Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Cris_Mar    20/03/2019    0 recensioni
Harry si ritrova con il cuore colmo di speranza: la guerra è finita, non senza lasciare ferite profonde e nonostante il dolore, è arrivato il momento di andare avanti, di ricominciare.
Dopo la fine tanto agognata di tutti i processi, che lo hanno costretto per mesi a rivivere tutto l'accaduto, può finalmente costruirsi una vita tutta sua.
E decide di iniziare da dove tutto è finito: Hogwarts
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I start from you.

Capitolo 1
 

0.1 -  I must be on my way and face another day

Harry si strofinò nervosamente le mani sui pantaloni, avvicinandosi sempre di più all'enorme Castello.
Gli sembrava quasi di essere ritornato al primo anno, tanto ero nervoso.
Era felice certo, Hogwarts era comunque un luogo che amava. Ma aveva paura di trovarla diversa, inadeguata alla sua nuova vita, legata più ai recenti ricordi dolorosi che a quelli felici.
Ma ormai era arrivato, non c'era più tempo per le reticenze.
' Ci siamo ' commentò Hermione, col volto rivolto verso l'alto, osservando con un misto profonda gioia e nostalgia il portone di quercia.
' Sapete, vero, che non sarà più come prima? Potrebbe essere perfino dannoso... O almeno, difficile '
Quella frase rimase in sospeso per un po', perché esprimeva tutti i loro dubbi su quel ritorno al passato.
Poi però, Ron si agitò sul posto e strinse più forte la mano di Hermione : ' No, non per me ' disse, sorprendendoli.  
' Non più di quanto lo sia stare alla Tana. Non c'è differenza, i ricordi li trovo ovunque. Devo andare avanti... per mamma... per George. Lui sta portando avanti il negozio e se ce la fa lui... '
Hermione gli accarezzò il braccio dolcemente ed Harry annuì, a quelle parole: ' Ron ha ragione. Non serve a niente scappare e io non voglio farlo. Voglio cominciare a rimettere insieme i pezzi ora che, per la prima volta in vita mia, posso pensare al futuro '.
' Bene allora ' sussurò Hermione, avanzando per prima.
Varcarono l'enorme portone di entrata e si diressero verso la Sala Grande. Harry tentennò indeciso...
Come posso non ripensare all'ultima volta che l'abbiamo vista? pensò, preoccupato.
Prima di entrare, Ron si fermò sospirando e lo adocchiò : ' Sai che Kingsley ti avrebbe assunto in quattro e quattr'otto. Anzi, in questi mesi, hai in pratica collaborato più tu alla cattura e all'arresto di tutti i Mangiamorte, che tutti gli Auror messi insieme. È come se fossi già dentro. A cosa ti serve tutto questo? '
Anche Hermione lo guardò, interrogativa.
Sapeva che la sua motivazione - tornare ad Hogwarts a prendere i M.A.G.O. per diventare un Auror a tutti gli effetti, senza favoritismi rispetto agli altri - era parsa poco convicente ad entrambi. In effetti non era stato completamente sincero. Non che fosse un segreto, aveva semplicemente evitato di parlarne.
Ma non c'era motivo di nascondere le sue intenzioni, non a loro. Si strinse nelle spalle:
' Voglio una vita più normale possibile e allontanarmi dal delirio del dopo guerra per un po', per capire se buttarmi in nuove battaglie è davvero quello che voglio... Studierò e con un po' di fortuna uscirò da qui con le idee un po' più chiare. Deciderò cosa fare della mia vita come un qualsiasi ragazzo della mia età. E magari, riuscirò ad essere felice. '
Non parvero molto sorpresi della sua improvvisa indecisione sulla carriera da Auror.
In fondo lo conoscevano abbastanza da rendersi conto delle sue preoccupazioni. Probabilmente Hermione aveva già intuito tutto e ne aveva discusso con Ron.
Quest'ultima gli sorrise rassicurante e fece un cenno verso la chiassosa porta davanti a loro: ' Entriamo '
Tutti e tre trattennero il fiato e poi fecero un passo avanti:
la Sala Grande era esattamente come la ricordavano prima della guerra, nessuna traccia della morte e della distruzione di cui era stata testimone.
Harry sospirò di sollievo: così era più facile.
Hogwarts era splendida come prima e niente, che non fosse nella sua testa, avrebbe mai volutamente portato a galla ricordi dolorosi.
Guardare la Sala Grande addobbata magnificamente per dare il benvenuto ai nuovi studenti, era come ritrovare una vecchia amica che pensava di aver perso per sempre.

