aleggiavano nell’aria e che Hoseok era sicuro presto avrebbero avuto coronamento felice? Jimin avrebbe avuto Yoongi e il suo coinquilino Namjoon senza dubbio sarebbe riuscito a far breccia nel cuore di Kim Seokjin. Perché era sempre lui quello che rimaneva fuori? Jung Hoseok, quasi ventotto anni, sorridente ed estroverso, vispo e deciso ma anche dolce e altruista, si sentiva completamente solo. Lo era sempre stato e aveva una paura fottuta di rimanerci per sempre.

Nonostante queste riflessioni gli portassero dolore, riuscì a riprendersi piuttosto velocemente dal suo momento di sconforto e decise, come faceva sempre nella vita, di cercare di guardare il lato positivo della situazione: i suoi amici erano lì per festeggiarlo e la serata, al di là di tutto, sarebbe sicuramente stata piacevole. E se la malinconia lo avesse colto… beh, c’era sempre il soju che poteva venire in aiuto. Così pensando afferrò i pantaloni scuri che aveva selezionato e prese ad infilarseli.

 

***

Spegnere le candeline fu bello. Sentire attorno a sé gli amici cantargli la canzoncina di buon compleanno anche. La serata non stava andando male. Nonostante la sua caviglia slogata, Jin aveva insistito per occuparsi di preparare una torta come regalo e mentre le sue bacchette affondavano nel pan di spagna morbido e si bagnavano di crema il ragazzo pensò che aveva fatto benissimo ad accettare questa cortesia. Il dolce aveva un aspetto stupendo ed al gusto era ancora più squisito. “È anche bravo a cucinare. Perfetto per il caro Joonie” pensò. Jin gli piaceva. Nel corso della festa aveva avuto modo di conversarci meglio e più ci parlava più il ragazzo lo convinceva. Era arrivato puntuale insieme a Yoongi – a cui in via del tutto eccezionale aveva dato il permesso di guidare la propria macchina e accompagnarlo lì – ben prima di Jimin e Taehyung, i quali invece erano sempre e comunque in ritardo. Aveva con sé una stampella, ma nonostante la sua difficoltà nell’usarla fosse evidente, quell’ingombro non sembrava aver scalfito il suo buonumore. Hoseok lo aveva invitato ad accomodarsi sul divano, ma Seokjin aveva detto di preferire rimanere in piedi. “Voi in piedi e io a guardarvi dal basso lì seduto, così si che mi sentirei davvero un infermo. Non sono finito su una sedia a rotelle per fortuna” aveva detto, guadagnandosi così il suo posto appoggiato al bancone della cucina. Le sue parole avevano fatto sorridere Hoseok e gli avevano fatto ricordare il racconto di Yoongi: era chiaro come Jin non fosse abituato a sentirsi da meno, ma questo suo essere uomo di mondo non lo aveva reso spocchioso o antipatico, anzi. Era una persona estremamente gradevole, chiaramente abituata a stare in mezzo alle persone e ad essere affabile, ma allo stesso tempo spontanea e genuina. Capì perché Yoongi si fidasse di lui e pregò che il suo coinquilino non fosse tardo come suo solito e non si lasciasse scappare un’occasione del genere. Ad Hoseok non sarebbe dispiaciuto avere Jin attorno più spesso. Smise di avere dubbi quando vide la reazione di Namjoon, che fino a quel momento era a finire di prepararsi, il secondo in cui entrò in cucina e posò gli occhi su Jin. Non ci si poteva sbagliare: il ragazzo fu chiaramente colto alla sprovvista trovandoselo lì davanti, ad accoglierlo sorridente con un “buonasera Namjoonah”, appoggiato al bancone, il peso del corpo quasi tutto su un piede, indosso semplicemente una maglia bianca leggermente scollata e una giacca nera che gli stavano però divinamente. Si arrestò, arrossì e bofonchiò un saluto, scordandosi nell’emozione di usare l’onorifico. Mentre Hoseok e Yoongi sorrisero alla scena, quella mancanza di rispetto fu occasione per i due per iniziare fin da subito un battibecco vivace e giocoso e si può dire che la serata ebbe inizio da lì. Poco dopo arrivarono anche gli altri e finalmente le bottiglie vennero stappate e il cibo messo in tavola.

