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Autore: Trottola99    28/03/2019    0 recensioni
Nonostante Erik chieda al cigino di morire, T'Challa decide di salvarlo e farlo prigioniero, nella speranza di trasformarlo in un prezioso alleato del Wakanda. Toccherà però ad una determinata agente Shield fargli da guardia, cercando di non cedere alle sue provocazioni. Basterà la sua forza d'animo per non soccombere davanti a quei due magnifici occhi neri ammaliatori?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con il terzo ed ultimo capitolo della storia! VOLEVO AVVERTIRVI CHE CONTIENE DELLE SCENE INTIME DESCRITTE IN MANIERA ESPLICITA! E CHE FORSE, PER QUESTO CAPITOLO, SAREBBE NECESSARIO RATING ROSSO. Detto questo, buona lettura!
 


La sua piccola pantera 



Esco dalla vasca da bagno abbandonando controvoglia il tepore dell'acqua. Mi avvolgo in un asciugamano morbido e mi torna alla mente l’immagine di Erik avvolto in quella spugna candida la prima volta, fermo davanti a me in mezzo alla sua camera, il vapore della doccia che gli imperlava la pelle scura, i suoi muscoli... se continuo così gli servirò la vittoria e la mia dignità su un piatto d’argento. Cammino per la mia camera da letto asciugandomi la pelle arrossata dal calore. Quando arrivo davanti allo specchio mi osservo. Certamente non sono come lui, sono piccola, minuta e i miei capelli mi fanno assomigliare ad un piccolo leoncino arruffato con la pelle lattea. Vorrei potermi vedere con i suoi occhi, così come mi ha descritta quel pomeriggio in camera sua.

Apro l'armadio ed osservo i miei abiti, voglio colpirlo ma non sembrare volgare. Passo in rassegna ogni abito che ho ma nulla mi sembra adatto, fin a che non trovo una gonna lunga a fantasia con un profondo spacco sulla gamba. Era un regalo da parte della principessa, per festeggiare il mio arrivo in Wakanda. Scelgo una canotta corta e un paio di tacchi a stiletto per completare il tutto. Prima di indossare gli abiti noto una scatola elegante sul fondo dell'armadio: me lo ero comprato più di un anno fa ma non avevo mai avuto il coraggio di indossarlo veramente. La apro e indosso il contenuto. Mi osservo nello specchio e ci vedo una giovane donna che quasi non sembra la solita me. Porto un completino intimo molto sexy, è interamente di pizzo nero, praticamente tutto trasparente, che lascia ben poco all'immaginazione. Non l'ho mai indossato e non so cosa mi spinga a metterlo sta sera. So bene che voglio colpire Erik ma non ci andrò a letto, sarà solo una cena e nulla altro. Ma allora perchè desidero solo che lui mi veda cosi? Che le sue mani mi accarezzino e i suoi occhi mi guardino con indosso questo completino intimo? Non riesco nemmeno più a capire me stessa...cosa voglio... Senza rimuginarci troppo mi infilo gli abiti e completo il tutto con un filo di trucco e uno spillone a tenere alti i capelli in una crocchia ordinata, per quanto i miei riccioli lo consentano.

Faccio attenzione a non incrociare nessuno nel tragitto verso la Sua camera, mi vergogno di quello che potrebbero pensare. Svolto l'ultimo angolo e vado a sbattere contro un muro nel mezzo del corridoio che quasi mi stordisce. Un muro nel corridoio? Non ci sono delle barriere o… merda! Due mani forti, simili a quelle di Erik, mi impediscono di cadere malamente sul pavimento. Quando mi riprendo mi ritrovo a fissare il volto del Re del Wakanda in persona. Faccio un passo indietro imbarazzata "mi perdoni moltissimo, sono desolata, io stavo andando...ecco, io dovevo andare…". Mi sorride divertito e sembra trattenersi dal ridere " nessun problema, anzi spero tu non ti sia fatta nulla Agente". Penso di essere diventata rossissima in faccia dalla vergogna, mentre mi sistemo la gonna cercando di celare il più possibile lungo spacco, mentre lui mi osserva sorridendo "mi dovrò congratulare con mia sorella per la scelta del tuo regalo, ti sta divinamente questa gonna". Abbasso il capo "grazie mille io stavo per..." mi interrompe con aria soddisfatta "stavi per andare da Erik a cenare insieme? ".
Lo fisso stranita, non capisco come abbia fatto. Intuisce il mio stato d’animo e mi rassicura con un bellissimo sorriso " Non ti ho fatto seguire, se è quello che credi, ma è ora di cena, in questa parte del palazzo c'è solo la sua stanza abitata… quindi è stata una facile deduzione, Agente". L'imbarazzo che provo non è nemmeno lontanamente immaginabile. Di sicuro mi caccerà per aver socializzato con un prigioniero e addirittura per esserci "uscita" insieme. Mi guarda un ultima volta "buona serata agente, divertitevi...". Mi sorpassa e si dirige verso l'ala abitata del palazzo. Tutto qui? Non è arrabbiato? Mi volto ad osservarlo e prima di girare l'angolo aggiunge ancora "Mio cugino è molto fortunato Agente, molto..." poi se ne va sparendo dietro la parete.

