...And her SOUL skipped a beat
Capitolo 4 - Nemmeno una parola
Alphys
e Undyne si incontrarono molte altre volte al laboratorio di Hotland.
Passavano tutti i pomeriggi a leggere manga al piano superiore, sedute
sul pavimento una a fianco all'altra, con decine e decine di volumetti
sparsi lì intorno che aspettavano solo di essere sfogliati.
Vi
erano momenti in cui leggevano per conto loro e sulla struttura regnava
il silenzio.
Lo stesso accadeva quando la scienziata attendeva con trepidazione il
parere dell'amica a proposito di un nuovo numero della serie a cui si
stava approcciando per la prima volta. Non osava fiatare
finché
il mostro pesce non
finiva il
capitolo e si rivolgeva ad Alphys per chiederle cosa ne pensava o avere
delucidazioni sulla storia.
Altri giorni capitò invece che
si
trovassero a leggere manga comici o comunque particolarmente
divertenti: in questi casi allora, loro stesse scherzavano sul fatto
che probabilmente le loro risate avrebbero potuto sentirsi fino a
Snowdin. Il mostro giallo con lei riusciva a ridere come mai aveva
fatto, le mani vicino alla bocca e i dentoni bianchi in bella vista. In
quelle occasioni si sentiva così leggera, spensierata.
Quando
Alphys parlava l'amica era sempre pronta ad ascoltarla con
interesse, non faceva mai osservazioni negative sulle sue passioni o
sul suo modo di parlare, era così gentile... Ma a quanto
pare
lei lo era di più per Undyne.
L'aveva ringraziata di tutta
ANIMA
per aver disposto quel refrigeratore d'acqua a metà strada
tra
Waterfall e il suo laboratorio, e cose come "È
squisito, Alphys" o "Sei gentilissima" riguardanti il suo gelato alle
alghe le aveva sentite ormai spesso. La scienziata non aveva
più dubbi, al mostro pesce il gelato piaceva davvero, lo
adorava. Più volte Alphys era salita di sopra a prepararne
altro
per darle una seconda porzione.
Anche alla guerriera
piaceva la sua compagnia; a prima vista poteva
sembrare solo nervosa e impacciata, ma ora sapeva che quando cominciava
a parlare di libri storici o scienza non riuscivi più a
fermarla. Non solo conosceva un sacco di cose, ma le piacevano da
matti. Sapeva tutti i segreti, tutti i dettagli possibili.
Era... analitica. Non per niente era diventata la scienziata
reale.
Ma forse per Undyne era
anche qualcos'altro.
Questa consapevolezza si
concretizzò in lei molte settimane dopo: era cominciato
tutto
mentre si stava
preparando per
incontrare Alphys alla
discarica, e si era
ritrovata di nuovo a dover
scegliere se mettere o no una benda per coprire l'occhio mancante.
Aveva guardato il suo riflesso con aria di sfida e ora la sua mente
stava viaggiando lontano.
Il mostro tarchiato non aveva affatto paura
di lei, il suo
comportamento in tutti i giorni passati ne era la prova. Era timida,
certo, ma era entusiasta di averla vicino.
Allora perché??
Mentre questa singola domanda le ronzava in testa portò
involontariamente una mano sulla cicatrice. Allora si bloccò.
Sono... io il problema?
Sono...
Undyne trattenne il respiro appena un pensiero si
insinuò bruscamente in lei.
Sono brutta.
Trasalì e digrignò i denti giallognoli.
COSA diamine sto
pensando?! Io sono a capo delle guardie reali, sono una guerriera! Non
ho debolezze, nemmeno una!
In quel turbolento fiume di pensieri la guerriera perse il controllo di
sé e l'area intorno a lei
cominciò a brillare di mille particelle sfavillanti,
dopodiché una lancia azzurra
si
materializzò
nella sua mano destra.
Un
solo occhio, il suo
unico occhio fiammeggiava nel suo riflesso: quell'immagine
la stava
mandando in bestia, non poteva sopportare quello che vedeva.
Alzò
quindi il braccio pronta a scatenare la sua
furia e distruggere quel dannato specchio che le si parava
davanti, ma poi si
calmò di colpo appena un altro pensiero le
attraversò la
mente.
Non voleva... apparire brutta agli occhi di
Alphys?
Abbassò lentamente il braccio e lo
riportò
sul fianco; la lancia magica sparì insieme all'aura di
energia
che si era creata poco prima.
