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Autore: _Atlas_    04/03/2019    3 recensioni
A volte non serviva a niente rifugiarsi in laboratorio, i pensieri si aggrovigliavano tra loro negandogli la lucidità e l'ansia prendeva a tormentarlo senza lasciargli scampo.
A volte, da solo, pensava di non farcela.

Raccolta incentrata su alcuni temi importanti della vita di Tony Stark, con la presenza di personaggi fondamentali per il suo percorso.
[Dal post-Iron Man 3 ad Avengers: Endgame]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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5.

Wonderwall






La luce ambrata del tramonto californiano accarezzava le sue palpebre chiuse, cullate dal calore del sole.
Era steso sull'enorme materasso in camera da letto, con le braccia incrociate dietro la nuca e inerme, completamente immerso in quell'atmosfera che profumava di vaniglia e sapeva di casa.
Il suo petto si alzava e abbassava a intervalli regolari, trovando una quiete non definitiva e che negli ultimi giorni aveva pensato di non poter più raggiungere.
Ma in effetti, pian piano, qualcosa era cambiato.
Forse Rhodey non aveva sbagliato a dirgli di affrontare il dolore e forse le lacrime che aveva infine versato erano davvero servite a qualcosa.
O forse – pensava - era solo stato il ritorno di Pepper a rendere tutto più sopportabile.
Gli aveva offerto una spalla su cui piangere e aveva ascoltato con pazienza tutto quello che aveva avuto bisogno di dirle e raccontarle, senza tacere niente e senza nascondersi dietro maschere che si era scoperto incapace di indossare, almeno davanti a lei. L'aveva lasciata entrare nella sua gabbia e ora cercavano di distruggerne le sbarre insieme, una dopo l'altra, con le dovute difficoltà.
La sentì canticchiare un motivo degli U2, mentre sistemava accuratamente i vestiti dentro l'armadio, togliendoli da una valigia che Tony sperava di non rivedere mai più nella sua vita.
Si lasciò avvolgere da quella illusoria serenità, nonostante fosse ben consapevole che i suoi pensieri avrebbero voluto combattere altre battaglie; poteva ancora sentire l'eco delle parole di Rogers, bollenti nel gelo siberiano, e riusciva ancora a vedere nitidamente lo sguardo dei suoi genitori un attimo prima che una mano nemica ponesse fine alle loro vite per sempre.
L'istinto gli imponeva di seguire quei pensieri e stuzzicava le sue membra per far tornare la rabbia che in quei momenti aveva rischiato di sommergerlo, eppure lui restò inerme, deciso a non cedere a quella morsa terribile e sforzandosi di indirizzare il pensiero verso ciò che nella sua vita continuava ad avere senso.