“Hyung, questa torta è buonissima, davvero!”

Seokjin sembrò davvero contento del complimento:

“Grazie Jiminie! I dolci mi riescono sempre molto bene, mi fa piacere che anche questa volta non abbiano deluso”.

Sorrise soddisfatto e Yoongi scosse la testa: Jin era sempre il solito. Prese un piattino dal tavolo e poi si avvicinò alla libreria in fondo alla sala mangiucchiando la sua fetta di dolce.Certo che è vero che le torte le sa proprio fare. Lo avevano incuriosito i tanti dvd e cd appoggiati sulle mensole insieme a numerosi gadget.

“Guardi la loro collezione?”

Jimin lo sorprese da dietro e Yoongi sobbalzò.

“Agli hyung piace molto il collezionismo, sai? Mettono qui tutte le action figure che comprano e stessa cosa vale per la musica e i film. È sempre piaciuta anche a me questa parte della casa”.

“Già, è molto bella”.

Jimin lo guardò avvicinarsi ancora di più ad alcuni scaffali per analizzare meglio i titoli. Dall’altro lato, vicino al tavolo, si sentivano le voci concitate degli altri ragazzi. Trasse un respiro profondo e si fece coraggio.

“Yoongi… hai- hai già pensato a cosa farai una volta avuta la risposta? Parlo del contest”.

“Uh?” Yoongi rispose distratto, assorto nella lettura della trama scritta sul retro di un dvd. Sollevò poi lo sguardo su Jimin “che cosa intendi con cosa faccio?”

“Cioè voglio dire, tu… tu sei qui a Seul ora per via del contest e l’etichetta in cui i vincitori entrano è anche qui a Seul… insomma io sono convinto che tutto andrà bene, ma-”

“Oh. Ho capito. Ma se non dovessi vincere?” rimise con tranquillità il dvd al suo posto insieme agli altri “Mi stai chiedendo cosa farei in quel caso? Tipo, se mi metterei a piangere, ridere, se andrei a comprarmi venti casse di soju, cosa farei in questo senso? È questo che mi stai chiedendo Jimin?” lo trafisse con gli occhi e Jimin rimase immobile. Gli si fece più vicino e abbassò appena la voce “O mi stai chiedendo se resterò a Seul?” Quel diavolo di sguardo. Quando Yoongi fissava i suoi occhi scuri nei suoi in quel modo Jimin non sapeva mai come reagire. Gli scavavano dentro. Ci aveva preso, ovviamente. Era esattamente quello che Jimin stava cercando di domandare, perché il dubbio lo attanagliava: se la peggiore delle ipotesi si fosse realizzata, sarebbe rimasto in quella città? Con lui? Riuscì solo ad annuire.

Yoongi fece spallucce:

“Non lo so, non ci ho pensato. Troppo agitato per il contest stesso per pensare al dopo. Perché vuoi saperlo?”

Jimin socchiuse le labbra rosee un paio di volte. La gola gli si era fatta leggermente secca e i battiti del suo cuore avevano preso ad accelerare. Rimani con me, stava per dire…

“Minnieee!!”

Tutto il peso del corpo di Taehyung finì sulle sue spalle. Il ragazzo doveva aver bevuto un paio di bicchierini di troppo, pensò Jimin alla vista delle sue guance rosso fuoco. Prima che potesse anche solo aprire bocca per chiedere cosa fosse tutta quella agitazione, Taehyung lo precedette buttandogli lo schermo del telefono davanti al viso e urlandogli nell’orecchio:

“Guarda! Ha pubblicato di nuovo!”

Jimin vide il nome dell’account e capì:

“Aah bene! Però Tae c’era bisogno di dirmelo così?” era a metà tra il divertito e lo sconcertato.

“No, scusa” Taehyung sembrò calmarsi un poco “è il soju credo… ero contento e ha esaltato la mia reazione. Però dai era un bel po’ che Kookie non pubblicava un nuovo video sul suo canale! Mi ero iniziato a preoccupare, ho pensato che magari la scuola lo stesse impegnando troppo oppure che fosse giù di corda perché noi non ci facciamo sentire spesso… soprattutto tu Jiminie, dovresti scrivergli di più! Lo sai che ci tiene a ricevere tue notizie”.

