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Autore: jarmione    26/02/2019    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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In questo capitolo ci sono, in totale, 6 citazioni da altri film/cartoni (escluse quelle di riferimento al film originale “Le 12 fatiche di Asterix” visto che la storia è praticamente quella in versione Dalton XD)
Sono abbastanza evidenti perciò...riuscite a trovarle tutte? Ma, soprattutto, riuscite a capire da che film/cartone sono tratte? Provate a rispondere e poi, quando pubblicherò il prossimo capitolo, all’inizio della pagina le inserirò con i giusti riferimenti.
Chi le indovina con tanto di nome adesso, riceverà in premio una mia recensione ad una storia a sua piacimento.
Dai, dai, che ce la fate!
 
 
Nonostante i cinque fratelli fossero, ormai, abituati a qualunque cosa gli si parasse davanti, in quel momento avvertivano solo delle strette allo stomaco dovute alla tensione.
Era la loro ultima prova, la resa dei conti.
Si fecero coraggio l’uno con l’altro e si tennero pronti per qualsiasi evenienza.
Qualche stanza più avanti udirono le lamentele degli altri detenuti, che non vedevano l’ora di divertirsi un po’ anche loro.
Se fino a poco prima avvertivano farfalle di ansia nello stomaco, appena la grata, che li separava dall’arena, si aprì furono assaliti da puro terrore.
A Jack tremavano le gambe e sembrava sul punto di svenire; stessa cosa William.
Camminarono lentamente, portandosi al centro dell’arena.
Centinaia di persone acclamavano e applaudivano, sperando che lo spettacolo iniziasse subito.
Anche la grata che divideva gli altri detenuti si aprì e li videro uscire di corsa, spintonandosi l’un l’altro per arrivare per primi.
Dal lato opposto a quello della loro entrata, un palco era riservato all’imperatore di Roma: Giulio Cesare.
L’imperatore stava parlando con un energumeno al suo fianco e sembrava non badare a chi era entrato nell’arena.
Infatti, quando si voltò, annunciò al pubblico “Che entrino i gladiatori!” e, da destra, comparvero decine di gladiatori grandi e grossi.
“Bene, cari detenuti” disse Peabody “andrò io per primo”
“E perché?” domandò Joe
“Perché sono il direttore”
“Sì, ma la fatica l’abbiamo fatta noi, mica voi!”
“Ragione in più per mandare avanti noi” si intromise Ugly Bob “fateci divertire!”
“Neanche per sogno!” sbottò Joe, iniziando a discutere con Ugly Bob.
Nel frattempo, i gladiatori entrati, senza attendere ulteriormente, si scagliarono contro i detenuti.
“E no! Per tutte le diavolitudini!” Peabody si alzò le maniche “Un po’ di educazione! Qui stiamo discutendo su chi deve cominciare!” Vedendo poi che nessuno se lo filava, si infuriò e colpi con un pugno il gladiatore più vicino a lui.
Joe e Ugly Bob stavano ancora discutendo ed erano arrivati alle mani, chiunque cercava di avvicinarsi veniva coinvolto e ne usciva livido.
Il resto del penitenziario, vedendo che non c’era altra scelta che darci dentro, iniziò una vera e propria rissa.
“Evvai! Una bella scazzottata!”
Luke se ne stava appoggiato al muro come se niente fosse e chiunque cercava di avvicinarsi riceveva una pallottola sull’elmo e, di conseguenza, il gladiatore colpito fuggiva terrorizzato.
“Caricaaaaa!” gridò Emmet, scagliandosi contro un gladiatore il quale, purtroppo per lui, lo mise KO.
“Ci penso io!” Pit andò in suo soccorso, ma fece la stessa fine.
I gemelli avevano, finora, solamente cercato di schivare i colpi, ma alla fine a William venne un’idea.
