RAPIMENTO
Belle trascorse la mattinata aiutando
gli uomini dell'equipaggio a caricare la nave che sarebbe poi salpata
nel pomeriggio.
Era una giornata perfetta per navigare:
il cielo era terso senza la più vaga traccia di nubi all'orizzonte e
tirava una lieve brezza da ovest portando i profumi della primavera
imminente.
Belle si sentiva elettrizzata ogni
volta che la Jolly Roger levava l'ancora e scivolava tra le braccia
accoglienti del mare cristallino, diretta verso l'ignoto e la
promessa di nuove fantastiche avventure.
La giovane stava riavvolgendo una cima
canticchiando tra sé quando, dal ponte, scorse la donna della sera
prima avvicinarsi al veliero, sembrava tesa e circospetta ma forse
dava quest'impressione solo perché non voleva dire addio a Killian e
intendeva provare a fargli cambiare idea e convincerlo a restare.
Dopotutto, non sarebbe stata la prima volta che una delle occasionali
amanti del capitano imbastiva una plateale scenata di dolore e
lacrime al momento della sua partenza.
La ragazza tese l'orecchio e sentì che
Milah stava chiedendo a uno degli uomini dove fosse il capitano ma
non ebbe bisogno di alcuna risposta perché il giovane era appena
sceso della nave e le si faceva incontro sorridendole, sorpreso ma
lieto di vederla.
Fece cenno all'uomo di andarsene e
guidò Milah lontano dal veliero, portandola all'inizio del molo,
fuori dalla portata dell'udito di Belle, che dovette limitarsi a
seguirli con lo sguardo.
Stavano parlando, i volti a distanza
ravvicinatissima, e la donna sembrava stesse supplicando
animatamente.
Come previsto. Pensò Belle. Non
voleva che partisse e gli stava chiedendo di rimanere.
Ma, ad un certo punto, la giovane vide
Kilian annuire e Milah gettargli le braccia al collo e baciarlo con
passione.
Belle rimase alquanto sorpresa da
quella reazione e sperò con tutto il cuore che il sospetto che si
era fatto largo nella sua mente fosse infondato, speranza che si
affievoliva sempre di più, man mano che i due si avvicinavano alla
nave, sorridendo e tenendosi per mano come due piccioncini.
Il capitano aiutò Milah a incamminarsi
sulla rampa di legno e la fece salire a bordo.
Belle non poteva crederci: era
impossibile che Killian avesse accettato di farla partire con loro!
La situazione peggiorò quando la
coppia si diresse verso di lei. L'uomo era raggiante di felicità
come non lo aveva mai visto e anche lei era radiosa.
- Belle, ti presento Milah. Viaggerà
con noi e d'ora in poi farà parte del nostro equipaggio... e della
nostra famiglia. - aggiunse, scoccando uno sguardo insolitamente
dolce alla donna.
- È un piacere conoscerti, Belle. -
Milah le sorrise entusiasta, ma la
giovane incrociò le braccia al petto e la guardò con freddezza. -
Credevo che qui avessi già una tua famiglia. Non hai forse un marito
e un figlio piccolo? - disse con voce gelida.
Il sorriso della bruna scomparve
all'istante insieme ai modi amichevoli e il suo viso assunse
un'espressione apertamente ostile. - Questo non è affar tuo, è una
scelta mia, per la mia vita. - replicò, granitica.
- Una scelta che non riguarda solo te,
ma anche tuo marito e soprattutto tuo figlio. Intendi davvero
abbandonarlo per fuggire con una ciurma di pirati? -
Killian intervenne a sedare quella che
presto sarebbe diventata a tutti gli effetti un'accesa discussione. -
Oh, questa carognetta è solo gelosa, come tutte le donne! Ci farà
l'abitudine, tesoro! - disse scompigliando i capelli di Belle con una
risata, dopodiché cinse con un braccio le spalle di Milah e la portò
nei suoi alloggi.
Belle ancora stentava a credere allo
scherzo di pessimo gusto che il destino le aveva appena giocato:
sperava di non vedere mai più quella donna in vita sua e invece ecco
che sarebbe partita con loro e così si sarebbero trovate costrette a
trascorrere insieme chissà quanto tempo.
Ma perché Killian aveva accettato?
