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Autore: Bloodred Ridin Hood    07/04/2019    1 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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37
Family Demons
(Jin)


Mia madre sistema i fiori al centro del tavolo della sala da pranzo e guarda con aria soddisfatta il proprio lavoro. Poi alza lo sguardo su di me, che osservo la scena appoggiato di schiena ad uno stipite della porta, e sorride.
“Che c’è? Hai deciso di venire a darmi una mano?” chiede con fare dolce, ma non senza una nota di sospetto.
Posso capire perché sia sorpresa. Negli ultimi giorni mi sono fatto vedere il meno possibile in giro per casa e ho evitato di avere conversazioni con gli altri membri della famiglia -ancora più del solito- ed ora invece mi presento qui, di mia spontanea volontà, senza un apparente motivo.
“In realtà… c’è una cosa che vorrei chiederti.” rispondo con fare cauto.
Ho riflettuto a lungo sul da farsi, ma sono venuto alla conclusione che affrontare direttamente la cosa sia il modo migliore di venire a capo della questione.
“Lo immaginavo.” annuisce andando a prendere dal mobile il servizio di piatti migliore di casa.
“Stavo ripensando all’ultima volta che Heihachi è venuto a... trovarci.” arrivo dritto al punto. “Hmm.” risponde lei soltanto, senza guardarmi direttamente “Proprio non mi vuoi dare una mano, quindi?”
Solo a quel punto incrocia il mio sguardo, rivolgendomi un sorrisetto furbo.
“Non preferirai mica aiutare Kazuya in cucina?” aggiunge poi.
Faccio una smorfia. Mia madre sa decisamente come giocare bene le sue carte!
Lei Wulong, il suo amico poliziotto è arrivato ieri da Hong Kong per un breve viaggio d’affari in Giappone. Ci raggiungerà per cena assieme a Michelle e Julia. Non capita spesso di avere ospiti a cena che non siano improvvisi o gente che viene poi a trasferirsi in casa, ma quando succede, mia madre ci tiene a fare le cose in grande. Ha persino coinvolto Kazuya nella cosa e lo ha convinto a cucinare per tutti, e credetemi se normalmente non amo stare intorno a Kazuya, ancora di meno gli starei trai piedi mentre affetta un filetto di manzo con un coltellaccio da macellaio.
“D’accordo.” mi arrendo allora “Dimmi cosa devo fare.”
“È bello che torniamo a fare qualcosa insieme.” sorride a quel punto iniziando a distribuire i piatti.
Certo, come se fosse spontaneo e non mi avesse appena incastrato!
“Prendi i bicchieri.” mi indica poi il servizio di cristallo sul mobile “Fai attenzione, mi raccomando!”
Faccio come mi dice e lei riprende a parlare.
“Di cosa volevi parlarmi Jin?” chiede “Non sarai mica preoccupato per il nonno, vero?”
“Come no!” rispondo quasi offeso. Come se potesse veramente fregarmi qualcosa di quel vecchiaccio, che comunque si è fatto solo una lunga dormita.
“Comunque sei… sei stata davvero notevole con quel fucile a sonniferi!” colgo l’occasione di dirle.
Questo glielo devo proprio concedere. È stata una scena esilarante vederlo starnazzare al terreno in quel modo patetico.
“Ti ringrazio.” risponde lei sistemando le bacchette e i tovaglioli.
“Però, non ho potuto fare a meno di sentire quello che ha detto Heihachi.” continuo serio “Il motivo per cui si è intrufolato in casa.”
“Hmm.” fa lei evitando di guardarmi e tornando seria.
“Perché era tanto arrabbiato che Anna abbia incontrato un avvocato per conto vostro?” continuo scrutandola attentamente.
Non risponde.
Io finisco di posizionare l’ultimo bicchiere.
“Mamma…” continuo serio con sguardo accusatorio “State macchinando qualcos’altro, vero? Lo state facendo di nuovo!”
Torna finalmente a guardarmi.
“Forse.” ammette con un sorrisino innocente, poi si fa di nuovo seria “Ma stavolta non abbiamo portato nessuna spia in casa, quindi la cosa non vi toccherà minimamente.”
“Sì, ma… non puoi dirmi che cosa state architettando?” insisto.
Lei sistema meglio le tovagliette.
“Fidati di noi Jin. E meno ne sai per ora, meglio è.” dice con un sussurro.
“Devo chiederlo ad Anna?” alzo un sopracciglio.
Non che abbia seriamente intenzione di provarci, ma so quanto mia madre non abbia simpatia per Anna e sono conscio del fatto che non apprezza che io e lei possiamo continuare ad avere un rapporto di confidenza.
E infatti non mi sfugge l’increspatura sulla sua fronte.
“Non essere stupido, Jin! Anna è una professionista.” risponde eccessivamente infastidita “Non ti dirà niente che non abbia il permesso di riferire.”
Non so se lo pensi sul serio o se sia solo per cercare di convincermi a lasciar perdere l’idea, ma subito dopo riprende a parlare con tono serio.
“Jin, questa è una cosa delicata che riguarda solo Kazuya ed Heihachi.” spiega “Quello di coinvolgervi anche indirettamente in questo genere di faccende è stato un errore che non ho intenzione di ripetere.”
Insomma, un gentile ma chiaro invito a farmi i cazzi miei.
“Non sono un bambino e anche io faccio parte della famiglia.” le ricordo “... Mio malgrado.”
Lei alza gli occhi al soffitto.
“Dovrei avere il diritto di sapere che cosa state combinando.”
“Si tratta solo di avere un po’ di pazienza.” ribatte lei “Tra non molto potrai sapere tutto anche tu e se le cose andranno come spero… sarà eccezionale!”
E a quel punto, anche se solo per un breve attimo, riesco a vedere che i suoi occhi brillano di un’eccitazione malvagia, quasi inquietante, che mi lascia di stucco.
È incredibile quanto in certi momenti riesca ad essere così spaventosa, quasi come se avesse un’entità oscura che ogni tanto prende il sopravvento. Siamo una dannata famiglia di demoni in incognito o qualcosa del genere?!
“E se le cose non andassero come speri?” ipotizzo allora “Se dovesse essere Heihachi a vincere la guerra?”
“Jin… devi stare tranquillo e fidarti di noi.” dice con molta tranquillità “Vedrai che tra non molto Heihachi avrà quel che si merita.”
La guardo in silenzio, pensieroso.
“Giusto per capire, dovrei iniziare a cercarmi un’altra sistemazione nel caso… che ne so, voi due finiate in galera prima della fine dell’anno accademico?”
“Avevi comunque intenzione di andare a studiare all’estero, no?” risponde mia madre come se niente fosse “Ah, sistema anche quelle ciotole, grazie!”
“Te l’ho detto, ormai ho perso qualsiasi speranza di vincere quella borsa di studio!” ribatto andando a prendere le ciotole “Ma… intendi dire che c’è davvero quel rischio?!”
Lei alza le spalle.
“No, non credo. Sei tu che hai parlato di quella possibilità!” risponde “Anche in quel caso comunque tu e Asuka potreste continuare a stare qui a casa anche senza di noi.”
“E se… non so, doveste perdere tutto? Tipo se Heihachi vi facesse confiscare la casa e tutto quello che avete per qualche ragione?!”
“Jin… stai correndo troppo con la fantasia! Non succederà niente di tutto questo.” sorride tranquilla finendo di sistemare l’ultimo bicchiere.
Sospiro.
È chiaro che tanto non riuscirei a strapparle di bocca altre informazioni e ci rinuncio.
La guardo in silenzio, demoralizzato. Come diavolo ha fatto una brava ragazza come Jun Kazama a finire in questa situazione?! Insomma, una donna con un gran cuore, premurosa, che si batte per la salvaguardia dell'ambiente, gli animali, così 
in gamba, con una carriera brillante... che ha fatto il terribile errore di scegliere un uomo come Kazuya!
È veramente deprimente!

Sospiro e finisco di fare il giro del tavolo per sistemare le ciotole. Solo a quel punto mi rendo conto di una cosa, ci sono otto posti a tavola.
“Hai sbagliato, c’è un posto in più.” osservo a voce alta, prima che mia madre possa lasciare la stanza. Lei si ferma, si volta, dà uno rapido sguardo alla tavola e scuote la testa.
“No, ho contato bene.” sorride “È giusto così!”
“Ma non ci sono né Alisa né Lars.” continuo confuso “Siamo sette!”
Lei mi rivolge un mezzo sorriso e io a quel punto capisco.
“Julia porta anche Fox?!” chiedo sgranando gli occhi “Sono già a quel punto della relazione?!”