Senza aspettare busso alla porta di Erik ed entro prima ancora che lui risponda. Chiudo la porta e mi ritrovo in una camera che mi sembra irriconoscibile: Erik ha sistemato la camera in maniera impeccabile, ha abbassato le luci, sistemato candele profumate un pò ovunque e ha...persino cucinato! La tavola è preparata di tutto punto e sta giusto mettendo nei piatti del cus cus. Il caldo profumo delle candele misto a quello speziato dei piatto appena sfornati mi invade le narici, facendomi entrare in uno stato di calma e serenità. Non ha nemmeno ancora parlato e già riesce a farmi stare meglio. "Finalmente, ti stavo aspettando, pensavo non venissi più, che avessi...cambiato idea". Gli sorrido comprensiva " No Erik, non ho mai cambiato idea, su sta sera intendo su sta sera.. " riecco che arrossisco! Che disastro. Ride quasi dolcemente e si avvicina, mi prende una mano alzandola sopra la mia testa.
Sorridendomi mi fa fare una piccola piroetta su me stessa " sei bellissima " mi perdo per un attimo nei suoi occhi di ossidiana " grazie...anche tu". Porta dei pantaloni nei aderenti e una camicia di lino bianca, molto semplice ma gli fa fare la sua bella figura come al solito. Mi fa accomodare a tavola " Ho preparato i piatti tipici del Wakanda...mio padre me li preparava da piccolo e spero che ti piacciano i cibi speziati”. Assaggio ogni pietanza che ha fatto e poco a poco mi spiega le tradizioni e le antiche leggende di questa terra magica.
Alla fine della cena sono veramente felice. Abbiamo parlato di tutto, della sua infanzia in America, del mio lavoro, del Wakanda e di molte altre cose.

Mi sembra di conoscerlo da sempre. Mi offre un succo di bacche dicendo che non gli lasciano alcolici nella stanza. Beviamo sulla balconata per ammirare la notte calare sul Wakanda e le stelle imperlare il cielo come tante piccole lucciole. Alla luce delle stelle i suoi occhi brillano e la sua pelle si confonde con l'scurità della notte, fondendosi con il cielo stesso. Mi ritrovo a fissarlo quasi inebetita, senza accorgermi della sua espressione divertita " so di essere un bello spettacolo ma così mi consumi Sarah!". Mi riprendo dal trans in cui sono caduta " No scusami è che mi sono incantata" si avvicina e mi mette una mano dietro il collo.
Fa scorrere le dita sulla mia pelle creandomi mille brividi in tutto il collo che si propagano per tutta la mia spina dorsale. Delinea il profilo delle mie labbra con il pollice per poi tornare tra i miei capelli. Afferra lo spillone che li sostiene e lo sfila, lasciandoli ricadere mossi e ribelli sulle mie spalle. Guardo la sua mano che intreccia intorno ad un dito una delle mie ciocche " sono bellissimi i tuoi capelli, mi piacciono sciolti, sembri un piccolo leoncino, il Mio piccolo leoncino!". Sorride dolce verso di me e lascia libera la mia ciocca. Rido di rimando “Non ero una piccola pantera?”.

Noto che scuote piano il capo muovendo le spalle in una risatina silenziosa “diciamo che sei il mio piccolo felino ahahahah”. Rientriamo nella camera lasciando le finestre aperte; l'aria fresca della sera mi solletica la pelle, rendendomi sensibile. Le cose con Erik sono così naturali e mentre parliamo mi appoggio ad un mobiletto basso. Sento qualcosa di duro sotto la mano e quando guardo vedo un mazzo di carte da poker; le prendo in mano e gliele muovo davanti alla faccia scherzando " non ti facevo un appassionato di carte, sai giocare? " me le prende dalla mano ghignando " sono il migliore a Poker!". Mi avvicino assottigliando gli occhi " ne dubito fortemente...". Si mette sul letto e mi siedo davanti a lui facendo uscire la gamba dallo spacco di proposito. Mischia le carte mentre osserva compiaciuto la mia pelle lattea esposta, passandosi la lingua sulle labbra.

