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Autore: Elgas    21/03/2019    15 recensioni
[Primo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC:ReMind)
Crossover: personaggi tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
***
1. Luxord.
Al contrario il dubbio sorgeva nell’impossibilità di comprendere, minando ogni convinzione,
base, regola.[...] Una partita a scacchi, un’innocente partita a scacchi, si tramutò all’improvviso
in una chimera; quell’uomo l’incarnazione stessa del dubbio.
2. Aqua
Il cuore sussultò… e questa volta fu il terrore; l’assalì, violento e improvviso come una tempesta;
trafisse corpo e mente distruggendo ogni speranza, ogni luce.
3. Luxord
Un coltello, il bagliore della lama, l’odore metallico; un rosso scarlatto a dipingerne il palmo e la
sabbia sottostante. Rimase indifferente Le Vaar, fissando quasi divertito il taglio appena procuratosi.
4. Axel
La coscienza ribollì gettandogli in faccia l’amara e cruda verità. Ventus ne era stata la semplice anticipazione,
niente di più e niente di meno.
5. Luxu
《 [...] Ognuno rappresentava... quelli che nel mio Mondo si definivano peccati capitali; Aced...Accidia, Ava…
Avarizia, Gula… Gola, Invi… Invidia, Ira… beh questo è rimasto invariato! Infine tu… Lussuria. Ora rispondimi...
sei mai affogato nel tuo peccato,
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Aqua, Axel, Luxord, Xigbar
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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3. Beyond the Sky