“Abbiamo un ospite in più.” borbotto sedendomi a fianco ad Asuka sul divano “E non mi ha voluto dire chi è. Giuro che se è una nuova persona che vuole far venire a vivere qui io prendo tutto e me ne vado stanotte stessa. Ne ho veramente abbastanza!”
Asuka, senza sollevare lo sguardo dal fumetto che sta leggendo, ridacchia.
“Oh certo! E dove andresti?” mi schernisce.
Non le rispondo, in ogni caso non andrei a rivelarlo a lei.
“Ho pensato fosse Fox, ma mi ha detto che non è lui!” continuo invece.
“Chi?!” Asuka aggrotta le sopracciglia.
“Steve Fox. Il ragazzo di Julia.” spiego velocemente “Ma non è questo il punto, il fatto che non mi abbia voluto dire chi sia è strano.” abbasso la voce e guardo di sbieco la cucina “Tra l’altro quei due stanno tramando di nuovo qualcosa, ora ne ho la certezza.”
“Hmm.” fa Asuka continuando a leggere.
“E se stasera avessero intenzione di presentarci quello che faranno passare come il nuovo giardiniere o qualcosa del genere, mentre invece si tratta di una nuova pedina di questo loro strano gioco?” continuo “Sarebbe una mossa alquanto saggia farlo lo stesso giorno che è presente l’amico poliziotto a casa, giusto per non destare sospetti. Certo, poi mi ha detto che avrebbe fatto in modo di non coinvolgerci più nelle loro malefatte contro Heihachi, ma se fosse tutto un bluff?”
“Hmm.” risponde ancora Asuka.
Questa scema non mi sta prestando la minima attenzione e io mi sto innervosendo.
Sbuffo e le strappo il manga dalle mani.
“Hey, brutto idiota! Ridammelo!” sbotta lei scattando in avanti per riprendersi il volumetto.
“Ti sto parlando di una cosa seria!” sbotto scansandomela di dosso “E tu non mi ascolti per leggere queste stupidaggini!”
“Mi hai fatto perdere il segno, brutto idiota!” si lamenta lei, dandomi una manata, che non mi aspetto, in piena faccia.
Cogliendomi di sorpresa riesce a riprendersi il manga.
“È solo Xiaoyu, idiota!” borbotta tornando al suo posto “E adesso piantala con i tuoi discorsi complottistici!”
“Xiaoyu?!” chiedo incredulo risedendomi composto.
“Xiaoyu!” ripete lei come se fossi stupido.
Ho bisogno di qualche secondo per rifletterci su. La cosa non ha assolutamente alcun senso.
“Ma perché Xiaoyu?!” continuo sempre più confuso “Che cosa ci fa?!”
“Potrei aver detto a zia Jun che negli ultimi tempi non andate più tanto d’accordo.” mi risponde con un ghigno.
“Che cosa?!” spero di stare capendo male.
Asuka continua a guardarmi con aria malvagia.
“E lei ha pensato che era un peccato, dato che era una delle poche persone normali con cui riuscivi ad avere un rapporto di quasi amicizia. Per questo ha deciso di darvi una mano per cercare di farvi riappacificare e oggi ha invitato anche lei.”
Chiudo gli occhi e mi porto una mano davanti, cercando di soffocare l’istinto di iniziare ad urlare parolacce.
“Asuka, perché non me l’hai detto prima?” cerco di chiedere con più calma e autocontrollo possibile.
Non è il caso di cedere alla rabbia adesso, non è il caso di far uscire il demone che è in me in questo momento. Devo restare calmo, devo sforzarmi di restare calmo. Nonostante il disastro di serata che si profila all’orizzonte.
Lei alza le spalle e ridacchia.
“Perché avrei dovuto?!” chiede con quel sorrisetto insopportabile “Jin, devi capire che è anche normale che tua madre si preoccupi per te! Sei un tale disastro in fatto di rapporti sociali!”
Ma sentitela! Da che pulpito!
“E soprattutto, con il fatto che non troppo tempo fa ne sei tornato a casa tutto rotto, ha il terrore che tu possa riprendere quella vecchia brutta strada. Sai com’è, preferisce che socializzi con Xiao, piuttosto che con Hwoarang e la sua banda!”
“Non sto riprendendo nessuna brutta strada!” ribatto indignato “Ho solo dato a Hwoarang una lezione! Lo sai benissimo anche tu quanto mi rompe i coglioni!”
“Hai pure ripreso a fumare!” continua lei guardardomi con sdegno.
“Non ho ripreso a fumare!”
È la verità, sto solo finendo il pacchetto che ho rubato a Hwoarang. Ho la situazione perfettamente sotto controllo.
“E comunque questi sono affari miei!” aggiungo poco dopo “Come sono affari miei chi decido o meno di frequentare!”
“Su questo hai ragione.” mi concede Asuka “Per quanto riguarda Xiaoyu, anche secondo me non era esattamente una buona idea obbligarvi ad incontrarvi. In generale penso che non sia il caso di mettersi in mezzo ai bisticci degli altri. Neanche sappiamo che diavolo le hai detto…”
“Che diavolo le avrei detto scusa?!”
“Non lo so, Jin. Ma se avete litigato deve essere per forza stata colpa tua.” asserisce con convinzione “Avrai sicuramente detto qualcosa di stupido!”
Ovviamente. Dev’essere sempre colpa mia.
Questa insinuazione mi dà tremendamente fastidio. Mi alzo in piedi di scatto, deciso ad andarmene e a terminare lì quella conversazione.
“Hey!” ridacchia lei “Dove vai?! Ho toccato un tasto dolente o qualcosa del genere?!”
Sto per mandarla a cagare definitivamente, quando ecco suonare il campanello di casa. 
Sospiro e mi impongo di mantenere la calma. 
Non è il caso, Jin.
Reprimi tutto come sempre.
Soffoca la rabbia dentro di te, Jin.
Un altro sospiro.
Ci vuole solo pazienza, tanta pazienza. 

Che vita di merda!
“Arrivo!” cinguetta mia madre arrivando dalla cucina e precipitandosi ad aprire la porta.
Asuka si alza, abbandona il suo fumetto idiota sul divano e mi prende per il braccio.
“Andiamo a salutare, Jin! Gli ospiti sono arrivati. Non essere maleducato!”

La scanso via e resisto alla tentazione ancora una volta di insultarla pesantemente. Lo faccio solo perché sento la voce di Wulong e, dato che lui mi piace, lo rispetto. Voglio risparmiargli di dover assistere a una scenata imbarazzante.
Mi avvicino all’ingresso, cercando di sembrare normale e di tenere a bada tutte le mie emozioni negative, e mi mantengo il più lontano possibile da Asuka.
Wulong, Michelle e Julia sono appunto arrivati e si stanno togliendo le scarpe all’ingresso.
“Sono così felice di rivederti!” dice mia madre appoggiando una mano sulla spalla di Wulong.
Lui sorride.
“È passato un bel po’ dall’ultima volta!” dice “Abbiamo un sacco di cose da raccontarci!”
“Ci puoi contare!” sorride lei.
“Racconta a Jun di come hai fermato quel borseggiatore al chiosco del ramen!” interviene Michelle “Ce ne stava parlando in macchina mentre venivamo qua, roba da non credere!”
“Ho semplicemente dato vita a quello che potrebbe essere un nuovo sport! Il salto dello sgabello!” risponde Wulong ridacchiando ed è a quel punto nota me e Asuka “Ciao ragazzi! Come state?!” chiede con un grande sorriso.
“Ciao Wulong!” mi avvicino a salutarlo.
Lui sembra essere rimasto lo stesso di sempre, con la sua risata contagiosa e il suo aspetto da protagonista di film di kung fu. Wulong è un po’ come lo zio divertente che non ho mai avuto, un poliziotto che ha sempre le storie più strane da raccontare, appassionato di cinema e videogiochi vintage, con il quale mi sono fatto tante chiacchierate interessanti fin da quando ero bambino.
“Jin, caro…” Michelle mi si piazza davanti e mi osserva da vicino “Hmm mi sembri ancora un po’ pallido e sciupatino. Stai mangiando abbastanza?”
“Ma che razza di strane domande fai, Michelle?!” chiede Wulong scoppiando a ridere.
“Jin è stato in ospedale per un bel po’ durante le vacanze!” lo informa allora Michelle "Non lo sapevi?"
“È stato in ospedale?!” chiede Wulong immediatamente preoccupato.
“Sì! Ed è tutta colpa della mia cucina troppo speziata!” aggiunge Michelle mortificata.
“Ma no!” intervengo allora in imbarazzo “Non sapevi neanche che stavo mangiando le cose che preparavi!”
“Già…” fa mia madre incrociando le braccia al petto “Non è colpa certo colpa di Michelle! Alla sua età poi uno dovrebbe essere in grado di capire da solo come prendersi cura del proprio corpo. E evitare scelte poco salutari…”
Asuka soffoca una risata, io e mia madre ci scambiamo un’occhiata glaciale. Wulong, Julia e Michelle ci guardano in silenzio con un velo di imbarazzo.
Era proprio necessaria questa frecciatina davanti agli altri, mamma? Poi davvero ti sorprendi che ultimamente non riusciamo più a parlare?!
“Infatti alla mia età dovrei essere in grado di gestire la mia vita senza intromissioni di nessun tipo.” ribatto gelido “Anche per quanto riguarda chi decido di frequentare.” sottolineo l’ultima parte della frase.
Mia madre a quel punto guarda Asuka con aria interrogativa.
Sì, cara. Asuka ha sputato il rospo.
Mia cugina alza le spalle, un po’ a disagio.
Durante questa strana conversazione telepatica, che i nostri ospiti restano a guardare ammutoliti, suona ancora il campanello.
Tempismo perfetto!
Mia madre a quel punto sorride, facendo finta di niente.
“È arrivata anche l’ultima ospite!” esclama andando ad aprire la porta.
Ci siamo dunque. È arrivata.
Abbasso lo sguardo in un punto indefinito del pavimento, con le mani dentro alle tasche.
“Mamma e figlio hanno avuto un po’ di contrasti ultimamente.” sussurra Michelle all’orecchio di Wulong, ma sono perfettamente in grado di sentire anch’io “È tristissimo, ma non vanno più d’accordo come un tempo!”
Mi accorgo che Wulong mi guarda un po’ preoccupato, ma io continuo a guardare basso.
“Mamma, sta’ zitta!” Julia le dà uno strattone.
Dev’essersi accorta che il volume di voce della madre era un po’ troppo alto.
Sento la porta che si apre.
“Ben arrivata Xiaoyu-chan! Sono felice che alla fine sia venuta!” esclama mia madre.
Poverina! Chissà quanto deve averla stressata per convincerla a venire stasera!
“Grazie!” la sento rispondere timidamente.
Mi impongo di tenere lo sguardo basso. Se riusciamo ad ignorarci per tutta la sera forse non sarà per forza una cosa troppo imbarazzante. Meglio evitare completamente lo sguardo.
“Dai Jin!” Wulong mi appoggia una mano sulla spalla e si avvicina al mio orecchio “So come possono essere le madri a volte, ma non preoccuparti! Faremo in modo di parlare di cose leggere stasera, ok? Evitiamo qualsiasi argomento scomodo!” alzo lo sguardo “Ho un bel po’ di nuove storie di polizia da raccontare che ti piaceranno, vedrai!” finisce con una strizzatina d’occhio.
Deve aver pensato che il mio pessimo umore sia legato all’inappropriatezza di mia madre di poco fa. Sta un po’ sottovalutando la situazione, ma ok. Per lo meno apprezzo il pensiero. È questa una delle cose che mi sono sempre piaciute di lui.
Accenno un sorriso a mo’ di ringraziamento e in quel momento di distrazione lo sguardo mi sfugge oltre la sua spalla e raggiunge Xiaoyu!
Sta sorridendo, ascoltando chissà cosa le sta dicendo mia madre, mentre l’aiuta a togliersi il cappotto. Anche Michelle si è unita alla conversazione ed è proprio in quel momento che Xiao si accorge che la sto guardando. Ed ecco che va in fumo il piano di ignorarci tutta la sera! Incuriosita, ha ricambiato lo sguardo e si è fatta lentamente seria, come se non sentisse più la conversazione intorno.
Non è neanche così tanto tempo che ci evitiamo, ma sembra comunque un'eternità e… mi sento uno stupido a pensarlo, ma mi rendo conto in quel momento di quanto la sua compagnia mi manchi
.
Lo scambio è breve, ma ho l’impressione, azzeccata o meno che sia, che è come se ci stessimo comunicando un sacco di cose. Sarà pure perché a volte parlo un po' troppo ed è capitato di averle detto un po' più di me di quello che normalmente mi piace andare a raccontare in giro, ma ho l'impressione che lei sia l’unica qua dentro ad aver capito un briciolo di come sono veramente. Ed è anche per questo motivo che vorrei poterle urlare di scappare! Di fuggire, di mettersi in salvo una buona volta dalla follia dei Mishima! 
Ma mi sento un idiota, perché sta avvenendo tutto dentro alla mia testa.
“Wulong, ti presento Ling Xiaoyu!” esclama mia madre guidandola verso di lui “Forse parlate anche la stessa lingua?”