Aveva sempre detto che impegnarsi con le donne era una seccatura, che
un uomo ci perdeva la sua libertà ecc... allora perché per Milah
aveva fatto un'eccezione? Che fosse davvero innamorato di lei?
Belle provò un moto di pietà e
compassione pensando a suo marito e a suo figlio; quella donna non
aveva cuore! Partiva all'avventura abbandonando il proprio bambino e
lasciando un uomo solo e mezzo invalido a dover mandare avanti la
casa e occuparsi di lui.
Certo, anche lei aveva lasciato il suo
villaggio e si era imbarcata con l'equipaggio della Jolly Roger senza
pensarci due volte, ma la situazione era molto diversa: all'epoca lei
non aveva più niente e nessuno, mentre Milah aveva deciso di
lasciarsi alle spalle una famiglia che sicuramente aveva bisogno di
lei.
Se non fosse stato per il bene che
voleva a Killian, l'avrebbe già buttata in mare da un pezzo.
Rumpelstiltskin aveva trascorso la
mattinata a tosare le pecore e nel pomeriggio si sarebbe dedicato
alla filatura della lana.
Quando rientrò a casa non c'era
traccia di Milah o Baelfire.
La moglie e il bambino erano usciti
durante la mattina per andare al piccolo mercato del villaggio, dove
gli abitanti si scambiavano le poche risorse che producevano per
mandare avanti la vita nella piccola comunità. Probabilmente si
erano intrattenuti a parlare con un conoscente o erano stati invitati
a pranzo, in fondo tutti conoscevano tutti in una realtà così
ristretta.
Dunque, l'uomo non si preoccupò e
consumò un misero pranzo in solitudine al vecchio tavolo
traballante.
Aveva appena terminato di riporre la
scodella nella credenza quando bussarono alla porta. Andò ad aprire
sorreggendosi al bastone e si trovò davanti una donna bionda dalle
guance piacevolmente rosee.
Era Ellen, una delle amiche di Milah, e
dietro di lei fece capolino il piccolo Bae.
- Bae! Stai bene? Cos'è successo? -
chiese con apprensione chinandosi verso il bambino e osservandolo con
attenzione come se si aspettasse di trovarlo ferito.
- Baelfire, vai pure in casa, io devo
parlare un attimo col tuo papà. - disse Ellen con un sorriso tirato
che non ingannò Rumpelstiltskin neanche per un attimo.
Il bimbo guardò il padre che sorrise a
sua volta e annuì. - Sì, aspettami dentro, figliolo. Io arrivo
subito. -
Il piccolo entrò in casa e
Rumpelstiltskin accostò la porta tornando a guardare la donna bionda
che ora non sorrideva più.
- Che cosa succede, Ellen? -
- Devi andare al molo, subito! -
rispose lei con urgenza.
- Al molo? E perché? -
- Gli uomini che sono arrivati la
settimana scorsa hanno preso Milah! Stanno spiegando le vele, devi
fare in fretta! -
A quelle parole, Rumpelstiltskin si
sentì mancare. Si voltò incerto verso l'interno dell'abitazione
dove Bae stava seduto al tavolo dondolando le gambine.
- Non preoccuparti, resterò io con lui
fino al tuo ritorno. - si offrì la donna.
Ellen aveva due figli piccoli e ci
sapeva fare con i bambini, inoltre era sempre stata gentile e
affettuosa con Bae, così l'uomo la ringraziò e si avviò verso il
molo più velocemente che poté, per quanto la sua gamba danneggiata
costituisse un notevole impedimento.
Intorno al veliero c'era un gran
movimento di uomini affaccendati a caricare casse di cibo, liquori e
altro e nessuno fece caso più di tanto all'uomo zoppo che si stava
avvicinando con passo insicuro.
Nessuno lo fermò neanche quando, a
fatica, salì sulla rampa che portava a bordo dell'imbarcazione.
Inciampò in una fune e perse
l'appoggio del bastone, cadendo a terra, tra le risa sguaiate degli
uomini.
Alzò lo sguardo e vide davanti a sé,
appoggiato tranquillamente all'albero maestro, l'uomo che la sera
prima abbracciava Milah alla taverna.
Lo stava guardando con un'espressione
divertita e arrogante, le braccia incrociate al petto.
