30 - Three Hearts
A certe cose non si era pronti mai.
Nnoitra aveva immaginato quel momento tante volte, ma viverlo… viverlo era tutt’altra cosa. Ed era disturbante.
«Nnoitra, ti odio!», esclamò Neliel, visibilmente sofferente, mentre stringeva la sua mano. «È colpa tua se sto soffrendo!»
«Come sarebbe a dire? Sei veramente…!»
L’ostetrica però gli aveva fatto segno di tacere. Era meglio non dar corda ad una donna in pieno travaglio.
«Su, adesso non ci agitiamo. Mia cara Neliel, quando vuoi, inizia anche a spingere», guardò poi Nnoitra. «Vuole vedere quando il bambino esce?»
«No grazie, sto bene qui», chiarì subito. Nulla lo impressionava, ma quello era troppo. E poi, la stretta di Neliel sembrava voler dirgli proprio “rimani qui”. Ed era così, aveva bisogno di lui.
Forse un dolore del genere lei non lo avrebbe più provato in vita sua. Anche se Nnoitra era silenzioso, probabilmente stordito dalla vita che stava cambiando – da una nuova vita che stava arrivando – ma tutto ciò che gli bastava era averlo lì e avere il suo silenzioso sostegno.
E poi, dopo quasi due ore c’era stato un pianto. Dapprima più che altro un vagito che si era trasformato in un gridare. Neliel aveva appena avuto il tempo di sollevare lo sguardo giusto in tempo per vedere l’ostetrica poggiare sul suo seno la bambina.
La sua bambina che con il viso arrossato sembrava star protestando per essere stata tirata fuori dal suo caldo giaciglio.
Prima che potesse accorgersene, le lacrime avevano preso a rigarle il viso.
«È… è mia figlia?»
« È decisamente una lei», chiarì l’ostetrica. «E sembra anche in salute.»
Neliel sospirò, stringendo delicatamente la piccola che pian piano sembrava starsi calmando.
«Nnoitra, è nata», lo chiamò con la voce spezzata. E ancora una volta lui non seppe cosa dire. C’era qualcosa da dire in casi del genere? Doveva gioire o forse piangere?
Chinò un po’ la testa, osservando meglio la bambina che aveva aperto gli occhi.
«Umh… questa bambina non mi somiglia per niente», affermò con apparente indifferenza. Poi allungò una mano, accarezzando delicatamente la sua testolina. «Non avevo chiesto altro, non un'altra femmina. Ma immagino vada bene così. Benvenuta al mondo.»
E sulle sue labbra comparve l’ombra di un sorriso.
«Nnoitra, prendila», suggerì Neliel.
«Eh?! Ma io non so… io non so…»
Non riuscì a terminare la frase. Prima che se ne rendesse conto, la bambina era tra le sue braccia. E ciò non si rivelò essere poi così difficile come aveva temuto Era solo strano.
Strana la consapevolezza che da quel momento in poi quella bambina avrebbe avuto bisogno delle cure e delle attenzioni di entrambi.
«Amh», borbottò. «Okay, il fatto che già non pianga è una grande cosa. Dobbiamo continuare a chiamarla bambina o hai pensato ad un nome?»
A Neliel venne da ridere.
«Pensavo a Naoko. Ti piace?»
«Umh, non è per niente male. Beh, Naoko, benvenuta in questo mondo.»
Dove tutti di certo ti ameranno.
Nota dell’autrice
Oh-oh. E’ accaduto, finalmente! Come qualcuno sperava (sì, AryaDream, alla fine è proprio una femmna, secondo te mi facevo scappare l’occasione? xD), la nuova arrivata non è niente meno che una bambina a cui è stato dato il nome Naoko.
Mi sono fissata con questo nome da quando ho letto “Norwegian Wood” di Murasaki. Poi, indovinate qual è il diminutivo di Naoko? MA PROPRIO NAO.
Poi che bello è scrivere di Nnoitra che è già tenuto in pugno dalla piccola? Adoro.
Spero vi sia piaciuto :3