“Hey! Io scrivo spesso a Jungkook, perché dici cos-”

Taehyung gli puntò l’indice davanti al naso:

“Ti ricordi quando è stata l’ultima volta che lo hai sentito?”

Jimin ci pensò un attimo e si rese conto che in effetti doveva essere passato ormai un mesetto. Brontolò sconsolato:

“Tae… mi stai facendo passare per uno hyung tremendo”.

“Questo lo hai appena detto tu, non io” ridacchiò beffardo e Jimin sollevò gli occhi al cielo.

Si sentì un lieve suono metallico, come di una forchetta posata su un piatto, e Jimin fu di nuovo consapevole della presenza di Yoongi:

“Ah! Yoongi, scusa! Ci siamo messi a parlare tra noi, non volevamo escluderti”.

“No, no, tranquilli…” sembrò sul punto di andare via ma parve ripensarci. Inclinò la testa di lato e guardò Jimin “chi è Jungkook?”

Taehyung spalancò gli occhi:

“Non hai mai parlato a Yoongi di Jungkookie??!”

Jimin sembrò sinceramente imbarazzato e riuscì solo a balbettare un semplice forse non c’è stata mai occasione.

“Ma che gli hai raccontato di te?! Almeno che sei di Busan Yoongi lo sa?”

“Taehyung, puoi darci un taglio per favore?” Jimin si stava iniziando ad irritare. Se il suo amico non aveva già peli sulla lingua da sobrio, con un po’ di alcol nel sangue era davvero imprevedibile. Il suo tono però sembrò bastare a far tornare Taehyung sui suoi passi.

“Ok, ok, scusa, mi sono solo un po’ sorpreso perché, sai” disse rivolto a Yoongi “Kookie è un nostro carissimo amico, anche lui di Busan e prima della nostra partenza abbiamo trascorso per anni praticamente ogni giorno insieme. Per questo credevo che in qualche modo la cosa fosse uscita fuori. Comunque scusami davvero Yoongi, non volevo mettermi in mezzo alla vostra conversazione. È che poco fa ho ricevuto un messaggio proprio appunto da Kookie perché voleva avvisarmi di aver pubblicato un nuovo video sul suo canale YouTube e di andare a guardarlo”.

“E metterelikeimmagino” disse ridacchiando Jimin. Taehyung gli fece l’occhiolino.

“Quindi fa video?” chiese Yoongi.

Jimin annuì:

“Si, ed è anche molto, molto bravo. Adesso è presto per dirlo perché è ancora a scuola, ha due anni meno di me, ma non mi meraviglierei se facesse del video makingla sua professione, e giuro non sono di parte! Dovresti vederli anche tu i suoi video Yoongi, la penseresti come me”.

Yoongi fece un gesto con la mano in direzione del telefono di Taehyung come a dire “mostra”.

Taehyung prese in mano la situazione, entusiasta all’idea di poter portare nuovo pubblico al suo amico:

“Guarda! Questo è il nome del suo canale, mentre questi i follower, non sono pochi per essere ancora agli inizi! Adesso ti faccio vedere il mio video preferito”.

Jimin sapeva quale avrebbe scelto: durante le ultime settimane trascorse insieme a Busan, ovunque i tre fossero andati Jungkook aveva sempre portato con sé la sua telecamera, non smettendo quasi mai di riprenderli. Ai ragazzi non aveva dato fastidio, perché ci erano abbastanza abituati, ma si erano certo chiesti che cosa mai se ne sarebbe potuto fare l’amico di tutto quel materiale. Lo avevano scoperto dopo circa una settimana dalla loro partenza: Jungkook aveva infatti pubblicato sul proprio canale un video bellissimo, interamente dedicato a loro e montato proprio con quelle riprese che aveva fatto nell’ultimo periodo in cui erano a Busan, come saluto per la loro partenza e augurio per la loro nuova vita. I due ne erano rimasti profondamente toccati ed entrambi avevano pianto nel guardarlo, chiedendosi se avessero fatto davvero la cosa giusta a lasciare così una delle persone a cui tenevano di più al mondo. Ma in qualche modo prima o poi si sarebbero riuniti, era su questo che contavano. Anche stavolta, come ogni volta che guardava il video in questione, Jimin sentì delle sottili lacrime agli angoli degli occhi. Anche Taehyung era di nuovo commosso, mentre Yoongi completamente assorto nella visione.

