Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ballerina 89    20/03/2019    3 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


POV KILLIAN
- Ti dispiace ripetere? - dissi in maniera leggermente alterata verso il mio primo ufficiale.
- Ho solo eseguito gli ordini signore! - rispose con fare innocente, cosa che non era affatto - Ha dato l'ordine di cercare un nuovo membro dell'equipaggio e io...
- E tu non hai svolto il tuo compito! Spugna, come posso continuare a fidarmi di te? 
- Ma signore io... ho semplicemente fatto la scelta in base...
- In base ai tuoi ormoni! - finii la sua frase anche se in maniera differente da come l'avrebbe di sicuro fatto lui. - Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro in passato. Su questa nave sono solamente tre le donne che hanno il libero consenso di salire a bordo; tre spugna: mia moglie e le mie due figlie. Posso arrivare a contarne cinque se consideriamo Regina e mia suocera, ma finisce li.  - come accidenti gli era venuto in mente di assumere una donna? - Licenziala immediatamente mi sono spiegato? - ordinai senza troppi giri di parole.
- Non credo sia possibile signor capitano perchè lei... beh ecco... si è licenziata dal suo vecchio lavoro non appena le ho comunicato la notizia di essere stata assunta. Non credo proprio che la riassumeranno.
- E con questo? Non è di certo un mio problema. Sbarazzati di lei all'istante o ne subirai le conseguenza. Non sto scherzando... fai in modo che quando sarò di ritorno lei sia già andata via. - Mi allontanai a passo sostenuto dalla mia nava e mi recai alla tavola calda di Granny per la seconda colazione della giornata con il mio amore. Non capitava spesso  per via del lavoro di riuscire a vedersi anche durante la mattinata e infatti rimasi alquanto stupito che mi avesse chiamato per poterci vedere... che fosse successo qualcosa? Dovevo preoccuparmi? Tutte queste domande smisero di esistere nell'esatto momento in cui entrai nel locale e la vidi: era meravigliosa come al suo solito e per di più aveva un enorme sorriso stampato sul viso; forse non c'era nulla di cui doversi preoccupare, forse era semplicemente desiderosa di vedermi. Mi avvicinai al nostro solito tavolo e dopo aver ricambiato il sorriso la salutai con un bacio che prontamente si prestò a ricambiare.
- Eccoti finalmente! Mi sei mancato terribilmente amore! - mi disse staccandosi con difficoltà dalle mie labbra... ma che le prendeva oggi? Non è mai così sdolcinata...
- Wow!!! Siamo di buon umore questa mattina love! - sorrisi - Come mai tutte queste smancerie?
- Che c'è, deve esserci un motivo specifico se voglio passare del tempo con il mio amoruccio? - no no no... qui c'era sotto qualcosa, ne ero più che sicuro.
- Beh no però solitamente se ti chiamo a quest'ora anche solo per sentire la tua voce mi rispondi sempre a mezza bocca dicendo che stai lavorando e che non vuoi essere disturbata. Sicura che non sia successo nulla? - la guardai negli occhi cercando di scovare la verità.
- Succede che mi mancavi, è così strano da credere? - mi domandò con uno sguardo che la sapeva lunga.
- No, ma mi stai nascondendo qualcosa tesoro e sono sicuro, dai tuoi toni mielosi, che la cosa non sarà di certo di mio gradimento.
- Ma che dici... sei sempre il solito paranoico. - alzò gli occhi in aria giocosamente. - Si è vero, in teoria c'è una cosa che devo dirti,  ma non centra nulla con il fatto che mi mancavi. - Lo sapevo! Lo sapevo che mi nascondeva qualcosa.
- Avanti love, spara!
- Beh ecco vedi... sai che il matrimonio di Robin e Regina è dietro l'angolo vero? Qualche giorno fa ne stavo parlando anche con mia madre e ne è venuto fuori che sarebbe carino, come da tradizione, festeggiare i suoi ultimi giorni da nubile con una piccola festicciola tutta al femminile.
- Un addio al nubilato insomma! - specificai.
- Wow! Ti stai modernizzando ogni giorno di più! Prima non sapevi neanche l'esistenza di certe usanza amore. Sono stupita!
- Spiritosa! Comunque credo sia un'ottima idea! - risposi sinceramente.
- Davvero? - chiese stupita di tale risposta.
- Beh si, non vedo dove sia il problema. Conosco sia te che tua madre e non siete certo tipi da organizzare feste all'insegna dell'alcol sfrenato e del sesso! Vai pure e divertiti, ai nostri piccoli terremoti penso io.
- Beh non ti ho ancora detto tutto a dire la verità. Non la sto organizzando io la festa e ne tanto meno mia madre - scrollò le spalle. - In vista del matrimonio è tornata in città Ruby e sai bene anche tu quanto le piace festeggiare a quella donna. L'organizzazione della festa è tutta nelle sue mani. 
- In questo caso amore mio scordati di andare! Non mi piacciono le idee della lupacchiotta lo sai... di sicuro la festa sarà a tema di alcol e uomini nudi e l'accoppiata di per se non mi piace per niente. Ce ne staremo belli e tranquilli accoccolati sul divano a coccolarci e a vedere un bel film. - proposi. 
- Non mi dire... sei geloso? - rise a crepapelle. - Non ti ho chiamato per chiederti il permesso amore, volevo solamente avvisarti e poi... beh anche voi maschietti dovreste organizzare una festicciola per il vostro amico non credi? Potremmo farle entrambe lo stesso giorno cosicché non staremo più di una sera separati. - propose 
- E tu vorresti farmi credere che non saresti minimamente gelosa? Mi manderesti in un locale pieno di donnine poco vestite senza nessun problema amore? - la presi in giro sapendo quanto fosse gelosa.
- Beh amoruccio caro, non per ricordartelo, ma i migliori amici di Robin siete tu e mio padre quindi posso assicurarti che avendo lui alle tue calcagna non sarò minimamente in pensiero. - piccola furbetta, aveva calcolato tutto.
- Giochi sporco signorina lo sai vero? E a te chi ti controlla?
- Ricordati che c'è mia madre...
- Allora sto proprio tranquillo guarda... - dissi ironico. - Comunque ok! Organizziamo queste feste per i nostri amici ma sappi una cosa dolcezza: come mi terrai d'occhio tu, lo farò anche io quindi sta attenta! - naturalmente lo dissi scherzando; ero geloso marcio della mia donna è vero, ma mi fidavo ciecamente di lei, cosa che speravo fosse reciproca. Lasciammo cadere li la conversazione festa e ci dedicammo finalmente alla nostra colazione. Furono minuti estremamente piacevoli e rilassanti, ma ben presto entrambi dovemmo tornare a lavoro. Le diedi un ulteriore bacio dopodichè mi avviai al porto. Salii sulla Jolly convinto che il mio primo ufficiale avesse eseguito i miei ordini e invece niente da fare, la donna era ancora li. Bene bene bene... spugna avrebbe passato un brutto quarto d'ora per aver disobbedito al suo comandante. Mi avvicinai alla donna in questione, la quale era girata di spalle intenta a pulire il ponte della mia nave, per poterle parlare e spiegare il malinteso dell'assunzione, quando senza neanche chiamarla si voltò verso di me.  No! Non era possibile! Non potevo credere ai miei occhi. Ero al corrente che avesse assunto una donna, ma non avevo ancora avuto modo di incontrarla. Quella che avevo davanti non era una semplice donna, quella era una delle mie ex... una delle donne che lavoravano nella locanda ai tempi della foresta incantata... una storiella di pochi mesi a dirla tutta, niente di importante ve l'assicuro, ma era pur sempre una mia ex ed era un vero e proprio pericolo averla li. Non per me sia chiaro, ormai avevo occhi solo per mia moglie e per i miei bambini, ma proprio per mia moglie. Apparentemente davanti ai miei occhi fa sempre finta di nulla, ma io la vedo come fulmina ogni essere umano di sesso femminile che, anche se per sbaglio, posa lo sguardo su di me. Diventerebbe una iena solo all'idea di una donna qualsiasi sulla mia nave, figuriamoci una mia ex. 
- Ehi Killian, ciaooo! Da quanto tempo... non ci vediamo da una vita! Ti ricordi di me vero? Sono...
- Si si, so chi sei! - le sorrisi per educazione. 
- Volevo vivamente ringraziarti per avermi permesso di lavorare per te su questa nave! Il mare è una delle cose che amo di più ricordi? Era una cosa che ci accomunava ricordi? - ok stava decisamente parlando a sproposito, dovevo fermare subito quel fiume di parole.
- Emmh si però... non so come dirtelo ma credo ci sia stato un errore. Io non ho dato ordini di assumere all'interno dell'equipaggio personale di genere femminile.
- Ma come... il tuo primo ufficiale mi ha detto che sei stato proprio tu ad assumermi dopo aver visto la mia candidatura... dice che mi hai voluto fortemente. - Spugna stava cercando di essere licenziato misà.
- Il mio ufficiale ha un debole per le donne e credo che tu l'abbia colpito parecchio... purtroppo però questo non basta per tenerti qui su questa nave... mi dispiace.  - dissi deciso.
- Ma Killian... io... io ho bisogno di questo lavoro! 
- Mi dispiace credermi, ma come capitano di questa nave non voglio che mi si manchi di rispetto e mi si disobbedisca. Un mio dipendente ha fatto di testa sua senza la mia autorizzazione e ora purtroppo devo rimediare. Non è per te, sarebbe stato così per qualsiasi altra ragazza, ma come ho già detto non voglio un equipaggio al femminile sulla Jolly Rogers. 
- Killian non... non posso perdere anche questo lavoro. Mi sono licenziata dalla locanda per essere qui, se mi sbatterai fuori resterò senza lavoro e non avrò di che vivere.
- Sono sicuro che troverai altro. 
- E nel mentre cosa farò? Come crescerò mio figlio? Come lo sfamerò? E' solo un bambino di sette anni... non merita di vivere in una strada. - Aveva un figlio? caspita questo non ci voleva. 
- Beh tuo marito non credo sia disoccupato, si prenderà cura lui di voi due nel mentre che troverai altro. - era scontato no? Il compito di un uomo è anche questo dopotutto: prendersi cura della propria famiglia. Emma lavora, ha sempre lavorato, ma non ci sarebbe stato nessun problema per me nel caso non avesse avuto un impiego. Perchè per quest'uomo sarebbe dovuto essere diverso?
- Io non ho un marito! Quel disgraziato mi ha piantata in asso sette anni fa  non appena ha scoperto che ero incinta. La mia famiglia è composta da me e mio figlio quindi ho bisogno di questo lavoro. - Di male in peggio insomma. 
- Mi dispiace, non lo sapevo... Senti, mi impegnerò personalmente a trovarti un nuovo impiego ok? Mi ci vorrà proprio per dire tanto una settimana, ma fidati, ho ottime conoscenze.
