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Autore: Lena Mason    24/02/2019    1 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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bleach

Capitolo Ventesimo

War – Part Second.

 

I due vampiri Antichi tornarono sul campo di battaglia, trovando tutti impegnati in uno scontro: Grimmjow faticava parecchio contro Coyote Stark e Lilinette, mentre niente sembrava turbare il freddo Byakuya che mieteva vittime a una velocità incredibile, fino a quando non si trovò davanti uno strano personaggio dai capelli rosa e gli occhi ambrati che sorrideva sornione.

«Byakuya-sama, sarò io il vostro avversario. Preparatevi, non sono un rammollito come gli altri. Il mio nome e Szayel Aporro Grantz».

«Come se mi interessasse il tuo nome» fu la secca risposta del vampiro che partì all’attacco dando vita ad un altro scontro tra titani.

Ulquiorra invece si stava battendo con un ragazzo dalla dubbia sessualità che rispondeva al nome di Luppi: nonostante l’apparenza era un ottimo combattente, ma il vampiro dagli occhi smeraldo lo era in misura maggiore.

Infatti sconfisse anche questo avversario, riducendolo in polvere e trovandosene davanti un altro che, a giudicare dalla Reiatsu, era di tutt’altra natura: molto più potente e pericoloso.

Yammy Llargo era un vampiro massiccio e potente fisicamente, mentre a livello mentale era considerato alla stregua di un idiota.

Ulquiorra lo conosceva bene, poiché aveva lavorato con lui su ordine di Aizen e sapeva che era truculento e amava la violenza.

«Aizen-sama mi ha informato che hai un certo interesse per una delle umane: sappi che quando avrò finito con te, la prenderò e le farò passare le pene dell’inferno. Sai a cosa mi riferisco vero, Ulquiorra?» disse con la voce greve che lo contraddistingueva.

«Non te lo permetterò» disse solamente l’altro, scagliandosi all’attacco, ma venendo fermato da una ventata di reiatsu proveniente dal nemico, che lo scagliò contro un muro.

Era sicuro che lo scontro si sarebbe proteso per molto tempo ed era a conoscenza che Yammy lo avrebbe ferito gravemente, ma era sicuro anche di farcela: non poteva permettergli di toccare Misaka.

Intanto la rossa e il gruppo di umani si era rifugiato all’interno della barriera creata con fatica da una sfiancata Nel che li proteggeva dalla vista e dagli attacchi nemici.

Erano tutti sfiancati e feriti: Ichigo aveva un squarcio sul braccio e sul petto, tamponati entrambi da Rukia, la quale aveva numerose ferite su tutto il corpo e il respiro affannoso; Orihime era a terra ansimante e sanguinava dalla testa,dove un vampiro l’aveva colpita con una pietra, Sado era appoggiato al muro con gli occhi chiusi un braccio forse rotto, e i vestiti ricoperti del suo stesso sangue. Uryuu aveva esaurito tutta la reiatsu e come gli altri rimaneva in silenzio, cercando di riprendere fiato.

Yunalesca e Misaka erano piene di tagli che bruciavano e continuavano a sanguinare: Kisuke li tamponava come meglio poteva, ma il veleno dei vampiri, nonostante venisse eliminato dall’antidoto, rallentava la chiusura delle ferite causando alla vittima una gran perdita di sangue.

Anche il mezzo vampiro e la sua compagna di lotte erano ridotti male: Yourichi aveva due dita rotte della mano destra, una caviglia slogata e ferite ovunque.

«Siamo ridotti di merda, ragazzi»esordì Misaka, ansimando per la fatica «Siamo circondati e l’unica cosa che possiamo fare e aspettare che Nel perda le ultime forze e crolli la barriera che ci protegge. Ora capisco perché Zephyr non voleva che combattessimo: sapeva che eravamo inutili».

«Non lo ha fatto per quello, Misaka, e lo sai meglio di me» intervenne Yunalesca, irritata dal comportamento dell’amica, forse a causa della stanchezza.

«Lo so, scusatemi. Sono solo distrutta» sussurrò la rossa, prima di spalancare gli occhi, terrorizzata, e alzarsi di scatto.