Aveva ancora gli occhi chiusi quando le lacrime iniziarono a rigargli le guance.
Non aveva assolutamente voglia di piangere, era crollato una volta e non era intenzionato a replicare quel momento, quindi le ricacciò indietro e improvvisò un sonoro sbadiglio fingendo indifferenza, a dispetto della maschera che aveva scelto di non indossare più di fronte a Pepper.
Stava bene, erano sulla buona strada per far funzionare di nuovo tutto, si stava godendo un meraviglioso tramonto come solo a Malibu gli era consentito fare, perchè mai avrebbe dovuto piangere?
La donna intanto aveva smesso di canticchiare, senza lasciarsi insospettire troppo dal silenzio del compagno. Da quando era tornata aveva notato il suo cambio d'atteggiamento, molto più serio e stranamente poco propenso al dialogo, ma del resto sarebbe stato più preoccupante vederlo ridere e scherzare come al solito, vista la situazione.
"Questa mattina Happy non è venuto alle Industries" spezzò il silenzio, ripiegando con cura l'ultimo maglione e riponendolo in un cassetto. "Credi stia bene?"
Non ottenendo risposta si decise a guardarlo e a sfiorargli il ginocchio con la mano, sorridendo appena. "Dormi?"
Tony aprì quindi gli occhi, sforzandosi di sembrare naturale. "No, stavo solo..." tentò di dire con scarso successo per poi cambiare idea e rispondere alla sua domanda. "Comunque, Happy è a New York con Parker...gli ho chiesto di dargli un'occhiata. Tornerà la settimana prossima."
"Ah, d'accordo" annuì distratta Pepper, mordendosi il labbro. Non voleva sembrare apprensiva, ma si era chiaramente resa conto degli occhi rossi di Tony e di come ci fosse qualcosa che non andasse.
Non era stato semplice confrontarsi con ciò che le aveva raccontato solo pochi giorni prima, e un conto era sostenerlo in un improvviso scoppio di fragilità e un conto era stabilire in che modo aiutarlo in quel momento così delicato. Era sicura di non poter sostituire in questo una persona più in gamba ed esperta di lei, ma d'altra parte Tony si era sempre mostrato poco incline all'idea di parlare con uno psicologo e insistere sarebbe stato solo controproducente.
Si sedette quindi al suo fianco continuando a cercare una soluzione all'apparenza inesistente.
Avrebbe potuto distrarlo, raccontargli della mattinata sfiancante che aveva passato alle Industries o della telefonata che suo zio Morgan le aveva fatto per dirle dei due alpaca che aveva sistemato nella sua fattoria - dei banali pretesti per indirizzare la sua mente verso altre direzioni - ma in cuor suo sapeva che sarebbe stato inutile e, a pensarci bene, persino sbagliato.
Tony aveva bisogno di vivere quel dolore – e aveva avuto modo di discutere sulla questione anche con Rhodes, che si era dimostrato più che esaustivo al riguardo - , distrarlo avrebbe solo peggiorato la situazione, senza considerare che non era mai stato troppo bravo a gestire le "distrazioni" senza correre il rischio di farsi del male.
Si chiedeva se la sua vicinanza avrebbe potuto fare la differenza, ma giudicando da come l'aveva accolta solo due giorni prima era convinta che non fosse il caso di lasciarlo solo, considerando anche quanto significasse per lei tornare ad averlo vicino.
Venne quindi distratta proprio dalla sua mano, che si adagiò sulla sua schiena iniziando ad accarezzarla lentamente. Quel gesto la convinse a interrompere del tutto i suoi pensieri e a sdraiarsi al suo fianco, aspettando solo una manciata di secondi prima di stringersi a lui.
Tony fu grato che non gli stesse facendo domande, non sarebbe stato in grado di spiegare a parole la marea di emozioni che lo stava poco a poco sommergendo e dalla quale sembrava non avesse forze per scappare. In realtà sapeva di avere abbastanza coraggio per combattere quella furia, ma qualcosa in fondo al cuore gli urlava che era ancora troppo presto per risalire a galla e che aveva bisogno di sprofondare un po' di più prima di iniziare a riemergere.
Di nuovo, le lacrime presero il sopravvento ma questa volta decise di non ricacciarle indietro e lasciò invece che gli solleticassero le guance fino ad impigliarsi nel pizzetto.
Per un momento si chiese come facesse Pepper a volerlo ancora, a continuare a stargli accanto nonostante quel che di sè riusciva a offrirle; sentì una sua mano accarezzargli lievemente il petto e stringersi ancora un po' di più al suo corpo e pensò che la risposta a quelle domande non l'avrebbe mai accettata fino in fondo, perchè in cuor suo credeva di non meritarla. Eppure ne aveva bisogno, adesso più che mai.
Si lasciò perciò stringere, avvolgendola a sua volta tra le braccia in una stretta che avrebbe volentieri prolungato in eterno, mentre le sue lacrime fermavano a poco a poco la loro corsa sul suo viso.
L'ultimo raggio di sole accarezzò i loro corpi uniti, un attimo prima di sparire dietro l'orizzonte e lasciare il posto alle prime stelle della notte.
Un sospiro profondo mosse il petto di Tony, e a dispetto di tutto un lieve sorriso comparve sulle sue labbra, illuminandogli il volto.









Nda
Buon lunedì :D
Non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, essendo il "post-Siberia" uno dei prompt che preferisco per far interagire Tony e Pepper. Ammetto di non essere del tutto soddisfatta del risultato, un po' perchè temo di essere andata troppo OOC e un po' perchè nell'ultima parte ho esagerato con il fluff (vi prego di farmi sapere se è davvero così esagerato).
Anyway, "affrontare il dolore" credo sia il punto di partenza per poter superare certe situazioni, e visto che sia in Spiderman: Homecoming sia in Infinity War Tony mi è sembrato relativamente tranquillo, ho pensato che potesse averci lavorato su.
E' chiaro che in questa situazione l'aiuto di Pepper consiste per lo più nell'ascoltarlo e nello stargli vicino, e questo è anche il motivo per cui ho voluto evitare i dialoghi. Certe volte le parole servono a poco, anche se in altre storie ho comunque affrontato il tema in maniera più esplicità ----> pubblicità occulta :')

Come sempre, ringrazio chi continua a seguire e a commentare questa raccolta <3
Con il prossimo capitolo me la prenderò un po' più con calma, chè ho bisogno di studiarmelo bene e sono già in preda all'ansia :')

Alla prossima,

_Atlas_
   
 
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