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Autore: TheManiae    26/03/2019    1 recensioni
Due nuovi nemici scendono in campo, e stavolta sono molto più potenti e pericolosi di qualsiasi altri affrontati prima d'ora. I nostri eroi dovranno unire le forze e scavare dentro l'essenza dei loro Miraculous, o il mondo pagherà il prezzo più alto:
La Fine.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Incontri



«Un'altro Akumizzato!» Alya strillò di gioia. «Devo andare a filmarlo per il mio blog. Ti chiamo appena finisce il combattimento!» esclamò, cominciando a correre dietro alla polizia. Marinette voleva dirle che poteva essere pericoloso, ma ormai sapeva che non l'avrebbe ascoltata. «Fai attenzione!» si limitò a urlarle dietro.

«Tranquilla!» rispose Alya, sparendo dietro l'angolo.

Marinette sospirò, ma sapeva che non c'era tempo da perdere. Corse in una stradina secondaria e nascosta. Aprì la borsetta, dalla quale uscì la piccola Kwami rossa e nera. «Tikki, trasformami!»

Tikki annuì e si tuffò negli orecchini. L'energia avvolse il corpo di Marinette, trasformandosi nel costume di Ladybug. La supereroina si lanciò fra i tetti della città, dondolandosi tra di essi con lo yoyo e seguendo il suono delle sirene, sicura che vi avrebbe trovato anche l'Akumizzato. E non era stata la sola a pensarlo.

«Non sapevo che anche a te piacessero le lunghe camminate in riva al mare, my lady.» Chat Noir apparve accanto a lei, balzando da un edificio all'altro col bastone.

«I gatti non avevano paura dell'acqua?» rispose lei con uno sorrisetto malizioso.

«Si, ma ogni tempesta sembra il paradiso se ci sei tu con me.»

«Sei diventato un poeta?»

«Tutto per te, my lady.» Le fece l'occhiolino. Ladybug alzò gli occhi al cielo, ma non riuscì a non sorridere.

«Sai già chi o cosa dobbiamo combattere?»

«No, ho solo visto la polizia correre a fermarlo.» Una strana sensazione pesava sul petto di Ladybug. Sentiva qualcosa di strano nell'aria.

Man mano che si avvicinavano, i suoni aumentarono costantemente. Riuscirono a sentire distintamente grida, spari, rumori di distruzione e perfino ruggiti animaleschi che gli fecero tremare le ossa. Infine, atterrarono su un edificio e si affacciarono dal tetto sulla strada in basso. Rimasero entrambi a bocca aperta.

La strada in basso era devastata. Le macchine erano state rovesciate e lanciate via da una forza incredibile, mentre diverse persone fuggivano gridando. Anche i poliziotti che avrebbero dovuto proteggere gli abitanti scappavano come conigli. E al centro di quel disastro, una grossa bestia nera stava colpendo ripetutamente un'automobile con i grossi pugni. Delle grida provenivano da essa.

«C'è qualcuno lì dentro!» esclamò Chat Noir, balzando verso il palazzo di fronte. Appoggiò entrambi i piedi contro il muro, e, dandosi forza nelle gambe feline, compì un salto verso il mostro. Ruotando il bastone, lo colpì direttamente sul muso rettiloide. La creatura venne sbalzata all'indietro, cadendo a terra di schiena.

Ladybug atterrò accanto all'auto. Il tettuccio era stato deformato dai possenti colpi della creatura, e dentro si trovavano una donna e una bambina nel sedile posteriore. Grazie alla sua forza, la supereroina riuscì ad aprire le portiere bloccate. «Veloci, andate!»

Le due le rivolsero un rapido ringraziamento e scapparono.

Un ruggito furente riempì l'aria. Il mostro si era rialzato, e ora entrambi gli eroi riuscivano a vederlo meglio. Era un enorme creatura bipede, dall'ampio torace e con grosse braccia coperte di escrescenze affilate, che terminavano con tre grossi artigli ognuna. Il volto appariva serpentino, con corna ricurve da ariete e quattro piccoli occhi completamente verdi, che splendevano di una luce malefica. Grossi spuntoni ricurvi emergevano dalla schiena, scendendo lungo una coda serpentina.

«Amico, cerca di calmarti. Stai facendo troppo chiasso per le mie orecchie» scherzò Chat Noir, il bastone messo in orizzontale dietro il collo. Ladybug lo fulminò con lo sguardo.

«Quello che il mio collega cerca di dire è che non devi obbedire a Papillon. Possiamo aiutarti.»

Il mostro li guardò qualche secondo, senza mostrare alcuna emozione o indizio che avesse minimamente capito ciò che Ladybug avesse detto. Poi, spalancando le enormi fauci e mettendo in mostra le grosse zanne affilate, lanciò un potentissimo ruggito. Balzò in avanti, e i due dovettero saltare all'indietro per evitare i letali artigli.

