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Autore: StregaDAutunno    18/03/2019    2 recensioni
"Ti sei unito alla ciurma della Walrus John Silver, siamo pirati, siamo fratelli, e se ce lo permetterai ti prometto che non ti lasceremo combattere da solo, mai più."
1715, ex colonia britannica di Nassau.
John Silver si unisce alla ciurma della Walrus, nave pirata guidata dal misterioso capitano James Flint.
Le parole pronunciate dal medico di bordo Leni Morgan seppur sincere si scontrano con la realtà dei fatti, in una trama fitta di segreti e tradimenti, e risvolti che neppure lei dopo tanti anni a Nassau poteva prevedere.
La salvezza forse risiede in un consiglio che lei stessa ha dato al nuovo arrivato: "Qui contano solo due cose. Rispetto e lealtà. Concedile alle persone giuste e loro le concederanno a te."
Storia ispirata alla serie Black Sails.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Billy Bones, James Flint, John Silver, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice: 
Questo capitolo è un po' lungo, chiedo venia, quindi  mettetevi comodi prima di iniziare la lettura. ;) 
 
 
 
"Sapevi tutto e non mi hai detto niente? Maledizione Charles!" 
Eleonor Guthrie lo guardava con rabbia e disappunto.
Quella voce stridula.
Dio, quanto gli era mancata, pensò Charles Vane.
Quel tono acuto le era sfuggito spesso quando stavano insieme, quando la trascinava tra le lenzuola per fare l'amore.
Le rivolse un mezzo sorriso: "Non sono una spia."
"Avresti dovuto avvisare Flint!"
"Non devo nulla a quello stronzo."
"Allora avresti dovuto avvisare me!"
"Perché, a te invece devo qualcosa?" le rispose con la sua voce roca.
Dio, quella voce graffiante, le mancava sentirla nel suo orecchio, quando lui pronunciava il suo nome, le sue guance ruvide contro il suo collo candido, i loro corpi avvinghiati insieme.
Eleonor scacciò quel ricordo, non era il momento per lasciarsi travolgere da ciò che c'era stato tra lei e il capitano Vane.
"Charles, non c'è in gioco solo la vita di Flint, ma anche quella di valorosi pirati. So che nutri delle simpatie per alcuni membri del suo equipaggio. Se non ci aiuti moriranno. E perderemo anche il tesoro, cosa non secondaria." spiegò Eleonor "Per favore, aiutami."
Vane la scrutò per un istante, poi sbuffò: "Va bene, lo farò, in memoria dei tempi in cui ti ho amata." lo disse in tono ironico ma entrambi sapevano che non stava esattamente scherzando.
Eleonor gli sorrise: "Grazie Charles, lo apprezzo molto." 
"Sì sì." rispose lui, poi posò lo sguardo sull'altra persona nella stanza "Senza perdere altro tempo, cosa volete che faccia?"
 
 
Quando Dufresne si svegliò si trovò davanti Flint e Billy, erano seduti sul divanetto e lo stavano fissando.
Provò a muoversi ma i polsi e le caviglie erano legate belli stretti. 
Dove sono? Sono a terra...Sì...Mi hanno colpito...sanno tutto..., realizzò dopo un attimo di confusione.
"Buongiorno raggio di sole." lo prese in giro John, era in piedi dall'altra parte della stanza.
Flint si alzò e si accovacciò accanto a lui, in mano aveva la lettera: "Dobbiamo discutere di alcune cose Dufresne. Sappi che Leni è andata a chiamare Joji, con lui canterai in 10 minuti. Ma posso risparmiarti tanto dolore, se confessi adesso ciò che hai omesso di dire a Billy." si rialzò e si sedette sulla poltrona.
"Cos'altro c'è da dire." gli sibilò il contabile una volta ritrovata la voce "Lo sai che la tua amica, Mrs. Barlow, ha scritto una bella lettera all'ammiraglio Edward Allister chiedendogli di perdonare tutti i tuoi peccati e reintegrarti nella loro bella società civile. E noi, i tuoi uomini, siamo il prezzo da pagare per la salvezza della tua anima." 
"Sappiamo entrambi che sono tutte stronzate e che quella lettera è un falso." disse Flint.
