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Autore: Lady K    08/04/2019    2 recensioni
[Alphys/Undyne, primo della serie “Their SOULs are filled with love”]
Con questa Fanfiction cercherò di raccontare, secondo la mia interpretazione, come si è evoluto nel tempo il rapporto tra Alphys e Undyne: dal loro incontro nella discarica in poi, fino a prima che Frisk cada nel Sottosuolo e comincino gli eventi di Undertale. Il tutto rispettando i piccoli indizi sparsi nei dialoghi (anche nascosti) del gioco. Tanta tenerezza e shippamento alle stelle, accorrete numerosi xD
Rating giallo e Avvertimento per via del primo capitolo.
[Revisione in corso: 2 capitoli su 8 completati.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT SOUL skipped beat capitolo 4
...E nulla, capitolo 4!

...And her SOUL skipped a beat


Capitolo 4 - Nemmeno una parola

Alphys e Undyne si incontrarono molte altre volte al laboratorio di Hotland. Passavano tutti i pomeriggi a leggere manga al piano superiore, sedute sul pavimento una a fianco all'altra, con decine e decine di volumetti sparsi lì intorno che aspettavano solo di essere sfogliati.
Vi erano momenti in cui leggevano per conto loro e sulla struttura regnava il silenzio. Lo stesso accadeva quando la scienziata attendeva con trepidazione il parere dell'amica a proposito di un nuovo numero della serie a cui si stava approcciando per la prima volta. Non osava fiatare finché il mostro pesce non finiva il capitolo e si rivolgeva ad Alphys per chiederle cosa ne pensava o avere delucidazioni sulla storia.
Altri giorni capitò invece che si trovassero a leggere manga comici o comunque particolarmente divertenti: in questi casi allora, loro stesse scherzavano sul fatto che probabilmente le loro risate avrebbero potuto sentirsi fino a Snowdin. Il mostro giallo con lei riusciva a ridere come mai aveva fatto, le mani vicino alla bocca e i dentoni bianchi in bella vista. In quelle occasioni si sentiva così leggera, spensierata. Quando Alphys parlava l'amica era sempre pronta ad ascoltarla con interesse, non faceva mai osservazioni negative sulle sue passioni o sul suo modo di parlare, era così gentile... Ma a quanto pare lei lo era di più per Undyne.
L'aveva ringraziata di tutta ANIMA per aver disposto quel refrigeratore d'acqua a metà strada tra Waterfall e il suo laboratorio, e cose come "È squisito, Alphys" o "Sei gentilissima" riguardanti il suo gelato alle alghe le aveva sentite ormai spesso. La scienziata non aveva più dubbi, al mostro pesce il gelato piaceva davvero, lo adorava. Più volte Alphys era salita di sopra a prepararne altro per darle una seconda porzione.
Anche alla guerriera piaceva la sua compagnia; a prima vista poteva sembrare solo nervosa e impacciata, ma ora sapeva che quando cominciava a parlare di libri storici o scienza non riuscivi più a fermarla. Non solo conosceva un sacco di cose, ma le piacevano da matti. Sapeva tutti i segreti, tutti i dettagli possibili. Era... analitica. Non per niente era diventata la scienziata reale.



