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Autore: Spensieratezza    27/03/2019    3 recensioni
Come sarebbe andata se durante i suoi anni di scuola, Tom avesse scoperto di avere un fratellastro?
Come si sarebbe comportato con lui?
Questa storia fa parte della mia serie di Harry Potter 2.0
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry Potter 2.0'
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Tom Riddle non aveva idea della Storia della sua famiglia.
Fin da bambino, gli avevano detto all’orfanatrofio, che sua madre era morta di parto.
Del padre non avevano invece notizie.

Tom non aveva idea come questo si collegasse al fatto che lui vivesse in un orfanatrofio, ma si fece le sue teorie. Probabilmente suo padre dava la colpa a lui della morte della donna che amava, era per questo che non l’aveva voluto con lui.
Tom era già un bambino molto intelligente per la sua età e non si sentiva in colpa, sapeva che non era di certo colpa sua, se sua madre era morta, un neonato non può avere questo genere di colpa. Non ha neanche mai sentito il bisogno di conoscere suo padre, per scusarsi o recuperare un rapporto.
Soprattutto da quando successero vari episodi di magia involontaria.

Tom non sapeva che quella fosse magia.  Le definiva strane capacità.
In più era abituato al disprezzo e alla sensazione di essere giudicato pazzo e strano, dalla signorina Cole. Sapeva che lei voleva mandarlo via o mandarlo in manicomio, quindi si era abituato molto in fretta alla sensazione di essere “diverso.”
 
Quando arrivò Silente da lui e gli disse di essere un mago, la gioia che sentiva, poteva scoppiargli nelle vene. Aveva la sensazione che sarebbe IMPAZZITO dalla troppa felicità. Se senza bacchetta, poteva fare quelle cose, quanto avrebbe potuto fare con una bacchetta VERA?
Ebbe l’impressione che Silente lo guardasse con una nota di biasimo, ma a lui non importava. Lui non capiva, NESSUNO capiva. Era ormai abituato al fatto che non lo amassero per come fosse davvero, suo padre lo aveva abbandonato, gli altri bambini avevano paura di lui, l’unico modo che aveva per riuscire a farsi ascoltare, era quello di costringere gli altri a farlo, grazie alla PAURA che riusciva a instillare in loro.
Ne aveva avuto la prova anche con Silente.

Si era addolcito solamente quando aveva accettato di chiamarlo professore, e quando aveva accettato di restituire le cose che aveva rubato, ai legittimi proprietari.
Una prova in più del fatto che la gente non ti accetta mai per quello che sei, si comporta gentilmente con te, solamente quando ti comporti come vogliono, quando dici quello che vogliono sentire.
E Tom era disposto a farlo, ma per ottenere in cambio dell’altro. Era solo un’altra sottile variante della manipolazione, ne avrebbe imparata una e molto più efficace quando sarebbe giunto al potere. La Maledizione Imperius.
Ma in quel momento era ancora un bambino e malgrado facesse di tutto per non mostrarlo, continuava ad esser curioso della storia della sua famiglia e in quel momento gli sovvenne un pensiero.
Il pensiero che suo padre dovesse essere un mago e che sua madre non lo era, altrimenti non sarebbe mai potuta essere morta di parto.
Ma Silente aveva detto di non saperne nulla.
E la cosa l’aveva disorientato e molto.
Quando se ne andò, non potè fare a meno di pensarci.

A cosa serviva, essere un mago, se non potevi sapere tutto?
Quindi avere la magia non ti garantiva di essere onnisciente?
Ma era TERRIBILE, pensava, mentre si rigirava nel letto.

La cosa più terribile del mondo, era l’inedia.
Rimanere tutta la vita con un punto di domanda.
Perché mio padre mi ha abbandonato?
Mi odiava o semplicemente non gliene fregava nulla di me?

Credeva che un mago avrebbe potuto rispondere a un quesito che apparentemente poteva essere molto semplice, ma quel professore gli aveva dimostrato che la magia non ti rende automaticamente onnisciente.
Ma lui VOLEVA esserlo.
Questo sarebbe stato il suo primo obiettivo quando avrebbe frequentato la scuola di magia.

Voleva diventare un pozzo di scienza, bere la cultura, abbeverarsi con essa, imparare tutto il possibile su di essa. Voleva diventare un pozzo di sapienza.
Voleva conoscere e sapere tutto. TUTTO.
 
 
 
*

Quando riuscì ad entrare nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, divenne in poco tempo, uno degli allievi più brillanti della scuola.
Ma ancora non era soddisfatto.
Continuava a cercare notizie di suo padre.

Qualche premio per qualche servizio speciale reso alla scuola, qualche coppa vinta. qualsiasi cosa.
Alla fine dovette arrendersi al fatto che suo padre non aveva mai frequentato Hogwarts.
Ma quindi si era sbagliato!
Non era forse suo padre allora a essere un mago. Ma SUA MADRE?

