Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: Tenar80    08/02/2019    1 recensioni
Corea 2018. Olimpiadi invernali.
Una leggenda alla propria ultima gara.
Un campione in cerca di conferme.
Un atleta di valore, di uno stato periferico.
Una giovane promessa alla propria prima olimpiade.
Il tutto complicato dai sentimenti, dallo scandalo doping, da un calendario gare studiato apposta per accanirsi sui pattinatori, dalle rivalità sportive e gli infortuni.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Stagioni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E finalmente, con l'inizio delle gare e l'arrivo del cast completo, si entra nel vivo!

PICCOLA NOTA TECNICA CHE POTETE TRANQUILLAMENTE SALTARE
Da questo punto mi si è presentato un dilemma etico. Fin dall'inizio volevo calare Yuri on ice nella realtà, ma come si fa con i punteggi? Se nel free al momento delle olimpiadi il record mondiale reale aveva superato quello di Yuuri, nel programma corto il divario realtà/anime è enorme. Con il sistema di punteggio usato alle olimpiadi (che è già diverso da quello attuale) Yurio non poteva prendere il punteggio che gli abbiamo visto assegnato.
Alla fine ho scelto la realtà, assegnando punteggi di poco superiori a quelle che si sono visti davvero alle olimpiadi. Questo perché in un  caso, nel singolo, è stato necessario (grazie M.!) calcolare, regolamento alla mano, il punteggio tecnico di una prova per rendere la narrazione credibile.
Quindi da qui in poi, esclusivamente per lo short, troverete dei punteggi nettamente inferiori a quelli dell'anime. Calcolate però che il record del mondo vigente al momento delle olimpiadi era intorno a 113 punti. Nella gara a squadre, in cui l'importante non è tanto il punteggio in sé, ma fare più punti dell'avversario, gli atleti tendono a presentare programmi con una difficoltà tecnica un po' inferiore a quella del singolo (se vuoi il record del mondo, ci tenti nel singolo). Questo per spiegare perché leggerete di atleti soddisfatti per punteggi che nell'anime giudicavano bassi.
Per altre piccole questioni tecniche, invece, le esigenze di trama hanno prevalso sulle logiche della realtà (nessuna speranza, nel mondo reale per Otabek di disputare questa gara e Yuuri avrebbe presumibilmente gareggiato nel corto).
Un grazie di cuore a chi ha avuto la pazienza di leggere questa nota. Non mi resta che lasciarvi al racconto.


C’era qualcosa di profondamente ingiusto e sbagliato in un programma gare che faceva iniziare le competizioni prima della cerimonia di apertura. Andava contro a tutte le fantasticherie che Yuuri si era fatto su come dovesse essere un’olimpiade. Ma tant’era. La gara a squadre di pattinaggio iniziava con il programma corto maschile la mattina del giorno della cerimonia d’apertura, in un clima ancora di preparativi in corso e con il villaggio olimpico pieno di atleti che arrivavano in quel momento con le valige al seguito. Se non altro non avrebbe dovuto gareggiare lui quella mattina. La competizione a squadre del pattinaggio prevedeva tutte le specialità, figura e danza, con i due programmi. Uno stesso atleta poteva eseguirli entrambi, come faceva Otabek per il Kazakistan, oppure potevano essere affidati a due persone differente. Quella mattina, nel programma corto, avrebbero gareggiato Ken per il Giappone e Victor per la Russia, mentre sia lui che Yurio avrebbero fatto il libero due giorni dopo.

    Lui avrebbe potuto seguire la gara insieme al team giapponese, ma aveva preferito mescolarsi al pubblico. Non poteva uscire un tifo troppo sfacciato per l’atleta russo dalla squadra giapponese ed era lieto che i compagni di squadra avessero capito.

    E così evito di mostrami prima del tempo in piena crisi di panico.

    Fino alla sera prima si era sentito tranquillo. Ma adesso era diverso. Era come assistere al cambiare della marea. Qualcosa di inarrestabile e su cui non aveva alcun controllo. Poteva sentire l’ansia salire quasi di minuto in minuti. Il Giappone, lo sapeva, aveva delle possibilità di andare sul podio nella gara a squadre. Se lui avesse fatto bene. Con quel libero che tanto gli piaceva, ma che non era, non lo era nel modo più assoluto, un programma da podio olimpico.