-  Va bene però... posso lavorare per te almeno fin quando non  avrò ottenuto altro? Ho la baby sitter da pagare e sono anche molto in ritardo...non posso permettermi il lusso di aspettare una settimana.  Ti prometto che non ti creerò alcun tipo di problema ma ti prego fammi rimanere. - Per quanto avrei voluto dire di no, mi dispiaceva lasciar una donna così incasinata in mezzo ad una strada. Acconsentii a tenerla come dipendente sulla mia nave ma solo per il tempo necessario prima che riuscissi a trovarle un nuovo impiego. 
Non credevo fosse così difficile trovare un lavoro sapete? Pensavo che una settimana sarebbe stata più che sufficiente... e invece? E invece ecco che dopo due settimane tenevo ancora nascosta segretamente una donna sulla mia nave. Solo i miei uomini ne erano a conoscenza ma diedi loro l'ordine di tenere la bocca cucita. Non volevo assolutamente che voci indiscrete giungessero  alle orecchie di mia moglie. Lo so... era completamente sbagliato tenerla all'oscuro di una cosa del genere ma è anche vero che la conosco come le mie tasche e sapevo per certo che avrebbe dato di matto se solo lo avesse saputo. Forse se fossi andato da lei il giorno stesso in cui Spugna combinò il casino sarebbe stato diverso, mi avrebbe semplicemente chiesto di mandarla altrove e si sarebbe proposta lei in prima persona di trovarle un impiego pur di tenerla lontana da me, ma ora... sapendo che gliel'ho tenuto nascosto per tutto questo tempo sono sicuro che mi farebbe decapitare all'istante. Mi sentivo uno schifo... avevo la coscienza sporca e tornare a casa ogni sera con la consapevolezza di starle mentendo non faceva altro che farmi sentire ancora più in colpa. Ci furono dei momenti in quei quindici giorni in cui fui sull'orlo di raccontarle tutto, ma poi prontamente mi tirai sempre indietro. Avevo paura...  paura di rovinare il nostro meraviglioso rapporto. Come non averne... ci eravamo fatti una promessa molti anni fa... quella di non aver segreti tra di noi. Ricordo che ci rimasi malissimo quando scoprii che mi stava nascondendo di avere delle visioni che preannunciavano la sua morte. Era la mia fidanzata, non accettavo che mi mentisse e così dopo una lunga litigata ci facemmo questa promessa... niente più segreti.  Fui io il primo ad insistere su questa cosa e è uno schifo sapere che ero stato io ad aver infranto il tutto. Non volevo che immaginasse cose che non esistevano, non volevo litigare con lei, eppure ero sicuro che se le avessi confessato il tutto saremmo arrivati proprio a quel punto e credetemi è l'ultima cosa che avrei voluto.  
Riuscii a convivere con quel segreto per venti giorni in tutto poi una voce dentro di me mi fece capire che mentendole  avrei solamente peggiorato la situazione. Se lo avesse scoperto da sola sarebbe stata di sicuro la fine di tutto, quindi arrivai alla conclusione che forse era meglio una litigata furibonda che un divorzio assicurato. 
Terminai prima il mio turno di lavoro e corsi a casa ad aspettarla. Di solito il suo turno in stazione terminava intorno alle 19:00 quindi, visto che erano ancora le 17:00, mi rilassai consapevole di avere ancora un paio d'ore per formulare un discorso di senso compiuto... si certo, come no! Non appena tornai a casa ebbi una sorpresa del tutto inaspettata: mia moglie era già li. 
- Ehm... Emma, amore... ciao! - esordii sorpreso di vederla - Come mai sei già a casa? - solo in quell'esatto momento riuscii a vedere meglio il suo viso, era cupo, preoccupato... per nulla sorridente.
- Ciao Killian! Mah... nulla di preoccupante in realtà, ho solo preso un giorno di ferie! Tu piuttosto... cosa ci fai a casa così presto? 
- Volevo farti una sorpresa ma credo proprio che tu l'abbia fatta a me! - sorrisi cercando di camuffare il mio stato d'agitazione. - Un giorno di ferie hai detto? Che c’è ti senti poco bene per caso? - chiesi in riferimento a ciò che mi aveva appena detto; non era da lei saltare il lavoro senza una motivazione più che valida.
- No affatto, sto bene.... o almeno fisicamente lo sono. - mmh... quella risposta non mi piaceva per niente.
- Che intendi dire?
- Beh ecco... in realtà c’è una cosa che devo dirti e non posso piu aspettare. 
- Che coincidenza, anche io volevo parlare un po’ con te! - parlai senza pensare... ma che idiota! Quello non era assolutamente il momento buon per affrontare l’argomento, non era la mia Emma quella che avevo davanti, non potevo di certo sputarle addosso la verità quando non era neanche del tutto in se.
- Ah si? E cosa vorresti dirmi? - chiese curiosa
- Beh ecco... io... - iniziai ma fortunatamente mi bloccò.
- No, no, no aspetta! Se non ti dispiace vorrei iniziare io... non è poi così semplice quello che ho da dirti e se non lo faccio ora non credo che avrò mai il coraggio di farlo! - era un sollievo per me non essere il primo a parlare però al tempo stesso stavo iniziando seriamente a preoccuparmi. Cosa accidenti doveva dirmi di così importante?
- Nessun problema tesoro, sono tutto orecchie. 
- Bene, vieni a sedersi qui! - mi indicò il divano dove lei stessa era seduta; l'assecondai e una volta accanto a lei, istintivamente, le presi le mani tra le mie come a volerle dare coraggio. -Ieri mattina ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare. - disse tutto d'un fiato - Si, ecco vedi...Sono venuta a conoscenza di una cosa... una cosa che non penso ti piacerà, ma ho bisogno comunque di parlartene o potrei impazzire. - Oddio... che avesse già scoperto qualcosa? Il mio cuore iniziò a martellare all'impazzata tanta era la paura, ma feci finta di nulla e la lasciai continuare. - Avrei dovuto parlartene già ieri ma non ho avuto il coraggio di farlo.
- Mi stai facendo preoccupare tesoro lo sai vero? - più che preoccupato me la stavo facendo addosso.
- Ok, sarò breve... avevo dei dubbi e man mano che i giorni passavano questi dubbi aumentavano sempre di più! Non potevo continuare a far finta che andasse tutto bene Killian così ho preso la palla al balzo e l’ho fatto! Ho fatto il test! - Rimasi sorpreso ma al tempo stesso tirai un sospiro di sollievo.  - So che avrei dovuto aspettarti per farlo, so che volevi essere presente anche tu ma...
- Shhhh è tutto ok tesoro, se ti sentivi di farlo in quel momento è giusto che tu lo abbia fatto. - bloccai il suo fiume di parole e contemporaneamente le accarezzai il viso - Allora? Il Responso? Abbiamo una nuova cameretta da pitturare? - dalla sua faccia sconvolta e dai sintomi che in quel periodo avevo avuto modo di vedere ero convintissimo che il risultato del test fosse positivo ma a quanto pare mi sbagliavo.
- No... nessuna cameretta da pitturare, il test ha dato esito negativo... - abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace tesoro - l’abbracciai credendo che il suo sguardo cupo e malinconico fosse per questo motivo - Possiamo riprovarci se vuoi! - le dissi con gentilezza sperando di fare tornare il sorriso - Non mi piace vederti così triste.
- Io non voglio provarci Killian... mi bastando i bambini che abbiamo! Sai benissimo come la penso.
- E allora? Cos’è quel visino triste? - Domandai a quel punto non capendo.
- Tra i due eri tu quello più entusiasta della cosa e.... e..... e mi dispiace se ti ho deluso! - la vidi scoppiare in lacrime. Non mi aspettavo minimamente una confessione del genere. Pensava seriamente di avermi deluso? 
- Ma scherzi tesoro? Ma cosa dici... non mi hai deluso affatto! Mi sarebbe piaciuto avere un altro bambino è vero ma è comunque vero che amo la mia vita così com’è! Non ho bisogno di un altro bambino per essere felice, nella mia vita ho già cinque tesori preziosi e questo mi basta. - Ero sincero - Ora asciugati le lacrime e stringimi forte, lo sai che odio vederti piangere! - la tenni stretta a me e aspettai che si calmasse. Avevo addirittura per un attimo dimenticato il mio piccolo problemino ma prontamente, quando meno me lo aspettavo, lei me lo ricordò.
- E tu invece? - si asciugò le lacrime e mi guardò negli occhi - Cosa avevi da dirmi? - E ora? Avrei dovuto sputare il rospo, era la cosa più giusta da fare, ma vedendola ancora provata per la sua notizia decisi di prendere la palla al balzo e scappare a gambe levate per l'ennesima volta.
- Ma niente di che amore! Era solamente una sciocchezza. Volevo informarti che abbiamo scelto il locale per l'addio al nubilato di Robin, tutto qui! - la baciai - Ora vado a preparare la cena! Hai avuto una giornata intensa amore mio, sta qui e riposati, penso a tutto io.
Mi ero finalmente deciso a parlarle e invece ho avuto talmente tanta paura della sua reazione che alla fine me la sono fatta addosso e con una stupida scusa sono fuggito. Mi ripromisi di parlarle il giorno seguente e volente o nolente questa volta lo avrei fatto. Dopotutto non stavo facendo nulla di male con quella donna quindi perché mai avrei dovuto avere paura? Andai a dormire con qualche piccolo grattacapo che mi fece riposare poco e niente quella sera, ma poi il mattino seguente arrivò. Portammo i bambini a scuola come di consueto dopodiché ognuno di noi raggiunse il proprio posto di lavoro. Fu una mattinata molto impegnativa e piena di cose da fare, i miei uomini cominciavano a perdere colpi a causa della presenza di quella donna, non lavoravano più come un tempo e di conseguenza toccò a me fare tutto il lavoro pesante. Fortunatamente ci pensò mia moglie a metà mattinata a rallegrarmi un po la giornata mandandomi un sms:

" Ti va di pranzare insieme? Non puoi capire quanto mi manchi...ho bisogno di stringerti a me!"

Quel messaggio fu pura musica e naturalmente le risposi in maniera affermativa. Mi apprestai dunque a finire il lavoro il più velocemente possibile dopodiché presi degli abiti puliti dalla mia cabina e mi chiusi in bagno per una doccia. Non potevo di certo presentarmi in quelle condizioni.
Una doccia rigenerante era proprio quello che mi ci voleva. Sarà stata l’acqua fredda o il semplice pensare a mia moglie e al fatto che presto l'avrei vista, che ogni fatica e ogni sforzo fatto poco prima venne immediatamente dimenticato. Mi asciugai i capelli semplicemente con un asciugamano, misi i pantaloni puliti e solo allora mi resi conto di aver dimenticato la camicia in cabina. Che testa! Andai a prenderla ma non appena entrai in stanza trovai, proprio accanto al mio letto Charlotte, la ragazza che ospitavo sulla mia nave. Non mi aspettavo di vederla li, il suo compito era quello di svolgere le pulizie è vero, ma ero stato molto chiaro al riguardo: alla mia cabina avevo libero accesso solamente io. Nonostante ciò però non fu tanto il fatto di trovarla li che mi sorprese, quanto il fatto che fosse mezza nuda; aveva in dosso una seplice sottana color bordeaux.