«Non credo che ti abbia capito, my lady» disse Chat Noir, con un ghigno felino. Piantò il bastone a terra e lo allungò per darsi lo slancio e saltare, rimpicciolendolo a mezz'aria e colpendo il mostro alla testa con un potente attacco verticale. La creatura ruggì di dolore e tentò di colpirlo con gli artigli, ma il giovane si era già allontanato.

«Ehi» esclamò Chat, rivolgendosi a Ladybug. «Come sarebbe a dire "Collega"? Credevo ci fosse qualcosa tra noi! Sento che sto per perdere le forze dalla tristezza» disse con voce falsamente offesa, alzando una mano alla testa per rendere meglio il dramma.

«Chat. Non è il momento adatto.» Ladybug gli rivolse un'occhiata severa e alzò gli occhi al cielo, sospirando. Saltò, evitando le artigliate del mostro, e gli atterrò sopra la testa. Usando lo yoyo, riuscì a chiudergli la bocca col filo sottile ma resistentissimo, cavalcandolo in una strana maniera. «Preso!»

Chat guardò la scena con un sorrisetto felino. «Beato lui. Io sarei ben felice di farmi cavalcare da te, my lady.»

Il volto di Ladybug divenne rosso come un peperone, e rivolse uno sguardo a metà furente e a metà imbarazzato al collega, cosa che lo fece scoppiare a ridere. La risata tuttavia non durò molto. Il mostro si girò su se stesso all'improvviso, colpendo Chat con la grossa coda e scagliandolo urlante contro la vetrata di un negozio, mandandola in frantumi.

«Chat!» esclamò Ladybug, guardando verso il negozio. Prima che potesse dire o fare altro, la coda del mostro si avvolse attorno al suo petto, schiacciandole le ossa e cercando di tirarla via. Lei resistette alcuni momenti, ma alla fine perse la presa. La creatura la scagliò via, contro un muro. Per fortuna, i riflessi dovuti al Miraculous le impedirono di finire spiaccicata contro la parete.

Tuttavia non ebbe nemmeno il tempo di rispondere. Con una velocità inaspettata per una creatura del genere, la bestia si era lanciato verso di lei e aveva sollevato le braccia muscolose per schiacciarla. Lei riuscì a evitare il colpo per un soffio, balzando all'indietro. Rimase comunque scioccata dal fatto che i pugni del mostro avevano distrutto l'asfalto della strada senza fatica. Non voleva nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare a lei.

Il mostro balzò nuovamente verso di lei, stavolta con gli artigli protesi per afferrarla. Lei cercò di schivarle, ma venne bloccata da una forte presa alla caviglia. Si ritrovò a testa in giù, a pochissimi centimetri dal muso mostruoso della creatura.

«B-Buono bello» mormorò, come se parlasse a un cane. Strillò appena esso aprì le fauci, mostrando la lingua biforcuta. «Aiuto!»

Una bastonata colpì di lato il muso della creatura, scagliando frammenti di zanne ovunque. Il mostro arretrò ed emise versi di dolore, lasciando la presa. Ladybug cadde con un grido, venendo afferrata da due forti braccia. «Serve aiuto, my lady?» chiese Chat Noir con un sorriso.

«Grazie Chat» rispose lei, rimettendosi in piedi. «Stai bene?»

«Per fortuna mi ha lanciato in un negozio di letti e materassi.» Il suo sorriso si fece più sottile e perverso. «Se vuoi, dopo possiamo dividerne uno» disse, facendole l'occhiolino.

Prima che Ladybug potesse fulminarlo con lo sguardo, o dargli direttamente una sberla dietro la testa, lui le mise il braccio dietro la schiena e la spinse a terra. Un'automobile passò a meno di un metro dalle loro teste, schiantandosi sulla strada e strisciando per diversi metri, con un orrendo gemito metallico.

Il mostro tornò all'attacco, caricandoli come un gorilla infuriato. Nei suoi occhi privi di emozione, i due riuscirono a scorgere qualcosa di estremamente simile alla rabbia. Dai suoi denti spezzati colava liquido nero, che a contatto col suolo emetteva del fumo scuro. I due balzarono sui lampioni della luce.

«Dobbiamo distruggere l'oggetto akumizzato» esclamò Ladybug.

«Non mi pare che abbia oggetti con se.» Il lampione si mosse, e aggrappandosi ad esso, Chat vide che il mostro più in basso lo stava staccando da terra come se niente fosse. Balzò rapidamente su un tetto, abbassandosi appena in tempo per evitare il palo lanciatogli contro a velocità assurda. «Forse se l'è mangiato.»

Ladybug non sapeva cosa fare, ed era proprio in questi momenti che doveva tirare fuori la sua arma segreta. Saltò lontano dal raggio d'attacco del mostro, sopra un tetto, e lanciò in aria lo yoyo.

«Lucky Charm!» gridò a pieni polmoni. L'energia avvolse l'oggetto, che ricadde nelle sue mani in forma di lanciafiamme.

