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Autore: Spensieratezza    01/03/2019    3 recensioni
Sequel del Quinto Mondo.
Cosa succederebbe se due forme d'acqua, identiche in tutto a Sam e a Dean, lasciassero il Paradiso e meditassero vendetta nei confronti dei loro creatori.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Samuel avvertiva tutto il corpo spezzarsi e poi fare male e poi spezzarsi ancora e poi un caldo allucinante, assurdo.
Era tornato all’inferno. Era morto e poi tornato all’inferno, lo sapeva che tutto questo non poteva durare.
L’aveva sempre saputo!

Cercò di muoversi a tastoni, forse più in fretta l’avrebbe fatto, più in fretta avrebbe trovato il suo Dean e sarebbe tornato tutto com’era prima..

E lui sarebbe riuscito a dimenticare!!
“Stai fermo.” Disse una voce.
 
Samuel si bloccò. La voce era tonante e possente, ne aveva paura.

“Sei..Dio?”

“Cazzo, hai sbattuto la testa più forte di quanto pensassi!” (ho sbattuto la testa più forte di quanto pensassi - cit aladdin quando vede il genio la prima volta )

Questo non sembrava tanto regale, tanto..da Dio, riflettè Samuel.
Aprì piano gli occhi, perché gli facevano malissimo anche quelli.
 


Vide un volto famigliare, quello che ormai era diventato ufficialmente il suo persecutore per sempre.

Dean Winchester, o almeno, Dean Winchester 9 anni fa.

“Quante sono queste?” chiese il ragazzo, mostrando due dita.

Sam gli scacciò la mano, con una smorfia. Aveva la nausea. Cercò di alzarsi.
“Ehi, ehi, dove pensi di andare?”

Samuel fece appena in tempo a posare un piede sul pavimento che avvertì un capogiro e dovette rimettersi sdraiato con una smorfia.

“Bravo, se pensavi di alzarti, ripensaci meglio.” disse il biondo.
Samuel gemette di frustrazione.
“Sei ancora qui?”

“Ehi, io me ne stavo andando, splendore, sei stato tu a corrermi dietro.”
“Credevo fossi…qualcun altro..”

“So esattamente chi credevi che fossi.” lo scimmiottò Dean.

Samuel lo fissò, bene e a lungo, questa volta, deglutì, guardando poi sé stesso.
“Sei…come me?
“Sì.” Rispose Dean.

“Siamo..caduti…dal Paradiso..
“Yep.”

Sam si passò una mano sugli occhi, turbato, poi parlò di nuovo.



“Cosa mi è successo? Credevo di stare per morire, mi sentivo malissimo..perdevo..PEZZI..” disse, rabbrividendo e guardandosi le braccia ora intatte.
Dean sospirò, guardandolo in maniera indecifrabile e a braccia conserte.

“Noi ufficialmente non dovremmo esistere su questo piano della realtà e lo spostamento da una dimensione all’altra, ha avuto un impatto traumatico sulla tua vera natura. Tagli, lesioni, abrasioni, ferite.”

“Ma adesso sto bene!” protestò Samuel.
“Certo, perché più che le condizioni *climatiche* un ruolo importante lo hanno svolto le tue *emozioni *” disse Dean virgolettando le due parole.

“Non capisco cosa tu stia dicendo. Emozioni? Parli come un bambino!”

Tu sei un bambino! Ti sei lasciato sopraffare dalla violenza della tua rabbia, dalla tristezza, dal dolore e dalla nostalgia. Forse hai dimenticato chi sei tu DAVVERO, beh, te lo ricordo io. Non sei nientedimeno che un desiderio, sei un’emozione e come tale vivi di questo. Dunque cosa pensi ti succede nel momento in cui permetti alla tua stessa essenza di sopraffarti?”

Samuel restò agghiacciato senza proferire parola.
Dean sorrise.

“Vedila come un cancro che divora tutto, anche sé stesso alla fine.”

