Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    08/03/2019    9 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Era passata una settimana dalla fallita missione a Marley.
Per i ragazzi non fu semplice tornare alle loro routines di soldati scelti, perché la nuova situazione di Levi richiedeva particolari trattamenti che dei ragazzi che avevano passato l'intera adolescenza in una caserma non erano del tutto pronti a fare. Però, con tanta pazienza e una buona dose di ingegno e buon senso, riuscirono a cavarsela, nonostante tutto.
Era l'alba quando Eren si svegliò.
Quella notte aveva dormito poco, poiché Levi faticava ad addormentarsi, ed era stato costretto a cullarlo finché entrambi non si addormentarono, sul letto del ragazzo di Shigashina.
Aprì gli occhi, osservando il piccolo, profondamente addormentato vicino a lui, con un pugnetto che gli copriva la boccuccia e l'altro stretto alla camicia del suo pigiama. Era ancora strano, per lui, pensare che quel bambino, il più delle volte tranquillo, era stato il soldato più temuto dell'esercito.
Con estrema delicatezza lo sollevò, riuscendo a non svegliarlo, e lo adagiò nella piccola culla, che avevano recuperato da un contadino della zona e avevano sistemato nella stanza di Eren e Armin, così che il piccolo potesse essere tenuto d'occhio dal suo baby sitter in ogni momento. Il giovane sistemò la copertina e poi si avvicinò al letto dell'amico, scuotendolo leggermente.
"Levi sta dormendo." disse "Io vado a farmi una doccia, dagli un'occhiata intanto che non ci sono."
Il biondo si strofinò gli occhi e annuì, guardando la culla con aria assonnata, e l'altro prese l'asciugamano, il cambio e l'uniforme pulita e uscì dalla stanza, diretto alle docce comuni degli ufficiali.
Eren scese le scale e uscì dall'edificio, andando dritto verso il fabbricato dei bagni. Di solito ci sarebbero stati dei turni, poiché il locale era usato sia dagli uomini che dalle donne, ma degli unici ufficiali presenti in caserma le donne erano soltanto tre, Hanji, Sasha e Mikasa, e di solito non usavano le docce a quell'ora, ma più tardi; inoltre il suo impegno a tempo pieno con il piccolo Levi gli impediva di rispettare tutti i turni, quindi doveva sfruttare i momenti di calma come quello per riuscire a darsi una lavata.
Entrò nello spogliatoio e si spogliò, avvolgendosi l'asciugamano attorno alla vita, quindi dispose i vestiti su uno degli scaffali, si sciolse i capelli e, finalmente, entrò nel locale.
Ma si bloccò appena varcata la soglia, con lo sguardo fisso di fronte a sé, verso Mikasa, avvolta in un largo asciugamano e con i corti capelli ancora gocciolanti per essere appena uscita dalla vasca.
"Ehm... credevo che dormissero ancora tutti." sì giustificò, distogliendo lo sguardo.
"Mi sono svegliata presto. Sasha stava parlando nel sonno e non sono più riuscita ad addormentarmi." rispose lei, avvicinandosi "Tu, piuttosto, come mai sei già in piedi? Hai dormito almeno un po'?"
"Levi mi ha tenuto svegliò fino a tardi." spiegò il giovane, sospirando rassegnato "Prima aveva le coliche, poi ha avuto un incubo e ci ho messo parecchio a calmarlo... Ora sta dormendo sodo, così l'ho lasciato in camera con Armin e ne ho approfittato per farmi una doccia."
Mikasa scosse la testa, sorridendo, e gli poggiò una mano sul petto, guardandolo negli occhi.
"Va bene, ti lascio andare, almeno sarai concentrato per l'addestramento di oggi, che viene Historia a vederci."
Eren annuì e, finalmente, entrò nel locale doccia, si lavò velocemente e, finalmente, si concesse un caldo bagno ristoratore.
