Capitolo
Ventesimo
War – Part Second.
I
due vampiri Antichi tornarono sul campo di battaglia, trovando tutti impegnati
in uno scontro: Grimmjow faticava parecchio contro Coyote Stark e Lilinette,
mentre niente sembrava turbare il freddo Byakuya che mieteva vittime a una
velocità incredibile, fino a quando non si trovò davanti uno strano personaggio
dai capelli rosa e gli occhi ambrati che sorrideva sornione.
«Byakuya-sama,
sarò io il vostro avversario. Preparatevi, non sono un rammollito come gli
altri. Il mio nome e Szayel Aporro Grantz».
«Come
se mi interessasse il tuo nome» fu la secca risposta del vampiro che partì
all’attacco dando vita ad un altro scontro tra titani.
Ulquiorra
invece si stava battendo con un ragazzo dalla dubbia sessualità che rispondeva
al nome di Luppi: nonostante l’apparenza era un ottimo combattente, ma il
vampiro dagli occhi smeraldo lo era in misura maggiore.
Infatti
sconfisse anche questo avversario, riducendolo in polvere e trovandosene
davanti un altro che, a giudicare dalla Reiatsu, era di tutt’altra natura:
molto più potente e pericoloso.
Yammy
Llargo era un vampiro massiccio e potente fisicamente, mentre a livello mentale
era considerato alla stregua di un idiota.
Ulquiorra
lo conosceva bene, poiché aveva lavorato con lui su ordine di Aizen e sapeva
che era truculento e amava la violenza.
«Aizen-sama
mi ha informato che hai un certo interesse per una delle umane: sappi che
quando avrò finito con te, la prenderò e le farò passare le pene dell’inferno.
Sai a cosa mi riferisco vero, Ulquiorra?» disse con la voce greve che lo
contraddistingueva.
«Non
te lo permetterò» disse solamente l’altro, scagliandosi all’attacco, ma venendo
fermato da una ventata di reiatsu proveniente dal nemico, che lo scagliò contro
un muro.
Era
sicuro che lo scontro si sarebbe proteso per molto tempo ed era a conoscenza
che Yammy lo avrebbe ferito gravemente, ma era sicuro anche di farcela: non
poteva permettergli di toccare Misaka.
Intanto
la rossa e il gruppo di umani si era rifugiato all’interno della barriera
creata con fatica da una sfiancata Nel che li proteggeva dalla vista e dagli
attacchi nemici.
Erano
tutti sfiancati e feriti: Ichigo aveva un squarcio sul braccio e sul petto,
tamponati entrambi da Rukia, la quale aveva numerose ferite su tutto il corpo e
il respiro affannoso; Orihime era a terra ansimante e sanguinava dalla
testa,dove un vampiro l’aveva colpita con una pietra, Sado era appoggiato al
muro con gli occhi chiusi un braccio forse rotto, e i vestiti ricoperti del suo
stesso sangue. Uryuu aveva esaurito tutta la reiatsu e come gli altri rimaneva
in silenzio, cercando di riprendere fiato.
Yunalesca
e Misaka erano piene di tagli che bruciavano e continuavano a sanguinare:
Kisuke li tamponava come meglio poteva, ma il veleno dei vampiri, nonostante
venisse eliminato dall’antidoto, rallentava la chiusura delle ferite causando
alla vittima una gran perdita di sangue.
Anche
il mezzo vampiro e la sua compagna di lotte erano ridotti male: Yourichi aveva
due dita rotte della mano destra, una caviglia slogata e ferite ovunque.
«Siamo
ridotti di merda, ragazzi»esordì Misaka, ansimando per la fatica «Siamo
circondati e l’unica cosa che possiamo fare e aspettare che Nel perda le ultime
forze e crolli la barriera che ci protegge. Ora capisco perché Zephyr non
voleva che combattessimo: sapeva che eravamo inutili».
«Non
lo ha fatto per quello, Misaka, e lo sai meglio di me» intervenne Yunalesca,
irritata dal comportamento dell’amica, forse a causa della stanchezza.
«Lo
so, scusatemi. Sono solo distrutta» sussurrò la rossa, prima di spalancare gli
occhi, terrorizzata, e alzarsi di scatto.
«Cosa…»
fece per dire Yunalesca, quando il fatto che aveva spaventato l’amica, non
venne percepito anche dai suoi sensi e da tutto il gruppo.