Prima di dare le carte si ferma e mi rivolge uno sguardo intrigante " giocare a poker è divertente, ma può esserlo molto di più sai?! " inclino la testa incuriosita " spiega". Si protende verso di me facendo schioccare la lingua sul palato " Ti sfido a Strip Poker". Ha usato una voce così bassa e suadente che quasi mi sciolgo sul posto. Non posso certo tirarmi indietro ora dandogliela vinta, e poi ho molti più indumenti di lui, quindi sarà facile vincere. "Accetto" assottiglio lo sguardo in segno di sfida e sorrido furba. Soddisfatto da le carte.
Non sono male e penso proprio che il suo gioco gli si ritorcerà contro. Mostriamo le carte e ...merda ha vinto la mano! Sbuffo infastidita mente, ovviamente, Erik ghigna. Bene, che si dia inizio alle danze. Lentamente faccio scivolare una mano dalla coscia lungo tutta la gamba, per poi slacciare il cinghietto delle scarpe e farle cadere sul pavimento. Le prende e le sposta lontano da me " E uno via!".
Quasi mi imbroncio ma poi ridà le carte. Questa volta sono sicura di vincere, Full! Lui deve arrendersi all'evidenza e lentamente si sfila la camicia di lino restando a petto nudo davanti a me. Ammetto che questo gioco è una vera e propria arma a doppio taglio. Erik è bello da star male, e sa di esserlo. Fiero di se gioca la mano seguente e tocca a me privarmi di un indumento: opto per i gioielli che porto, per non dargli troppa soddisfazione. Vedo che non è felice della mia scelta, ma dovrà accontentarsi. So di fare un gioco pericoloso ma in fondo è solo un gioco....no? Perde due volte di fila, sfilandosi scarpe e poi facendo calare i pantaloni fino a calciarli via. Senza poterlo impedire i miei occhi scendono in basso per poi pentirsene subito dopo ... i boxer non riescono a nascondere molto e le mie guancie vanno immediatamente a fuoco. La mia immaginazione parte in quarta ed immagini molto poco caste mi si parano davanti agli occhi, costringendomi a chiudere forte le palpebre per cacciarle via. Sento che muove il petto a ritmo della sua risata. Divento ancora più rosa se possibile e mi concentro sul gioco, ma con poco successo.
La ruota della fortuna gira, e questa volta sono io a perdere due indumenti. Piano tolgo la canotta e poi la gonna lunga. Il mio corpo è totalmente esposto. Sento che trattiene il respiro quando posa gli occhi sul mio completino. Sapevo che non era una buona idea quella di indossarlo proprio sta sera, anche se forse non mi dispiace così tanto.

Vedo i suoi occhi accarezzare ogni mio centimetro di pelle e d'istinto mi copro con le mali. Scatta in avanti e mi sposta i polsi portandomi le mani lungo i fianchi. Mi accarezza la coscia per poi risalire sul mio corpo fino al collo. Le sue dita tracciano un sentiero rovente sulla mia pelle, provocandomi piccoli brividi. Mi guarda negli occhi, così intensi " non coprirti mai, non ne hai alcun motivo Sarah...sei perfetta". Mi lascia senza fiato. Mi sono spinta troppo oltre e non posso più tornare indietro, non Voglio più tornare indietro.
Porto una mano sulla linea della sua mascella accarezzandola con la punta delle dita. "Sei fantastico Erik... sul serio" mi sollevo reggendomi alle sue spalle larghe e unisco le mie labbra alle sue. Subito le nostre lingue si ritrovano iniziando una danza che mi fa tremare. Sento un calore irradiarsi nel mio corpo mentre una famigliare sensazione inizia a pulsare in me. Mi lascio travolgere dai suoi baci e dalle sue attenzioni. Le sue mani vagano ovunque su di me soffermandosi sui punti più sensibili del mio corpo.
Mi massaggia il petto ed il fiato mi si blocca, mentre mi protendo verso di lui. Voglio sentirlo ovunque su di me, voglio baciare la sua pelle d'ebano e le sue labbra di velluto. Stringo il codino in cui ha racchiuso le sue treccine che lo rendono così dannatamente sexy. Non voglio più resistergli, io lo voglio, lo desidero con ogni fibra del mio corpo. Faccio aderire i nostri corpi mentre lui mi bacia il collo lasciando sicuramente dei segni rossi che domani dovrò nascondere. "Cosa desideri Sarah...cosa vuoi piccola pantera...chiedimelo, basta chiedere... ". Reclino la testa all'indietro per dargli libero accesso e quando torno a guardarlo negli occhi, ho il fiato corto per l'eccitazione.
Voglio Lui, tutto lui, desidero Erik da morire.  "Spogliami, guardami, fammi sognare in questa notte Erik ti voglio come non ho mai voluto nessuno in vita mia...". Mi guarda quasi emozionato per un istante, poi si getta a capofitto sulle mie labbra mentre le sue mani mi stringono la schiena. Arriva al gancetto del reggiseno e lo sgancia con maestria con due dita, ed inizia a tormentarmi. Ci avvinghiamo l’uno all’altra e lo sento gemere sommessamente, provocando dolci scariche di piacere in entrambi Mi spinge sul letto facendomi appoggiare la schiena alle fresche lenzuola di lino. Sento le sue mani che plasmano il mio corpo sotto passionali carezze. Mi afferra per i fianchi per poi risalire sul costato. Gioca con il mio corpo.

