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Autore: Marra Superwholocked    18/02/2019    1 recensioni
Ultimo capitolo della Trilogia delle impavide cacciatrici milanesi.
Durante il loro anno sabbatico, Catherine e Silvia avranno modo di capire se la caccia ai mostri fa realmente per loro. Tuttavia, da semplici cacciatrici in prova, si ritroveranno a dover escogitare un piano per eliminare la minaccia di Arimane, creatura malvagia scappata dalla sua Gabbia ai confini dell'Universo. Il Dottore le aiuterà anche questa volta? E Storybrooke da che parte starà?
Dal testo:
«Ed ecco a voi» disse Amnesha girando la scatolina bianca per mostrare alle cacciatrici il suo contenuto, «l'ultimo Fagiolo Magico.»
Genere: Angst, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Belle, Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO
SPECIAL BDAY
per festeggiare questo mio quarto di secolo


Zibido San Giacomo, Milano


La serata era appena cominciata e Catherine e Silvia si erano meritate una piccola pausa dai mostri. L'imbrunire autunnale colorava tutto di un blu tendente al viola con una leggera spruzzata di rosa, sfumature che facevano sognare Silvia come una bimbetta che assiste ai suoi primi fuochi artificiali.
«Magico» commentò la maggiore sovrappensiero e con gli occhi incollati al cielo.
Catherine sorrise. Non volle assolutamente disturbare le fantasie dell'amica, così prese dal bancone del furgoncino entrambi i panini ricchi di salse e formaggi vari. Almeno quello di Silvia perché Catherine, ovviamente, aveva scelto un panino più sano. Dietro di lei – davanti a Silvia – erano disposti ben quaranta tavoli da sagre di paese e altri furgoncini adibiti alla vendita di alimentari, simili a quello cui si erano rivolte loro due – erano quasi una decina. Catherine s'incamminò verso il quarto tavolo, quello più libero dopo aver dato una leggera gomitata a Silvia per avvertirla del suo spostamento. Silvia si ridestò dal suo sogno ad occhi aperti e, così facendo, attirò l'attenzione di una bambina che si spaventò dallo scatto improvviso della cacciatrice. Un uomo anziano virò lo sguardo stanco sulla bimba spaventata il cui palloncino rosso si alzava felice e libero nel cielo ormai quasi del tutto blu oceano e privo di nuvole. Un ragazzo si accorse che all'anziano signore era caduto il bastone da passeggio e glielo raccolse; di quel gesto così raro e bello se ne accorse una sola persona che passava di lì alla ricerca di cibo solo per scoprire, qualche istante dopo, girandosi, che la sua fidanzata era rimasta poco più indietro. E ora seguiamo l'urlo del ragazzo nel tentativo ri richiamare la sua amata: la sua voce viaggia nell'aria come un'onda attraverso le persone, coinvolgendole seppur poco. Vediamo un giovanotto che raccoglie un bastone e lo porge all'anziano che ha ancora gli occhi puntati in alto nel cielo, ammirando lo stesso oggetto rosso – che al buio ormai sembrava viola – che sta ammirando una bambina in lacrime mentre una piccola carovana di persone bizzarre attraversavano la distesa di panche e furgoncini.
Nesuno si accorse di loro, ma una di loro seguì l'effetto domino fino a trovarne la causa. La signora – sui cinquant'anni, bella, distinta, grossi orecchini a cerchio che le sbucavano appena sotto ai capelli ricci e rossicci i quali, per poco, non riuscivano a sfiorarle le spalle coperte da uno scialle di lana lilla – assottigliò i grandi occhi, poi si rivolse al nano che la affiancava: «Roy, arrivo subito.»
Roy annuì divertito e la signora con lo scialle si staccò lentamente dal gruppo bizzarro.
Nel frattempo Silvia stava azzannando il suo agglomerato di grassi, proteine e carboidrati. Il formaggio filò disegnando un elastico che univa la sua bocca ed il panino quando Catherine notò la signora pocanzi descritta avvicinarsi a loro. Aveva un'aria molto amichevole, ma anche molto... strana.
«Voi due siete le cacciatrici, vero?» sorrise la signora con lo scialle lilla.
Catherine aggrottò la fronte. Ora il pasto caldo era l'ultimo dei suoi pensieri: chi era quella donna?; come faceva a sapere che erano cacciatrici?; cosa voleva da loro?; la voce si era sparsa e quindi ora avrebbero lavorato su commissione?
E mentre Catherine formulava tutte queste domande nella sua mente cercando nel frattempo di decifrare la sconosciuta, ecco Silvia che finiva di masticare, con una briciola di pane che rotolava giù dalla sua giacca di pelle nera; la riccia deglutì solo un decimo di quello che i suoi denti stavano macinando e chiese «E lei come fa a saperlo?» guardando la signora con lo scialle.
Ella sorrise sembrando così molto più giovane di quanto già apparisse normalmente. «Vi ho viste, tutto qui.»
«All'opera?» azzardò Catherine, sentendosi un po' esposta, scoperta.
«No, non all'opera, ma qui dentro» rispose la signora mettendo sul tavolo, tra le due cacciatrici sedute l'una di fronte all'altra, un vecchio e profumato – incenso all'ambra, Silvia lo riconobbe senza sapere bene perché e le venne in mente l'immagine di una ragazza coi capelli colorati in una giungla di piante da appartamento; forse lei da giovane, pensò la riccia – mazzo di carte. Quella in cima era girata con la sua figura rivolta al cielo.