Sentiva
solo la paura e i suoi passi echeggiare sul suolo. Correva, Misaka, alla
ricerca di ciò che mancava: la reiatsu di Ulquiorra era sparita, per non fare
più ritorno, mentre quella di Aizen era sempre più vicina, tanto da rendere ancora
più pensante il suo respiro e quello dei suoi compagni.
La
katana che teneva in mano sembrava muoversi da sola, tranciando nemici che le
si paravano davanti e sparivano nel nulla: non aveva tempo da perdere con loro,
doveva sapere cosa fosse successo ad Ulquiorra, anche se la prospettiva di non
trovarlo più la annichiliva.
Si
fermarono quel tanto che bastava per riprendere fiato e non stramazzare al
suolo e poi ripresero la corsa.
Misaka
aveva in mente solo il nome di Ulquiorra che il suo cervello masochista, le
riproponeva in continuazione, associato a immagini del vampiro.
Le
sentiva scorrere le lacrime, Misaka, ma non sapeva quando di preciso avesse
iniziato a piangere: se quando aveva visto Tia a terra, stesa da uno dei
nemici, un vampiro di colore il cui nome era Kaname Tosen, braccio sinistro di
Aizen o Byakuya ferito che combatteva contro il tizio dai capelli rosa,
completamente pazzo.
O
forse, quando vide Ulquiorra a terra, con gli occhi chiusi e senza una goccia
di reiatsu: era svenuto, ma vivo. Le lacrime le offuscavano la vista, ma il
saperlo vivo, la spinse a riprendere la corsa verso il corpo del vampiro e, una
volta giunta, ad inginocchiarsi al suo fianco, sollevandogli delicatamente la
testa.
«Svegliati,
baka. Non puoi sparire così, Ulquiorra. Non prima che io ti abbia insegnato
l’umanità» gli sussurrò, stringendoselo addosso.
«Misaka,
non dovresti starmi così vicina. Non mentre verso in certe condizioni» le
disse, allontanandola da sé e palesandole la sua sete di sangue. Gli occhi
erano luminosi e con la sclera nera, mentre i canini era lunghi e appuntiti
come non mai.
«Vedo
che sei ancora vivo» disse una voce divertita alle loro spalle «E noto che
l’umana che ti ha rammollito è qui con noi» aggiunse prima di cercare di
colpirli entrambi: Ulquiorra fu lesto però e sollevò Misaka, tenendola vicina a
sé.
Quando
ritoccarono suolo, il vampiro volse il suo sguardo smeraldo alla ragazza,
notando che lei lo ricambiava e capì: Misaka lo avrebbe rimesso in sesto.
Infatti
la rossa avvicinò alla bocca famelica del vampiro il polso e Ulquiorra, allo
stremo delle forze, affondò i canini, succhiando il sangue della ragazza che,
nonostante il dolore trovava quel gesto intimo ed eccitante.
Il
vampiro succhiava il suo nettare continuando a fissarla, fino a quando le poche
forze di Misaka non la abbandonarono, facendola svenire: il vampiro, ripresosi,
la afferrò al volo, prendendola in braccio e affidandola a Ichigo. Le accarezzò
il viso pallido e tirato e disse:
«La affido a voi. Portatela al sicuro e
restateci anche voi. Non c’è altro che possiate fare».
Peccato
che Yunalesca non fosse dello stesso avviso.
I
ragazzi si accorsero della mancanza della piccoletta una volta giunti nel
nascondiglio protetto per loro da Nel che, nel frattempo, si era nutrita: era entrata
di soppiatto in una casa, bevendo il sangue dei residenti addormentati.
Non
era stata una cosa giusta, ma nemmeno la situazione in cui tutti loro si
trovavano lo era. La vittima sarebbe comunque sopravvissuta, senza diventare
vampiro e aveva dato qualche chance in più a tutti di sopravvivere.
«Dove
diavolo è Yuna?» aveva esclamato Ichigo.
«Non
ne ho idea! Era dietro di me quando Misaka è crollata» rispose Uryuu.
«È
andata da lui» rispose una voce bassa, appartenente a Misaka «È andata a vedere
Byakuya, quella cretina».
Fu
così che Ichigo e Uryuu, accompagnati da Kisuke, si lanciarono verso lo scontro
tra il vampiro nobile e lo psicopatico dai capelli rosa.
