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Autore: stardust94    03/03/2019    2 recensioni
(Primo libro della trilogia All Stories Are True)
Una lezione priva di dolore non insegna nulla. questo impara una ragazza normale, una Mondana come tanti altri quando in una notte il suo intero mondo viene ribaltato. tutte le sue certezze vanno in frantumi, gli amici cari vengono brutalmente uccisi e lei si ritrova a gestire un gioco più grande del quale è inconsapevolmente la chiave. imparerà che il vero coraggio non è essere forti ma accettare la propria debolezza. dovrà scoprire in se una forza che non pensava di avere, fidarsi di se stessa e cercare le sue risposte e chi ruberà il suo cuore?
solo Selene conosce le risposte a quelle domande perché solo lei è padrona del suo destino.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Nascosti, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo uno
First day after waking up

 

New York era un brulicare di persone che si affollavano per la strada. La pioggia scrosciante, continuava a cadere senza tregua mentre il ragazzo, comodamente poggiato al muro con la schiena, osservava il cielo color ardesia.
Aveva uno sguardo calmo e rilassato ma che tradiva l'eccitazione e la felicità che sembrava trasparire dai suoi occhi. Come se il solo pregustare l'idea di entrare in azione, gli pompasse ha mille il cuore quasi avvolgendolo, come se il suo corpo fosse pervaso, dal adrenalina del attesa.

Prese il telefono controllando l'ora sul display dove capeggiava un desktop con uno strano simbolo in argento.

Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro mentre si ficcava di nuovo il telefono nella tasca dei pantaloni scuri osservando nuovamente il cielo per poi far cadere lo sguardo, verso un edificio.

Una sorta di grattacelo che spiccava rispetto agli altri per via della sua insegna al neon, dei mattoni neri che lo ricoprivano interamente e della fila sempre lunga. Non fosse stato per la marea di gente in fila davanti al entrata, difficilmente si sarebbe capito che quello, era un covo perfetto...per i Nascosti.

" Pandemonium Club"

Da dentro l'edificio sorvegliato da un buttafuori enorme e dalle spalle larghe e sguardo truce, si sentiva la musica assordante che riempiva le orecchie del biondo.
Quest'ultimo, concentrò la sua attenzione, su due ragazzi in fila all'entrata del locale, quasi fosse spontaneo gli sfuggì un ghigno mentre procedeva in quella direzione con passo sicuro di se, passandosi una mano dietro per sollevare il cappuccio della giacca celando gli occhi dorati che in quel momento, brillavano come scintillante ambra.

- Sei in ritardo -

A esordire con il suo tono freddo e calmo talmente stoico da sembrare di granito, era stato il ragazzo davanti a lui.

Vestiva con gli stessi abiti e aveva capelli neri e scompigliati e occhi di un blu molto acceso. Una faretra posta a tracolla con tanto di arco in bella vista. Dal orlo della maglietta, si notavano degli strani tatuaggi neri. Gli stessi del biondo.

- Lo so ma c'era traffico. Voi sapete come vanno queste cose -

Il biondino abbozzò un sorriso che fece ridacchiare la ragazza al fianco del corvino.
Questa indossava un abito bianco legato sul collo e calze nere che le fasciavano le lunghe gambe snelle. Una sorta di bracciale a forma di serpente le adornava il braccio, la testa del animale era poggiata sul polso, dove anche la ragazza aveva lo strano occhio aperto, presente sui polsi dei due ragazzi.
Ella, si passò una mano tra i capelli color mogano lunghi e delicatamente ordinati su una spalla. Sorrise. Con quelle labbra che grazie al rossetto rosso acceso, risultavano ancora più sensuali.

- Vuoi fare il serio, almeno per una volta? Non è una questione da prendere sotto gamba questa, Jace. -

Jace sbuffò seccato.
Suo fratello Alec, aveva sempre quel tono quando qualcosa non gli piaceva o lo turbava.
Quel suo affannarsi per essere un perfetto guerriero, non faceva che irritare il biondo che al contrario, preferiva prendere la situazione per quello che era, senza preoccuparsi molto delle conseguenze delle sue azioni.

- Qualcuno quì, dovrebbe scopare di più -

La frase della ragazza, fece ridere Jace. Isabelle la sua sorellina, aveva sempre la battuta pronta, forse meno di lui ma abbastanza per andargli a genio decisamente più di Alec quando si fissava su dettagli inutili.
Camminavano al interno del locale, il corvino si risolve alla sorella incrociando le braccia al petto con aria offesa.

- Non capisco quale sia la correlazione tra fare sesso ed essere uno Shadowhunter - disse Alec

- Infatti non esiste una correlazione, fratellino. Se non che sono entrambi ottimi esercizi fisici -

Rispose il biondo esibendo uno dei suoi sorrisi disarmanti ai due fratelli con i quali, un attimo dopo entrò nel locale.

