Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Isidar Mithrim    05/04/2019    6 recensioni
Tre Natali, tre prigioni, tre stati d’animo. Un breve viaggio tra i pensieri di Percy, da quando ha lasciato la Tana a quando ha desiderato ritornarci.
{Quarta classificata al contest: ‘Citazioni in cerca d’autore (Oscar Edition)’indetto da Rosmary sul forum e vincitrice dell'Oscar per il miglior protagonista singolo}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Molly Weasley, Percy Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
{Quarta classificata al contest: ‘Citazioni in cerca d’autore (Oscar Edition)’ indetto da Rosmary sul forum e vincitrice dell'Oscar al miglior protagonista singolo}

{Prompt: “Prima d’allora, non aveva mai compreso cosa significasse essere in gabbia.”}



Di mediocrità e orgoglio


Era inebriante, essere libero.

Libero dall’obbligo di tenere alto l’onore di una famiglia senza degne ambizioni, libero dallo stigma della povertà, libero dalla gabbia di mediocrità che l’aveva intrappolato per vent’anni. Libero di inseguire i propri sogni, come Bill e Charlie prima di lui, ma Percy non avrebbe sprecato un curriculum da Caposcuola per darsi all’avventura, non avrebbe abbandonato il suo Paese.
No, lui avrebbe fatto il possibile per renderlo un posto migliore.

**

Percy scosse la testa, incredulo.
Era convinto che sua madre si fosse vergognata quanto lui di essere associata ai Weasley, quando suo padre era stato trovato nel Ministero in piena notte, come un ladro.
Aveva aperto quella lettera pronto ad accogliere la sua inevitabile richiesta di perdono, l’aveva letta sicuro di trovarla intrisa di scuse, impregnata di lacrime e rimorso.
Si sbagliava.
Sua madre non aveva mostrato neanche un accenno di vergogna, difendendo quell’atto irresponsabile, propinandogli la stessa patetica giustificazione finita sui rapporti ufficiali.

Gettò la lettera nel fuoco senza nemmeno finire di leggerla, ma rimandò indietro il pacco informe che doveva contenere il solito maglione povero e insulso, simbolo di tutto ciò che odiava della famiglia a cui non voleva appartenere più.

**

Percy alzò meccanicamente le braccia quando sua madre gli mise commossa il maglione tra le mani supplicandolo d’indossarlo con il resto della famiglia, come se meritasse di sedersi insieme a loro, come se nulla fosse successo.
Continuò a fissarla, prigioniero del suo orgoglio, incapace di chiedere scusa.

“Avanti, mettilo, Perce!”
“Già, l’ha fatto apposta per te, c’è la P di Prefetto Perfetto!”
“Oh, che sciocca, credevo fosse la P di Pastinaca.”

No, lui non meritava di mangiare la pastinaca insieme a loro. Meritava solo lo sguardo sprezzante di sua sorella, mentre prendeva la mira.

Splat.

Fu quasi un sollievo, non poterli più vedere.

**

Percy scartò il pacco con le mani tremanti e gli occhi velati di lacrime.
Infilò il maglione – rosso con una W d’oro ricamata sul petto, caldo come un abbraccio di sua madre – e si rannicchiò sul letto, immaginando di essere cullato dal confortevole divano della Tana, con le canzoni di Celestina Warbeck in sottofondo.

Cos’avrebbe pagato per ritornare in quella prigione d’amore, ora che – stretto nella morsa del regime – aveva compreso davvero cosa significasse essere in gabbia.


**********



Eccomi qui, con il mio solito papiro di note! (Sì, credo proprio sia più lungo della storia ^^’)