«Cosa…» fece per dire Yunalesca, quando il fatto che aveva spaventato l’amica, non venne percepito anche dai suoi sensi e da tutto il gruppo.

 

Sentiva solo la paura e i suoi passi echeggiare sul suolo. Correva, Misaka, alla ricerca di ciò che mancava: la reiatsu di Ulquiorra era sparita, per non fare più ritorno, mentre quella di Aizen era sempre più vicina, tanto da rendere ancora più pensante il suo respiro e quello dei suoi compagni.

La katana che teneva in mano sembrava muoversi da sola, tranciando nemici che le si paravano davanti e sparivano nel nulla: non aveva tempo da perdere con loro, doveva sapere cosa fosse successo ad Ulquiorra, anche se la prospettiva di non trovarlo più la annichiliva.

Si fermarono quel tanto che bastava per riprendere fiato e non stramazzare al suolo e poi ripresero la corsa.

Misaka aveva in mente solo il nome di Ulquiorra che il suo cervello masochista, le riproponeva in continuazione, associato a immagini del vampiro.

Le sentiva scorrere le lacrime, Misaka, ma non sapeva quando di preciso avesse iniziato a piangere: se quando aveva visto Tia a terra, stesa da uno dei nemici, un vampiro di colore il cui nome era Kaname Tosen, braccio sinistro di Aizen o Byakuya ferito che combatteva contro il tizio dai capelli rosa, completamente pazzo.

O forse, quando vide Ulquiorra a terra, con gli occhi chiusi e senza una goccia di reiatsu: era svenuto, ma vivo. Le lacrime le offuscavano la vista, ma il saperlo vivo, la spinse a riprendere la corsa verso il corpo del vampiro e, una volta giunta, ad inginocchiarsi al suo fianco, sollevandogli delicatamente la testa.

«Svegliati, baka. Non puoi sparire così, Ulquiorra. Non prima che io ti abbia insegnato l’umanità» gli sussurrò, stringendoselo addosso.

«Misaka, non dovresti starmi così vicina. Non mentre verso in certe condizioni» le disse, allontanandola da sé e palesandole la sua sete di sangue. Gli occhi erano luminosi e con la sclera nera, mentre i canini era lunghi e appuntiti come non mai.

«Vedo che sei ancora vivo» disse una voce divertita alle loro spalle «E noto che l’umana che ti ha rammollito è qui con noi» aggiunse prima di cercare di colpirli entrambi: Ulquiorra fu lesto però e sollevò Misaka, tenendola vicina a sé.

Quando ritoccarono suolo, il vampiro volse il suo sguardo smeraldo alla ragazza, notando che lei lo ricambiava e capì: Misaka lo avrebbe rimesso in sesto.

Infatti la rossa avvicinò alla bocca famelica del vampiro il polso e Ulquiorra, allo stremo delle forze, affondò i canini, succhiando il sangue della ragazza che, nonostante il dolore trovava quel gesto intimo ed eccitante.

Il vampiro succhiava il suo nettare continuando a fissarla, fino a quando le poche forze di Misaka non la abbandonarono, facendola svenire: il vampiro, ripresosi, la afferrò al volo, prendendola in braccio e affidandola a Ichigo. Le accarezzò il viso pallido e tirato e disse:

 «La affido a voi. Portatela al sicuro e restateci anche voi. Non c’è altro che possiate fare».

Peccato che Yunalesca non fosse dello stesso avviso.

I ragazzi si accorsero della mancanza della piccoletta una volta giunti nel nascondiglio protetto per loro da Nel che, nel frattempo, si era nutrita: era entrata di soppiatto in una casa, bevendo il sangue dei residenti addormentati.

Non era stata una cosa giusta, ma nemmeno la situazione in cui tutti loro si trovavano lo era. La vittima sarebbe comunque sopravvissuta, senza diventare vampiro e aveva dato qualche chance in più a tutti di sopravvivere.

«Dove diavolo è Yuna?» aveva esclamato Ichigo.

«Non ne ho idea! Era dietro di me quando Misaka è crollata» rispose Uryuu.

«È andata da lui» rispose una voce bassa, appartenente a Misaka «È andata a vedere Byakuya, quella cretina».

Fu così che Ichigo e Uryuu, accompagnati da Kisuke, si lanciarono verso lo scontro tra il vampiro nobile e lo psicopatico dai capelli rosa.