Gli afferro le treccine raccolte e lo attiro verso il mio petto, mi sta facendo impazzire guidandomi in un lento e dolce supplizio. Lecca la mia pelle arrossandola mentre scende verso le mie cosce. Prosegue lentamente, troppo lentamente e sento di non poter resistere ancora per molto " Erik ti prego, così mi farai morire!". Ghigna felice sul mio inguine " agli ordini piccola". Afferra tra i denti gli slip e li sfila con la bocca per poi prenderli in mano e lanciarli via nella stanza e cala su di me. Gira intorno al centro dei miei desideri torturandomi "Erik ...!!!". Finalmente mi accontenta dandomi quel piacere che tanto desidero, con una scarica di piacere che mi trafigge il cervello. Sento solo più il mio respiro che va tropo veloce misto ai suono della savana africana. Il mio cervello sta lentamente smettendo di ragionare e l’unica cosa che sento e la bocca di Erik tra le mie gambe. E’ veramente bravo e mi chiedo con quante donne sia stato, so perfettamente di non avere alcun diritto di essere gelosa, eppure il pensiero di lui con un’altra mi fa ribollire di rabbia. Fortunatamente ci pensa lui a distrarmi, iniziando a stuzzicarmi con la punta delle dita. Sento che piano mi invade rendendomi dipendente dal suo tocco.

Provo ad articolare qualche parola ma anche assemblare le lettere ora mi sembra impossibile, mentre muove ritmicamente due dita in me. Arco la schiena per il piacere e ne desidero sempre di più “Erik ti prego…ah”. Ormai il respiro è cosi ravvicinato che sento di essere al limite, accelera il ritmo e le mie mani afferrano il cuscino sotto la mia testa. Chiudo gli occhi e sento come una scossa di calore che esplode dalla punta delle sue dita e mi invade il corpo intero.
Un suono roco riempie le sue orecchie mentre mi abbandono definitivamente. Quando ritorno padrona di me lo vedo in ginocchio sul letto tra le mie gambe che mi osserva "lo devi volere veramente piccola... se vuoi che mi fermi "-"non voglio! Erik non voglio...". Pian piano si abbassa i boxer togliendo anche quell’ultima barriera a dividerci. Fa per abbassarsi su di me ma lo precedo posizionandomi accovacciata davanti a lui. Con calma ma decisione avvicino il mio volto, è il momento di ricambiare le sue attenzioni. Muovo la mano su di lui che dischiude le labbra e lascia che piccoli gemiti strozzati riempiano le mie orecchie.

Decido di dargli di più ed inizio ad usare anche la bocca. Sento che tira gli addominali scolpiti e trema impercettibilmente. Aumento piano il ritmo e vedo che stringe i pugni. Ad un certo punto una sua mano si infila nei miei capelli scompigliati accarezzandomi la nuca. Mantengo il ritmo senza dargli tregua e con la mano libera gli accarezzo le cosce muscolose mentre lui abbandona la testa all'indietro. Sento che è quasi al limite quando con una mano mi allontana gentilmente. Sollevo lo sguardo incontrando il suo di pece " tutto bene Erik? Ti ho fatto male?" Butta fuori l'aria sorridendomi "Male? Vuoi scherzare? Ma se continui così finisce subito il divertimento".