Tanfo di salsedine e alghe marce. Fu quest’odore a destarlo e nell’iniziale coscienza giunse il peso
dell’acqua; premeva ovunque l’acqua dell’oceano, sui polmoni, la gola, la bocca, simile a nero
catrame. Tossì Luxord, tossì mentre gli occhi bruciavano e la schiena avvampò come se qualcuno
ci avesse gettato tizzoni ardenti.
L’odore della carne, l’odore del sangue; un misto contorto di fitte e sporco reso ancora più
lancinante dal sale marino. Il dolore… l’unica sensazione concessa a un corpo di Nobody; estranea,
poiché le uniche volte in cui aveva combattuto l’avversario brandiva un Keyblade, e le Chiavi per
natura non tagliano, non lacerano, non feriscono; ma al tempo stesso il dolore, quel dolore,
sembrava contenere un eco lontano.
Giunsero il calmo suono delle onde, la sabbia umida e compatta sotto di se, e le stelle in un cielo
terso, silenti osservatrici della battaglia appena conclusasi e… del suo disastro.
Aveva fallito. Un piano perfetto, assolutamente perfetto, si era sgretolato nel peggiore dei modi;
un’alitata puzzolente da parte di Sparrow l’aveva fatto precipitare dal pontile dell’Olandese
Volante proprio quand’era vicinissimo allo scrigno di Davy Jones. Perché non aveva reagito?
Perché si era bloccato di fronte all’inaspettata vicinanza del pirata? Perché, per un attimo, la
mente era tornata indietro? Al Black Marlin, alla dannata partita a scacchi, a…
« Hai provato l’ebbrezza di un giro di chiglia, eh Luxord? »
Lo stupore durò meno del previsto; considerata la misteriosa natura del “ Capitano ” Le Vaar, non
l’avrebbe percepito in ogni caso, neanche in pieno giorno fra le strade di Port Royal. A fatica si
girò, ritrovandolo seduto a gambe incrociate al limitare della battima. Indossava le vesti da pirata
ad esclusione del cappello mancante.
« E tu… ti sei goduto lo spettacolo, giusto Le Vaar? », mormorò a denti stretti.
L’uomo sorrise e il viso apparve mutato nell’argentea luce della notte. I lineamenti sottili, diversi
dalle genti di quel Mondo, più simili ai suoi. Un’illusione… ecco cosa aveva visto lo Sfidante
all’osteria tre sere addietro; ma al di là di essa, nelle iridi rimanevano vivide le particolari
sfumature violette.
« Ogni scena...! », rispose Le Vaar alzando le spalle, come se lo scontro navale gli avesse provocato
soltanto una vaga distrazione, « Sora ha spiccato in maniera inusuale, colto da uno scatto d’ira.
Per te… sono rimasto stupito quando hai evocato il kraken, peccato ti sei rovinato nel finale.
Davvero una brutta caduta di stile. Contro Jack potevi evocare i Giocatori d’Azzardo, ferirlo tu
stesso, invece nulla! E quando sei caduto, aprendo un varco avresti evitato di ridurti così! »
« Infili il coltello nella piaga… beh… almeno non ti ho deluso… completamente… »
Il pensiero volse all’istante a Vexen. Lo scocciatore era rimasto a guardare e adesso lo immaginò
lontano a godersi il suo fallimento. Dall’alto del proprio ego, lo scienziato non avrebbe mosso un
dito per aiutarlo, anche a costo di lasciarlo agonizzante per giorni. Anzi... con tutta probabilità
aveva già fatto ritorno al Cimitero dei Keyblade, sventolando la notizia ai quattro venti.
« Deludermi? Non lo faresti mai Luxord, neanche volendo… comunque! I gentiluomini devono
aiutarsi l’un l’altro, sbaglio? »
Non comprese subito la frase, se non quando si sentì afferrare le spalle.
Il dolore, affievolitosi, riprese a tormentarlo; vorace bruciò la pelle, penetrò i muscoli come una
bestia immonda. Le Varr l’aveva sollevato con la facilità con cui un gatto sposta un gomitolo, quel
tanto da non fargli ingoiare la sabbia, e l’aveva trascinato lontano dal mare. Al nuovo contatto la
spiaggia si trasformò in cemento e il bruciore serpeggiò maligno, soffocando ogni centimetro di
carne, uccidendo ogni pensiero. Serrò gli occhi, strinse i pugni mentre la schiena si contrasse in
spasmi violenti.
D’improvviso l’aria notturna lambì le ferite; d’improvviso un tocco risalì la schiena…
All’inizio non capì; le tempie pulsavano e riusciva soltanto a rimanere così, la fronte premuta
sugli avambracci, il respiro rotto da gemiti… quasi stesse pregando per la fine di quel tormento.
« Non sono fra i curatori più esperti, ma questo basterà. »
Giunse ovattata la voce dell’uomo, eppure Luxord vi si aggrappò come fosse un’ancora di salvezza.
Riemerso dal limbo ne percepì le mani, le dita… percorrere lente fianchi, schiena, scapole,
lasciando un lieve tepore al passaggio. Se i Nobodies erano in grado di simulare emozioni allora
quell’imbarazzo fu terribilmente convincente; nessuno l’aveva mai toccato, non così…
Veloce lo rigettò, lo rigettò mettendo a tacere ogni domanda, lasciando che il calore guarisse le
ferite. Pian piano il sale scivolò via, la pelle si rigenerò e il dolore sparì.
« Ecco…! Ora sei come nuovo! » esclamò Le Vaar ricoprendolo con la cappa.
Ancora un po’ rigido, Luxord si sollevò mettendosi a sedere. Tastò la schiena, ritrovando solo il