- In piedi davanti al capitano! - gli
ingiunse un membro della ciurma e subito Rumpelstiltskin venne
rimesso rudemente in piedi da due marinai, che gli cacciarono in mano
il bastone senza tanti complimenti.
- Mi ricordo di voi. Eravate alla
locanda ieri sera. - disse il filatore, indicando con mano tremante
il bel giovane che gli stava di fronte.
- È sempre bello fare colpo! -
commentò sarcastico il capitano e, dall'equipaggio, si levò un coro
di fragorose risate.
- Ma dove sono le mie buone maniere?
Non ci siamo neanche presentati come si deve. - continuò l'uomo
fingendosi sinceramente indignato, - Io sono Killian Jones. Ora,
posso sapere cosa ci fai a bordo della mia nave?-
Rumpelstiltskin si guardò intorno per
un attimo come alla disperata ricerca di una via di fuga prima di
posare di nuovo lo sguardo sul capitano. Sembrava un agnello
circondato da un branco di lupi famelici.
- Voi avete mia moglie. - sussurrò
infine con un filo di voce.
Il giovane sorrise. - Oh, ho avuto le
mogli di molti uomini. - e di nuovo, intorno a loro i pirati risero
con malignità.
- No, vedete... noi abbiamo un figlio
che... che ha bisogno di sua madre. -
- E io ho una nave piena di uomini che
hanno bisogno di... compagnia. - replicò Kiliian, ammiccando verso i
compagni che lo acclamarono a gran voce.
- Vi....vi imploro... per favore,
signore. Lasciatela andare. - supplicò Rumpelstiltskin con la voce
rotta e ormai ridotta ad un flebile sussurro appena udibile.
- Non sono proprio il tipo che fa
baratti. - rispose il capitano, - Detto ciò, mi considero un uomo
d'onore, un uomo con un codice morale, perciò, se davvero rivuoi
indietro tua moglie... - così dicendo prese una spada e la gettò a
terra, che finì ai piedi di Rumpelstiltskin con un gran clangore. -
….tutto quello che devi fare è riprendertela. - concluse il pirata
sguainando la sua lama e puntandola contro il petto dell'uomo inerme
che, paralizzato dalla paura, non si mosse.
- Non hai mai preso parte ad un duello,
suppongo. - lo schernì Killian.
Il povero filatore scosse la testa
tremando, ormai era pallidissimo.
- Oh, è molto semplice in realtà.
L'estremità della lama va conficcata nel corpo dell'avversario. -
Di nuovo, Rumpelstiltskin non reagì.
- Avanti, raccoglila. - lo incalzò
Killian con un cenno verso l'arma a terra.
Rumpelstiltskin scosse la testa, ormai
sull'orlo delle lacrime.
Proprio in quel momento, Belle salì
sul ponte dalla stiva, dove stava finendo di sistemare il carico, e
quando vide il capitano puntare la spada verso l'uomo disarmato e
indifeso si precipitò verso di lui.
- Killian! Cosa stai facendo?! -
chiese, spostando lo sguardo dall'uno all'altro.
Riconobbe immediatamente il marito di
Milah.
Il capitano lanciò una rapida occhiata
alla ragazza prima di tornare a guardare l'uomo di fronte a sé.
- Un uomo che non lotta per ciò che
vuole, merita ciò che ottiene. - sibilò con disprezzo facendo
passare la lama tra i capelli di Rumpelstiltskin, il quale azzardò
un ultimo disperato tentativo. - Vi prego, signore. Cosa dirò a mio
figlio? -
- Prova con la verità: suo padre è un
codardo. -
E se ne andò, lasciando l'uomo
tremante sul ponte.
Belle gli si avvicinò e calciò via la
spada rimasta a terra di fronte a lui. - Mi dispiace tanto. Killian
ha dei modi così arroganti a volte. Spero non vi abbia fatto del
male. -
Rumpelstiltskin la guardò grandemente
sorpreso di non cogliere alcuno scherno o tracce di sarcasmo in
quelle parole, ma solo gentilezza e sincera preoccupazione.
- Venite, vi accompagno a terra. - si
offrì la ragazza, prendendolo delicatamente per un braccio.
Lui si lasciò condurre giù dal
veliero mentre alcuni uomini ancora ridevano e lo additavano; Belle
lanciò loro un'occhiataccia.
Rumpelstiltskin la guardò implorante.