*
Szayel
Aporro Grantz era un vampiro strano: l’intelligenza fuori dalla norma lo
rendeva pressoché unico della sua specie, condannandolo a un’eternità di
solitudine che, ovviamente, lo aveva portato alla pazzia. Dopotutto si dice che
il genio e la pazzia vadano di pari passo.
Byakuya
lo aveva ferito in più punti, riuscendo anche a mutilarlo, e da allora
combatteva con un solo braccio: se qui dannati nemici non avessero addormentato
gli esseri umani si sarebbe nutrito, recuperando l’arto e le forze. Peccato che
avendo rinchiuso gli umani in un sonno senza sogni dava poche possibilità a
tutti di nutrirsi: il nemico non avrebbe dato il tempo necessario ad invadere
una delle case che circondavano il campo di battaglia.
D’altro
canto, anche Byakuya era stanco: si era allenato molto per quella guerra, aumentando
la sua già alta resistenza fisica, ma il suo nemico era furbo, astuto e ostico
da uccidere.
Sentiva
anche la reiatsu di Grimmjow in continua diminuzione, segno che Coyote Stark e
la sua compagna stavano avendo la meglio, mentre quella di Ulquiorra
risplendeva nella sua mente, piena di forza: Misaka invece era completamente
prosciugata, rendono ovvio persino a chi non l’avesse visto, cosa fosse
successo.
Fu
solo quando si permise di controllare un’altra reiatsu che si accorse di
trovarla alle sue spalle: voltandosi vide un’affannata, scarmigliata e ferita
Yunalesca che lo fissava spaventata.
«Cosa
ci fa qui un così appetitoso bocconcino?» chiese Aporro, leccandosi le labbra e
facendo scintillare gli occhi e le zanne che si erano automaticamente allungante
al sentire odore di umano.
«Yunalesca,
va’ via di qui! Ora!» le gridò Byakuya, ma fu troppo tardi.
Con
uno scatto fulmineo il vampiro nemico fu alle spalle della ragazza, che sentì il
braccio del vampiro circondarle il collo e stringere.
L’aria
iniziò subito a mancare, facendola sbiancare.
«Se
non vuoi che le spezzi il collo immediatamente, sta’ buono lì e guarda cosa
faccio alla tua preziosa e stupida umana» sentenziò il vampiro dai rosa
capelli, prima di inclinare con cattiveria la testa di una Yunalesca priva di
sensi e affondare le zanne nel collo diafano.
In quel momento il futuro
di Yunalesca fu segnato.
Grimmjow
che riprendeva fiato tra un attacco nemico e l’altro sentì la reiatsu di
Byakuya esplodere.C’era solo un motivo plausibile che poteva spingere il
vampiro, di solito calmo e indifferente a reagire così: qualcosa era successo a
Yunalesca.
Non
era morta perché, seppur debole, riusciva a percepire la reiatsu della
piccoletta, ma sentiva che qualcosa stava cambiando intorno e dentro di lei.
Sentiva qualcosa di diverso e percepiva una nuova personalità.
«Quel
deficiente di Aporro non ha seguito gli ordini» esclamò iraconda la piccola
Lilinette.
«Quali
ordini?» chiese il vampiro dai capelli azzurri.
«Aizen-sama
è stato chiaro: nessun umano nemico deve essere trasformato, ma a quanto pare
il deficiente non ha saputo trattenersi» spiegò la biondina, rendendo noto a
Grimmjow cosa avesse fatto esplodere Byakuya: Yunalesca era stata trasformata
in vampiro.
*
Ichigo
e gli altri giunsero sul luogo del misfatto quando oramai era troppo tardi:
trovarono Yunalesca a terra, priva di sensi e con due grossi fori all’altezza
della giugulare da cui usciva ancora sangue.
Kisuke
le si avvicinò lesto, sapendo che ormai il danno era fatto: se un vampiro
mordeva un umano direttamente nella giugulare, ne iniettava direttamente il
veleno che arrivava al cuore e al cervello troppo in fretta per essere sconfitto dall’antidoto.
Sollevò
la ragazza piano, dopo averle pulito le ferite e lanciò uno sguardo a Byakuya,
il quale aveva assunto la sua forma vampiresca: gli occhi erano d’argento e
grandi ali nere si aprivano sulle sue spalle.