tessuto lacerato dell’abito. Le Vaar l’aveva curato in maniera particolare, ma un’altra domanda
sorse spontanea;
« Perché l’hai fatto…? Non… dovresti limitarti a osservare? » chiese rammentando il primo
incontro al Black Marlin.
Inginocchiato sulle punte dei piedi, Le Vaar alzò le spalle con fare superfluo.
« A volte un piccolo aiuto non fa male. Quanto ci avresti messo altrimenti? »
« Uno… massimo due giorni. A dir la verità… neanch’io sono molto afferrato con gli incantesimi
curativi. Ora… ora sono in debito con te. »
« Tranquillo, non mi devi nulla…! Per così poco! »
« No…! Non importa sia una partita a scacchi o meno… non voglio avere debiti. Dimmi… dimmi
come posso ricambiare. »
Quegli ultimi pensieri erano usciti spontanei e l’animo si fece quieto, come rare volte era capitato.
Tutto apparve distante, futile; l’esito della missione, la ricerca della Black Box, il dovere e il
prodigarsi verso l’Organizzazione, la Guerra imminente. Forse per questo non s’accorse che Le
Vaar aveva accorciato le distanze, se non quando parlò, il respiro a sfiorargli il collo.
« Insisti, eh? Okay… uhm… vuoi assistere a un trucco? »
« Un… trucco? »
« In realtà è presto per mostrartelo… », ammise sottovoce mettendo una mano davanti a se, « …
quindi consideralo anche un piccolo segreto. Ogni tanto bisogna barare. »
« Hai la mia attenzione. E la mia parola », assicurò Luxord, mosso dalla curiosità.
Nel socchiudere gli occhi non lo notò, o forse l’altro fu semplicemente troppo veloce. Un coltello,
il bagliore della lama, l’odore metallico; un rosso scarlatto a dipingerne il palmo e la sabbia
sottostante. Rimase indifferente Le Vaar, fissando quasi divertito il taglio appena procuratosi.
Luxord deglutì e il dubbio tornò a pizzicarlo. Ma non vi fu bisogno di alcun gesto o parola; piccole
saette scaturirono, forse dalla carne stessa; il sangue rifluì all’interno della ferita, la carne si
rigenerò in pochi istanti. Intatta, la mano sembrava risplendere, ammaliante nella luce notturna.
« Ricorda… è un segreto. »
« Ah…! S-sì… »
Voleva porre mille domande, ma sicuramente l’altro avrebbe sviato ogni quesito con finta
sufficienza. No… le risposte, le scoperte, sarebbero giunte alla conclusione di quella partita; la
Guerra che avrebbe contrapposto le Tredici Oscurità e le Sette Luci. Le Vaar parve intuire quel
bisogno e alzando lo sguardo al cielo disse;
« Fra poco partirò… la vacanza è finita..! Uff! »
« … Tornerai … a casa? »
« … Uhm… più o meno », rispose mettendosi in piedi e stiracchiandosi, « ma tranquillo Luxord, ci
rincontreremo presto. Riposati… e regalami un bello spettacolo al Cimitero dei Keyblade! Oh!
Scruta il cielo, a breve ci sarà una bella sorpresa! Bye bye! »
Un fiume… quell’uomo era come un fiume, ora calmo, ora rapido e imprevedibile. Compariva e tu
potevi solo ammirarlo o venir strascinato; nella quiete nuove e strane meraviglie si palesavano,
procurando ora timore, ora curiosità. Con quest’ultima, lo Sfidante l’osservò incamminarsi lungo
la spiaggia, fin quando non sparì oltre il promontorio a ovest della baia. Rimasto solo, fece
scorrere lo sguardo tutt’attorno; su quell’isola alta, dove la scogliera aguzza cadeva a strapiombo
nel mare; dietro, tramite ripidi sentieri, la spiaggia si collegava alla piccola macchia di foresta,
dove gli alberi svettavano contro l’infinità delle stelle.
Trascorsero pochi minuti, scanditi dal ritmo delle onde, infine apparve; una grande sagoma scura
oltre le chiome arboree. Si mosse silenziosa, sollevandosi in aria; sul fondo due potenti motori
emanavano fiamme bluastre dalle punte bianche. Una gummiship? No… il metallo troppo liscio, le
forme eleganti e affusolate, suggerivano una natura ben diversa. Sopra la prua, un lucente colore
rosso disegnava un cavallo, o meglio un kelpie.
Luxord sorrise tra se, mentre la vera Kelpie prendeva quota e saettava nella vastità del cielo,
diretta verso luoghi a lui ancora ignoti.





Angolo Autrice:

Eccoci giunti al terzo capitolo. Un capitolo più introspettivo rispetto ad altri. Finalmente vengono alla luce nuovi dettagli sulla natura di Askin ( e di conseguenza anche Kugo, Amaimon ecc ecc ). Li ho fatti volutamente brevi, anche per rispondere alla domanda; quante cose si posso raccontare in 3/5/10 pagine? Visto che… tendenzialmente quando si tratta di Long i miei capitoli sono lunghi… tanto lunghi.

So che… la scena con Luxord che cade dall’Olandese Volante è ricalcata paro paro dal terzo Capitolo de I Pirati dei Caraibi. Vi dirò… non ho amato quella scena, al pari di altre come quella con Vanitas e Sully. Quindi posso dire... di aver giustificato la confusione di Luxord di fronte all’improvvisa vicinanza del pirata. Ehm…! Ehm…! Ricordatevi… gli… avvisi…!

Il prossimo capitolo avrà come protagonista il nostro Axel, alla conclusione della battaglia finale. E anche lì… verranno sviscerate alcune differenze. Altrimenti che Finale Alternativo sarebbe?

Elgas
   
 
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