    Yuuri si costrinse a respirare. Non era il momento di andare in panico per se stesso. Non poteva permetterselo, durante l’olimpiade. E sopratutto non poteva permettere che Victor lo vedesse insicuro. Aveva già abbastanza problemi con la sua caviglia, senza dover pensare anche alle preoccupazioni del proprio compagno.

    La sera prima erano riusciti a passare un po’ di tempo insieme, rintanati nel McDonald del villaggio olimpico, come una coppia di fidanzatini adolescenti che debba nascondersi dai genitori. Victor era sempre calmo prima della competizione e tuttavia Yuuri aveva visto la preoccupazione filtrare attraverso i suoi modi rilassati.

    – È l’ultima volta, davvero non vorrei fare brutta figura – aveva ammesso alla fine.

    Yuuri si era sentito stringere il cuore. Entrambi sapevano che Victor non poteva chiedere di più alla propria carriera. Quattro olimpiadi. Con due medaglie nel singolo e tre a squadre, era già nella storia del pattinaggio. Ma una fine, per quanto gloriosa, è pur sempre una fine. 

    E io sono qui, a sperare che tu non ti faccia male, piuttosto che vincere e già per questo mi sento un mostro.

    – Yuuri!

    Sentendosi chiamare, il giapponese si girò.

    – Phichit!

    L’atleta tailandese era stato per anni compagno di allenamenti di Yuuri, a Detroit, ed era uno dei suoi pochi veri amici. Era sorridente come sempre, orgoglioso nella felpa della propria nazionale e accompagnato da una ragazza talmente esile e graziosa da sembrare una bambolina.

    – Ti presento la mia fidanzata, Janine.

    – Questo è davvero un piacere. 

    Lei arrossì, cosa notevole, considerata la carnagione già scura.

    – Sto davvero stringendo la mano al campione del mondo? – chiese.

    – Così dicono – borbottò Yuuri. Non è che ne fosse tanto convinto. – Ma è successo solo perché mancavano alcuni atleti.

    – Non ti fidare – commentò Phichit. – Io c’ero e sono arrivato ottavo, alla faccia degli assenti. E J.J., che è arrivato terzo, non si è ancora ripreso dallo choc.

    Yuuri scosse il capo.

    – Tra me e lui c’erano solo quattro punti.

    – E Otabek in mezzo. Hai sentito che vuole fare il quadruplo Axel?

    D’istinto, Yuuri si girò verso la pista, dove Victor si stava già scaldando. 

    Non fartelo rubare. Non ucciderti per prendertelo…

    – No. Ma sapevo che qualcuno lo avrebbe tentato. Già oggi?

    Anche J.J., come Otabek, faceva entrambe le prove della gara a squadre.

    – Immagino che lo tenga per il singolo, individualista com’è…

    Lo penseranno anche di Victor? Che si è risparmiato per egoismo?

    – Il tuo fidanzato è quello biondo? – chiese Janine, sporgendosi a guardare gli atleti.

    Yuuri arrossì. Gli sembrava ancora così strano sentirselo dire. Nella squadra Giapponese era risaputo, naturalmente, ma in generale in patria non erano finiti sulla bocca di tutti come «la coppia di atleti che fa outing durante la conferenza stampa», come nel resto del mondo. Fuori dalle loro frequentazioni abituali tenevano un basso profilo e il massimo che aveva detto la stampa, presentando Yuuri come membro della quadra olimpica, era che aveva un’intesa particolare con un famoso atleta russo che era anche suo allenatore. Questo rendeva agli occhi di Yuuri il loro legame ancora vagamente irreale, parte di un sogno da cui avrebbe potuto svegliarsi in qualsiasi momento. Sentire parlare così una ragazza tailandese che non aveva mai visto prima faceva prendere alla cosa una dimensione diversa che Yuuri non era sicuro di sentire comoda. Si limitò ad annuire.

    – Beh, è carino – approvò Janine. – E mi sembra anche che se la cavi bene con i pattini.

    – Ehm… Cara, ha vinto più lui che tutti gli altri che ci sono in pista messi assieme – spiegò Phicthit, imbarazzato.

    – Ehi, ma qui c’è una ragazza meravigliosa! Phic, non vorrai tenertela tutta per te?

    – Chris!

    L’atleta svizzero salutò i due avversari con una sonora pacca sulle spalle e Janine con una strizzata d’occhio.