- Che... che cosa ci fai qui Charlotte? - chiesi lasciando in secondo piano il suo outfit.
- Beh... se non ricordo male... i compiti di una donna all'interno della nave sono anche altri... oggi ti ho visto particolarmente provato quindi ho pensato che magari avrei potuto aiutarti a scaricare la tensione. 
- Hai pensato male! - risposi secco - Sono felicemente sposato e non ho bisogno di te per scaricare la tensione, ci pensa mia moglie a farmi sentire vivo. Non ho bisogno di altro... e ora se vuoi scusarmi vorrei finire di prepararmi. - dissi andando a sedermi sul letto per poter mettere almeno le scarpe.
- Ma dai Killian... in onore dei vecchi tempi! Cosa ti costa è? Ti piaceva il mio corpo un tempo ricordi? - si mosse sinuosa dopodichè si avvicinò maggiormente e arrivò talmente tanto vicina che riuscì a posare senza nessuna fatica una mano sulla mia spalla. Da li fu un attimo. 
***
POV EMMA
Mi ero sentita terribilmente in colpa per aver fatto il test senza renderlo partecipe, ci teneva molto ad essere presente, lo sapevo benissimo, eppure nel momento esatto in cui ho deciso di farlo non ho minimamente pensato alla possibilità di chiamarlo. Non che non volessi li con me, mi avrebbe fatto enormemente piacere averlo accanto per sostenermi, ma era a lavoro e sapevo per certo che se lo avessi chiamato avrebbe trovato modo e maniera di convincermi ad aspettare la sera che lui fosse rincasato. Erano solo poche ore penserete voi, avrei potuto aspettare, ma la realtà dei fatti era ben diversa. Erano giorni che rimandavo, settimane per la precisione, dei giorni avevo dei sintomi sospetti, altri niente... " vedrai che sarà solamente un mal di stomaco passeggiero" "ma si dai... magari lo faccio domani" "deve avermi fatto male qualcosa".  Ogni giorno avevo una scusa diversa per rimandare e avrei continuato così all'infinito se non si fosse aggiunto un'altro sintomo molto allarmante. Mi resi conto che i giorni di ritardo erano di gran lunga superiori alla norma. Da quando avevo partorito Liam non avevo ancora riacquistato la mia solita regolarità, ma mai ero arrivata a oltre due settimane di ritardo. Fui colta da un'improvviso attacco di panico e nulla mi avrebbe fatto calmare se non scoprire la verità. Non ci pensai due volte: presi il test dal mobiletto del bagno e senza esitazione lo feci... negativo. Per un attimo mi sentii sollevata, un quinto figlio non era esattamente nei miei programmi, Liam aveva a malapena un anno, Chloe era in una fase della sua vita molto delicata e Leila iniziava a essere una signorina ormai, ricominciare da capo per l'ennesima volta non era una cosa che in quel momento ero pronta a fare; ma poi pensai a quello che avevo appena fatto: avevo fatto il test senza mio marito e pensai che non solo avrei dovuto confessargli questa cosa, che lo avrebbe sicuramente fatto dispiacere, ma avrei dovuto anche comunicargli che non vi era nessun bambino in arrivo, cosa che lui in fondo al cuore sperava. 
Confessargli il tutto non fu affatto semplice per me, mi sembrò come ammettere di aver tradito in qualche modo la sua fiducia, come se non avessi voluto renderlo partecipe di un momento così importante per la nostra famiglia. Abbassai lo sguardo e piansi, non volevo vedere il suo sguardo ferito, mi avrebbe fatto troppo male. Come ogni volta però lui mi sorprese, mi prese il viso tra le sue mani e mi invitò, con il suo aiuto,  ad alzare il mio sguardo verso di lui. Mi regalò sorriso, un sorriso sincero, il sorriso che tanto amavo e come se non bastasse mi strinse a se sussurrndomi dolci parole: improvvisamente mi sentii di nuovo a casa.  
Andammo a dormire molto presto quella sera e per tutta la notte lo sentii rigirarsi nel letto. Più volte mi svegliai per controllarlo, avevo paura che si sentisse poco bene, ma il suo girarsi in continuazione non era dovuto ad altro che ad un sonno disturbato. Probabilmente stava avendo un incubo. Mi strinsi a lui e continuai a dormire. Il mattino seguente, dopo aver accompagnato le piccole pesti a scuola, andai in ufficio, mi misi a lavoro ma neanche cinque minuti dopo la mia testa era già altrove. Non riuscivo minimamente a concentrarmi, più ci provavo e più pensavo ad altro. Presi una piccola pausa andando a prendere un caffè alle macchinette in fondo al corridoio dopodiché provai nuovamente a mettermi a lavoro. Niente da fare, era tutto inutile. Scrissi un messaggio a Killian chiedendogli di incontrarci per pranzo e alla sua risposta " Non vedo l'ora di vederti, ho intenzione di regalarti una pausa pranzo con i fiocchi"  il mio cervello perse del tutto ogni capacità di concentrazione. Non feci altro che pensare a cosa mi avrebbe riservato il mio maritino da li a poche ore e alla fine, stanca di aspettare, decisi di raggiungerlo con netto anticipo sulla Jolly. Volevo fargli una sorpresa e chissà magari avrei avuto modo di ottenere un piccolo antipasto di quella che poi sarebbe stata la nostra vera pausa pranzo. Purtroppo però fu lui a farmi una sorpresa e a differenza di tutte quelle fatte in passato, quella non fu per nulla piacevole. Arrivai alla nave più entusiasta che mai ma non appena aprii la porta della nostra cabina per poco non morii sul colpo: mio marito era a dorso nudo, in procinto di rivestirsi, davanti ad una donna tutt'altro che vestita. Se in quel momento mi avessero strappato il cuore dal petto e lo avessero stritolato con estrema lentezza molto probabilmente avrei sentito meno dolore. 
- Emma amore! - disse lui alzandosi immediatamente dal letto su cui era seduto e venendomi incontro. - Non farti mille film mentali ok? Non è come... - non lo lasciai neanche finire la frase e senza degnarlo neanche di una mezza parola, girai le spalle e cercai a passo sostenuto di uscire da quella nave nel minor tempo possibile. - Ei ei ei! Aspetta un secondo, dove stai andando è? - mi afferrò per un polso strattonandomi verso di lui e costringendomi a farmi girare. - Lo leggo dal tuo sguardo che.... ma non è come pensi... noi non.. lei...
- MI FAI SCHIFO KILLIAN! - fu l'unica cosa che uscì dalla mia bocca e ad essere onesti fu anche la più gentile perchè nella mia testa in quel momento si stavano facendo spazio insulti di ogni tipo.
- Emma... - anche il solo sentire la sua voce mi creava disgusto così, senza esitazione, decisi di mettere fine a tutta quella squallida sceneggiata e con un gesto della mano svanii portandomi lontano da lui. 
Mi materializzai dietro il locale di Granny ma non appena misi i piedi a terrà un conato di vomito mi invase e fui costretta a rigettare tutto il contenuto del mio stomaco. Mi sentii privare di ogni forza e proprio mentre credevo di stare per svenire due braccia mi sostennero impedendomi di cadere.
- Emma! Emma ti senti bene! - anche se stordita riconobbi subito quella voce: era Ruby. - Emma mi senti? Oiiii devo chiamare aiuto? Rispondimi cavolo! 
- Ru... ruby.... sto... sto bene! - mi sforzai a dire pur di non farla allarmare ulteriormente. 
- Non mi pare proprio. Dai, ti porto a casa e poi semmai chiamo Killian per inforarlo così viene a farti compagia, rimarrei io ma purtroppo dovrò tornare qui per continuare il turno. - Un altro conato mi invase ma questa voi riuscii a gestirlo, mi bastava sentir pronunciare il suo nome per sentirmi male.
- La... lascialo lavorare... chiama... chiama Regina, dille di prendere i bambini da scuola  e di tenerli per il pomeriggio o portarli da mamma se ha da fare. Non... non dirle niente di tutto questo. Si preoccuperebbe... voglio che stia tranquilla prima del suo matrimonio. 
-  Emma stai tremando come una foglia, sei bianca cadaverica e a momenti poco fa non collassavi. Se non informo Killian e non dico nulla a Regina, chi resterà a casa con te? Non sei di certo nelle condizioni per poter stare da sola. - disse più preoccupata che mai.
- Sono una donna adulta, non ho bisogno di nessun babysitter! Torno a casa da sola, tu continua a lavorare e fa finta di nulla ok?
- No Emma non... - utilizzai la magia per la seconda volta consecutiva ma questa volta mi teletrasportai direttamente a casa. 
Mi buttai sul letto sfinita e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo. Non potevo credere a quello che avevo visto. Killian e quella... in cabina... mezzi nudi!ì. Mio marito mi aveva... mi aveva... non riuscivo neanche a dirla quella parola. Pensavo che andasse tutto bene tra di noi e invece...come aveva potuto farmi questo? Come aveva potuto rovinare la mia vita e quella dei nostri figli così, senza nessuna motivazione? Non riusii a darmi nessuna spiegazione logica, continuavo a rivedere davanti ai miei occhi quell'assurda scena e inutile fu ogni tentativo di non pensarci. Mi disperai come forse non avevo mai fatto in vita mia e in un millesimo di secondo tutte le mie difese e i miei muri si rialzarono più forti di prima. Avevo creduto davvero che mi amasse... che fosse cambiato per me, per l'amore che gli avevo dimostrato e per quello che provava nei miei confronti... e invece? E invece mi sbagliavo, un pirata resta sempre un pirata... e chissà, magari quella non era neanche l'unica sgualdrina con cui ha diviso il letto. Sono stata una stupida, ho passato una vita intera a non fidarmi di nessuno e poi con il suo arrivo non ho capito più niente. Davvero pensavo di poter essere finalmente felice? Tze... stupida ingenua. I mie figli sono la mia unica felicità, l'unica cosa che di sensato quel porco ha fatto. E' per loro che non ho ancora dato fuoco all'intera città, è per loro che la Jolly Rogers e tutti quelli che sono al suo interno sono ancora illesi. Killian Jones deve ringraziare i suoi figli se ha ancora tutti gli arti al proprio posto . 
Controllai il telefono che stava squillando da diverso tempo, tra chiamate e messaggi, solo per assicurarmi che non  fosse nulla riguardante i miei figli. Loro non meritavano di essere ignorati. Come volevasi dmostrare però nessun messaggio da Regina, Henry o la scuola; le 35 chiamate senza risposta e i 12 messaggi ricevuti portavano il nome di una sola e unica persona: Killian Jones.

" Non ti ho tradita se è questo che pensi, sono ore che ti chiamo ti prego rispondimi, sono preoccupato"

 "Emma per mille balene ma davvero mi credi capace di una cosa simile? Io ti amo amore mio! Non ti tradirei mai"

" Rispondi per favore! Posso spiegarti tutto, hai frainteso"


Questi furono solo tre dei messaggi che mi aveva mandato e che imperterrito continuava a mandarmi. Non volevo sentirlo, era cosi difficile da capire? Il solo squillare del telefono mi mandava in bestia quindi, con la speranza che smettesse definitivamente, anche se controvoglia gli risposi almeno una volta.