Il loro arrivo non passò inosservato, il chicchiericcio esplose al loro passaggio ma non ci facero caso, andarono avanti fino al tavolo Grifondoro guidati dall'abitudine. E lì, facce amiche si alzarono e li accolsero con sorrisi smaglianti.
Sedersi fra Neville e Seamus fu un piacevole ritrovarsi e li mise al riparo da parecchi sguardi alle loro spalle. Qualche attimo dopo furono raggiunti anche da Ginny e Dean.
A quel punto, Harry alzò lo sguardo sul tavolo degli insegnanti, cercando una sola persona.
La professoressa McGranitt lo stava già osservando e gli rivolse uno dei suoi rari sorrisi, quando incrociarono lo sguardo. Accanto a lei sedevano altri professori che fu felice di rivedere: il professor Vitious, la professoressa Sprite, il professor Lumacorno - a quanto pare aveva accettato di tornare per l'ultima volta, prima di andare in pensione -, l'eterno professor Ruf, la professoressa Cooman - che, chissà per quale bizzarro motivo, aveva deciso di unirsi al banchetto, cosa alquanto rara - ed il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Aberforth Silente - non fu sorpreso quanto gli altri, aveva già parlato con la preside di quella eventualità -.
Avevano invece già salutato Hagrid alla stazione, poiché era alle prese con i ragazzini del primo anno.

Quando finalmente questi ultimi giunsero, accompagnati dal mezzogigante, la Cerimonia dello Smistamento ebbe inizio.
Mentre osservava i ragazzini nervosi ed eccitati, sentì un'insolita emozione dentro di se: un misto di orgoglio e soddisfazione.  
La Cerimonia era sempre stata speciale ma quell'anno, aveva un significato molto più profondo per lui: i sorrisi sui volti di quei bambini, rappresentavano la loro più grande vittoria contro Voldemort.
Quel pensiero lo fece sentire fiero e felice e seguì lo Smistamento con il morale alle stelle, abbandonando ogni pensiero triste che fin'ora lo aveva accompagnato.

Quando tutti i nuovi studenti furono assegnati alle proprie case, Harry si chiese ad alta voce quando avrebbe potuto riassaporare la deliziosa cucina di Hogwarts, tanto era affamato.
Non era l'unico, comunque: Ron, alla sua destra, si lamentava debolmente massaggiandosi lo stomaco, così come molti altri Grinfondoro, che alternavano sguardi impazienti dal tavolo degli insegnanti ai vassoi vuoti davanti a loro.
La preside McGranitt, non perse tempo: si alzò ed il suo sguardo deciso si spostò in tutta la Sala Grande.
Un silenzio di tomba mise fine ad ogni lamentela, e tutti si concentrarono su di lei con grande interesse:
' Ben venuti e ben tornati ad un nuovo anno ad Hogwarts! ' tuonò la preside, con voce forte e chiara.
' Un anno speciale che tutti noi, vivremo in maniera diversa da quelli passati e quelli che verranno: il Mondo Magico è finalmente libero dall'ombra oscura che ha oppresso le nostre vite per tanto tempo. Questo sarà un nuovo inizio per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che dopo aver sopportato l'orrore della guerra ha spalancato nuovamente le sue porte, più potente e bella di prima, a tutti i giovani maghi e streghe bisognosi di istruzione.
Quest'oggi, ricominciamo insieme senza però dimenticare quanto ci è costata questa libertà, portando per sempre nei nostri cuori tutti coloro che si sono opposti a Tom Riddle fino alla fine, sacrificandosi con la speranza di regalarci un futuro migliore.
Quindi oggi festeggiamo! Festeggiamo questa nuova vita che ci è stata donata! Festeggiamo nel ricordo di coloro che hanno combattuto per noi! '
La professoressa McGranitt scoccò una breve ma intensa occhiata ad Harry ed alzò il proprio calice in un gesto simbolico : ' Per questa nuova vita, grazie! '
Tutti gli studenti la imitarono - chi guardando Harry e i suoi amici di sottecchi, chi con sguardo vacuo, pensando alle proprie perdite o a ciò che la guerra aveva significato per loro - alzando il proprio calice e ripetendo, in un solo boato: ' Grazie! '
Harry, dal canto suo, pensò molte cose mentre ringraziava insieme a tutti gli altri: molti lo consideravano un eroe, i giornali scrivevano di lui come il "Salvatore del Mondo Magico" e ne capiva il motivo.
Ma anche se aveva svolto un ruolo cruciale nella guerra, aveva molte persone da ringraziare.
Pensò a Ron, Hermione, la famiglia Weasley.. e a tutti gli amici, conoscenti e compagni di scuola che erano stati compagni di guerra.
E poi pensò a Silente, a Lupin, Tonks, a Fred, Sirius, Dobby... e molti altri che avevano dato la proprio vita per la libertà.
Senza di loro non ce l'avrebbe fatta. Ognuno di loro era un eroe e lui li ringraziò, anche se i giornali parlavano solo di Harry Potter.