“Beh” disse alla fine “non c’è che dire, di talento ne ha da vendere, nessun dubbio. Ci tiene a voi e si vede da ciò che fa. Comunica. È la cosa più importante”.

Dalla serietà con cui Yoongi disse queste parole, Jimin capì che il ragazzo era rimasto sinceramente colpito e che non stava dicendo così solo per far loro piacere. Il petto gli si riempì di orgoglio.

“Il nostro Jungkookie è bravo. Davvero bravo”

“Senti, nel messaggio mi ha anche chiesto se ci va di sentirci in videochiamata” Taehyung riacquistò il suo tono pragmatico “domani o dopodomani, potrebbe andare bene per te?”

Per Jimin non c’era problema, e così rispose all’amico, il quale si mise subito soddisfatto a scrivere una risposta al più piccolo.

Si udì all’improvviso un’altra voce arrivare dalla tavola dove i tre ragazzi avevano lasciato il gruppo Namjoon-Hoseok-Seokjin:

“Perché non ci guardiamo tutti insieme un bel film?” disse Namjoon  “Avrei proposto di uscire ma-” Seokjin fulminò con lo sguardò e lui ridacchiò “lo so, lo so, è colpa mia se sei in queste condizioni, stavo scherzando. Però un film potrebbe-”

“Trovo che sia un’ottima idea Namjoonah!” lo interruppe Jin battendo un pugno sul tavolo. Eccone un altro che ha bevuto troppo, pensò Jimin divertito. Sorprendentemente, la proposta fu accolta con entusiasmo anche da tutti gli altri ragazzi e ciò fece molto piacere a Namjoon. Era una persona tranquilla e accomodante, ma gli piaceva il ruolo di leader. A lavoro svolgeva attività prevalentemente da solo, ma quando si ritrovava in gruppo riusciva a farsi seguire, cosa che lo gratificava sempre. Nella vita privata domestica però doveva fare i conti con Hoseok e le sue mille punzecchiature, per cui quando aveva pensato di proporre un film non si era aspettato un verdetto così unanime. Anche il festeggiato sembrava infatti convinto.

“Prendo il computer di Hoseok-hyung così cerchiamo dei bei titoli recenti!” esclamò Taehyung dirigendosi spedito verso la camera di Hoseok. Il più grande balzò in piedi dalla sua sedia per inseguirlo.

“Taehyungah!” esclamò una volta in camera “Così senza chiedere il permesso?!”

Taehyung aveva già preso posto alla scrivania di Hoseok e rideva soddisfatto:

“Permesso di cosa? Non vuoi vedere anche tu un film?”

“Permesso per entrare in camera mia così! Quando bevi sei ancora più irrispettoso. Un ragazzo della tua età non dovrebbe parlare-”

“Ok ho capito” disse Taehyung secco tornando serio. Schiacciò il tasto di accensione. “Il bambino torna in silenzio”.

Hoseok corrugò la fronte, interdetto:

“Dai, non ho detto bambino, Tae... Ah! No, aspetta!!” balzò in avanti verso lo schermo del computer, ma era ormai tardi. Lo aveva scordato. Aveva dimenticato di non averlo spento, ma solo messo in pausa. Per cui adesso gli fu impossibile impedire al più giovane di vedere il sito che aveva visitato quel pomeriggio. Guardò Taehyung con il cuore a mille: il ragazzo sembrava perplesso. Sicuramente sorpreso.

“C-cosa..? Perché eri-”

“Non è nulla, lascia stare!” esclamò Hoseok cercando di prendere il mouse dalle mani di Taehyung.