" Non mi interessa ricevere alcun tipo di spiegazione da un essere sudicio come te, i miei occhi hanno visto e quel poco mi basta. Smettila con i messaggi e con le chiamate tanto non risonderò. Mi fai schifo Killian Jones! Fatti consolare dalla tua ex fidanzata che di sicuro sarà più che felice di scaldarti il letto"

Come sapevo che quella fosse la sua ex? Semplice, dopo una nostra litigata, dovuta al fatto che secondo me alcune ragazze lo stavano praticamente spogliando con gli occhi, lo costrinsi a farmi conoscere tutte le sue ex conquiste, o almeno quelle che si trovavano ancora a storybrooke in modo tale che se un giorno lo avessi beccato a parlare con una di loro gli avrei spaccato la faccia. Non avrei mai immaginato di dover vedere di peggio.
 Mi crogiolai ancora per un po' sul letto poi fui costretta ad alzarmi in quando qualcuno stava suonando al campanello. Sperai con tutto il cuore che non fosse lui e fortunatamente fu così: era Regina che era venuta a riconsegnarmi la prole. Aveva un sorriso raggiante sul volto che purtroppo si spense non appena mi guardò.
- Ciao Mamma!! - esordì Leila seguita da sua sorella.
- Mamminaaaaaaaa! Mi tei mancata sai?
- Emh..bambine perchè non andate a posare i vostri zainetti in camera e andate a lavarvi le manine? Con mamma vi saluterete dopo. - disse Regina scrutando attentamente il mio viso. Aspettò che le bambine obbedissero dopodiche, dopo aver posato nel box Liam, iniziò il suo interrogatorio. - Che accidenti ti è successo! - esclamò
- Niente perchè? - provai a mentire spudoratamente.
- Risparmiatela ok? Avanti dimmi: è successo qualcosa? Non era in programma che tenessi i bambini questo pomeriggi quindi racconta. 
- Ma niente davvero. Ho avuto semplicemente un mancamento, penso di aver rimesso anche l'anima e in più ho un mal di testa atroce. Non volevo che i bambini mi vedessero in questo stato ed ecco spiegato perchè ti ho chiesto di farmi il favore di tenerli. - giocai la carta dell'essere malata, considerato il mio aspetto, sperando ci cascasse. Fortunatamente funzionò.
- Mi dispiace Emma, ora come ti senti? Avresti dovuto informarmi sai? Sarei venuta prima a darti una mano... - disse preoccupata
- Non preoccuparti, sto meglio adesso ma se non ti dispiace vorrei far cenare i bambini e metterli a letto per poi poter tornare a riposare, penso di avere anche qualche linea di febbre.
- Tengo io i bambini se vuoi. - si propose per alleggerirmi il lavoro.
- No ti ringrazio, penso a tutto io. Grazie ancora per oggi, sei stata indispensabile. - in pratica la cacciai di casa, non ne andai molto fiera e di sicuro quel gesto mi aveva fatta sgamare. Pochi minuti dopo infatti mi arrivò un sms dalla stessa Regina che diceva:

" Menti da schifo! Per oggi va bene così ma domani ne parliamo! No, non hai diritto di replica."

Provai anche se inutilmente a non pensare a quell'orrenda giornata e mi dedicai ai miei figli: feci loro il bagno, preparai la cena dopodichè li misi a letto. Per almeno un'oretta riuscii a sentirmi piu calma e rilassata, i miei bambini anche se dei veri terremoti avevano questo potere, ma non appena la mia piccola Chloe mi chiese dove fosse suo padre e il perchè non era li a raccontarle la favola della buonanotte, tutti i pensieri tornarono alla mente e il senso di rabbia e delusione fu più forte di prima. Liquidai la mia cucciola dicendole che il suo papà era dovuto rimanere a lavoro per via di un problema improvviso dopodiche le diedi la buonanotte e uscii di corsa dalla sua stanza per rifugiarmi nella mia e piangere ancora una volta. Non so quanto tempo passò, so solo che ad un certo punto la porta della mia camera si aprì facendo apparire ai miei occhi l'unica persona che non avrei ma più voluto vedere. 
- Sei sveglia? - mi disse avvicinandosi piano al mio corpo per paura di spaventarmi. - Ei amore...  - mi alzai di scatto a quelle parole facendolo involontariamente indietreggiare, mi aveva davvero chiamata amore? - Emma tes...
- Vattene! - dissi secca. 
- Emma lasciami sp...
- Ti ho detto di andare via! Esci da casa mia!
- E' anche casa mia fino a prova contraria. - rispose a tono facendomi innervosire ancora di più. 
- Ah si è anche casa tua? Bene... allora esci da questa camera e non stressarmi l'anima! - gli lanciai un cuscino e una coperta e con la magia lo teletrasportai al piano di sotto. Servì a qualcosa? Certo che no, neanche venti secondi dopo rieccolo rientrare in camera.
- Dobbiamo parlare! - disse con tono che non permetteva repiche.
-  E se io non volessi? 
- Mi dispace ma non si può fare sempre quello che decidi tu! - mi prese per un braccio e spingendomi con tutta la sua forza mi portò al piano di sotto. Non gli urlai contro solamente perchè i bambini stavano dormendo. - Adesso te ne starai qui, zitta e buona - mi disse facendomi sedere sul divano - E mi ascolterai, perchè non è possibile che tu stia facendo tutta questa sceneggiata solamente perchè entrando in una stanza hai visto qualcosa di facilmente fraintendibile. Sei saltata subito a conclusioni senza darmi neanche il modo di...
- DARTI IL MODO DI FARE COSA kILLIANNNNNNNNN? - niente fu più forte di me, non riuscii più a trattenermi. Tutta la rabbia repressa che avevo cercato di trattenere per tutto il pomeriggio era finalmente esplosa.
- Ma sei impazzita? Non gridare, i bambini stanno dormendo! - disse facendomi alterare ancora di più. Era tutta colpa sua se stavo urlando, io neache volevo parlare.
- POTEVI PENSARCI PRIMA DI TORNARE IN QUESTA CASA CERCANDO DI APPARIRE COME L'ANGIOLETTO CHE IN REALTA' NON SEI! TI HO VISTO MEZZO NUDO JONES E CON UNA DONNA, CHE NON ERA POI TANTO PIU' VESTITA DI TE, CHE STRUSCIAVA LE SUE LURIDE MANI SU QUELLO CHE PENSAVO FOSSE IL MIO UOMO! PERMETTI CHE MI GIRINO I COGLIONI kILLIAN? 
- Se solo mi lasciassi spiegare...
- Avanti parla, vediamo come tenterai di giustificare tutto quello schifo! - dissi con aria di sfida.
- Ieri sera, quando sono rientrato prima dal lavoro, volevo parlarti, ma poi ti ho vista così sconvolta per via di quel test che ho pensato non fosse il momento adatto... volevo dirti che Spugna ha assunto senza il mio pieno consenso una donna sulla nave.Una donna che conosci molto bene.  Ho provato a sbarazzarmi di lei perchè sapevo che saremmo finiti a litigare ma mi ha spiazzato in due quando mi ha detto di avere un figlio e che non ha un soldo per poterlo crescere. Le serviva necessariamente un lavoro.
- E così ti sei proposto di aiutarla non è vero? Che carino che sei stato... e quale sarebbe il compito che le hai affidato? No no no aspetta, fammi indovinare: PAGARLA PER RIUSCIRE AD ENTRARE NELLE SUE GRAZIE? MA PER PIACERE KILLIAN SMETTI DI RACCONTARE CAZZATE! 
- Non sto raccontando cazzate, è la verità! Le ho promesso di farla lavorare come cameriera sulla mia nave fin quando non fossi riuscito a trovarle un nuovo impiego. 
- Complimenti, pulisce molto bene la sgualdrina da quello che ho potuto vedere! - ma a chi voleva darla a bere...
- ORA MI HAI DAVVERO SCOCCIATO SWAN! SE FOSSE VERO QUELLO CHE DICI TU NON STAREI DI CERTO QUI A FARE LA FIGURA DEL CRETINO PER GIUSTIFICARMI CON TE NON TI PARE? MI ERO APPENA FATTO UNA DOCCIA E METTENDO I PANTALONI MI SONO RESO CONTO DI AVER LASCIATO IN STANZA MAGLIA E SCARPE. SONO ANDATO LI PER FINIRMI DI VESTIRE E ME LA SONO RITROVATA IN STANZA IN QUELLE CONDIZIONI. CI STAVA PROVANDO CON ME, LO AMMETTO, MA LE HO DATO DUE DI PICCHE DICENDOLE CHE HO OCCHI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER TE. LA STAVO COMPLETAMENTE IGNORANDO DEVI CREDERMI, MI SONO SEDUTO SUL LETTO E HO INIZIATO AD ALLACCIARMI LE SCARPE IGNORANDOLA. SI E' AVVICINATA NONOSTANTE LE AVESSI DETTO DI ANDARE VIA, MI HA SFIORATO UNA SPALLA E IN QUELL'ESATTO ISTANTE TU SEI ENTRATA. FINE DELLA STORIA.
- Tutto qui? - dissi ironica.
- Tutto qui! come vedi hai fatto tutto da sola. Possiamo per favore smettere di gridare e fare pace una volta per tutte?
- Potremmo... potremmo farlo davvero sai? Peccato che io non  creda ad una sola parola di quello che hai detto. 
- Emma per favore non essere...
- SHHHHH.... hai parlato fino ad ora. Adesso tocca a me. Il Killian che conoscevo non avrebbe mai permesso ad un'altra donna, che non fosse sua moglie, di stare in quelle condizioni in quella stanza, l'avrebbe mandata via o con le buone o con le cattive, quindi scusami se non ti credo. 
- TI GIURO CHE...
-  E poi se davvero eri così sicuro di avere la coscienza pulita, perchè non sei venuto immediatamente a casa per chiarire ma hai aspettato che facesse buio? Io da quel che ho visto oggi non riconosco più quello che fino a questa mattina era mio marito. 
- MA STIAMO SCHERZANDO SPERO! NON SONO TORNATO PRIMA A CASA PERCHE' SPERAVO TI CALMASSI UN POCHINO. VOLEVO LASCIARTI I TUOI SPAZI DANNAZIONE!
- CALMARMI? MIO MARITO SCOPA CON UN'ALTRA DONNA E IO DOVREI CALMARMI??????? 
- NON HO FATTO NULLA CON QUELLA DONNA!!!!