Gli sembrava impossibile, ma cominciò allora a cercare notizie di lei.
Fino a quel momento non si era mai preoccupato di indagare più a fondo, sulla vita che facevano i suoi sedicenti genitori all’epoca, fu un po' sorpreso di venire a scoprire che i suoi genitori non stavano insieme già da un po', quando è venuto alla luce e che sua madre avesse passato tutta la gravidanza da sola.
Gli ci volle poco per scoprire questo dettaglio, collegò naturalmente questa fuga, al fatto che il padre avesse scoperto che la madre era una strega e non lo avesse accettato.
Non ci volle molto prima che, facendo ricerche sul padre, venne fuori che lui aveva avuto anche un altro figlio.
Un figlio mai riconosciuto in realtà.
Quindi lui aveva un fratellastro.

Quell’inetto sporco babbano di suo padre, aveva sparso il suo seme sporco in giro in più di una donna, non era l’unico ad essere stato abbandonato, quindi.
Come aveva osato fare questo ad un altro essere umano?
Tom Riddle era incapace di qualsiasi forma di empatia gratuita, l’unica eccezione, era quando si basava su se stesso. Sapeva cosa si provava ad essere abbandonati, aveva sempre odiato i babbani, per farlo sentire così diverso, una volta scoperto cosa fosse suo padre, li aveva odiati anche di più, riscoprendo in loro il disprezzo per i maghi, e non sufficiente quello che lui aveva già fatto, aveva contribuito ora pure a sfornare un altro erede. Babbano, ovvio, perché lui non possedeva un briciolo di magia.
Voleva dire di odiare quest’altro babbano, che aveva la disgrazia di condividere il sangue , anche solo per metà, magari era bastardo e ottuso come suo padre, tuttavia il pensiero di un destino simile, glielo impediva del tutto.
“Povare empatia per uno sconosciuto, lurido mezzo babbano, con cui condivido il sangue! Mi devo commuovere ora? O devo forse odiarlo?
 

Tom era incapace di qualsiasi forma di attaccamento emotivo, essendo stato privo in origine della cosa primaria che influenza tutti i bambini alla nascita.
L’amore dei genitori.
Se privi i bambini di questa fonte primaria, condizionerai tutto il loro sviluppo, non riusciva a legare con gli altri bambini e l’unica forma di attaccamento che conosceva era verso gli OGGETTI, che appunto rubava agli altri bambini, li considerava trofei.
Quella era l’unica forma di attaccamento che conosceva.

Era a suo modo un egocentrico, che guardava solo se stesso, come tutti quelli che non hanno ricevuito amore da bambini, era pieno di sé.
Appunto questa pienezza di sé, fu forse, pradossalmente, la causa di questa strana empatia.

Per qualche strana ragione, quest’altro figlio, aveva vissuto qualcosa di simile a lui. L’abbandono da parte di un genitore.
Tom sperimentò per la prima volta cosa voleva dire l’empatia, insieme a una vaga forma di disagio, che avrebbe potuto sembrare come compassione.
Ma lui NON VOLEVA provare pena per un fratello che non aveva mai visto – no, fratellastro! Fratellasto sporco babbano! – e odiava una volta di più il genitore che lo aveva messo in mezzo a questo grande conflitto.
Ma l’apice arrivò quando continuando a fare ricerche e riuscendo in qualche modo a corrompere una dama al ministero, scoprì l’amara verità.
Negl schedari del ministero, dei file top secret, erano depositati e riguardavano la sua disgraziata madre.
Merope Gaunt, aveva usato una pozione d’amore per far innamorare suo padre di lei!
Ecco l’amara verità!

In uno dei suoi momenti più bui, aveva confessato tutto ad alcuni funzionari del Ministero, chiedendo anche informazioni e consigli, sulla cosa migliore da fare, se fosse stato dannoso per l’uomo, prendere la pozione per tutta la vita oppure no.
 
A quanto pareva, la donna era stata DAVVERO innamorata profondamente di suo padre.
E lui si era fatto beffe di quell’amore, abbandonandola.

Alla fine doveva aver ceduto a non dargli più la pozione, se lui l’aveva lasciata.
La cosa più sconvolgente però, era il fatto che si fosse lasciata morire di parto.
Infatti, a lungo si era chiesto, come mai se era una strega, fosse morta di parto, ma alla luce di quegli avvenimenti, capì che si era lasciata morire.
 
Miliardi di sensazione, avvolsero Tom come un sudario.

Non poteva dire di provare dolore per la donna, perché dolore lo provi forse per una persona che amavi e che hai perso, quindi era forse rimpianto?
Era ancora giovane e non era capace di psicaliazzare le emozioni umane, quella era una cosa tipica dei babbani che lui odiava tanto.
Tuttavia, c’era una sorta di ONORE in tutto questo. Un simile crimine non poteva rimanere incompiuto. La madre era chiaramente una debole, una sciocca debole donna, schiava dell’amore, ma come si era permesso quel bastardo di suo padre di abbandonarla? Avrebbe dovuto restarle accanto, prendersi le sue responsabilità, invece era fuggito come un vigliacco, era a causa sua, se lui era cresciuto in un orfanatrofio.
Il sangue era TUTTO e lui l’aveva tradito. Uno sporco babbano come lui, avrebbe dovuto essere FIERO che una strega lo degnava di tali attenzioni e invece si era ribellato a lei.
Aveva osato addirittura creare un altro figlio.

Doveva affrontarlo e subito.
   
 
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