"No, non lo è." rise Dufresne "La tua strega l'ha scritta, con la tua approvazione, e ormai non si può più tornare indietro. Avete orchestrato tutto per salvarvi e alla fine porterete anche Leni con voi. D'altronde siete della stessa razza, voi tre. Non come noi, miserabili plebei." rispose Dufresne, si girò a guardare Billy "La tua sirenetta è pronta a tornare a casa, alle sue belle stanze lussuose e ai suoi vestiti di seta, fattene una ragione Billy, non sei stato niente di più di un passatempo per lei."
Il nostromo scosse la testa, si alzò e si chinò su di lui: "Pensi che io creda alla tua storiella? Come ha detto Flint la lettera è falsa."
Dufresne rise di nuovo: "Ti sei convinto di questo per non ammettere che lei ti sta lasciando Billy. Il tradimento di Flint è reale, amico mio, così come quello di Leni...Ti guarderà penzolare dalla forca, e si dimenticherà di te molto presto."
"Basta giochetti, dicci la verità." gli intimò il capitano.
Ma Dufresne serrò le labbra e guardò altrove.
Billy sospirò e guardò Flint: "Non ci resta che attendere Joji."
Flint annuì: "Devo vedermi con Gates per aggiornarlo, voi non perdertelo di vista, sarò di ritorno fra breve, e per allora spero di avere delle risposte."
Flint era stranamente calmo considerata la situazione, la quale certamente richiedeva un doveroso autocontrollo ma quella flemma non era da lui, e Billy si chiese se non fosse tutta una messinscena per confondere l'avversario.
Rimasti soli Dufresne si rivolse a John e Billy: "Siete ancora in tempo a fermarlo. Se ripartite con lui siete uomini morti, sapete che ho ragione. Io e Hornigold siamo la vostra sola speranza."
"Gesù ma ti senti?" 
"Ti ho raccontato la verità Billy, nient'altro che quella. Non è un problema mio se non ti piace ciò che hai scoperto." Dufresne fece spallucce "La lettera esiste, conferma ciò che ti ho detto, e non è così strano pensare a Flint come a un manipolatore, un uomo che persegue solo il suo interesse. Non lo consideri anche tu così, Billy?"
Il nostromo sbuffò: "Flint non è perfetto. Ma anche se ho dei dubbi su di lui non lo ritengo capace di..."
Dufresne lo interruppe: "Non consideravi me capace di sbirciare le tue scopate con Leni, eppure eccoci qua."
Billy rimase a bocca aperta e John scoppiò a ridere: "Sei bravo a darti la zappa sui piedi, complimenti! Non potevi usare un esempio peggiore!"
"Sto solo dicendo che spesso nessuno è chi dice di essere, tutti nascondono qualcosa. Vero, caro il mio cuoco?" ammiccò Dufresne "Ognuno di noi ha i suoi peccatucci e le sue stranezze, ma queste non escludono la buona fede di una persona, la sua onestà. O tu giudichi le persone da quello che fanno in camera da letto John?"
"No, ma sai, io d'altronde non vado a sbirciare in quelle camere da letto." fece notare Silver, a Billy nonostante tutto sfuggì una risatina.
"Leni ti piace, vero John?" gli chiese Dufresne "Si vede, è sempre gentile con te. Mi domando come cambierebbe la tua opinione se sapessi cosa fa con a letto con Billy."
"Stai molto, molto attento Dufresne." lo ammonì il nostromo, tornando serio.
"Oh caro John" il contabile lo ignorò "il nostro dottore sembra una ragazza così sofisticata ed elegante, ma dovresti vedere che creatura selvaggia diventa dietro a una porta chiusa." 
"Non ti permettere." lo interruppe Billy andando verso di lui, ma John lo fermò con un braccio.
"Non dargli retta, vuole solo farti perdere le staffe per farsi pestare, nella speranza che tu lo stordisca abbastanza da ritardare l'inevitabile." Silver cercò di calmarlo.
"Io lo so perché non vuoi che ne parli Billy." Dufresne continuò a provocarli "Vedi John, Billy vuole che tutti vedano in Leni ciò che vede lui, ovvero una ragazza per bene, dolce e innocente. Lui la vede ancora così, come la ragazza impaurita che ha trovato quattro anni fa nascosta nella nostra stiva, ci credi? Dopo quattro anni che se l'è sbattuta in tutti i modi possibili e immaginabili la considera ancora una vestale vergine da venerare! Ma ti svelo un segreto, Leni non fa nulla che non facciano quelle puttane che lavorano per Noonan." rise, e stavolta John non riuscì a fermare Billy, che piazzò un destro sulla guancia di Dufresne.
