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Autore: Abby_da_Edoras    24/02/2019    6 recensioni
Per vostra grande sfortuna, le mie grinfie e i miei deliri sono arrivati anche su questa serie TV! Sì, voglio sottolineare che mi sono ispirata totalmente alla serie TV e che non voglio minimamente mancare di rispetto ai personaggi storici, però la mia "sindrome da lieto fine" è arrivata a tanto che ho deciso di... fare in modo che la Congiura dei Pazzi non ci sia proprio stata! Come ho fatto ad arrivare a tanto? Beh, con una storia a metà tra la parodia e la commedia, in cui ho inserito un nuovo personaggio, Antonio Orsini, completamente inventato, un ragazzo sensibile, allegro e generoso che si impegnerà totalmente per riconciliare Medici e Pazzi... e ci riuscirà, perché nelle mie storie un lieto fine lo devono avere proprio tutti (e chi lo ha detto che i cattivi non hanno un lieto fine? Con me sì!). Ah, il mio prestavolto per Antonio Orsini è il Romeo del musical Ama e cambia il mondo.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono ad autori, registi, sceneggiatori e produttori della serie TV I Medici 2.
Genere: Angst, Drammatico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Medici Abby's Version'
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Capitolo dodicesimo

Quella mattina, al Consiglio dei Priori, Antonio si sarebbe messo volentieri le mani nei capelli.

Cosa doveva fare che non avesse già provato mille volte?

Cosa doveva fare con Jacopo Pazzi?

Ogni volta che credeva di aver risolto una cosa, ecco che Messer Pazzi se ne inventava un’altra da tramare, un altro inganno, altre malefatte…

Lo prendeva in giro o cosa?

Non contava niente, per Messer Pazzi, tenerlo con sé tutte le notti? Non voleva dire niente per lui quello che facevano? Eppure Antonio pensava di aver conquistato la sua fiducia, di aver cambiato qualcosa nella sua vita: aveva fatto in modo che si riconciliasse con i suoi nipoti, gli aveva dato il suo appoggio quando gli aveva annunciato che si sarebbe candidato come nuovo Gonfaloniere…

Accidenti, aveva persino accettato di ficcanasare nelle carte di Lorenzo per cercare di aiutarlo!

Sì, beh, c’era quella questione di Simonetta Vespucci e Giuliano… ma quelli non erano mica affari di Messer Pazzi. Anzi, Antonio era stato orgoglioso del lavoro svolto: Giuliano si era convinto a lasciar andare la donna amata e Messer Vespucci aveva portato la moglie a Genova perché l’aria di mare giovasse alla sua salute.

Ovviamente, il giovane Orsini non voleva certo che l’amico rinunciasse alla sua amata: Clarice si era dichiarata disposta a scrivere a Simonetta come se fossero vecchie amiche… e in ogni lettera Giuliano avrebbe potuto nascondere un suo messaggio, al quale lei avrebbe potuto rispondere fingendo di rispondere a Clarice. Insomma, un sistema di spionaggio che nemmeno l’FBI…

Eppure Jacopo Pazzi riusciva a rovinare in dieci minuti quello che poi ad Antonio ci volevano almeno tre settimane per riparare!

Quella mattina, per l’appunto…

Lorenzo stava riferendo al Consiglio dei Priori che Giuliano si era dovuto recare a Città di Castello per sedare delle rivolte che stavano avvenendo contro il Gonfaloniere della città, Messer Vitelli, un uomo corrotto che aveva aumentato le tasse per suo tornaconto. Giuliano aveva convinto l’uomo a ridurre le imposte e poi aveva aiutato finanziariamente le famiglie più indigenti… una cosa molto nobile, certo, pensava Antonio: peccato che fosse stato proprio Jacopo a istigare le rivolte contro Vitelli!

Ma perché? Cosa gli aveva fatto Città di Castello?

Oddio, cosa gli aveva fatto anche Volterra, per dirla tutta?

“Come al solito, i Medici sfoggiano la loro generosità per gloriarsi agli occhi dei Priori” stava dicendo in quel momento Jacopo, in piedi davanti al Gonfaloniere Petrucci e a tutti i presenti, con un sorriso ironico sul volto. “Ma tanta ipocrisia non servirà a niente, visto che l’esercito papale è già in marcia per punire Città di Castello. Ci sarà di nuovo una guerra e la falsa magnanimità dei Medici avrà portato frutto solo alla loro immagine! La famiglia Medici ci ha grandemente deluso ancora una volta.”

Petrucci intervenne, visibilmente seccato.

“Lorenzo ha mandato suo fratello a Città di Castello per convincere il Gonfaloniere ad abbassare le tasse e a portare aiuto alle famiglie più bisognose, che altro avrebbe potuto fare?”