- TI CONOSCO DA ANNI ORMAI E SO ALLA PERFEZIONE I TUOI RITUALI. TI CAMBI SEMPRE IN BAGNO, NON E' MAI CAPITATA UNA SOLA VOLTA CHE TU ABBIA DIMENTICATO QUALCOSA IN CAMERA. TI CAMBI NELLA NOSTRA STANZA DA LETTO O IN CABINA SOLO QUANDO FACCIAMO L'AMORE E IL RITUALE E' SEMPRE LO STESSO: PANTALONI, SCARPE E CAMICIA. MI BASTA QUESTO PER CAPIRE COSA SIA ACCADUTO REALMENTE QUESTO POMERIGGIO, E MI BASTA QUESTO PER DECIDERE IL DA FARSI... E' FINITA!
- Il da farsi? Non vorrai... Emma diamine ragiona. Siamo il vero amore io e te! Siamo destinati a stare insieme... ricordi nell'oltretomba? hai pesato il tuo core e.... 
- Abbiamo pesato il mio cuore hai ragione, non il tuo. Non credo più nel vero amore...tutte stronzate. Credo che esista la lealtà e il rispetto verso la persona che si ama e quando uno di questi due ingredienti viene a mancare significa che forse non era neanche amore... -  ormai ero un fiume in piena, tutto quello che mi passava per la testa dicevo. Lo avrei ferito con quelle parole? Beh... lui aveva ferito me.
- Non puoi pensarlo sul serio... non puoi pensare che l'unica via d'uscita sia chiudere tutto. Non ci siamo solamente noi nel mezzo...distruggerai una famiglia così! LA NOSTRA FAMIGLIA.
- L'HAI DISTRUTTA TU LA NOSTRA FAMIGLIA KILLIAN... - dovevo calmarmi e respirare o mi sarei nuovamente sentita male. 
- Fidati di me per favore! - mi supplicò
- MI SONO SEMPRE FIDATA DI TE MA C'E' UN LIMITE A TUTTO E IO NON POSSO PIU' CONTINUARE A VIVERE IN QUESTA CASA CON TE DOPO AVER SCOPERTO TUTTO QUESTO SCHIFO. - feci una pausa -  Puoi restare qui e dormire sul divano fin quando non troverai una nuova sistemazione, oppure puoi andare da Granny... scegli tu! Una cosa è certa, non tornerai su quella nave dove c'è quella sgualdrina da quattro soldi fin quando non sarà andata via o fin quando tornerai ad essere sulla carta un uomo libero.
- Un uomo libero? Fai sul serio allora! EMMA ORA MI FAI INCAZZARE! TI HO DETTO CHE NON TI HO MAI TRADITA CAVOLO! COSA DEVO FARE PER FARTI CAPIRE CHE STO DICENDO LA VERITA'? TAGLIARMI ANCHE L'ALTRA MANO? 
-  Non ce ne sarà bisogno, non servirebbe comunque a nulla, ormai ho deciso... mi dispiace ma è più forte di me... non riesco a convivere con questa cosa. 
- NON PUOI CHIEDERE IL DIVORZIO PER UNA STRONZATA SIMILE LO CAPISCI? Deve esserci una soluzione diamine! 
- Non ho mai visto di buon occhio le coppie separate in casa quindi no, non vedo altra soluzione. Io ti ho sempre rispettato e continuerò a farlo fino al giorno della firma ufficiale, tu vedi di essere rispettoso almeno in questi ultimi mesi.  - Detto questo tornai in camera mia e lo lasciai dormire sul divano. 
Il mattino seguente faticò ad arrivare ma non appena la sveglia suonò indicando l'inizio di un nuovo giorno, mi alzai dal letto e dopo aver fatto una doccia veloce corsi in camera dei bambini per svegliarli e prepararli per la scuola. Leila era già pronta quando andai a chiamarla, cosa che mi fece molto strano visto quanto amasse dormire, mentre con Liam dovetti litigare un bel po' in quanto quella mattina era più nervoso del solito. Mancava solo la mia principessa all'appello e poi saremmo potuti uscire di casa. Entrai nella sua stanza e le accarezzai i capelli come ogni mattina ma a differenza di tutti gli altri giorni, che esordiva con un gran "buongionno mamy", quel giorno prese la coperta e la tirò ancora più su andando a coprirsi il viso.
- Che c'è principessa? Ci siamo svegliate con la luna storta questa mattina? - dissi facendole il solletico sperando di farla ridere, ma l'effetto che ottenni fu quello di farla piangere. - No no no, amore di mamma non piangere ok? - le tolsi le coperte dal viso per poterla guardare meglio. Aveva gli occhi gonfi e rossi, sembrava stesse piangendo da molto eppure non l'avevo sentita piangere durante la notte. - Che hai piccolina della mamma? Perchè sei triste? - provai a prenderla in braccio ma mi accorsi subito di una cosa: aveva fatto nuovamente pipi a letto. Era piu di un mese che non capitava ormai e quindi immaginai che il pianto fosse dovuto a causa del forte imbarazzo. - Amore, non è successo nulla tranquilla! Ora ci facciamo un bel bagnetto e passerà tutto ok?
- No... Papo... boglio papo qui! - disse tra un signghiozzo e l'altro. Nonostante desiderassi non vedere più quell'uomo non potei far a meno di assecondarla , non volevo piangesse piu del dovuto. Sperai che almeno con  lui si calmasse ma niente, non appena li lasciai soli la sentii palesemente gridare che voleva anche me li in stanza con loro. Nessuno di noi due riuscì a capire cosa avesse e alla fine optammo per farle saltare un giorno di scuola, non era assolutamente nelle condizioni di andarci. Cercammo di farla calmare almeno un pochino leggendole una favola e giocando con lei ma fu impossibile, piangeva, tremava e ci chiamava in continuazione nonostante fossimo entrambi li. Sarei rimasta li con lei molto volentieri ma il lavoro chiamava, papà doveva andare con Killian non so dove e quindi toccava a me restare in stazione. Chiamai Regina per farle fare da baby sitter e dopo aver detto privatamente a Killian di non fare parola con mio padre di tutto quello schifo che era successo andai a lavoro. Non fraintendetemi, non volevo nascondere a mio padre una cosa così grave, però non era il momento ne per lui, ne per nessun altro di sapere. Avremmo... o almeno avrei rivelato la mia decisione subito dopo il matrimonio di Regina e Robin. 

POV REGINA
Mi precipitai a casa dei miei amici e mi resi conto che Emma non stava esagerando: la piccolina stava davvero passando una brutta mattinata. Era spaventata per qualcosa, forse un brutto sogno, ma la cosa che piu preoccupava è che nessuno, tanto meno i suoi genitori, riuscirono a calmarla. Era completamente stranita e non appena Emma e Killian andarono via i gridi e le urla disperate si sentirono come minimo anche a Boston. Riuscire a calmarla fu un'impresa pressoché impossibile tanto che, con il permesso di Emma, chiamai Whale e mi feci prescrivere qualcosa per calmarla. Se non fossi intervenuta tempestivamente molto probabilmente si sarebbe sentita male. Le gocce prescritte dal dottore fecero effetto e dopo una mezz'oretta ecco che si addormentò sfinita. Provai a pensare a cosa potesse essere successo, ma a parte l'ipotesi iniziale del brutto sogno sono non mi venne in mente nulla. Percepii un clima teso in casa quando arrivai, devo essere sincera, ma credevo fosse dovuto al fatto che  non riuscissero a calmare la bambina. Fu quando Chloe si svegliò che il quadro mi tu tutto molto più chiaro. La sentii piagnucolare e così mi affrettai a raggiungerla. Pianse un pochino chiedendo dei suoi genitori ma poi iniziò a farmi una serie di domande che mi lasciarono completamente senza parole. Provai a tastare il terreno ma piu parlava e più mi rendevo conto che la cosa fosse assai grave. Mi affrettai a prendere il telefono e chiamando la mia amica le dissi di chiudere la stazione e di raggiungermi immediatamente che avevo urgenza di parlarle. 
- E' successo qualcosa alla bambina? - disse allarmata non appena varcò la soglia di casa - dov'è?
- Esattamente dove l'hai lasciata questa mattina e tranquilla, non le è successo nulla! Sta dormendo. - la tranquillizzai.
- Allora perchè mi hai...
- Zitta e vieni a sederti. - alzò gli occhi per aria ma senza controbattere mi diede ascolto. - Tu sei proprio sicura che tra ieri e oggi non sia successo nulla? - iniziai così il mio discorso.
- Certo che sono sicura, perchè?
- Ieri non stavi per nulla bene quando sono arrivata.
- Mi sentivo poco bene pensavo che lo avessi capito. E comunque come puoi vedere è già tutto passato.
- Mmmh dici? No perchè a me sembri stranamente nervosetta. 
- Sbagli! - la guardai male come a farle capire che non attaccava con me -  Davvero Regina, è tutto ok!
- Ah si? e allora come me lo spieghi che la tua piccola principessa abbia improvvisamente iniziato a chiedere spiegazioni sul significato di alcune parole?
- Che genere di parole? - domandò non capendo la gravità della cosa.
- La parola divorzio ti dice nulla? - La vidi improvvisamente sbiancare. - Eh già... questa è stata la prima cosa che ha chiesto.
- Lo avrà sentito alla Tv. E' una curiosona lo sai anche tu.
- L'ho pensato anche io, ma poi mi ha racconto di essersi alzata questa notte perchè sentiva dei rumori che piano piano sono diventate vere e proprie urla. Ti dice niente questo? 
- E va bene ok, io e Killian abbiamo avuto una piccolissima discussione. Niente di preoccupante comunque, capita a tutte le coppie. 
- Piccola... se da una piccola litigata esce fuori la parola divorzio  non oso immaginare cosa esca in grandi litigate. - Non la vedevo ancora convinta ad ammettere la realtà dei fatti così per renderle un quadro completo su quello che avesse ascoltato sua figlia, le feci l'elenco completo delle domande che in neanche mezza giornata mi aveva formulato. 
- Ha davvero sentito tutto questo? - Si mise entrambe le mani sul viso a mo di disperazione.
-  Purtroppo si...  - restò in silenzio per un po elaborando la situazione dopodichè espose.
- E' colpa mia... - iniziò a piangere - E' colpa mia se ha sentito tutto. Dovevo trattenermi ma non ce l'ho fatta, ero incazzata nera Regina e ho pensato solamente a gridargli in faccia tutto quello che pensavo. 
- Oi, calmati ok? Non è la fine del mondo... l'ho tranquillizzata dicendole che quelle parole non sono nulla di così grave e che delle volte succede di litigare. In fondo è così no? - sorrisi andandomi a sedere vicino a lei per consolarla.
- Questa volta non si risolverà nulla... è... è tutto finito! - non l'avevo mai vista così disperata. 
- Non esagerare adesso, una litigata può essere più o meno accessa ma alla fine l'amore vince sempre.
- Tze... l'amore.... c'è qualcuno che neanche sa che significa questa parola! 
- Ma si puo sapere che cosa è successo? non girarci attorno, sono o non sono tua amica? Puoi fidarti di me e chissà magari posso aiutarti!
- No, non puoi... e comunque non me la sento di parlartene, hai così tante cose da fare per il tuo matrimonio che non voglio rallentarti o rattristarti con le mie disavventure.
