Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    10/03/2019    9 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La giovane regina entrò nel locale mensa.
Camminò lenta, tra i tavoli dei soldati, scattati in piedi all'ordine del comandante di legione. Sembravano lontani gli anni in cui si addestrava per diventare un soldato, prima del colpo di stato dell'esercito che l'aveva fatta salire al trono, eppure non era passato troppo tempo, solo quattro anni.
Guardava, distaccata, gli uomini e le donne che, negli ultimi quattro anni, avevano deciso di entrare in quel corpo una volta tanto criticato, ma ora osannato perché era grazie a loro se dentro le mura non si viveva più nella paura di un imminente attacco dei giganti che una volta infestavano l'esterno delle mura.
Trasmetteva sicurezza ed eleganza, nonostante la bassa statura e la corporatura esile... e il pancione che indicava una gravidanza ormai giunta al sesto mese.
Camminò fino al tavolo degli ufficiali, fermandosi di fronte a Hanji, ancora sull'attenti, con il pugno chiuso posato sul cuore. La guardò, poi spostò lo sguardo sugli altri sei, anch'essi nella stessa posizione, seppure Eren sembrava avere qualche difficoltà a mantenerla, dato che Levi non riusciva a stare fermo e aveva preso ad esaminargli lo spolverino dell'uniforme.
"Avete già fatto colazione?" domandò, rivolta al comandante.
"Abbiamo finito adesso, maestà." rispose l'altra "Stavamo per prepararci per l'addestramento."
"Va bene, incamminiamoci. Nel frattempo vorrei notizie di prima mano sulla missione della scorsa settimana." acconsentì la bionda, spostando lo sguardo sul piccolo Levi, ora intento a manipolare la chiave appesa al collo del suo babysitter.
Hanji annuì e fece cenno ai suoi sottoposti, i quali seguirono lei e Historia fuori dall'edificio, fino alle scuderie, dove erano stati già preparati cavalli e carri per il breve viaggio fino al campo di addestramento riservato.
Eren si fermò di fronte a uno degli animali e gli carezzò il muso, Levi si sporse e lo imitò, strappandogli un breve sorriso mentre il piccolo gli toglieva il pezzo di carota dalla mano per porgerla al grosso stallone, e rideva per il solletico sulla manina quando l'animale accettò il dono.
"Quasi non sembra lui." commentò la regina, affiancandoli e facendo a sua volta una coccola al cavallo "È sempre così allegro e sorridente... Non sembra l'uomo posato e quasi apatico che conoscevamo."
"All'inizio ho pensato lo stesso." ammise il ragazzo, controllando le briglie e la sella "Ma ti posso assicurare che ha mantenuto le stesse manie di prima... E a volte ha anche lo stesso caratteraccio. Piuttosto dimmi di te: come va la vita a palazzo?"
La giovane sospirò e si carezzò il pancione, guardandosi intorno.
"In questa condizione ho molta meno libertà di quanta ne avessi prima, ma li capisco: oltre a proteggere me devono proteggere anche mio figlio." spiegò, carezzando la manina che Levi allungava verso di lei.
"Sai, ammetto che quando è arrivata la notizia sono rimasto sorpreso. Credevo che tu avessi gusti... diversi." rivelò, prendendo meglio il bambino.
"Beh, anche tu sei pieno di sorprese: vedo che ci sai proprio fare con i bambini. Mi sa che potrei assumerti come babysitter di palazzo." scherzò l'altra.
"Senti, piccoletta, ho già tanto da fare con lui, se permetti preferirei evitare."
"Ehi, io non sono piccoletta! Sei tu che diventi sempre più alto!" esclamò la bionda, colpendogli amichevolmente il braccio, mentre lui saliva a cavallo e sistemava il piccolo di fronte a lui, in sicurezza.
Eren sorrise e scosse la testa, poi Historia venne scortata fino al suo carro e si diressero al campo d'addestramento.
Sì sistemarono, Levi venne temporaneamente affidato a Historia, la quale si sedette con lui in una zona riparata, in attesa dell'inizio della simulazione.
Il piccolo si guardava intorno, indicando ciascuno dei ragazzi e facendo dei versi allegri, che divennero urli d'ammirazione e di incitamento quando Eren e Armin, in successione, assunsero la forma di gigante.
Eh, sì, qualunque altro bambino si sarebbe spaventato ad assistere a uno spettacolo del genere, ma lui non era come gli altri bambini, per cui a ogni azione, ogni movimento dei due giganti urlava eccitato, e non si perdeva nulla di tutte le azioni sul campo.
Mikasa si avvicinò, senza perdere d'occhio il resto del gruppo.
"Tutto bene qui?" domandò, tenendo ben saldi in entrambe le mani i comandi della manovra tridimensionale.
"Sì, Mikasa." rispose la giovane donna, prendendo meglio il bambino "Anche Levi sembra apprezzare."