Interrotto il contatto visivo mi giro, sospiro nervosamente e mi allontano, andando a buttarmi sul divano, a braccia conserte.
Julia mi segue e si siede a fianco a me.
“Wow, oggi sembri ancora più di malumore del solito!” commenta “Che è quel muso lungo? È successo qualcosa?”
“No.” rispondo meccanico coprendomi gli occhi con una mano “Niente di particolare.”
“Jin!” si avvicina anche Asuka con fare arrabbiato “Dovevi proprio fare lo stronzo poco fa?!” mi rimprovera con un sussurro “Perché diavolo hai fatto capire a zia Jun che ti ho detto… quella cosa?!”
“Senti Asuka, stammi alla larga per favore!” sbotto “Lasciami in pace!”
Lei sbuffa indispettita.
“Beh, certo! È sempre così con te vero?” replica “Sei solo uno stupido ingrato! La prossima volta ti arrangi!”
Julia ci guarda perplessa.
“Ragazzi!” ci chiama mia madre a gran voce “Su, venite a tavola!”
“Oi, tutto bene?” mi chiede Julia.
Annuisco e mi alzo in piedi.
“Andiamo a tavola.” dico.
Entriamo in sala da pranzo, dove Wulong sta salutando Kazuya.
Se con mia madre Wulong ha sempre avuto un rapporto di fiducia e amicizia, con Kazuya le cose sono state sempre decisamente più tese. Cosa che è in effetti fisiologica, dato che Wulong è un poliziotto e Kazuya ha certamente i suoi scheletri nell’armadio.
Durante i saluti, infatti, è palpabile un po’ di freddezza da entrambe le parti.
“Bene, sediamoci!” ci invita mia madre.
Lei e Kazuya si siedono a capotavola e io subito prendo posto al centro del lato lungo del tavolo, in modo da non essere direttamente vicino ad uno dei miei genitori.
A quel punto non posso fare a meno di notare che mia madre suggerisce in silenzio a Xiaoyu di andare a sedersi a fianco a me e la cosa mi fa letteralmente infuriare.
Non tanto per la cosa in sé. Siamo in otto in un tavolo relativamente piccolo, di fatto siamo tutti vicini a tutti, ma l’idea che ricorra a queste mosse con la pretesa di voler controllare le vite e le azioni della gente, e la mia soprattutto, come se fosse una burattinaia proprio non la posso sopportare.
Xiaoyu esita, ma nel mentre Asuka prende posto sull’unica altra sedia disponibile, lasciando come unico posto libero per Xiaoyu quello accanto a me. Mi guarda con un ghigno, come se mi avesse fatto chissà quale grande dispetto. Sospiro e distolgo lo sguardo.
Xiaoyu non può fare altro quindi che a sedersi sull’unica sedia rimasta, quella tra me e Kazuya. Wow, che serata divertente si preannuncia anche per lei!
“Allora, Wulong! Ci stavi raccontando questa fantomatica storia del chiosco del ramen.” gli ricorda mia madre.
“Giusto!” esclama lui “È successo durante un giorno di riposo, mi ero fermato per pranzo ad un chiosco nel mercato del quartiere dove abito ad Hong Kong…”
Sedendosi, Xiaoyu mi sfiora inavvertitamente una mano con la sua. Dopo il contatto, entrambi la ritraiamo all’istante, come se avessimo preso la scossa o qualcosa del genere. Il suo tocco è un qualcosa di tanto banale quanto insensato, ma è abbastanza per farmi di nuovo frullare il cervello e mi perdo pure la storia del chiosco di ramen di Wulong.
Perché ha accettato di venire? Perché non si è finta malata o qualcosa del genere?
Ci stiamo evitando da quasi un mese ormai, perché mettersi in questa situazione imbarazzante?
Sbircio di nuovo verso di lei. Ascolta con interesse la storia di Wulong e partecipa alla risata generale dopo la sua ultima battuta. Solo io e Kazuya rimaniamo seri.
Xiaoyu tutto sommato sembra tranquilla, forse non si sente poi così a disagio allora. Forse sto esagerando e sta succedendo anche questo tutto e solo dentro la mia testa.
Nel mentre comunque iniziamo il pasto e partiamo dalla zuppa di miso.
Wulong continua a raccontare storie riguardo il suo lavoro, quando Michelle fa una domanda decisamente più personale.
“Come mai stavolta non hai portato anche Chou?”
Wulong si incupisce di colpo.
“Ci siamo lasciati due mesi fa.” risponde serio.
“Oh mio dio, non lo sapevo!” esclama mia madre.
“Mi dispiace!” esclama invece Michelle a bocca aperta “Non ne avevo idea!”
Wulong sospira.
“Ultimamente mi sono impegnato molto con il lavoro e credo di aver trascurato un po’ tutto il resto.” ammette.
“Oh, mi dispiace Wu. Ne vuoi parlare?!” chiede allora mia madre.
E Wulong a quel punto inizia ad entrare nei dettagli dell’epilogo della sua relazione.
Nel mentre, dall’altra parte del tavolo, accade qualcosa di incredibile che mi lascia a bocca aperta.
“Questa zuppa è incredibile!” esclama Xiaoyu a bassa voce estasiata.
Non so neanche di preciso a chi fosse indirizzato il commento, probabilmente a nessuno in particolare e stava semplicemente esprimendo un pensiero a voce alta. Insomma, un momento alla Xiaoyu come tanti altri. La cosa che però mi lascia di stucco è che Kazuya la sente, la osserva stranito per qualche secondo, come se si fosse accorto della sua presenza in quel momento, e infine risponde con un “Grazie” e un ghigno soddisfatto.
Insomma, non lo ammetterei mai a voce alta, ma Kazuya, al contrario di mia madre, è un cuoco niente male. E lui oltre ad esserne consapevole, è pure molto orgoglioso delle sue abilità. Ma che abbia veramente pronunciato un grazie (una parola gentile per la miseria!), che abbia parlato con una sconosciuta senza che fosse necessario… in un tono quasi amichevole…
Ok, probabilmente è solo un po’ spiazzato e divertito da questa ragazza dai modi di fare un po’ strani, dall’aria un po’ molto svampita, che sembra uscita da un cartone animato, con gli elastici delle codine rosa shocking. Sì, dev’essere semplicemente che Kazuya non ha mai visto nessuno del genere.
Xiaoyu si volta da lui e gli rivolge un gran sorriso, come se non fosse un uomo inquietante.
“Mi ricorda quella che mangiavo da piccola.” continua con aria sognante “Ci sono anche le aringhe affumicate, vero?”
E come se la situazione non fosse già abbastanza strana, Kazuya cambia di nuovo espressione. La guarda stupito adesso.
“Mi sorprende che te ne sia accorta, la maggior parte della gente di solito non lo nota.” ammette “Comunque sì, il segreto è aggiungere un po’ di aringhe affumicate grattuggiate…”
“... ma solo a fine cottura per non alterare troppo il sapore.” termina Xiaoyu con un sorrisetto soddisfatto.
Kazuya è sconcertato e io, che osservo la scena, lo sono ancora di più!
“Anche mio nonno la cucina così!” spiega Xiaoyu.
Kazuya a quel punto la guarda incuriosito.
“Chi sei tu, ragazzina?” chiede a quel punto.
E solo un padrone di casa terribile come lui potrebbe fare una domanda del genere ad una persona che è ospite a cena a casa sua.
“Oh, io sono Ling Xiaoyu!” risponde subito con disinvoltura.
Lui la guarda ancora con un’espressione confusa.
“Ehm… forse si ricorderà che suo padre ha preso una ragazza in custodia qualche tempo fa…” dice allora Xiaoyu.
Noto una lieve increspatura sulla fronte di Kazuya al suono delle parole ‘suo padre’, e per un momento smetto di respirare, preparandomi ad una reazione spiacevole, ma poi torna a rilassarsi. E riprendo a respirare normalmente anch’io.
“Ricordo.” risponde soltanto, serissimo.
Xiaoyu abbozza un sorriso.
“Eccomi qua!” esclama sempre sorridente.
“Vuole farti entrare nella Tekken Force?” chiede subito Kazuya “Devi aver un gran talento nelle arti marziali se ha deciso di offrirti questa opportunità!”
Xiaoyu arrossisce.
“Beh… non saprei.” fa la finta modesta “Ma me la cavicchio, sì.”
“Non lo fare.” continua Kazuya con uno sguardo tetro.
“Come?” chiede lei sorpresa.
“Non accettare niente di quello che ti propone quel vecchiaccio.” continua con un sussurro inquietante.
E su questo sono assolutamente d’accordo con il suo giudizio.
Xiaoyu lo guarda incerta.
“Non… non ho ancora deciso se entrare o no nella squadra.” ammette.
“Bene, allora c’è ancora tempo.” commenta Kazuya tornando a ricomporsi.
“Tempo?” ripete Xiaoyu confusa.
“Chi ti ha allenato, ragazzina?” Kazuya cambia discorso e io non riesco a crederci.
Sto veramente assistendo ad un dialogo tra le due persone più diverse possibili tra loro?! Insomma Kazuya e Xiaoyu, che potrebbero essere gli antipodi del genere umano, sono qui a conversare davanti a me, come se nulla fosse.
“Mio nonno, Wang Jinrei!”
Kazuya si ferma e la guarda sbigottito in silenzio per qualche secondo.
“Wang Jinrei.” ripete “Sei veramente la nipote di Wang Jinrei?”
Xiaoyu annuisce.
E a quel punto succede davvero l’impossibile: Kazuya solleva gli angoli della bocca di mezzo centimetro!
Sta sorridendo! Sotto il mio sguardo inorridito. È un sorriso normale, non uno dei suoi soliti ghigni malvagi. Un sorriso. Un cazzo di sorriso da essere umano! Il mondo sta per finire!
Mi va di traverso quello che sto mangiando e inizio a tossire violentemente.
Xiaoyu mi guarda per un attimo, ma poi Kazuya riprende a parlare.
“Il vecchio Wang!” esclama col tono di voce più socialmente normale che gli abbia mai sentito “Era il nostro giardiniere!”
“Sì, il nonno mi ha parlato di quando lavorava per voi!” sorride Xiaoyu.
“Ora mi spiego come mai hai riconosciuto la zuppa di miso.” realizza Kazuya.
Xiaoyu sorride ancora.
“Come sta il vecchio Wang? Non lo vedo da almeno venticinque anni!”
“Il nonno sta bene. Alla grande se consideriamo la sua età giurassica!” ironizza lei “Viene a trovarmi spesso da quando vivo qui in Giappone. Non gli è mai andato a genio che abbia deciso di accettare l’offerta di Heihachi-san!”
“E lo credo bene!” commenta Kazuya sprezzante “Mi chiedevo infatti come fosse possibile che Wang avesse permesso a sua nipote di vivere sotto la custodia di quel vecchio bastardo.”
Xiaoyu sembra colpita dalla sua scelta di parole, ma poi riprende subito il discorso.
“È stata una mia decisione!” spiega “Heihachi-san ha detto che potrebbe aiutarmi a realizzare il mio sogno e…”
“Non devi fidarti di lui!” la interrompe Kazuya con aria tetra.
Xiaoyu lo scruta perplessa.
“Qualsiasi cosa ti abbia detto, non devi fidarti di lui.”
“Ma…” inizia a dire lei.
“Potresti entrare nella G-Corp piuttosto.” dice allora Kazuya come se niente fosse.
“Ma io non so ancora… Un momento! G-Corp?! Cosa?!” Xiaoyu sgrana gli occhi.
“Cosa?!” chiedo io che nel mentre ho finito di tossire e stento a credere alle mie orecchie.
“Fatti gli affari tuoi, tu.” mi liquida Kazuya con un’occhiata gelida.
Poi sorseggia un bicchiere di vino bianco.
È incredibile. Kazuya che arriva al punto di proporre posti di lavoro alla gente in maniera così casuale.
“Dico sul serio.” continua rivolgendosi ancora a Xiaoyu “Nella squadra di sicurezza della G-Corp si potrà sempre trovare un posto per qualcuno che ha ricevuto l’addestramento di Wang Jinrei.”
Sono senza parole, ascolto a bocca aperta. O un alieno l’ha mangiato e ha preso il suo posto o è impazzito.
No, a parte gli scherzi. Non so se sia davvero come segno di rispetto per questo nonnetto o perché semplicemente la trova simpatica o perché ancora vuole soffiare Xiaoyu ad Heihachi, ma questo sicuramente non è un comportamento che mi sarei aspettato di vedere mai da Kazuya. Non in questa vita. Non in questo universo.
“Kazuya! Insomma, Kazuya!” esclama mia madre interrompendo il discorso “Sono cinque minuti che ti chiamo!”
“Che c’è? Non vedi che sto parlando?!” esclama lui un po’ contrariato.
“Sì, lo so, scusate la maleducazione, ma questa devi sentirla assolutamente!” continua mia madre dall’altro lato del tavolo “Sapevi che Nina Williams ha un figlio?!”
Kazuya fa una smorfia.
“Certo che lo sapevo! Ti ricordo che la sorella è la mia assistente, che va in giro ad esibire le foto di suo nipote ogni volta che ne ha l’occasione!”
“Che cosa?!” esclama mia madre quasi offesa “E non mi hai mai detto niente?!”
“Non vedo come avrei dovuto immaginare che la cosa poteva interessarti!”
“Insomma questo ragazzo dovrebbe avere vent’anni ormai e io scopro solo adesso della sua esistenza, parlando per caso con Wulong, quando tu lo sapevi da chissà quanto?!”
Intanto guardo Julia che si fa piccola piccola.
Poi guardo di nuovo gli altri che parlano del ragazzo di Julia come se fosse un pinco pallino qualsiasi.
Nessuno ha realizzato la cosa?
Julia incrocia il mio sguardo e mi fa il cenno di stare in silenzio, con un dito davanti alla bocca. No, è chiaro che nessuno ha realizzato la cosa. Ok, mi farò gli affari miei.
"Non vedo perché avrei dovuto parlartene."