- Sciocchezze, mi fa piacere darti una mano.- continuai ad insistere; lo vedevo che si stava tenendo tutto dentro e non andava affatto bene, aveva bisogno di parlare con qualcuno.
- Ormai il guaio è fatto, non si può più tornare indietro.
- Ma di che accidenti stai parlando si può sapere? - dissi a voce leggermente sostenuta
- Mi... lui mi... uff! Mi ha tradita Regina! - disse tutto d'un fiato lasciandomi completamente interdetta.
- C... cosa? Ma chi, Killian?!?!?!
- Non te lo aspettavi vero? Beh... siamo in due.
- Aspetta, aspetta! Non ho ben capito: cosa intendi con tradita? Ti ha tenuto nascosto qualcosa di importante o...
- No,no! Tradita nel vero senso del termine purtroppo. L'ho beccato con un'altra. - Ve lo giuro, rimasi completamente spiazzata da tale rivelazione. Possibile che Killian le avesse tirato sul serio uno scherzo del genere? Mi feci spiegare meglio le dinamiche del pomeriggio e le giustificazioni che le aveva dato suo marito, dopodiche provai a far calmare, per quanto possibile, le acque. 
- E se avesse ragione lui tesoro? Se davvero non avesse fatto nulla con questa donna? Butteresti tutto all'aria lo sai vero? Avete una famiglia insieme, non pensi che sia giusto concedergli il beneficio del dubbio?
- Ma da che parte stai! - mi ammonì.
- Dalla tua naturalmente, ma non posso non pensare a quei tre bambini innocenti. Ma l'hai vista tua figlia questa mattina? - le feci notare.
- E quindi secondo te dovrei far finta di nulla e riaccettarlo in casa come se niente fosse? Non ci riesco mi dispiace... 
- No, certo che no! Se ha sbagliato è giusto che tu prenda qualsiasi decisione in merito, ma forse prima di puntare il dito a spada tratta direi che sia meglio affrontare l'argomento con più calma. Non per te o per lui, ma per loro. Se devono crescere in una famiglia divisa è meglio assicurarsi della veridicità della situazione.
- Non ce la faccio... è più forte di me... mi fa schifo. 
Avrei voluto fare altro per convincerla, ma fummo interrotti dall'ingresso a sorpresa di Mary Margaret. Non era sola, con lei c'era Leila. A quanto pare la piccola si era sentita poco bene e visto che Emma e Killian erano telefonicamente irraggiungibili, la scuola aveva incaricato sua nonna per accompagnarla a casa. Aspettammo che la cara Snow andasse via dopodichè cercammo di estrapolare a Leila il vero motivo del suo malessere. Come sua sorella aveva sentito i suoi genitori litigare, ma a differenza della più piccolina, che si mise ad origliare, lei pur di non sentirli aveva infilato la testa sotto il cuscino per cercare di ovattare le voci. Ci riuscì solo in parte però, sentì che litigavano ma non riuscì a capire cosa dicessero. Un problema di meno... Leila molto probabilmente conosceva il significato delle parole usate e sarebbe stato ancora più difficile risolvere la situazione. La rassicurammo dicendole che non era successo nulla, che era già tutto passato e la mandammo a giocare al piano di sopra. Emma naturalmente ebbe un'altra crisi alla vista di sua figlia così triste e ne ebbe molte altre per tutto il resto della giornata.
 Avevo numerosissime cose da fare quel pomeriggio, ma decisi di rimandare tutto e pensare solo ed esclusicamente a lei. Era la mia migliore amica e non stava affatto bene. Provai a distrarla in tutti i modi, ma ci riuscii solo in parte: purtroppo o il pianto della piccola Chloe, che chiedeva disperatamente come mai il suo papà non fosse ancora tornato, o perchè lei stessa ripendava al giorno precedente, non le permisero di rilassarsi come invece avrebbe dovuto fare. 
Verso l'ora di cena rincasò anche KIllian il quale ci miese poco a capire che io fossi già a conoscenza di tutto.
- Non dovevamo tenere il segreto? - disse rivolto ad Emma la quale neanche gli rispose. - Spero che almeno tu gli abbia spiegato anche le mie ragioni... - continuò ad ignorarlo. - Oi sto parlando con te!
- Tranquillo mi ha detto tutto - intervenni io vedendo che non era intenzionata a cedere. Anche lui poveretto aveva una faccia distrutta. 
- Beh almeno questo... comunque volevo chiederti - si rivolse nuovamente a lei - Sei ancora convinta di tutto quello che ci siamo detti ieri? Devo davvero cercarmi un nuovo posto dove stare?
- Non cambio idea! - si limitò a dire senza neanche guardarlo in faccia. La situazione era più critica di quanto pensassi.
- Ok, allora prendo la mia roba e raggiungo Granny, ho gia prenotato una stanza. 
- No papo.... no Granny! Tu a casa co me e mamy! - e come volvasi dimostrare ecco che la piccola Chloe arrivò magicamente in salotto nel momento meno opportuno, rendendo ancora più difficile tutta quella situazione. - Non ti pace stale qui co noi  papo? - lo guardò con gli occhi lucidi pronti ad esplodere in un ennesio pianto.
- Amore amo stare qui con voi e se potessi rimarrei sul serio, solo che.... beh... devo lavorare principessa, mi hanno chiamato per una missione importante e dovrò dormire qualche notte fuori. - le spiegò portandosi alla sua altezza. 
- NOOOO! NO BOGLIO. Tu dommi qui! Tei il mio papà, non puoi dommire fuoli. Tu qui con mamy.
- Amore non cambierà nulla te lo prometto, ci vedremo tutti i giorni, non sentirai neanche la mia mancanza. Stai tranquilla ok?
- NOOOOO PAPOOOO!!!! LESTA QUI CO MEEEEEEE! - Il pianto disperato di questa mattina tornò a farsi sentire, se possibile in maniera anche più accentuata. Inutile ogni tentativo di Killian di calmarla cosi l'unica alternativa fu quella di far finta che fosse rimasto con loro almeno fin quando non si fosse addormentata. Ci volle un po', li fece penare bene bene ma alla fine crollò sfinita.
- Beh... ora vado si è fatto tardi, buonanotte amo... emh... Emma! - si corresse. Prese la direzione della porta ma prima di uscire si voltò ancora un'ultima volta - Quasi dimenticavo... per domani sera... se vuoi li tengo i io bambini. Non credo che andrò alla festa per Robin, non sono dell'umore adatto per festeggiare e non voglio di certo rovinargli la serata. - vero, lo avevo completamente dimenticato, il giorno seguente ci sarebbero state le nostre feste.
- Non vado neanche io quindi i bambini resteranno con me! - cosa cosa cosa???? 
- No, scusate se mi intrometto, ma due dei nostri migliori amici, i nostri testimoni di nozze per essere più precisi,  non saranno presenti domani? tanto vale non farla questa festa! - esposi il mio punto di vista. Mi sarebbe davvero piaciuto festeggiare, ma non era assolutamente il momento più adatto quindi, ero sicura di poter parlare anche a nome di Robin, se loro non fossero  venuti, noi avremmo rinunciato a tutto. 
- Regina non dire stronzate - mi disse Emma - Vai e divertiti, ci saranno Ashley, Ruby, Zelina e anche mia madre, il divertimento sarà assicurato. - cercò di convincermi.
- Senza di te non sarebbe lo stesso... - ammisi.
- Non sono proprio di compagnia in questo periodo, se venissi ti rovinerei la serata ed è l'ultima cosa che voglio. 
- Me la rovinerai se non verrai, quindi se ci tieni a me domani sarai dei nostri... stessa cosa vale anche per te Killian, Robin ci tiene sul serio alla tua presenza.
- E i bambini Regina? Pensi che Chloe si stia senza me o lui dopo tutto quello che ha sentito?
- Come oggi la farete addormentare e poi verrete. Non si discute Emma, ci vediamo domani! - e con queste ultime parole, senza dargli modo di replicare, svanii in una nuvola di fumo.
***
Il giorno del mio addio al nubilato finalmente arrivò, questo significava una cosa sola: presto sarei diventata la moglie di Robin. Era la cosa che desideravo di piu al mondo e sarei dovuta essere super eccitata per la serata che mi si prospettava davanti... eppure non lo ero. Il pensiero costante di Emma e Killian non me lo permetteva. Chi lo avrebbe mai detto che proprio loro due, così affiatati e complici, si sarebbero trovati a vivere un momento del genere? Se era capitato a loro che erano il simbolo del vero amore cosa sarebbe successo a me e Robin? No... non dovevo assolutamente pensarci o avrei rischiato di fare qualche casino. Cercai di tenere la mente occupata ricontrollando ogni singolo dettaglio stabilito per la cerimonia ma fu tutto inutile, la mia mente tornava sempre al giorno precedente quando Emma mi confidò del tradimento di Killian. Ancora stentavo a crederci. Non era da Killian comportarsi in quel modo, possibile che innamorato perso di Emma com'era si sia andato a cacciare in un guaio simile? No... non poteva essere... doveva esserci dell'altro sotto. Istintivamente presi il telefono e lo chiamai. Rispose al primo squillo. Mi feci raccontare meglio il suo punto di vista e mi convinsi ulteriormente della sua innocenza quando lo sentii piangere. Sentire Killian Jones piangere era una rarità, da quanto lo conoscevo ebbi modo  di vederlo cosi disperato solamente in un'altra occasione: quando Chloe richiò di morire. Era innocente, non avevo piu dubbi, dovevo solamente cercare di farlo capire ad Emma cosa non del tutto semplice. Mi presentai a casa sua senza avvisarla e le spiegai della chiamata fatta poco prima a suo marito e il mio punto di vista. Mi diede ascolto? Certo che no, capocciona com'è mi sarei stupita del contrario. Si limitò a commentare il pianto di Killian con la frase "ma che bravo attore" dopodichè mi chiese cortesemente di non prendere piu quest' argomento. Le faceva ancora male evidentemente e voleva in qualche modo dimenticare. Non ci sarebbe mai riuscita ne ero piu che sicura, lo amava con tutta se stessa , ma cercai comunque di assecondarla, magari aveva solamente bisogno di smaltire la rabbia e calmarsi; avrei riprovato a farla ragionare magari dopo il matrimonio. Smettemmo dunque di parlare di lui e iniziammo, subito dopo l'arrivo di Snow e le altre ragazze a prepararci per la serata che Ruby aveva organizzato in mio onore. Emma ci offrì a tutte una stanza dove poterci cambiare e quando fummo tutte pronte affidammo i bambini, Ronald compreso, a Granny e ci recammo al locale. Neanche a farlo apposta ci ritrovammo nello stesso locale dove anni prima portai Emma a distrarsi dalla rottura con Killian: "le tavole di Esopo" e questo la portò a chiudersi ancora più a riccio. Parlò davvero molto poco, tanto che tutti si insospettirono della cosa, ma dopo qualche ora, grazie a tutti i bicchieri che mandò giù, iniziò a fare un monologo sulla sua vita che fece capire a tutti il vero motivo del suo umore. Era un fiume in piena ed era completamente senza freni, l'alcol l'aveva sciolta piu del dovuto. La cosa che però mi trattenne dal toglierle il bicchiere dalle mani fu il fatto che rideva, raccontava le sue disavventure e rideva come se fosse la cosa più divertente di questo mondo. Si sarebbe svegliata con un forte mal di testa il mattino seguente, ma non me la sentivo di privarla di quel momento di libertà. 