Ma forse per Undyne era anche qualcos'altro.
Questa consapevolezza si concretizzò in lei molte settimane dopo: era cominciato tutto mentre si stava preparando per incontrare Alphys alla discarica, e si era ritrovata di nuovo a dover scegliere se mettere o no una benda per coprire l'occhio mancante. Aveva guardato il suo riflesso con aria di sfida e ora la sua mente stava viaggiando lontano.
Il mostro tarchiato non aveva affatto paura di lei, il suo comportamento in tutti i giorni passati ne era la prova. Era timida, certo, ma era entusiasta di averla vicino.
Allora perché??
Mentre questa singola domanda le ronzava in testa portò involontariamente una mano sulla cicatrice. Allora si bloccò.
Sono... io il problema? Sono...
Undyne trattenne il respiro appena un pensiero si insinuò bruscamente in lei.
Sono brutta.
Trasalì e digrignò i denti giallognoli.
COSA diamine sto pensando?! Io sono a capo delle guardie reali, sono una guerriera! Non ho debolezze, nemmeno una!
In quel turbolento fiume di pensieri la guerriera perse il controllo di sé e l'area intorno a lei cominciò a brillare di mille particelle sfavillanti, dopodiché una lancia azzurra si materializzò nella sua mano destra.
Un solo occhio, il suo unico occhio fiammeggiava nel suo riflesso: quell'immagine la stava mandando in bestia, non poteva sopportare quello che vedeva. Alzò quindi il braccio pronta a scatenare la sua furia e distruggere quel dannato specchio che le si parava davanti, ma poi si calmò di colpo appena un altro pensiero le attraversò la mente.
Non voleva... apparire brutta agli occhi di Alphys?
Abbassò lentamente il braccio e lo riportò sul fianco; la lancia magica sparì insieme all'aura di energia che si era creata poco prima.
Il mostro pesce socchiuse la bocca e fissò abbattuta il pavimento. Ora era consapevole del perché esitava ogni volta che doveva mettersi la copertura sulla cicatrice. Tuttavia ancora non capiva perché per lei era così importante il giudizio dell'amica.
Scosse la testa e squadrò la serie di bende sparse sul comodino, poi prese la sua decisione.
Questa volta non avrebbe messo proprio nulla.
...Stava forse cercando di mettere alla prova la scienziata? No, non si abbassava a tanto. Voleva solo essere se stessa, così come lo era stata Alphys parlando di storia umana o teorie scientifiche. Era deciso.
Quando uscì di casa un venticello leggero le accarezzò le scaglie vicino alla cicatrice, e capì di aver fatto la scelta giusta.

***

Per quanto l'acqua non fosse così pulita, Undyne riusciva a vederci il riflesso delle lucine bianche che brillavano sopra di lei.
L'amica stava tardando ad arrivare ma questo non la disturbava affatto; la guerriera si fermava spesso ad ammirare la regione in cui viveva, ogni suo elemento la riempiva di felicità e la faceva sentire a casa. Adorava la vista dei piccoli funghi che crescevano qua e là in mezzo al terriccio scuro, i Fiori blu che emettevano di tanto in tanto le loro vocine registrate, le enormi distese d'acqua e la temperatura semplicemente perfetta. Persino la discarica non le dispiaceva: diverse volte andava a farci una visitina per cercare armi da usare in battaglia, e raramente rimaneva delusa.
Quel giorno si era accordata con Alphys per vedersi proprio lì. Avrebbero cercato insieme non solo possibili armi ma anche libri di storia umana. Il mostro dinosauro le aveva detto che tutta la sua immensa collezione arrivava da quegli innocui mucchi di spazzatura sparsi per la grotta.
Undyne era appoggiata con la schiena al muro posto all'uscita e stava ancora osservando le torbide pozzanghere sotto ai suoi stivali quando sentì il rumore di passi in avvicinamento. La scienziata slittò dunque accanto a lei e si chinò in segno di scuse.
-S-scusa Undyne! Sono in r-ritardo!- ansimò.
La guerriera sorrise calorosamente. Non riusciva proprio ad arrabbiarsi con Alphys, nemmeno volendo.
-Non importa, sta-...-
-Ho... ho fatto t-tardi perché... mi sono fatta in un f-foglio una scaletta di tutto quello c-che vorrei trovare!-
Il mostro giallo si morse il labbro inferiore. Un'altra bugia. Possibile che non ne potesse fare a meno? Certo, riguardava di nuovo l'ingrediente segreto del gelato che le preparava, ma si sentì in colpa lo stesso.
La verità è che era andata prima a fare scorta di alghe, e aveva dovuto cambiare camice una volta tornata al laboratorio.
-Ahah, sei una tipetta organizzata!- rise Undyne.
Alphys portò le mani davanti alla gabbia toracica e ricambiò timidamente la sua occhiata cordiale. In quel momento si accorse della cicatrice sul volto dell'amica.
Non ne rimase sorpresa, pensò che non era così diverso dal vederla con la sua solita benda monocolore. Guardandola per intero notò che era vestita come quando l'aveva incontrata per la prima volta, probabilmente per essere più comoda nel cercare oggetti alla discarica. Anche la scienziata ci aveva pensato, ma purtroppo tutto quello che aveva era una serie di camici tutti uguali...
-A-allora Undyne... possiamo cominciare a c-cercare in questa zona?-
Vide per la prima volta la guerriera tentennare, ma durò una frazione di secondo. Forse se l'era immaginato?
-Sì Alphys, proviamo nell'angolo a destra.-
Per una buona oretta stettero lì alla discarica, rovistando con forti movimenti del braccio e scavando con piccoli artigli nei cumuli di spazzatura. Ad un certo punto, Undyne richiamò l'attenzione dell'amica: -Credo... di aver trovato un libro di storia, Alphys-.
-Oh, a-arrivo!- esclamò lei mentre raggiungeva il mostro pesce.
-Hai già questo pezzo?-
L'altra afferrò il manga e lesse il titolo.
-S-sì, ma ho pochi capitoli di... questo p-pezzo di storia.-
-Cavoli, vorrei leggerli! Non posso credere che gli umani maneggino delle spade così grandi!-
Effettivamente la copertina ritraeva un ragazzo umano dal ciuffo sbarazzino con una lunghissima spada scintillante tra le mani.
-Se avessi anche io un'arma simile sarei imbattibile!- continuò.
-P-pensavo tu combattessi con delle lance, Undyne.-
-Beh, sì... ma sai, qualche arma di riserva...!-
Alphys spostò lo sguardo prima sulla guerriera, poi sul fumetto e viceversa, mentre un'idea le guizzava nella mente.
-Uh-uhm, e se... se provassimo a c-costruirne una? Posso f-fare il progetto al computer e scegliere i m-materiali, ma mi servirebbero le tue conoscenze s-sulle armi...-
L'occhio giallo dell'amica la osservò stupita, poi scoprì i denti in un ampio sorriso.
-Dici sul serio? Sarebbe... fantastico!-
Disse queste parole mentre scuoteva le braccia in un impeto di allegria, e il mostro dinosauro sorrise a sua volta; vederla così felice le creava sempre una strana sensazione al petto. Sia chiaro, Undyne non si dimostrava mai triste o adirata con lei, ciononostante ogni volta che sorrideva sentiva quasi la sua ANIMA danzare.
Si concentrò nel contarne i battiti, ma riuscì a sentire la frase della guerriera appena in tempo.
-Ngahhh che forza! Alphys che ne dici se andiamo a casa mia? Dai, ti voglio offrire qualcosa!-
-Oh! V-va bene, ti ringrazio.-