John alzò gli occhi al cielo.
"Sì sì, lo so, lo so, mi avevi avvisato." gli disse Billy sgranchendosi le dita.
"È questo che ti infastidisce, vero Dufresne?" gli chiese John.
Dufresne sputò un grumo di saliva rossastra: "Di cosa parli?"
John incrociò le braccia sul petto: "All'inizio l'immagine che avevo di te era quella del guardone con la mano nei pantaloni, ma ora capisco che c'è di più. E non mi riferisco solo all'attrazione che provi per Billy." iniziò a passeggiare per la stanza, piccole falcate cadenzate, parlando con tono teatrale "Tu spiavi gli amplessi ma in realtà a te interessa ciò che viene dopo, non è così? Quello che succede quando ci si accascia esausti sul materasso, quando il respiro ritorna calmo." 
Dufresne deglutì, le labbra serrate, Billy capì subito dalla rabbia nei suoi occhi che John stava colpendo nel segno.
"È quello il momento in cui ti crogioli." Silver gli sorrise gongolante "Leni e Billy abbracciati tra le lenzuola, lui che la stringe, le loro gambe intrecciate, occhi negli occhi, lui che le sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio, li senti scambiarsi qualche parola dolce in quel silenzio, confidarsi segreti e paure, li osservi mentre scivolano nel sonno. È questo che desideri." John si accovacciò vicino a lui, guardandolo negli occhi "Tu agogni quella complicità Dufresne, quell'intimità perfetta che trascende tutto il resto. Per questo non sopporti che Billy tenga così tanto a Leni, vorresti che le loro fossero solo scopate occasionali, sarebbe più facile per te, perché se lo fossero tu forse smetteresti di sentirti così misero, solo e insignificante." pronunciò le ultime parole scandendole lentamente.
Dufresne rimase in silenzio, il respiro gli usciva caldo e rabbioso dalle narici.
Billy abbozzò un sorriso, realizzò che quel discorso gli aveva fatto più male del pugno che gli aveva rifilato poco prima.
"È per questo che hai organizzato questo ammutinamento, ti senti un essere piccolo e inutile, e prendere il controllo della nave ti farà sentire un vero uomo." concluse John alzandosi "Anche se tecnicamente farà tutto Hornigold."
Dufresne rise: "Quello? Ah! Ho proposto io di deporre Flint, di cercare il tesoro per conto nostro!"
"Sì ma il lavoro sporco lo ha fatto Hornigold. Andiamo, avete usato i suoi contatti, le sue spie, l'idea di ferire Gates era sua no? Ha perfino mandato i suoi uomini sulla Walrus per darti manforte, sapeva che da solo con i tuoi amici non ce l'avresti fatta." specificò John, nel camminare gli diede le spalle e così facendo guardò Billy e gli fece l'occhiolino.
John, sei una volpe dal cervello instancabile, pensò il nostromo intuendo la sua strategia.
"Io ho messo in moto tutto John, io ho parlato con Max, io le ho consegnato la mappa! Credi sia stato facile copiarla in così poco tempo senza essere scoperti?" ruggì Dufresne.
"Sì ma a chi pensi che andrà il merito alla fine? A te?" John lo guardò di nuovo "Facciamo un gioco. Facciamo finta che il tuo piano abbia funzionato. Avete spodestato Flint, avete trovato il tesoro e ve ne impossessate. Chi pensi che sarà acclamato dall'equipaggio? Tu oppure Hornigold, che ha guidato la spedizione e comandato la sua nave? E sulla Walrus, chi verrà celebrato? Tu o Billy, l'uomo che volevi proporre come nuovo capitano al posto di Flint, colui a cui avresti fatto leggere la lettera incriminante?" 
Dufresne balbettò: "Non è così che sarebbe andata..."
"Sei solo una piccola vite in questo imponente ingranaggio. Nessuno si ricorderà di te Dufresne, perché tu non hai fatto nulla." concluse John.
"NULLA?" gli gridò Dufresne in preda alla collera "IO HO FATTO TUTTO! Se non fosse stato per me Richard Guthrie non avrebbe mai avvicinato la Barlow! E in quanto al vostro eroe Hornigold, oh beh è solo grazie a me se è stato inserito nell'accordo che abbiamo fatto con la Marina..." le parole gli morirono in gola, e sbiancò. 
