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Autore: cussolettapink    22/03/2019    5 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 7- The Truth.

Quando arrivò il conto, il ragazzo la guardò e poi calò lo scontrino sul tavolo, per fare in modo che la ragazza lo vedesse.

L'importo a tre cifre, nonostante avessero preso solo un antipasto e un secondo a testa, sconvolse non poco la mora.

“Dunque, sono 150,00€ a testa” parlò lui prendendo dal portafoglio una quantità non indifferente di banconote per poi depositare solo la sua parte.

La ragazza quella sera sentì le guance in fiamme, purtroppo non per quel tipo di imbarazzo piacevole.

“Ryan… te li renderò non appena saremo tornati a casa… saresti così gentile da potermene anticipare una parte? Ho solo 70,00€ con me al momento” quella sensazione di inadeguatezza le strinse lo stomaco.

La coltellata più grande arrivò però nel momento in cui il biondo scoppiò a ridere, attirando l’attenzione dei tavoli vicino al loro.

“Sul serio? Solo 70,00€ per mangiare in un posto del genere?! E’ proprio vero che voi ragazze puntate sempre a farvi offrire tutto ma cavolo, almeno avere la finzione di provare a pagare la vostra parte e di non aspettare sempre che sia l’uomo!”

Ormai le persone li stavano fissando e la mora sentì chiaramente, seppur nessuno parlasse, quanto tutta quella gente dell’alta società stava guardando il suo insulso vestito e la stesse criticando per essere la solita arrivista di cui quel mondo è pieno.

“Per favore, te li renderò una volta tornati a casa, sono seria” parlò lentamente, non riuscendo a tenere la testa alta per il grande senso di vergogna che provava in quel momento.

“Mah, sei sicura di averli?” ironizzò lui, guardandola con un sorriso cattivo mentre la mora gli porgeva comunque la sua parte di soldi.

Una volta pagato il conto, i due ragazzi uscirono dal locale.

“Ryan perché lo hai fatto? Hai insistito tu per entrare qui e per offrire, ho provato varie volte a farti desistere dal venire qui” scoppiò lei una volta usciti, mentre entrambi si dirigevano verso il parcheggio.

“Non ho trovato la serata e le nostre conversazioni abbastanza interessanti da farmi pensare che lo meritassi, è forse una colpa non voler più pagare per qualcun altro?” la sfidò lui, portando la conversazione su un dibattito che – la ragazza lo sapeva – non avrebbe potuto vincere.

“Comunque torna con un taxi, alla fine non siamo così lontani. Ti aspetterò al dormitorio per prendere l’altra parte dei soldi”.

Nello sgomento più totale, la mora guardò il biondo salire in macchina e fare manovra.

“Ryan non… non ho i soldi per un taxi, ti ho dato tutto quello che avevo” ammise lei, sentendo l’ennesima umiliazione della serata addossarsi sulla sua schiena, sensazione ormai simile a un enorme macigno che la stava schiacciando.

Neanche quando dormiva sul divano letto di suo nonno si era mai sentita così “povera”, mai come in quel momento.

“Mi dispiace, come dicevo non è un problema mio. Siamo vicini, magari se raccatti abbastanza spiccioli riesci a prendere lo sposta poveri… com’è che lo chiamate voi? Autobus?” dopo quella battuta, il moro scoppiò a ridere e dando gas si allontanò dalla ragazza.

Le lacrime iniziarono a scendere prima ancora che se ne rendesse conto.

Stringendo forte il manico della sua borsa per infondersi un po’ di coraggio, la ragazza si avviò per la strada da cui le sembrava di ricordare fossero arrivati.

All’ennesimo incrocio che l’aveva forse portata più lontano, la mora si ritrovò costretta ad arrendersi e a ricorrere all’unica soluzione possibile.
 

 
 “Pronto?” una voce maschile rispose dopo il secondo o terzo squillo.

“Ciao Styles… sono Paige”

“Tolkin? Cosa cazzo è successo? Non dovresti stare al tuo bell’appuntamento con Ryan?” chiese lui subito.