“Ma come?! È Nina Williams! Insomma, chi se lo aspettava?!” insiste mia madre.
“Jun, se è per quello la gente probabilmente non si aspettava neanche… di lui!” ribatte Kazuya e indica me, come se nulla fosse.
In realtà non mi dà neanche particolarmente fastidio, dato che in un certo senso sono d’accordo. Non ho mai capito come i miei genitori, così diversi tra loro, siano potuti finire a stare insieme e con un figlio al seguito addirittura! Immagino che all’epoca la notizia della mia esistenza abbia confuso un bel po’ di persone!
“Kazuya…” sibila mia madre imbarazzata, guardando prima me, poi gli altri.
Noto che Wulong e Michelle si scambiano una strana occhiata. Ecco! Non ho dubbi, Kazuya ci ha azzeccato in pieno.
“Passiamo alla seconda portata, su!” dice in fretta mia madre per cambiare argomento.


Il resto della cena si svolge più o meno allo stesso modo. Xiaoyu ringrazia Kazuya per l’invito a lasciare il curriculum alla G-Corp dopo il diploma, dicendo che valuterà l’offerta. Poi chiacchierano insieme, come se fossero amici di vecchia data, sui vari stranissimi metodi di allenamento di Wang Jinrei, tipo arrampicate su e giù per le montagne, esercizi ginnici sugli alberi, pescare nei fiumi a mani nude per migliorare i riflessi e altre stranezze da film. Racconta poi di quanto sia grata al suo nonnino, che praticamente l’ha cresciuta e che le ha pure pagato l’istruzione in una scuola privata giapponese a Pechino - ecco perché era in grado di parlare e capire il giapponese così bene fin dal suo primo arrivo! - e tutta la conversazione si svolge sotto il mio costante sguardo sgomentato.
Wulong nel mentre racconta varie storie di inseguimenti polizieschi tra un pettegolezzo e l’altro su gente che il più delle volte neanche conosco. Io passo la maggior parte del tempo in silenzio, ascoltando un po’ da una parte un po’ dall’altra, e spaziando tra i miei oscuri pensieri.
Ogni tanto noto lo sguardo inquisitore di mia madre, che evidentemente è delusa dall’insuccesso del suo piano e mi guarda con aria di rimprovero, come volesse in qualche modo farmi pesare che non mi sto impegnando abbastanza per fare pace con Xiaoyu.
Ma che cosa pretende! Se anche fossi disposto a fregarmene dell’orgoglio, in ogni caso lei sarebbe troppo presa dalla chiacchierata con Kazuya, per pensare di parlare con me!
Dopo il dolce, decide che è arrivato il momento per i vecchi di andare a giocare a poker nella stanza dei liquori, lasciando noi giovani liberi di fare quel che vogliamo in salotto.
Julia si prepara per uscire, tra qualche minuto passerà Fox a prenderla. A quanto pare è il compleanno del loro amico Bob e andranno a bere qualcosa per festeggiare.
Incredibile come Julia sia passata dalla ragazza secchiona sempre in casa a studiare ad una che si gode giustamente la sua età. E sembra indubbiamente più felice adesso.
“Forse dovrei andare anch’io.” dice Xiaoyu guardando l’orologio.
“Ma no, rimani! È ancora presto! Non lasciarmi sola con quello scorbutico!” esclama Asuka prendendola per un braccio “Vieni, cerchiamo qualcosa di divertente da vedere da guardare in TV!”
Xiaoyu non protesta e si lascia trascinare fino al divano.
Io intanto accompagno Julia all’ingresso.
“E quindi non hai ancora detto a tua madre chi è il tuo ragazzo?” le chiedo appoggiandomi ad una parete.
“No, non si sono ancora visti e non le ho detto niente riguardo a quelle sue parentele.” spiega a bassa voce, mentre si infila il giubbotto “Vorrei evitare pettegolezzi finché posso e poi… a Steve non piace particolarmente parlare della sua storia familiare. Sai, è un argomento che lo mette un po’ a disagio.”
“Hmm.” annuisco.
“E poi… beh, non ha un vero e proprio rapporto con la madre biologica.” spiega a bassa voce “Anche se in compenso la zia…”
Ridacchia, lasciando in sospeso la frase. Sorrido anche io. Anna di certo non si limita per quanto riguarda le dimostrazioni di affetto.
“Non vedo l’ora di conoscere la sua famiglia adottiva.” riprende poi Julia “Quando andremo in Inghilterra l’anno prossimo. Sembrano tutte persone molto carine, da quello che mi racconta Steve.”
La guardo con un piccolo sorriso. Sembra così entusiasta e spensierata. Sono onestamente contento per lei.
“Sai, all’inizio ero un po’ perplesso, ma… sei molto più serena da quando lo frequenti.” ammetto “Credo ti abbia fatto bene trovare qualche altro interesse che non sia lo studio o l'attivismo.”
Mi guarda imbronciata.
“Parli quasi come se fossi stata una secchiona noiosa che non faceva altro che pensare a cose serie.”
“Julia, tu eri una secchiona noiosa che non faceva altro che pensare a cose serie!” le faccio notare alzando un sopracciglio.
Mi guarda poco convinta, ma non ha argomenti per controbattere il mio.
“Tu piuttosto…” dice improvvisamente seria “Ultimamente mi preoccupi un po’, sai?”
Distolgo lo sguardo, un po’ infastidito. Non ne posso più di sentire questa frase.
“Non vedo perché, sono quello di sempre.” rispondo secco.
“È vero che è da quando ti conosco che sei sempre stato un po’ irascibile e orso.” ammette “Ma ultimamente sembri più che altro… triste.” dice con un velo di preoccupazione.
Non rispondo e la guardo imbronciato. Insomma, che dovrei dire?! No, sono al settimo cielo. Come sempre.
“Beh, ricordati che… insomma, io ci sono sempre se hai voglia di parlare.” aggiunge un po’ goffamente.
E la situazione è super-imbarazzante. Apprezzo il suo voler fare l’amica disponibile, ma né lei, né tantomeno io siamo veramente adatti a questo genere di cose.
Fortunatamente il telefono di Julia suona e lei si affretta a guardarlo.
“Steve è qua fuori!”
“Ok.”
Le apro la porta.
“Ci vediamo a scuola!” mi saluta uscendo “Buon proseguimento di serata!”
“Anche a te.” rispondo atono, guardandola allontanarsi lungo il vialetto.
Noto una mano che si alza in segno di saluto dal sedile del guidatore dell’auto ferma davanti al cancello.
Rispondo al saluto, poi guardo Julia salire a bordo. La macchina si rimette in moto e se ne va. E io torno solo. Nel mio mondo scuro, come un cielo notturno senza stelle.
Sollevo lo sguardo sul cielo di Tokyo, che col bagliore diffuso per via delle troppe luci della città, non è mai completamente buio.


Rientro dentro casa e mi infilo il giubbotto e scarpe, Xiaoyu e Asuka stanno guardando uno dei programmi preferiti di Asuka. Una tarocchissima trasmissione in cui una specie di squadra di acchiappafantasmi va a visitare posti apparentemente infestati. È ben poco credibile, anche a detta di Asuka, ma per qualche ragione adora questo genere di programmi scemi.
Attraverso la stanza e vado verso la porta a vetri per il giardino.
“Dove vai?” Asuka si sporge dallo schienale del divano e mi interroga.
Anche Xiaoyu si volta a guardarmi.
Non rispondo ed esco in giardino.
“Lasciamolo perdere…” sento Asuka lamentarsi “Oggi è più spiacevole che mai!”
Richiudo la porta a vetri e cammino sul prato, sforzandomi di godermi la mia solitudine. Oggi non ci sono neanche quei cagnacci rompipalle in giro, dato che in occasione degli ospiti a cena, Kazuya ha avuto il buon senso di lasciarli nel loro recinto.
Solitudine completa, sia fisica che mentale. Dovrebbe darmi un senso di pace, ma oggi per qualche ragione persino la compagnia di me stesso mi irrita.