L'altra sorrise. Stava per aggiungere altro, ma nel campo di battaglia simulato successe l'impensabile: Eren stava correndo nella loro direzione, i muscoli tesi e le nocche coperte dal cristallo indurente, affiancato da Jean e Sasha, a cavallo; ma, per qualche motivo, l'animale del ragazzo si agitò e lui non riuscì a calmarlo in tempo, tanto che rischiò di finire sotto il piede del gigante, ed Eren, nel tentativo di evitarli, inciampò, fece una capriola e atterrò, in ginocchio, a pochi metri dalle due donne.
Pochi secondi dopo, Eren emerse dalla collottola del Titano e si lanciò con un balzo verso Jean, afferrandolo per la mantella e tirandolo giù dal cavallo a forza.
"Stronzo di un Kirschtein! Fai attenzione! Per colpa tua avrei potuto uccidere Historia e Levi!" esclamò, rabbioso, prendendolo a pugni.
"Senti chi parla!" ringhiò l'altro, rispondendo ai pugni con altrettanta rabbia "Quella tua brutta faccia del cazzo ha spaventato il mio cavallo! È colpa tua se Historia ha rischiato grosso!"
Gli altri li raggiunsero, cercando di separare i due, ma senza successo.
Ci vollero cinque minuti prima che qualcuno potesse intervenire attivamente, dato che nemmeno Hanji e Mikasa riuscirono a farli calmare.
Un urlo acuto squarciò l'aria, bloccando la zuffa lì dove era. Tutti si voltarono verso la fonte di quel suono.
Levi fissava i due litigiosi ragazzi, con i pugnetti chiusi, gli occhi rabbiosi e la boccuccia serrata in una smorfia severa.
Eren si alzò di scatto e, con un balzo, gli arrivò di fronte, lo prese su e iniziò a cullarlo, cercando di farlo calmare; ma il piccolo sembrava non volerne sapere, borbottò arrabbiato e gli tirò dei pugni sul petto.
"Ecco, vedi? Ora è arrabbiato! Sicuramente stanotte non dormirà, e tutto per colpa tua, idiota!" si lamentò, fulminando con lo sguardo il commilitone, che si era avvicinato a sua volta.
"Colpa mia?! Sei tu che mi sei saltato addosso per primo, coglione!" protestò l'altro, stringendo i pugni.
Levi urlò di nuovo, allungandosi verso Jean e afferrandolo per il naso, infilando le dita nelle narici fino a dove riuscì ad arrivare e strappandogli un urlo di dolore.
"Okay, ora basta. Lo abbiamo capito, ora molla la presa!" concluse Eren, prendendogli delicatamente il polso e allontanando la manina dal naso dell'altro.
Il bambino si fissò la mano e fece un verso disgustato. Il ragazzo sospirò e gliela pulì con il suo fazzoletto, poggiandosi con la schiena al carro di Historia quando Hanji diede un quarto d'ora di pausa.
"Sembra proprio che ti sia affezionato a lui." commentò la bionda, avvicinandosi.
"Hai letto il rapporto della missione... è a causa mia se è ridotto così." spiegò, massaggiandosi gli occhi "Hanji mi ha dato questo compito come punizione per la mia insubordinazione... È una settimana che dormo male: prima la febbre, ora ha gli incubo, o altri problemi... credimi, è davvero stressante... ma devo farlo, almeno finché non sappiamo qualcosa di più, almeno se è possibile farlo tornare come prima. Stiamo facendo delle ricerche, e le memorie dei giganti non dicono molto, senza contare che al momento sembra che mio padre prevalga sugli altri. Certo, i suoi ricordi sono utili per capire come comportarmi con Levi, ma vorrei anche avere accesso ad altre informazioni, se ce ne sono..."
"E se non ci fosse modo di farlo tornare come prima cosa farai?" domandò, a bruciapelo, Historia.
"Non lo so, davvero." ammise Eren, togliendo dalle mani del piccolo la chiave che teneva al collo "Di sicuro non posso tenerlo: un bambino ha bisogno di una famiglia stabile, e io sono solo un soldato maledetto che vivrà per altri quattro anni al massimo..."
"Allora trova qualcuno con cui mettere su famiglia, che si possa prendere cura di lui anche quando non ci sarai più." suggerì la giovane, sorridendo.
"Historia, lo ripeto: sono un soldato. Casa mia è la caserma, è raro che esca di lì e vada a farmi un giro in città da solo; non ho la possibilità di conoscere altra gente al di fuori dei miei compagni, per cui come farei a trovare qualcuno per mettere su famiglia?"
"Non c'è nessuna legge che vieta le relazioni tra colleghi." riferì, calma, la ragazza "Non più, almeno, dato che l'ho fatta togliere. Perché non cerchi qui dentro? Sasha è una bella ragazza, e Mikasa la conosci fin da bambino... oppure hai altre preferenze? Da come vi picchiate, magari potresti chiedere a Jean se..."
Eren rise, scuotendo la testa.
"Va bene, ci penserò." concluse, rimettendole in braccio Levi "Ora vado, la pausa è terminata."
Detto questo si allontanò, raggiungendo il resto del gruppo e trasformandosi a metà strada, in un lampo di luce, sotto gli occhi ammirati di un bambino esultante che ormai dipendeva completamente da lui.

   
 
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