Guardò Billy e John, il loro sguardo era compiaciuto.
Si era tradito, di nuovo.
"Ti prego Dufresne, continua pure." gli disse una voce dall'esterno. Flint aprì la porta ed entrò insieme a Joji e Gates, era chiaro che avevano origliato "Direi che adesso abbiamo molto di cui parlare."
 
 
"Sono passati venti minuti." commentò John "Cosa gli starà facendo?"
"È meglio se non sai come lavora Joji." gli rispose Billy.
I due pirati erano seduti a un tavolino al pianterreno della locanda.
"Quando avrà finito Gates ci farà chiamare. Non manca molto secondo me." commentò, bevve un sorso di birra dal suo boccale "Devo farti i miei complimenti John, alla fine se arriveremo a capo di questa faccenda sarà solo merito tuo. Hai scoperto la cospirazione e hai capito come intrappolare Dufresne."
Il viso di John si illuminò a quelle parole.
"In fondo me lo avevi detto che conoscendoti meglio avrei capito che potevamo fidarci di te." Billy gli sorrise "Quella cosa che gli hai detto, su me e Leni, non era solo per farlo arrabbiare, vero?"
John scrollò le spalle: "Volevo infastidirlo perché si tradisse."
Billy appoggiò la schiena alla sedia: "In parte sì, lo hai fatto per questo, ma secondo me volevi che smettesse di dire cattiverie su di lei. E hai dovuto ferirlo profondamente perché lo facesse." John deglutì imbarazzato e Billy rise "Guarda che lo ho apprezzato! Ho visto che vai d'accordo con Leni e volevo solo dirti che mi fa piacere che tu l'abbia difesa."
"Figurati, dovere di gentiluomo." scherzò John. Ma Billy aveva ragione, sentire parlare Dufresne in quel modo di Leni lo aveva infastidito non poco, e aveva reagito di conseguenza.
Non aveva dovuto ferirlo, aveva voluto farlo.
"Eccolo, andiamo." disse Billy, aveva visto Gates in cima alle scale, gli aveva fatto cenno di salire.
Rientrati nella stanza John capì perche a Joji bastava poco tempo per convincere qualcuno a parlare. Dufresne era a terra, ansimava ancora per il dolore, a giudicare dagli occhi rossi e gonfi aveva sicuramente pianto, il mento e le labbra erano sporche di sangue.
Sul tavolino accanto a lui c'erano tre molari con ancora attaccata la radice.
"Allora Dufresne, vuoi raccontarci tutto dall'inizio, per favore?" disse Flint.
Il contabile respirò profondamente, aveva la bocca indolenzita, ma non poteva tacere, no, non poteva sopportare altro dolore: "Ho organizzato tutto prima della nostra ultima missione, prima che attaccassimo la nave del capitano Parrish. Una volta recuperata la pagina ci saremmo assicurati che ci fossero le ultime informazioni per trovare il tesoro, e poi Singleton ti avrebbe dovuto destituire. Avevamo i voti e lui era pronto a ucciderti.
Ma le cose sono andate diversamente, Singleton è morto e io ho dovuto modificare la mia strategia. Avevo bisogno di più tempo e di un nuovo alleato."
"Così hai coinvolto Hornigold e mi hai quasi fatto uccidere." commentò Gates.
"Quei due imbecilli hanno esagerato, io avevo dato istruzioni diverse." rispose Dufresne "Ma non ha più importanza ormai."
"Facciamo un passo indietro, hai detto di aver coinvolto Richard Guthrie, come?" gli chiese Flint.
Dufresne annuì: "Si tratta di un piano parallelo a quello per spodestarti. Richard Guthrie è convinto che se convincerà anche un solo pirata a lasciare la sua vita dissoluta Dio gliene renderà merito, così ne ho approfittato. Gli ho detto che io e altri uomini eravamo intenzionati a cambiare vita ma non potevamo farlo senza il suo aiuto, gli ho fatto credere che perfino il famigerato capitano James Flint fosse interessato alla cosa, ma che per orgoglio non ne avrebbe mai fatto parola. Gli ho suggerito allora di andare a parlare con Miranda Barlow, e lui ha subito riconosciuto in lei una donna incontrata molti anni fa a qualche ricevimento dell'alta società britannica, Lady Miranda Hamilton. Mi raccontò dello scandalo che aveva colpito la sua famiglia, e io gli dissi di sfruttare la situazione, che poteva lusingarla col ricordo della sua vita agiata, che avrebbe potuto averla indietro e condividerla col suo amante." 