Il Pandemonium era un luogo buio. Illuminato solo, dai riflettori che creavano effetti di luce sulla pista, sulla quale si muoveva una calca di persone sudate.
Alec non amava particolarmente quel posto a differenza della sorella che stava già ballando al fianco di un ragazzo alto, magro e con la pelle pallida

"Un vampiro, un Figlio della Notte "

Pensò il ragazzo gettando uno sguardo a Jace che spiccava tra la folla di persone per i suoi connotati fisici. Occhi dorati e capelli riccioli e biondi celati dal cappuccio della giacca nera della sua divisa.

Isabelle si era appartata con il vampiro e Alec, teneva d'occhio l'entrata, appoggiato al muro con sguardo calmo ma pronto a intervenire a ogni minimo pericolo.

Jace cacciando uno sguardo in un angolo della stanza, aveva visto muoversi qualcosa e svelto si era diretto in quella direzione.
Percorrendo il lungo corridoio aveva preso la sua spada angelica. Questa, sembrava brillare, alla luce soffusa della luna che entrava dalla finestra.
La fece roteare nella mano, mentre con una pedata bella assestata, apriva una delle porte, scrutando al suo interno.

Per riuscire a vederci qualcosa dovette usare una Stregaluce. La pietra emise un bagliore che illuminò completamente la stanza, mostrandola agli occhi del cacciatore.
Jace raccolse da terra una strana polvere nera, ne portò un po al naso cercando di definire meglio quel odore.

" Zolfo, una chiara traccia demoniaca"

Pensò il biondo mentre, sentendo un rumore alle sue spalle, si voltò di scatto.

- quì demone, demone...avanti non mordo mica -

Il ragazzo fece alcuni versetti di richiamo, come se stesse cercando di attirare un qualche piccolo animale. Non sembrava poi così preparato ad affrontare, la bestia che stava uscendo dal ombra.

Era una fiera simile a un canide solo decisamente oltre misura.
Aveva tre teste e nessuna di esse, era contenta di vedere Jace. Lo capiva da come i loro occhi rosso sangue, saettavano. Da come digrignava le fauci sporche di sangue, Mondano probabilmente. Sopratutto, da come lo guardava con sguardo famelico.

- Quando ero piccolo...ho sempre voluto un cane. Ma tu sei troppo grosso per i miei gusti, devono averti dato crocchette scadute! -

Con uno scatto il ragazzo si portò alla destra della creatura, mulinò la spada e la infilzò al fianco del demone che latrò. L'icore schizzò sui vestiti del biondo che si morse la lingua, schivando una zampata improvvisa. Per poi con una totale noncuranza di tutta la situazione guardarsi i vestiti.

- Erano nuovi questi vestiti sai?...va bene. Mi costringi a giocare sporco -

Esordì il ragazzo prima di balzare verso il segugio infernale, questo gli diede un colpo di coda sbalzandolo contro la parete. Jace batte forte la testa e la schiena, subito sentì propagarsi il dolore in tutto il corpo, ringhiò ingoiando la sensazione mentre una delle rune sul suo braccio, cominciava a trasmettergli il suo potere.

In un attimo, il ragazzo saettò contro la bestia e con un fendente verso l'alto, le tranciò di netto una delle teste. Le altre due, latrarono al unisono, quella di sinistra addentò il braccio di Jace e strattonandolo gli lacerò la pelle.

Il ragazzo indietreggiò ringhiando di dolore, sentendo il veleno demoniaco già in circolo, tentò di sollevare la spada ma una zampata del segugio, la fece volare lontano lasciandolo indifeso o così, pensava la bestia.

Scartando verso destra infatti, Jace schivò l'ennesimo attacco e prendendo dei coltelli dal lato destro dei pantaloni, cominciò a scagliarli.

Aveva mirato agli occhi della testa centrale che con un ruggito restò accecata.
Il cacciatore non perso tempo, si gettò sulla spada recuperandola e la infilzò al addome della bestia quando questa, si rizzò in piedi per colpirlo con le zampe.

- checkmate cagnaccio! -

Disse Jace portando le mani a simulare una pistola che sparava alla bestia. Si voltò e pulendo la lama della spada sui pantaloni, non diede abbastanza attenzione per accorgersi che la creatura non era morta e lo stava ancora puntando.

- ma che cosa...? -

Preso in contropiede il ragazzo tentò di voltarsi e reagire, quando una frusta bloccò la zampa della creatura e una trivellata di frecce la fece schiantare al suolo.