- Mah... dice sul serio Regina? - mi domandò Snow completamente scioccata dalle parole di sua figlia. - Killian ha...
- La verità? Non lo so Snow, non penso a dire il vero, ma lei ha visto qualcosa che le ha fatto credere tutto questo e nessuno adesso riesce a farla ragionare. 
- Ragiono benissimo invece! - si intromise lei ridendo e scolando l'ennesimo bicchiere. - Non ho bisogno della mammina! 
- Emma basta bere! - disse dolcemente Snow cercando di impedire a sua figlia di riempirsi nuovamente il bicchiere. Aveva perso il conto di quanti drink avesse bevuto.
- E perchè mai? Mi sto divertendo così tanto EHEHEHEHEH! - alzò il calice e si mise in piedi sulla sedia -  Brindo a te Regina: Che il tuo matrimonio possa essere felice piu del mio cara amica... e sopratutto SENZA CORNAAAA! Cin cin! 
- EMMA!!!!! SMETTILA IMMEDIATAMENTE! 
- Mamma come sei noiosa! Sciogliti un po! fatti un goccetto.
- Non mi serve un goccetto per essere felice! - la canzonò
- Vero... tu hai il tuo vero amore! ehehhe... Tze... credici pure tu! Sono sicura che in questo momento il caro e dolce principe azzurro dall'armatura scintillante si stia divertendo piu di te ammirando lo spettacolo di qualche donnina succinta! Dovresti controllarlo di più mammina sai? eh si,  non vorrei che finissi nella mia stessa situazione! - Ok, stava decisamente esagerando, forse Snow aveva ragione, forse era davvero il caso di toglierle il bicchiere dalle mani. 
- EMMAAAA! SMETTILA DI PARLARE DI TUO PADRE IN QUESTO MODO!!! 
- Snow... calma ok? Tranquilla, ci penso io. - dissi cercando di evitarle un infarto - Emma, tesoro... che ne diresti di prendere una boccata d'aria? Fa un caldo bestiale qui non trovi? Andiamo a fare due passi!
- Ottima idea Regina! Andiamo a sbirciare la festicciola del tuo futuro sposino! Mamma vieni anche tu dai!!! Ci sarà il principino azzurro non poi così azzurro vedrai eheheheheheheheh! -  si alzò velocemente e provò ad avvicinarsi, anche se barcollando, alla porta del locale. Prontamente la richiamai all'ordine. 
- No no no ferma dove sei! Noi non andremo proprio da nessuna parte, resteremo qui nei dintorni chiaro? - la guardai negli occhi sperando che l'alcol non le avesse completamente offuscato il cervello  e che riuscisse almeno un minimo a capirmi.
- Paura di vedere qualcosa che non ti piace Regina? Tranquilla! Prima o poi capita a tutti! - rise di cuore - Avanti andiamo! Andiamo a scoprire la vera natura di quei tre finti santarellini. 
- Emma ho detto di no! - risposi decisa!
- Bene! Andrò da sola! - fece apparire magicamente tra le sue mani la bottiglia che era appena stata consegnata al nostro tavolo dopodichè sempre con la magia scomparve. 
- Maledizione- esclamai e senza esitazione pensai a lei e magicamente la raggiunsi. Mi ritrovai davanti l'ingresso del Rabbit Hole, lei era a pochi metri di distanza da me che mi guardava ridendo!
- Lo sapevo che saresti venuta! Avanti entriamo! - Ve lo giuro, tentai di fermarla in tutti i modi ma fu tutto inutile, volle a tutti i costi entrare. Fui dunque costretta a raggiungerla onde evitare che facesse qualche cazzata. Il locale era pieno di gente e trovarli per lei fu enormemente difficile. Si addentrava nella folla neanche fosse una spia segreta dell'Fbi e alla fine, scovando scovando, riuscì  a trovare quello che cercava. David, Killian e il mio Robin erano seduti ad un tavolo intenti a chiacchierare e a bere una birra, come immaginavo non stavano facendo nulla di male. 
- Sei contenta adesso che li hai visti? Possiamo tornare di la? - le dissi prendendola per un braccio sperando mi seguisse senza fare storie.
- Aspetta! Non facciamoci ingannare... - oddio ma perchè l'ho lasciata bere? La prossima volta me ne ricorderò. 
Mi misi in attesa, vicino al bancone del bar, nella speranza che si stufasse di restare li a spiare il nulla quando improvvisamente accadde qualcosa. Una donna, molto probabilmente una cameriera,si avvicinò al tavolo dei ragazzi e come se fosse la cosa più normale di questo mondo, dopo aver portato loro degli stuzzichini, abbracciò Killian da dietro. Vidi Killian rifiutare quella chiara avance immediatamente ma quello che non vidi fu la mia amica raggiungere il tavolo dei ragazzi con una ferocia disumana. Senza neanche avere il tempo di fare nulla ecco che Emma prese per i capelli la ragazza in questione e la fece voltare nella sua direzione.
- Ma chi accidenti sei tu è? - le disse quella non capendo il motivo di tale comportamento.
- IO SONO SUA MOGLIE!!!!! - esclamò sicura di se prima di sganciare un destro che fece cadere la ragazza a terra. Da li fu un attimo: le ci si buttò sopra e iniziò a prenderla a pugni e  a offenderla con parole indicibili. Era la ragazza con cui pensava che Killian l'avesse tradita e se non fosse stato per Killian, Robin e David che prontamente cercarono di allontanarle, molto probabilmente  quella ragazza non ne sarebbe uscita illesa. 
- Emma per l'amor del cielo calmati! - le disse suo padre abbracciandola da dietro cercando in qualche modo di placcarla.
- LASCIAMIIIIIII! LASCIAMI TI HO DETTO!!! LA UCCIDO QUELLA SGUALDRINA DA QUATTRO SOLDI! - si dimenò cercando di divincolarsi
- Non ne vale la pena tesoro! 
- MA TU CHE NE SAI E'? QUELLA SGUALDRINA SI E' PORTATA A LETTO MIO MARITO PAPA'! - credevo sul serio che David avrebbe dato di matto e avrebbe ucciso Killian davanti gli occhi di tutti i presenti, ma con mio grande stupore disse delle parole che mi fecero restare con la bocca aperta. Non me lo sarei mai aspettata da lui. 
- E tu credi davvero che sia vera una cosa del genere Emma?
- L'HO VISTO CON I MIEI OCCHI PAPA'! ERANO INSIEME NELLA NOSTRA CABINA E.... E..... - se prima gli effetti dell'alcol furono quelli di renderla allegra e gioiosa ecco che improvvisamente iniziò a piangere incontrollabilmente. le sbronze che sfociano nel pianto sono sempre le peggiori... sarebbe stato un duro lavoro farla tornare in se. - HA ROVINATO LA MIA FAMIGLIA PAPA'... HA ROVINATO LA MIA VITAAAAA!!!!
- Killian ti ama più della sua stessa vita amore mio, ci metto tutte e due le mani sul fuoco che non abbia fatto nulla! - ero sempre più stupita dalla maturità di David. 
- SEI DALLA SUA PARTE? - Domandò più arrabbiata che mai mentre continuava a piangere. 
- Non sono dalla parte di nessuno, mi ha semplicemente raccontato come sono andate le cose. 
- E GLI CREDI????? PAPA'!!!!!!
- Come posso non credergli? Lo ha giurato sui suoi tre figli Emma e questo mi basta per provare la sua innocenza. 
- IO NON CI CRE.. NON...IO... -  La vidi cercare di sforzarsi pur di riuscire a formulare una frase ma niente, si accasciò a terra priva di forze. Era cosciente, o almeno apparentemente lo era, ma non riusciva comunque a reagire. L'unica cosa che riusciva a fare era piangere. Mi sbagliavo prima quando pensavo avesse toccato il fondo... ora lo aveva toccato. 
- EMMAAAAA! - Killian prontamente le fu accanto e senza aspettare un consenso da parte sua  la strinse a se. - Emma ti prego non fare così! urlami contro, prendimi a pugni, fai quello che più ti senti ma ti prego reagisci. - Mi facevano una tenerezza immensa entrambi e li capii che avrei dovuto prendere in mano la situazione pur di riuscire a farli riappacificare. Senza una piccola spinta non sarebbero mai riusciti a chiarirsi, la biondina era una gran testa dura quando si impuntava su qualcosa.
Corsi dal proprietario del locale, e dopo avergli spiegato in breve che la mia amica si era sentita poco bene, ottenni il permesso di portarla in una stanza nel retro del locale dove non vi era musica o gente che potesse disturbarci. Per prima cosa le feci passare momentaneamente la sbornia con la magia, dopodichè cercai di spiegare loro la situazione.
- Ho poco tempo prima che l'effetto della magia finisca e che quindi tu ritorni ad essere una specie di bradipo che cammina, quindi vengo al dunque: questa storia deve finire e deve finire adesso! - dissi categorica.
- E' già finita! - rispose Emma una volta riacquistata la lucidità ma sopratutto la parlantina - Sono stufa di ripeterlo. Il fatto che quella sia venuta qui e ti abbia abbracciato ne è una prova. - si rivole a mezza bocca a Killian.
- L'ho licenziata la stessa sera che abbiamo litigato e non perchè volevo farmi bello davanti hai tuoi occhi, come di sicuro stai pensando, ma perchè si è comportata in maniera poco consona facendomi passare per un uomo che non sono. Ero sul punto di licenziare anche Spugna se proprio dobbiamo essere sinceri ma alla fine non me la son o sentita. E' stato lui a trovargli questo lavoro e no! Non sapevo che lavorasse qui altrimenti avrei cambiato subito locale. 
- Sarò stronza ma io ormai non credo più a nulla di quello che dici. Mi meraviglio come mio padre, possessivo com'è, possa averti creduto.
- Io mi farei una domanda love... 
- E non chiamarmi Love! Tra me e te non cambia nulla. 
- Scusate... - intervenni io -Non gli hai parlato per piu di 48 ore e ora? - la presi in giro. - Vi ho portati qui perchè forse ho una soluzione per aiutarvi.
- Non c'è bi...
- Stai zitta per favore, sto parlando. 
- Mah..
- Ma nulla! Hai interrotto la mia festa e ora è il minimo che tu mi ascolti! Stavo dicendo: c'è un modo facile e indolore per scoprire la verita ed è attraverso la magia. Mi stupisco come voi non l'abbiate ancora usata.
- No grazie! Sono convinta di quello che ho visto, non ci tengo  a vederlo nei dettagli.
- Io invece penso sia un'ottima idea Regina - continuò Killian - Per me puoi procedere tranquillamente. 
- Io non...