Il mostro pesce
socchiuse la
bocca e fissò abbattuta il pavimento. Ora era consapevole
del
perché esitava ogni volta che doveva mettersi la copertura
sulla
cicatrice. Tuttavia ancora non capiva perché per lei era
così importante il giudizio dell'amica.
Scosse la testa e
squadrò la
serie di bende sparse sul comodino, poi prese la sua decisione.
Questa
volta non avrebbe messo proprio nulla.
...Stava forse cercando di
mettere alla prova la scienziata? No, non si abbassava a tanto. Voleva
solo
essere se stessa, così come lo era stata Alphys parlando di
storia umana o teorie scientifiche. Era deciso.
Quando uscì di casa un venticello leggero le
accarezzò le
scaglie vicino alla cicatrice, e capì di aver fatto la
scelta
giusta.
***
Per
quanto l'acqua non fosse così pulita, Undyne riusciva a
vederci
il riflesso delle lucine bianche che brillavano sopra di lei.
L'amica
stava tardando ad arrivare ma questo non la disturbava affatto; la
guerriera si fermava spesso ad ammirare la regione in cui
viveva, ogni suo elemento la riempiva di felicità e
la
faceva sentire a casa. Adorava la vista dei piccoli funghi che
crescevano qua e là in mezzo al terriccio scuro, i Fiori blu
che
emettevano di tanto in tanto le loro vocine registrate, le enormi
distese d'acqua e la temperatura semplicemente perfetta. Persino la
discarica non le dispiaceva: diverse volte andava a farci una visitina
per cercare armi da usare in battaglia, e raramente rimaneva delusa.
Quel giorno si era accordata con Alphys per vedersi proprio
lì.
Avrebbero cercato insieme non solo possibili armi ma anche libri di
storia umana. Il mostro dinosauro le aveva detto che tutta la sua
immensa collezione arrivava da quegli innocui mucchi di spazzatura
sparsi per la grotta.
Undyne era appoggiata con la schiena al muro
posto all'uscita e stava ancora osservando le torbide pozzanghere sotto
ai suoi stivali quando
sentì il rumore di passi in avvicinamento. La scienziata
slittò dunque accanto a lei e si chinò in segno
di scuse.
-S-scusa Undyne! Sono in r-ritardo!- ansimò.
La guerriera sorrise calorosamente. Non riusciva proprio ad arrabbiarsi
con Alphys, nemmeno volendo.
-Non importa, sta-...-
-Ho... ho fatto t-tardi perché... mi sono fatta in
un
f-foglio una scaletta di tutto quello c-che vorrei trovare!-
Il mostro giallo si morse il labbro inferiore. Un'altra bugia.
Possibile che non ne potesse fare a meno? Certo,
riguardava di nuovo l'ingrediente segreto del gelato che le preparava,
ma si
sentì in colpa lo stesso.
La verità è
che era
andata prima a fare scorta di alghe, e aveva dovuto cambiare camice una
volta tornata al laboratorio.
-Ahah, sei una tipetta organizzata!- rise Undyne.
Alphys portò le mani davanti alla gabbia toracica e
ricambiò timidamente la sua occhiata cordiale. In quel
momento
si accorse della cicatrice sul volto dell'amica.
Non ne rimase
sorpresa, pensò che non
era così diverso dal vederla con la sua solita benda
monocolore.
Guardandola per intero notò che era vestita come quando
l'aveva incontrata per la prima volta,
probabilmente per essere più comoda nel cercare oggetti alla
discarica. Anche la scienziata ci aveva pensato, ma purtroppo tutto
quello che aveva era una serie di camici tutti uguali...
-A-allora Undyne... possiamo cominciare a c-cercare in
questa zona?-
Vide per la prima volta la guerriera tentennare, ma durò una
frazione di secondo. Forse se l'era immaginato?
-Sì Alphys, proviamo nell'angolo a destra.-
Per una buona oretta stettero lì alla discarica, rovistando
con
forti movimenti del braccio e scavando con piccoli artigli nei cumuli
di spazzatura. Ad un certo punto, Undyne richiamò
l'attenzione
dell'amica: -Credo... di aver trovato un libro di storia, Alphys-.
-Oh, a-arrivo!- esclamò lei mentre raggiungeva il mostro
pesce.