- ci è mancato un pelo, grazie del aiuto ragazzi -

Jace si voltò incontrando lo sguardo dei due fratelli.
Isabelle aveva ritirato la frusta e sorrideva accanto ad Alec che teneva a tracolla la faretra con le frecce e l'arco ancora teso verso il demone e verso Jace che alzando le mani aveva fatto un fischio.

- e chi abbiamo quì...ti sei unita anche tu alla festa Farchild? -

La domanda, era rivolta a una ragazza dai lunghi e mossi capelli rossi e occhi verdi, aveva il naso leggermente punteggiato di lentiggini ed era in compagnia dei due fratelli con una spada tra le mani, vestiva anche lei l'uniforme da Shadowhunters e sembrava non gradire molto, la battuta del biondo.

- dovresti fare più attenzione. Se non fossimo arrivati ad aiutarti ci avresti rimesso la vita - disse la rossa guardandosi attorno.

Jace sbuffò ma sentendo un fruscio si mosse velocemente e puntò la spada verso una ombra, questa emise un sussultò e la luce della luna la illuminò leggermente rendendo visibile una ragazza.
Era seduta a terra e si stringeva nelle spalle. Il vestito bianco era coperto di sangue ma lei non sembrava apparentemente ferita. Una cascata di capelli neri e lisci le circondava il volto dal espressione shockata.

Isabelle sgranò gli occhi notando come Jace si fosse inginocchiato prendendo la mano della giovane, scostandole una ciocca dietro l'orecchio.

- ora sei al sicuro è tutto finito -

La ragazza singhiozzò tremando e Jace dovette stringerla quando sentendo un forte rumore, la corvina quasi urlò.
- è una Mondana...forse dovremmo riportarla a casa. -
a parlare era stata la rossa. Clary Farchild era una delle cacciatrici del Istituto di New York, era figlia di una Shadowhunter e un Mondano ed era la parabatai della sorella di Jace.

Proprio il biondo, era indeciso su cosa fare con la giovane stretta tra le sue braccia, non era sicuro che una Mondana venisse lasciata in balia di altri potenziali demoni.

- se può vederci, significa che ha la Vista. Altri demoni potrebbero provare a ucciderla, meglio portarla al Istituto -

A parlare stavolta era stata Isabelle. La bella cacciatrice si era inginocchiata davanti alla Mondana e sorridendole appena l'aveva guardata. Non doveva avere più anni di loro, era terrorizzata ma sembrava in grado di camminare.
Isabelle sapeva che i Mondani con la vista erano molto rari ma che era proprio per questo che i Nascosti e sopratutto i demoni, potevano insidiarli molto più facilmente.

- Jace cosa vuoi fare? - domandò

Il biondo scrutò negli occhi di Alec. Il fratello e suo parabatai non aveva detto una parola.
Si era limitato a incrociare le braccia al petto ma non aveva emesso alcun ordine. Quando andavano in missione, era lui a comandare e impartire ordini e direttive che quasi sempre, Jace ignorava.

- Non sono io a dover decidere. Allora Alec cosa facciamo? - domandò infine

Il corvino sembrò pensarci per qualche minuto per poi dire senza altri preamboli tutto ciò che Jace, non si sarebbe mai immaginato di sentirgli dire.

- Va bene. Portiamola al Istituto, deciderà papà del suo futuro -

Detto questo i tre Shadowhunter uscirono dalla stanza.

Jace si voltò verso la ragazza osservandola. Si era addormentata contro il suo petto, le ciglia lunghe avevano intrappolato qualche lacrima che rigandole la guancia, era scivolata sul suo volto ancora molto pallido forse per via dello spavento.
Le passò con attenzione la mano sulla schiena e l'altra la usò per sollevarla tenendola stretta al suo petto. Provò uno strano miscuglio di emozioni mentre usciva dal Pandemonium.

Da una parte era felice di poter tornare a casa, dopo una missione così stancante. Non vedeva l'ora di farsi una doccia e curare eventuali ferite, anche se non erano poi così gravi.
Ma d'altra parte...era preoccupato.

Quella ragazza stretta contro il suo petto, cosa ci faceva in quella stanza e come aveva fatto a sopravvivere al segugio infernale senza riportare nemmeno una ferita?
Decise di non rifletterci troppo ci avrebbe pensato in seguito e aumentando il suo passo, finalmente raggiunse i fratelli e la rossa che lo aspettavano nel parcheggio.

Jace montò in macchina accanto ad Alec al posto di guida, affidò la sconosciuta a Isabelle e Clary la sua parabatai sedute sul sedere posteriore.
La macchina si accese sfrecciando lontano dal locale, scomparendo poco dopo dagli sguardi di tutti.
Era il momento di tornare al Istituto ma nessuno dei presenti in quella macchina, poteva immaginare quali incredibili verità, sarebbero state rivelate l'indomani.
  
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