Dufresne si fermò un istante per il dolore che gli dilaniava le gengive.
"Guthrie è riuscito nel suo intento, ha convinto la Barlow a chiedere di essere reintegrata nella società civile, ovviamente avrebbe pagato qualunque prezzo per ottenere questa opportunità, e Richard le ha suggerito di usare la Walrus come merce di scambio. Lei ha detto che te lo avrebbe proposto. A te e a Leni." 
Flint annuì, Miranda in effetti gli aveva parlato di quella offerta: "E la lettera? L'ha scritta davvero lei?"
"Sì, ma Guthrie le ha detto che si trattava solo di una dimostrazione di buona fede, che in realtà non l'avrebbero spedita all'ammiragliato se non dopo la sua autorizzazione." rispose Dufresne.
"Andiamo!" esclamò Flint "Dovrei credere a questo? Miranda non è un'ingenua!"
"Ti posso assicurare, per esperienza personale, che è molto facile cedere a delle lusinghe, sopratutto quando desideri davvero che siano vere." rispose Dufresne in tono sarcastico. 
Flint dovette concederglielo, in effetti Miranda poteva essere una facile preda per Guthrie. Ed era solo colpa sua, che l'aveva lasciata in quella casa a condurre una vita di sacrifici e solitudine.
"Perché hai scelto di destinare la lettera ad Allister?" gli chiese.
Dufresne sorrise: "Un tocco di classe. Ma non l'ho deciso io, è stata la Barlow. Ha detto che Allister non avrebbe rifiutato di aiutare la nipote che credeva di aver perso, che così sarebbe stato più facile convincerlo a intercedere per voi."
"D'accordo." disse Flint "E come si intersecano i tuoi due piani paralleli?" 
"Oh è molto semplice in realtà. Prima di partire alla ricerca della nave di Parrish ho fatto un accordo con Guthrie e conseguentemente con la Marina Britannica. Siamo stati perdonati capitano, io e gli altri ammutinati. Una volta trovata la pagina che conduceva al tesoro, come ti ho già detto, ti avremmo fatto fuori e poi saremmo salpati con la Walrus per cercarlo, ma prima avremmo fatto una sosta a Charleston, dove avremmo incontrato le autorità per siglare definitivamente il nostro accordo. La lettera della Barlow, accompagnata da un plico di raccomandazioni di Guthrie e dei suoi amici, era il nostro lasciapassare. Ovviamente avremmo giustificato la tua assenza dicendo che eri morto durante il viaggio, ma questo non avrebbe cambiato i termini della nostra alleanza. Risolte le questioni burocratiche una nave della Marina ci avrebbe affiancati e scortati nella traversata verso la ricchezza."
"Hai venduto il tesoro alla Marina?" chiese Flint irritato.
"Due terzi del tesoro, a dire il vero. Il resto sarebbe stato diviso equamente tra i pirati della Walrus." spiegò Dufresne "E il piano è ancora quello, più o meno. La nave della Marina ci attende alle secche, insieme a quella di Hornigold. Inutile dire che anche lui è stato graziato considerata la sua collaborazione. Lì io avrei dovuto scatenare la rivolta, ed è ovvio che tu non ne saresti uscito vivo."
"Certo, un morto non può smentire la tua versione. Ma non avresti ucciso solo me, vero?" gli chiese il capitano "Avresti sacrificato l'equipaggio."
"Non tutti, solo quelli non coinvolti nell'accordo. A cose concluse noi ci saremmo uniti ad Hornigold, e saremmo salpati con la nave della Marina."
"Capisco volere il tesoro tutto per voi, ma perché coinvolgere la Marina?" intervenne Billy.
Dufresne gli sorrise: "Non lo hai ancora capito? Siamo una razza che sta per estinguersi, noi pirati, il mondo civilizzato sta arrivando e noi verremo sterminati."
"Di cosa vai blaterando?" il nostromo era ancora più confuso.