“Aspe-aspetta un attimo, hyung” il più piccolo si alzò in piedi e gli bloccò le braccia nel tentativo di fermarlo e calmarlo “huyng! Che c’è? Perché fai così?!”

Taehyung aveva alzato appena la voce e il suo sguardo sbalordito fu probabilmente ciò che fece capire ad Hoseok di avere appena avuto una reazione eccessiva. Il più giovane sentì i muscoli delle braccia del ragazzo, ancora saldamente tra le sue mani, rilassarsi e si rilassò anche lui. Non capiva cosa stesse succedendo, ma non voleva mettere Hoseok a disagio. Lo lasciò andare.

“Mi dispiace hyung, non volevo, sono stato indiscreto, fingerò di non aver visto nulla”.

“No Taehyungie, va tutto bene” Hoseok sospirò e fece cenno a Taehyung di rimettersi a sedere. Prese poi uno sgabello per sé e gli si sedette di fianco “dispiace a me, sto qui a parlarti di rispetto ed età e poi faccio queste scenate. Non volevo, davvero. Ormai è andata, hai visto, ma va bene così. Non c’è poi nulla di male in fondo, è solo che… non so, non ne ho ancora parlato con nessuno”.

Taehyung esaminò meglio la pagina web che aveva davanti.

‘Psicologia, corso di laurea’ ” lesse “Stai… stai pensando di iscriverti all’università?”

Hoseok si fece completamente rosso e Taehyung pensò che il suo hyung così fosse la cosa più dolce che avesse mai visto.

“I-io… si, insomma… volevo… aaah, lo so che non sono proprio nell’età adeguata ma, si, mi piacerebbe tanto prendere una laurea. Quellalaurea soprattutto. Sarò troppo vecchio forse, ma è un po’ che ci pensavo”.

“Hyung, tu non sei vecchio e l’età non c’entra niente se è qualcosa che vuoi davvero fare e a cui tieni”.

Il tono di Taehyung colpì Hoseok: ogni traccia dell’euforia alcolica di poco prima era scomparsa. Il ragazzo continuò:

“Sono solo rimasto sorpreso perché non sapevo che fosse una cosa che volevi fare. Da quanto vuoi farlo?”

“Un po’... in realtà… in realtà anni. Cioè è quello che avrei sempre voluto fare. Ma poi ho semplicemente fatto delle scelte sbagliate. Per non pesare sulla mia famiglia ho deciso di venire a Seul e lavorare prima di iniziare l’università per poter così pagarmi gli studi, però le cose non sono andate esattamente così. C’erano tante spese a cui far fronte che non avevo messo in conto e quindi metter da parte i soldi non era assolutamente semplice. Da uno gli anni di attesa sono diventati due. Nel frattempo mi sono abituato al lavoro alla libreria, sai com’è, io sono un po’ pigro su certe cose e i cambiamenti mi spaventano. Ho preso le misure di questa vita che intanto diventava sempre più diversa da quella dei miei vecchi amici del liceo, che studiavano, si laureavano, iniziavano la loro carriera, e alla fine il divario è diventato talmente tanto che non ho più sentito in me la forza necessaria a cambiare le cose e a un certo punto credo di essermi semplicemente perso”.

“Che cosa ti ha fatto cambiare idea adesso?”

Hoseok si raddrizzò un po’ con la schiena:

“Credo sia stato tutto quello che è successo con Yoongi-ssi. L’ho visto quel giorno. Ho sentito la sua storia. La sua fatica, il suo impegno, il suo coraggio… vedere qualcuno lottare così duramente per ottenere qualcosa è stata una sorta di scossone. Lui mi ha ringraziato dieci mila volte per averlo aiutato, ma vorrei sapesse che forse è stato piuttosto lui ad aiutare me. Anche Jiminie però… anche lui ultimamente ha lottato. Ha fatto di tutto per conoscere Yoongi e rimanergli vicino. Cavolo, Jiminie ha addirittura detto addio ai suoi genitori, mollato tutto e tutti e si è trasferito qui per inseguire il suo sogno di diventare scrittore. E vedo anche te, sai? Sei così determinato e indipendente. Ti impegni più di tutti noi in libreria nonostante a volte sia chiaramente stanco, e vai comunque benissimo all’università. Non mi sono scordato di quello che mi hai detto, di quella casa tutta per te che speri un giorno di riuscire a progettare. E Namjoon anche si spezza la schiena perché vuole diventare tra i più bravi programmatori informatici di Seul. Io… voglio anche io iniziare a combattere per il mio sogno. Ho aspettato troppo, troppo. È un regalo che mi merito. Il mio regalo di compleanno. Tu credi sia… sciocco? Dopo tanto tempo? Certo non sarà facile da solo, ma-“