La casa di Undyne era vicinissima alla caverna adibita a discarica, ma non risultava per niente sporca o abbandonata a se stessa. Si trovava in fondo a una piccola grotta dalle tonalità bluastre, tipiche della regione delle cascate. Da fuori sembrava la caricatura di un grosso pesce arrabbiato: i muri rotondi erano decorati da finte scaglie lilla e celesti, in cima si ergeva una lunga cresta seghettata e ai lati spuntavano due pinne pettorali. Gli occhi erano rappresentati dalle finestre, e si entrava ovviamente dalla "bocca".
Era la prima volta che il mostro pesce la invitava a casa, e Alphys la trovò deliziosa; viveva da anni nel laboratorio di Hotland e le mancava questo senso di accoglienza e semplicità.
La porta si aprì come a imitare dei denti appuntiti che si dischiudono e l'amica si voltò verso la sua ospite.
-Prego, entra pure!-
-P-permesso...- mormorò lei.
Fintanto che la scienziata varcava la soglia della sua abitazione, stava già spostando gli occhi su ogni particolare della stanza in cui si ritrovò. Era una grande cucina con un tavolo arancione sulla destra. Ma in quel momento la incuriosì quello che vide sul lato opposto.
-Undyne, q-quello è un pianoforte! Sai suonarlo?- chiese lei facendo alcuni passi in quella direzione.
-Beh, sì. Ogni tanto mi diletto nella musica.-
Le due amiche si lavarono le mani nel lavello, dopodiché la guerriera fece accomodare Alphys al tavolo. Trafficò sul ripiano della cucina per poi porgere alla scienziata un bicchiere colmo di un liquido giallo-trasparente. Quella prese il bicchiere e guardò la leader delle guardie sorpresa.
-Oh, questa... è c-cedrata?-
-Eh sì, mi ricordavo ti piacesse!-
-G-grazie!-
Dopo aver bevuto la sua cedrata, il mostro più basso studiò di nuovo la stanza con lo sguardo, questa volta concentrandosi sui colori. Il pavimento era a scacchi gialli e grigi, accanto ai mobili della cucina vi era una porta celeste e il muro era ricoperto da una carta da parati davvero singolare.
-U-Undyne, quel disegno sul muro è b-bellissimo!-
In quel - seppur breve - lasso di tempo Undyne era rimasta stranamente silenziosa, e a quel commento il suo occhio la fissò sbalordita.
-Oh, sono solo... pesci rosa su un fondo azzurro...-
-Mi p-piace la tua casa. Vivere al laboratorio è c-così diverso...- Alphys diede voce ai suoi pensieri mentre accennava un sorriso.
La guerriera strizzò l'occhio amichevolmente. Alle sue spalle c'era un'altra cosa che aveva attirato la sua attenzione, per cui si azzardò a fare una seconda domanda.
-Hai... u-un frigorifero? Pensavo n-non ti piacessero le cose fredde.-
-In effetti... non lo uso quasi mai.-
Come un lampo il mostro dinosauro ebbe un'altra idea. Non c'era da stupirsi, essendo una scienziata era normale che cercasse sempre soluzioni per facilitare la vita di tutti i giorni. E in questo caso avrebbe anche potuto aiutare Undyne.
-C-che ne dici se lavorassi al circuito d-del tuo frigorifero? Posso f-fare in modo che scaldi i cibi i-invece di raffreddarli.-
Quella rimase senza parole. Aveva ancora un'espressione sbigottita mentre rispondeva: -Alphys, sei sicura...? Non vorrei farti lavorare troppo a causa mia-.
-N-non c'è nessun problema per me, Undyne. Farei finalmente q-qualcosa di diverso, a-aiutarti mi renderebbe felice...- disse ad alta voce l'ultima parte senza volerlo, e arrossì violentemente.
L'amica scoprì i denti acuminati e la guardò con estrema dolcezza.
-Oh Alphys, sei così carina.-
Alphys si irrigidì, la bocca semichiusa e le guance squamose in fiamme. Era come se la sua ANIMA avesse appena fatto una capriola dentro al suo petto.
Gentile. Intende solo gentile.
Nonostante questa mezza convinzione, si ritrovò a stuzzicare con le dita un lembo del suo camice con fare imbarazzato.
Il mostro pesce parlò dopo una lunga pausa, indicando il manga appoggiato sul tavolo: -Se vuoi possiamo leggere quel libro che abbiamo trovato-.
-O-oh, certo, va bene.-

