Genere:
Introspettivo, (supponiamo) Erotico, Nonsense, Songfic.
Personaggi: Pein, Tsunade.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Spoiler!, AU (Another
Universe), What If... (E se?)
NdA: Un pairing insolito per davvero
°______°, non ho mai letto qualcosa di simile. Mi sono
impegnata XDXD!
See
yah.
[
Spegni la luce
e spegni la timidezza
Perché tutte le nostre mosse sono fatte per il silenzio.
E, oh!, la maniera in cui il tuo trucco macchia la mia federa, ...
Alla stessa maniera io non sarò più lo stesso. ]
Attendi, silente nella squallida camera di motel.
La solita stanza dove attendi la solita persona.
Intanto rifletti. Come hai fatto a vivere finora, senza la tua vita
venisse
scandita da questi incontri?
Come
hai fatto a contare i dì e le notti? A sapere che il tempo
passava, e il tuo con
lui scorreva, inesorabile...?
Scuoti il capo, cercando di allontanare questi pensieri.
Sei tu chi ha il comando, no? Sei tu colui che ha il potere di vita e
di morte.
Sei tu il Dio.
Ricoperto di questa carica, poche persone hanno la
possibilità di guardarti.
Ancora meno quelle che possono parlarti. – Anche se alcune si
azzardano a darti
ancora del Lei. –
Si immagini quindi chi ha il privilegio di stringerti a sé,
coprire le tue
labbra con le proprie, averti a portata di denti, di lingua e di spada
nei tuoi
attimi di maggiore vulnerabilità.
Un qualcuno di segreto.
Una principessa, forse. O un angelo.
[
Ho mal di
testa e sfortuna, ma loro non ti toccheranno, no.
Io non sono difficile,
Solo tu mi risollevi così. ]
Senza tu te ne possa rendere conto, ti ritrovi sdraiato sul letto, i
sensi,
tutti, inebriati dalla presenza femminile.
Un corpo morbido poggiato sul tuo, poi sotto di te, petto nudo a
contatto con
stoffa dell’elegante tailleur.
Tu, tu, tu.
Lei, lei, lei.
Momenti di confusione, dove i confini corporei vengono annullati.
Un reggiseno viene slacciato dalle mani di chissà chi, il
primo bottone dei
pantaloni eleganti aperto da due esperte dita smaltate di nero
Regnano sovrani i profumi, gli occhi si perdono alla ricerca del
cangiante
sguardo ultraterreno.
Un mondo esclusivo, quello del sogno.
Il sogno della principessa consacrata e del Dio mortale.
[
Solo tu mi
risollevi così
Perché non sai chi sono io in realtà.
A volte vorrei solo sapere come sarebbe essere te. ]
Respiri forte contro la spalla possente.
È una donna forte, non potevi averla che tu.
– Peccato
quel vecchio amico non l’abbia
più cercata. Come si chiamava? Jiraya? –
Quel piacere che si fa pressante, ansia mista a rilassamento, smania e
calma,
estasi, declino.
Ti condanneresti. Vorresti quel momento durasse di più.
– Resta
con me, facciamolo ancora una
volta. –
Lei tornerà a casa, tu andrai al lavoro.
Conclusione necessaria per una doppia esistenza che ha del vitale.
[
Ero solito
spendere il mio tempo sognando di essere vivo. ]
Ti
guardi intorno senza comprendere.
Ti ritrovi in piedi, la camicia alla bell’e meglio. Lei si
sta guardando allo
specchio, ritoccando il trucco e i capelli.
Per l’ennesima volta, ci si ritrova nel dubbio.
Come avete fatto fino ad oggi a separarvi così, come se vi
foste incontrati per
un the?
Indugia un attimo, lo sguardo su di te.
Completo sfatto e male indossato, capelli un poco all’aria,
viso paonazzo sul
quale rilucono quei segni di un passato ostentato con orgoglio.
« A domani, Pein-sama. »
Indietreggia verso la porta.
Non ti volge le spalle, timorosa che tu l’assalga nuovamente
nella dolorosa
chimera di quegli incontri.
Lontani dal mondo, dalla borsa, dai riflettori. Lontani da tutto e da
nulla,
unica barriera la porta di una stanza di motel.
Ti siedi sul letto, godi del silenzio della camera vuota.
Aspetti i soliti dieci minuti prima di uscire.
Quando sei fuori, l’aria frizzante della sera pare non
sorprenderti.
Austero, al tuo solito, ignori il sorriso sardonico di quel biondo
maledettamente ironico.
Ti accomodi nell’auto di rappresentanza, solo dietro i vetri
oscurati ed
antiproiettile, i due compagni discretamente armati al posto del
guidatore.
Appoggi il viso sul palmo della mano, guardando con fare annoiato fuori
dal
finestrino.
« A domani, Tsunadehime. »
[
Ora lo passo
sognando te. ]
[ 594 parole. ]