 

*

Szayel Aporro Grantz era un vampiro strano: l’intelligenza fuori dalla norma lo rendeva pressoché unico della sua specie, condannandolo a un’eternità di solitudine che, ovviamente, lo aveva portato alla pazzia. Dopotutto si dice che il genio e la pazzia vadano di pari passo.

Byakuya lo aveva ferito in più punti, riuscendo anche a mutilarlo, e da allora combatteva con un solo braccio: se qui dannati nemici non avessero addormentato gli esseri umani si sarebbe nutrito, recuperando l’arto e le forze. Peccato che avendo rinchiuso gli umani in un sonno senza sogni dava poche possibilità a tutti di nutrirsi: il nemico non avrebbe dato il tempo necessario ad invadere una delle case che circondavano il campo di battaglia.

D’altro canto, anche Byakuya era stanco: si era allenato molto per quella guerra, aumentando la sua già alta resistenza fisica, ma il suo nemico era furbo, astuto e ostico da uccidere.

Sentiva anche la reiatsu di Grimmjow in continua diminuzione, segno che Coyote Stark e la sua compagna stavano avendo la meglio, mentre quella di Ulquiorra risplendeva nella sua mente, piena di forza: Misaka invece era completamente prosciugata, rendono ovvio persino a chi non l’avesse visto, cosa fosse successo.

Fu solo quando si permise di controllare un’altra reiatsu che si accorse di trovarla alle sue spalle: voltandosi vide un’affannata, scarmigliata e ferita Yunalesca che lo fissava spaventata.

«Cosa ci fa qui un così appetitoso bocconcino?» chiese Aporro, leccandosi le labbra e facendo scintillare gli occhi e le zanne che si erano automaticamente allungante al sentire odore di umano.

«Yunalesca, va’ via di qui! Ora!» le gridò Byakuya, ma fu troppo tardi.

Con uno scatto fulmineo il vampiro nemico fu alle spalle della ragazza, che sentì il braccio del vampiro circondarle il collo e stringere.

L’aria iniziò subito a mancare, facendola sbiancare.

«Se non vuoi che le spezzi il collo immediatamente, sta’ buono lì e guarda cosa faccio alla tua preziosa e stupida umana» sentenziò il vampiro dai rosa capelli, prima di inclinare con cattiveria la testa di una Yunalesca priva di sensi e affondare le zanne nel collo diafano.

 

In quel momento il futuro di Yunalesca fu segnato.

 

Grimmjow che riprendeva fiato tra un attacco nemico e l’altro sentì la reiatsu di Byakuya esplodere.C’era solo un motivo plausibile che poteva spingere il vampiro, di solito calmo e indifferente a reagire così: qualcosa era successo a Yunalesca.

Non era morta perché, seppur debole, riusciva a percepire la reiatsu della piccoletta, ma sentiva che qualcosa stava cambiando intorno e dentro di lei. Sentiva qualcosa di diverso e percepiva una nuova personalità.

«Quel deficiente di Aporro non ha seguito gli ordini» esclamò iraconda la piccola Lilinette.

«Quali ordini?» chiese il vampiro dai capelli azzurri.

«Aizen-sama è stato chiaro: nessun umano nemico deve essere trasformato, ma a quanto pare il deficiente non ha saputo trattenersi» spiegò la biondina, rendendo noto a Grimmjow cosa avesse fatto esplodere Byakuya: Yunalesca era stata trasformata in vampiro.

*

Ichigo e gli altri giunsero sul luogo del misfatto quando oramai era troppo tardi: trovarono Yunalesca a terra, priva di sensi e con due grossi fori all’altezza della giugulare da cui usciva ancora sangue.

Kisuke le si avvicinò lesto, sapendo che ormai il danno era fatto: se un vampiro mordeva un umano direttamente nella giugulare, ne iniettava direttamente il veleno che arrivava al cuore e al cervello troppo in fretta per  essere sconfitto dall’antidoto.

Sollevò la ragazza piano, dopo averle pulito le ferite e lanciò uno sguardo a Byakuya, il quale aveva assunto la sua forma vampiresca: gli occhi erano d’argento e grandi ali nere si aprivano sulle sue spalle.