«Tarocchi?» si stupì Silvia ancora masticando il suo panino. «Mai capiti.»
«Le carte o chi le fa?» chiese la signora col suo affascinante sorriso di chi la sa sempre lunga.
Silvia ci pensò su qualche istante. «Tutti e due» esclamò guardando la sconosciuta con vera curiosità.
«Be', certo» affermò la signora con lo scialle pensando nel frattempo quanto fosse stata fortunata col fatto che le due cacciatrici non sapessero come funzionano effettivamente i tarocchi. «Come se avere strane sensazioni e poter prevedere parte del futuro dopo un rituale filippino fosse normale.»
A Silvia andò di traverso il boccone, mollò il panino sulla carta oleata e si diede un forte pugno sul petto per poi bere un lungo sorso d'acqua comperata precedentemente. Catherine, invece, appariva così serena esteriormente che metteva i brividi; tuttavia dentro era in pieno subbuglio. La piccola cacciatrice aggrottò ancora di più la fronte tant'è che a prima vista poteva sembrare estremamente arrabbiata.
«Non voglio importunarvi o spaventarvi, assolutamente» chiarì la signora sistemandosi meglio lo scialle sulle spalle e le braccia tatuate – strani simboli tenuti ben nascosti da occhi indiscreti. «Vorrei solo aiutarvi.»
«In cosa? C'è un mostro nelle vicinanze?»
«No, Catherine» le rispose la signora sorridendo.
La piccola cacciatrice dimenticò totalmente il suo pasto, la gente attorno a lei, la bimba che singhiozzava ancora per la perdita del suo palloncino e la madre che gliene comperava un altro. «Non ci eravamo ancora presentate» disse in un fil di voce, incredula.
«Ragazze, non ho molto tempo ed è importante che voi due sappiate alcune cose su quello che vi aspetta. Posso sedermi?» La signora attese che le due cacciatrici annuirono poi prese posto non appena Silvia scalò dello spazio necessario per accoglierla sulla panca. «Il mio nome è Sabrilla. Nome d'arte, ma sarà l'unico col quale mi conoscete. Intese?» Le due cacciatrici annuirono di nuovo mentre Sabrilla si fece più seria e abbassò il tono di voce e proseguì: «Voi due vi siete perse e ritrovate più volte, lo so e so anche quanto sia importante per voi due, ma arriverà una prova decisamente più importante. Metterete a rischio entrambe la vostra vita e una di voi dovrà risollevare di peso l'altra. Chi deve cadere, cadrà, non lo si può impedire, ma ciò che si può evitare sarà il punto di non ritorno. E ricordate» aggiunse prendendo i suoi tarocchi: «qualsiasi cosa accada, vi ritroverete sempre. Basta solo cercare tra i libri.»
(Pre)detto questo, Sabrilla si aggiustò lo scialle lasciando intravedere ciò che a Catherine sembrò un ciondolo di labradorite e si alzò. «Ora vado. La mia compagnia si starà chiedendo dove io sia finita. Voi due fate le brave, okay? Buona serata.»
Catherine e Silvia seguirono le movenze di Sabrilla e notarno un gruppo di persone che, in lontananza, come per lasciare un po' di privacy, la attendevano. Un nano con baffi pungenti e curvati all'insù, un omone con ancora del trucco in faccia a renderlo solo apparentemente pallido, un ragazzino magro ma con occhi voraci del mondo che lo circondava e un'adolescente con una scimmietta sulla spalla che le scompigliava i capelli. Avevano tutti l'aria di aver passato un'ottima serata al lavoro, ai loro stand e al tendone principale poco distante e ancora allegramente in vita con gli ultimi spettacoli. Sì, perché mi ero scordata di dirvi che i furgoncini di quello street food si erano riuniti in occasionedel New York Saint Marie [1], un gruppo circense originariamente americano, ora misto, che stava girando l'Italia senza fissare nè date nè poster.
«I circensi sono proprio strani» commentò Silvia quando Sabrilla e i suoi amici furono spariti.
«Silvia!» esclamò Catherine mentre l'altra già tornava ad azzannare il suo panino. «Sis', non ti rendi conto di quello che ha appena detto?» Catherine allontanò il suo pasto da sé e guardò l'amica con tanto d'occhi. «Credo poco ai tarocchi, ma se quello che Sabrilla ha detto è vero...»
Silvia mandò giù il boccone e si fece seria. «Nemmeno io credo molto alle carte, ma quella signora mi ispirava fiducia. Se quello che dice fosse vero, allora abbiamo una marcia in più.»
«Non ti seguo» ammise Catherine cercando già un cestino per gli avanzi. Le era anche del tutto passata la fame, maledetta la sua paranoia...
«I libri. Sabrilla ci ha dato la soluzione» disse Silvia, un luminoso sorriso in mezzo alla penombra caotica della festa di paese.
Sentirono la risata di un bambino e, virando gli sguardi, notarono un gruppo di clown girare tra le panche. Catherine scattò in piedi come un grillo afferrando gli avanzi e li cestinò immediatamente appena vide il cestino che l'attendeva proprio dietro di lei. «Andiamo?» chiese con una nota di angoscia nella voce.