Qualche minuto dopo essermi abbandonato alla negatività dei miei pensieri, prendo il pacchetto di sigarette di Hwoarang dalla tasca dei pantaloni. Ne è rimasta una sola. La prendo, me la infilo tra le labbra e l’accendo, accartocciando il pacchetto vuoto che mi ricaccio in tasca.
Mi avvicino al laghetto, guardo l’acqua sulla quale balla il riflesso delle luci delle lanterne automatiche e nel mentre rifletto sull’insensatezza della mia vita.
Guardo la sigaretta tra le mie dita, il simbolo di quella strada che ho lasciato alle spalle.
Alla fine n’è valsa veramente la pena? Ho davvero il diritto di giudicare uno come Hwoarang per le sue discutibili scelte di vita? È vero, forse prima o poi potrà finire in carcere o addirittura ucciso con quei combattimenti illegali, ma in fin dei conti io mi trovo veramente nella posizione di poter dire che sta sbagliando e che la mia vita è veramente migliore della sua?
Rimango così in silenzio per non so bene quanto tempo, quando il rumore di passi leggeri sull’erba mi distrae dai miei pensieri. Mi volto e vedo Xiaoyu che cammina a lentamente verso di me.
Rimango un po’ sorpreso di vederla lì. I nostri sguardi si incontrano di nuovo, ed è ancora una volta un contatto un po’ nostalgico, ma rassicurante.
Sono io il primo a spezzarlo. Mi volto, tornando a darle le spalle, e aspiro un altro tiro di sigaretta.
“Che ci fai qui?” chiedo con tono distaccato, soffiando via la boccata di fumo.
“Sto per andare via, ma prima volevo…” inizia a dire, poi si ferma, qualche passo dietro di me “... chiederti scusa, suppongo.”
Mi volto appena, giusto il tanto per riuscire a guardarla di sbieco.
“Chiedermi scusa…” ripeto, sempre con tono freddo.
Non vedo il perché dovrebbe scusarsi.
“Sì, beh… ho l’impressione che tua madre mi abbia invitato per farci riavvicinare o qualcosa del genere.”
Mi volto del tutto.
“Hai l’impressione?!” alzo un sopracciglio.
“Lei ha detto che voleva semplicemente sdebitarsi per averti aiutato il giorno che ti hanno ricoverato.” spiega “E ha insistito così tanto che alla fine ho dovuto accettare, ma poi oggi ho avuto l’impressione appunto che…”
Sospiro.
“Sì, ti ha invitato principalmente per quello.” le dico “Mi dispiace che ti abbia coinvolta in questa cosa. Io non ne sapevo niente fino a poco prima della cena.”
“No, figurati.” risponde con un’alzata di spalle “Non è stato male per me!”
Beh, lei di certo non si è annoiata, vista la chiacchierata che si è fatta con Kazuya!
“Ma… tu come stai piuttosto?” mi chiede con una punta di preoccupazione.
“Alla grande.”
“Beh, è chiaramente una bugia, dato che è ovvio che la serata sia stata terribile per te.” dice lei.
“Non peggio di altre.” rispondo atono.
Aspiro l’ultimo tiro e getto a terra la sigaretta, prima di spegnerla sotto la punta della scarpa.
Sì, poi la raccoglierò e la getterò nella spazzatura prima di tornare dentro, perché se Kazuya dovesse trovarla nel suo giardino sarebbe la volta buona che mi fa sbranare dai suoi cani.
“Comunque… da quando avresti iniziato a fumare?” chiede Xiaoyu guardando la mia scarpa.
“Non ho iniziato a fumare. Era solo un pacchetto che ho rubato a uno.” spiego velocemente “Ma questa era l’ultima e non ne comprerò altre.”
Probabilmente.
Lei mi guarda confusa. In effetti è una scusa strana, specialmente la parte del furto, ma decide comunque di non indagare oltre.
“Dove è Asuka?” voglio sapere a quel punto.
“La puntata era finita, quindi le ho detto che sarei tornata a casa e lei è andata in bagno.” risponde “Poi dopo essermi messa il cappotto però… ho pensato di venire a chiederti scusa.”
Faccio una mezza smorfia. Meno male che poi Asuka ha il coraggio di dare a me del maleducato. Se n’è andata in bagno invece di accompagnarla alla porta!
“Senti…” riprende poi distogliendo lo sguardo “... lo so che le cose sono state molto strane e imbarazzanti ultimamente, ma…” sospira “E se facessimo finta che non sia successo niente?”
Guardo altrove anche io.
“Non so, tu hai intenzione di riprendere a comportarti in modo normale?” chiedo, forse un po’ troppo brusco.
Lei spalanca la bocca.
“Aspetta, quindi sarei io quella che si sta comportando in modo anormale?!” chiede poco dopo infastidita.
E sì, probabilmente sono stato un po’ troppo acido e sgarbato. E non ho neanche scelto le parole migliori, ma…
“D’accordo, anche io non mi sono comportato bene, ma… hai idea della posizione scomoda in cui mi hai messo?!” cerco allora di spiegarmi meglio, ma questa domanda non fa altro che peggiorare la situazione.
“Tu in una posizione scomoda?!” ripete con voce acuta “Hai la minima idea di come mi senta io?!”
“Ovviamente no, ma…” inizio a rispondere.
“Ti rendi conto di che cosa ti ho detto quella sera?! Erano pensieri estremamente privati, lo capisci?! Ti rendi conto di come ci si possa sentire a dire certe cose a… uno come te?!”
Sospiro.
No, ma se è per quello non capisco neanche come sia possibile arrivare a sentirsi in quel modo per uno come me.
“Mi dispiace, forse sarebbe stato meglio se non me l’avessi detto.” ammetto.
E ovviamente questo la infastidisce ancora di più.
“Ma sei tu che sei venuto a casa mia per sapere che cosa stesse succedendo!” ribatte lei con il volto paonazzo “E io sono stata scema abbastanza da pensare che… avresti capito!”
Non capisco se sia sul punto di piangere o di prendermi a schiaffi.
Non rispondo.
“Hai una vaga idea dell’umiliazione che si possa provare dopo una cosa simile?!” riprende dopo un po’ con voce tremante “O è chiedere troppo perché sei troppo concentrato a pensare a te stesso come sempre?!”
Pensare a me stesso come sempre?! Se mi sono allontanato l’ho fatto solo e unicamente per il suo bene!
“Questo non è vero.” ribatto infastidito.
“Ovviamente tu non puoi capire! Tu sei una macchina, vero?!” chiede con amaro sarcasmo ricordando la nostra conversazione del giorno della festa “Beh, per te potrà essere pure essere facile, ma gli altri esseri umani, quelli che provano dei sentimenti, non lo è affatto!”
No, questo non lo accetto. Essere me non è facile per un cazzo!
“Tu non hai assolutamente idea di quello che stai dicendo!” ribatto indignato facendo un passo in avanti.
Lei mi affronta alzando il mento con sguardo deciso.
“Non sono uno psicopatico! Anche io ho dei sentimenti, ho solo imparato a gestirli!” sussurro acido.
Lei mi studia in silenzio per un po’, poi sogghignare amaramente, come se trovasse ridicola la mia risposta.
“Certo, qualche sentimento lo avrai di sicuro!” continua sottovoce “Rabbia, fastidio e disgusto… ma io sto parlando di altri tipi di emozioni!”
No accidenti!
Non accetto di essere paragonato ad una specie di Bryan Fury di Manji no Tatakai. Solo perché riesco ad avere un controllo razionale su esse, non vuol dire che non abbia o non capisca le emozioni! Certo, di solito sono negative, ma questo è perché la mia vita è una merda!
“Parlavo anche io di altri tipi di emozioni!” sibilo velenoso.
E improvvisamente mi sento avvolgere dal panico. Che cazzo ho appena detto?! 
Lei alza un sopracciglio, guardandomi come se avesse appena sentito un’assurdità.
“Cosa?!” ridacchia come se avessi fatto una battuta.
Fortuntamente non mi ha preso sul serio, almeno.
"Cosa?!" ripeto anche io confuso e spaventato.
No, ho sbagliato. Non dovevo dire quello!
Notando la mia espressione di terrore e non ricevendo risposta, anche lei si fa seria e mi guarda confusa.