“Le mie emozioni mi stavano uccidendo?”

“Vedila in questo modo se per te è più semplice, anche se penso che in parte abbiamo ricevuto un qualche danno anche solo semplicemente diventando VIVI per la prima volta nella nostra vita.”
“Come mai a te non è capitato?”

Dean scrollò le spalle. “Sono stato all’inferno per quarant’anni, ho imparato a gestire le mie emozioni e il dolore che ne deriva.”

“Non sparare palle.” Si innervosì Sam. “Dean, magari LUI..è stato all’inferno..non..non tu..o sì?” chiese incerto.
Dean sorrise.


“In effetti hai ragione, non sono stato all’inferno, ufficialmente sono stato creato anche io, dal vero Sam, poco dopo che Sam morì all'età di 23 anni.. ciò vuol dire che mi ha creato quando ne avevo poco più di 27.”
“E allora come..”

“Non avrò mai vissuto l’inferno VERO, ma il vero Dean, sì, non ti sei accorto che se vuoi, sei in grado di attingere a tutti i ricordi veri del tuo CREATORE, fino a poco prima che lasciammo il paradiso?”

Sam ascoltò quella rivelazione con orrore.

“No, scommetto di no, hai fatto di tutto per sfuggire a tutti quei ricordi, come potresti?” rise Dean. “Beh, ma forse fai bene, anzi ti consiglio di continuare a farlo.”
Questo suscitò nuova rabbia in Sam.

“COME TI PERMETTI DI PARLARMI IN QUESTO MODO E CON QUESTA ARROGANZA?” disse, scendendo dal letto e facendo ridacchiare Dean. “E già che ci sei, spiegami perché mi hai riportato in camera, mi hai..” il suo sguardo andò a guardare le scarpe abbandonate in un angolo. “tolto le scarpe e messo nel letto e…chi ti ha dato il permesso di toccarmi??” cercò di riempirlo di pugni sul petto, ma Dean con un sorriso gli bloccò i pugni, tenendogli fermi i polsi.



“Quante storie, Sammy, neanche avessi fatto sesso con te, mentre eri addormentato..” lo derise.
Sam gli diede una gomitata nelle sue parti basse.

Ouch. “ disse piegandosi. “Non avresti dovuto, è una parte sensibile, non è stata ancora usata veramente.” E subito lo ricambiò con un pugno sullo stomaco che lo fece piegare e barcollare fino al letto, fino a crollare su di esso con un gran fracasso, rompendolo per metà.
 
Sam gemette dal dolore, mentre Dean lo guardava sprezzante.



“Ti avevo avvertito che io non sono LUI, carissimo. Credevi che non mi sarei ribellato solo perché ti ho curato? Non ho i suoi scrupoli, come ti ho curato, posso distruggerti. In fondo, non sei mica mio fratello!
Sam gemette a sentire quelle parole.

“Se la pensi così, perché mi hai curato??” chiese, guardandolo pieno di odio, ma anche curiosità.
Dean si leccò le labbra.

“Forse tu non lo ricorderai, ma sei stato tu a risvegliarmi da quella vita fasulla ma fantastica che stavo vivendo. Tu mi hai svegliato dall’ampolla del SOGNO.”

Sam sbarrò gli occhi e per un po' sembrò a Dean che cercasse di smarrirsi nella mole di ricordi, per trovare quei particolari frammenti, poi lo vide fermarsi in realizzazione.

“è vero..”deglutì “ma io..non sapevo quello che facevo..ero..così tanto arrabbiato, vedere te è stato come vedere me stesso. Sono stato accecato dalla collera, ma..ti ho sempre risvegliato da un inganno, no? Ti ho fatto un favore.”

“Sì, certo, a modo tuo, si, l’hai fatto.”
Sam rise. Una risata sepolcrale.
“Avresti preferito restare laggiù??”

“E tu no? Si vede come hai preso bene la realizzazione della tua inutile vita.” disse Dean.