0.2 - Open up your heart, let me look inside

Dopo il brindisi, il banchetto ebbe finalmente inizio e ogni tipo di leccornia immaginabile fece la sua comparsa. Lentamente nella Sala Grande, si diffuse un allegro vociare.
' Harry, hai visto chi altro è tornato? ' gli sussurò Ron all'orecchio, mentre si serviva di un'abbondante cucchiaiata di patate.
Harry masticò con gusto il boccone pollo di cui si era servito e seguì lo sguardo dell'amico, puntato dall'altra parte della Sala. Individuò un inconfondibile zazzera bionda.
' Che cosa ne pensi? ' insistette Ron.
Draco Malfoy, se ne stava al suo tavolo incupito e a testa bassa, con lo sguardo fisso nel suo piatto quasi intatto.
Ai suoi lati riconobbe Blaise Zabini e Theodore Nott. Nonostante ciò, si rese conto che Malfoy era solo. I due compagni di casa non gli rivolgevano mai uno sguardo, nè lui alzava il suo dal piatto.
Non che fossero mai stati suoi grandi amici, non quanto Tiger e Goyle... o la Parkinson.
' Sai che è diverso... sai cosa ha fatto, alla fine. Ha diritto anche lui di ricominciare da zero ' sussurrò, senza distogliere lo sguardo.
Ron si strinse nelle spalle, con aria scettica e continuò a mangiare.

All'improvviso Harry ripensò all'ultima volta che li aveva visti insieme: Malfoy, Tiger e Goyle nella Stanza delle Necessità. La fuga dalle fiamme maledette su un vecchio manico di scopa, il volto sconvolto di Malfoy nel constatare che Tiger era rimasto indietro... forse era stato proprio quello a cambiarlo.
Nonostante avesse già sopportato le torture e le costrizioni di Voldemort, ancora aveva sperato di salvare lui e la sua famiglia restando dalla parte di colui che tanto lo stava facendo soffrire, colui che sembrava avere la vittoria in pugno.
Ma poi Tiger era morto e nell'espressione di Malfoy, Harry aveva letto tutte le sue ultime convinzioni crollare, il suo sguardo perso ma finalmente consapevole.
Poi lo aveva intravisto ancora, mentre correva sotto il mantello con Ron e Hermione: Malfoy, terrorizzato, raccoglieva una bacchetta di un mago ignoto abbandonata sul pavimento, cominciava a lanciare in maniera isterica un incantesimo dopo l'altro ad un Mangiamorte mascherato. Il Mangiamorte era abile e sordo alle suppliche di tregua di Draco, così Harry lo aveva schiantato ponendo fine al duello. Draco si era guardato intorno confuso, prima di voltarsi stringendo i pugni e ributtarsi nella mischia.
A battaglia finita, ricordò di averlo osservato abbracciare sua madre con sguardo vuoto, il padre dietro di loro immobile.
Ed in fine, lo aveva rivisto durante i processi. Harry aveva testimoniato a favore suo e di sua madre, mentre a Lucius era toccata Azkaban. Alla fine del processo aveva incrociato il suo sguardo ed il biondino gli aveva rivolto un cenno: la cosa più simile a un grazie che avesse ricevuto da Draco Malfoy.
Chissà se si era unito al brindisi della McGranitt. E se lo aveva fatto, chi aveva ringraziato?
Sembrava così teso e rigido nel suo posto sulla panca, come se fosse accerchiato da un mucchio di nemici. Cosa gli aveva fatto la guerra?

