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Autore: pralinedetective    20/07/2009    1 recensioni
Una raccolta di fanfics scritte precedentemente al mio abbandono del fandom e che mi dispiaceva lasciare a marcire in cartellina. Avvertimenti e note variano a seconda del capitolo.
Sasori/Deidara [1]
Pein/Tsunade [2]
Neji/Hinata [3]
Karin/Sakura [4]
Madara!Itachi 5]
[Capitolo uno: terza classificata a parimerito con DarkRose86 al contest How can you see into my eyes like open doors, made in Hikaru Zani.]
[Capitolo due: quarta classificata al "Dream Contest".]
[Capitolo quattro: partecipante a un contest di Hika_chan del quale non ricordo né il nome né la posizione ♥.]
[Capitolo cinque: partecipante al Piramidy contest.]
Genere: Generale, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if?, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Genere: Introspettivo, (supponiamo) Erotico, Nonsense, Songfic.
Personaggi: Pein, Tsunade.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Spoiler!, AU (Another Universe), What If... (E se?)
NdA: Un pairing insolito per davvero °______°, non ho mai letto qualcosa di simile. Mi sono impegnata XDXD!

See yah.

 

[ Spegni la luce e spegni la timidezza
Perché tutte le nostre mosse sono fatte per il silenzio.
E, oh!, la maniera in cui il tuo trucco macchia la mia federa, ...
Alla stessa maniera io non sarò più lo stesso. ]


Attendi, silente nella squallida camera di motel.
La solita stanza dove attendi la solita persona.

Intanto rifletti. Come hai fatto a vivere finora, senza la tua vita venisse scandita da questi incontri?

Come hai fatto a contare i dì e le notti? A sapere che il tempo passava, e il tuo con lui scorreva, inesorabile...?

Scuoti il capo, cercando di allontanare questi pensieri.
Sei tu chi ha il comando, no? Sei tu colui che ha il potere di vita e di morte.

Sei tu il Dio.

Ricoperto di questa carica, poche persone hanno la possibilità di guardarti. Ancora meno quelle che possono parlarti. – Anche se alcune si azzardano a darti ancora del Lei. –
Si immagini quindi chi ha il privilegio di stringerti a sé, coprire le tue labbra con le proprie, averti a portata di denti, di lingua e di spada nei tuoi attimi di maggiore vulnerabilità.

Un qualcuno di segreto.
Una principessa, forse. O un angelo.

[ Ho mal di testa e sfortuna, ma loro non ti toccheranno, no.
Io non sono difficile,
Solo tu mi risollevi così. ]


Senza tu te ne possa rendere conto, ti ritrovi sdraiato sul letto, i sensi, tutti, inebriati dalla presenza femminile.
Un corpo morbido poggiato sul tuo, poi sotto di te, petto nudo a contatto con stoffa dell’elegante tailleur.

Tu, tu, tu.
Lei, lei, lei.

Momenti di confusione, dove i confini corporei vengono annullati.
Un reggiseno viene slacciato dalle mani di chissà chi, il primo bottone dei pantaloni eleganti aperto da due esperte dita smaltate di nero

Regnano sovrani i profumi, gli occhi si perdono alla ricerca del cangiante sguardo ultraterreno.

Un mondo esclusivo, quello del sogno.
Il sogno della principessa consacrata e del Dio mortale.

[ Solo tu mi risollevi così
Perché non sai chi sono io in realtà.
A volte vorrei solo sapere come sarebbe essere te. ]


Respiri forte contro la spalla possente.
È una donna forte, non potevi averla che tu.

 – Peccato quel vecchio amico non l’abbia più cercata. Come si chiamava? Jiraya? –

Quel piacere che si fa pressante, ansia mista a rilassamento, smania e calma, estasi, declino.

Ti condanneresti. Vorresti quel momento durasse di più.
 – Resta con me, facciamolo ancora una volta. –
Lei tornerà a casa, tu andrai al lavoro.

Conclusione necessaria per una doppia esistenza che ha del vitale.

[ Ero solito spendere il mio tempo sognando di essere vivo. ]

 

Ti guardi intorno senza comprendere.

Ti ritrovi in piedi, la camicia alla bell’e meglio. Lei si sta guardando allo specchio, ritoccando il trucco e i capelli.

Per l’ennesima volta, ci si ritrova nel dubbio.
Come avete fatto fino ad oggi a separarvi così, come se vi foste incontrati per un the?

Indugia un attimo, lo sguardo su di te.
Completo sfatto e male indossato, capelli un poco all’aria, viso paonazzo sul quale rilucono quei segni di un passato ostentato con orgoglio.

« A domani, Pein-sama. »

Indietreggia verso la porta.
Non ti volge le spalle, timorosa che tu l’assalga nuovamente nella dolorosa chimera di quegli incontri.
Lontani dal mondo, dalla borsa, dai riflettori. Lontani da tutto e da nulla, unica barriera la porta di una stanza di motel.

Ti siedi sul letto, godi del silenzio della camera vuota.

Aspetti i soliti dieci minuti prima di uscire.
Quando sei fuori, l’aria frizzante della sera pare non sorprenderti.
Austero, al tuo solito, ignori il sorriso sardonico di quel biondo maledettamente ironico.

Ti accomodi nell’auto di rappresentanza, solo dietro i vetri oscurati ed antiproiettile, i due compagni discretamente armati al posto del guidatore.

Appoggi il viso sul palmo della mano, guardando con fare annoiato fuori dal finestrino.

« A domani, Tsunadehime. »

[ Ora lo passo sognando te. ]




[ 594 parole. ]

  
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