“Gonfaloniere Petrucci, voi non dovreste essere neutrale?” lo attaccò subito Jacopo, e la sala del Consiglio si riempì di voci. Chi si scandalizzava, chi applaudiva la provocazione di Pazzi, chi si sdegnava per la sua aperta disapprovazione dell’operato del Gonfaloniere. In mezzo a tanta confusione non si udì il sospiro sconfortato di Antonio…

“Santo cielo… ora vuole mettersi pure contro il Gonfaloniere? Ma che gli è preso oggi? Io non so più cosa fare con lui…” mormorò.

“Messer Pazzi, ritirate immediatamente quello che avete detto!” esclamò Petrucci, indignato.

Jacopo sorrise soddisfatto.

“Niente affatto. Anzi, annuncio ufficialmente che mi candiderò come Gonfaloniere alle prossime elezioni” dichiarò, compiaciuto. “E’ giunta l’ora che Firenze abbia un Gonfaloniere che non si occupi solo di favorire i Medici.”

Allora sì che i presenti si infervorarono, chi a sostegno di Jacopo e contro la supremazia dei Medici, chi a deplorare la sua inopportuna candidatura. Lorenzo e Giuliano erano allibiti. Jacopo si rimise seduto, con un sorriso trionfante sul volto.

Antonio scuoteva il capo e non sapeva dove sbattere la testa…

“Non aveva… come dire… un qualsiasi altro momento e modo per annunciare la sua candidatura a Gonfaloniere? Ma allora lo fa apposta…” gemette, senza che nessuno potesse udirlo per il caos che si era creato nella Sala dei Priori dopo quell’ultima sparata di Messer Pazzi!

Certo che, se si poneva in quel modo, non avrebbe trovato poi molti disposti a votare per lui. E poi quella storia di Città di Castello… Antonio aveva sentito dire a Palazzo Medici che Jacopo aveva mandato i suoi uomini di fiducia a corrompere Vitelli e che, poi, gli stessi delinquent… uomini di fiducia erano stati incaricati di fomentare i disordini in città. Forse avrebbe dovuto chiedere qualche spiegazione all’uomo, ma ormai aveva capito che non gliene avrebbe date, anzi, avrebbe cambiato discorso come faceva sempre, dicendogli che lui era un ragazzino e non capiva niente di politica.

Un’idea si fece strada nella mente del giovane Orsini, un’idea in realtà assurda, ma che lui considerò la perfetta quadratura del cerchio: avrebbe parlato con Lorenzo e Giuliano e li avrebbe convinti ad appoggiare la candidatura di Jacopo. Così, poi, Pazzi sarebbe stato costretto a mostrare loro riconoscenza per il sostegno e l’aiuto ricevuti e si sarebbe mostrato più disponibile a collaborare con i Medici per il bene di Firenze.

In teoria era un’iniziativa bellissima, peccato che Antonio non avesse capito un beneamato di come stessero realmente le cose, ma tant’è!

Conclusa quella riunione memorabile del Consiglio dei Priori, il ragazzo seguì i suoi amici a Palazzo Medici per comunicare loro la sua brillante idea.

Com’è ovvio, Lorenzo e Giuliano, che non vivevano sulla luna, non accolsero quella proposta con l’entusiasmo che Antonio si aspettava…

“Antonio, non vorrei deludere le tue aspettative, ma non esiste proprio che la famiglia Medici possa appoggiare la candidatura di Pazzi” rispose Lorenzo. “La nostra famiglia è sempre stata fedele a Petrucci e, del resto, il Gonfaloniere ci ha ripagato con il suo sostegno e la sua amicizia.”

“Ah, ma allora Messer Pazzi aveva ragione a dire che Messer Petrucci non è neutrale” esclamò il ragazzo, cadendo dalle nuvole.

“Sveglia, Antonio! A Firenze nessuno può essere neutrale!” replicò Giuliano, molto meno paziente del fratello. “Cioè, nessuno a parte te, che ancora credi che possa esistere un accordo tra noi, che siamo tuoi amici, e quell’uomo là con cui vai a…”

“Giuliano, lasciamo perdere questo argomento, per carità!” lo interruppe Lorenzo. “E tu, Antonio, devi capire che, se Jacopo vuole diventare Gonfaloniere, è solo per ostacolare tutte le nostre iniziative e portare la nostra famiglia alla rovina. Non possiamo assolutamente votare per qualcuno che farà di tutto per distruggerci.”

Antonio parve molto deluso dalle parole di Lorenzo e le sue speranze di armonia e collaborazione andarono in fumo.

“Sì, forse avete ragione” ammise, “però allora potrei parlare con Messer Pazzi e spiegargli che voi sareste pure disposti ad appoggiarlo se lui decidesse di non ostacolarvi più.”

“Auguri!” fece Giuliano, ironico. “Sei ancora convinto che quello ti ascolti?”