Mi prende per il mento e mi solleva per poi abbassare il capo e baciarmi.
Avvolge il mio corpo con le sue braccia forti. Mi sento così piccola in confronto a lui, come la preda nelle fauci del felino, solo che questa preda è molto felice di essere stata catturata. Si distende sopra di me e senza smettere di baciarmi con passione entra piano in me, facendomi trattenere il respiro. Si muove dolcemente per paura di farmi male, mentre ogni parte del mio corpo è sopraffatta dal piacere e nella mia mente sento solo il suo respiro sul mio viso e sul collo, le sue mani grandi che mi provocano brividi e il suo corpo, che si unisce al mio. Inizio ad arcare la schiena schiacciandomi sul suo petto. Mi stringo alle sue spalle piantando le unghie nei muscoli forti e graffiando la pelle accaldata. Percepisce il cambiamento mi travolge "Guardami negli occhi piccola, resta sempre con me ". Le sue parole unite ai movimenti dei nostri corpi mi portano al limite; tremo tutta e fissando il mio sguardo nel suo mi lascio travolgere dalle sensazioni. Sento che anche lui ha il fiato corto e poco dopo affonda il volto nell’incavo del mio collo soffocando un profondo gemito.

Piano piano mi riprendo ma ho il respiro ancora accelerato. Metto a fuoco i suoi occhi neri che mi osservano felici e il suo solito ghigno soddisfatto stampato in viso. Mi posa un bacio in fronte e si distende affianco a me. Lo guardo meglio in volto e mi rendo conto che questa volta mi sono sbagliata, non sta ghignando, sta sorridendo, un vero sorriso, solo per me. Mi rilasso mentre sento le sue mani intruffolarsi nella mia chioma, ora più simile ad una criniera, per poi attirarmi al suo petto e baciarmi con passione. Copre entrambi con il candido lenzuolo e mi abbraccia da dietro. Disegna ghirigori invisibili sulla mia schiena e guarda fuori dalla finestra sorridendo "devi restare con me piccola pantera... non voglio che tu te ne vada ancora ".

Strofino il naso sulla sua guancia e lui si gira a fissarmi negli occhi "Non potrei mai andarmene Erik...non ora che sei la mia droga personale, non ora che sono con te". Mi bacia a lungo con dolcezza fino a tornare distesi senza fiato. Ascolto il battito del suo cuore che si calma pian piano fino a che non si solleva con il busto e prende qualcosa da cassetto.

Mi porge un foglio ruvido, da disegno. Quando lo giro scopro un ritratto: sul foglio sono disegnata io, con i miei capelli ribelli, che guardo lontano, come persa nei miei pensieri. "Ti piace?" Gli sorrido radiosa "Lo hai fatto tu Erik? È ...è bellissimo, semplicemente stupendo, hai talento!". Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me. Abbassa il volto e mi posa un bacio sulla spalla "L’ho fatto la prima volta che ti ho vista da militare... non potevo non ritrarti!". Questa volta sono io a stringerlo forte, come se non volessi lasciarlo andare mai più.
Rimette il disegno sul comodino e spegne la luce. Solo il chiarore della luna illumina i nostri corpi, che sembrano l’uno l’opposto di quello dell’altra, eppure perfetti insieme in quel grande letto: lui alto, grande, muscoloso e dalla pelle d’ebano, io piccola, minuta e chiara come la neve. Mi lascio circondare dalle sue braccia forti addormentandomi con il sottofondo della notte africana ed il lento respiro della mia pantera personale.


**********

Nel frattempo, nel laboratorio del palazzo reale, T’Challa e sua sorella ridono sottovoce "Davvero stava andando da lui? Allora abbiamo visto giusto!". Il fratello annuisce soddisfatto "Ho capito che dovevo farli incontrare dalla prima volta che ho trovato il ritratto dell’agente nella giacca di mio cugino!". Shuri si siede sul bancone da lavoro "Sono sicura che ci riserveranno ancora molte sorprese quei due!" - " Lo spero sorellina, vedere gli occhi di Erik spegnersi, senza più voglia di vivere è stato come ricevere una pugnalata al cuore, ma da quando è con lei, sembra rinato, e forse sarà dalla nostra parte, in futuro.

****

Erik non sapeva cosa sarebbe accaduto d’ora in poi, ma di sicuro non voleva più fuggire lasciandosi tutto alle spalle. Ora aveva Sarah e niente e nessuno gliel’avrebbe portata via di nuovo. La strinse a se mentre dormiva tranquilla. Non poteva promettere di non pianificare più fughe o attacchi, ma di una cosa era certo, ovunque fosse andato, avrebbe portato la sua piccola pantera con sé.






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Angoletto dell'autrice:
Come mio solito ringrazio chi legge e chi lascia recensioni per farmi sapere cosa ne pensa ed eventuali consigli o considerazioni!!
Fatemi sapere se vi è piaciuta e se vorreste altre storie su questi due personaggi!!
Infatti ho un piccolo progetto in mente che convolge direttamente questi due personaggi, come una sorta di sequel! FATEMI SAPERE SE VI INTERESSA!!

XD XD
   
 
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