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Autore: Red Saintia    02/04/2019    12 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non era mai stato particolarmente socievole ne un tipo loquace al quale piacesse la compagnia. Il suo sguardo, i suoi pensieri erano sempre rivolti altrove. Nessuno riusciva mai ha capire cosa gli passasse per la testa, troppo ermetico ed isolato dal mondo era il suo animo perché qualcuno potesse scrutarci dentro.
Da quando poi era tornato dalla missione affidatagli da Hakurei la malinconia aveva preso il sopravvento sul suo volto, segno tangibile di chi sa che da lì a breve la sua vita potrebbe cambiare e prendere una svolta inaspettata e definitiva.
Solo un cavaliere riusciva, seppur brevemente, ad interagire con lui. Solo uno era capace di fargli perdere quell’aura di serietà e compostezza che sempre lo accompagnavano, solo Sisifo, cavaliere del Sagittario.

Lo sguardo fiero ed altero dritto davanti a se, fermo, immobile nella sua consueta postura d’attacco. Il braccio sguainato come una lama tagliente pronta a fendere qualsiasi cosa si trovasse nel suo raggio d’azione. El Cid del Capricorno si trovava sulle sponde del fiume che bagnava Rodorio, come sempre alla ricerca della perfezione che tanto bramava.

“Non dovresti essere qui?” la voce giunse alle spalle del cavaliere fermandolo solo per una frazione di secondo. Non c’era bisogno che si voltasse, aveva percepito il cosmo del Sagittario già molto prima che lui si palesasse.

“Tu non dovresti essere qui! Ti credevo da Hakurei intenti a preparare piani di battaglia?” gli rispose

“E perché mai? Non siamo in guerra…”

“Il Santuario combatte sempre la sua personale guerra Sisifo. Che sia interna o esterna alle sue mura qui siamo sempre in allerta, altrimenti non sarebbe possibile preservare la pace.”
Il Sagittario sorrise sedendosi sul costone di roccia dal quale El Cid continuava a lanciare la sua lama sacra.

“Hakurei mi ha detto che ti aveva concesso qualche giorno di riposo. So che la tua ultima missione ti ha lasciato non poche ferite.”

“Sciocchezze! Sto benissimo. Riposerò quando sarò morto, adesso non ho tempo, ci sono cose che mi premono di più da ottenere e riposando non le avrò di certo.”

“Perché non dici la verità… perché non mi dici cosa ti passa per la testa. Non è un segno di debolezza sai condividere i propri pensieri?”

“Tu pensi cose che non esistono, e per di più stai disturbando il mio allenamento. Non c’è niente da dire, niente di cui valga la pena parlare.”

“E’ qui che ti sbagli El Cid. Tu pensi che il dovere di un cavaliere sia solo obbedire, eseguire gli ordini e ambire alla perfezione…”

“Certo, è naturale, questa è la vita che abbiamo scelto questa è la strada che bisogna seguire per raggiungere i propri obbiettivi.”

“No ti sbagli non è così. Non è solo questo almeno… tu dimentichi una cosa importante. I cavalieri del Grande Tempio si distinguono per ben altre qualità. L’amore, il sacrificio, la misericordia verso il prossimo e la speranza che ognuno può essere salvato. Bisogna metterci il cuore nelle battaglie El Cid, non solo la forza.”

Il cuore… finalmente il braccio del cavaliere del Capricorno, che per tutto il tempo aveva continuato a fendere le acque del fiume, si fermò. Non guardò negli occhi Sisifo, ne aveva timore perché sapeva bene che il suo compagno era capace di guardarci attraverso, ed egli aveva paura di ciò che vi avrebbe letto osservandoli.
“Ho rivisto una persona nella mia ultima missione… una persona con la quale sono cresciuto da ragazzo. Abile a forgiare e maneggiare la spada, sarebbe diventata un’eccellente maestra se il destino glielo avesse concesso.”

Lo sguardo di Sisifo si rabbuiò
“Se l’hai incontrata perché ne parli al passato?”

“Perché lei non era più quella che ricordavo. Perché una malattia incurabile ha spento prematuramente la sua giovane vita. Quella che ho rivisto non era la vera Mine, ma un ricettacolo della giovane che era un tempo.”

“Quindi è lei il tormento che ti porti dietro dalla tua ultima missione?”

“Non solo lei… anche il ricordo di un amico che sacrificò il suo futuro per permettere sia a me che a lei di vivere.” lo sguardo di El Cid si assottigliò, e un fendente violento staccò di netto un costone di roccia che precipitò a picco nel fiume.

“Se sono la rabbia e il rimorso a guidare il tuo braccio amico mio temo che la perfezione che cerchi sia ancora molto lontana.”

“Cosa puoi saperne tu di cosa si prova ad affrontare amici d’infanzia ed essere costretti ad annientarli perché orami appartengono all’oscurità? Le tue sono vane parole Sisifo.”