“Facciamo il chiamate aiuto?”
Jack sbiancò “No!”
“Ti piace tanto?”
“Lo odio!”
“Usiamo Averell?”
Jack ci pensò su “Se utilizziamo lui…”
“Allora lo facciamo” sentenziò William con un sorriso soddisfatto e, senza attendere altra risposta, con l’aiuto di Jack afferrò Averell, che stava vagando per l’arena come se fosse ai giardini pubblici.
“Giochiamo, fratellino?”
“Sì! E a che cosa?”
“Al supereroe!” rispose Jack e, tenendolo ben stretto fra di loro, si gettarono nella mischia “Chiamate aiuto!” gridarono in coro i gemelli “Nostro fratello sta morendo, chiamate aiuto!” mentre alcuni gladiatori si erano fermati per capire cosa succedeva, William e Jack usarono tutta la forza possibile e lanciarono Averell contro gli energumeni, i quali caddero a terra come birilli.
Averell si ritrovò contro al muro, la faccia tumefatta e i denti che saltavano.
“Ho volato!” disse, mentre i mini Averell svolazzanti dotati di pianoforte giravano attorno alla sua testa.
I gladiatori stavano via via diminuendo ma il caos che si era formato li faceva sembrare di più.
Detenuti che andavano e venivano, la signorina Betty che prendeva i gladiatori per le orecchie e li trascinava in castigo nell’angolo; insomma, un vero macello.
Ad un certo punto spuntò persino uno strano veicolo tutto nero, con tanto di cannone sul davanti, ed un tizio, vestito altrettanto di nero, con dei baffetti arricciati che gli correva dietro tenendosi il cappello a cilindro.
“Carmelooooo” urlava contro il veicolo che, com’era apparso, scomparve dentro ad una delle stanze interne del Colosseo.
Poco dopo si udì un suono di tromba “Oh no!” esclamò Stinky Bill, riconoscendo il suono e tirando contemporaneamente un pugno in testa ad un povero gladiatore “hanno riaperto la caccia alla diligenza!”
Questo fece bloccare i detenuti compresi Joe e Ugly Bob i quali, non essendo veloci di riflessi, si ritrovarono investiti nell’ordine: da una moltitudine di indiani, dalla cavalleria guidata dal trombettiere suonante una cetra ed infine dalla diligenza.
Qualche gladiatore venne tirato su dal turbinio di polvere e portato altrove.
Evelyn, invece, si era ritrovata in un angolo bloccata “Vorrei che il re di Goblin vi portasse via all’istante” pregò fra se e se, ricordandosi una vecchia storia che sua madre le raccontava da piccola.
Ma non accadde nulla e lei si ritrovò ancora lì, circondata da tre gladiatori.
“Joe!” chiamò in soccorso il fratello che, sentendola, accorse e richiamò l’attenzione degli uomini.
“Nessuno può mettere la mia pulce in un angolo” e, talmente era infuriato, tirò un paio di pugni ben assestati mettendoli al tappeto, sfregandosi poi le mani soddisfatto “Tutto bene, pulce?”
“Sì…grazie, Joe”
“Su, muoviti, ce ne sono ancora” e si ributtarono nella mischia.
Passarono altri cinque minuti di puro caos in cui Averell, ancora rintronato per la botta presa, riuscì persino a farsi seguire da alcuni gladiatori, anch’essi storditi dalle batoste subite fino a quel momento, e tutti in coro cantavano una canzoncina a dir poco idiota.
“Se non sei ancora estinto batti le mani!” e tutti battevano le mani “Se non sei ancora estinto batti le mani!”
“Averell!” sbottò Joe “se non la pianti ti mostro io chi sarà l’estinto fra poco!”
Lo spilungone rise come un ebete “Non tutti apprezzano i classici!” in risposta ricevette un elmo in faccia, che lo rimise KO.
Alla fine i gladiatori furono decimati ed i pochi rimasti, si diedero alla fuga per la disperazione.
 
…continua…
  
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