-Hai già questo pezzo?-
L'altra afferrò il manga e lesse il titolo.
-S-sì, ma ho pochi capitoli di... questo p-pezzo di storia.-
-Cavoli, vorrei leggerli! Non posso credere che gli umani maneggino
delle spade così grandi!-
Effettivamente la copertina ritraeva un ragazzo umano dal ciuffo
sbarazzino con una lunghissima spada scintillante tra le mani.
-Se avessi anche io un'arma simile sarei imbattibile!-
continuò.
-P-pensavo tu combattessi con delle lance, Undyne.-
-Beh, sì... ma sai, qualche arma di riserva...!-
Alphys spostò lo sguardo prima sulla guerriera, poi sul
fumetto e viceversa, mentre un'idea le guizzava nella mente.
-Uh-uhm, e se... se provassimo a c-costruirne una? Posso f-fare il
progetto al computer e scegliere i m-materiali, ma mi servirebbero le
tue conoscenze s-sulle armi...-
L'occhio giallo dell'amica la osservò stupita, poi
scoprì i denti in un ampio sorriso.
-Dici sul serio? Sarebbe... fantastico!-
Disse queste parole mentre scuoteva le braccia in un impeto di
allegria, e il mostro dinosauro sorrise a sua volta; vederla
così felice le creava sempre una strana sensazione al petto.
Sia
chiaro, Undyne non si dimostrava mai triste o adirata con lei,
ciononostante ogni
volta che sorrideva sentiva quasi la sua ANIMA danzare.
Si
concentrò nel contarne i battiti, ma riuscì a
sentire la frase
della
guerriera appena in tempo.
-Ngahhh che forza! Alphys che ne dici se andiamo a casa mia? Dai, ti
voglio offrire qualcosa!-
-Oh! V-va bene, ti ringrazio.-
La casa di Undyne era vicinissima
alla caverna adibita a discarica, ma non risultava per niente sporca o
abbandonata a se stessa. Si trovava in fondo a una piccola grotta
dalle tonalità bluastre, tipiche della regione delle
cascate. Da
fuori sembrava la caricatura di un grosso pesce arrabbiato: i muri
rotondi erano decorati da finte scaglie lilla e celesti, in cima si
ergeva una lunga cresta seghettata e ai lati spuntavano due pinne
pettorali. Gli
occhi erano rappresentati dalle finestre, e si entrava ovviamente dalla
"bocca".
Era la prima volta che il mostro pesce la
invitava a casa, e Alphys la trovò deliziosa; viveva da anni
nel
laboratorio di Hotland e le mancava questo senso di accoglienza e
semplicità.
La porta si aprì come a imitare dei denti appuntiti che si
dischiudono e l'amica si voltò verso la sua
ospite.
-Prego, entra pure!-
-P-permesso...- mormorò lei.
Fintanto che la scienziata varcava la soglia della sua abitazione,
stava già spostando gli
occhi
su ogni particolare della stanza in cui si ritrovò. Era
una grande cucina con un tavolo arancione sulla destra. Ma in quel
momento la incuriosì quello che vide sul lato opposto.
-Undyne, q-quello è un pianoforte! Sai suonarlo?- chiese lei
facendo alcuni passi in quella direzione.
-Beh, sì. Ogni tanto mi diletto nella musica.-
Le due amiche si lavarono le mani nel lavello, dopodiché la
guerriera fece accomodare Alphys al tavolo. Trafficò sul
ripiano
della cucina per poi porgere alla scienziata un bicchiere colmo di un
liquido giallo-trasparente. Quella prese il bicchiere e
guardò la leader delle guardie sorpresa.
-Oh, questa... è c-cedrata?-
-Eh sì, mi ricordavo ti piacesse!-
-G-grazie!-
Dopo aver bevuto la sua cedrata, il mostro più basso
studiò di nuovo la stanza con lo sguardo, questa volta
concentrandosi sui colori. Il pavimento era a scacchi gialli e grigi,
accanto ai mobili della cucina vi era una porta celeste e il muro era
ricoperto da una carta da parati davvero singolare.
-U-Undyne, quel disegno sul muro è b-bellissimo!-
In quel - seppur breve - lasso di
tempo
Undyne era rimasta stranamente silenziosa, e a quel commento il suo
occhio la fissò sbalordita.