“Non possiamo impedirti di tentare” disse invece Lorenzo, lanciando un’occhiata al fratello. “Parla con lui, se pensi che possa servire. Ad ogni modo noi non potremo appoggiare la sua candidatura finché non saremo assolutamente certi che lui non userà il suo potere per schiacciarci.”

Era il modo diplomatico di Lorenzo per dire che avrebbe votato per Jacopo solo quando il fiume Arno avesse cominciato a scorrere al contrario…

Antonio, tuttavia, parve soddisfatto.

“Farò così, allora” dichiarò, trionfante. “Gli parlerò e lo convincerò che questo accordo sarebbe la cosa più vantaggiosa anche per lui!”

“Certo, come no” commentò Giuliano a bassa voce, guardando il giovane Orsini che usciva baldanzoso dal palazzo per andare a fare il suo bel discorsetto a Jacopo Pazzi. “Lorenzo, potevi dirgli la verità pura e semplice, no?”

“Non voglio togliere ad Antonio le sue illusioni: lasciamo che sia lui stesso a capire che Pazzi non ha la minima intenzione di collaborare con noi, né ora né mai” ribatté il fratello. “Intanto io andrò a parlare con Messer Ardinghelli per convincerlo a votare per Petrucci.”

“Molto bene, io invece farò lo stesso con Messer Vespucci” disse Giuliano.

Povero Antonio! Mentre lui si adoperava per favorire un accordo impossibile tra i Medici e Jacopo, i suoi amici avrebbero convinto i Priori a votare contro di lui… e, del resto, Pazzi avrebbe intrigato e ricattato altre famiglie per ottenere il loro voto. La sua era proprio la tipica Mission Impossible!

Così il giovane Orsini si recò a Palazzo Pazzi per la sua impresa e Giuliano, invece, andò a parlare con Messer Vespucci come concordato con il fratello. Quando arrivò alla dimora dell’uomo, tuttavia, ebbe una brutta sorpresa: sapeva già che Simonetta era a Genova da due settimane, ma anche suo marito era in partenza e i servi stavano caricando nelle carrozze gli ultimi bagagli. Il palazzo era ormai spoglio e abbandonato.

“Messer Vespucci, cosa…?” domandò il giovane, allibito. “State partendo? E’ forse accaduto qualcosa alla vostra sposa?”

“Simonetta sta molto meglio, grazie a me che ho deciso di strapparla da questo ambiente immorale” ribatté l’uomo, astioso. “Non mi stupirei, infatti, se si fosse ammalata proprio a causa del tanto tempo trascorso a posare per quel depravato del vostro amico pittore, con la benedizione vostra e della vostra viscida famiglia!”

Giuliano trasalì. Per fortuna Vespucci aveva creduto che fosse stato Sandro Botticelli a corteggiare Simonetta… però, a quanto pareva, considerava anche lui un pervertito che aveva cercato di concupirla. Meno male che Antonio ci aveva visto giusto, almeno quella volta! Quel ragazzo era un mistero: tanto era sveglio e capace nel comprendere le persone e valutare le situazioni, quanto si perdeva in un bicchier d’acqua di fronte a Jacopo Pazzi…

“Sto raggiungendo mia moglie a Genova e resterò con lei per quanto me lo permetteranno i miei affari” riprese Vespucci, “tuttavia…”

Guardò con disprezzo Giuliano prima di sputargli addosso il suo veleno.

“Tuttavia sarò di ritorno a Firenze il giorno delle elezioni del nuovo Gonfaloniere, per dare il mio voto a Messer Pazzi, com’è mio preciso dovere” concluse con acrimonia.

“Ma… perché?” chiese il giovane Medici, sbalordito.

E lui che era andato a chiedergli proprio il suo voto contro Jacopo!

“Perché è grazie a Messer Pazzi se ho aperto gli occhi sulle depravazioni di Botticelli e della vostra vergognosa e immorale famiglia! Mi ha spiegato come perfino voi avreste voluto traviare e perdere la mia virtuosa e innocente Simonetta… meno male che sono intervenuto in tempo. Jacopo Pazzi merita il mio voto per avermi svelato la verità e aver salvato l’onore di mia moglie. E ora addio, Messer Medici, mi rivedrete soltanto alle elezioni, quando voterò per Pazzi!”

Congedato bruscamente, Giuliano non poté fare altro che andarsene, sconfitto e preoccupato. Vespucci avrebbe votato per Pazzi… ancora una volta Jacopo aveva messo per primo le sue grinfie sulla preda designata. Lui poteva solo ringraziare Antonio che lo aveva avvertito per tempo, altrimenti le cose sarebbero potute andare molto peggio di così!

E quell’ingenuo e illuso ragazzino continuava a credere di poter redimere quell’intrigante, subdolo e meschino di Jacopo Pazzi. Giuliano cominciava a pensare che nemmeno un miracolo avrebbe mai mutato il carattere di quell’uomo!

Fine dodicesimo capitolo

 

 

 

 

 

   
 
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