“Forse non posso comprendere fino in fondo il tuo dolore El Cid, ma so cosa significa avere un peso sul cuore e conviverci giorno dopo giorno con le possibili conseguenze che un simile fardello può comportare.”

Stavolta il Capricorno non poté far a meno di guardare il proprio compagno, notando come il suo volto sempre sereno e prodigo di parole gentili si fosse rattristato d’un tratto.
“Sono parole poco chiare le tue. Spiegati meglio?”

“Non adesso amico mio, ma ti prometto che al mio ritorno ne riparleremo.”

“Ritorno? Che vuoi dire… dove sei diretto?”

“In Italia… il Gran Sacerdote a breve mi darà ulteriori indicazioni per il viaggio. E se lo scopo per il quale parto andrà a buon fine… non tornerò da solo.”

Stavolta fu El Cid che cercò di capire cosa celasse l’animo del cavaliere del Sagittario. Era chiaro che qualcosa lo turbasse, ma lui non era un tipo che facesse pesare le proprie preoccupazioni sugli altri.

“Quindi il nostro incontro di oggi non è casuale… sei venuto apposta per salutarmi?”

“Più che salutarti sono venuto per accertarmi che tu stessi bene e che i fantasmi del tuo passato non intaccassero il tuo spirito.”

“Puoi star tranquillo. Il mio spirito è saldo e il mio braccio presto sarà una lama perfetta contro la quale nessun nemico potrà opporre resistenza. Questa è una promessa che feci a Mine e al mio amico Felser, e ho tutte le intenzioni di mantenerla.”

“Sono felice per te  ad El Cid, il valore dell’amicizia è un sentimento nobile che ci sprona ad andare avanti. Però vorrei darti un consiglio…” lo sguardo silenzioso e guardingo del Capricorno attendeva con ansia di capire cosa Sisifo volesse dire. “Dovresti prendere con te degli allievi… si, dei giovani promettenti con voglia d’intraprendere l’arte del combattimento e della disciplina.”

“Cosa? Degli allievi, ma che vai blaterando?”

“Avanti, non essere il solito musone testardo. Tu hai tanto da insegnare. Nell’arte della disciplina e della spada sei un maestro… e poi” si fermò per un attimo osservando El Cid e regalandogli uno di quei caldi sorrisi che dissipano ansie e preoccupazioni.

“Che vuoi dire, e poi?” gli intimò di continuare il Capricorno.

“Degli allievi gioverebbero al tuo carattere chiuso e irascibile. E’ si, ti farebbero proprio bene…”

“Che assurdità! Come se avessi tempo da perdere.” rispose

“Non è tempo perso quello che dedichiamo agli altri El Cid. Ciò che tramandiamo attraverso di noi è il nostro retaggio che le future generazioni potranno perpetuare, così che una parte di noi possa vivere in eterno attraverso i nostri insegnamenti.”

Il perché le parole di Sisifo lo scuotessero sempre così tanto non seppe mai spiegarselo, era come se il cavaliere del Sagittario fosse capace di instaurare una tale empatia con il suo interlocutore da lasciare un segno indelebile.
El Cid ripensò a Lacaille… i giovane incontrato in missione. Figlio di uno spadaio, che tanta ammirazione provava per lui. Ripensò agli occhi di quel ragazzo così fulgidi e carichi di speranza, la sua voglia d’imparare, di crescere e apprendere attraverso gli insegnamenti di suo padre. Forse le parole di Sisifo non erano poi tanto sciocche, forse adesso acquistavano un significato importante anche per lui.

“Ti saluto amico mio… ci vediamo al mio ritorno. Spero che per allora tu abbia raggiunto ciò che davvero cerchi.”

“Buon viaggio Sisifo” furono le sole parole che riuscì a dire, ma il Sagittario sapeva che sperare in un comiato più caloroso da parte sua sarebbe stato impossibile.

Spalancò le ali dorate in direzione del tredicesimo tempio senza voltarsi indietro. Sapeva che El Cid avrebbe ripreso l’allenamento che lui aveva inavvertitamente interrotto. Voleva parlargli prima della sua partenza e c’era riuscito. El Cid sapeva ascoltare, e anche se non lo dimostrava, faceva tesoro dei consigli che Sisifo gli impartiva.
Per la prima volta entrambi si ritrovarono a pensare la medesima cosa, ovvero che la giustizia e il bene comune per tutto il genere umano avevano saputo unire spiritualmente anche due caratteri così diversi come i loro.



Eccomi tornata con un duo che mi piace molto (e che mi è stato gentilmente suggerito da Elena Fanti, che ringrazio di cuore)
Un rapporto d'amicizia che non ha bisogno di lunghi discorsi o altisonanti propositi, basta poco... anche uno sguardo. Perchè spesso tra amici è così, in special modo per chi come loro condivide propositi e battaglie. Due caratteri diversi ma complementari che si sorregono a vicenda nelle loro diversità, e che anche in un semplice "arrivederci" racchiudono l'essenza di un sincero affetto. Grazie mille, ci rivediamo presto.

 
 
 
 
 
 
   
 
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