    – Niente gara a squadre per la Svizzera? – chiese Phic.

    Lui scosse il capo.

    – Colpa di quelli della danza che hanno litigato. Meglio così, sono troppo vecchio per gareggiare quattro volte – sospirò. – Questa volta sono venuto praticamente per turismo.

    – Non sei così vecchio – gli ricordò Yuuri.

    – Sto per fare i ventotto e, credimi, li sento tutti… Mentre quel disgraziato, laggiù, volteggia come un ragazzino – commentò Chris, indicando Victor. – Le ultime gare del grande Nikiforov… Valeva la pena di venire solo per questo, suppongo. Yuuri, hai già ordinato gli antidepressivi per quando tornerete a casa?

    Pich rise.

    – Sono sicuro che Yuuri saprà tenerlo occupato, sia come allenatore che come compagno.

    Yuuri però non disse nulla, girandosi a guardare le ultime fasi dell’allenamento.

    Chris aveva ragione. Salvo che per l’infanzia, di cui non parlava mai, la sua vita di Victor si era sempre svolta sul ghiaccio della pista, ad eccezione della prima stagione in cui l’aveva allenato. Quello, però, era stato un momento magico in cui la scoperta dell’altro, dell’amore, oltre che l’adattarsi al nuovo ruolo di allenatore avevano rappresentato sfide sufficienti.

    Io non ti basterò, Victor. Ti amo abbastanza da saperlo…

    Gli atleti uscirono dalla pista, la competizione stava per cominciare.

    Otabek era il primo. Il Kazakistan non aveva grandi speranze, dal momento che il livello delle coppie era scarso, ma il giovane pattinatore entrò in pista con il suo abituale sguardo concentrato, da soldato prima dell’azione. Yuuri notò una minima esitazione, mentre si preparava ad assumere la posizione di partenza. Cercava qualcosa nella squadra russa. Yurio, ovviamente. Il ragazzo sembrava ignorarlo deliberatamente, ma all’ultimo momento gli gridò un incoraggiamento in russo. 

    La musica iniziò. Presentava lo stesso programma che Yuuri aveva fatto così fatica a battere, ai campionati del mondo. Tuttavia, dovendo gareggiare quattro volte, aveva necessariamente alleggerito le difficoltà. Niente quadruplo Lutz, una combinazione in meno, una trottola più semplice. Nel complesso, comunque, un ottimo programma, con un più che dignitoso 91 di punteggio. Il problema, con Otabek, era sempre quello. Sapeva cosa poteva fare e non sbagliava mai. Nel singolo sarebbe stato un osso duro.

    Anche Ken pattinò bene, ma il suo programma non aveva quadrupli. Era un peccato, pensò Yuuri, che alla fine contasse così tanto la capacità di ruotare su se stessi in aria. Ken era un piacere da vedere, un tutt’uno con la musica, ma con un triplo Loop che valeva meno della metà del quadruplo, sarebbe stato fuori dai giochi nel singolo. Se tutti facevano il proprio dovere al suo stesso modo, invece, nella competizione a squadre potevano davvero sperare nel bronzo, dietro a Russia e Canada. Al pensiero Yuuri si sentì mancare il respiro.

    Fu poi la volta della Cina e della Corea, esibizioni con alcune cadute che fecero sobbalzare Yuuri. Qualunque fosse l’atleta in gara, finiva a tifare per lui e certe cadute gli facevano sentire un contraccolpo di paura nel fondo dello stomaco. 

    Victor non deve saperlo mai che ogni volta che vedo qualcuno cadere immagino che sia lui.

    J.J. entrò in pista con l’abituale sicurezza. Yuuri non aveva nulla di personale contro di lui, eppure sentì di odiarlo. Per il solo fatto di voler togliere a Victor l’ultima conquista. 