“Hyung, credo sia una cosa bellissima” Taehyung era quasi sul punto di piangere per la commozione “credo che tutto ciò sia una cosa bellissima e no, è vero che non sarà facile rimettersi sui libri soprattutto con un lavoro di mezzo, ne so qualcosa, ma Hoseokie-hyung, te lo prometto” avvolse le mani di Hoseok nelle proprie “non sarai da solo”.

Gli sorrise, perché sentì che non c’era bisogno di dire altro, e quando Hoseok ricambiò fu certo che aveva capito. Il ragazzo che amava aveva deciso di intraprendere un nuovo sentiero e Taehyung non avrebbe permesso che si perdesse di nuovo. Gli avrebbe preso la mano e non l’avrebbe più lasciata andare.

Quando i ragazzi tornarono finalmente in sala con il laptop si ritrovarono davanti un curioso quadretto: Yoongi e Jimin a ripiegare la tovaglia insieme, ognuno con un paio di angoli tra le mani, e ridacchiare mentre Jin dava indicazioni in merito alla modalità di lavaggio dei piatti a un Namjoon che ormai sembrava fumare dalla testa.

“I calici non si tengono così quando li sciacqui, rischi di romperli”.

“Come dovrei fare invece?! Ma ti pare che devi venirmi a dire come lavare i miei piatti in casa mia??”

“Oh, Hoseok-ssi, Taehyungah, eccovi” disse Jin alla loro vista, ignorando come suo solito le lamentele di Namjoon “Ho pensato che fosse il caso di ripulire un po’ l’ambiente prima di continuare la serata, no?”

Yoongi e Jimin scoppiarono ancor di più a ridere e per i due appena arrivati non fu difficile capire cosa doveva essere successo. Era incredibile come Jin riuscisse, pur nella sua condizione fisica, a gestire tutto e tutti con tale facilità. Ovviamente, trovò anche a Taehyung qualcosa da fare – Hoseok fu risparmiato in quanto convenne non sarebbe stato educato mettere proprio il festeggiato a lavorare – e solo una volta che la cucina fu di nuovo splendente permise a tutti di accomodarsi sul divano.

La serata sembrava pronta a terminare nel migliore dei modi e quando una volta scelto il film, prima di spegnere le luci, Hoseok esclamò “Un momento! Prima di iniziare! Una fotooo! Facciamoci una foto tutti insieme!” Taehyung sentì il cuore esplodergli di gioia.

 

 

 

Note dell’autrice:Ciaoooooo eccomi qui, di ritorno con gli ultimi capitoli di questa storia la cuipubblicazione è stata fedele al suo titolo e si è fatta molto aspettare ahah Non è stato facile occuparmi di quest’ultima parte. La mia vita è stata un po’ un casino e trovare non solo il tempo ma soprattutto le energie è stata piùdura del solito. Spero comunque di essere riuscita a fare un lavoro dignitoso e che questi ultimi capitoli vi siano piacevoli.

Èun capitolo questo più lunghino del solito, e credo anche, a suo modo, piuttosto pregno, dove viene dato spazio anche agli altri protagonisti della storia, in particolar modo i nostri vhope. E finalmente appare il piccolino numero uno che era rimasto nell’ombra fino ad ora, Kookie! Non so se vi stava mancando, ma a me si~ 

La gestazione di questo è stata travagliatiiiissima quindi se riuscite fatemi sapere cosa ne pensate ♥

Io vi ringrazio della pazienza nell’aspettare e per aver letto fino a qui, ci si vede alla fine della prossima settimana ♥♥

Baci, Elle

   
 
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