«Portatela al sicuro e aiutatela come potete nella trasformazione. Forse Nel potrà lenire la sua sofferenza» disse il vampiro che, veloce come la luce, si era avvicinato a Kisuke per accarezzare la testa di Yunalesca, la quale iniziava a borbottare frasi sconnesse nel sonno.

 

Misaka rimase paralizzata quando comprese cosa fosse successo alla sua amica e, con le lacrime agli occhi, coprì la piccoletta con una vecchia coperta trovata da Nel, mettendosi poi al fianco di Yunalesca, stringendole la mano, ormai fredda.

«Non so cosa succederà a Yunalesca durante la trasformazione, perché vampiro ci sono nato, ma so che è dolorosa. Nel-chan, puoi fare niente per lei?» chiese Kisuke, sinceramente preoccupato per la corvina.

«No, mi dispiace. La fase in cui Yunalesca si trova è molto delicata: se dovessi darle il mio sangue ci potrebbero essere due conseguenze, entrambe non auspicabili. La prima è che venga avvelenata dal mio sangue e muoia, la seconda è che diventi mia schiava per l’eternità. Non avrebbe più personalità e vivrebbe solo per servirmi» spiegò la piccoletta, abbassando lo sguardo e aspettando con gli altri la trasformazione di Yunalesca.

Ichigo e Uryuu erano invece ormai lontani dal campo di battaglia: Kisuke aveva affidato loro il compito di dirigersi all’ospedale più vicino e rubare qualche sacca di sangue. Quando Yunalesca avrebbe ripreso i sensi, la sete sarebbe stata incommensurabile e, per evitare che attaccasse qualcuno dei suoi amici, era necessario darle un’alternativa.

«Stiamo per rubare in un ospedale» disse Uryuu «Ma non mi sento per niente in colpa».

«Ovvio, baka. Lo stiamo facendo per Yunalesca. Avanti andiamo» rispose Ichigo, varcando le soglie dell’ospedale e dirigendosi, grazie all’indicazioni chiare dei cartelli, verso il laboratorio dove le sacche erano conservate: nei corridoi, nelle stanze dei pazienti e in quelle dei medici, tutti dormivano; Kisuke aveva anche addormentato tutti prima che iniziassero qualsiasi operazione.

Raggiunsero il laboratorio in fretta, ma le porte erano protette e servivano i tesserini per entrare: tornarono sui loro passi, cercando tra i medici addormentati qualcuno che lavorasse nel laboratorio, trovandone due. Presero i loro tesserini e li passarono sullo scanner magnetico riuscendo ad entrare.

Aprirono gli enormi frigoriferi in acciaio, arraffando quante più sacche potevano: avrebbero dato del nutrimenti anche ai loro alleati, perché sentivano le loro reiatsu sempre più deboli.

Nel frattempo Hitsugaya, che affrontava un manipolo di nemici, si era trovato davanti a una situazione che lo stava distruggendo: la sua compagna Hinamori era di fronte a lui, dalla parte del nemico.

Le aveva urlato contro, chiedendole perché si fosse schierata con Aizen e ricevendo l’unica risposta che non voleva sentire: lei se n’era innamorata e avrebbe combattuto per lui fino alla morte.

Hitsugaya sentì il suo cuore lacerarsi, ma la missione non permetteva sentimentalismi: spense le sue emozioni e si lanciò contro la sua ex amica.

 

Grimmjow, d’altro canto, era in guai seri: i suoi nemici erano forti sia da soli che in coppia e non riusciva ad avere la meglio. Anzi le sue forze stavano scemando ed era anche preoccupato per la storte di Yunalesca. Mentre cercava, per l’ennesima volta, di rialzarsi vide che tra lui e il nemico era apparso un altro contendente: Shunsui Kyoraku era arrivato per dare una mano, dopo aver steso Kaname Tosen e portato Tia dagli umani.

«Rimani a terra, ragazzo. Hai fatto fin troppo contro questi due» disse a Grimmjow, ricevendo un ringhio di rabbia «Ci rincontriamo, Stark» aggiunse rivolgendosi al nemico.

«Non essere così formale, cugino. Sei venuto per combattermi?»

«Sì e sarà lo scontro finale».

   
 
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