- Non potete fare nulla per mia moglie? Per convincerlo a farla
tornare da me? Forse a voi il capitano darà ascolto... -
Lei rimase sorpresa: possibile
che sua moglie non gli avesse nemmeno detto della sua decisione e gli
avesse lasciato credere di essere stata rapita? Sì, doveva essere
così, non c'era altra spiegazione.
Per un attimo prese in considerazione
l'idea di dirgli la verità, ma alla fine decise che forse era meglio
non fargli portare questo ulteriore peso, così scosse la testa
contrita. - Mi dispiace ma purtroppo temo di non poter fare niente. -
Ormai l'uomo era molto vicino a
crollare, così lei gli prese le mani e gliele strinse con calore. -
Ascoltate, voi potete farcela. Potete crescere vostro figlio anche da
solo; ho visto come l'avete guardato alla taverna ieri sera e siete
stato disposto a venire qui e affrontare un'intera ciurma di pirati
solo per fargli riavere indietro sua madre. Siete sicuramente un buon
padre e amate il vostro bambino, in voi c'è più di quanto non
appaia. - affermò sorridendo.
Rumpelstiltskin la guardò, confuso e
incredulo.
Nessuno gli aveva mai detto che valeva
di più, nessuno aveva mai avuto gentili parole d'incoraggiamento per
lui, ma quella giovane lo guardava con una tale intensità; i suoi
occhi azzurri erano sinceri e pieni di genuina solidarietà.
Alla fine l'uomo le sorrise timidamente
a sua volta, un po' rincuorato.
La ragazza gli lasciò le mani. - Ora
tornate da vostro figlio, vi starà aspettando. -
Ma Rumpelstiltskin non si mosse. -
Perché fate questo per me? Sono il codardo del villaggio, l'avete
visto voi stessa ieri sera e anche poco fa. Perché pensate che in me
ci sia di più? -
Belle lo osservò e sembrò soppesare
la risposta; alla fine sorrise di nuovo. - Perché ognuno è
coraggioso a modo proprio e chiunque può essere l'eroe della propria
storia, anche senza maneggiare armi o fare del male agli altri; voi
potete essere un ottimo padre per vostro figlio e sono sicura che lo
sarete. -
Una voce maschile chiamò la ragazza
dal parapetto della nave, esortandola a tornare a bordo dato che
stavano per levare l'ancora.
- Vi auguro tutta la fortuna del mondo.
Forse un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo. -
- Aspettate! -
La ragazza, che stava già correndo
verso il veliero, si voltò di nuovo verso di lui, in attesa.
- Io mi chiamo Rumpelstiltskin! -
- Io sono Belle! - rispose lei, prima
di attraversare la passerella e salire agilmente a bordo della nave.
L'imbarcazione spiegò le vele e si
allontanò dal molo lasciandosi dietro una scia biancastra e
schiumosa.
Rumpelstiltskin la seguì con lo
sguardo fino a quando venne inghiottita dall'orizzonte e non fu più
visibile.
Era solo. Adesso sarebbe spettato solo
a lui prendersi cura di Bae e crescerlo.
Non che Milah gli avesse mai dato un
grande supporto, ma era comunque la madre di suo figlio e ora l'aveva
persa, rapita da un'accozzaglia di pirati da cui lui non era stato in
grado di salvarla.
Cercò di non pensare al destino che le
sarebbe stato riservato a bordo, poi la sua mente tornò alla giovane
che gli aveva dimostrato così tanta gentilezza, senza chiedere nulla
in cambio.
Belle.
Non poteva avere più di vent'anni
eppure sembrava perfettamente a suo agio tra gli uomini
dell'equipaggio, in più, quando il capitano l'aveva vista, aveva
abbassato la spada che gli puntava contro e l'aveva lasciato andare.
Ripensò alle parole che la giovane gli
aveva rivolto e subito si sentì più sicuro di sé.
Non avrebbe mai dimenticato quei
meravigliosi occhi azzurri, così sinceri e pieni di fiducia mentre
lo esortava ad andare avanti e a non arrendersi alle difficoltà.
Mentre gli diceva che ce l'avrebbe fatta e che in lui c'era più di
quanto non apparisse.
Quanto avrebbe voluto che avesse
ragione! Quanto avrebbe voluto poterle credere!