Il contabile riuscì a sollevarsi e si sedette sul tavolino, vicino ai suoi denti, espirò con forza: "Ci hanno usati per anni perché combattessimo le loro battaglie ed ora siamo diventati un problema, e l'unico modo conoscono per risolverlo è eliminarci. Lo stanno già facendo, affondano le nostre navi, si vocifera che manderanno nuovi governatori a Nassau, organizzeranno un embargo. È logico, si sa che per estirpare un'erbaccia affinché non cresca più e di farlo...alla radice." ridacchiò sfiorando con le dita uno dei suoi molari insanguinati "Quindi, o lasciamo che ci uccidano tutti oppure ci uniamo a loro fino a che ce ne danno la possibilità."
"Oppure li combattiamo." disse Flint. 
"Certo, con la nostra invincibile armata!" Dufresne rise sguaiatamente "Noi non siamo una flotta unita capitano, Nassau è un'accozzaglia di navi solitarie, ognuno pensa per sé."
"Questo si può cambiare." sentenziò Flint "Niente unisce gli uomini più di una nobile causa."
Dufresne sbottò: "Una nobile e costosa causa. Una guerra richiede molto denaro."
"Il tesoro dell'Urca di Lima porrà rimedio anche a questo." rispose Flint.
"Libero di provarci. Ma se fossi in te proverei invece a sfruttare la situazione. Non è tardi." ammiccò Dufresne "Lasciami vivere, e io ti prometto che una volta arrivati alle secche anche tu, anche voi che siete qui in questa stanza, verrete graziati. È ancora possibile farlo, la lettera in fondo..."
Fu allora che Flint scattò.
Con due falcate raggiunse Dufresne e lo prese a pugni.
I colpi furono così violenti da fargli saltare due incisivi e da rompergli il naso.
"James!" gli urlò Gates come a volerlo fermare, ma i suoi piedi si rifiutavano di muoversi per intervenire.
Flint lanciò Dufresne sul pavimento e lo colpì con un calcio.
"Capit...ti...preg..." provò a mormorare Il contabile, ma lo sparo interruppe.
Un rumore secco e sordo rimbombava in quella stanza.
Dolore, lancinante, questa volta allo stomaco.
Guardò in basso, c'era una macchia rossa sulla sua camicia di lino. E un buco, c'era un buco nella stoffa.
Dufresne guardò verso Flint, una nuvola di fumo aleggiava davanti a lui.
Aveva la pistola in mano, e gli aveva appena sparato. 
Dufresne avrebbe voluto dire qualcosa, ma si accasciò, attorno a lui iniziò ad allargarsi una pazza di sangue.
Tutti si voltarono a guardare Flint, che aveva riposto la pistola nella cintura, il suo sguardo era severo e glaciale: "Nessuno di voi parlerà di ciò che è successo qui, è un ordine." 
"Sì, certo, capitano..." mormorarono quasi all'unisono i presenti.
"John, Billy, prendete un lenzuolo e avvolgetevi dentro Dufresne. Buttatelo dalla finestra, da su un vicolo buio e deserto, poi scendete e portatelo via, nascondetelo. Una volta fatto comportatevi normalmente, come se fosse stata una normale giornata sulla terraferma. Vale per tutti." 
I presenti annuirono, e si apprestarono a rispettare gli ordini ricevuti.
Flint lasciò la stanza per primo, senza guardarsi indietro.
 
 
 
Dopo che lui e John avevano seppellito il corpo di Dufresne Billy era tornato sulla Walrus.
Scese sotto coperta e raggiunse l'ambulatorio, vi trovò Leni che metteva a posto bende e unguenti.
Lei si girò sentendo i suoi passi, gli sorrise, poi lo guardò preoccupata.
"Sei ferito?" gli chiese guardandogli la blusa verde chiaro, c'era una chiazza rossa sul fianco.
"No non...non è mio." le rispose "Dufresne."
"Avrei voluto raggiungervi ma alcuni dei nostri si sono fatti male caricando i rifornimenti, nulla di grave ma mi hanno tenuta occupata qui sulla nave. Ho visto Flint poco fa, prima che scendesse di nuovo a terra, mi ha detto tutto." gli spiegò "Stai bene?" gli chiese.
Billy annuì, anche se c'era qualcosa che lo turbava.
Gliene avrebbe parlato, ma prima aveva bisogno di quel conforto che solo Leni poteva dargli, e senza dire nulla si chinò e premette le labbra contro le sue in un bacio che non ammetteva obiezioni e la spinse verso l'angolo che aveva adibito a camera da letto.