Scrivere questa flash è stato un parto!
Questo contest m’ispirava molto, ma alla prima lettura non mi si è accesa nessuna lampadina. Qualche settimana prima della scadenza ho fatto un altro tentativo e, rileggendo i prompt, mi è venuta l’idea di associare Percy a questo prompt, strutturando la sua vicenda tramite un escalation di ‘prigioni’: prima, la prigione rappresentata dalla sua famiglia, di cui si libera dopo il duro litigio con Arthur; poi, la prigione dentro di lui, una gabbia di sensi di colpa, vergogna, ma anche d’un orgoglio testardo che non gli permette di ammettere i suoi errori, nemmeno durante il pranzo di Natale, nemmeno quando vede Bill sfigurato a Hogwarts durante il funerale di Silente; infine, la prigione rappresentata dal regime, anche questa non letterale (nel senso che Percy non è letteralmente dietro le sbarre), ma molto meno metaforica delle altre, perché è la prigione più pericolosa, quella da cui ha meno possibilità di liberarsi.
Soddisfatta dell’idea ho cominciato a scrivere la storia, e a questo punto sono iniziati i problemi XD 
La flash è infatti presto diventata un ‘pensieri di Percy dopo essersene andato di casa’; sapevo di doverla riportare sulla retta via – anche perché a 400 parole ero ancora lontanissima dal ‘chiudere’ il prompt, cioè dal parlare della prigione più ‘vera’, l’ultima; così ho pensato: perché non intrecciare le tre ‘prigioni’ con i tre Natali passati lontano da casa? Perché non immaginare che Molly abbia continuato a fargli maglioni (nota: sappiamo con certezza solo di quello rimandato indietro da Percy al primo Natale)?
Avevo addirittura pensato di sfruttare sempre la P sul maglione, facendo immaginare a Percy che stesse rispettivamente come ‘Prigione di mediocrità’ (o che essendoci la P sua madre potesse riciclare il maglione per i suoi adorati Potter e Preside), come Pastinaca (l’unica che ho salvato) e come ‘Prigioniero’ (lo so, ripetitivo e banale).
Poi ho capito che il ‘gioco’ di associare le P era un pensiero troppo creativo per Percy, così l’ho usato solo per il secondo Natale, messo sulla bocca dei gemelli e di Ginny (anche se a detta di Harry tutti e tre rivendicavano il lancio della pastinaca, io sono da sempre convinta che sia stata Ginny a eseguire l’ultimo atto :P).
Digressioni sulle P a parte, avuta questa idea dei Natali/maglioni ho cominciato a scrivere i pensieri di Percy dopo aver letto la lettera di Molly del primo Natale; peccato che – pur tagliando buona parte di ciò che avevo scritto in precedenza (qualcosa l’avevo salvata nell’intro, qualcosa l’avevo riciclata nei pensieri sulla lettera) – restava comunque una storia troppo lunga: sono riuscita a incastrarci il secondo Natale, ma metterci anche il terzo era un’impresa impossibile.
E allora ho tagliato ancora di più sia l’intro che il primo Natale: finalmente avevo il giusto spazio da dedicare alla conclusione… peccato che non ne avevo più il tempo di farlo XD
L’ultima frase – anche se in parte l’avevo immaginata fin dall’inizio, visto che si fonda sul prompt – l’ho praticamente buttata lì (tra l’altro ora mi pento dei tre puntini finali, argh).
Anche il titolo l’ho tirato fuori all’ultimo secondo (diciamocelo, di solito ricorro ai titoli ‘Di…qualcosa’ quando non so che pesci prendere ^^’ Giusto per le storie di genere commedia li trovo davvero accettabili). Mi è dispiaciuto più di altre volte non trovare un titolo soddisfacente, perché avevo fatto un lungo elenco di possibilità ancora prima di iniziare a scrivere la storia (cosa assai insolita per me); peccato che funzionavano tutti meglio con l’idea originale delle tre prigioni, che con quella dei Natali (erano cose tipo ‘dietro le sbarre della vergogna’ – peccato che alla fine non ero riuscita a parlare di Percy prigioniero della sua vergogna; ‘Trappola d’orgoglio’– peccato che fosse la ‘prigione’ a cui avevo dedicato meno approfondimento); ho provato a sfruttare ‘maglie’ (in riferimento ai maglioni) come sinonimo di trappola, di rete, ma pur avendo pensato a qualcosa di vagamente orecchiabile (‘Catene di maglia’, ‘Trappole di maglia’) mi sono poi resa conto che era insensato riferirsi ai maglioni come prigione, quando soprattutto negli ultimi due casi hanno quasi una funzione opposta. Dopo la consegna ho pensato a titoli come ‘Tra le sbarre della mente’ o ‘Natale in catene’, ma mi lasciano comunque un po’ scettica e poi a questo punto non so se mi metterò a cambiarlo…
 
Dopo questo sproloquio infinito, vi lascio dicendo che potrei trasformare la flash in raccolta inserendo una seconda storia rielaborando le parti tagliate, che insieme sono più lunghe di questa flash XD (in pratica sono la prima storia che avevo scritto meno le righe dell’intro…).
Non è da me ‘piegare’ così tanto le mie storie alle esigenze di un contest, ma mi divertiva l’idea di parteciparvi vista la fase delle nomination; tra l’altro anche una storia più lunga e articolata si sarebbe comunque basata sul prompt di Rosmary, quindi mi sembrava doveroso rendere giustizia alla citazione provando a partecipare al contest ^^
Invidio Mary per essersi trovata nello stesso problema e aver semplicemente scritto un’altra storia da zero (bellissima, tra l’altro!) XD

Come sempre lieta di ascoltare i vostri pareri e suggerimenti, vi saluto!

Isidar ^^

Ps: dimenticavo, sono rimasta volutamente sul vago sulle condizioni di Arthur, lasciando libera interpretazione al lettore su quanto e cosa sapesse Percy…

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Isidar Mithrim