Lontana una cinquantina di metri, Sabrilla giocherellava con un tovagliolo di carta. Aveva mangiato poco quella sera, forse a causa della sua empatia. Vide le due cacciatrici affrettarsi a lasciare il posto e dirigersi verso il parcheggio. Prese il suo telefonino e compose un numero, fece partire la chiamata e attese. Dopo qualche secondo, qualcuno rispose. «Ciao, sono io, Sabrilla... Sì, sono appena andate via... No, non credo abbiano già incontrato Theck. Ho detto loro dei libri e sono andate via...» Un lungo silenzio durante il quale il suo interlocutore volle rassicurarla, questo è quello che la sua compagnia leggeva negli occhi della cartomante. «Grazie. Già, il mio l'ho fatto, ora non ci resta che pregare che vada tutto bene. Per fortuna nessuna delle due sapeva che per leggere i tarocchi serve prima un contatto con l'interessato... Ma, dai, Amnesha, nessun debito, stai serena! Ciao, cara, ci sentiamo.» Sabrilla chiuse la telefonata e guardò le stelle.
L'indomani della compagnia circense non si seppe più nulla. Sono partiti nel cuore della notte verso una nuova meta, Dio solo sa quale, avrebbe detto la gente, curiosa, mentre Catherine e Silvia avevano già un altro caso a cui pensare.


[1] Le iniziali saranno N.Y.S.M., riprendendo così Now You See Me, un film con Morgan Freeman e Mark Ruffalo (link al trailer: https://www.youtube.com/watch?v=jA_rwUgj4xM) Il senso lo si capirà a fine capitolo!

   
 
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