“Stai forse suggerendo che...” inizia parlando piano piano “... sei in grado di provare quel genere di cose?” 
Non rispondo, agghiacciato e sconcertato per quell’errore che non avevo previsto.
“Ti piace qualcuno Jin?” continua lei ancora incerta se prendermi sul serio o meno.
Non mi sono mai ritrovato così disarmato, così a nudo.
“Ne sei capace?!” riprende, poi sgrana gli occhi e agghiacciata anche lei sussurra “Oddio!”
Si porta una mano davanti alla bocca. 
“Cosa?” riesco a chiedere con un filo di voce, non capendoci un accidenti.
“Ho capito.” dice lei.
Sospiro e chiudo gli occhi, sentendomi affogare in un mare di vergogna.
"Forse... ora dovresti andare a casa." mormoro.
È pure una cosa abbastanza maleducata da dire, ma non so proprio come gestire la situazione.
Lei comunque ignora deliberatamente la mia richiesta.
"
Adesso in effetti un sacco di tuoi strani comportamenti hanno improvvisamente senso!” continua, balbettando sotto shock.
Io trattengo il respiro.
Dice sul serio? Quali comportamenti?! Cosa mi sono lasciato sfuggire?!
“Sono una stupida!” esclama “Come ho potuto non capirlo prima!”
Non lo so. Avrebbe davvero potuto capirlo prima?!
"Basta così." ordino, anche se è più una specie di implorazione.

“Ti piace… Julia!” esclama come se fosse giunta alla conclusione più ovvia possibile “E sei invidioso di Steve!”
Passano alcuni secondi di silenzio.
Mi piace Julia. E sono invidioso di Steve. 
Ora tutti i miei strani comportamenti hanno senso.
Mi rivolge un sorrisetto compiaciuto, io ho bisogno di riprendere il possesso delle mie facoltà mentali, perché dopo questa credo di essere diventato di colpo più stupido.
“Avresti potuto dirmelo subito, idiota.” mi rinfaccia “Avrei ovviamente capito. Avremmo anche potuto parlarne… dopotutto… siamo in una situazione un po' simile.”
Una folata di vento smuove le foglie dei ciliegi ornamentali attorno a noi e increspa l’acqua del laghetto.
“È così, vero?” sorride amichevolmente.
Non rispondo. Non me l’aspettavo e non so che dire. Devo valutare in fretta le varie opzioni. Potrei sfruttare a mio vantaggio l’equivoco e rispondere che è vero e che è esattamente così. Mi piace Julia. Le chiederei di tenere il segreto - sono certo che sappia mantenere un segreto - e di dimenticare questa conversazione. La vita tornerebbe quella di sempre… oppure… 
“Stai tranquillo, mica glielo vado a dire!” sorride amichevolmente per cercare di smorzare un po’ l’atmosfera “Devo ammettere che sei stato bravo a mascherarlo, mi avevi davvero fatto credere di essere davvero un pezzo di ghiaccio totalmente immune a questo genere di cose… tutti quei tuoi discorsi sull’evoluzione e il nostro essere schiavi degli ormoni sessuali per il proseguimento della specie e tutte quelle altre cose su cui ti piace blaterare… ma in effetti alla festa hai iniziato a parlarne solo dopo aver visto Julia e Steve! Che stupida che sono stata!”
Chiudo gli occhi e cerco di recuperare le mie facoltà mentali. Devo essere lucido. Giocare d’astuzia e adeguarmi al fraintendimento o…
“Certo che è un bel problema, ti capisco.” continua “Mi dispiace, insomma… Julia è tua amica, ma ormai la cosa con Steve sembra seria. Forse però dovresti dirglielo lo stesso, sai?” ragiona a voce alta “Insomma come ho fatto io… sono certa che Julia saprà capire meglio di te, ma è meglio che lo sappia anche se non succederà niente e lei rimanesse con Steve. Sì, dovresti parlargliene! Posso darti una mano se vuoi!”
No, che idea terribile! Ci manca solo quello!

“No.” rispondo deciso.
“Cosa no?” fa lei confusa.
“Non hai…” sibilo con il mio usuale tono amaro “... capito un dannato accidenti. Julia non c'entra niente e non deve sapere niente!”
Riapro gli occhi.
Xiaoyu mi ascolta perplessa.

“Cioè? Non è... Julia?” prova poco dopo.
Scuoto la testa.
E a quel punto si instaura uno strano silenzio, ci fissiamo a vicenda e Xiaoyu sembra farsi più nervosa ogni secondo che passa.
“Jin ti prego dì qualcosa, perché non ci sto capendo niente e se stai a guardarmi così in silenzio sembra quasi che intenda che ti piaccio io e la cosa non so come mi faccia sentire.” dice ad un certo punto con un improvviso fiume di parole.
Io so esattamente invece come la cosa mi fa sentire, inadeguato, stupido e coglione. Forse anche folle. Sì, perché questa è decisamente una follia.
Non ricevendo una risposta negativa, Xiaoyu 
sgrana gli occhi. 
“Mi prendi in giro?” balbetta poi “O sei completamente impazzito?”
Rispondo con una smorfia.
Sì, probabilmente sono impazzito.
“Ti decidi a dire qualcosa?!” insiste lei dopo il mio silenzio.