    Perché lui e nessun altro aveva visto Victor alla sera, così stanco da non riuscire a muoversi. Lo aveva visto piangere di dolore per la caviglia o la schiena, quando pensava di non essere visto. Lo aveva visto trattenersi dall’urlare mentre si legava i pattini. Lo aveva visto smarrito, all’uscita del pronto soccorso, la volta che era caduto così male da rimanere alcuni istanti svenuto sul ghiaccio per il colpo alla testa. Lo aveva trovato furibondo contro la propria federazione, a cui aveva dato così tanto, che voleva cancellarlo, battere i pugni contro il computer, nel leggere notizie in russo che lui non avrebbe capito. Chiudere il telefono in faccia ai giornalisti. Ricevere mail e in un caso una lettera che erano nel migliore dei casi insulti, nel peggiore intimidazioni. Solo lui lo aveva visto il giorno di Natale, il giorno del proprio compleanno, stupirsi per attenzioni a cui non era abituato. Aveva spiato il modo strano, quasi curioso, con cui lo guardava rapportarsi ai genitori. Solo lui si era sentito stringere nella notte da un corpo che tremava, alla ricerca di un conforto senza parole. 

    Ogni sport era una battaglia in cui contava solo il risultato ottenuto sul campo. Ma in nessun modo un ragazzo viziato che quando perdeva si faceva consolare da mamma e papà aveva più diritto di Victor di tentare quel salto.

    J.J. non provò il quadruplo Axel, ma saltò il triplo con un’elevazione e una naturalezza tali che era come urlare a squarciagola: «posso farlo quando voglio». Fece 95 punti.

    Per ultimo pattinava Victor. Yuuri sapeva che quella posizione non lo metteva in difficoltà, come invece capitava a lui. Il suo compagno riusciva, chissà come, a tenere una parte della mente concentrata sui punteggi da raggiungere e l’altra su quello che voleva esprimere pattinando. Il poeta e il calcolatore. 

    Si esibiva sulle note di Verdi, il Brindisi della Traviata. Rispetto all’anno precedente aveva cambiato il programma corto, tenendo invece La saga della primavera, il programma più bello che Yuuri gli avesse visto fare, nel lungo. Non aveva dichiarato quale fosse il tema conduttore, ma Yuuri lo sapeva fin troppo bene. L’ultimo giro di danza. Il fatto che avesse scelto due storie che terminavano con la morte era una cosa che lo terrorizzava. 

    Ma quella non era ancora la danza finale. 

    Victor sapeva esattamente come avevano pattinato i suoi avversari e cosa doveva fare. Il triplo Axel, che sarebbe diventato quadruplo, era uno dei primi salti e il russo lo eseguì con meno potenza, ma infinita più classe di quanto avesse fatto il canadese. Victor danzava col ghiaccio, più che sul ghiaccio, consapevole che la fine sarebbe arrivata, ma che c’era ancora del tempo. Il Loop… Yuuri vide subito che non era riuscito a caricarlo a dovere… In qualche modo riuscì a renderlo comunque elegante. Sottoruotato, ma elegante. Qualche punto in meno di tecnico, quindi. Quanto, Yuuri in quel momento non avrebbe saputo dirlo, anche se i punteggi dei salti era una di quelle cose che ai pattinatori si imprimeva nel DNA. Ma Yuuri non riusciva a dividere la mente in due.

    Cos’è successo alla tua caviglia, mentre caricavi quel salto?

    Impossibile capirlo in quel momento. Victor avrebbe continuato imperterrito il proprio programma anche con le ossa che andavano in pezzi…

    Spero di non vederlo mai.

    Arrivò in fondo e Yuuri dovette tenersi al proprio sedile per combattere l’impulso a correre da lui. Aveva Yakov e anche Yurio che se ne sarebbero presi cura. L’importante era vedere quanto zoppicava… Abbastanza, sembrò al giapponese.

    – Maledetto vecchio, spero che J.J. gli mandi il conto della psicoterapia – commentò Chris.

    Yuuri si riscosse. Non aveva tenuto a mente il punteggio, in realtà non aveva idea di cosa avrebbe portato a casa Victor.

    – Non è un po’ vecchio per abbracciare un peluche in attesa del responso? – domandò Janine.

    – Neppure lui è sicuro di come sia andato – spiegò Yuuri. – Qualcosa bisogna pur stringere, in questi momenti.

    – Io di solito ho un criceto invece del cagnolino – ammise Phichit.

    Janine lo guardò stupita.

    – Pensavo fosse solo per educazione nei confronti dei fan – commentò.

    Esiste tutto un mondo fuori dal ghiaccio. Ma io non saprei che farmene.

    Uscì il punteggio.

    98.5

    La parte artistica aveva compensato senza problemi la sbavatura. Il re era ancora lui. 

    Almeno per il momento.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Tenar80