Ricordava ancora quando, quattro anni prima, era entrato per la prima volta nel locale docce degli ufficiali. Non era abituato a tali comodità, poiché durante i tre anni di Accademia Cadetti avevano dovuto arrangiarsi con bacinelle, secchi e acqua il più delle volte fredda, e anche i primi tempi nell'Armata Ricognitiva, come soldato recluta, seppur con speciali trattamenti dovuti alla sua condizione, non se la passava meglio. Avere l'acqua corrente e una vasca con l'acqua alla giusta temperatura in cui immergersi era un vero lusso, che potevano permettersi solo gli otto ufficiali decorati del Corpo di Ricerca rimasti in servizio dopo la cerimonia di consegna delle medaglie, e lui era uno di questi.
Quando, finalmente, uscì, i soldati del turno di guardia notturno avevano già dato il cambio a quelli della mattina, così si sbrigò ad andare a posare le sue cose in camera per raggiungere gli altri nella sala comune per la colazione.
Quando arrivò, al tavolo riservato loro era il caos: i ragazzi avevano già cambiato Levi, e dovevano dargli la colazione, ma una distrazione di Connie e Jean aveva fatto precipitare la situazione, e Sasha stava trangugiando grosse cucchiaiate del semolino alle verdure destinato al bambino, bloccata però da Jean e Mikasa, Connie cercava di toglierle il cucchiaio dalle mani e Levi, in braccio a Armin, urlava e si agitava, sporgendosi verso il gruppetto per riavere indietro la sua colazione.
Scosse la testa, non era la prima volta in quella settimana che assisteva a una scena simile, e ormai aveva capito come agire. Si avvicinò alle spalle della giovane e le passò un braccio attorno al collo, mentre gli altri ancora la tenevano bloccata.
"Appena perde i sensi tenetevi pronti! Ha la pelle dura, non resterà svenuta per molto!" ordinò, stringendo leggermente la presa, finché Sasha, finalmente,non mollò.
Jean afferrò la posata e la rimise accanto alla scodella del piccolo, il quale fissò il semolino, facendo un verso schifato.
"Effettivamente quel pastone ha l'aria parecchio schifosa..." commentò Connie "Solo Sasha avrebbe il coraggio di mangiarlo."
"Non è schifato dal semolino." spiegò Armin, alzandosi e passando Levi al suo amico d'infanzia, per poi prendere la posata "Gli fa solo schifo usare un cucchiaio sporco, come farebbe schifo al vecchio Levi. Vado a cambiarlo, così riusciamo a farlo mangiare."
Eren prese meglio il piccolo, sedendosi a capotavola, e il bambino lo strinse, finalmente calmo, almeno finché il suo sguardo non fu attirato dalla medaglia che il ragazzo teneva al collo, sopra alla chiave dorata ormai inutile ma da cui il giovane non si separava mai.
"Cosa c'è?" domandò, calmo, quando la piccola manina afferrò il cordino che teneva il gioiello su cui era incastonato un grosso smeraldo "Ne hai una anche tu, lo sai? E prima o poi potrai mostrarla di nuovo. Ma ora devi mangiare."
Afferrò il cucchiaio che gli porgeva Armin e, finalmente, imboccò Levi, riuscendo a fargli mangiare tutto, e quando fu sazio finalmente poté consumare la sua colazione in tranquillità.
Poco dopo anche Hanji si avvicinò, passando in rassegna i suoi sottoposti e fermandosi alle spalle di Eren.
Levi la fissò incuriosito, per poi nascondere il visino contro il petto del suo babysitter quando lei gli sorrise.
"Ohhh, ma guarda, fai il timido?" esclamò la donna, intenerita "Ma lo sai che sei proprio carino quando fai così?"
Il piccolo si nascose di nuovo, borbottando nel buffo modo dei bambini e continuando a stringersi a Eren, che lo prese meglio, per poter finire di fare colazione.
Hanji stava per aggiungere altro, quando una delle guardie di vedetta all'ingresso della caserma entrò di corsa e la affiancò, parlandole all'orecchio.
"Dannazione... Di già?" borbottò, rivolgendosi poi all'intera sala, in tono di comando "Tutti in piedi! Rendiamo omaggio alla Regina delle Mura!"
E, appena terminò la frase, la porta si spalancò e Historia fece il suo ingresso.

   
 
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