***

Vedere le sue mani muoversi così delicatamente sembrava incredibile, chiunque sarebbe rimasto di sasso una volta scoperto che quel mostro fosse una guerriera. Ma ad Undyne veniva così naturale, per lei suonare era un hobby rilassante e sapeva bene che doveva andarci piano per creare la melodia perfetta. In fondo, era come lottare con quei tasti bianchi e neri, una sfida pacifica che non voleva assolutamente perdere.
Mentre le dita scivolavano mute sulla tastiera del pianoforte si perse ad ascoltarne la musica, e sperava che anche questa, oltre ai suoi successi in battaglia, potesse riempire di speranza i mostri del Sottosuolo.
Dopo alcuni minuti si fermò e respirò profondamente. Quel pomeriggio era stato davvero insolito.
Non era sicura di essersi comportata troppo bene con Alphys; era la prima volta che si trovava a esitare di fronte a lei o rimanere in silenzio senza sapere cosa dire. Aveva il timore che la scienziata le chiedesse della cicatrice, eppure...
Sbatté le palpebre mentre ogni singolo momento di quella giornata le scorreva nella mente come un treno.
Già, l'amica non aveva fatto alcun commento al riguardo. Nemmeno una parola. Era davvero come l'aveva descritta.
Così carina.
...e la sua ANIMA perse un battito.
Fu un istante, ma Undyne lo percepì chiaramente; portò la mano sinistra sul petto, frastornata da quella sensazione completamente nuova per lei.
Non... può essere la stanchezza, io stanca per un incontro con un'amica?!
Aggrottò le sopracciglia e, ancora in preda alla confusione, ripensò a quel preciso momento:
-Oh Alphys, sei così carina.-
Voleva dire ad Alphys che era davvero gentile, allora perché fra tutte le parole che poteva usare aveva scelto proprio quella? Possibile che per Undyne lei fosse...
Allargò l'occhio sano, meravigliata dai suoi stessi pensieri.
...fosse adorabile?


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.


Comincia a vedersi un pattern, uh? Anche più di uno... eh-ehm! A parte questo, ringrazio chi sta solo leggendo e anche la mitica Spirietta che mi ha recensito la storia! Spero gradirai anche questo e i prossimi capitoli.
Eeee niente, vi saluto! To be continued...
  
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