«Portatela
al sicuro e aiutatela come potete nella trasformazione. Forse Nel potrà lenire
la sua sofferenza» disse il vampiro che, veloce come la luce, si era avvicinato
a Kisuke per accarezzare la testa di Yunalesca, la quale iniziava a borbottare
frasi sconnesse nel sonno.
Misaka
rimase paralizzata quando comprese cosa fosse successo alla sua amica e, con le
lacrime agli occhi, coprì la piccoletta con una vecchia coperta trovata da Nel,
mettendosi poi al fianco di Yunalesca, stringendole la mano, ormai fredda.
«Non
so cosa succederà a Yunalesca durante la trasformazione, perché vampiro ci sono
nato, ma so che è dolorosa. Nel-chan, puoi fare niente per lei?» chiese Kisuke,
sinceramente preoccupato per la corvina.
«No,
mi dispiace. La fase in cui Yunalesca si trova è molto delicata: se dovessi
darle il mio sangue ci potrebbero essere due conseguenze, entrambe non
auspicabili. La prima è che venga avvelenata dal mio sangue e muoia, la seconda
è che diventi mia schiava per l’eternità. Non avrebbe più personalità e
vivrebbe solo per servirmi» spiegò la piccoletta, abbassando lo sguardo e
aspettando con gli altri la trasformazione di Yunalesca.
Ichigo
e Uryuu erano invece ormai lontani dal campo di battaglia: Kisuke aveva
affidato loro il compito di dirigersi all’ospedale più vicino e rubare qualche
sacca di sangue. Quando Yunalesca avrebbe ripreso i sensi, la sete sarebbe
stata incommensurabile e, per evitare che attaccasse qualcuno dei suoi amici,
era necessario darle un’alternativa.
«Stiamo
per rubare in un ospedale» disse Uryuu «Ma non mi sento per niente in colpa».
«Ovvio,
baka. Lo stiamo facendo per Yunalesca. Avanti andiamo» rispose Ichigo, varcando
le soglie dell’ospedale e dirigendosi, grazie all’indicazioni chiare dei
cartelli, verso il laboratorio dove le sacche erano conservate: nei corridoi,
nelle stanze dei pazienti e in quelle dei medici, tutti dormivano; Kisuke aveva
anche addormentato tutti prima che iniziassero qualsiasi operazione.
Raggiunsero
il laboratorio in fretta, ma le porte erano protette e servivano i tesserini
per entrare: tornarono sui loro passi, cercando tra i medici addormentati
qualcuno che lavorasse nel laboratorio, trovandone due. Presero i loro
tesserini e li passarono sullo scanner magnetico riuscendo ad entrare.
Aprirono
gli enormi frigoriferi in acciaio, arraffando quante più sacche potevano:
avrebbero dato del nutrimenti anche ai loro alleati, perché sentivano le loro
reiatsu sempre più deboli.
Nel
frattempo Hitsugaya, che affrontava un manipolo di nemici, si era trovato
davanti a una situazione che lo stava distruggendo: la sua compagna Hinamori
era di fronte a lui, dalla parte del nemico.
Le
aveva urlato contro, chiedendole perché si fosse schierata con Aizen e
ricevendo l’unica risposta che non voleva sentire: lei se n’era innamorata e
avrebbe combattuto per lui fino alla morte.
Hitsugaya
sentì il suo cuore lacerarsi, ma la missione non permetteva sentimentalismi:
spense le sue emozioni e si lanciò contro la sua ex amica.
Grimmjow,
d’altro canto, era in guai seri: i suoi nemici erano forti sia da soli che in
coppia e non riusciva ad avere la meglio. Anzi le sue forze stavano scemando ed
era anche preoccupato per la storte di Yunalesca. Mentre cercava, per
l’ennesima volta, di rialzarsi vide che tra lui e il nemico era apparso un
altro contendente: Shunsui Kyoraku era arrivato per dare una mano, dopo aver
steso Kaname Tosen e portato Tia dagli umani.
«Rimani
a terra, ragazzo. Hai fatto fin troppo contro questi due» disse a Grimmjow, ricevendo
un ringhio di rabbia «Ci rincontriamo, Stark» aggiunse rivolgendosi al nemico.
«Non
essere così formale, cugino. Sei venuto per combattermi?»
«Sì
e sarà lo scontro finale».