“Gli ormoni rincoglioniscono le persone e i sentimenti le fottono irrimediabilmente...” rispondo secco a quel punto “Ma anche io sono un essere umano e non ho mai detto di esserne immune!” 
Xiaoyu mi guarda incredula.
“È un po' che mi sono accorto che... insomma... mi piaci un po'... in quel senso.” ammetto con un sibilo, mi costa tantissimo dover confessare certe debolezze ad alta voce "Ma non per questo mi sono lasciato confondere o mi sono illuso di voler...” 
Mi fermo perché Xiaoyu mi guarda in modo strano e mi si sta avvicinando lentamente.
“Hey, che ti prende?!”  aggrotto le sopracciglia allarmato “Ho detto che... ma non vuol dire che...” 
Si avvicina, si alza in punta di piedi e mi bacia.
Maledizione. Questo non doveva succedere!
Insomma, quello che ho detto era a solo titolo informativo, non era assolutamente un invito a scambiarci effusioni fisiche. Perché tra noi non deve succedere niente! Io non posso permettermi di trascinare qualcuno in quel casino che è la mia vita. Non va bene! È sbagliato! Xiaoyu non deve fare mica l'errore di mia madre!
Ma... quello con le sue labbra è un tocco dolce e delicato, un po’ incerto, ma ha la capacità di fare esplodere i miei sensi e mandarmi totalmente in tilt. Partecipo attivamente al bacio e di colpo si attenua persino il turbine di pensieri contorti e angosciosi che dimorano nella mia testa. 
Potrei forse concedermi qualche secondo e abbandonarmi a quel desiderio di contatto fisico che ho cercato a tutti i costi di soffocare in tutto questo tempo?
Xiaoyu alza una mano e mi sfiora la guancia, mentre continuiamo a cercarci l’uno con l’altra.

Niente ha più senso, il mondo finirà stasera. La logica dell’universo si è infranta. Il raziocinio ha fallito, ma forse va bene così.
Solo qualche secondo non sarà poi così pericoloso in fondo. Tra un attimo metterò le cose in chiaro, mi scuserò per questa indecenza -anche se è stata lei a mettermi in trappola- e nel mentre potrei per sempre custodire la memoria di questo momento.
“Jiiiiin, dove sei?!” mi chiama Asuka.
Merda!
Mi risveglio di colpo nella fredda e cupa realtà della mia vita.
Ci separiamo all’istante, io mi irrigidisco e mi volto verso la casa. Asuka ancora non si vede, ma sento i suoi passi che si avvicinano. Torno a guardare Xiaoyu. Lei mi fissa con un misto di stupore e di shock. Ha ancora la mano all’altezza del mio viso, la ritrae immediatamente.
Che cazzo è appena successo?! È stato un pessimo, pessimo errore.
Facciamo entrambi qualche passo indietro e ci ricomponiamo.
“Che… che diavolo vuoi Asuka?!” chiedo a voce alta cercando di avere pieno controllo del mio tono di voce. 
Devo riuscire a sembrare normale.
“Vado… a nascondermi da qualche parte!” bisbiglia Xiaoyu e prima che possa dire qualsiasi cosa o persino riflettere sull’idea, è già sparita dietro un ciliegio una decina di metri più avanti.
Ok, forse è meglio così. Vedrò io di liquidare Asuka il prima possibile e poi io e Xiaoyu dovremo parlare. Urgentemente. Devo sistemare questo terribile errore.
Emetto un sospiro angosciato e raccolgo da terra il mozzicone di sigaretta di poco prima.
“Cosa stai facendo qui a casino?” chiede Asuka comparendo da dietro un ciliegio.
Mi sollevo e le mostro ciò che resta della sigaretta, forzando un’aria un po’ colpevole. La mano mi trema cazzo! Me ne accorgo e l’abbasso subito, prima che Asuka possa farci caso. La situazione è strana, io sono strano, ma devo fare il possibile perché Asuka non lo noti.
Lei mi guarda con aria di rimprovero e incrocia le braccia davanti al petto. Ok, diamo pure il via alla ramanzina per il fumo! Magari sorvolerà su tutto il resto.
“Jin!”
“Era l’ultima.”
Lei continua a guardarmi come una mamma arrabbiata.
“So come Heihachi ha cercato di convincerti a smettere l’ultima volta! Ti ha rapito e lasciato su un’isola deserta per un giorno giusto?” chiede “Sei ancora un atleta della sua squadra, non hai paura che possa farti di nuovo qualcosa del genere se lo scoprisse?”
Aggrotto le sopracciglia. Non mi aspettavo che Asuka conoscesse questa vecchia storia. È successo prima che mia madre si risvegliasse dal coma, e persino Kazuya all’epoca l’aveva trovata un’azione un po’ esagerata!
“Sono molto meno ingenuo adesso.” rispondo “Non accetterei mai di partecipare a delle gite in elicottero con lui.”
Lei sospira.
“Comunque…” rotea gli occhi “Lo so che oggi non sei in vena di parlare, ma… ascoltami, ho appena avuto un’idea!”
“Un’idea?”
“Abbiamo un poliziotto a casa!” 
La guardo confuso. Molto confuso.
“Wulong! È ancora qui!” spiega “Ho pensato… prima che se ne vada, potremmo chiedergli qualche informazione su come funzionano le tracce di DNA!”
La guardo qualche secondo senza capire. È inutile, sto sentendo le sue parole, senza riuscire ad ascoltare.
“Mi hai capito?”
“Sì.” rispondo io, che nel mentre sto ancora cercando di rimettere in moto il cervello “Vuoi chiedergli come funzionano le tracce di DNA.” ripeto cercando di concentrarmi sul significato delle parole “No, ma che cazzo dici Asuka?! Sei impazzita?!” me ne rendo conto improvvisamente riacquistando parte delle mie capacità intellettive “Come hai intenzione di fare una domanda del genere senza destare strani sospetti?!”
“Questo non lo so ancora, ed è per questo che volevo avere un tuo parere!” risponde lei con una smorfia.
Qualcuno a caso starnutisce da dietro un albero a caso. 
Mi raggelo. 
Asuka resta immobile e in silenzio.
Magari… non ha sentito.
“Oddio!” sussurra Asuka sgranando gli occhi “Hai sentito?!”
Ti pareva.
“No.” scuoto la testa cercando di essere convincente “Sentito cosa?!”
“Un rumore! Da quella parte!” indica un punto a caso nell’oscurità “Era tipo uno starnuto!”
Seguo la direzione del suo dito.
“Sarà stato uno scoiattolo.” rispondo con un sorriso forzato.
“Scoiattolo un corno!” insiste Asuka, poi mi prende per un braccio “Si è introdotto qualcuno in giardino! Torniamo dentro!”
“Non è niente…” la liquido rifiutandomi di muovermi.
“Perché queste cose succedono sempre dopo che vedo Ghost Discovery?!” piagnucola lei tentando di trascinarmi.
“Tranquilla Asuka, sono io!” esclama quel qualcuno a caso che viene fuori dall’ombra.
Xiaoyu fa alcuni passi verso di noi e sorride.
“Oddio Xiaoyu, mi hai fatto prendere un colpo!” esclama Asuka portandosi una mano davanti al petto “Credevo te ne fossi andata!”
“Sì, stavo andando via, ma poi ho pensato che dovevo dire una cosa a lui e…” spiega.
“Oh…” Asuka aggrotta le sopracciglia “avete fatto pace?”
Io e Xiaoyu ci scambiamo uno sguardo.
“Più o meno?” mi chiede lei incerta.
“Più o meno.” ripeto.
“Oh, ottimo!” dice Asuka, poi aggiunge a mezza voce “Wow, il piano di tua madre ha funzionato! È davvero incredibile a volte, eh?”
Alzo le spalle. Presumo che lo sia.
“Ehm… ma che ci facevi lì dietro?” continua poi Asuka parlando con Xiaoyu “Insomma io non mi sono accorta che eri qui e mi sono messa a parlare di cose che probabilmente ti saranno sembrate strane!” mi guarda allarmata e con disappunto “Jin, perché non me l’hai detto?!” aggiunge parlando tra i denti.
Lo so. Avrei dovuto fermarla, ma in questo momento sono alquanto stupido.
“Ehm… mentre lui fumava, sono andata a vedere… il laghetto più da vicino.” racconta goffamente Xiaoyu, poi guarda il laghetto e annuisce “È molto bello! Anche se… immagino debba attirare tante zanzare d’estate vero?” 
Non rispondiamo, poi Xiaoyu si schiarisce la gola.
“Comunque… tranquilli! Ho sentito parlare solo di DNA, poliziotti, e che vuoi che sia?! Non è come se doveste fare qualcosa di losco, no?!” ridacchia nervosamente, poi si ferma e ci guarda preoccupata “No?”
“No!” esclama subito Asuka.
“No!” faccio anch’io.
“Okay, adesso però mi state mettendo un po’ paura.” mormora Xiaoyu “State pensando di fare fuori qualcuno?” ridacchia nervosamente.
“No.” risponde di nuovo Asuka.
“No.” ripeto di nuovo anche io.
Xiaoyu ci guarda dubbiosa, poi si concentra su Asuka.
“Giusto per curiosità, ha a che fare con le strane domande sui metodi per addormentare un vecchietto?” le chiede a mo’ di scherzo.
“Cosa?!” faccio io voltandomi da Asuka con fare interrogativo.
“Che c’è?” fa mia cugina un po’ in difficoltà.
“Hai coinvolto Xiao?!” 
“No, le ho solo chiesto se aveva qualche consiglio su come fare addormentare un vecchietto, tutto qui.” risponde a bassa voce “Viveva con il nonno dopotutto.” poi si volta da Xiaoyu con un grande sorriso “Per fare uno scherzetto ad Heihachi! Niente di che!”
Ma Xiaoyu non la beve e si fa seria.
“Ragazzi, io pensavo che tutta questa cosa fosse uno scherzo, ma ora mi state iniziando a spaventare.” dice “Mica state pianificando davvero qualcosa di losco?”
Non rispondiamo e ci guardiamo in difficoltà.
“Ragazzi?!”
“Non è niente di losco!” l’assicura Asuka tornando a voltarsi da lei “È solo un’analisi genetica.”
“Analisi genetica?” ripete Xiaoyu confusa.
“Sì.” annuisce Asuka “Roba di parentele tra persone.”
“Certo, capisco.” ridacchia ancora Xiaoyu “E… vi serve addormentare Heihachi perché…”
Non termina la frase. Asuka mi guarda in difficoltà.
“C’è qualcuno che sostiene di essere imparentato con lui.” spiego a voce bassa arrendondomi “E volevamo capire se era vero facendo un’analisi genetica. Ma lo sappiamo solo noi e non vogliamo coinvolgere né i miei genitori, né Heihachi. Quindi è molto importante che non ne parli con nessuno, ok?!”
“Certo!” si affretta a rispondere Xiaoyu “A chi mai dovrei dirlo?” poi ci ragiona “È qualcuno che conosco, vero?!”
Io e Asuka ci guardiamo di nuovo.
“È quel Lars che vive da voi, vero?” riprende dopo Xiaoyu e ci lascia completamente agghiacciati.
Come diavolo l’ha capito?! Guardo Asuka con aria di rimprovero, perché è chiaro che deve averle detto qualcos’altro. Asuka mi guarda con aria totalmente confusa e innocente.
“Ho indovinato vero?” chiede Xiao con un sorrisetto soddisfatto “Ho sempre pensato che un po’ vi assomigliasse.”
Rimango di stucco.
“Che cosa?”
Xiaoyu annuisce.
“Si vede un po’ l’aria di famiglia, dai.” ribatte convinta.
“Aria di famiglia?!” chiedo sbigottito “Lars?!” 
“Sicura che stiamo parlando della stessa persona?” chiede anche Asuka spiazzata almeno quanto me.
Lei annuisce convintissima.
“Sì, certo… è un po’ biondo, con gli occhi azzurri…” dice come se fossero piccoli dettagli da niente “... ma ha le stesse sopracciglia arrabbiate dei Mishima! Non l’avete mai notato?”
“Le sopracciglia.” ripete Asuka incredula “L’hai capito per via delle sopracciglia.”
“Sopracciglia arrabbiate?” ripeto anche io, incerto di aver persino capito cosa intenda dire.
Xiaoyu alza le spalle, come se non fosse niente di strano.
“Che figo comunque!” commenta poco dopo, ragionandoci divertita “È un intrigo degno di una soap-opera!”
“Xiao, possiamo fidarci di te?” le chiede Asuka seria.
“Ma certo!” risponde l’altra con un grande sorriso rassicurante “State tranquilli! Il vostro segreto è al sicuro!” poi guarda l’orologio “Comunque si sta facendo tardi e dovrei davvero tornare a casa ora. Panda sarà in pensiero!”
“Ti… do un passaggio in macchina.” dico prontamente.
Dobbiamo assolutamente parlare in privato. Devo assolutamente mettere in chiaro delle cose, prima che sia troppo tardi.