Dietro a quelle tende chiuse Billy si spogliarono reciprocamente, Leni si sedette sul materasso e lui la raggiunse, la sollevò con estrema facilità fino a portarla a cavalcioni su di lui, la ragazza sussultò quando lo sentì entrare dentro di lei.
Billy iniziò a muoversi sotto di lei, colpi lenti e profondi, la sua bocca che le succhiava i seni, le dita di Leni scivolarono tra quei capelli biondi come a voler trattenere quelle labbra che le infliggevano quel dolce tormento.
Billy si mosse più veloce, la sua bocca risalì per baciarla sulle labbra, la mano che continuava a stuzzicarle la punta del seno, e dalle labbra di Leni uscì un gemito profondo, seguito da un altro, e poi un altro ancora, fino che non le sfuggì un ultimo strozzato grido.
Billy a quel punto si distese, chiuse gli occhi, la sentì che si chinava su di lui per baciarlo sul collo, sulla guancia, e poi di nuovo lungo la linea della giugulare, il respiro di lei ancora affannoso e caldo sulla sua pelle. Leni iniziò a muovere i fianchi sopra di lui, un ondeggiare ritmico e inesorabile, e quando raggiunse il culmine Billy aprì gli occhi per potersi perdere nei suoi, si sollevò e la baciò di nuovo sulla bocca prima con passione feroce e poi sempre con più dolcezza.
Rimasero abbracciati senza parlare, Leni sdraiata sulla schiena, Billy steso su un fianco, la fronte di lui appoggiata alla tempia di lei. 
Fu Billy a rompere quel silenzio.
"Dufresne ha parlato di una guerra incombente, tra noi e il mondo civilizzato."
"Tu gli credi?" mormorò lei.
"Non mi sono nuove le voci che ha riferito. Ma non è questo, è ciò che ha detto Flint. Ha lasciato intendere che vuole unire i pirati in una flotta, sotto a un'unica bandiera, e che finanzierà questa guerra col tesoro." le spiegò "Credevo volesse usarlo per costruire una nuova Nassau."
"Immagino che con cinque milioni di oro spagnolo si possano fare entrambe le cose." gli rispose Leni e iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore, Billy lo notò, era evidente che nonostante il tono calmo e le sue parole pacate era preoccupata. 
Le baciò la tempia, assaporando la sua pelle umida: "Come mi hai suggerito tu a Nassau cercherò di essere la voce della sua ragione." le disse. "Ma tu non c'eri, non hai visto come si è scagliato contro Dufresne." le disse Billy "E se dovessi rendermi conto che non siamo al sicuro, che non possiamo fidarci..."
"Lo so." concluse lei, e si girò nel suo abbraccio per guardarlo negli occhi "In quel caso troveremo insieme una soluzione." 
Billy appoggiò la fronte a quella di lei, poco dopo sentì qualcosa muoversi, era la mano di Leni, era scivolata tra le sue cosce e l'aveva preso tra le dita, stringendolo, lui reagì con un sospiro profondo.
"Leni..." le sussurrò sentendo di nuovo il desiderio crescere.
"Siamo attraccati, quindi tecnicamente siamo sulla terraferma, ci sono solo quattro uomini a bordo di guardia sul ponte, e io oggi ho usato l'acqua di lavanda." gli sorrise, e a Billy non serviva che lei dicesse altro.
 
 
 
 
La Walrus aveva lasciato il porto solo con un leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia, causato sopratutto dalla confusione dell'equipaggio.
Tre fratelli avevano disertato, erano scappati, non era una notizia facile da digerire e i dubbi erano molteplici.
Ma nonostante questo gli uomini non avevano mosso ulteriori obiezioni alle parole del capitano e del nostromo, e la nave era salpata.
Erano in mare da qualche ora quando dalla cima dell'albero maestro si levò una voce.
"VELE!!!" 
A quell'avvertimento Flint si precipitò sul ponte, canocchiale alla mano.
Dopo uno sguardo attraverso le lenti si lasciò sfuggire un commento stupito: "Cosa diamine ci fa qui?"
Billy lo raggiunse: "Chi è capitano?" gli chiese sentendo il suo commento.
Flint gli rispose con tono preoccupato: "È la Ranger, la nave di Charles Vane." poi guardò nuovamente verso l'altra nave "Che mi venga un accidente!" esclamò.
"Cosa?" chiese ancora Billy.
"Miranda." mormorò Flint "Miranda Barlow è sul ponte della Ranger."
 
   
 
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