«Ma che...»

Era davvero confusa. Normalmente il Lucky Charm non era mai un oggetto realmente pericoloso per l'akumatizzato, figuriamoci un'arma del genere. Scosse il capo. Probabilmente la Vista le avrebbe svelato una soluzione che, sebbene strana, le avrebbe fatto vincere la battaglia, come al solito.

Le uniche cose a illuminarsi furono il lanciafiamme e il mostro.

Il volto di Ladybug era una maschera di confusione, che si trasformò rapidamente in un viso sconvolto oltre ogni limite. Il Miraculous le stava dicendo di dare fuoco all'akumatizzato?

«Non ci penso nemmeno!» esclamò, gettando a terra l'arma con aria disgustata. Questa tornò ad essere il solito yoyo.

«Ladybug!» Chat atterrò accanto a lei. «Perché non hai usato il Lucky Charm?»

«Era un lanciafiamme Chat, un lanciafiamme! Non voglio bruciarlo vivo, chiunque egli sia. E' solo una vittima di Papillon!»

«Se non facciamo qualcosa, quel mostro finirà per fare del male a qualcuno.»

Prima che la discussione potesse degenerare, il mostro balzò sul tetto, producendo un tonfo che fece tremare tutto quanto. Si lanciò alla carica contro i due, e a pochi metri da loro saltò in aria. Gli eroi schivarono appena in tempo, e con la sua enorme mole, la creatura sfondò il cemento, precipitando nella casa sotto di loro.

Un grosso polverone si alzò dal buco che aveva creato. Chat si affacciò per guardare, ma anche con la sua vista felina, non riusciva a vedere nulla.

«Dici che è-AH!» Venne zittito dal grosso braccio che emerse dal buco. I tre artigli si chiusero attorno alla sua testa, sollevandolo come se non avesse peso e scagliandolo verso Ladybug.

«Chat!» esclamò lei, avvicinandosi e chinandosi per vedere se stava bene. Un'ombra calò sui due, che timorosi, guardarono in alto.

Il mostro era uscito dal buco, e ora incombeva su di loro. Liquido nero colava tra le zanne, e i grossi artigli erano pronti a colpire e dilaniare senza pietà.

Sembrava che stesse per attaccarli, ma prima di farlo si fermò. Voltò la testa rettiloide verso la Torre Eiffel, come se sentisse qualcosa. All'improvviso scattò verso la torre, balzando da un edificio all'altro a folle velocità.

«Inseguiamolo!» disse Ladybug, lanciandosi dietro di lui e seguita a ruota da Chat Noir.

«Perché sta scappando? Non dovrebbe prendere i nostri Miraculous?»

«Forse è una trappola. Stiamo attenti» disse Ladybug. Qualcosa non le tornava.

Infine, raggiunsero la piazza davanti alla torre, e quando atterrarono si trovarono davanti una cosa veramente strana, anche per loro che di cose strane ne avevano viste tante.

Una figura stava in piedi, accarezzando il mostro come se fosse un semplice cagnolino. Era un ragazzo vestito con un impermeabile nero lungo fino alle ginocchia e chiuso da una serie di lacci, col bordo inferiore frastagliato e in continuo movimento. Una piccola mantella grigio scuro gli copriva le spalle e la parte superiore del petto. Stivali e pantaloni erano anch'essi neri, attillatissimi come le maniche sulle braccia sottilissime.

Il volto, pallido da fare paura, era incorniciato da lunghi capelli neri a ciocche cadenti che ne coprivano una buona metà, lasciando scoperto un grande occhio dalla sclera nera, verde e allungato come i rettili, con una sottile pupilla nera affilata.

«Ladybug e Chat Noir, vero? Siamo molto felici di conoscervi. Era da tanto che volevamo incontrarvi.» La voce del misterioso individuo aveva qualcosa di viscido e velenoso.

«Chi sei? Cosa vuoi da noi?» chiese Chat Noir, con tono di sfida. Il ragazzo pallido sorrise, un sorriso mostruoso, pieno lunghe zanne affilate che fecero rabbrividire i due.

«Oh, che maleducato» Il mostro improvvisamente si sciolse in una massa nera e informe, che venne assorbita dalla mano dello sconosciuto. La scomparsa della creatura rivelò una falce piantata nel terreno, con la lama nera e ricurva che splendeva in modo inquietante. Il ragazzo la afferrò. «Il mio nome è Kishin, mentre lei è Raven» disse, accarezzando il filo della lama.

«Riguardo a quello che vogliamo, è molto semplice in realtà.» Fiamme spettrali di un blu intenso si accesero sulla falce, danzando sulla lama. Il folle sorriso di Kishin crebbe a dismisura, raggiungendo l'orecchio. «I vostri Miraculous, le vostre vite e la morte di questa patetica città.»

 

 

 

Kishin: Siamo tornati Bitches!
-La Follia mi scorre nelle vene

 

   
 
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