Accosto l’auto al marciapiede e spengo il motore. Il tragitto da casa mia all’appartamento di Xiaoyu non è così lungo, ma per qualche ragione oggi ho l’impressione che sia durato un’eternità.
Ci siamo finalmente. Sgancio la cintura e mi preparo mentalmente. Affrontiamo questo pasticcio!
Mi volto a sinistra da Xiaoyu, che mi fissa con un mezzo sorriso dal sedile passeggero.
“Perché diavolo mi guardi così adesso?!” chiedo preoccupato.
“Così..." risponde come se niente fosse "Ripensavo a prima... Sei un po' fuori di testa, lo sai vero?”
“Xiao.” inizio in difficoltà portandomi una mano davanti alla fronte “Mi dispiace. Quello che ho detto in quel momento è stato solo per dimostrarti che non sono immune come pensi a… questo genere di cose… ma…”
"Mmm?" fa lei poco convinta.
Torno a guardarla e affronto il suo sguardo fare deciso.
“Mi dispiace, ma quello che è successo oggi non deve cambiare assolutamente niente fra noi!" asserisco "Voglio evitare fraintendimenti. Ho sbagliato a cedere, ma... sia chiaro, non era un invito a iniziare una relazione o qualcosa del genere.”

Xiaoyu mi ascolta in silenzio, con un'espressione che non riesco a decifrare.
“Dico sul serio. È per il tuo bene. Non potrebbe portare a niente di buono.” aggiungo “Insomma adesso… sappiamo entrambi di questo... effetto-che-abbiamo-l'uno-sull'altra, e potremmo continuare ad essere amici se vuoi, ma fine della storia.”
“Per il mio bene…” ripete lei e ho la netta impressione che mi stia prendendo poco sul serio.
“Sì, diamine!” ripeto “È per quello che ho cercato di prendere le distanze da te in questo periodo! Era per cercare di farti guarire da questa stupida cosa che senti per me!”
Al che lei ridacchia sotto il mio sguardo contrariato.
“Xiao! Sono serio!” mi lamento “Non c’è niente da ridere! La mia influenza sarebbe tossica per te!”
“Scusa…” risponde lei cercando di soffocare la risate “È solo che mi sembri un pochino…  paranoico.”
Sospiro.
“Senti, cerca di venirmi incontro, ok?” la prego “Io sto facendo il possibile per salvarti perché… perché… sono preoccupato per te… non voglio rovinarti la vita, d’accordo? E fidati, devi stare lontana da me… dalla mia famiglia… perché chiunque si avvicini a noi viene risucchiato in questo vortice… cosa c’è adesso?”
Mi interrompo vedendola sorridere teneramente.
“Mi hai praticamente appena detto che mi vuoi bene.” chiede.
“Eh?!” non riesco né a dire altro e né a negare “Senti, sono serio.” ripeto dopo un po’ cercando di ignorare il crescente imbarazzo “Tu… meriti di meglio. Cento volte meglio! Mille volte meglio! Tu meriteresti un bravo ragazzo… della specie di Steve Fox. Possiamo chiedere a Julia se ti presenta un amico?” propongo stupidamente.
Lei scoppia giustamente a ridere.
“Jin ti prego!” mi ferma “Piantala di dire queste stupidaggini!”
Sospiro. In effetti quest’ultima potevo risparmiarmela.
“Scusa.” mi affretto a dire “Il punto è che io non sono fatto per stare a contatto con gli altri.” riprendo “Ormai l’ho capito da tempo. Io sono destinato a diventare uno stronzo pezzo di merda come il resto dei miei parenti!” ammetto quella che è la mia più grossa paura “Tutti loro hanno finito di intossicare delle brave persone che gli stavano accanto! Insomma, guarda mia madre!” esclamo “Lei era una brava ragazza, poi si è messa con Kazuya e..." non concludo, deglutisco "Io… io… credo di non essere poi così diverso da loro! È genetico, non posso farci niente, non posso sfuggire da questo destino. Certo, detesto Kazuya e soprattutto detesto Heihachi, ma in fin dei conti… ogni giorno che passa… ho paura di diventare sempre più simile a loro!”
“Dai, ora stai esagerando!” dice e ho la netta sensazione che le dispiaccia quasi per me.
Per la pessima considerazione che ho di me stesso.

Non mi capisce, sta decisamente sottovalutando la situazione. Io sono perduto.
“Dentro di me vive una specie di demone, lo capisci?!” insisto decidendo di ricorrere alle metafore “È la maledizione della mia famiglia. Siamo tutti destinati a finire così!”
Non risponde, si sporge lentamente verso di me, fino a raggiungermi e a baciarmi di nuovo.
Oh merda. La carezza delle sue labbra è piacevole e un po’ meno strana e goffa di quella di prima. È… bello, è indiscutibilmente una bella sensazione, ma…
La allontano indietro di qualche centimentro.
“Hai ascoltato una sola parola di quello che ti ho detto?!” chiedo a mo’ di rimprovero.
“Certo, hai un demone dentro!” ripete lei appoggiando la fronte contro la mia, poi aggiunge con un sorrisetto timido “Non ho paura dei demoni.”
“Xiao…” sibilo.
Io ce la sto mettendo tutta, ma… lei sembra ostinata a non voler collaborare.
Si riavvicina lentamente, molto lentamente. Chiudo gli occhi, abbasso le difese ancora una volta. Mi lascio avvolgere da quella carezza calda.
Perché deve essere tutto sempre così dannatamente difficile?!










NOTE:
Eccoci qui! Trentasette capitoli per la prima scena più o meno shipposa per Jin. Ho cercato di interpretare la tensione XiaoJin nell'ambiente di questa AU trasformando l'ostacolo del Devil in qualcosa di più metaforico, spero che il risultato sia decente. Ultimamente ho avuto qualche ripensamento per alcune parti che riguardano il futuro sviluppo della storia, che mi hanno portato a fare qualche modifica anche a questo capitolo (è una delle ragioni per cui ci ho messo un po' più tempo del solito). Spero che comunque sia stata una lettura piacevole.
Ci si vede!

PS: Il prossimo capitolo sarà un po' particolare lol.
 

 

  
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