Harry non riusciva a smettere di fissarlo, era curioso. Curioso di vedere la sua espressione, curioso di riconoscere ancora, in quel volto che negli anni era diventato tanto familiare ed odioso, i cambiamenti che vi aveva scorto l'ultima volta. Ma Malfoy non si mosse, rimase ingobbito sul suo piatto, isolato da tutti.
I minuti passarono, Harry sospirò e fu sul punto di lasciar perdere ma finalmente Malfoy cambiò posizione: raddrizzò leggermente le spalle, allontanò di qualche centimentro il suo piatto ed intrecciò le mani sul tavolo. Rimase così per qualche secondo, come distratto. Poi alzò finalmente lo sguardo, esplorando la Sala.
Harry osservò avidamente il suo volto e constatò nuovamente che non gli era rimasto neanche un briciolo della sua naturale arroganza. Era un volto diverso, per niente superbo, più schivo e diffidente che mai.
Ad un tratto, Malfoy intercettò il suo sguardo e sbattè le palpebre sorpreso. Nessuno dei due però guardò altrove, rimasero così, a fissarsi per un po'. Harry notò che Malfoy aveva irrigidito ancora di più le spalle, come sotto esame.
Dalla fine della guerra, nessuno si era più fidato completamente di loro, nonostante la testimonianza del Salvatore del Mondo Magico. Tutti li studiavano con sospetto: 'i due Malfoy superstiti' li chiamavano e bisbigliavano tra loro che era la seconda volta che la scampavano. Doveva essere, dunque, abituato ad essere giudicato ed osservato di sottecchi.
Ma Harry non condivideva quei sospetti. Lui sapeva cosa Voldemort lo aveva costretto a fare, sapeva che il suo era stato un tentativo disperato di salvare la sua famiglia dalla tortura o dalla morte.
E lo aveva visto con i suoi occhi stringere i pugni e combattere per la parte giusta, quando ancora tutto sembrava essere favorevole a Voldemort.
Era proprio questo il motivo della sua curiosità: questo Malfoy consapevole dei suoi errori e delle sue convinzioni sbagliate, com'era? Voleva scoprirlo. Ma fissarlo in quel mondo non sembrava il modo giusto, aveva ottenuto solo di metterlo sulla difensiva.
Gli fece cenno con la testa, cercando anche di lasciarsi sfuggire un mezzo sorriso per stemperare la situazione.
La maschera di freddezza che Malfoy aveva messo su, si sbriciolò all'improvviso, sostituita da un'espressione piena di sbigottimento.
Poi alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia, senza smettere di guardarlo. Ad Harry sembrava quasi di poter udire la sua voce strascicata chiedergli spiegazioni 'Mi prendi in giro, Potter?', o qualcosa del genere, con il suo familiare atteggiamento altezzoso. E per una volta ciò non lo infastidì, al contrario, non riuscì a trattenere una mezza risata.
' Che hai da ridere, Harry? ' chiese Hermione, con il calice di succo di zucca a mezz'aria.
' Che? ' chiese, tornando all'improvviso con i piedi per terra - e con gli occhi al suo tavolo -.   
Si stava quasi perdendo tutta la cena!
' Niente, stavo solo pensando. '
Detto questo, afferrò una fetta di crostata di melassa - prima che sparisse anche quella - e si apprestò a darle un morso, per risultare più naturale possibile. Hermione, per quanto perplessa, decise di lasciar perdere e tornò a dedicarsi al suo budino.
Quando Harry si decise a rialzare lo sguardo verso il tavolo Serpeverde, Malfoy aveva ripreso ad osservare il suo piatto e piluccava distrattamente il cibo con la forchetta. Ma la sua postura era meno ingobbita ed il suo umore meno cupo. Sembrava quasi tranquillo, semplicemente assorto nei propri pensieri.

Quando il banchetto volse al termine e la McGranitt illustrò brevemente il regolamento scolastico per poi mandarli a letto, Harry fu inondato dalle chiacchiere dei suoi compagni di casa.
Hermione sproloquiava entusiasta sull'imminente ripresa delle lezioni e delle sue ricerche in biblioteca e Ron, accanto a lei, annuiva soltanto. Semplicemente troppo assonnato per dire alcunché.
Harry si comportava allo stesso modo, un po' per la stanchezza, un po' per distrazione: era concentrato ad ispezionare la marea di studenti in coda davanti e dietro di lui, con l'intenzione di individuare Malfoy.
Gli tornò in mente la sua ossessione per lui durante il sesto anno... il sospetto, i dubbi, i continui controlli sulla Mappa del Malandrino...
Come si erano capovolte le cose!
Ora non erano più i due ragazzini sempre in conflitto, sempre in fazioni opposte. Ora erano entrambi dei sopravvissuti, entrambi liberi da ogni costrizione:
Harry non era più il Prescelto e Draco non era più schiavo dei pregiudizi di suo padre e della tirannia di Voldemort.
Erano finalmente padroni dei propri destini. Liberi.
Ed Harry si chiedeva quanto differenti sarebbero state le loro scelte, d'ora in poi.
Comunque, dopo un po' di ricerche a vuoto, il pensiero della Sala Comune che lo aspettava invase i suoi pensieri ed accelerò il passo, assieme ai suoi amici, impaziente di ritrovare quell' ambiente tanto caro.

La Signora Grassa era la stessa di sempre e dopo aver ottenuto da loro la giusta parola d'ordine - Animagus -, ruotò allegramente su se stessa e li lasciò passare.
Fu immensamente piacevole osservare l'impeccabile e calorosa Sala Comune che tanto gli era mancata e mentre, insieme a Ron, saliva le scale per rifugiarsi finalmente nel dormitorio, sentì un piccolo tuffo al cuore : era a casa, un luogo pieno di ricordi, anche terribili... ma era a casa.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Cris_Mar