“è per questo che mi hai seguito? Per insultarmi? Come vuoi capirlo, che io NON SONO LUI?

“Neanche io sono il tuo Dean, ma questo non ti impedisce di odiarmi, vedo.”

Sam lo fissò sprezzante, poi si coprì gli occhi con una mano.

“Non posso sopportare di vedere la tua faccia..quel volto..quello di chi..ti prego, VATTENE, vattene, fatti la tua vita e non tornare mai più, non voglio vederti mai più.”

Sulle sue braccia stavano comparendo lentamente dei segni rossi e delle bolle rosse.


Dean le fissò sprezzante, poi si avvicinò al suo letto e gli prese le braccia tra le mani e strinse, fino quasi a ficcargli le unghie nella pelle.

“Queste ferite, le ho fatte andare via con fatica e pazienza, piccolo, sciocco, inutile, ingrato e con i tuoi sciocchi isterismi da donnicciola isterica, stai rendendo vani i miei sforzi per riaggiustare la tua forma umana!

“Chi se ne fotte!! Gridò Samuel. “Non capisci? Io non voglio essere umano! Non mi interessa vivere, sperimentare le emozioni, la vita, nulla! Tutto quello che era importante per me è stato gettato via, credi che io voglia vivere così? Con la consapevolezza che l’uomo che amavo così follemente, mi ha creato per usarmi e poi mi ha abbandonato a me stesso per qualcuno con le mie stesse fattezze? Pensi che possa voler continuare a vivere sapendo di essere solo una pallida copia di quello che lui amava veramente?”

Dean lo fissò nauseato.

“Sei ancora più patetico di quello che pensavo e dire che pensavo TANTO.”

“Il tuo disprezzo mi lascia indifferente.” Disse Sam, ma lo guardò con sguardo colmo di rabbia.

Dean senza parlare, mise le mani sulle sue braccia e una strana energia verde si sprigionò dalle sue mani fino al suo corpo, lasciando Sam interdetto.

“Ma cosa..”

“Le piante..sfruttano l’energia solare…e prendono l’ossigeno dall’aria..le radici assorbono l’ossigeno..eliminando l’anidride carbonica.. noi siamo come le piante..” disse con una nota stranamente dolce.

Sotto le mani di Dean, sulle braccia di Sam si stavano muovendo strani fenomeni sottopelle, come correnti venose che si stavano modificando ed alterando ancora e ancora, come se sottopelle Sam avesse in moto qualcosa di simile ad un fiore che stesse germogliando, ad una pianta che stesse nascendo e che quest’ultime lo stessero curando.





Le sue braccia divennero blu, per pochi istanti, mentre venature verdi, come radici, lo attraversarono per poi scomparire di nuovo, lasciando la sua pelle intatta.
Dean fece lo stesso sotto al suo collo, dove aveva un piccolo taglietto appena fatto.
 
“Noi siamo come le piante..” disse Dean guardandolo. “Possiamo eliminare le ferite dei nostri simili e curarle, anche se non possiamo curare noi stessi. È così che ti ho curato, ora dimmi, hai visto quello che ho fatto, pensi ancora che un simile miracolo, sia un abominio della natura? Che NOI lo siamo? Dopo la bellezza che hai visto?”

Sam restò zitto senza dire niente, ma era impressionato, Dean lo capì.

“Non cambia comunque niente. Tutto questo dolore non svanirà.”
“è qui che ti sbagli. Io posso aiutarti a controllarlo e poi a eliminarlo.” Disse Dean.

“Perché?? L’hai detto tu! Tutto quello che avevamo era il desiderio di un amore che ci è stato portato via. Il dolore è l’unica cosa che ci resta! Cosa ci resta più se anche quello svanirà??”
 
Dean lo fissò con un sorriso maligno e aprì bocca per replicare.

“Ti sbagli, mio dolcissimo amico. Qualcos’altro c’è. La vendetta.
 
 
   
 
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