- Non ci interessa al momento quello che dici tu cara, sai? Sono giorni che non fai altro che criticare, quasi quasi ti preferivo sbronza; eri più divertente.  - la presi in giro. - Dai non perdiamoci in chiacchiere, prendi questo - dissi facendo comparire magicamente uno specchio tra le mie mani - Ti farà scoprire la verità!
- Ancora? La conosco già la verità, non mi serve uno stupido specchio, che poi parliamoci chiaro, lo avrai incantato in modo tale che io veda quello che volete farmi credere.
- Maligna e malfidata fino alla fine vedo! Ti sbagli signorina, lo specchio non è stato ancora incantato proprio per questo motivo. Lo incanterai tu cosicché tu possa vedere la vera realtà dei fatti senza che nessuno ti prenda in giro come purtroppo pensi. 
- E se non volessi? - replicò
-  Fallo per me! Consideralo un regalo di nozze anticipato! 
- Uff! E va bene... ma solo perchè almeno questa storia finirà una volta per tutte! - prese lo specchietto con la sua solita poca grazia e senza esitare oltre lo incantò. - Sei pronto a questa grande umiliazione? - disse con aria di sfida rivolta a suo marito.
- Prontissimo! - rispose a tono. La vidi concentrarsi e dopo neanche un paio di secondi ecco che il pomeriggio incriminato di killian Jones fu visibile davanti ai nostri occhi. Come sospettavo fin dall'inizio aveva ragione lui. Era innocente, più che innocente, non aveva fatto assolutamente nulla se non esporre i suoi pensieri, ovvero che era innamorato perso di sua moglie e che le bastava lei per essere felice. Vidi Emma farsi piccola piccola, si rese conto solo allora che aveva davvero esagerato sia con i fatti che con le parole.
- Allora love... questo divorzio? - disse lui ridendo e prendendola in giro. Lei tentò di replicare, ma proprio mentre stava per farlo ecco che l'incantesimo che le avevo fatto prima svanì facendola tornare in uno stato comatoso e piagnucolone. 
- Peccato... proprio sul più bello! - esclamai divertita. 
- Non... non si sarà dimenticata tutto quello che ha appena visto vero? Perchè continua a piangere?
- Perchè è ubriaca fradicia forse? Tranquillo,  ricorderà tutto. 
-  ehi Idiota... baciami! - disse improvvisamente interrompendoci. Prese il viso del suo uomo tra le mani e goffamente cercò di avvicinarlo al suo. 
- Visto che ti dicevo? - sorrisi guardandoli finalmente sdolcinati come sempre.
-  Pagherai love per tutto quello che mi hai fatto passare in questi giorni  - le disse sorridendo prima di baciarla appassionatamente - E ho già qualche programmino niente male in mente! - ammiccò.
- OK OK OK! basta così! Non potete passare dall'odiarvi ad amoreggiare davanti ai miei occhi! Contegno per favore. - ridemmo sia io che lui. Lei era troppo impegnata a baciarlo ovunque le andasse a tiro. - Visto che tutto si è  sistemato direi che possiamo tornare alle nostre rispettive feste che ne dici?
- Si ma mi raccomando...tienila d'occhio... non vorrei mi scambiasse per qualcun'altro visto il suo stato. 
- Tranquillo ci penserò io. - lasciai che si salutassero ancora qualche minuto dopodichè magicamente ci teletrasportammo nuovamente nel locale dove le nostre amiche e sua madre ci stavano aspettando. La festa poteva continuare. 

POV EMMA
Mi alzai il mattino seguente con un cerchio alla testa atroce. Avevo davvero esagerato con l'alcol. Tutta colpa di quello stronzo... no non è vero.. tutta colpa mia, sono io la stronza di tutta questa situazione. Sono stata accecata dalla gelosia e mi sono bastati due secondi per farmi un film mentale assurdo. Mi girai e rigirai nel letto cercando di riprendere sonno ma niente, quel cerchio alla testa non mi permetteva di chiudere gli occhi. Controvoglia mi alzai dal letto e scendendo lentamente le scale mi ritrovai in cucina dove vi era già tutta la mia famiglia, esclusi i bambini.
- Ben alzata amore... - disse Killian venendomi incontro e abbracciandomi. - Vuoi pranzare con noi? - mi disse indicandomi la tavola già imbandita di ogni ben di Dio.
- Pranzare? - chiesi  - Che.. che ore sono?
- Le 14:30! - rispose la mia amica ridendo per la mia espressione sbigottita. Avevo dormito per tutto quel tempo? - Allora, vuoi pranzare si o no?
- No... voglio solo un'aspirina! Ho il cervello che mi scoppia. 
- Prima mangia qualcosa però! Non puoi prenderla a stomaco vuoto! - continuò mia madre, con il suo odioso fare da maestrina, indicandomi una sedia libera accanto a lei. Non avevo le forze per replicare quindi,nonostante non avessi per nulla appetito, li feci contenti e stuzzicai qualcosina. Feci tutto in gran silenzio, non che non volessi parlare, stavo semplicemente sforzandomi di ricordare cosa avessi combinato la sera precedente. Ricordavo di essere salita sulla sedia per più di un brindisi, di aver ballato come una sciocca per tutta la notte e di aver...
- Oh no! - esclamai improvvisamente facendoli voltare tutti verso di me. 
- Che c'è cara? - domandò mio padre. - tutto ok?
- Non lo so ancora! Siate sinceri vi prego... ho dei ricordi un po confusi riguardo ieri sera... vi prego ditemi che non ho creato io quella rissa con quella ragazza!
- OOOH....si che lo hai fatto! E' stata La parte più interessante della serata! - disse Robin ridendo al solo ricordo. - Hai presente le donne che lottano nel fango? Beh... voi eravate decisamente meglio!
- ROBINNNNNN! - Esclamarono all'unisono Regina e Killian. - E' mia moglie!
- Nonché la mia migliore amica!
- Che avrò detto mai? E' stato un bello spettacolo sul serio. Chiedilo a tutti quelli che vi stavano guardando sbavando mentre facevano il tifo. - rise divertito mentre io al contrario avrei voluto fare una buca e nascondermici dentro.
- Che vergogna! Regina potevi fermarvi cavolo! Sono lo sceriffo della città, che figura ci faccio adesso? - dissi disperata. 
- Come se non ci avessi provato a fermarti! - mi fece notare con fare ovvio - Comunque, anche se mi sarebbe piaciuto vederti impacciata davanti a tutto il resto della cittadina, ho ben pensato di farti un piccolo regalo. Ho cancellato dalla mente di tutti i presenti in quel locale i ricordi di quella rissa sexy. 
- Lo hai fatto sul serio? - chiesi speranzosa
- Certo! - sorrise
- Grazie Regina, grazie davvero di cuore! Sei stata fondamentale in questi due giorni... scusami se a causa della mia stupidità ti ho rovinato la festa.
- Rovinato? Stai scherzando? E' stata uno spasso! Tu non lo ricordi ma sei stata davvero un'ottimo giullare di corte! - rise - Eri completamente fuori controllo, ad un certo punto sei addirittura salita sul tavolo. Peccato che non avevo la telecamera con me! 
- Ho fatto cosa???? O mio Dio! - mi portai entrambe le mani sugli occhi più in imbarazzo che mai. Ero una madre di famiglia che accidenti mi era preso? Ah proposito di madre di famiglia: dov'erano i miei bambini? E sopratutto... come stavano? Non li avevo lasciati molto bene la sera prima, sopratutto la mia piccola cucciola.  - Ragazzi scusate ma i bambini dove sono? - chiesi cambiando del tutto argomento.
- Sono ancora da Granny - rispose Regina - Volevamo che ti riprendessi del tutto prima di farteli vedere e per farti stare più tranquilla ti dico già  che ho ripetuto l'incantesimo che ho fatto ai clienti del rabbit Hole anche sui tuoi figli facendo dimenticare loro la brutta litigata che hanno ascoltato l'altra sera. Sono tutti super felici e impazienti di rivedere la loro mamma e il loro papà. 
- I miei amori! Anche io sono impaziente di rivederli. - ammisi con gli occhi lucidi.
- Dovrai aspettare love, io e te abbiamo ancora un affare in sospeso - mi fece l'occhiolino Killian - Qualcuno merita una punizione speciale per avermi dato del bugiardo e del traditore. Ora saranno cavoli amari per te. - Ammiccò facendo capire a me e ai presenti le sue poco caste intenzioni. 
- KILLIAN! NON SO LE LO RICORDI MA QUELLA E' MIA FIGLIA! - Esclamò mio padre scandalizzato. 
- E quella è la porta se non ti sta bene David - rispose prendendolo in giro. 
- Va bene ragazzi che ne dite di togliere il disturbo? Non vorrei dire nulla ma credo che siamo di troppo! - propose Regina trascinando in meno di due minuti tutti fuori da casa mia... quasi tutti, per mio padre ci volle qualche secondo di più. Nonostante lo avesse difeso a spada tratta la sera precedente non vedeva ancora di buon occhio certi suoi atteggiamenti nei miei confronti. 
- Finalmente soli! - esordì mio marito avvicinandosi pericolosamente - Mi sei mancata terribilmente in questi due giorni. Averti ad un metro di distanza ma saperti lontana  con il cuore mi ha devastato. Mi hai tirato proprio un brutto scherzo Swan. Pensavo di morire. 
- Lo so... mi sono comportata da stupida. Sono stata accecata dalla gelosia e non ho capito più nulla. 
- Quando capirai che ho occhi solo per te? - mi baciò - Ti amo gelosona del mio cuore. 
- Ti amo anche io amore e spero davvero tu possa perdonarmi per come ti ho trattato. Non lo meritavi. 
- Oooh lo so che non lo meritavo e infatti per farti perdonare dovrai sudare e parecchio... - ammiccò.
- In che senso? Che hai in mente? 
- Vieni in camera e lo saprai! 
 
Note dell'autore:
Rieccomi qui pronta a darvi il tormento! Mi sono presa qualche giorno in più ma alla fine ci sono riuscita: ho aggiornato. Lo so lo so, aspettavate il seguito di "ribellione in corso"  ma ho deciso di aspettare un pochino a pubblicarlo per creare più suspance. Credo che lo posterò non la prossima settimana, perchè ho altro da mostrarvi, ma la settimana successiva ancora. Si, in 15 giorni credo proprio di farcela :P 
Veniamo al capitolo di oggi... penso sia il più lungo che abbia mai scritto e nonostante io abbia tagliato numerosissime parti resta comunque eccessivamente lungo. Spero che non vi annoierete a leggerlo. Come già immagino ci saranno di sicuro degli errori ortografici; perdonatemi vi prego, ma quando la sera, dopo una giornata intenza di lavoro, mi metto a scrivere non riesco mai a controllare alla perfezione il tutto... chiudete un occhio ok? Se ce ne sarà bisogno vi autorizzo anche a chiuderli tutti e due ehehehehehehehe. cos'altro dire? Beh... buona lettura a tutti voi e se vi fa piacere lasciatemi un commento! A presto, ciaoooooo. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ballerina 89