“Diciamo che mi sto facendo una passeggiata… puoi dirmi come arrivo al dormitorio da… Mint road? Che diamine di nome è poi per la via di una strada? Il prossimo incrocio si chiamerà Chocolate street?” la ragazza non dimostrò il minimo segno di voler rispondere alla domanda del riccio, tentando nel medesimo momento di spostare la conversazione e di ottenere le indicazioni che le occorrevano.

“Mint road? Ma dove cazzo sei finita? Ti ci vedo, scommetto che hai un senso dell’orientamento davvero pessimo. Rimani lì, mi trovo in zona per tua fortuna” una volta terminato di parlare, il riccio attaccò senza dar modo alla mora di replicare in qualche modo.
 

“Tolkin, è possibile che tu sia così terribile? Se ho capito quale è il ristorante di cui mi parli, sei andata dalla parte completamente opposta!” commentò il riccio, dopo aver saputo dove erano stati “comunque, continuerai col tuo muro del silenzio o mi dirai anche cosa è successo? Ryan ha forse fatto qualcosa di sbagliato?” il tono stranamente premuroso e preoccupato del riccio scaldò il cuore alla giovane, che continuò a stringere la borsa che teneva appoggiata sopra le gambe da quando era salita nella macchina del riccio.

“Harry, non ne voglio parlare. Comunque non mi ha fatto nulla, non preoccuparti” parlò alla fine, tornando poi nel suo mutismo.

Con la macchina, impiegarono circa cinque minuti a tornare al college.

“Grazie… ora vado in camera, buonanotte” tentò di dileguarsi nel minor tempo possibile, sperando di racimolare il tempo necessario per dare i soldi a Ryan senza che Harry li vedesse.

Si ritrovò sorpresa di questa cosa, non capendo perché il pensiero che anche Harry la potesse guardare come l’aveva fissata Ryan quella sera la spaventasse tanto.

“Notte” rispose lui accendendosi una sigaretta e rimanendo nel terrazzino fuori dal dormitorio, non immaginando neanche lontanamente quanto il tempo di quella sigaretta fosse importante per la ragazza.

Salì le scale due a due e alla fine della rampa si ritrovò il biondo davanti alla sua porta.

“Diavolo, quanto ci hai messo? Guarda che se era una tattica per farmi desistere hai sbagliato, tesoro”

“Mi sono persa, ora comunque ti rendo tutto” parlò lei, non riuscendo a rispondere per le rime a quel ragazzo che quella sera l’aveva umiliata tremendamente.

Entrò in camera e puntò alla scrivania, dove teneva sempre dei soldi di scorta.

Constatò amaramente di avere solamente 50,00€, cosa che la portò a mordersi un labbro per la frustrazione.

“Fai sul serio Paige? Non pensavo fossi così patetica! Non ti viene in mente che forse questo non è il posto per te? Sei una poveraccia, mi fai davvero pena”.

“Ascolta, te li darò domani mattina, andrò al bancomat e ritirerò il resto della cifra.

“Certo che fare per 30,00€ tutto questo sbattimento è davvero frustrante, perché non ti offri tu per compensare la cifra?”

“Scusami?!?” il tono di voce più alto del normale evidenziò la grande sorpresa che colse la ragazza in quel momento, non potendo credere che il livello di bassezza umana di quel ragazzo arrivasse a tanto.

“Ma sì, non è il modo in cui quelle come voi ottengono quello che vogliono? Comunque no, non ti toccherei neanche morto e sinceramente, penso proprio che tu non riusciresti a valere 30,00€”

Gli occhi lucidi della ragazza erano ormai più che evidenti.

“Ascoltami, vado adesso alla prima banca che trovo e ritiro la cifra che manca va bene? Te la faccio scivolare sotto la porta della tua stanza più tardi. Dopo quello, ti pregherei di non rivolgermi mai più la parola però” parlò lentamente, già pronta a prendere la giacca.

“Farti un giro con uno come me potrebbe solo essere un onore, bambolina” scoppiò a ridere lui “comunque va bene, ti aspetterò qui però quindi vedi di non metterci un’eternità” terminò il biondo, buttandosi sul letto della ragazza.

Uscì dalla camera più velocemente possibile e con la medesima velocità si apprestò a lasciare la casa per imboccare il vialetto che l’avrebbe portata prima fuori dal college e poi alla banca.