-Oh, sono solo... pesci rosa su un fondo azzurro...-
-Mi p-piace la tua casa. Vivere al laboratorio è
c-così
diverso...- Alphys diede voce ai suoi pensieri mentre accennava un
sorriso.
La guerriera strizzò l'occhio amichevolmente. Alle sue
spalle c'era un'altra
cosa che aveva attirato la sua attenzione, per cui si
azzardò a fare una seconda domanda.
-Hai... u-un frigorifero? Pensavo n-non ti piacessero le cose fredde.-
-In effetti... non lo uso quasi mai.-
Come un lampo il mostro dinosauro ebbe un'altra idea. Non c'era da
stupirsi, essendo una scienziata era normale che cercasse sempre
soluzioni per facilitare la vita di tutti i giorni. E in questo caso
avrebbe anche potuto aiutare Undyne.
-C-che ne dici se lavorassi al circuito d-del tuo frigorifero? Posso
f-fare in modo che scaldi i cibi i-invece di raffreddarli.-
Quella rimase senza parole. Aveva ancora un'espressione sbigottita
mentre rispondeva: -Alphys, sei sicura...? Non vorrei farti lavorare
troppo a causa mia-.
-N-non c'è nessun problema per me, Undyne. Farei finalmente
q-qualcosa di diverso, a-aiutarti mi renderebbe felice...-
disse
ad alta voce l'ultima parte senza volerlo, e arrossì
violentemente.
L'amica scoprì i denti acuminati e la guardò con
estrema dolcezza.
-Oh Alphys, sei così carina.-
Alphys si irrigidì, la bocca semichiusa e le guance
squamose in
fiamme. Era come se la sua ANIMA avesse appena fatto una capriola
dentro al suo petto.
Gentile. Intende solo
gentile.
Nonostante questa mezza convinzione, si ritrovò a stuzzicare
con le dita un lembo del suo camice con fare imbarazzato.
Il mostro pesce parlò dopo una lunga pausa, indicando il
manga
appoggiato sul tavolo: -Se vuoi possiamo leggere quel libro che abbiamo
trovato-.
-O-oh, certo, va bene.-
***
Vedere le sue mani muoversi
così delicatamente sembrava
incredibile, chiunque sarebbe rimasto di sasso una volta scoperto che
quel mostro fosse una guerriera. Ma ad Undyne
veniva così naturale, per lei suonare era un hobby
rilassante e
sapeva bene che doveva andarci piano per creare la melodia
perfetta. In fondo, era come lottare con quei tasti bianchi e neri, una
sfida
pacifica che non voleva assolutamente perdere.
Mentre le dita scivolavano mute sulla tastiera del pianoforte
si perse ad
ascoltarne la musica, e sperava che anche questa, oltre ai suoi
successi in battaglia, potesse riempire di speranza i mostri del
Sottosuolo.
Dopo alcuni minuti si fermò e respirò
profondamente. Quel
pomeriggio era stato davvero insolito.
Non era sicura di essersi
comportata troppo bene con Alphys; era la prima volta che si trovava a
esitare di fronte a lei o rimanere in silenzio senza sapere cosa dire.
Aveva il timore che la scienziata le chiedesse della cicatrice,
eppure...
Sbatté le palpebre mentre ogni singolo momento di quella
giornata le scorreva nella mente come un treno.
Già, l'amica non aveva fatto alcun commento al riguardo.
Nemmeno una parola. Era davvero come l'aveva descritta.
Così carina.
...e la sua ANIMA perse
un battito.
Fu un istante, ma Undyne lo percepì chiaramente;
portò la mano sinistra sul petto, frastornata da
quella
sensazione completamente nuova per lei.
Non... può
essere la stanchezza, io stanca per un incontro con un'amica?!
Aggrottò le sopracciglia e, ancora in preda alla confusione,
ripensò
a quel preciso momento:
-Oh Alphys,
sei così carina.-
Voleva
dire ad Alphys che era davvero gentile,
allora perché fra tutte le parole che poteva usare aveva
scelto proprio quella? Possibile che per Undyne lei
fosse...
Allargò l'occhio sano, meravigliata dai suoi stessi pensieri.
...fosse adorabile?
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Comincia a vedersi un pattern, uh? Anche più di uno... eh-ehm! A parte questo, ringrazio chi sta solo leggendo e anche la mitica Spirietta che mi ha recensito la storia! Spero gradirai anche questo e i prossimi capitoli.
Eeee niente, vi saluto! To be continued...