PARTE QUINTA
Ci conosciamo?
Chapter XII
Car Radio*
Silenzio. Silvia guidava in silenzio. Sentiva solo il sordo rumore degli pneumatici che sfrecciavano sull'asfalto rovinato da numerose buche, il suo respiro, i suoi pensieri. Catherine si era addormentata con il viso rivolto al panorama alla sua destra per nascondere le lacrime. Poi i pensieri nella testa di Silvia si fecero più rumorosi e insistenti, urlavano e avevano la voce di Theck. Strizzò gli occhi stando attenta a non sbandare, ma continuava a sentire la voce del demone, a ricordare il volto di Maria, a sentirsi sussurrare il nome di Amnesha...
Rallentò ed accostò. Aveva bisogno di distrarsi o tutto quel silenzio l'avrebbe divorata fino alle ossa. Senza svegliare Catherine, aprì il vano portaoggetti appoggiando lo sportello sulle ginocchia dell'amica. Vi trovò, andando a tastoni, un album, Cleopatra dei Lumineers, e lo scartò; poi trovò quello che stava cercando. Chiuse lo sportello ed aprì l'album scelto con un sorriso, inserì il cd nell'autoradio, andò diretta alla seconda traccia, e Lies** riempì l'abitacolo di note rincuoranti e cariche di energia. I Lumineers avevano il potere di tranquillizzarla, ma i Last Illusion le permettevano di non pensare alle cose tristi appena vissute. Inoltre conosceva di persona il bassista, avevano fatto assieme i tre anni di scuola media e sapere che era riuscito a fare così tanta strada, be', la faceva sentire ancor più felice.
Catherine parlò nel sonno. Disse qualcosa che somigliava ad «Abbassa la musica», ma anche a «Ga bassa la mòlfica».
Silvia rise di gusto e Lies venne ridotta al cinquanta per cento, smettendo di far rimbombare le casse della Nissan Navara. «Buongiorno!» esclamò Silvia.
«Cosa vuoi dire? Che sarà una buona giornata che mi piaccia o no o che sarà una giornata senza mostri o fantasmi?» bofonchiò la più piccola riprendendo una posizione più comoda sul suo sedile.
«Ah, Lo Hobbit! Più o meno...» sussurrò Silvia. Quel libro significava molto per lei e Catherine lo sapeva. Le aveva ridato alcune speranze che i suoi genitori cercavano sempre di toglierle, la speranza di, un giorno, intraprendere un viaggio, un viaggio proprio come quello che stava compiendo in quel momento.
«Dove siamo?»
«Che tu ci creda o no» rise Silvia tenendo il tempo della musica, «ho seguito l'istinto e ora siamo a La Cugna.»
«Dove?!»
«Manca poco a Pistoia...»
«E perché siamo qui?!»
«Non lo so...»
Loro non lo sapevano, ma io sì.
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*https://www.youtube.com/watch?v=92XVwY54h5k (tasto destro del mouse, apri in un'altra finestra)
**https://www.youtube.com/watch?v=ubnDYkD2kr0 (tasto destro del mouse, apri in un'altra finestra)
E sì, conosco davvero il bassista... Per come lo conosco io, posso dire che è un ragazzo d'oro, nonostante non ci si veda mai. Avrà anche lui i suoi difetti, come tutti, ma è stato l'unico a non farmi mai stare male durante quei tre terribili anni alle medie e per me è davvero molto importante. Ci tenevo a dirlo.