“Tolkin? Soffri di insonnia stanotte? Dove diavolo vai?” parlò Harry, che si trovava steso sulla piccola panchina della terrazza di casa.

“Harry, grazie davvero per essermi venuto a prendere ma devo fare una cosa, non seguirmi per favore” si accorse troppo tardi del tono della voce tremolante, prossimo al pianto.

“Mi sto stufando di starti dietro, fai un po’ come ti pare” alzò le mani.

Paige lo vide con la coda dell’occhio rientrare in casa e si concentrò ad accelerare il passo per arrivare in banca.
Una volta che ebbe ritirato il denaro, si incamminò nuovamente verso il dormitorio.

Si accorse di piangere solo quando rimise piede nel college e una coppia di studenti la guardarono confusi.


Le emozioni di quella sera e la vergogna erano stati così forti che a un certo punto aveva ceduto.

Risalì le scale per l’ennesima volta quella sera ed entrò in camera, trovando Harry e Ryan discutere.

Sgranò gli occhi dalla sorpresa e guardò prima uno e poi l’altro, non capendo quale fosse il motivo della presenza del riccio in camera sua.

“Tolkin, finalmente sei tornata! Perché Ryan è in camera tua?” le parlò duramente Harry.

“Styles te l’ho detto, la serata è andata più che bene e la nostra cara Paige voleva ringraziarmi per le ore trascorse in sua compagnia” la voce melliflua di Ryan fece quasi sanguinare le orecchie della ragazza, disgustata dalle frasi appena pronunciate.

“Non è vero!” urlò lei, guardando il biondo.

“Ecco, sapevo che non poteva essere altro che una stronzata, mi dici ora il motivo per cui lui si trova qui?”

“Già Paige, visto che non vuoi passare la notte con me, perché non racconti al tuo caro Harry il motivo per cui mi trovo qui? Sono sicuro ne rimarrebbe davvero sorpreso”.

Paige si morse il labbro così forte che le parve di sentire il gusto ferroso del sangue, tanta era la frustrazione provata in quel momento.

“Ok, se lei non parla allora te lo dico io: la qui presente innocentina si è fatta portare a cena in uno dei ristoranti più costosi della zona sperando di farsi pagare tutto e quando le ho detto che avremmo fatto a metà mi ha risposto di non avere abbastanza soldi, così è dovuta andare alla banca qui vicino a ritirare tutta la somma”.

“Finiscila! Non è andata così, tranne che per la parte del denaro! Comunque ecco, tieni i tuoi maledettissimi soldi e vai fuori da camera mia!” urlò lei, prendendo con stizza le banconote dalla tasca e quasi gettandole addosso a Ryan per poi spingerlo fuori dalla stanza.

Nel silenzio totale, si accorse che Harry era rimasto in silenzio per tutto il tempo.

“Harry, forse posso considerarti la persona con cui ho passato più tempo in assoluto quindi, te ne prego, almeno tu credimi: Ryan è stato tutto il tempo ad insistere per offrire lui e per andare in quel posto in cui io non volevo neanche andare perché mi faceva sentire a disagio. Preferirei sentirti gongolare per dirmi quanto avevi ragione sul dirmi di non uscirci ma per favore, credimi: non sono quel tipo di ragazza” parlò lentamente, andando verso la scrivania e posando la borsa sopra “ora però per favore, lasciami da sola che è stata una giornata infinita…”

“Tranquilla, ti credo. Mi dispiace solo che tu ci sia finita in mezzo” concludendo la frase in quella maniera, il riccio mandò la mora nella confusione più totale, non capendo a cosa si riferisse.

Nonostante quello, cercò di rilassarsi e andò quasi subito a letto tentando di dimenticare quanto successo.

 
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Angolo autrice!
Lo so, oggi è venerdì ma sono pienamente giustificata! Ieri sono stata fuori per lavoro, sono uscita alle 7 di mattina e sono rientrata alle 22 quindi non ho avuto proprio il tempo materiale di poter aggiornare, scusatemi!
Grazie moltissimo a chi sta seguendo la storia e a chi perde quei cinque minuti (che valgono per me gioia incontenibile) a recensire!
Vi aspetto alla prossima settimana!
Saluti,
Liz
 
   
 
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